Occhi puntati su Marte: stasera, due eventi imperdibili riguardano il Pianeta Rosso

 

Marte è, senza dubbio, il pianeta più mitico del sistema solare. Affascina l’ uomo sin dalla notte dei tempi, forse perchè – dopo Venere e Giove – è uno dei corpi celesti maggiormente visibili anche a occhio nudo. Chiamato “pianeta rosso” per il colore della sua superficie desertica, pare che 4 miliardi di anni orsono ospitasse mari, fiumi e laghi. Se oggi, infatti, la sua atmosfera è gelida e sottile, un tempo era molto più spessa, e si è sovente pensato che avesse permesso lo sviluppo di qualche forma di vita. I Greci e i Romani, attratti dalla sua tonalità rutilante, associarono subito il pianeta ad Ares e a Marte, il dio della Guerra, mentre ad Aristotele bastò notare un suo transito alle spalle della luna per confutare i cardini del geocentrismo. Galileo Galilei, nel 1609, fu il primo ad osservarlo attraverso un telescopio, e Giovanni Schiaparelli (lo zio astronomo della stilista Elsa) creò una sua accurata mappa alla fine dell’ 800. Dagli anni ’60 del XX secolo, svariate sonde hanno raggiunto Marte con l’ intento di esplorarne il terrirorio. Mariner 4 della NASA, nel 1965, fornì le prime immagini ravvicinate del “pianeta rosso”: mostravano crateri frequentemente ricoperti di ghiaccio a causa delle temperature sottozero. L’ ipotesi che ci fosse vita su Marte, quindi,  cominciò a sfumare con delusione unanime.

 

 

Attualmente, sono ben tre le sonde in volo verso Marte: Tianwen-1 proviene dalla Cina, Hope dagli Emirati Arabi e Mars2020 dagli Stati Uniti. Con Mars2020 atterrerà Perseverance, il quinto rover lanciato dalla NASA, partito dalla base di Cape Canaveral lo scorso giugno. Il suo arrivo sul suolo marziano è previsto per le 21.55 (ora italiana) di stasera, un evento che verrà preceduto dall’ impatto di Perseverance con la rarefatta atmosfera del pianeta (pare che innalzerà la temperatura del suo scudo termico fino a 1300°C). Lo sbarco del rover, comunque, non sarà l’unico fenomeno a cui potremo assistere in serata. Marte, che per tutto il mese di Febbraio è osservabile a occhio nudo al calar del buio (basta seguire la sua rotta da Sud Ovest verso Ovest prima che tramonti a notte fonda), darà vita a una favolosa congiunzione con la Luna intorno alle 19. La Luna crescente, a un giorno del primo quarto, stazionerà insieme a Marte nella costellazione dell’ Ariete: l’ astro d’argento e il pianeta rosso si accingono a regalarci uno spettacolo assolutamente imperdibile. L’ atteraggio di Perseverance, altra news di spicco di questo 18 Febbraio, potrà essere seguito alle 20.45  in diretta streaming sul canale YouTube e sulla pagina Facebook della UAI (Unione Astrofili Italiani) grazie all’ iniziativa Mars Nights. Cliccate qui per avere maggiori informazioni sull’ evento on line. Rimarrete piacevolmente sorpresi leggendo che persino Dante Alighieri e David Bowie parteciperanno all’ appuntamento!

 

 

 

Buon San Valentino

 

Che sia l’amore tutto ciò che esiste
È ciò che noi sappiamo dell’amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.

(Emily Dickinson)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La colazione di oggi: un assaggio di San Valentino a base di frutti di bosco

 

La colazione di oggi è un dolcissimo “assaggio” di San Valentino: una torta completamente rivestita di glassa rosa e circondata da macarons che alternano la stessa tinta a un bianco candido, il colore della neve. A decorarla è un tripudio monocromo di frutti di bosco, more e mirtilli di un profondo viola. Cospargono la superficie della torta donandole un aspetto genuino, invitante, che rievoca spensierate spedizioni alla ricerca di bacche. I benefici che apportano questi frutti selvatici sono innumerevoli: abbondano di vitamina C e A, di sali minerali e fibre, ma non di zuccheri, il che esalta le loro virtù diuretiche e depurative. La presenza dei flavonodi, insieme a quella degli antociani, li rende dei potenti antiossidanti. Hanno una spiccata proprietà antinfiammatoria, prevengono le patologie cardiovascolari, sono un toccasana per l’ intestino e per le arterie . C’è qualcos’altro, però, che dota le more e i mirtilli di un appeal incomparabile: le leggende che li circondano. La mora, in particolare, ha una “reputazione” ambivalente. Gli antichi romani la consideravano sacra e la associavano a Saturno, i poeti ornavano il Paradiso di rovi nei loro versi, mentre gli agricoltori a tutt’oggi la detestano perchè si diffonde ovunque con rapidità estrema. Inoltre, la mora non tiene conto della location al momento di crescere: basta una posizione assolata, tutto il resto (panorami desolanti, case diroccate, squallore) è irrilevante. Secondo una leggenda, quando il Diavolo venne cacciato dal Paradiso piombò in un groviglio di rovi. L’ episodio lo fece talmente infuriare che, da allora, ogni 11 Ottobre (il giorno della sua caduta) emerge dall’ Inferno per maledire il cespuglio di more e le sue spine. Dopo quella data, pare che i frutti del rovo comincino a marcire lentamente. Il mirtillo, da parte sua, è legato a una leggenda tutto fuorchè cruenta: si narra che tre giovani fratelli fuggirono di casa e che finirono in luoghi sperduti e lontani. Un giorno, cibandosi dei frutti di tre mirtilli che trovarono lungo il cammino, ritrovarono la saggezza. Tornarono immediatamente dai loro genitori, con cui vissero all’ insegna di una nuova armonia. Ecco perchè il mirtillo viene considerato il frutto-emblema di un buon rapporto tra genitori e figli. Ma è anche ricco di significati ulteriori: essendo uno dei primi alimenti di cui si è nutrito l’uomo, simbolizza la cura, il sostentamento, connettendosi alla dimensione del femminile. Si dice, poi,  che sia miracoloso per la vista, che abbia il potere di farla riacquistare a chi l’ ha perduta. Non è un caso che lo si associ alla pratica della divinazione. La colazione di oggi, in conclusione, ha un sapore unico e speciale: ostenta un fascino antico, profondamente intrigante, che affonda le radici nel primordiale.

 

 

San Valentino 2021: cuore e dolcezza

 

L’amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri; se si dissolve, è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti; s’è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti. Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana.

William Shakespeare, da “Romeo e Giulietta”

 

Il “Winter Wonderland” celebrato da VALIUM include molte altre ricorrenze oltre a quelle, scintillanti, di fine anno. Una su tutte? San Valentino, la Festa degli Innamorati. Una festa che, nonostante sia stata sottoposta a una progressiva mercificazione, rimane un’ attesissima parentesi romantica dedicata all’ amore e al rapporto di coppia. Ai tempi del Covid, questa parentesi acquista un significato del tutto speciale: sottolinea l’ importanza dei legami. Perchè l’ amore è forza, linfa vitale, potenza rigenerante.  E’ gioia e dolore al tempo stesso.  Riprendendo le parole di Shakespeare, è “una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana”. Ma noi, a pochi giorni da San Valentino, preferiamo accantonare il fiele e privilegiare la dolcezza. E’ per questo che nella gallery che segue, ricca di spunti per una Festa degli Innamorati all’ insegna dello stile, ho incluso anche un tripudio di intriganti delizie. A fare da fil rouge è il cuore: un simbolo nè lezioso, nè tantomeno scontato. Casomai, la rappresentazione grafica più d’impatto e accattivante dell’ amore, un valore che risplende nei tempi prosperi…ma ancor più nei tempi bui.

 

Aniye By

A. Bocca, Two for Love San Valentino edition

Kiko, Ray of Love Collection

Sonia Rykiel

Red Valentino

 

Max Mara, Pasticcino bag

Liu Jo

James Avery Artisan Jewelry

 

Molly Goddard

Una Valentine’s Day Card del 1909

 

Dior, Rouge Dior in limited edition per San Valentino

Roger Vivier

Emporio Armani

 

Gucci

Comme des Garçons, Rouge Eau de Parfum

Marc Jacobs, The Love Dress

 

L’ Oréal, collezione Je T’Aime

Gladys Tamez Millinery, Love Hat

 

Marni, Soft Trunk Bag

Pat McGrath Labs, Crimson Couture Lip Kit

 

Mesauda Milano, Red Valentine Collection

Chie Mihara

 

Guerlain

Furla

 

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Dialoghi tra passato, presente e futuro al Carnevale (digitale) di Venezia

Uno scatto di backstage con la co-conduttrice  della diretta streaming nonchè Maria dell’ Anno 2019 Linda Pani

Il Carnevale di Venezia non si ferma: come VALIUM aveva accennato pochi giorni fa (rileggi qui l’articolo), questa edizione è approdata sul web per perpetuare la tradizione in tutta sicurezza. Il Principe Maurice, naturalmente, non poteva mancare. Riveste il consueto ruolo di Gran Cerimoniere del Carnevale, ma tanti altri ancora, ed è intenzionato a stupirci con un travestimento emblematico e molto, molto attuale (che scoprirete leggendo la nostra conversazione). Quando lo incontro, l’ euforia per i progetti che sta portando avanti prevale sui ricordi di un Carnevale maestoso e partecipatissimo,  quando piazza San Marco era il cuore pulsante della festa. A fare da main location, stavolta, sarà Ca’ Vendramin Calergi, una “scatola magica” (così la definisce il Principe), ovvero il Casinò di Venezia. Dopo lo scoppiettante inizio di sabato e domenica scorsi, la kermesse riprenderà a svolgersi dall’ 11 al 16 febbraio. Deve fare a meno del pubblico in presenza, certo, ma ne acquisterà altrettanto -e forse persino di più – grazie a tutti coloro che prenderanno parte virtualmente ai festeggiamenti: un punto di vista connesso con la propositività, la voglia di fare e l’ottimismo fondamentali in un’occasione del genere. Bando alla nostalgia, dunque. E’ Carnevale? Che Carnevale sia! A proposito di nostalgia, noterete che è un tema ricorrente in questa intervista. Il Principe Maurice ne riconosce la funzione confortante, ma al tempo stesso programma il futuro con entusiasmo e determinazione; i suoi impegni in qualità di portavoce del Silb (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo) lo vedono alle prese con uno studio sistematico sulla rinascita dei club e con progetti importanti come il corto “Vuotodiscena”. Tra i media che ospitano Maurice in tempi di pandemia, spicca la web TV: “The Flat”, la trasmissione che conduce in tandem con Antonio Velasquez sul canale Twitch di Smash TV, mette in luce la sua vena ironica come mai prima d’ora. Se il Carnevale di Venezia non si ferma, insomma, il Principe tantomeno. Anzi, è più pronto che mai a scrivere un nuovo capitolo del mondo della notte, dell’arte, dello spettacolo in generale. Perchè il futuro possa uguagliare, e superare addirittura, la magia di un passato che senza dubbio ha fatto storia.

“Anno nuovo, vita nuova”, dice il proverbio. Quali buoni propositi hai formulato per il 2021?

Diciamo che, compatibilmente con lo sviluppo delle restrizioni riguardanti la pandemia, sono proiettato verso qualcosa di costruttivo. I progetti a medio e a lungo termine sono stati procrastinati per poter essere realizzati al meglio, però nell’ immediato mi accingo a fare delle cose che non avrei mai immaginato di fare nella mia vita. E devo dire che mi diverto! Sto parlando di social, di web TV e così via. Ho elaborato una nuova interpretazione di me stesso che è molto simpatica, molto televisiva: potrebbe effettivamente sfociare in ruoli di conduzione televisiva che mi intrigherebbero assai. E’ tutta gavetta per me, è tutto nuovo…Dalla mia parte ho l’esperienza e la sfacciataggine! Il mondo dello spettacolo deve assolutamente riprendersi, è importantissimo. Ho ascoltato una frase alla radio, poco fa, che ho subito adattato a me: “Io non mi diverto per vivere, ma mi diverto per sentirmi vivo.” Il lavoro dev’ essere qualcosa che mi fa sentire vivo, sempre attivo…Quella frase mi ha colpito molto! Io abbraccio la stessa filosofia. Pur avendo dovuto variare la formula delle mie esibizioni, ora faccio qualcosa che mi piace e che mi ha ridato linfa. Sono più che soddisfatto.

 

Maurice sullo sfondo di una piazza San Marco pressochè deserta…

…e insieme a Claudio Vernier, Presidente dell’ Associazione di Piazza San Marco, con cui ha parlato “del momento drammatico e della chiusura – anche per Carnevale – di tutti i caffè storici”

Capodanno in zona rossa, crisi di governo, proroga dello stato di emergenza…il nuovo anno non è iniziato sotto i migliori auspici. Noto che tra la gente si sta diffondendo il rimpianto di un passato idilliaco, quasi che il presente e il futuro non esistessero. Come fare per intravedere una luce oltre il buio, per guardare nuovamente all’ avvenire?

Sono d’accordo con te e sto cercando di fare il possibile perché questo non diventi una rinuncia: rifugiarsi nei ricordi del passato senza riuscire a immaginare di poter fare qualcosa non dico di simile…Perché nulla potrà essere più come prima, questa esperienza è troppo forte e sconvolgente e dal punto di vista sociale, e dal punto di vista economico, e dal punto di vista culturale. Ma credo che proprio culturalmente ci sarà una rivoluzione enorme. A me il fatto che molti si attacchino quasi morbosamente al passato, ai ricordi, gratifica. Mi è capitato di incontrare persone di tutte le età che quando mi vedono si illuminano, mi dicono “Quanti ricordi! Che bello, grazie per tutto quello che hai fatto per noi!”. Però vorrei anche riuscire a fare qualcosa di nuovo, di diverso. Proiettare cioè nel futuro questa mia esperienza, la saggezza che credo di aver accumulato negli anni: ho scoperto in me una vena comica e ironica superiore persino a quella che avevo già! Penso che sia legittimo ricordare il passato con struggimento, ma bisogna guardare anche avanti con la speranza di fare cose altrettanto intriganti. La nostalgia è sempre emozionante, soprattutto per chi, come me, ha contribuito a creare questi ricordi. Non vorrei, però, che ci ripiegassimo sul rimpianto. Dovremmo pensare all’ avvenire con la voglia di fare, di vedere, di ascoltare qualcosa di nuovo. L’ ironia è un potente antidoto per esorcizzare la paura, l’angoscia, il torpore che ci stanno iniettando come un veleno terrificante. Se ci ridiamo sopra, perlomeno potremo arrangiarci finchè non riprenderemo a far festa…assembrandoci! Io voglio ricominciare ad assembrarmi con altre persone! (ride, ndr.)

 

Un leggendario scatto del Principe

In qualità di portavoce del Silb, potresti darci qualche anticipazione su come intendete procedere per uscire dall’ impasse in cui versa il mondo della notte?

Assolutamente sì. Con la Commissione Comunicazione ed Eventi abbiamo elaborato una strategia veramente interessante e d’ impatto. Prima di tutto, per svecchiare questa istituzione che esiste da 60 anni…Anche se il nostro motto è “Siamo in ballo da 100 anni”, perché i primi locali con sala da ballo, gli antenati delle discoteche, sono nati circa 100 anni orsono. Senza dubbio guardiamo alla tradizione e all’istituzionalità, però dobbiamo rinnovarci. A questo scopo toccheremo vari punti, tra cui il discorso ecologico. Ci proponiamo di rendere ecologico anche il divertimento, ad esempio attraverso il non utilizzo di plastica monouso e l’utilizzo di energie alternative…Esistono pavimenti da discoteca che creano energia elettrica tramite il ballo. Ballando, cioè, si produce l’energia necessaria per avere luci, suoni e quant’ altro: pensa che cosa simpatica! I cardini del Silb sono l’istituzionalità, la tradizione, la sostenibilità, la comunicazione. Ci prefiggiamo di tenere sempre aggiornati tutti, non solo i locali associati ma anche gli utenti, soprattutto i giovani, attraverso una sezione che si chiama Creative Lab e punta molto sui social, sull’ interazione…Vogliamo capire cosa sognano i ragazzi ed elaborare un prodotto di divertimento adatto alle esigenze attuali. Tenendo conto, naturalmente, di tutte le precauzioni necessarie. Dobbiamo creare un prodotto stimolante, innovativo, che lanci nuove tendenze ma al tempo stesso prenda in considerazione lo stato d’ animo di coloro che fruiscono dei locali da ballo e da intrattenimento. Il nostro settore ha un indotto pazzesco…In più, in seguito a varie ricerche, abbiamo scoperto che la terza domanda che si pone chi va in vacanza dopo “Dove andiamo a dormire?” e “Dove andiamo a mangiare?” è “Dove andiamo a divertirci?”. Prima ancora di chiedersi cosa visitare in un certo luogo! Il divertimento, quindi, è al terzo posto nei fattori che determinano la scelta di una località di villeggiatura: siamo importanti! Il motto del nostro Presidente Maurizio Pasca è diventato, non a caso, “La discoteca è una cosa seria”. La discoteca è una cosa seria quando si identifica con un’imprenditorialità ad alto livello come quella dei locali nostri affiliati. Per entrare a far parte del Silb devi avere requisiti ben precisi. Insomma, siamo una cosa seria ma vi vogliamo far divertire! Persino durante i viaggi di lavoro, dopo le riunioni e gli aggiornamenti ci si vuol svagare. E’ un diritto, quasi un dovere.

 

“Together is Better”, il motto della sezione Creative Lab del Silb

A che punto sei con la realizzazione di “Vuotodiscena”, il corto che progettavi di girare negli straordinari spazi del Teatro Accademico di Treviso insieme alla troupe degli “Artisti Interrotti”?

“Vuotodiscena” sta diventando sempre più importante, perciò le riprese sono state procrastinate fino a quando non si raggiungerà l’obiettivo finale. Il tema è rimasto lo stesso, la location anche, però siccome ha catturato l’interesse di personaggi molto rappresentativi del mondo dello spettacolo (che vorrebbero partecipare come testimonial), diciamo che sveleremo il progetto nella sua completezza. Presenteremo il work in progress, quindi, non appena saremo pronti per partire: alla scadenza dell’anno di clausura che ci è stato imposto, ovvero il 23 febbraio. Il 2 febbraio, Giornata Mondiale della Vita, abbiamo invece presentato il nostro programma di rilancio. Perché nei locali noi celebriamo la vita, per cui ci sentiamo molto coinvolti da questa ricorrenza. In sintesi, il progetto “Vuotodiscena” verrà presentato ufficialmente il 23 febbraio. Non si tratta di un videoclip, è un cortometraggio dall’alto spessore artistico. Lo faremo circolare, infatti, anche nei circuiti dei Festival Cinematografici che hanno una sezione sul corto.

Il 3 Febbraio hai iniziato una nuova avventura su Twitch insieme a Antonio Velasquez, il leggendario “patron” dell’Insomnia Discoacropoli d’Italia, e con la partecipazione di svariati special guest: dobbiamo intenderla come una conversione al virtuale?

No, non potrò mai convertirmi al 100% alla rete, però approfitto di questa possibilità per esserci anche virtualmente. Antonio Velasquez mi ha offerto un ruolo in questa web TV che si chiama Smash e fa parte del circuito di Twitch: io, figurati, non sapevo cosa fosse Twitch e men che meno Smash TV! Poi ho scoperto che Twitch è una piattaforma di grande successo dedicata soprattutto ai giocatori on line e che è stata scelta addirittura dai Ferragnez, che hanno lì un loro spazio. E’ un social simile a Instagram, ma con lunghi contenuti video dove si può andare a ruota libera. Il nostro programma, “The Flat”, è un salotto bizzarro ambientato nell’appartamento di Antonio. Io, invece, sono sempre in giro: mi collego da un hotel, da un palazzo, da un ponte…ovunque mi trovi in quel momento. Abbiamo due ore a disposizione, dalle 18 alle 20. Siamo partiti il 3 febbraio e ogni settimana avremo un ospite diverso; posso anticiparti che il 10 febbraio lo special guest sarà Andy dei Bluvertigo, che tra l’altro ha una casa-atelier bellissima e coloratissima! E’ molto divertente entrare nelle case dei nostri ospiti, perchè si collegano da casa loro. Il tutto, in totale libertà: facciamo delle interviste inconsuete, con domande provocatorie, divertenti e un po’ trasgressive…Vogliamo arrivare a scoprire l’anima di tutti coloro che ospitiamo e a scoprire la nostra come non abbiamo mai fatto prima, perché questo strumento ce lo permette. Il progetto di Smash Alternative Television, “The Flat” con Antonio Velasquez, mi intriga tantissimo. Tra l’altro proviene per metà dall’ esperienza Insomnia e per l’altra metà dall’ esperienza Cocoricò: aleggia un retrogusto clubbing, ma ad intrigare non è solo quello. Seguiteci il mercoledì su Smash TV dalle 18 alle 20! Cercheremo sempre di stupirvi in maniera ironica e simpatica: abbiamo bisogno di tornare a sorridere!

 

Il nostro eroe tra passato, presente e futuro: qui, con le memorabili lenti bianche per presentare “The Flat”, il suo nuovo programma su Smash TV

Tra mutazioni del virus e ritardi dei vaccini sembra che la fine del tunnel del Covid, purtroppo, sia ancora lontana. Pensi che ci rassegneremo a trasferire l’ arte sul web? Quali vantaggi potrebbe apportare un momentaneo “trasloco” virtuale delle espressioni artistiche più conciliabili con esso?

L’unico vantaggio che noto è che sicuramente può stimolare nuove forme di creatività: moderne, che fanno riferimento alla tecnologia, e questo ci sta. Ma il virtuale non potrà mai sostituire l’emozione di visitare una mostra dal vivo, di vedere uno spettacolo dal vivo, di ballare dal vivo e non a casa propria. Mi sono piaciute molto le esibizioni di David Guetta al Louvre e di Papa Dj alla Cattedrale di Santa Sofia di Kiev, tutte organizzate a fini di beneficenza. Però noi vogliamo ballare sotto i nostri dj, vogliamo assembrarci! Speriamo che il vaccino anti Covid sia efficace, che ci faccia sentire tutti più tranquilli. Per quanto mi riguarda, non cambieranno mai la mia abitudine di godere “live” dell’arte in tutte le sue forme. Il virtuale è un mezzo per tener vivo l’interesse, per intrigare: se oscuri tutto è la morte totale. Senza dubbio è un buon supporto, ma è auspicabile che al più presto si possa riaprire i teatri, i musei e quant’altro. Dobbiamo riconoscere che la tecnologia ci ha offerto una bella chance, se la pandemia fosse esplosa 50 anni fa non sarebbe stato possibile continuare a fruire dell’arte. Così come è successo quando mi esibivo nel mio Teatro Notturno e stimolavo indirettamente i giovani ad andare a teatro, il web potrebbe attrarli verso la cultura, se viene presentata in modo appetibile. Perché per intrigare i giovani bisogna trovare un linguaggio adeguato. Io ho in programma un evento tradizionale che verrà per la prima volta, e spero anche l’ultima, realizzato virtualmente: spero di riuscire a trovare il linguaggio giusto! Diciamo che è un po’ una sfida…Il web ha i suoi vantaggi, ma non voglio che sostituisca la realtà.

 

Antonio Velasquez

A proposito di virtualità, quest’ anno anche il Carnevale di Venezia è digitale…Con tanto di streaming e virtual room. Che ci racconti al riguardo?

Anche questa è una grande sfida. Sono molto felice che abbiano pensato a me come testimonial della storia e dell’attualità del Carnevale, che mi abbiano voluto nelle vesti di traghettatore per questa edizione sostanzialmente in stand by. Sono una sorta di conduttore/protagonista delle dirette in streaming, sicuramente non è facile. Il Carnevale digitale ha già ricevuto tantissime critiche dai tradizionalisti: “Ma che tristezza, che miseria!”, dicevano. Io, invece, dico che è una chance.  Intanto, il Carnevale non può essere rimandato perché è una ricorrenza così come il Natale, Capodanno, Pasqua: o si fa o non si fa. Non farlo sarebbe stato penalizzante, perché avremmo dovuto aspettare l’anno prossimo e avremmo perso, quindi, questa magia di immagini. E’ bello provare a rievocarla con un racconto dal vivo che risulta più intimo, forse anche più misterioso e divertente, più intrigante. Io ci credo molto. Abbiamo cominciato il 6 e il 7 febbraio mostrando immagini di repertorio dei momenti più prestigiosi e particolari della kermesse, poi dall’ 11 al 16 febbraio ci saranno la presentazione delle Marie dell’anno scorso, l’elezione della Maria che l’anno prossimo volerà dal Campanile di San Marco e la premiazione virtuale della “Maschera più Bella”. Di carne al fuoco, insomma, ne abbiamo! Durante le dirette verranno inserite “pillole” ad hoc in cui dei narratori (me compreso) gireranno la città raccontando aneddoti su determinati luoghi di Venezia. Lo scopo di questa edizione digitale è tener viva l’attenzione; non si tratta del Carnevale vero e proprio, però vogliamo mantenere il fil rouge. Non farlo sarebbe stato peggio! Quindi, facciamolo: come si può, con le dovute precauzioni, ma facciamolo! La “scatola magica” del Carnevale è il Palazzo del Casinò. Si svolge tutto a Ca’ Vendramin Calergi: ci sono stanze virtuali dedicate ai bambini, ai giovani e agli adulti, il pubblico può partecipare virtualmente a questa storica edizione. Spero che sia un unicum, e penso che sia un’esperienza che valga la pena di vivere. Sia semplicemente osservandola che interagendo con noi, perché è possibile. Basta seguire le istruzioni nel sito ufficiale del Carnevale: collegatevi dall’ 11 al 16 febbraio alle 17, fino alle 18.30! Certo, non è appagante come esserci di persona, però ci divertiamo ugualmente. L’ unico evento in presenza che credo riusciremo a effettuare è la regata di chiusura, perché sulle imbarcazioni si riesce a mantenere la distanza. Fare un corteo di barche con i vogatori in maschera potrebbe essere un bel momento conclusivo: l’acqua ci consentirebbe di navigare non solo nella rete, ma sulle acque della laguna!

 

L’ artwork del Carnevale di Venezia 2021

In quali ruoli ti cimenti, in questa edizione?

Indubbiamente sarò un Casanova, potrò dare delle lezioni di seduzione. Però sarò anche un Doge, un Folle, e con il mio primo travestimento ricomincerò proprio laddove era finito il Carnevale 2020. Ricordi? L’anno scorso ho interpretato, alla mia maniera, il Covid che uccide il Carnevale. Ecco, stavolta il Carnevale smaschererà il Covid attraverso la tecnologia, che in tutta sicurezza ci consente di rappresentarlo comunque. Per me sarà una sorta di vendetta! Non possiamo vederci de visu? Allora mi vedrete in streaming, alla faccia del Covid! Mi presenterò travestito da “Coronavirus”, ma appena arriverò prevedo di spogliarmi (non del tutto!) e di dire: “Abbiamo smascherato il Covid, adesso sappiamo cos’è. Cerchiamo di prevenirlo, di curarlo, così potremo gradualmente ricominciare a vivere.”  E’ un bel messaggio di speranza…La naturale continuazione di tutto quello che l’anno scorso, a Venezia, è stato fatto in presenza. Come la Regata Storica, effettuata in tutta sicurezza, il Redentore, che è stato realizzato riprendendo l’antica tradizione religiosa del pellegrinaggio, e non da ultimo la Mostra del Cinema, che si è svolta con le precauzioni del caso ed ha funzionato. La Biennale, tra l’altro, in questa edizione del Carnevale è presente nella stanza dei bambini: da alcuni anni collabora con noi attraverso una didattica giocosa e gioiosa.

 

Un travestimento clou: Maurice interpreta il Covid, che “uccise” il Carnevale 2020. Foto di Attilio Bruni

Lo splendido Palazzo Ca’ Vendramin Calergi, main location del Carnevale 2021, avvolto nella magia notturna

Tra pochi giorni sarà San Valentino. Come trascorrerai la tua prima festa degli Innamorati nelle vesti di “marito”? Ti chiedo anche: quanto conta, l’amore, in un’epoca drammatica come quella che stiamo vivendo?

La mia esperienza da “marito innamorato”, a San Valentino, sarà a distanza: mi troverò al Carnevale di Venezia e il 14 Febbraio sarà la giornata più impegnativa. Anche se è una festa un po’ commerciale, San Valentino è un bel momento celebrativo della cosa più bella che esista, il rapporto tra due persone che si amano. Di qualsiasi sesso esse siano. Quindi, va festeggiato! Riguardo all’ amore, ho notato che ultimamente le percentuali delle separazioni sono altissime: l’esperienza del Covid è una grande prova. I problemi economici, per esempio, hanno sempre intaccato anche i rapporti di coppia perché costituiscono una grave preoccupazione esistenziale. Però io spero che, con tutte queste difficoltà, gli amori veri non solo siano sopravvissuti, ma si siano fortificati! Secondo me, al di là di San Valentino, il concetto di amore è fondamentale: può essere quello tra due partner, ma anche tra amici, parenti e così via. L’amore è fortificante, determinante, motivante. Tante persone resistono al dramma del virus perché si dicono “Siamo insieme. Insieme ce la facciamo, insieme ricostruiremo”. E’ molto meglio insieme che da soli.

 

Maurice insieme alla moglie Flavia Cavalcanti, a Andy dei Bluvertigo e alla sua compagna Lilya

Vorrei concludere con il tuo consueto messaggio ai tantissimi giovani che ti seguono, ma anche ai tuoi fan più irriducibili: quelli che ricordano a tutt’oggi i grandi templi della notte, i loro protagonisti, la loro musica, con nostalgia crescente…Qual è il tuo consiglio, per aiutarli a superare un periodo che sembra ormai pura fantascienza? Nessuno meglio di te potrebbe parlare direttamente al loro cuore.

Il mio consiglio è di riascoltare comunque quella musica, di riguardare i video, le foto dell’epoca, di rivivere quelle emozioni. Ma anche di pensare al presente. Ultimamente, io e tanti miei colleghi siamo on line in una forma molto salottiera, discorsiva, dove parliamo con gioia delle esperienze passate ed elaboriamo, al contempo, strategie future affinché i templi della notte possano riaprire: sicuramente in un modo diverso, ma consono alla nascita di storie importanti come è avvenuto anni orsono. Per esempio, io sono iscritto a una community che si chiama Clubbing e farò parte di una sorta di Academy improntata da Alessandro Imarisio, più noto con il nome di Ale Big Mama. Avevo già tenuto una lectio magistralis un po’ generica per gli utenti di Clubbing, parlando di tutto ciò che a mio avviso occorre per essere protagonisti nel mondo della notte e dell’entertainment. I ricordi sono preziosi, teniamoceli stretti perché fanno parte del nostro bagaglio, ma al tempo stesso sfruttiamo la tecnologia: interagiamo on line con gli operatori, Silb in testa e singoli come me, Franchino, i vari dj coinvolti, per ripensare il loisir del futuro. Il dj Mauro Ferrucci mi ha mandato il video di un’intervista che mi aveva fatto nel ’93 o ’94 e che neppure ricordavo. E’ stato bellissimo rivedermi in quel modo, così giovane…Quindi, cerchiamo sì quel materiale perché contiene delle testimonianze uniche, ma partecipiamo anche alle discussioni finalizzate a rilanciare in modo adeguato il nostro ambiente. E’ più che necessario!  Voglio concludere con la frase con cui ho iniziato la tua intervista: “Non mi diverto per vivere, ma mi diverto per sentirmi vivo”. Abbiamo tutti bisogno di sentirci vivi! Noi vecchie volpi ci mettiamo a disposizione con la nostra esperienza, ma siamo molto interessati a ricevere input e suggerimenti da parte di tutti, soprattutto dei giovani. Tra l’altro, uno dei must della ripartenza sarà quello di trasformare gli spazi notturni dei club anche in spazi diurni dedicati proprio ai giovani. Non solo relativamente alla formazione professionale, bensì dal punto di vista dell’incontrarsi, del discutere insieme di tanti argomenti. Come in un’agorà: un luogo adibito all’ elaborazione di nuovi pensieri e di un nuovo tipo di socialità. Che va recuperata…Non credo sarà facile, ormai comunichiamo perlopiù in modo virtuale. Dovremmo rieducare a una visione positiva delle relazioni. A ritrovarci guardandoci negli occhi, parlando faccia a faccia e non davanti allo schermo di un telefono o di un PC. D’altronde, è proprio questo uno dei compiti sociali del nostro ambiente.

 

“Non sventoleremo mai bandiera bianca se non per ottenere un effetto scenografico!”, scherza Maurice mostrandomi la foto qui sopra. In questa immagine e nelle due successive, alcune tra le più iconiche performance del Principe. Vedi alla voce “nostalgia”…

A Venezia con Tommy Vee e la sua Bouledogue Pandora. Vee prenderà parte al Carnevale con un dj set in streaming da Ca’ Vendramin Calergi

Andy dei Bluvertigo, che sarà ospite di “The Flat” mercoledì 10 Febbraio

Il Principe “accerchiato” nel backstage del Carnevale

Sascha Sgualdini, storico assistente di Maurice: è tornato apposta da Palma di Maiorca per sostenerlo in questo periodo di lavoro frenetico

 

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

Foto di Ca’ Vendramin Calergi di Dennis Jarvis from Halifax, Canada, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, attraverso Wikimedia Commons

 

Il close-up della settimana

 

Oggi inizia ufficialmente il Carnevale di Venezia, ma una maschera come quella della foto la vedrete solo on line. Intanto, il colore bianco del suo abito non è casuale: rimanda al cambiamento, a un nuovo inizio, alla purificazione che precede una rinascita. E’ la tonalità ideale, quindi, per simboleggiare l’ edizione 2021 dell’ antica kermesse lagunare, che non si lascia intimidire dal Coronavirus e si mette in gioco tramite un’ inedita versione virtuale. “Tradizionale, emozionale, digitale”, così il Carnevale viene definito nel comunicato stampa di presentazione, e di emozioni ne elargirà senza dubbio. Perchè quest’ anno chiunque potrà partecipare alla più celebre festa veneziana: è sufficiente connettersi al sito ufficiale del Carnevale, ai suoi social o accedere a Televenezia, sul canale 71 del digitale terrestre.

 

 

La manifestazione carnascialesca, insomma, non rinuncia ad allietarci con la sua magia ma approda sul web per permettere al pubblico di fruirne in tutta sicurezza. Dal 6 al 7 Febbraio e dall’ 11 al 16 Febbraio, a partire dalle 17 fino alle 18,30 circa, gli streaming trasmessi da Ca’ Vendramin Calergi – il Casinò di Venezia, affacciato sul Canal Grande – ci condurranno tra i luoghi e i protagonisti del Carnevale in un vortice di euforia, spettacolari travestimenti, avvincenti interviste e suggestivi racconti. Ma per ora non vi dico altro: sono assolutamente intenzionata a non fare spoiler. Ad introdurci al perenne incanto del leggendario evento veneziano sarà un personaggio (o meglio, uno, nessuno e centomila) che chi segue VALIUM conosce molto bene. Chi altri se non lui, potrebbe raccontarvi con parole più intriganti il Carnevale di Venezia? Scommetto che avete già capito di chi si tratta…Stay tuned per non perdere questo straordinario appuntamento!

 

 

 

Oggi a colazione: frittelle “carnascialesche”

 

La colazione di oggi tiene conto che, ebbene sì, è iniziato il Carnevale. Il periodo più folle dell’ anno è stato inaugurato il 31 Gennaio e culminerà con questa triade di date: 11 Febbraio, Giovedì Grasso; 14 Febbraio, domenica di Carnevale (che si sovrapporrà a San Valentino); 16 Febbraio, Martedì Grasso. Nelle panetterie e nei supermercati castagnole, frappe e chiacchiere già imperversano, inneggiando al lato ghiotto di una festa dalle radici antichissime. Per evitare i dolci più inflazionati senza trascurare la tradizione, scegliamo però le frittelle: sono un’ autentica delizia e sfoggiano una allure internazionale, poichè rimandano ai caratteristici pancake a stelle e strisce. Ma se gli americani arricchiscono i loro pancake con miele, fragole, salse varie e frutti di bosco, alle frittelle basta una spolverata di zucchero per stuzzicare il palato. Anche la preparazione è piuttosto semplice. E’ sufficiente munirsi di ingredienti come il latte, la farina, il lievito di birra, il burro, la scorza di mezzo limone, l’ essenza di vaniglia, il sale, l’ olio di semi di arachidi per la frittura dell’ impasto e lo zucchero semolato, meglio se  in abbondanza. Dopodichè, va seguita scrupolosamente la ricetta (la trovi qui ). Il risultato finale sono dei dolcetti tondeggianti e piatti, dalla consistenza soffice e cosparsi di zucchero sui due lati. Vengono anche detti “frittelle del Luna Park” perchè è comune trovarli negli stand dei parchi di divertimenti, ma il loro gusto è talmente squisito che non potevano non rientrare tra le specialità “carnascialesche”. E più che meritatamente, bisogna dire: provare per credere!

 

 

 

I “giorni della merla”: i giorni più freddi dell’ anno e le loro leggende

 

Siamo nel pieno dell’ Inverno, nel pieno dei giorni più freddi nell’ anno: i “giorni della merla”. E’ questo il nome con cui il 29, il 30 e il 31 Gennaio vengono identificati nella tradizione popolare. Ad ispirarlo sono state remote leggende che condividono la protagonista, una merla dal piumaggio bianco, e lo scenario, il freddo intenso del primo mese dell’ anno. La leggenda più accreditata risale a tempi antichissimi. Narra di una merla candida, ammirata da tutti, che Gennaio aveva preso di mira: ogni volta che andava a far provviste, lui scatenava tormente di neve e violente folate di vento. Un anno, stufa dei suoi dispetti, la merla si procurò cibo in abbondanza e rimase al tepore del suo nido per 28 giorni esatti – tanti, allora, ne contava Gennaio. Il ventinovesimo giorno uscì e iniziò a burlarsi di quel mese perfido che stavolta non era riuscito a infastidirla. Gennaio si infuriò terribilmente: chiese in prestito tre giorni al fratello Febbraio e ritornò subito per provocare tempeste a raffica. Gelo, temporali e neve costrinsero la merla a rifugiarsi di corsa nel primo comignolo che incontrò lungo il suo percorso. Qui rimase per 72 ore, finchè finalmente il maltempo svanì. Quando uscì dal nascondiglio tirò un sospiro di sollievo, perchè era scampata alla collera di Gennaio. Ma non appena si specchiò, rimase senza fiato: le sue splendide piume bianche, per colpa del fumo del comignolo, erano diventate color carbone. Da quel momento, il piumaggio dei merli rimase per sempre nero e il mese di Gennaio durò in eterno 31 giorni.

 

 

Questa leggenda, tuttavia, non è poi così lontana dalla realtà: nel 713 a.C., con la riforma di Numa Pompilio, il mese di Gennaio durava davvero 28 giorni. Quando il calendario romano fu sostituito da quello giuliano nel 46 a.C., Gennaio si “impadronì” di tre giorni appartenenti a Febbraio poichè quest’ ultimo calendario si basa sull’ anno solare, ossia sul ciclo delle stagioni. Tra le svariate versioni della leggenda ne compare una abbastanza simile: narra di una famiglia di merli che, a Milano, aveva fissato la sua dimora sotto una grondaia. La neve copiosa di quell’ Inverno rendeva sempre più difficile procurarsi il cibo, perciò il capofamiglia decise di volare lontano alla ricerca di un rifugio sicuro in cui trasferirsi con la sua merla e con i loro tre merlottini. Fu proprio in quel periodo che mamma merla, viste le temperature polari, fu costretta a spostarsi su un altro tetto insieme ai suoi piccoli. Lì, il fumo di un comignolo emanava un po’ di calore. Ma quando papà merlo ritornò dal viaggio, stentò a riconoscere la sua stessa famiglia: la fuliggine aveva annerito completamente le piume dei merlottini e di mamma merla. Si unì comunque a loro e il 1 Febbraio, una giornata tiepida, uscirono tutti per godere dei raggi del sole. L’ allegra famiglia, a causa del fumo, era ora composta da cinque merli neri. Fu proprio da allora – secondo la leggenda – che i merli bianchi scomparvero, sostituiti da esemplari con il piumaggio color fuliggine (è il caso di dirlo). I detti popolari hanno attribuito una variegata simbologia alla figura del merlo: se molti proverbi fanno coincidere il suo canto con la fine dell’ Inverno, altri intimano al merlo di non cantare neppure a Marzo per non istigare il ritorno del maltempo. Sul versante credenze, invece, la tradizione vuole che a dei giorni della merla molto freddi segua una Primavera assolatissima. Al contrario, se i giorni della merla sono tiepidi la Primavera faticherà ad arrivare.

 

 

 

Il fascino antico della “Luna del Lupo”, la prima luna piena di Gennaio

 

Segnatevi subito data e ora: 28 Gennaio, 20,16. In quel momento, infatti, nel cielo notturno si staglierà la prima luna piena dell’ anno. Niente di speciale, direte. Ma non è affatto così, considerato il retaggio dell’ evento. La prima luna piena del gelido e nevoso Gennaio è stata battezzata “Luna del Lupo” in moltissime culture. E non a caso: nel cuore dell’ Inverno, quando la maggior parte degli animali è in letargo, i branchi di lupi erano soliti dirigersi verso i villaggi e le abitazioni alla ricerca di cibo. Durante le loro scorribande, sentirli ululare rivolti al plenilunio era comune. L’ immagine del lupo che ulula alla luna è diventata leggendaria, un vero e proprio leitmotiv dell’ iconografia popolare, ma esistono ulteriori motivi che connettono i lupi con la luna piena e con il mese di Gennaio: innanzitutto, è proprio in questo periodo che inizia la stagione riproduttiva. Ecco allora l’ esigenza di ululare per marcare il proprio territorio, per far sì che nessuno si inoltri nei “luoghi della riproduzione”. E dato che il lupo è un animale che vive in branco, potete immaginare quanto sia potente un coro di ululati rispetto a un ululato in solitaria. Ogni lupo, poi, sa bene che se ulula con il muso rivolto al cielo (o alla luna, se preferite), il suo richiamo coprirà distanze vastissime e verrà udito dagli esemplari che appartengono al suo branco ovunque si trovino in quel momento.

 

 

Sul perchè il lupo sia un animale prevalentemente notturno, la ragione è chiara: il suo status di predatore fa sì che agisca con maggior facilità al calar delle tenebre. In realtà, nonostante lo stereotipo del “lupo cattivo”, il canis lupus possiede svariate doti. Si muove in branco perchè nel branco trova sostegno, senso della solidarietà e di appartenenza; è consapevole del valore dei legami e rimane con la stessa famiglia per una vita intera. Con i suoi cuccioli gioca abitualmente, trova sempre del tempo da dedicare a loro. Non sono pochi i popoli che consideravano il lupo un emblema di lealtà. Per gli antichi Celti, il lupo concentrava in sè gli influssi caratteristici della Luna: lo spiccato intuito, l’ abilità nel captare realtà celate e di fiutare il pericolo gli derivavano direttamente dall’ astro d’argento. Una leggenda, pensate, racconta che il lupo una volta fagocitò il Sole per fare il pieno di potere lunare! Esaltandone i lati migliori, possiamo imparare molto da questo quadrupede. Qualche esempio? Uno spirito di coesione orientato alla positività, il valore della correttezza e di un attaccamento basato sull’ affetto e sull’ accettazione delle proprie fragilità. E’ comprensibile che il plenilunio di Gennaio fosse associato all’ inquietudine, presso la popolazione delle campagne: molti anni orsono, quando la sera ci si ritrovava davanti al focolare, l’ululato dei lupi suscitava spavento ed era foriero di pericolo per il bestiame. Il fascino che emana la “Luna del Lupo”, con tutte le sue credenze e le sue leggende, rimane però potente e irresistibile. Gli altri nomi con cui viene appellato questo suggestivo evento sono “Luna del Grande Inverno”, “Luna dei ghiacci” e “Vecchia Luna”.

 

 

 

Mandarini a colazione

 

La colazione di oggi è golosa e salutare al tempo stesso: c’è di che festeggiare! Una buona fetta di torta e mandarini a volontà, per godere delle proprietà benefiche del frutto più sfizioso dell’ Inverno. Il mandarino, infatti, è un concentrato di vitamina C ma non solo. Contiene vitamina A, vitamina P, vitamine del gruppo B e si rivela il migliore antidoto contro i malanni da raffreddamento: la vitamina C rafforza il sistema immunitario ed incrementa la formazione del collagene. Tra le altre sostanze di cui è ricco vanno segnalati l’ acido folico e minerali quali il ferro, il magnesio, il potassio, il calcio. Nel mandarino, inoltre, abbondano le fibre, che garantiscono un buon funzionamento dell’ intestino, e il bromo, un ottimo alleato del sonno. Non vanno trascurate le doti antiossidanti del frutto: il limonane impregna la sua buccia e dalla stessa buccia viene estratto l’ olio essenziale di mandarino, un autentico toccasana. La funzione antiossidante del citrus deliciosa (questo il nome botanico dell’ agrume) si esplica anche grazie all’ azione della naringenina e dell’ esperidina, potenti antinfiammatori oltre che rimedi contro il diabete, mentre la cospicua presenza di flavonoidi protegge dalle patologie neurodegenerative e cardiovascolari. Last but not least, i polifenoli contenuti nel mandarino possiedono una notevole efficacia nel modulare il metabolismo lipidico incentivando, di conseguenza, lo smaltimento del grasso superfluo. Diamo quindi inizio con allegria, ed addentando un mandarino succoso, a questa nuova giornata.