La Chunga

 

“E’ una donna snella e senza età, dall’ espressione dura, la pelle liscia e tesa, ossa robuste e modi energici, che guarda la gente dritto negli occhi. Ha i capelli sciolti e scuri, tenuti a posto da un nastro; una bocca fredda, dalle labbra sottili, che parla poco e sorride raramente. (…) A volte è scalza e a volte porta sandali senza tacco. E’ una donna efficiente; amministra il locale con pugno di ferro e sa farsi rispettare. Il suo fisico, la sua severità, la sua laconicità mettono soggezione; è raro che gli ubriachi cerchino di passare la misura con lei. Non accetta confidenze nè galanterie; non le si conoscono fidanzati, amanti, nè amicizie. (…) Nella memoria dei piurani che frequentano il posto, lei sta, sempre seria e immobile, dietro il bancone. Va, qualche volta, al Variedades o al Municipal a vedere un film? Qualche sera di riposo, passeggia per la Plaza de Armas? Va al Malecòn Eguiguren o al Viejo Puente a bagnarsi nelle acque del fiume – se ha piovuto sulla Cordillera – all’inizio di ogni estate? Assiste alla sfilata militare, nelle Fiestas Patrias, fra la moltitudine assiepata ai piedi del monumento a Grau? Non è donna a cui si possa strappare una conversazione; risponde a monosillabi o con cenni del capo e se la domanda è una spiritosaggine la sua risposta è di solito sgarbata o tira subito in ballo la madre dell’ incauto interlocutore. “La Chunguita, – dicono i piurani, – non si fa mettere i piedi sulla testa da nessuno”. Gli inconquistabili – giocano a dadi, brindano e scherzano al tavolo che sta, esattamente, sotto la lampada al cherosene appesa a una trave e intorno alla quale svolazzano gli insetti – lo sanno molto bene. Sono vecchi clienti, dall’epoca in cui il bar era di un certo Doroteo, con cui la Chunga, prima, si associò e che, poi, buttò fuori (i pettegolezzi locali dicono che lo fece a bottigliate). Ma, nonostante che vengano qui due o tre volte alla settimana, neppure gli inconquistabili potrebbero dirsi amici della Chunga. Conoscenti e clienti, niente più. Chi, a Piura, potrebbe vantarsi di conoscere la sua intimità? (…) La Chunga non ha amici. E’ un essere selvatico e solitario, come uno di quei cactus dell’arenile piurano.”

Mario Vargas Llosa, da “La Chunga” (traduzione di Ernesto Franco, Giulio Einaudi editore)