La Costellazione del Leone: mitologia, astronomia e astrologia fuse in un magico connubio

 

Ieri abbiamo parlato di come il termine Solleone stia ad indicare il passaggio del Sole nella Costellazione del Leone. Ma quali sono le carattetistiche di questo segno zodiacale? Il Leone, è risaputo, è il Re dello Zodiaco: ama sfoggiare la propria maestosità, il proprio sfarzo, non si sente secondo a nessuno. Ha un carattere forte, un’elevata autostima, un sano orgoglio. Detesta passare inosservato, ma non adotta mai un atteggiamento prevaricatore nei confronti degli altri. E’ generoso, adora donare e ricevere emozioni ed esprimere i suoi sentimenti platealmente. Non è difficile immaginarlo mentre sfoggia una simbolica corona. Che cosa sappiamo, invece, della Costellazione del Leone? In questi giorni, innanzitutto, sta tramontando sempre più precocemente: un segnale inequivocabile dell’avvicinarsi graduale dell’Autunno. Leo, il nome latino del raggruppamento stellare, è collocato nell’emisfero Nord, lungo l’eclittica, e si inserisce tra la Costellazione del Cancro e quella della Vergine. La struttura che lo contraddistingue è trapezoidale; uno dei suoi vertici, quello posizionato a Sud-Ovest, è costituito da Regolo o alfa Leonis, la stella più brillante dell’intera Costellazione.

 

 

Regolo, di un colore azzurrognolo, ha una magnitudine 1,40 e dista dalla Terra 77 anni luce. La classifica delle stelle più luminose del firmamento la vede al ventunesimo posto. In realtà, Regolo è un sistema stellare composto da due coppie di stelle, ed è talmente prossimo all’Equatore Celeste da risultare visibile in ogni angolo della Terra. Grazie alla sua tonalità e al suo splendore, alfa Leonis si distingue con facilità nel cielo serale. Insieme a un gruppo di stelle appartenenti alla Costellazione del Leone, dà vita a un asterismo conosciuto come Falce o Falce Leonina; il nome rimanda alla sua forma, evidenziata da un’intensa luminosità. Se Regolo (o alfa Leonis) si identifica con il vertice collocato a Sud-Ovest, Denebola rappresenta il vertice Sud-Est della Costellazione del Leone. Questa stella, che compone la coda del Leone, si trova a “soli” 36 anni luce di distanza dalla Terra. La sua luce di un bianco abbagliante la dota di una brillantezza straordinaria, superiore ben 17 volte a quella del Sole.

 

Regolo

Tuttavia, essendo una variabile Delta Scuti, Denebola presenta fluttuazioni nella luminosità dovute a pulsazioni (radiali o non radiali) sulla sua superficie. Alcuni studi hanno dimostrato come Denebola faccia parte di un ammasso stellare che comprende, tra l’altro, Alfa Pictoris, Beta Canis Minoris e IC 2391, un ammasso aperto: un insieme di stelle, cioè, originate da una gigantesca nube molecolare. Ma la Costellazione del Leone non è composta di soli astri. Sono numerose, infatti, anche le galassie che ospita. M65, M66 e NGC3628 sono galassie a spirale che compongono il Tripletto del Leone, (conosciuto anche come Gruppo di M66), distante dalla Terra 35 milioni di anni luce. NGC 2903, la galassia che più risplende rispetto a tutta la Costellazione, è una galassia a spirale barrata. NGC3607 è invece una galassia ellittica di grandi dimensioni.

 

 

La Costellazione del Leone comprende, inoltre, un buon numero di pianeti. Due di essi, gioviani, orbitano attorno alla stella HD102272, mentre un pianeta dalla massa che ricorda quella di Nettuno compie la sua orbita intorno a Gliese436, una nanna rossa (cioè una stella piccola e fredda di tipo spettrale) che dista 33 anni luce dal Sole.

 

 

Come ogni Costellazione, anche quella del Leone si intreccia a doppio filo con la mitologia. Conosciuta sin dall’epoca dei Babilonesi in quanto coincideva con il Solstizio d’Estate, la Costellazione del Leone è strettamente associata al mito di Ercole. Si narra che Era, divinità greca del matrimonio e del parto oltre che sposa di Zeus, possedesse un leone che terrorizzava gli abitanti di Nemea. Nessuno riusciva ad ucciderlo, poichè la sua folta pelliccia sembrava proteggerlo da ogni attacco. Quando Ercole si cimentò nell’impresa, riuscì a sconfiggere l’animale nonostante la sua ferocia. Si impossessò della pelliccia e la indossò in segno di vittoria. Zeus, tuttavia, volle premiare il coraggio e la forza indomita del leone: lo tramutò in una brillante costellazione che collocò nel firmamento.

Foto

Simbolo del Leone dal Libro delle Ore, 1440-1450 circa, the Fastolf Master, Bodleian Library, Oxford C.160. MS. Auct. D. inf.2, 11, fol 7rm. Public Domain via Wikimedia Commons

Regolo: Scott AnttilaAnttler, CC BY-SA 3.0 <http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/>, via Wikimedia Commons