Il close-up della settimana

Guy Bourdin il provocatorio,  il visionario, il geniale. La sua opera, di forte stampo surrealista, lo ha reso uno dei Maestri indiscussi della fotografia del XX secolo. La Fondazione Sozzani si accinge a celebrarlo con due mostre milanesi allestite negli spazi della Galleria Carla Sozzani, a 10 Corso Como: In Between e Untouched, a cura di Shelly Verthime, verranno inaugurate rispettivamente il 9 Settembre e il 14 Ottobre e proporranno una selezione di scatti vintage e più recenti, rigorosamente in bianco e nero, del talentuoso fotografo francese. Si tratta di un focus piuttosto inedito, meno conosciuto rispetto alla produzione di forte impatto cromatico a cui si tende ad associare Guy Bourdin immediatamente. Eppure, il “black and white” rappresenta il leitmotiv di circa la metà delle sue foto destinate al fashion ed evidenzia come, sin dagli esordi, la sua opera sia contraddistinta da una straordinaria sensibilità visiva. Nato a Parigi nel 1928, Bourdin debuttò come fotografo aereo con la French Air Force di Dakar,   dove svolse il servizio di leva.  Al ritorno in Francia, fondamentale si rivelò l’ incontro con Man Ray: l’ artista dadaista divenne il suo mentore e firmò l’ introduzione del catalogo della sua prima mostra fotografica, inaugurata nel 1952 a Parigi. Risale a tre anni dopo l’ inizio della collaborazione di Bourdin con Vogue Paris, sfociata in un sodalizio più che trentennale. Con Vogue il giovane fotografo approdava al mondo della moda, un settore per il quale realizzò servizi e campagne pubblicitarie come quelle – leggendarie – per il brand di calzature Charles Jourdan.  Le immagini graffianti, il glamour che converte gli accenti patinati in elementi surreali, i colori smaglianti, divennero poco a poco il suo signature style. Ogni scatto di Guy Bourdin raccontava una storia, prendeva le distanze dal mero “figurativismo”. Le sue doti da storyteller visivo aprirono la strada a una nuova fotografia di moda e lo resero richiestissimo:  oltre che per Vogue, effettuò photo shoot per Harper’s Bazaar e Maison del calibro di Versace, Issey Miyake, Ungaro, Chanel e Loewe gli affidarono le loro advertising campaign. Irriverente e unconventional, Bourdin non accettò mai il Grand Prix National de la Photographie di cui il Ministero della Cultura Francese lo insignì nel 1985. Oggi, a 26 anni dalla sua morte, viene considerato uno dei fotografi più influenti nella storia della fashion photography e le sue opere sono incluse nelle collezioni di musei come il Victoria & Albert Museum e il Tate Modern di Londra, la Galerie Nationale du Jeu de Paume di Parigi, il National Museum of China di Pechino e il Getty Museum di Los Angeles.

10 Corso Como (photo by justraveling.com)

Le due mostre che la Fondazione Sozzani gli dedica, evidenziano il coté più squisitamente intimo della sua fotografia: giochi di luci ed ombre, un alto tasso di raffinatezza e la forza impattante dell’ immagine sono il fil rouge che le accompagna.

IN BETWEEN (dal 10 Settembre all’ 11 Ottobre) include 20 fotografie di moda perlopiù inedite scattate da Bourdin tra il 1950 e il 1987. I riflettori sono puntati sull’ universo visionario scaturito dalla sua collaborazione con Vogue Francia e sulle tappe salienti di questo excursus, a partire dal photo shoot cult ” Chapeaux choc” pubblicato nel Febbraio 1955 fino alla ricezione dell’ Infinity Award che assegnò a Bourdin l’ ICP di New York.

UNTOUCHED (dal 15 Ottobre al 12 Novembre) mette in mostra 30 foto rare che Bourdin realizzò tra il 1950 e il 1955, periodo chiave per l’ incubazione del suo processo creativo. La curatrice Shelly Verthime racconta di aver rinvenuto i negativi e i provini degli scatti in una scatola Kodak contenuta nell’ archivio del grande fotografo: accuratamente catalogato, il materiale è rimasto inedito per 50 anni e racchiude l’ imprinting artistico di Guy Bourdin prima del suo esordio nella fashion photography. Con la mostra coinciderà la presentazione di un libro che porta lo stesso titolo.

GUY BOURDIN

Due mostre di Shelly Verthime

Dove: Galleria Carla Sozzani, 10 Corso Como – Milano

Quando:

In between (1955-1987) – Dal 10 Settembre al 11 Ottobre 2017 – Inaugurazione: il 9 Settembre 2017 dalle ore 15 alle 20

Untouched (1950-1955) – Dal 15 Ottobre al 12 Novembre 2017 – Inaugurazione: il 14 Ottobre 2017 dalle ore 15 alle 20

Per info e orari: www.galleriacarlasozzani.org

Photo: Guy Bourdin, Vogue Paris 1971
© The Guy Bourdin Estate, 2017
Courtesy of Art + Commerce, 2017

“Non c’è due senza tre”: a colloquio con Eve La Plume, Grace Hall e Jackson Sloan, i presentatori del Summer Jamboree 2017

Eve La Plume e Grace Hall (photo by Davide Bona)

“Non c’è due senza tre”: un proverbio inconfutabile, se pensiamo che il “tre” è un po’ il leitmotiv che lega i conduttori del Summer Jamboree 2017 e la loro attività sul palco. “Tre”, innanzitutto, come il loro numero. All’ acclamato duo formato da Eve La Plume e Jackson Sloan è andata infatti a aggiungersi, per la 18ma edizione del Festival, la spumeggiante Grace Hall. Che i fan della kermesse conoscono bene: sia lei che Eve La Plume sono al loro tris – “non c’è due senza tre”, appunto – come presentatrici dell’ evento che è valso a Senigallia l’ appellativo di “Città del Summer Jamboree”. Eve e Grace, portatrici di un carisma declinato in sfumature diversissime, hanno stregato il pubblico con il loro glamour da Regine del Burlesque. Lunare ed evanescente la prima, pimpante ed esplosiva la seconda, per le madrine del Festival è stata la consacrazione definitiva. Ma “non c’è due senza tre”, dicevamo: e veniamo all’ elemento maschile del terzetto. A Jackson Sloan, effervescente frontman britannico, sono spettati i compiti di galvanizzare il pubblico e fare da trait d’union linguistico con l’ audience internazionale. Innamorato del rhythm’n blues, del rock’n roll, del boogie woogie e del jive, Sloan ha militato in diverse band ed ha riscosso incredibili successi con i suoi tour mondiali. Al Summer Jamboree, è la seconda volta che veste i panni di conduttore: un ruolo che ha confermato le sue doti travolgenti di entertainer. E siccome “non c’è due senza tre”, non possiamo che augurargli un tris sul palco del Festival come è già accaduto alle sue due fascinose colleghe. Ecco l’ intervista che ho realizzato con Eve, Grace e Jackson nel corso di un Summer Jamboree rovente (a cominciare dalle temperature!) ed arrivato alla sua 18ma edizione.

Jackson Sloan (photo by Gianluca Rossetti)

Jackson il “frontman”, Eve e Grace le “Burlesque Queen”. Qual è il collante che unisce il vostro trio e quali sono i vostri rispettivi punti di forza?

GRACE: L’entusiasmo, la voglia di condividere. Il punto di forza di Jackson è l’amore per la vita che trasmette benissimo dal palco. Il punto di forza di Eve è la sua grazia, il suo candore, la sua eleganza…

EVE: Siamo tutti e 3 innamorati del Summer Jamboree, il collante credo sia proprio l’amore per questa bellissima festa. Sono molto contenta che ci sia Grace perché è una presenza femminile grintosa, coinvolgente. Io sono più timida, lei è estroversa e espansiva: questo connubio mi piace! Jackson, invece, è un grandissimo uomo da palcoscenico.

JACKSON: Siamo un team, sappiamo come far fronte agli imprevisti e ci aiutiamo a vicenda. Tra noi c’è divertimento, collaborazione, supporto. Il mio punto di forza? Mi piace lavorare con la gente, far parte di una squadra. E comunicare in modo molto chiaro e semplice, in un inglese senza accenti, con il pubblico internazionale. Eve e Grace portano la bellezza, la luminosità. Io porto l’allegria e incito il pubblico a partecipare allo show.

Eve La Plume e Jackson Sloan (photo by Claudio Paolinelli)

Ognuno di voi ha dei “precedenti” come presentatore del Festival. Quale pensate che sia la vostra marcia in più, rispetto alle scorse edizioni?

EVE: Ogni anno io cerco di fare meglio dell’anno prima. Il primo anno ero veramente spaventata, il secondo meno, questo sta scorrendo abbastanza fluido. Per esempio, sul palco non osavo fare a meno della cartellina perché avevo paura di dimenticare i nomi degli ospiti. Quest’ anno, invece, sono riuscita a “buttarla via” e ti dirò che mi sento più spontanea senza avere sempre il copione davanti!

GRACE: Se nella mia prima edizione avevo l’ansia da prestazione, quest’ anno ho una strana rilassatezza che, a volte, è quella che ti fa commettere delle imprecisioni. Per cui non ti so dire se sto dando il meglio o se sono troppo rilassata.

JACKSON: La mia marcia in più è l’esperienza. Il nostro team, grazie all’ esperienza, diventa ogni anno più forte.

Grace Hall (photo by Salvatore Liotti)

Il vostro stile individuale è inconfondibile. Funziona di più un mix fondato sulle affinità o sulle complementarietà?

GRACE: Io sono per la complementarietà, credo che sia un valore aggiunto. Ognuno di noi ha uno stile inimitabile: è il bello del nostro lavoro.

EVE:  Credo che mettere insieme personalità diverse, caratteri diversi, sia dar risalto all’ unicità…E non la penso così solo perchè dobbiamo parlar bene di noi e del Festival.

JACKSON: Preferisco la complementarietà, le differenze. Eve è come una bella bambola cinese, Grace sembra una diva dei film noir ed io sono lo showman che porta entusiasmo, ama la gente e vuole che la gente ami il Summer Jamboree.

Eve La Plume (photo by Claudio Paolinelli)

Cosa vi lega maggiormente al Summer Jamboree?

EVE: Io ho dei bei ricordi legati al Festival. Sono tantissimi anni che vengo qui, ho cominciato nel 2005. Al Summer Jamboree sono molto grata anche perché mi ha sostenuta in un percorso per me importante: il lancio che ho avuto come Burlesque performer ha dato una svolta decisiva alla mia carriera.

GRACE: Ho tantissimi ricordi degli artisti che ho avuto la possibilità di conoscere qui. Ad esempio, Ben King: quando ha intonato “Stand by me” ero in lacrime, tutto il pubblico era in lacrime…E’ stato sicuramente un momento unico. Per quanto riguarda l’aspetto professionale, invece, sono molto grata al Summer Jamboree perché è stata la primissima occasione in cui ho avuto la possibilità di presentare davanti a un’audience così vasta.

JACKSON: Credo che il Summer Jamboree sia un Festival “di famiglia”, e io mi sento parte di questa meravigliosa famiglia. Mi sento molto amato da Angelo, Marco, Grace, Eve…E da tutto il nostro fantastico staff!

 

Jackson Sloan

 

Se doveste definire il mood con cui quest’ anno affrontate il Festival, come lo descrivereste?

GRACE: Divertimento è forse parola giusta…Entusiasmo!

EVE: Condivido in pieno. Essendo meno tesa rispetto agli anni scorsi, ho anche più voglia di fare amicizia.  Definirei il mio mood “conviviale”…

JACKSON: Il mio mood è la felicità: sono felice e conosco tanta gente di tutto il mondo. Una poesia di Fran Landesman, “Photographs”, a un certo punto recita: “if you ever find my house on fire/Leave the silver, save the photographs”. I momenti speciali sono la cosa più importante.

Eve La Plume (photo by Salvatore Liotti)

Una domanda incentrata sul look è d’obbligo. Che mi raccontate delle vostre “mise”?

EVE: Quest’ anno sono rimasta china per circa 2 mesi su tessuti, passamanerie, rocche e rocchette di filo e ho cucito abiti “importanti”, che avevo in mente da un po’ di tempo. Alcuni sono ispirati agli anni ’50, altri agli anni ’30 e c’è qualche traccia di Belle Epoque, che a me piace tanto.  Anche i colori sono diversissimi tra loro: ho alternato il rosso scuro a nuance tono su tono e polverose come il cipria e l’azzurro slavato.

GRACE: Il mio look si rifà agli anni ’40 e ‘50 e i miei colori “alchemici” sono il nero, il bianco e il rosso. Amo il nero perché mette in risalto la pelle bianca. Ma il bianco può riguardare anche le profilature degli abiti e gli accessori. Adoro accostare borse, occhiali e cappellini eccentrici a vestiti non troppo “barocchi”!

JACKSON: Amo lo stile anni ‘40 e ’50. Mi piace indossare dei bei pantaloni, una t-shirt, un completo e avere un’immagine nitida e essenziale, ma non dò un’importanza eccessiva al look.

Grace Hall (photo by Guido Calamosca)

A vostro parere, quali motivi contribuiscono a mantenere il Summer Jamboree al top dopo quasi 20 anni dall’ esordio?

GRACE: Credo che dietro tutta questa festa si nasconda il lavoro di un’equipe meravigliosa. L’organizzazione è davvero incredibile! Si lavora sodo pur mantenendo una facciata di puro divertimento: un binomio vincente.

EVE: Concordo con Grace e aggiungo che gli organizzatori fondatori, Angelo e Alessandro (Di Liberto e Piccinini, ndr), hanno mantenuto lo spirito fanciullesco di due ragazzi che organizzano una festa per il loro piacere anche oggi che la festa è diventata enorme. Questo spirito viene trasmesso a tutto lo staff: non assistiamo mai a litigi, a scene di tensione…Lo scopo degli organizzatori è fare le cose in tutta serenità, divertendosi, con la stessa gioia e lo stesso amore che hanno dato vita al Festival.

GRACE: Dovremmo mantenere tutti la nostra componente fanciullesca. Quando l’entusiasmo va a scemare, si entra in un meccanismo vizioso che non porta da nessuna parte.  “Qualcuno” molto più autorevole di me ha detto: “l’amor che move il sol e l’altre stelle”…

JACKSON: Il motivo principale penso sia l’organizzazione. Angelo (Di Liberto, ndr) crede nella musica, nel Festival, nel concetto di accoglienza. E poi, c’è questa città splendida: quando hai il mare hai energia, che qui si coniuga anche con una bella architettura. Tra me e Senigallia è stato amore a prima vista, l’amerò per sempre. Infine, il Festival sta crescendo: quest’ anno il gospel ha emozionato il pubblico fino alle lacrime e molti concerti si sono tenuti in piazza Garibaldi, restaurata di recente…E’ come aggiungere ogni volta un colore in più a questa magnifica tela.

Eve La Plume (photo by Guido Calamosca)

Festival a parte, in che direzione vanno le vostre carriere?

GRACE: Io non sto mai ferma e devo mettermi in gioco su tanti aspetti, sono così da sempre. Quindi ho iniziato un’avventura da regista con un documentario (“Burlesque Extravaganza”) sul mondo del Burlesque,  che ho diretto e prodotto: un’ impresa titanica, tre anni di lavoro che ho presentato l’ 8 Maggio a Roma. Nel frattempo ho aperto una società di produzione cinematografica, la ZED Film, e ho attivato il mio primo progetto sotto forma di film vero e proprio. Poi continuo ad insegnare Burlesque nella mia scuola, Il Tempio del Burlesque, un’altra cosa a cui tengo moltissimo perché ho scoperto che il Burlesque, inteso come disciplina, può essere una terapia che permette a molte donne di entrare in connessione con il proprio corpo. Intanto, recito e curo la direzione artistica degli spettacoli che porto in tour. A Ottobre tornerò a Los Angeles, dove ho dei progetti come attrice.

EVE: Io ho avuto un bell’ anno in cui ho fatto delle cose interessanti. Ho aperto la sfilata di Luisa Beccaria e Tiffany & Co. alla settimana della moda di Milano e per me è stato un sogno che si è realizzato: una location allestita come una fiaba, un giardino fatiscente ricostruito in un meraviglioso salone antico…E’ qualcosa di cui vado orgogliosa. Al Carnevale di Venezia ho preparato uno show lavorando sul nuovo soggetto del Ballo del Doge e ho portato in scena “Ultimo Spettacolo” nei teatri d’ Italia. Tra i progetti che non c’entrano con il lavoro, ce n’è uno che riguarda il mio inglese: partirò per Malta per un mese e mezzo di full immersion linguistica.

JACKSON: Il Summer Jamboree mi ha aperto molte porte: arrivano promoters dalla Svizzera, dalla Germania, dall’ America. Sono stato già stato al Viva Las Vegas Festival perché qualcuno mi ha notato qui. Tornerò a Las Vegas l’anno prossimo, ma andrò anche in Sudamerica e girerò l’Europa. In moltissimi mi hanno visto per la prima volta al Festival: sono piaciuto sia come musicista che come persona.

Jackson Sloan

 

Eve La Plume (Photo by Claudio Paolinelli)

 

Grace Hall (photo by Turi Avola)

 

Photo: courtesy of Summer Jamboree Press Office, Eve La Plume, Grace Hall, Jackson Sloan