Speciale Hanami: il lessico dei sakura e le date delle fioriture

 

Dell’Hanami (in giapponese “osservare i fiori”) e dei sakura (“fiori di ciliegio”), su MyVALIUM, ho già parlato molte volte. Ma dato che in Giappone, in questi giorni, la fioritura dei ciliegi raggiunge il massimo splendore, vorrei esplorare un aspetto poco conosciuto del periodo dell’anno più atteso e celebrato nel Sol Levante: il lessico dell’Hanami, ovvero le parole che i giapponesi associano al rito della contemplazione dei sakura e alla Primavera in generale. I fiori di ciliegio e la loro fioritura, in Giappone, rappresentano qualcosa di talmente straordinario che esistono oltre 70 termini dedicati ai sakura e all’Hanami. Per ragioni di spazio sarebbe impossibile citarli tutti, perciò ne riporto solo alcuni. Andiamo subito a scoprire quali.

 

 

Asazakura

Ammirare i sakura dona sensazioni inebrianti in ogni istante, ma per i giapponesi l’alba rappresenta un momento speciale: nasce un nuovo giorno, e i fiori di ciliegio, impregnati di rugiada, raggiungono l’apice della bellezza. Le gocce d’acqua che ricoprono i loro petali li fanno scintillare mentre riflettono i bagliori del sole che sorge, conferendo una bellezza non comune al sakura del mattino.

 

 

Adazakura

Con questo termine si indica la bellezza transitoria ed effimera dei sakura: il fiore di ciliegio ha vita breve, i suoi petali vengono strappati al ramo da un alito di vento e i viali si riempiono, ben presto, di tappeti composti da corolle smembrate. Per i giapponesi, tutto ciò che è fugace riveste un significato importante; di conseguenza adorano lo stato d’animo vagamente malinconico indotto da quella visione.

Hanagasumi

Viste da una certa distanza, le chiome dei ciliegi in fiore somigliano a una coltre di nebbia. La parola “Hanagasumi” evoca tutta la poesia e la suggestività di quell’immagine flou, impregnata di accenti onirici.

 

 

Hanafubuki

Un altro termine che rimanda al meteo: quando il vento è molto forte, fa volteggiare vorticosamente i sakura che cadono dai rami. Sembrano fiocchi di neve nel pieno di una bufera. Anche questa immagine risulta estremamente pittoresca ed evocativa.

Sakurafubuki

Ha più o meno lo stesso significato della parola precedente: sta ad indicare la “tempesta” di fiori di ciliegio prodotta da un vento sferzante che libra nell’aria i loro petali.

 

 

Hanabie

Rimaniamo focalizzati sul meteo, prendendo in prestito questo termine dalla poesia giapponese. Si parla di Hanabie quando all’improvviso, una volta che la Primavera è arrivata e i fiori di ciliegio sono già sbocciati, l’Inverno torna a colpire con tutta la sua irruenza e ricopre i ciliegi di neve: un colpo di coda che non è poi così infrequente.

Hatsuzakura

Sono i primi sakura sbocciati in Primavera, quelli che danno il via al rito dell’Hanami ma non solo: i giapponesi li immortalano in foto e video, li decretano protagonisti di servizi televisivi e giornalistici…Rappresentano un vero e proprio evento anticipato da previsioni meteo relative alle date delle fioriture in ogni città.

 

 

Hazakura

Corrisponde al periodo in cui, quando tutti i fiori sono caduti, sul ciliegio iniziano a spuntare le prime foglie. Foglie che si infittiscono man mano che arriva l’Estate. Inizia un nuovo ciclo: la magia primaverile è terminata, i sakura vengono sostituiti dal fogliame. La natura, come sempre, fa il suo corso.

 

 

Hanamizake

Se rileggete questo articolo, troverete molte informazioni sul rito dell’Hanami. E scoprirete che il saké, la bevanda nazionale giapponese, è una delle più bevute durante gli interminabili picnic sotto le chiome dei ciliegi in fiore. Si parla di Hanamizake ogni qualvolta dei petali di sakura, cadendo dal loro ramo, finiscono in una ciotola ricolma di saké.

 

 

Sakura zensen

Il Japan Meteorological Corporation comunica ai giapponesi le date in cui, ogni anno, i ciliegi fioriranno  nelle città principali del paese. I sakura, infatti, sbocciano prima nel sud del Sol Levante, dove le temperature sono più calde, e successivamente nel nord, dove il clima è decisamente più rigido. Le fioriture, dunque, seguono un ipotetico asse che dal sud (Kyushu) si muove verso nord (Hokkaido): ecco il concetto che si associa al sakura zensen.

 

 

Quando ammirare le fioriture in alcune città giapponesi

A proposito di sakura zensen: se prevedete di viaggiare in Giappone, segnatevi le date delle fioriture nelle città che vi indico qui di seguito.

  • Tokyo ⇒ fioritura il 24 Marzo, piena fioritura il 30 Marzo
  • Osaka ⇒ fioritura il 29 Marzo, piena fioritura il 5 Aprile
  • Nagoya ⇒  fioritiura il 26 Marzo, piena fioritura il 4 Aprile
  • Nagano ⇒  fioritura il 10 Aprile, piena fioritura il 15 Aprile
  • Aomori ⇒ fioritura il 18 Aprile, piena fioritura il 22 Aprile
  • Fukuoka ⇒fioritura il 26 Marzo, piena fioritura il 4 Aprile
  • Hiroshima ⇒ fioritura il 27 Marzo, piena fioritura il 6 Aprile
  • Kyoto ⇒ fioritura il 28 Marzo, piena fioritura il 6 Aprile
  • Kanazawa ⇒ fioritura il 3 Aprile, piena fioritura il 9 Aprile
  • Sapporo ⇒ fioritura il 26 Aprile, piena fioritura il 30 Aprile

 

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Smalti di tendenza: cromie incantevoli come dei fiori in boccio

 

Anche per le unghie, la Primavera 2025 prevede il ritorno di una palette in colori pastello: dopo il boom del fluo e delle tonalità più shock ed improbabili, c’è voglia di ristabilire un feeling con la natura e con le fioriture di stagione. Ritroviamo quindi il verde menta, il celeste, il rosa confetto, il pesca, il giallo pallido…cromie mai scontate né banali, semmai incantevoli come dei fiori in boccio.

 

Foto Pexels e Unsplash

 

Sakura

 

“Il fiore di ciliegio non mi pare che cada presto: il cuore umano, invece, muta senza aspettare il vento.”
(Ki No Tsurayuki)

 

Di cosa parleremo, a brevissimo, su MyVALIUM? Sì, avete indovinato: parleremo di Sakura, in giapponese “fiori di ciliegio”. Per saperne di più, stay tuned su questo blog.

 

Le Frasi

 

“L’inchiostro verde crea giardini, selve, prati,
fogliami dove cantano le lettere,
parole che son alberi.”
(Octavio Paz)

 

“Specchio”, una poesia di Salvatore Quasimodo

 

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.

(da “Acque e terre”, edizioni Solaria, 1930)

 

Il luogo: volare a Keukenhof, nei Paesi Bassi, per il Festival dei Tulipani

 

In ogni piana ove è un giardino di tulipani,
quei tulipani sbocciano dal sangue di un re
(Omar Khayyam)

 

Dove ammirare appieno le rigogliose fioriture della Primavera? Nei Paesi Bassi, per esempio. Fino all’11 Maggio, nel meraviglioso parco botanico di Keukenhof, potrete assistere all’edizione 2025 del Festival dei Tulipani: il Parco si trova nei paraggi di Lisse, una cittadina a sud di Amsterdam dalla quale dista 35 chilometri. Keukenhof, il più grande giardino di fiori a bulbo a livello mondiale, è una meta molto nota agli appassionati di botanica, ma anche ai semplici turisti. Sulla sua superficie di ben 32 ettari, sette milioni di bulbi fanno bella mostra di sè; tra questi, quattro milioni e mezzo sono tulipani, i fiori della cultura nederlandese. I loro colori sono straordinari: il rosso, il viola, il giallo, il rosa, il lilla, il fucsia, il bianco e l’arancio si alternano e mescolano tra loro formando un’incredibile tavolozza cromatica. Accanto ai tulipani spiccano i muscari, i narcisi, i giacinti. I 2500 alberi presenti nel Parco si suddividono in 87 differenti specie, mentre i tulipani esibiscono nientemeno che 100 varietà. Il Parco di Keukenhof, oltre a evidenziare una spettacolare scenografia dove ogni fiore è stato posizionato cura, viene arricchito da elementi caratteristici come un mulino a vento, un lago e svariati canali e fontane zampillanti. E poi, naturalmente, ci sono i padiglioni didattici: il Willem-Alexander è dedicato ai tulipani, gli altri a determinate specie floreali; nel Padiglione Beatrix, per esempio, è presente un’estesa e magnifica collezione di orchidee. In ordine sparso, inoltre, nel Parco sono collocate molteplici sculture e installazioni.

 

 

La nascita del Parco di Keukenhof

Era il 1949 quando il sindaco di Lisse, insieme a un gruppo di perspicaci agricoltori, pensò di organizzare una mostra completamente incentrata sui fiori. Venne allestita “open air”, e riscosse un successo tale da essere ripetuta ogni anno. Le origini del Parco affondano nel 1400, quando era di proprietà della contessa Jacoba Van Beierené. Al suo interno sorgeva il castello di Teylingen, appartenente alla contessa, e la natura era selvaggia e incontaminata. Il territorio veniva sfruttato essenzialmente per soddisfare i bisogni culinari degli abitanti del castello: la riserva di caccia e la grande quantità di erbe aromatiche rifornivano le sue ampie cucine; da qui il nome del Parco, Keukenhof, che in nederlandese ha il significato di “corte della cucina”. L’aspetto del Parco prese le sembianze di quello odierno solo nel 1800, secolo in cui una coppia di facoltosi commercianti di sangue blu, il barone e la baronessa Van Pallandt, tramutarono la tenuta in un maestoso giardino in stile inglese grazie all’opera degli architetti Jan David e Louis Paul Zocher, che “firmarono” anche il verdeggiante Vondelpark di Amsterdam.

 

 

Arriviamo dunque al 1949, anno in cui il sindaco di Lisse e gli agricoltori organizzarono proprio a Keukenhof la grande esposizione di specie floreali tipiche dei Paesi Bassi. L’anno dopo, quando la kermesse fu aperta al pubblico, attirò oltre 200.000 visitatori. Da allora, il cosiddetto Festival dei Tulipani è un appuntamento fisso per migliaia di avventori provenienti da tutto il mondo.

 

 

Il Festival dei Tulipani

Se pensiamo ai tulipani, ci vengono immediatamente in mente i Paesi Bassi. Lì l’arrivo della Primavera coincide con la fioritura del fiore-simbolo del paese: il Parco di Keukenhof è, senza alcun dubbio, il luogo in cui ammirare i tulipani al meglio. Le coloratissime distese di fiori del Parco, le sue fontane, il suggestivo mulino a vento lo rendono una delle più celebri attrazioni nederlandesi. Quest’anno il Festival è iniziato il 20 Marzo e, come vi ho già detto, proseguirà fino all’11 Maggio. La kermesse prevede una serie di eventi collaterali, tra cui una partecipatissima sfilata floreale. In questo periodo, visitare Keukenhof, Amsterdam e gli sconfinati campi di tulipani significa godere a 360 gradi delle meraviglie della Primavera: non dimentichiamo, infatti, che anche Amsterdam “fiorisce” grazie al bulbo nazionale, e i tulipani impreziosiscono molti angoli di strada oltre che le rive dei suoi canali.

 

 

Se state programmando un viaggio per le vacanze pasquali, non potreste pensare a una soluzione migliore: chi ci è già stato, consiglia di visitare Keukenhof dalla seconda metà di Aprile in poi, perchè è il periodo in cui raggiunge il massimo dello splendore. L’importante, dati i molti turisti che decidono di ammirare il Parco, è procurarsi i biglietti con un certo anticipo; per il resto, se vi trovate ad Amsterdam, raggiungerlo è facilissimo: basta salire su un autobus che collega la capitale dei Paesi Bassi a Keukenhof in 25 minuti. Il Parco è aperto ogni giorno dalle 8.00 alle 19.30, con orario continuato. E considerando che dal 30 Marzo tornerà l’ora legale, avremo anche l’opportunità di contemplare il sontuoso giardino floreale dei Paesi Bassi sempre alla luce del giorno.

 

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I vini dealcolati, la nuova frontiera del beverage

 

Siete dei fan del rito dell’aperitivo ma bere alcolici tutte le sere vi ha stancato? Questa è la notizia che fa per voi: dal 18 Dicembre scorso, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha autorizzato ufficialmente la produzione di vino dealcolato, ossia privato (in modo totale o parziale) di alcol. E’ importante sapere che la dealcolazione a cui sono sottoposti i vini consta di un procedimento chimico che non ne intacca in alcun modo il sapore. Il gusto rimane lo stesso, come pure l’aroma. Ciò che viene ridotto è il tenore alcolico: il tasso alcolico dei vini dealcolati deve essere inferiore allo 0,5%, e non deve superare l’8,5% per i vini parzialmente dealcolati.

 

 

Ma quali tipologie di vino possono essere soggette al processo di dealcolazione? Nel decreto si escludono tre categorie, i vini IGT (Indicazione Geografica Tipica), DOC (Denominazione di Origine Controllata), e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Via libera invece ai vini senza Denominazione di Origine e Indicazione Geografica, al vino frizzante e frizzante gassificato, allo spumante, allo spumante aromatico, gassificato e di qualità. Già si parla, comunque, di una futura dealcolazione che interesserà anche i vini che, al momento, non vengono sottoposti a questo procedimento. Il focus sul benessere oggi è sempre più importante, e non poteva non coinvolgere anche il consumo del vino.

 

 

Inizialmente diffusasi negli Stati Uniti, la tendenza dei vini dealcolati ha già incontrato il favore degli italiani. L’Unione Italiana Vini, associazione che riunisce le imprese italiane del vino dal 1895, ha di recente svolto un’indagine per sondare il parere dei nostri connazionali sul vino privato, o parzialmente privato, di alcol: la ricerca ha evidenziato che un italiano su tre si è dichiarato interessato a provarlo.

 

 

Sono trascorsi appena tre mesi dal decreto del Ministero dell’Agricoltura, ma la produzione dei dealcolati ha già preso il via. L’azienda vitivinicola Schenk, sorta nel 1952 a Reggio Emilia, immetterà sul mercato una quantità di bottiglie pari al milione prima della fine del 2026, e anche Mionetto, marchio pioniere del Prosecco, Argea e Italian Wine Brands si dedicheranno alla dealcolazione dei vini, oltre a un gran numero di altre imprese. E’una scelta dettata dall’ attenzione alla salute del consumatore e, al tempo stesso, dalla volontà di superare la fase critica attualmente affrontata dal mercato del vino.

 

Buon Equinozio di Primavera

 

Già riede Primavera

Col suo fiorito aspetto:
Già il grato zeffiretto
Scherza fra l’erbe e i fior.

 

 

Tornan le frondi agli alberi,
L’erbette al prato tornano;
Sol non ritorna a me
La pace del mio cor.

 

 

Febo col puro raggio
Sui monti il gel discioglie,
E quel le verdi spoglie
Veggonsi rivestir.

 

 

L’orride querce annose
Sulle pendici alpine
Già dal ramoso crine
Scuotono il tardo gel

 

 

A gara i campi adornano
Mille fioretti tremuli,
Non vïolati ancor
Da vomere crudel.

 

 

Al caro antico nido
Fin dall’egizie arene
La rondinella viene,
Che ha valicato il mar:

 

 

Che mentre il volo accelera,
                         Non vede il laccio pendere,
                         E va del cacciator l’insidie ad incontrar.

 

 

L’amante pastorella,
Già più serena in fronte,
Corre all’usata fonte
A ricomporsi il crin.

 

 

Escon le gregge ai pascoli;
D’abbandonar s’affrettano
Le arene il pescator,
L’albergo il pellegrin.

 

 

Fin quel nocchier dolente
Che sul paterno lido,
Scherno del flutto infido,
Naufrago ritornò;

 

 

Nel rivederlo placido
Lieto discioglie l’ancora;
E rammentar non sa
L’orror che in lui trovò.

 

 

E tu non curi intanto,
Filli, di darmi aita;
Come la mia ferita
Colpa non sia di te.

 

 

Ma se ritorno libero
Gli antichi lacci a sciogliere,
No, chè non stringerò
Più fra catene il piè.

 

 

Del tuo bel nome amato,
Cinto del verde alloro,
Spesso le corde d’oro
Ho fatto risuonar.

 

 

Or, se mi sei più rigida,
Vo’ che i miei sdegni apprendano
Del fido mio servir
Gli oltraggi a vendicar.

 

 

Ah no; Ben mio, perdona
Questi sdegnosi accenti,
Che sono i miei lamenti
Segni d’un vero amor.

 

 

S’è tuo piacer, gradiscimi;
Se così vuoi, disprezzami:
O pietosa o crudel,
Sei l’alma del mio cor.

(Pietro Metastasio, “Già riede Primavera”. St. John Lucas, “The Oxford book of Italian verse, XIIIth Century — XIXth Century”. Oxford, Clarendon Press, 1910)

 

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