Immobile la piccola barca resta
indelebile tra la riva e la roccia arcana
nel mare solido della memoria
porta il mio cuore estatico
in perpetuo ritorno…
(Contessa Pinina Garavaglia,
da “Per Sempre Giovani”)
Il blog di Silvia Ragni
Il caldo ha raggiunto il suo apice: questa settimana, con Caronte, le temperature si eleveranno fino a raggiungere picchi di oltre 40 gradi. E non basta: in alcune zone d’Italia sfioreranno persino i 50! Il calore è da record, mercoledì il bollino rosso coinvolgerà ben 23 città. Mettere in atto un piano per proteggersi dall’anticiclone è d’obbligo, se vogliamo uscire indenni dalle sue fiammate infernali. Per iniziare al meglio la giornata, ad esempio, urge pensare a una colazione ideale. Che con le temperature roventi necessita di accorgimenti specifici: la regola numero uno, valida 365 giorni all’ anno ma ancor più ora, è che del breakfast non bisogna mai fare a meno. Rappresenta un pasto fondamentale, soprattutto quando il clima è torrido. Reidrata l’organismo dopo notti “sudatissime” a causa del caldo tropicale e fornisce l’energia necessaria per affrontare una nuova giornata. La colazione estiva, quindi, dovrebbe includere un buon numero di liquidi ed essere rigorosamente fresca e digeribile. Esistono alimenti che soddisfano entrambi i requisiti, e oltre a risultare golosi forniscono un’adeguata “schermatura” contro l’afa: ve li elenco qui di seguito, raccomandandovi di inserirli nel primo pasto della vostra giornata.
La frutta di stagione
Consumatela in abbondanza: è ricca di sali minerali, vitamine, antiossidanti, fibre e acqua, quindi si rivela ottima per idratare il corpo e reintrodurre i minerali persi con la sudorazione. Possiamo gustarla in svariate versioni, addentandola così com’è o sotto forma di frullato, spremuta, macedonia, bocconcini da inserire nello yogurt e nel latte e cereali…La frutta, in particolar modo d’estate, è un alimento rinfrescante e iper salutare.
I cereali integrali
Contengono una grande quantità di fibre e vitamine, per cui sono digeribilissimi e al tempo stesso nutrienti: saziano senza appesantire. Il loro consumo è benefico ad ampio spettro; regolarizzano i livelli di colesterolo e trigliceridi, proteggono dal diabete, dall’ipertensione e dalle malattie cardiovascolari. Le fibre che contengono in abbondanza, inoltre, sono portentose per l’apparato digerente.
Il latte
Il latte è super dissetante: è un concentrato di acqua, sali minerali, vitamine, proteine, zuccheri e calcio, che funge da potente antiacido e risulta un ottimo antidoto contro il reflusso gastroesofageo. Bevete il latte fresco e dolcificatelo con del miele, svolgerà un’azione antiossidante e antibatterica molto benefica per l’ apparato digerente. Accompagnatelo preferibilmente a dolci da forno come i biscotti e le brioches.
Lo yogurt
In estate è semplicemente perfetto: nutriente, rinfrescante, saziante, può essere gustato con pezzetti di frutta di stagione, frutta secca grattugiata, un po’ di miele oppure insieme ai cereali. E’ un ottimo nutriente, ricco di calcio benefico per le ossa e di vitamina B12, magnesio, acidi grassi insaturi (i cosiddetti “grassi buoni”). I suoi fermenti lattici assicurano i benessere dell’ intestino, e le proteine di cui è ricco accelerano il metabolismo. Può essere considerato, dunque, un alleato ideale delle diete dimagranti ed è assai digeribile.
Il frullato
Frullati, smoothie, frappè e centrifugati sono contraddistinti da notevoli differenze ma hanno un denominatore comune: sfruttano i benefici della frutta di stagione. Coloratissimi e dall’aspetto invitante, risultano un’autentica meraviglia per gli occhi. Il frullato, in particolare, si avvale di una mescolanza di frutta allungata con acqua, latte o yogurt.
E il caffè?
C’è chi consiglia di berlo all’americana, allungato con molta acqua, ma il caffè, in estate, si declina in molteplici versioni: per combattere il caldo, ad esempio, esistono la granita al caffè, la crema fredda al caffè (detta anche “caffè del nonno”), il frullato al caffè accompagnato dalla banana. Un’opzione molto salutare prevede invece di berlo mescolandolo al latte freddo, con l’ aggiunta di ghiaccio a proprio piacimento.
” La marea gialla – essenza di un mese bellissimo – veniva versata nella macina e usciva dal becco di sotto per essere travasata nei recipienti di terracotta, fatta fermentare e racchiusa nelle bottiglie lavate per l’occasione. Poi veniva sistemata in file ordinate, dorate, negli scaffali bui della cantina. Vino di dente di leone. Parole che significavano estate. Il vino era l’estate catturata e messa in bottiglia. E adesso che Douglas sapeva di essere veramente vivo, e si muoveva fra le cose del mondo per vederle e toccarle tutte, pareva appropriato che un po’ di quella nuova coscienza, di quel giorno di vendemmia così speciale venisse conservato e tappato in cantina, per essere aperto magari in gennaio, durante una nevicata, quando il sole fosse dimenticato da settimane oppure mesi, e il miracolo della coscienza avesse bisogno di una rinfrescatina. Dato che quella sarebbe stata un’estate di inattese meraviglie, Douglas voleva conservarne e imbottigliarne il più possibile, in modo che gli bastasse scendere nel buio della cantina, in punta di piedi, e allungare la mano. E là, fila su fila, col delicato splendore dei fiori che sbocciano di primo mattino, con la luce di giugno che brilla sotto uno strato di polvere, avrebbe ritrovato il vino del dente di leone. Guardalo attraverso quel vino il giorno di inverno e la neve si scioglierà sull’erba e gli alberi saranno ripopolati di uccelli, e foglie e fiori si apriranno di nuovo come un continente di farfalle che volano nel vento. Guardaci attraverso e il cielo, da plumbeo, diventerà azzurro. Tieni l’estate in una mano, versala in un bicchiere (…); cambia stagione, nelle tue vene, portandoti un bicchiere alle labbra e mandando giù un sorso di estate. “
Ray Bradbury, da “L’estate incantata”
” In ogni rapporto umano, la cosa più importante è parlare. Ma le persone non lo fanno più: non sanno più sedersi per raccontare e ascoltare gli altri. Si va a teatro, al cinema, si guarda la televisione, si ascolta la radio, si leggono libri, ma non si conversa quasi mai. Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo tornare al tempo in cui i guerrieri si riunivano intorno a un falò e raccontavano le loro storie. “
(Paulo Coelho, da “Lo Zahir”)
“Si deve essere leggeri come l’uccello che vola, e non come la piuma.”
(Paul Valéry)
Dato il grande successo che ha ottenuto la photostory “Freedom”, pubblicata su VALIUM nel 2021 (clicca qui per riguardarla), ho deciso di fare il bis: un racconto per immagini della libertà che si associa all’estate e a un mood Hippie aggiornato al 2023. I tempi cambiano, l’era del “peace and love” e di leggendari raduni rock come Woodstock è ormai lontana, ma la voglia di appassionarsi rimane intatta. E anche un festival come Umbria Jazz, di cui quest’ anno si festeggia il 50esimo, ha avuto il potere di calare Perugia in un’atmosfera frizzante, cosmopolita e gioiosa dove il jazz risuona in ogni angolo da mattina a sera. Lo spirito ha molto in comune con quello di mezzo secolo fa: un’ode alla libertà e alla condivisione, riunirsi per celebrare una musica che coniuga il suo background storico con un ritmo incalzante e travolgenti improvvisazioni.
Afa di luglio. Il canto che non varia
delle cicale; il ciel tutto turchino;
intorno a me, nel gran prato supino,
due fili d’erba immobili nell’aria.
Un sopor dolce, una straordinaria
calma m’allenta i muscoli. Persino
dimentico di vivere. Mi chino
coi labbri ad una bocca immaginaria…
E sento come divenute enormi
le membra. Nel torpore che lo lega,
mi pare che il mio corpo si trasformi.
Forse in macigno. Rido. Poi mi butto
bocconi. Nell’immensa afa s’annega
con me la mia miseria, il mondo, tutto.
Camillo Sbarbaro
(dalla raccolta “Resine”, Caimo, Genova 1911)
Luglio è anche uguale a caldo torrido, bollore, afa. L’aria si fa densa, sembra quasi galleggiare nell’atmosfera. Niente si muove, non tira un alito di vento. Cerchiamo refrigerio senza trovarlo, neppure nella natura. Anzi: il meteo di oggi prevede 40 gradi all’ombra, provate a immaginare quali temperature avremo sotto il sole. Il caldo smisurato è sempre annientante. Non è benefico per la salute, toglie le forze, impigrisce. E soprattutto ci toglie il piacere di godere dell’aria aperta, uno dei vantaggi più osannati dell’estate. Accantonando le escursioni ad alta quota o le ore trascorse a mollo in piscina o in riva al mare, l’unica ancora di salvezza che ci rimane è ricorrere al benessere artificiale: aria condizionata più o meno a palla per mantenerci tonici, pimpanti, immuni dagli effetti deleteri dell’afa. Ci ritroviamo così a rincorrere le oasi del fresco su misura proprio nella stagione in cui la natura trionfa e la sensorialità raggiunge il suo apice…Ma non abbiamo altra scelta. L’importante è continuare ad apprezzare le meraviglie che il nostro pianeta ci regala e l’autenticità della sua bellezza. Dando il nostro contributo, naturalmente, affinchè i cambiamenti climatici non continuino ad alterare il flusso e le peculiarità delle stagioni.
Gli aromi floreali dell’estate: inebrianti, travolgenti, un inno alla vita e alla meraviglia della natura. I fiori effondono profumi talmente ammalianti da tramutarsi negli ingredienti di punta di fragranze irresistibili, ma non solo. Dai loro estratti si ricava un’ampia gamma di cosmetici, dalle creme alle lozioni, dagli oli alle emulsioni e via dicendo. Grazie ai fiori e alle loro proprietà, possiamo garantire il benessere della pelle e dei capelli con effetti positivi anche sulla nostra psiche. Secondo l’aromaterapia, infatti, gli oli essenziali sono un toccasana per l’intero orgamismo: apportano benefici alla mente e al corpo senza distinzione. Scopriamo subito quali sono i fiori che, in estate, contribuiscono a riportare armonia nella nostra vita.
Il fiore di tiglio
Ha un profumo intensissimo, ipnotico e gioioso, che può essere “captato” anche a lunga distanza. La pianta del tiglio, in effetti, viene da sempre considerata una delle più profumate. L’olio essenziale di fiore di tiglio, a livello aromaterapico, svolge un’ efficace azione rilassante. Dalle foglie e dai fiori si ricava un estratto ricco di virtù antinfiammatorie, antiossidanti, sedative e astringenti. Il fiore abbonda di flavonoidi, in particolare di quercetina, e di glicosidi: possiede quindi delle spiccate proprietà antiossidanti e combatte la ritenzione idrica anche grazie alla presenza dei tannini. I cosmetici a base di fiore di tiglio si rivelano ottimi per rigenerare e tonificare la pelle, ma altresì per sconfiggere qualsiasi tipo di gonfiore.
La lavanda
Ha un profumo inconfondibile, speciale come le enormi distese viola a cui dà origine dopo la fioritura. Nell’antica Roma era impiegata per detergere, igienizzare e profumare oggetti e ambienti, oggi è l’ingrediente base di un gran numero di fragranze e viene utilizzata nei cosmetici dedicati alla cura della pelle: il suo fiore possiede virtù antisettiche e antibatteriche, ma al tempo stesso leviga, idrata e rigenera l’epidermide. Si usa in particolar modo per le pelli sensibili, sotto forma di creme e detergenti, poichè attenua le infiammazioni e rende la cute compatta, spianando le rughe di espressione.
I fiori d’arancio
Il loro profumo viene definito “mieloso”, radioso e molto simile a quello del gelsomino. Non a caso, sono utilizzatissimi per la creazione di fragranze e acque floreali. Dai fiori d’ arancio si ricavano un olio essenziale e un idrolato molto pregiati, ma anche svariati prodotti finalizzati alla detersione e alla cura della pelle del viso e del corpo. L’acqua di fiori d’arancio ha la capacità di rigenerare, lenire la cute e di idratarla in modo ideale; l’idroterapia, dal canto suo, si avvale dei fiori d’arancio per conseguire un effetto rilassante e di benessere estremo.
Il gelsomino
Inebriante, seducente, ma potentemente floreale: il profumo del gelsomino è decisamente unico. Al suo magnetismo è associata un’affascinante leggenda che racconta sia nato dalle stelle cadute sulla terra. Inoltre, il gelsomino sprigiona la sua potente scia olfattiva con il buio e viene quindi affiancato alla Luna e a Venere, due astri legati alla notte e al femminile. L’essenza e l’olio di gelsomino, pregiatissimi, si ottengono con un complesso procedimento di lavorazione. Dal momento che di notte il fiore raggiunge l’apice del suo profumo, è tassativo innanzitutto raccoglierlo all’alba…I benefici apportati dal gelsomino sono innumerevoli: idrata la pelle e al tempo stesso tiene a bada il sebo, è ricco di antiossidanti e contribuisce alla rigenerazione dell’ epidermide. L’estratto del fiore è anche noto per le sue proprietà afrodisiache; il gelsomino è in grado di donare un benessere puro che coinvolge la sfera dei cinque sensi.
La camomilla
Ha un profumo delicato che ricorda quello della mela renetta; non sorprende che in spagnolo il suo nome sia “manzanilla” (da “manzana”, ovvero “mela”). Si usa sotto forma di estratto e olio di camomilla, che hanno la proprietà di alleviare le infiammazioni della pelle oltre che di mantenerla morbida e ben levigata. L’olio di camomilla risulta ottimo utilizzato come doposole, per decongestionare l’epidermide: possiede proprietà emollienti, antinfiammatorie e lenitive. Sono ben note, poi, le virtù digestive e rilassanti di questo fiore. Basti pensare che la tisana alla camomilla rimane uno dei rimedi più diffusi per favorire il sonno.
La rosa
Chi non conosce il profumo superbo, opulento della “regina dei fiori”? Oggi le fragranze tendono ad avvalersi della rosa damascena, che emana una scia olfattiva raffinata, dolcissima e super femminile. Per la cura della pelle, la rosa è essenziale. Si usa prevalentemente sotto forma di olio, crema, acqua di rosa, e vanta un numero incalcolabile di proprietà: la rosa abbonda di vitamina C (un potente antiossidante naturale), ha un ruolo di spicco nel rafforzamento dei vasi sanguigni, possiede delle straordinarie virtù idratanti. L’ olio di rosa, nello specifico, è un prodotto che apporta benefici a svariati tipi di pelle. Ricco di minerali, vitamine e antiossidanti, le sue virtù emollienti risultano ottime per la cute secca o di persone in età avanzata, mentre l’effetto astringente e antinfiammatorio che esercita lo rendono perfetto per le pelli acneiche e arrossate. In aromaterapia, l’olio di rosa è un efficace anti-stress e promuove uno stato d’animo sereno e rilassato.
Foto via Pexels
” Quando Neil Armstrong sbarcò sulla superficie lunare, undici anni orsono, l’annunciatore televisivo esclamò emozionato: “Per la prima volta nella storia, l’uomo ha messo il piede sulla Luna.” Un bambino che si trovava con noi, e che aveva seguito con ansia i dettagli dello sbarco, gridò sorpreso: “Ma è la prima volta? Che stupidaggine!” Il suo disincanto era comprensibile. Per un bambino del suo tempo, abituato a vagare ogni sera nello spazio siderale della televisione, la notizia del primo uomo sulla Luna era come un ritorno all’ età della pietra. Anch’io rimasi con una sensazione di sconforto, ma per motivi più semplici. Stavamo passando l’estate nell’isola di Pantelleria, all’estremo sud della Sicilia, e non credo che esista al mondo un luogo più consono per pensare alla Luna. Ricordo come in un sogno le pianure interminabili di roccia vulcanica, il mare immobile, la casa dipinta a calce fin negli scalini, dalle cui finestre si vedevano nelle notti senza vento i fasci luminosi dei fari dell’ Africa. Esplorando i fondali addormentati intorno all’isola, avevamo scoperto una fila di siluri gialli lì incagliati dall’ ultima guerra; avevamo recuperato un’anfora con ghirlande pietrificate che dentro aveva ancora i residui di un vino immemore corroso dagli anni, e avevamo fatto il bagno in una gora fumante le cui acque erano così dense che si poteva quasi camminarvi sopra. Io pensavo con una certa nostalgia premonitrice che così doveva essere la Luna. Ma lo sbarco di Armstrong aumentò il mio orgoglio patriottico: Pantelleria era meglio. Per noi che perdiamo tempo pensando a queste cose, ci sono a partire da allora due Lune. La Luna astronomica, con la maiuscola, il cui valore scientifico dev’essere grandissimo, ma che manca completamente di valore poetico. L’altra è la Luna di sempre che vediamo sospesa nel cielo; la Luna unica dei licantropi e dei boleros, e che – per fortuna – nessuno raggiungerà mai. “
Gabriel Garcìa Màrquez, da ” Taccuino di cinque anni” (Mondadori)
lei pettina i suoi capelli d’oro.
Li pettina con un pettine d’oro
e nel far ciò intona un canto:
esso ha una meravigliosa,
potente melodia
(Heinrich Heine)
In estate, è il colore più luminoso: cattura i raggi del sole come nessuno, li riflette, sprigiona un alone di lucentezza. Ebbene sì, il biondo non passerà mai di moda. Tantomeno ora, quando si accinge a uscire sul grande schermo il film che la regista Greta Gerwing ha dedicato a Barbie; la più famosa bionda tra le bambole sarà interpretata da Margot Robbie, l’indimenticata Harley Quinn del blockbuster “Suicide Squad” (2016). La chioma dell’icona Mattel , di un biondo eterogeneo e uniforme, è sempre stata un emblema di seduzione, glamour e femminilità. Oggi, tecniche di colorazione come le mèches, lo shatush, il balayage, l’ombré e il degradé permettono di creare sfumature, giochi tridimensionali e chiaroscuri per movimentare la capigliatura. Il “biondo Barbie” rimane quindi un prototipo, una tonalità più che altro simbolica. Eppure, udite udite, il biondo must di stagione è proprio il cosiddetto Barbie Blonde. Vale a dire il biondo caldo, dorato e super omogeneo sfoggiato da Barbie. Le celebrity statunitensi lo hanno già adottato ampiamente, riempendo Instagram di scatti che li ritraggono con la loro nuova tinta di capelli. Ma Barbie Blonde a parte, quali sono le gradazioni di biondo predominanti di questa estate 2023? Le tendenze sono molteplici, tutte all’ insegna della luminosità. Due i filoni principali: l’effetto naturale e quello marcatamente fascinoso, in stile diva d’antan. Del primo fanno parte i biondi caldi, dorati, “sabbiosi”; sono chic e sofisticati, simili a dei colpi di sole. Tra essi figurano il biondo lino, il biondo beige, il biondo caramello, il biondo miele. Spesso la radice dei capelli rimane volutamente scura, per non creare un eccessivo stacco cromatico con il resto della chioma. Il secondo gruppo, il biondo “da diva”, comprende tonalità decise e molto, molto chiare. Si tratta di nuance che virano al freddo e rimandano (in un gran numero di declinazioni) al tipico biondo scandinavo: il biondo neve, il platino, il biondo burro, il biondo vaniglia, il biondo cenere e il biondo perla si ottengono, non a caso, grazie alla decolorazione. “Barbie”, in Italia, verrà distribuito in tutti i cinema a partire dal 20 Luglio. Nel frattempo, avete già deciso quale biondo scegliere?
La palma da cocco (nome botanico Cocos Nucifera, appartenente alla famiglia delle Arecacee) la conosciamo tutti: è l’emblema dei Tropici per antonomasia. Ha un fusto slanciato che può sfiorare i 40 metri di altezza, foglie paripennate lunghe fino a 5 metri e proviene dalle zone torride del sud-est asiatico; originaria dell’Indonesia, si è poi diffusa in India, nelle Filippine e in tutto l’Oceano Indiano. Successivamente la sua coltivazione si è estesa anche all’ Africa e al Sudamerica, più che altro nelle aree equatoriali. Il frutto, una grande drupa chiamata noce di cocco, è di forma ovale e pesa circa 1,5 kg. La drupa è composta da un esocarpo esterno liscio, da un mesocarpo intermedio di consistenza fibrosa e da un endocarpo solido e legnoso. Internamente, la drupa vanta una polpa bianca edibile che racchiude acqua di cocco nella sua cavità: il suo sapore è dolce, rinfrescante, le sue virtù sono innumerevoli. In ambito alimentare, dalla polpa vengono ricavati il latte, l’olio e la farina di cocco; dall’acqua di cocco, il liquido opalescente incluso nella noce, si estrae una bevanda che dopo la fermentazione origina il “vino di palma”, diffusissimo sin dai tempi degli Antichi Egizi. Essiccando e frullando la polpa di cocco prima di mescolarla con acqua, si ottiene il latte di cocco: pare che in diversi luoghi fosse utilizzato per nutrire i neonati in alternativa al latte materno. L’olio di cocco è particolarmente indicato per i prodotti di bellezza, poichè abbonda di antiossidanti. Nello specifico, nutre, reidrata e lucida i capelli. Il cocco fu scoperto dagli europei nel 1498: quando l’esploratore portoghese Vasco Da Gama inaugurò la rotta marittima per le Indie, il suo equipaggio notò un frutto locale molto simile alla testa del Coco, un mitologico mostro ispanico. Di conseguenza, il frutto fu battezzato “coco” (“testa” in portoghese) per tale somiglianza.
Il soprannome più comune del cocco è “re dei vegetali”: perchè non esiste una parte del frutto che non sia utilizzabile, ma anche perchè, essendo una vera e propria miniera di grassi e proteine, ha ricoperto un ruolo nutrizionale fondamentale per moltissimi popoli dei paesi tropicali. Il cocco, infatti, è un alimento super nutriente: un etto del frutto contiene nientemeno che 360 calorie. Se state seguendo una dieta dimagrante, temo di dovervelo sconsigliare. Ma vi assicuro che, controindicazioni a parte, il cocco è un bomba di energia. Essendo molto ricco di potassio, in estate reintegra i sali minerali che perdiamo con la sudorazione. Nella polpa si concentrano i grassi e le calorie, abbondanti, così come un discreto numero di proteine e carboidrati. L’acqua di cocco contiene minerali quali il fosforo, il magnesio e il potassio, ma la noce tropicale abbonda anche di manganese: un toccasana per mantenere sani denti e ossa, potenziare il sistema immunitario e metabolizzare le proteine, il colesterolo e i carboidrati. Altri componenti del frutto sono le proteine e le vitamine, soprattutto quelle del gruppo B; le quantità di carboidrati risultano esigue al contrario degli aminoacidi, delle fibre e dei grassi “buoni” contenuti nel frutto, che permettono di mantenere la glicemia sotto controllo. I benefici della noce di cocco, oltre a quelli già citati, includono un’efficace azione contro le patologie urinarie e la stipsi. In più, il cocco combatte l’astenia ed è un ottimo energizzante del sistema nervoso.
Ciò avviene perchè la maggior parte dei grassi di cui è ricco il frutto è rappresentata dai trigliceridi a media catena, che l’organismo converte rapidamente in produttori di energia. Il rame e il ferro contenuti nel cocco favoriscono la formazione dei globuli rossi, mentre il selenio, con la sua azione antiossidante, contrasta l’invecchiamento cellulare.
Come gustare il cocco a colazione? Innanzitutto, grazie alle sue virtù dissetanti, può essere bevuto sotto forma di acqua o latte. La polpa del frutto, di solito, viene mangiata cruda o tagliata a pezzetti; la si può grattugiare e cuocere al forno: regalerà un sapore delizioso a torte, biscotti e dolcetti (pensate ai caratteristici pasticcini sferici ricoperti di noce di cocco grattugiata). Il cocco grattugiato e cotto al forno dona un gusto inedito sia al pane che ai muffin e ai biscotti. La farina di cocco può sostituire quella di grano ed è perfetta per chi è allergico al glutine, poichè non contiene questa sostanza.
Concludo con qualche curiosità. Proveniente dall’ Indonesia, la palma da cocco fu diffusa in Africa e nel Centro e Sud America dagli esploratori spagnoli e portoghesi. In tempi remotissimi la forma del frutto, così simile a un cranio, diede origine a svariate leggende sulla sacralità del cocco: lo si utilizzava per un gran numero di rituali simbolici, lo si offriva in sacrificio agli dei. Il “re dei vegetali” veniva considerato di buon auspicio in molte culture. In India lo si gustava (e si gusta tuttora) nelle occasioni speciali, e si pensava che regalarlo a una coppia di sposi il giorno delle nozze avesse propiziato loro tanta fortuna e felicità.
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