Autumn Colors parte 2: gli accessori

Eenk

Qualche giorno fa ci siamo occupati dei look nelle cromie autunnali (rileggi qui l’articolo). Oggi, invece, il focus sarà centrato sugli accessori. Ad accomunarli, anche in questo caso, è la palette del foliage: vinaccia, marrone, giallo, rosso, burgundy, oro, beige e verde bosco abbondano, nei complementi di abbigliamento delle collezioni Autunno Inverno 2023/24. L’atmosfera di stagione viene esaltata a dovere da borse, scarpe, guanti, cappelli, gioielli e sciarpe che sottolineano il suo mood. Indossarli è quasi tassativo, oltre che un piacere. Per coniugare lo stile con alte dosi di creatività e un’ispirazione che omaggia i cicli della natura.

 

Emporio Armani

Andreadamo

Alberta Ferretti

Blumarine

Iceberg

Behen

Dilara Findikoglu

Dundas

Etro

Sacai

Ann Demeulemeester

Off-White

Max Mara

Habey Club

Rokh

Lanvin

Saint Laurent

Bibhu Mohapatra

Chloé

 

Ode al bosco e ai suoi animali

 

“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.”

(Henry David Thoreau)

 

Il bosco, in Autunno, è un’autentica meraviglia. Dello spettacolo del foliage abbiamo già parlato molte volte, è straordinario di per sé. Gli animali costituiscono un’altra magica attrazione della foresta: nel suo fitto vivono scoiattoli, cervi, daini, cerbiatti, cinghiali, porcospini, volpi, lupi, lepri, orsi…e l’ elenco è ancora lungo. Molti di essi si preparano per il letargo, chi parziale, chi totale, ma intanto animano il bosco con la loro presenza. Non ricordo più chi disse che gli animali mantengono intatta la purezza e l’innocenza (che alcuni siano dei predatori non c’entra, fa parte delle caratteristiche intrinseche della loro specie), perchè non sono stati cacciati dal Paradiso terrestre. E’ una frase che fa pensare, che si creda in Dio o meno. Perchè la natura, e quindi il bosco con i suoi alberi, i suoi ruscelli, i suoi stagni, i suoi sterpi, e non ultimo i suoi animali, è capace di stupirci e di emozionarci ogni volta, di farci apprendere immancabilmente qualcosa sulla sua perfezione. La nuova photostory di VALIUM è dedicata alla fauna del bosco immortalata nel periodo più incantevole dell’anno.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Profondo nero: l’hair color di tendenza dell’Autunno è intriso di suggestioni gotiche e dark

 

E’ un nero profondo, quello che sfoggiano le chiome di tendenza dell’ Autunno Inverno 2023/24. Un nero che non ammette vie di mezzo, omogeneo, ispirato a icone gotiche come Mercoledì o Morticia Addams e quindi intriso di suggestioni dark. Potremmo definirlo l’hair color ideale per il mese di Ottobre, con Halloween che si avvicina a grandi passi e il mood cupo, misterioso e giocosamente tetro che l’accompagna. Il nero rievoca figure femminili come le streghe, le femmes fatales, le eroine dei film noir. Elizabeth Short, alias La Dalia Nera, aspirante attrice rimasta vittima di un macabro (e mai risolto) omicidio nella Los Angeles degli anni ’40, era solita vestirsi di nero e appuntare una dalia tra i capelli corvini per attirare l’attenzione su di sè. Il nero è totalizzante, sensuale, ma bisogna saperlo portare. E’ un colore deciso che chiede di essere scelto da donne altrettanto decise. Sta bene con qualsiasi incarnato, enfatizza i lineamenti. Non passa inosservato, emana una allure voluttuosa ed enigmatica al tempo stesso. Attrae, ma mantiene le distanze circondandosi da un alone di mistero. Se optate per questa tinta di capelli, esibitela con eleganza e fierezza.

 

Moschino

Armani Privé

Laruicci

Menchen Thomas

Vivetta

Dundas

Shiatzy Chen

Gaurav Gupta Haute Couture

Nathalie Chandler

Antonio Marras

Dior Haute Couture

Paul Costelloe

Badgley Mischka

Y/Project

Giambattista Valli Haute Couture

 

 

Halloween e le sue tradizioni: dalle torte dell’anima al “Trick or Treat”

 

Il conto alla rovescia per Halloween è già iniziato: tutti ne parlano, gli eventi si moltiplicano, negozi e supermercati strabordano di zucche intagliate o da intagliare. Ma le tradizioni associate all’antico Capodanno Celtico non si limitano alla famosissima Jack-o’-lantern. Sapevate, ad esempio, dell’esistenza della soul cake? Questa “torta dell’ anima”, tondeggiante e ricca di spezie, ha le sembianze di un grande biscotto. Una croce la suddivide in quattro parti: può essere incisa sul dolce con il coltello oppure creata con una manciata di uvette, e in entrambi i casi simbolizza la sua valenza mistica. Le soul cakes sono nate nel Medioevo in Gran Bretagna e in Irlanda. Inizialmente le si preparava per i defunti, giacchè si credeva che sarebbero tornati a far visita ai vivi alla vigilia di Ognissanti (quindi ad Halloween o, come lo chiamavano gli antichi Celti, Samhain). Poi, però, prese piede una nuova consuetudine. Le soul cakes vennero destinate ai soulers, i questuanti che a Samhain bussavano di porta in porta cantando e dichiarando che, in cambio di un “dolce dei morti”, avrebbero recitato preghiere per i defunti. I soulers, in genere bambini o persone indigenti, venivano ricompensati con le torte dell’anima: si pensava che ogni torta mangiata avrebbe liberato un’anima dal Purgatorio.

 

 

L’a-souling era una tradizione molto simile al wassailing e ai Christmas Carols, due cardini del folclore britannico. Queste usanze si basavano sui canti natalizi porta a porta: la prima contemplava che i cantori portassero con sè una coppa beneaugurale di wassail (sidro di mele con spezie); la seconda, sorta in età vittoriana, vedeva protagonisti soprattutto i benestanti impegnati nel sociale, che grazie ai loro canti raccoglievano denaro per i poveri. I soulers, invece, in cambio delle torte dell’ anima recitavano preghiere. Ma come si preparavano, le soul cakes? Le loro varianti erano innumerevoli, accomunate però da un abbondante ripieno di spezie: non mancavano la noce moscata, lo zenzero, la cannella, il pimento, lo zafferano, mentre l’uvetta veniva utilizzata per le guarnizioni. La croce che le contraddistingueva era fondamentale, stava ad indicare che i dolci erano opere di bene. Le torte dell’ anima venivano impastate il giorno di Halloween e il 2 Novembre, solennità della commemorazione dei defunti. Il souling, invece, si praticava sia in occasione di queste date che nel periodo natalizio. E’ molto probabile che dall’usanza derivi il contemporaneo “Trick or Treat”, “dolcetto o scherzetto”, la frase pronunciata dai bambini ad Halloween nel corso della loro questa di caramelle. Verso la fine del XIX secolo, la tradizione del souling e delle torte dell’anima andò scemando. Alle porte delle case, ormai, bussavano perlopiù fanciulli ai quali si regalavano delle mele o qualche scellino.

 

 

I canti dei soulers, le cosiddette souling songs, per la loro particolarità e bellezza furono accuratamente trascritti nel corso dei secoli, mantenendo viva una tradizione di spicco del folklore inglese. E le soul cakes? Ho una buona notizia per voi: continuano ad essere preparate. Non sono destinate a una questua, ma con la loro valenza simbolica rendono Halloween ancora più speciale.

 

 

Foto: Yaroslav Shuraev via Pexels

Foto delle Soul Cakes: Samantha from Haarlem, Netherlands, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons

 

Autumn Colors

Luisa Spagnoli

Marrone, rosso, borgogna, arancio, vinaccia, giallo, verde, oro…il bosco, in Autunno, sfoggia un’ incantevole palette cromatica. I suoi colori sono quelli del foliage, il più affascinante tra i fenomeni autunnali. Anche la moda si lascia ispirare dalla natura in via di assopimento: le collezioni Autunno Inverno 2023/24 ne sono un pregnante esempio. Sebbene questa stagione, a sorpresa, abbia decretato il trionfo di un trend pastello, le nuance vibranti e profonde del bosco autunnale la fanno da padrone in svariate forme (anche in versione fluo). Ecco alcune proposte tratte dalle sfilate dedicate ai mesi freddi.

 

AZ Factory

Alberta Ferretti

Txell Miras

Blumarine

Lanvin

Sacai

Anteprima

Ann Demeulemeester

Dries Van Noten

 

Sprofondare nel sogno

 

“Molti anni fa mi resi conto che un libro, un romanzo, è un sogno che chiede di essere scritto nello stesso modo in cui ci s’innamora di qualcuno: il sogno diventa irresistibile, non c’è niente che tu possa fare, e infine cedi e soccombi anche se il tuo istinto ti dice di battertela a gambe perchè potrebbe trattarsi, dopotutto, di un gioco pericoloso – in cui qualcuno probabilmente si farà male. Per alcuni di noi le prime idee e immagini, le emozioni iniziali possono spingere chi scrive a immergersi automaticamente nel mondo del romanzo, nella trama e nell’ immaginario, nei suoi segreti. Altri possono metterci più tempo a sentire con chiarezza questa connessione, anni, perfino decenni, per arrivare a comprendere quanto avevano bisogno di scrivere un certo romanzo, o amare una certa persona, o rivivere quel sogno. L’ ultima volta in cui avevo pensato a questo libro, a questo specifico sogno, e a raccontare questa specifica versione della storia (…) risale a quasi vent’anni fa, quando mi dissi che potevo farcela a rivelare quanto era accaduto a me e ad alcuni miei amici all’inizio del nostro ultimo anno alla Buckley, nel 1981. Eravamo adolescenti, bambini superficialmente sofisticati, che non sapevano davvero nulla di come funzionava il mondo – lo stavamo sperimentando, immagino, ma senza averne cognizione. Almeno fino a quando non accadde qualcosa che ci proiettò in uno stato di esaltata consapevolezza. (…) Ma venne fuori che non era ancora il momento, e dopo aver scritto alcune pagine di appunti sui fatti accaduti in quell’ autunno del 1981, quando credevo di essermi anestetizzato con una mezza bottiglia di Ocho così da andare avanti, lasciando che la tequila mi calmasse il tremore delle mani, fui preda di un attacco d’ansia tanto forte da farmi finire in piena notte al pronto soccorso del Cedars-Sinai. Se vogliamo associare l’atto di scrivere alla relazione amorosa, allora mettiamola così: avevo desiderato di fare l’amore con questo romanzo che infine sembrava volermisi concedere e ne ero molto tentato, ma quando arrivò il momento di consumare la relazione scoprii che non ero in grado di sprofondare nel sogno. “

Bret Easton Ellis, da “Le schegge” (Giulio Einaudi Editore)

 

 

L’eclissi solare anulare del 14 Ottobre: un evento imperdibile (anche on line)

 

Tutto esiste grazie a questo paio di camminatori:
il sole e il tempo.
(Raul Aceves)

 

In Italia non sarà visibile direttamente, ma potrete ammirarla grazie al sito della NASA che ha organizzato una live: sto parlando dell’eclissi anulare di sole prevista per oggi, il 14 Ottobre. L’eclissi potrà essere osservata negli Stati Uniti, in Centro America, in Colombia e in Brasile, utilizzando tassativamente delle precauzioni per non incorrere in lesioni irreversibili agli occhi. Ma che cos’è, precisamente, un’eclissi solare anulare? Questo fenomeno si verifica ogni volta che la Luna, nel punto più distante della sua orbita intorno alla Terra, si interpone tra il Sole e il nostro pianeta. La sua posizione fa sì che sembri più minuta rispetto al Sole, perciò non riesce ad oscurarlo completamente. La parte dell’astro solare rimasta visibile ci apparirà simile a un gigantesco anello infuocato, una visione di pura meraviglia. Le eclissi, infatti, sono determinate dall’ allineamento (parziale o totale) tra Sole, Luna e Terra. Prendendo come riferimento l’orario italiano, la Luna comincerà ad oscurare il Sole alle 17.03; l’eclissi evolverà in un’ eclissi anulare alle 18.10 e raggiungerà l’apice alle 19.59: in questo momento sarà possibile ammirare l’anello di fuoco in tutto il suo splendore. Poi, a poco a poco, il Sole ricomincerà ad essere visibile nella sua interezza (almeno in America, perchè a quell’ora in Italia il cielo sarà già buio).

 

 

Erano ben due anni che un’eclissi solare anulare non si verificava: l’ultima ha fatto la sua comparsa il 10 Giugno del 2021. Anche in quel caso, tuttavia, in Italia non abbiamo potuto osservarla; a godersi lo straordinario spettacolo cosmico sono stati i canadesi del Nord, i russi e i groenlandesi. Il fenomeno si ripresenterà tra un anno esatto, il 2 Ottobre 2024, ma sarà visibile soltanto nell’area più a Sud dell’ America meridionale e nel Pacifico. Nel Nord America, inoltre, un’eclissi solare totale potrà essere ammirata l’8 Aprile 2024. Nonostante ciò, ripeto, la tecnologia è in grado di fornirci un aiuto prezioso. Oggi pomeriggio, se vorrete rimanere estasiati davanti all’ anello di fuoco del Sole, non dovete far altro che collegarvi al sito della NASA o a siti come The Virtual Telescope Project per godervi l’eclissi solare anulare on line.

 

 

 

I dolci alla zucca: spunti per deliziare il palato con il frutto ottobrino per eccellenza

 

Che dolci preparare con la zucca? Il frutto ottobrino per eccellenza è ampiamente usato in pasticceria. Ha un sapore dolce e non troppo intenso, in più vanta proprietà innumerevoli: la zucca contiene vitamine, fibre, sali minerali, betacarotene e acidi grassi Omega-3; è un ottimo antiossidante, un efficace antinfiammatorio e – last but not least – un autentico toccasana per l’apparato cardiocircolatorio e gastrointestinale. Ma il vero punto di forza della cucurbita maxima (questo il suo nome botanico) e la sua iconicità. Emblema supremo di Halloween, protagonista delle leggende associate alla festa, ha legato a doppio filo la sua vibrante tonalità arancio al nero gotico della vigilia di Ognissanti. Uno dei suoi pregi, come scrivevo all’ inizio dell’articolo, è la capacità di deliziare il palato: la zucca è l’ingrediente principale di golose torte (compresa la celebre Pumpkin Pie del Giorno del Ringraziamento americano), dolcetti sfiziosi come i muffin, cupcakes e biscotti sofficissimi al loro interno, squisiti rotoli farciti di cioccolato e di ricotta, frittelle, crostate, pancakes, persino panini e uno speciale pain brioche. Potrete facilmente trovare le ricette in rete; intanto, godetevi questa ghiotta carrellata di immagini e scegliete il dolce alla zucca che fa per voi.

 

Il rotolo di zucca

La torta di zucca

Le crepes alla zucca

La tradizionale Pumpkin Pie del Thanksgiving Day

I cupcakes di ispirazione halloweeniana

La crostata con marmellata di zucca

I muffin alla zucca

Le tortine alla zucca

I quadrotti di zucca

I panini alla zucca

Il pain brioche

 

Foto via Unsplash, Pexels e Piqsels

 

New York Fashion Week Primavera Estate 2024: mi è piaciuto…15 flash dalle sfilate

 

Comincia il recap di VALIUM sulle Fashion Week: voleremo a New York, Londra, Milano e Parigi per un resoconto delle sfilate Primavera Estate 2024. Assocerò ad ogni capitale della moda 15 flash riferiti ad altrettante collezioni; la selezione è dettata dal mio gusto personale o riguarda i brand di cui – per svariati motivi – più si è parlato. Iniziamo con New York, dove la Fashion Week si è tenuta dall’ 8 al 13 Settembre. Nella Grande Mela sono state 71 le collezioni svelate, un totale che include le sfilate e le presentazioni. Helmut Lang, alla cui direzione creativa ha debuttato lo stilista Peter Do, ha aperto la kermesse, conclusasi poi con lo show di Luar. Gli esordi, le assenze clamorose e i ritorni sensazionali hanno punteggiato una Fashion Week che ha segnato una decisa svolta nello stile Made in USA: minimalismo, monocromia, sostenibilità e inventiva potrebbero essere le sue parole d’ordine, rappresentate da brand di punta quali Proenza Schouler, Khaite, Gabriela Hearst, Collina Strada e Bevza (per menzionarne solo alcuni). Tra i grandi assenti Thom Browne, nominato nel Gennaio scorso nuovo Presidente del CFDA (e succeduto a Tom Ford dopo il mandato di tre anni di quest’ultimo), ma sono probabili future apparizioni “a sorpresa” considerato il 20esimo anniversario del suo marchio. Tempo di festeggiamenti anche per Coach, che ha celebrato con uno show non in calendario il primo decennio di Stuart Vevers alla direzione creativa. A “disertare” la Fashion Week sono stati, inoltre, Rodarte, Simkhai e Veronica Beard; da segnalare invece i ritorni di Ralph Lauren, Sally LaPointe, 3.1 Phillip Lim e Jonathan Cohen. La Fashion Week newyorchese ha contato, in conclusione, sulla presenza di label che incarnano una nuova accezione di stile: oltre a quelle già citate ricordiamo Area, Eckhaus Latta, Dion Lee, Puppets & Puppets e Ulla Johnson. Qui di seguito, i miei 15 flash.

 

Il minimalismo e i cromatismi geometrici di HELMUT LANG

Il mix and match e le suggestioni gipsy di COLLINA STRADA

I tessuti inediti e i colori cangianti di PRIVATE POLICY

L’eleganza essenziale e la candida sensualità di BEVZA

La femminilità fluttuante e i colori arcobaleno di PRISCAVera

Il trionfo di ruches e il monocromo fluo di ULLA JOHNSON

L’estro variopinto e il trompe-l’oeil sartoriale di COLIN LOCASCIO

I contrasti e i bagliori lunari di JASON WU

Il savoir faire e lo chic avant-garde di ADEAM

La sperimentazione e il denim “modulare” di AREA

Il lusso sostenibile e le linee che valorizzano la silhouette di GABRIELA HEARST

Il knitwear minimale e la palette pastello di PH5

Lo scintillio all over e i look eye-catching in stile Studio 54 di THE BLONDS

I grafismi e il denim degradè di MMAM

La sostenibilità e la giocosità gender neutral di Melke NYC

 

Foto di copertina via Unsplash

L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato sono la “Città Europea del Vino 2024”

 

Autunno è anche uguale a vendemmia, uva, buon vino; ne abbiamo parlato spesso qui su VALIUM, di recente. E a tutti gli amanti del vino (ma non solo), oggi annuncio una bella notizia: la “Città Europea del Vino 2024” sarà italiana, più precisamente piemontese. Il riconoscimento, istituito da RECEVIN (Rete Europea delle Città del Vino), è andato infatti a 20 città comprese tra l’ Alto Piemonte e il Gran Monferrato, ed è stato consegnato il 4 Luglio scorso ai componenti degli enti territoriali locali in una sala del Parlamento Europeo di Bruxelles. Per tutto il 2024, dunque, nelle provincie di Alessandria, Biella, Novara, VCO e Vercelli si snoderà un ricco programma di degustazioni, convegni, incontri ed eventi vari che inneggerà alla produzione vitivinicola delle colline piemontesi. Enti, atenei, consorzi, imprese e realtà commerciali saranno coinvolti in una serie di iniziative, collaborazioni (anche a livello internazionale), ricerche di mercato ed approfondimenti focalizzati specificatamente sul territorio e sulle sue risorse enologiche, ottenendo un enorme riscontro in tema di promozione turistica e di vini pregiatissimi: pensiamo solo al Ghemme, al Gattinara, al Bramaterra…e ancora al Grignolino, al Barbera, al Dolcetto. Vantano tutti origini antichissime e un sapore corposo, intenso; sono considerati le icone della cultura eno-gastronomica delle rispettive aree di provenienza.

 

 

In lizza per il riconoscimento europeo erano anche Montepulciano (Siena) e San Clemente (Rimini), ma la “squadra” dei 20 comuni piemontesi ha avuto la meglio grazie (anche) alla propria motivazione: la documentazione prodotta dal Comitato Promotore, presieduto da Mario Arosio, ha persuaso il Consiglio dell’ Associazione Nazionale Città del Vino – che si occupa della selezione delle candidature – a puntare sul Gran Monferrato e l’Alto Piemonte. I comuni che fanno parte della “cordata” sono Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco.

 

 

Ma qual è la città che detiene attualmente lo scettro di “Città Europea del Vino”? Anche in questo caso si tratta di un agglomerato di comuni: per il 2023, il network RECEVIN ha eletto il Duoro (la storica zona vinicola portoghese) “Città Europea del Vino 2023”. Ne fanno parte 19 comuni.

 

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash