VALIUM accende le luminarie

 

“I cieli grigi e le luci di dicembre sono la mia idea di gioia segreta.”
(Adam Gopnik)

E’ arrivato il momento di accendere le luminarie! VALIUM, come ogni anno, inaugura il periodo che ci conduce al Natale risplendendo di mille luci simboliche e beneaugurali. Oggi prende ufficialmente il via lo Speciale Natale del blog: d’ora in poi si succederanno articoli che, sia che appartengano alle consuete rubriche o meno, ruoteranno attorno alla festa più magica dell’anno. Ci occuperemo di tradizioni, curiosità, viaggi, libri, usanze natalizie nel mondo, della storia e dell’iconografia del Natale. Senza naturalmente trascurare la moda, il beauty, il make up e tutto ciò che fa brillare, come una frizzante coppa di champagne, l’ultimo mese del calendario. Ma l’incanto di Dicembre, e chi segue VALIUM lo sa già, inizia molto prima del giorno della nascita di Cristo. Le settimane dell’Avvento abbondano di ricorrenze suggestive e celebrate dalla notte dei tempi. Due esempi su tutti? Santa Lucia, il Solstizio d’Inverno…Ne parleremo ancora, anche se da un’angolazione diversa. Rimanete sintonizzati su VALIUM per riscoprire, giorno dopo giorno, il fascino sempiterno del “Christmas Time”: perchè, come Leopardi proclamava ne “Il sabato del villaggio”, l’attesa della festa è essa stessa gioia e felicità.

 

 

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La cioccolata calda? Preparata all’americana raddoppia la sua delizia

 

E’ la delizia dell’ inverno, e si comincia a degustare proprio quando arrivano i primi freddi: la cioccolata calda, che in Europa si diffuse con l’arrivo dall’ America dei semi di cacao, in questo periodo dell’anno è un must. Prepararla è molto semplice, basta miscelare insieme ingredienti come il latte, il cacao, lo zucchero e il cioccolato. Gli americani, però, l’hanno resa ancora più golosa: sono soliti arricchirla con dosi abbondanti di panna montata, marshmallow (le sofficissime caramelle cilindriche a base di zucchero e gelatina), biscotti, cannella e così via. Se il freddo vi fa venir voglia di dolcezza e di un surplus di energia, non esitate a coccolarvi con una squisita cioccolata calda American style. Non c’è niente di meglio che consumarla davanti al focolare mentre fuori nevica, o quando il maltempo vi obbliga a restare a casa. Ma come si prepara la bevanda invernale più gettonata nel Paese a stelle e strisce? E’ sufficiente seguire pochi step.

 

 

Innanzitutto, dovete munirvi di un sacchetto di marshmallow. Poi procuratevi 150 g di cioccolato fondente, 400 ml di latte, 80 g di miele, 20 g di maizena (amido di mais, utilizzato come addensante), 1 cucchiaino di cannella in polvere, circa 20 g di cacao in polvere. Riducete in frammenti il cioccolato fondente prima di lasciarlo sciogliere a bagnomaria. In un pentolino, intanto, mettete il cacao in polvere, la maizena e 200 ml di latte; fateli riscaldare e mescolate bene per impedire che si formino grumi. Continuando a mescolare, unite quindi il miele, la cannella e i restanti 200 ml di latte al composto. Aggiungete infine il cioccolato fuso e amalgamate il tutto finchè la miscela non risulterà sufficientemente densa: a quel punto, la cioccolata calda potrà essere versata nelle tazze, dove immergerete anche un buon numero di marshmallow.

 

 

Se volete proprio strafare, realizzando un autentico capolavoro di golosità, seguite fino in fondo la ricetta American way: aggiungete la panna montata, del cioccolato a pezzetti (alcuni preferiscono la Nutella per “raddoppiare” il gusto di cacao), granelle di nocciole, mandorle, pistacchi e/o amaretti quanto basta per donare un sapore unico alla bevanda. La cioccolata, liquida e calda, permette ai marshmallow di sciogliersi in modo ideale; il risultato? Un preparato gustosissimo che fonde gli accenti amarognoli del fondente con la straordinaria dolcezza delle note caramelle made in USA.

 

La cioccolata calda con i marshmallow: un surplus di dolcezza

La cioccolata calda con panna, barrette e gocce di cioccolato: una delizia che non ha eguali

E voi, quale delle due scegliete? Optare per una miscela ad hoc di entrambi gli ingredienti è la soluzione ideale

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Le Frasi

 

“Lo senti quel pungente profumo di freddo nell’aria, il grigio negli occhi e quei lunghi tramonti? E’ l’inverno che arriva.”
(Stephen Littleword)

 

 

Tendenze AI 2023/24 – Un inverno coi fiocchi

Marie Adam-Leenaerdt

Il fiocco, elemento ornamentale per eccellenza dell’Haute Couture, si trasferisce sulle passerelle del ready to wear declinandosi nelle più disparate versioni. Le collezioni dedicate alla stagione fredda lo vedono protagonista sotto molteplici forme: diventa parte integrante dell’outfit, lo decora, sostituisce la sciarpa, la collana e la cintura. Molti look ne contengono più d’uno; questa molteplicità riguarda anche le sue dimensioni, molto grandi, medie oppure decisamente mini, ma sempre rilevanti dal punto di vista della struttura dell’abito. L’Autunno Inverno 2023/24 sancisce il suo trionfo: il fiocco è stato proposto dalle Maison storiche così come dai brand avantgarde. E voi, in quale variante lo preferite?

 

Anel Yaos

Thom Browne

Compte

Noir Kei Ninomiya

Saint Laurent

Buzina

Simorra

Balmain

AZ Factory

Dino Alves

Habey Club

Maison Margiela

Gonçalo Peixoto

Tokyo James

Nina Ricci

Ujoh

 

Natale è nell’aria

 

Al 25 Dicembre manca poco più di un mese, ma l’atmosfera natalizia inizia a insinuarsi in tutte le città. Luminarie appena installate, vetrine vestite a festa, decorazioni e proposte regalo fanno già parte dello scenario di questo fine Novembre. Cominciamo a tirar fuori l’albero, gli addobbi, libri di ricette che ci guidino nella preparazione di piatti e dolci tradizionali…Il caminetto prende il posto dei caloriferi, senza dubbio meno suggestivi, le candele baluginano poeticamente al calar del crepuscolo; il freddo porta con sè la pioggia, il nevischio, su certe alture anche la neve. Natale è nell’aria: i suoi bagliori e i suoi profumi ravvivano l’anonimo grigriore novembrino. L’odore di fumo che fuoriesce dai comignoli è già un indizio, il sentore della ritrovata intimità familiare. Godiamoci appieno questo periodo, che ci accompagna verso l’Avvento.VALIUM lo celebra con la nuova photostory, un racconto per immagini intriso di una gioia atavica: quella che, ormai da secoli, fa da preludio alle feste natalizie.

 

 

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Betelgeuse, il tributo di In Astra alla luminosissima “supergigante rossa” della costellazione di Orione

 

Betelgeuse: un nome che vi ricorda qualcosa? Esatto, è proprio lei…una delle stelle più splendenti della volta celeste, precisamente la decima. La brillantezza della cosiddetta “supergigante rossa” è tale da farla scorgere persino a occhio nudo. Anche perchè appartiene alla costellazione di Orione, famosissima, che per gli antichi era in grado di replicare la luminosità del giorno. E all’interno della nebulosa di Orione, così chiamata poichè rappresentava l’ascesa al cielo dell’omonimo gigante cacciatore della mitologia greca, Betelgeuse si piazza al secondo posto in un’ipotetica classifica del fulgore. La sua luce color rosso vivo appare a Oriente proprio in questo periodo dell’anno, tra Novembre e Dicembre, per poi regnare sulle notti di Gennaio e Febbraio. Betelgeuse è una stella invernale, maestosa e inconfondibile. Risplende di una tonalità vibrante, incastonandosi come un rubino nel firmamento impreziosito da bagliori siderali di diamante. In Astra, la Maison di profumeria artistica fondata dalle sorelle Sofia e Fabiola Bardelli (rileggi qui l’articolo in cui VALIUM parla del brand), non poteva che dedicarle un tributo: il marchio made in Italy, ispirato dall’eterna meraviglia delle stelle, in onore di Betelgeuse ha creato una fragranza che porta lo stesso nome.

 

 

Ogni dettaglio del jus rievoca lo splendore infuocato dell’astro nel gelido cielo d’Inverno. Betelgeuse esordisce con note speziate di coriandolo esaltate da un cuore di iris e osmanto. Il fondo, composto da accordi di muschio di quercia e caffè, avvolge la fragranza in un alone ipnotico. La scia floreale inebria l’olfatto rievocando un tripudio di accenti cipriati: il risultato è una Eau de Parfum seducente, magnetica. Un’ode alla stella che avvampa nell’Universo e lo pervade di tutta la sua magia.

 

 

Betelgeuse è disponibile in versione Eau de Parfum nell’unico formato da 50 ml.

 

 

Photo courtesy of In Astra

 

Le Frasi

 

“La donna è uscita dalla costola dell’uomo,
non dai piedi perché dovesse
essere pestata,
né dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale…
un po’ più in basso del braccio
per essere protetta e dal lato del
cuore per essere Amata.”
(William Shakespeare)

 

 

Castagne e marroni: quali differenze?

 

 

Castagne e marroni sono lo stesso frutto? La risposta è no, ma bisogna conoscerli bene per cogliere loro differenze. Vi ricordo innanzitutto che VALIUM ha già parlato approfonditamente della castagna: potete cliccare qui per rileggere l’articolo. Proseguo poi col dirvi che, nel 1939, venne addirittura emesso un regio decreto per sancire la diversità tra castagne e marroni. Le distinzioni riguardano principalmente l’origine, l’involucro, la forma e le dimensioni, ma anche il gusto. Scopritele tutte leggendo qui di seguito.

L’ORIGINE

La castagna proviene da un albero selvatico, il castagno (Castanea sativa è il suo nome botanico), che cresce spontaneamente nelle aree montane e submontane. I ceti indigenti del Medioevo, impossibilitati a sfamarsi, si cibavano dei suoi frutti ricchi di nutrienti e lo ribattezzarono “albero del pane”. La pianta del marrone, invece, è una pianta coltivata ottenuta tramite incroci e innesti.

L’INVOLUCRO

Il riccio delle castagne, o “cupola”, può racchiudere fino a sette frutti, quello del marrone non ne contiene più di tre.

 

 

IL PERICARPO, OVVERO LA BUCCIA

Il pericarpo della castagna è liscio, duro, di color marrone scuro. I marroni hanno la buccia di una tonalità più chiara, un marrone che vira al rossiccio e presenta delle venature beige.

L’EPISPERMA, OVVERO LA PELLICOLA

E’ la sottile pellicina che avvolge il seme, separando buccia e frutto. Le castagne possiedono un episperma spesso, che aderisce fortemente al frutto e in molti casi penetra nella sua polpa: per questi motivi non è raro che rimuoverlo sia un’operazione complicata. L’ episperma dei marroni è vellutato e compatto, perciò spellarli risulta molto più semplice.

 

 

L’ILO, OVVERO LA BASE DEL FRUTTO

Anche detta Cicatrice Ilare, è la parte più chiara delle castagne e dei marroni, quella posizionata alla loro base. Le dimensioni sono variabili, la superficie esibisce una serie di raggi a forma di stella, residui di peluria e granuli puntiformi. Le castagne hanno un ilo tondeggiante, i marroni vagamente rettangolare.

LA FORMA

La castagna, costretta a convivere con molti altri esemplari all’interno del riccio, esibisce una caratteristica parte piatta, come schiacciata. Il marrone ha una forma più tonda, non di rado paragonata a un cuore: ciò è particolarmente evidente nei marron glacés.

 

 

LE DIMENSIONI

La castagna, racchiusa nel riccio in numerosi esemplari, si presenta più piccola rispetto al marrone. Quest’ultimo è facilmente distinguibile per le sue grandi dimensioni.

IL SAPORE

Quello dei marroni è più dolce, più “croccante” e profumato. Ciò non toglie che anche la castagna abbia un gusto gradevole, tuttavia risulta meno intenso. Entrambe ricche di proprietà nutrizionali, queste due eccellenze italiane sono molto utilizzate in cucina. Ma mentre le castagne si degustano principalmente arrosto, per insaporire piatti tradizionali come le zuppe e gli arrosti o sotto forma di farine per prodotti da forno, i marroni proliferano in pasticceria: con essi si preparano i marron glacés, per fare un esempio, e moltissimi altri dolci. Anche la cucina tipica si avvale di frequente dei marroni e delle castagne, basti pensare a ricette quali il castagnaccio, le frittelle e la polenta. Le due tipologie del frutto trovano inoltre un vasto impiego nella preparazione di creme e deliziose marmellate.

 

 

Foto via Piqsels e Unsplash

 

Tornano le Leonidi e ravvivano la notte con una pioggia di stelle cadenti

 

Stasera, tutti con gli occhi rivolti verso il cielo: tornano le Leonidi, e il loro sciame meteorico ci sorprenderà con una pioggia di stelle cadenti. L’evento proseguirà per l’intera notte. Se il cielo sarà sgombro di nuvole, potremo visualizzarle perfettamente; anche perchè la Luna, in fase crescente, non le offuscherà con il suo chiarore. Lo spettacolo si ripete ogni anno, dal 3 Novembre al 2 Dicembre: la pioggia meteorica si verifica quando la cometa 55P/Tempel-Tuttle transita nel punto più vicino al Sole (detto “perielio”). In quel momento, il ghiaccio di cui è composta sublima e da essa si stacca una scia di frammenti chiamati “meteoroidi”. Durante il suo moto di rivoluzione attorno al Sole, la Terra attraversa l’orbita della Tempel-Tuttle incontrando la scia dei meteoridi; il contatto dei frammenti cometari con l’atmosfera terrestre provoca la loro vaporizzazione e, di conseguenza, la formazione dello sciame meteorico delle Leonidi, così battezzate in quanto sembrano provenire dalla costellazione del Leone. Le stelle cadenti, che viaggiano a una velocità di ben 72 km al secondo, penetrano nell’atmosfera con un impatto potentissimo. Sono celebri per la loro brillantezza, e da piogge possono talvolta tramutarsi in tempeste meteoriche con una densità di circa 1000 meteore l’ora.

 

 

Quest’anno, il picco dello sciame avrà luogo nella notte tra il 17 e il 18 Novembre: sarà visibile dalla sera di venerdì fino all’alba di sabato, terminando più o meno alle 6 del mattino. Per ammirare il fenomeno al meglio, è opportuno scegliere un luogo privo di luci artificiali. Lo spettacolo si preannuncia indimenticabile, anche se pare che potremo osservare dalle 10 alle 15 meteore l’ora: non il massimo, secondo gli astronomi. Va considerato, tuttavia, che le tempeste meteoriche (quelle cioè che presentano una maggiore densità di stelle cadenti) si verificano ogni 33 anni, il periodo che la cometa 55P/Tempel-Tuttle impiega per concludere la sua orbita intorno al Sole; gli sciami più memorabili hanno avuto luogo nel 1799, 1833, 1866, 1966 e 2001. Nel 1833 la tempesta meteorica fu talmente intensa da terrorizzare la popolazione della East Coast: sicuri che fosse arrivata l’ Apocalisse, i cittadini corsero a rifugiarsi nelle chiese temendo il peggio. Bisognerà invece attendere il 2032 per assistere alla prossima fitta pioggia di Leonidi.

 

Tendenze AI 2023/24 – Il cappotto: colori e trend di stagione

Eudon Choi

Il freddo è ormai arrivato, e il cappotto si rivela un capospalla imprescindibile. Ma quali sono i modelli di tendenza? Scopriamoli insieme. In un ipotetico primo posto in classifica troviamo le spalle larghe: dire larghe è un eufemismo, sarebbe meglio definirle oversize. Possono essere squadrate o arrotondate, non ha importanza. Quel che conta è che siano iper-voluminose. Un altro trend è rappresentato dal maxi revers: il bavero, così come le spalle, ha dimensioni rilevanti e non passa inosservato. Infine, la lunghezza: il cappotto dell’Autunno Inverno 2023/24 ha un orlo che arriva come minimo a metà polpaccio o si allunga fino a sfiorare il suolo. Il cappotto colorato “regge” ancora? In linea di massima sì, anche se le collezioni privilegiano una palette in cui predominano i colori neutri: cammello, marrone, beige, panna, grigio, nero e bianco sono le nuance più ricorrenti.

 

Proenza Schouler

Y/Project

Sportmax

Marco Rambaldi

Philipp Plein

KGL

Gucci

Dundas

Dawei

Thom Browne

Ferrari

Max Mara

Anteprima

Blumarine

Off-White

MM6 Maison Margiela