Il luogo: a Gubbio per l’accensione dell’Albero di Natale più Grande del Mondo

 

L’albero di Natale più grande del mondo? Si trova a Gubbio, la splendida cittadina medievale in provincia di Perugia in cui San Francesco d’Assisi ammansì un lupo ferocissimo. L’ Albero, realizzato da un Comitato di volontari (i cosiddetti “alberaioli”) a partire dal 1981, dieci anni dopo è entrato a buon diritto nel Guinness dei Primati. Ma non si tratta, come molti di voi sapranno bene, di un albero di Natale classico: a dargli forma sono 950 luci a led che ne delineano la sagoma e la struttura sulle pendici del Monte Ingino, proprio alle spalle della cittadina famosa anche per le sue ceramiche. Visivamente, è un autentico splendore. La sagoma, stilizzata, riprende quella di un abete cosparso di migliaia di luci multicolori. In cima all’albero, una luminosissima stella cometa raggiunge la basilica del Santo Patrono, Sant’Ubaldo, che si staglia sulla vetta del monte. I corpi illuminanti che compongono l’Albero, diversi per tipologia e colore, danno vita a un capolavoro artistico dal potentissimo impatto visivo: le dimensioni enormi dell’opera (che ha una base di 450 metri e un’altezza di 750 metri, pari cioè a trenta campi da calcio) amplificano l’effetto cromatico mozzafiato originato dalle luci led. Per darvi un’idea più precisa, basta citare alcuni numeri. La sagoma dell’ albero, di colore verde, consta di 300 luci; al suo interno, 400 luci variopinte riproducono le tradizionali palline dell’albero di Natale; per la stella cometa, color oro, vengono utilizzate 250 luci. Considerate che la sua superficie sfiora i 1000 metri quadri! Tutti gli anni, per la realizzazione dell’albero, gli alberaioli impiegano 1300 ore; bisogna anche tener conto del grandissimo lavoro che è stato fatto per “disegnare” un abete di corpi illuminanti adagiato sulle pendici scoscese di una montagna. L’ Albero viene acceso ogni 7 Dicembre con una sfarzosa cerimonia pubblica: l’atmosfera medievale della città viene rievocata da gruppi di sbandieratori, figuranti appartenenti al corteo storico, musici e cantori, ma a dare il via al meraviglioso spettacolo di luci sono personaggi istituzionali o provenienti dal mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo e del volontariato. Qualche esempio? Tra i prestigiosi nomi di coloro che hanno acceso l’ Albero rientrano quelli di Papa Francesco (nel 2014), Giorgio Napolitano (nel 2012), Papa Benedetto XVI (nel 2011). Altri protagonisti del rito sono stati, in ordine sparso, Guido Bertolaso (sottosegretario alla Protezione Civile), don Luigi Ciotti, Chicco Testa (presidente di Enel), Carlo Giovanardi, Terence Hill (che ha interpretato “Don Matteo” proprio a Gubbio, scelta come prima location della serie televisiva). L’accensione dell’ Albero è una vera e propria festa, un evento che puntualmente suscita miriadi di emozioni: assistere alla manifestazione significa condividere la gioia, la meraviglia e la magia che quei momenti portano con sè; quando il tripudio di luci scintilla sul Monte Ingino, è come se lo spirito del Natale prorompesse in tutto il suo fulgore. A proposito di fulgore, sapevate che l’ Albero di Gubbio vi offre la possibilità di adottare una delle sue luci? Con una spesa simbolica di soli 15 euro, potete scegliere un corpo illuminante nell’ apposito sito web (adottaunaluce.it) ed inserire una dedica che poi diverrà pubblica. Gli importi ricavati dall’ iniziativa copriranno buona parte dei costi dell’energia elettrica che fa brillare l’ Albero da Guinness dei Primati.

 

 

L’accensione dell’ Albero di Natale più Grande del Mondo avrà luogo proprio stasera, alle 18, in Piazza Quaranta Martiri. La cerimonia, arrivata alla sua 43esima edizione, come ogni anno è stata organizzata dal Comitato dei Volontari e dal Comune di Gubbio; avrà inizio con l’esibizione degli Sbandieratori per poi proseguire con le performance dei musicisti eugubini Sara Jane e Paolo Ceccarelli, dei cantanti della rinomata Bernstein School of Musical Theater e dell’artista Andrea Arena. A fare da padroni di casa saranno i conduttori Ubaldo Gini e Silvia Procacci, mentre il mondo delle istituzioni verrà rappresentato da Donatella Tesei, Presidente della Regione Umbria, Filippo Maria Stirati, sindaco di Gubbio, Monsignor Luciano Paolucci Bedini, vescovo della città, e Giacomo Fumanti, presidente del Comitato “Albero di Natale più Grande del Mondo”. Quest’anno l’accensione si avvarrà di un testimonial d’eccezione: l’associazione Rondine Cittadella della Pace, che da oltre 25 anni si impegna a favore della pace nel mondo e della riduzione dei conflitti armati. Se non avete la possibilità di prender parte alla Cerimonia, potrete ammirarla on line, e in diretta, su tutti i canali social dell’Albero di Gubbio oltre che su tgrmedia.it e arancialive.com. L’albero rimarrà acceso fino alla seconda domenica di Gennaio. Siete pronti ad assistere a questo spettacolo incantevole?

 

 

Se poi intendete recarvi a Gubbio per Natale, sappiate che è in corso la quinta edizione di ChristmasLand: la località umbra si trasforma in una magnifica Città del Natale in cui si concentrano suggestive installazioni, atmosfere fiabesche e location incantate. Come quella che dà il nome all’iniziativa, ChristmasLand, un percorso all’interno del MUAM (Museo delle Arti e Mestieri) di Palazzo Beni. Nei 700 metri quadri di quest’antica dimora aristocratica potrete addentrarvi nel Villaggio innevato degli Elfi, dove verrete stupiti da giochi di luce mozzafiato, visitare la collezione dei Presepi dal Mondo al piano nobile, fotografarvi sullo sfondo di magiche scenografie natalizie. Oppure potrete immergervi nella suggestiva fiaba proiettata su una parete del secondo piano, che per l’occasione si tramuta in uno scrigno delle meraviglie. All’uscita di Palazzo Beni farete conoscenza con Babbo Natale, che vi attende seduto su un trono ed è pronto a lasciarsi immortalare in un selfie accanto alla sua slitta. Per chi adora il cioccolato è in programma un’esperienza imperdibile, La Magia del Cioccolato nelle cantine del Palazzo Conti della Porta: i maestri cioccolatieri vi offriranno dimostrazioni della loro arte, degustazioni e prelibatezze da acquistare in spazi decorati con invitanti statue di cioccolato.

 

 

Ma non è finita qui. Lungo le viuzze medievali del quartiere di San Martino è possibile imbattersi in un incantevole Presepe realizzato con statue a grandezza naturale, pura poesia di un mondo antico che a Gubbio conserva ancora le sue vestigia. Nei giardini di Piazza Quaranta Martiri troverete il Mercatino di Natale: delizie dolciarie e ghiottonerie della tradizione culinaria si alternano agli addobbi natalizi e all’oggettistica artigianale. In Piazza Quaranta Martiri fa bella mostra di sè anche la Grande Ruota del Polo Nord, una ruota panoramica da dove potrete ammirare la Gubbio vestita a festa e il maestoso Albero di Natale più Grande del Mondo; nella stessa piazza parte la slitta di Babbo Natale: un’opportunità per fare un giro su una slitta trainata dai cavalli e guidata da Santa Klaus in persona. Ed è sempre in Piazza Quaranta Martiri che prende il via il trenino turistico chiamato Gubbio Express Christmas, grazie al quale effettuerete un tragitto che vi farà scoprire le bellezze millenarie della città. Se invece preferite godervi Gubbio dall’alto, soprattutto l’ Albero di Natale, puntate sulla Funivia di Colle Eletto: impiegherete sei minuti per raggiungere la Basilica di Sant’Ubaldo (a due passi dalla stella dell’Albero) dal centro della città.

 

 

Il Natale, si sa, è la festa della Luce. E Gubbio sottolinea il concetto con la splendida illuminazione artistica di Piazza di San Giovanni: ideati dal Light Designer Ing. Matteo Costantini, i giochi di luci colorate che invadono la location danno vita a un’atmosfera magica e surreale. E poi, dulcis in fundo, in via dei Consoli c’è la Fontana del Bargello; vi basterà compiere tre giri di corsa intorno al momumento per poter prendere la Patente da Matto, una pratica che risale al 1880, ed onorare la presunta pazzia che, come vogliono le leggende, da secoli aleggia sulla città. Per tutte le informazioni sul Natale a Gubbio visitate i siti gubbionatale.it, ilikegubbio.com oltre che, naturalmente, alberodigubbio.com

 

 

Foto di copertina di Gavirati

Un ringraziamento speciale allo IAT del Comune di Gubbio per la preziosa collaborazione

 

Yuima Nakazato Haute Couture AI 2023/24: un beauty look prorompente come il magma e scintillante come la lava

 

Brillare, scintillare, sfavillare anche con il trucco: nel periodo natalizio, le luci si moltiplicano. E il beauty look della sfilata Haute Couture Autunno Inverno 2023/24 di Yuima Nakazato ha fatto proprio questo imperativo declinandolo sapientemente. Manciate di glitter si concentrano solo in prossimità dello sguardo, formando futuristiche virgole ai lati del naso oppure agglomerandosi, di volta in volta, sopra o sotto le sopracciglia. I brillantini non sono assemblati in modo regolare: sembrano spruzzati, cosparsi a caso nei paraggi dell’occhio. Un rimando, forse, al motivo ispiratore della collezione che traccia un parallelismo tra il monte Fuji dipinto di rosso del pittore Katsushika Hokusai e i maestosi fuochi in cui brucia la spazzatura di plastica keniota. La potenza delle fiamme, poeticamente tradotte in magma da Yuima Nakazato (“Magma” è, non a caso, il titolo della collezione), rievoca l’impetuoso scintillio della lava. Un’immagine che viene probabilmente ripresa dal beauty look della sfilata: viso al naturale su cui spiccano aloni multiformi di glitter argentati, rossi e neri. Ma anche dalla forza devastante del fuoco può nascere un alito di speranza, prendere vita l’ispirazione creativa. Il messaggio è ben preciso: creazione e distruzione si susseguono in un eterno ciclo, dall’una scaturisce l’altra in un’alternanza perfetta. Ecco così che un make up di forte impatto, certamente non facile da dimenticare, si impone grazie all’utilizzo di una “semplice” manciata di glitter; perchè quei bagliori incarnano uno straordinario connubio di suggestività, fascino e potenza evocativa.

 

 

 

La colazione di oggi: il cacao in polvere, per un Natale delizioso ma non solo

 

Il cacao in polvere? Una golosità unica. E a Natale regna sovrano: lo troviamo tra gli ingredienti di un gran numero di dolci, oppure spolverato su deliziosi dessert. Può essere gustato anche in modo molto semplice, soprattutto a colazione. Ad esempio, sciolto in una tazza di latte caldo: chi non ha mai provato il celeberrimo Nesquik, protagonista di tutti i breakfast della nostra infanzia? I nutrizionisti, per iniziare la giornata, consigliano di utilizzare cacao in polvere in una dose pari a due cucchiaini da caffè. Di una cosa potete esser certi: i benefici sono garantiti. Perchè il cacao amaro abbonda di sostanze salutari per l’organismo. Il suo utilizzo risale alla notte dei tempi; i primi a scoprire le virtù della polvere di cacao furono i Maya. La coltivazione del Theobroma Cacao (nome botanico della pianta del cacao), infatti, ebbe inizio nel 1000 a.C. all’ interno della nota civiltà precolombiana. L’alimento arrivò in Europa nel 1500 ad opera dei Conquistadores spagnoli, ed è datata 1585 la traversata del primo carico di cioccolato dal porto di Veracruz, in Messico, a quello di Siviglia. Per saperne di più sulla storia del cacao potete far riferimento all’articolo che VALIUM ha dedicato ai vari tipi di cioccolato, lo rintracciate cliccando qui. Quello che mi interessa oggi, invece, è approfondire le portentose proprietà della polvere di cacao, ottenuta grazie a una lavorazione che coinvolge le fave contenute nei baccelli del Theobroma Cacao: i semi vengono sottoposti a fermentazione, essiccazione e tostatura per poi passare attraverso procedimenti di separazione dal guscio e successiva macinazione. Dopodichè, la massa di cacao originata dai frammenti delle fave viene pressata allo scopo di separare la polvere dai lipidi costituiti dal burro di cacao. Il cacao in polvere, quindi, è contraddistinto da livelli molto esigui di grassi e da un aroma straordinariamente intenso, quello del cacao amaro.

 

 

Ma quali virtù possiede, esattamente, la polvere di cacao? Innanzitutto è ricca di polifenoli, dei potenti composti antiossidanti che espletano anche funzioni antinfiammatorie e cardioprotettive. I polifenoli, inoltre, hanno il potere di ridurre livelli troppo elevati di pressione sanguigna contrastando l’ipertensione. Le benefiche proprietà di questi antiossidanti, presenti nel cacao in polvere in grande quantità, si estendono anche alle lipoproteine LDL, dense di colesterolo che diffondono nei tessuti periferici: i polifenoli sono in grado di ridurle ed esercitano una funzione anti-aggregante, contribuendo a mantenere il sangue più fluido con notevoli vantaggi per il cuore e i vasi sanguigni. Persino le funzioni cognitive risentono delle salutari virtù dei polifenoli; attraversando la barriera ematoencefalica, le loro proprietà antiossidanti determinano un miglioramento del flusso sanguigno nel cervello e contrastano le patologie neurovegetative. Come avviene per il cioccolato fondente, il cacao in polvere ha la capacità di incentivare il buonumore tenendo a debita distanza la depressione: ciò è dovuto alla teobramina e al triptpfano contenuti nel prodotto; il triptofano, in particolare, è il precursore della serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”. In più, gustare del cacao in polvere non comporta gli inconvenienti associati al consumo delle tavolette di cioccolato. I polifenoli, rallentando l’assorbimento intestinale del glucosio, scongiurano le impennate glicemiche e migliorano la sensibilità insulinica con effetti positivi anche in chi è affetto da diabete. Un’ulteriore proprietà di questi composti antiossidanti riguarda la lotta all’obesità: altamente saziante, il cacao in polvere riduce l’appetito migliorando il profilo metabolico e favorendo il mantenimento della linea.

 

 

Appurato che il consumo di polvere di cacao apporta innumerevoli benefici, vediamo ora come utilizzarlo a colazione. E’ importante dire che sarebbe opportuno scegliere un cacao privo di zuccheri aggiunti, conservanti e latte in quantità eccessive per non intaccare i salutari effetti dei polifenoli (un suggerimento in tal senso? Provate il cacao in polvere bio). A Natale, ma non solo, è possibile preparare moltissimi dolci con la polvere di cacao: biscotti natalizi dalle forme più svariate, torte, brownie, tiramisù…Consumata nella cioccolata calda accentua il suo delizioso gusto, aggiunta al latte caldo, allo smoothie o ai cereali dona loro un sapore ricco, del tutto speciale. Gli sportivi “spruzzano” di cacao in polvere i frullati, oppure lo degustano con le barrette proteiche: la potente energia che è in grado di donare questo alimento è cosa nota. E se in occasione delle feste volete esagerare, prendete la polvere di cacao e cospargetela sui brownie, i famosi dolcetti made in USA. Sono golosissimi, interamente al cioccolato e a forma di piccoli rettangoli: trovate la ricetta qui.

 

 

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Dicembre, il look del mese

 

Un look che coniuga il mood festivo di Dicembre con gli indizi tipicamente invernali del mese: lo firma AZ Factory, la label fondata nel 2021 dal compianto Alber Elbaz, ed esprime questa ambivalenza alla perfezione. L’abito, drappeggiato e fasciante, potrebbe essere un inno (rigorosamente privo di ridondanze) alla sacralità del Natale. E’ in velluto, a mezze maniche e con uno spacco laterale; il tessuto, considerato da sempre uno dei più pregiati, ricchi e avvolgenti, si tinge di rosso carminio accentuando la preziosità del capo. Non dimentichiamo, poi, che il rosso è il colore del Natale per antonomasia: il connubio tra il velluto e la nuance profonda in cui viene declinato sembra evocare l’aspetto più divino e spirituale della festa della natività. I grandi orecchini dorati amplificano l’allure quiet luxury che contraddistingue la mise.

 

 

L’abito viene abbinato a un paio di drappeggiatissimi Opera glove e a pantaloni dal taglio classico, ampi e con riga frontale, che lo calano in una dimensione quotidiana pur senza scalfirne la raffinatezza. I guanti e i pantaloni sfoggiano un’elegante nuance panna, colore di tendenza ma non solo: rimanda ai toni candidi tipicamente invernali, al chiarore etereo della prima neve, alle atmosfere ovattate che imperano nei mesi freddi. E’ un look d’impatto, quello di AZ Factory, in grado di fondere un minimalismo apparente con una ricercatezza squisita e disinvolta al tempo stesso.

 

L’agrifoglio: simbologia e miti di uno degli emblemi del Natale

 

In Inverno, le sue bacche rosse fuoco punteggiano il candore della neve. L’agrifoglio è inconfondibile. A Natale, fa bella mostra di sé in ricche ghirlande e scenografiche decorazioni ornamentali: non a caso, è uno dei più noti emblemi delle feste natalizie. Partiamo con una premessa. L’agrifoglio, innanzitutto, non ha niente a che vedere con il pungitopo; il primo, l’Ilex Aquifolium, è una pianta appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae, mentre il secondo, il Ruscus Aculeatus, proviene dalla famiglia delle Asparegaceae. Entrambi erano utilizzati per allontanare i topi dalle provviste alimentari, ma presentano notevoli differenze. L’agrifoglio, infatti, ha delle foglie pungenti, dalla forma seghettata e color verde scuro. A confonderlo con il pungitopo è stato il nome di pungitopo maggiore che gli è stato affibbiato. Le due piante, inoltre, in Inverno maturano le loro bacche e fanno immancabilmente parte delle decorazioni natalizie. Ma torniamo all’agrifoglio, e scopriamo perchè viene considerato un simbolo del Natale. Anticamente, con l’arrivo del Solstizio d’Inverno, l’Ilex Aquifolium aveva una funzione di buon auspicio. Maturando proprio in quel periodo, rientrava tra i preparati erboristici di cui gli agricoltori si avvalevano per combattere gli acciacchi stagionali: bastava lasciare a mollo le foglie nel vino novello e poi bere il portentoso infuso.

 

 

All’agrifoglio, tuttavia, venivano attribuiti poteri magici anche in tempi più remoti: era il 100 a.C. quando Plinio Il Vecchio esortava i romani a coltivarlo nei pressi delle loro case, poichè le sue foglie spinose avrebbero creato una barriera contro la negatività e gli spiriti maligni. Gli antichi romani solevano adornarsi di agrifoglio durante i Saturnali, le feste in onore di Saturno (dio della semina e dell’agricoltura) che si tenevano ogni anno dal 17 al 23 Dicembre: i rametti di agrifoglio li avrebbero preservati dalla malasorte. Questa pianta, dunque, veniva considerata un amuleto che teneva a debita distanza i malefici. Sempre nell’antica Roma, per propiziare la fortuna, si usava regalare un rametto di agrifoglio alle coppie di giovani sposi. Per i Celti, la pianta dell’agrifoglio era addirittura sacra. Con il suo legno costruivano armi e scudi, in più la utilizzavano a mò di talismano durante i rituali. Il fatto che l’agrifoglio resistesse ai fulmini determinò la sua associazione con Thor e Taranis, divinità del tuono della mitologia norrena: non di rado, l’agrifoglio veniva usato come parafulmine nei paraggi delle abitazioni. I Druidi ritenevano che l’Ilex Aquifolium proteggesse dalle forze del male; in quanto pianta sacra, poi, era assolutamente proibito tagliare il suo tronco sebbene il divieto non riguardasse i rami. La funzione protettiva attribuita all’agrifoglio, senza dubbio, fu ispirata dalle foglie pungenti che la pianta usa a scopo difensivo.

 

 

La pianta sacra degli antichi Celti rientra anche tra i miti di Yule, il Solstizio d’Inverno: simboleggiando la metà più buia e gelida dell’anno si associava al Re Agrifoglio, raffigurato come un anziano perennemente sorridente dalla lunga barba bianca. Il Re Agrifoglio, a ogni Solstizio, lottava contro il Re Quercia, impersonificazione dei mesi in cui il Sole torna a splendere, e l’uno aveva la meglio sull’altro a fasi alterne. Il Solstizio d’Inverno sanciva il trionfo del Re Quercia sul Re Agrifoglio, favorendo il ritorno progressivo della luce; durante il Solstizio d’Estate, invece, era il Re Agrifoglio a vincere il combattimento: ciò determinava la graduale ricomparsa dell’oscurità e l’assopimento della natura. Le figure del Re Quercia e del Re Agrifoglio erano strettamente connesse, l’una non avrebbe mai potuto esistere senza l’altra. I due Re si fronteggiavano in un equilibrio perfetto, così come perfettamente armonico era il trionfo del primo sul secondo e viceversa. Con l’avvento del Cristianesimo, l’agrifoglio divenne il principale ornamento natalizio. Questa usanza prese piede in Irlanda; chiunque, persino i più poveri, avrebbe potuto procurarsi dei rametti di agrifoglio per decorare la propria casa. In quel periodo, per via delle foglie, la pianta cominciò a simbolizzare la corona di spine di Cristo, le bacche rosse vennero associate al suo sangue e i fiori bianchi alla purezza della Vergine Maria. All’ Ilex Aquifolium è legata una splendida leggenda che ha per protagonisti un orfanello e Gesù Bambino. L’orfanello, quando ebbe notizia della nascita di Gesù, corse a Betlemme per regalargli una corona di alloro. Ma poi, considerando il suo dono troppo modesto, esplose in un pianto irrefrenabile. Gesù Bambino, per consolarlo, tramutò quindi in bacche rosse le sue lacrime e la corona di alloro in una corona di agrifoglio, che sarebbe stata per lui di buon auspicio e lo avrebbe protetto dal male.

 

 

Foto via Pixabay e Unsplash

 

Dicembre

 

Dicembre mi cinge la vita e mi dice: “Vieni, ti mostrerò dei diamanti ben più sorprendenti del sole”. E dalla sua cesta sparge nel mondo ghiaccio e neve e brina.

(Fabrizio Caramagna)

 

Buon 1 Dicembre a tutti: è arrivato il mese più magico dell’anno. Nel calendario romano era il decimo, da qui il suo nome che deriva dal latino “decem”. Il 31 Dicembre l’anno si conclude, non prima di averci regalato una serie di suggestive ricorrenze: l’8 si celebra la festa dell’ Immacolata, il 13 Santa Lucia, il 22 il Solstizio d’Inverno…un’ importante transizione tra l’Autunno e la stagione più fredda dell’anno. E poi, naturalmente, ci sono il Natale e la sua Vigilia, una data altrettanto incantata perchè racchiude in sè tutto il fascino dell’attesa. A proposito di fascino, Dicembre ne possiede in abbondanza. L’atmosfera natalizia ci immerge in un turbinio fatto di luci,  aperitivi augurali, corse ai regali. Anche gli antichi popoli subivano la fascinazione di questo mese: a partire dal 13 Dicembre, Santa Lucia, che un proverbio definisce “il giorno più corto che ci sia”, le giornate cominciano ad allungarsi impercettibilmente; ciò dava adito a festeggiamenti e rituali per il ritorno della luce (basti pensare alla celebrazione del Sol Invictus nell’ antica Roma, che cadeva proprio il 25 Dicembre). A Dicembre la natura si assopisce: il freddo e il gelo imperano, la neve cade abbondante (con la speranza che, in tal senso, il cambiamento climatico non provochi troppi stravolgimenti), di conseguenza la semina si rende vana (o “vale meno d’un quattrino”, citando un altro detto popolare). Animali come i ghiri, gli scoiattoli, le marmotte, ma anche i ricci, i criceti, i pipistrelli, le chiocciole, i serpenti e le lucertole, vanno in letargo, pronti a tornare operativi con temperature più favorevoli; il tramonto arriva già a metà pomeriggio, mentre nel cielo notturno è possibile ammirare gli astri super luminosi della costellazione di Orione. Dicembre è un mese splendido, sfoggia un cielo color grigio perla e invita a sorseggiare vin brulè davanti al focolare. Il mood che lo contraddistingue alterna l’introspezione tipicamente invernale alla convivialità e alla gioia delle feste. Per quanto riguarda lo zodiaco, è il mese del Sagittario e del Capricorno. I suoi colori coincidono con il rosso, il verde e l’oro del Natale, mentre le pietre portafortuna sono il turchese, lo zircone e la tanzanite, un trio all’insegna del blu.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash. Foto di Santa Lucia in Svezia di Foreign and Commonwealth Office, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, da Wikimedia Commons

 

Tendenze smalti: la palette cromatica dei mesi freddi (feste natalizie comprese)

 

Quali sono le tendenze smalti dell’Autunno Inverno 2023/24 e delle feste natalizie? La palette cromatica è ampia e variegata: predominano colori intensi, profondi, avvolgenti, ispirati all’ Autunno e alla natura autunnale. Natale e Capodanno non fanno eccezione, con l’aggiunta di una serie di tonalità scintillanti. Il rosso trionfa in tutte le sue gradazioni più cupe, ma al primo posto svetta il burgundy; stesso discorso vale per il viola, declinato in nuance come il vinaccia e il prugna. I toni del marrone, un chiaro richiamo alla terra e alle foglie morte, sono gettonatissimi in ogni sfumatura, dal cioccolato al beige senza tralasciare il taupe. Il verde bosco è un’autentica sorpresa: rimanda ai sempreverdi, alla macchia di montagna. Il grigio, un’altra new entry, rievoca la nuda roccia. Non potevano mancare il nero, ormai un basic della palette invernale, e il blu notte, simile a un cielo notturno senza stelle. Alle  cromie decise si alternano nuance di volta in volta tenui o vibranti: ad esempio il rosso, un senza tempo anche nelle sue tonalità più vivaci. Oppure il nude, che riveste l’unghia  di uno strato di colore in stile “vedo-non vedo”. L’oro è già entrato a far parte della quotidianità,  ma affiancato all’argento si prepara a brillare in occasione delle feste. Accanto a loro, risaltano le nuance tipiche del Natale (rosso, verde), ma tutte rigorosamente declinate in versione shimmer. Occhio alla gallery che segue, strutturata in base ai vari raggruppamenti colore.

 

 

I rossi

 

 

I viola

 

 

I marroni

 

 

I verdi

 

 

Il grigio

 

 

Il nero

 

 

Il blu

 

 

Il nude

 

 

L’oro, l’argento, il Natale

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Scandi Blonde, il biondo ghiaccio di tendenza per l’inverno

 

Il biondo dell’Autunno Inverno 2023/24? E’ chiarissimo, glaciale, scandinavo. Non è un caso che sia stato battezzato Scandi Blonde: il caratteristico biondo freddo delle chiome del Nord Europa. I capelli vengono decolorati, anche più di una volta, per ottenere una schiaritura DOC. La tonalità finale si presenta altamente luminosa, biondissima dalla radice alla punta del capello, ma per mantenere la capigliatura sana è essenziale nutrirla di frequente con creme e balsami specifici. Lo Scandi Blonde è una tinta dal forte appeal, molto scenografica. Per replicare il vero biondo scandinavo, com’è ovvio, bisogna avere i colori adatti: occhi e carnagione chiari, “nordici”. Se invece questa nuance attira per il suo fascino potente, perchè non passa inosservata, va valutato quanto si accorda con i colori e i lineamenti di chi la sceglie. Tenete presente che il biondo freddo evidenzia i tratti del viso, che se sono irregolari risaltano maggiormente. Per evitare l’effetto slavato, inoltre, sarebbe meglio non fare mai a meno di un tocco di make up. Con l’Inverno che si avvicina ogni giorno che passa, comunque, una cosa è certa: puntando sullo Scandi Blonde, il look “regina delle nevi” è assicurato!

 

Schiatzy Chen

Dior Haute Couture

Philosophy di Lorenzo Serafini

Zimmermann

Sacai

Menchen Thomas

Del Core

Gucci

Zimmermann

Antonio Marras

Courrèges

Giambattista Valli Haute Couture

Lanvin

Menchen Thomas