William Shakespeare, Sonetto 130

 

Gli occhi della mia donna nulla hanno del sole,
il corallo è ben più rosso del rosso delle sue labbra;
se la neve è bianca, il suo seno è certo bruno,
se son setole i capelli, nere setole avrebbe in capo.
Ho visto rose screziate, rosse e bianche,
ma non vedo tali rose sulle sue gote;
e in certi olezzi vi è maggior delizia
che non nell’alito che la mia donna emana.
Io amo la sua voce eppure ben conosco
che la musica ha un suono molto più gradito;
ammetto che mai vidi l’inceder d’una dea:
la mia donna nel camminar calpesta il suolo.
Eppure, per il cielo, per me è talmente bella
quanto ogni altra donna falsamente decantata.

(da “Shakespeare. I sonetti”. Introduzione di Nemi D’Agostino, prefazione di Romana Rutelli, traduzione di Maria Antonietta Marelli. Garzanti editore)

 

“La notte d’ottobre”, una poesia di Attilio Bertolucci

 

Mi ha svegliato il tuo canto solitario,
triste amica dell’ottobre, innocente civetta.
Era la notte,
brulicante di sogni come api.
Ronzavano
agitando le chiome di fuoco
e le bionde barbe,
ma i loro occhi erano rossi e tristi.
Tu cantavi, malinconica
come una prigioniera orientale
sotto il cielo azzurro…
Io ascoltavo battere il mio cuore.

(da “Fuochi in Novembre”, Alessandro Minardi Editore, 1934)

 

“Settembre”, una poesia di Attilio Bertolucci

 

Chiaro cielo di settembre
illuminato e paziente
sugli alberi frondosi
sulle tegole rosse

fresca erba
su cui volano farfalle
come i pensieri d’amore
nei tuoi occhi

giorno che scorri
senza nostalgie
canoro giorno di settembre
che ti specchi nel mio calmo cuore.

(Da “Sirio”, edizioni Alessandro Minardi, 1929)

 

“Notte d’estate”, una poesia di Antonio Machado

 

È una notte bellissima d’estate.
Nelle alte case stanno
spalancati i balconi
del vecchio borgo sulla vasta piazza.

In quell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi, acacie
disegnano in simmetria
le nere ombre sulla bianca arena.

Allo zenit, la luna, e sulla torre
col quadrante alla luce l’orologio.
In questo vecchio borgo vado a zonzo
solo, come un fantasma.

Antonio Machado, da Campos de Castilla, 1912

 

“Vi è un incanto nei boschi”, una poesia di Lord Byron

 

Vi è un incanto nei boschi senza sentiero.
Vi è un estasi sulla spiaggia solitaria.
Vi è un asilo dove nessun importuno penetra
in riva alle acque del mare profondo,
e vi è un armonia nel frangersi delle onde.
Non amo meno gli uomini, ma più la natura
e in questi miei colloqui con lei io mi libero
da tutto quello che sono e da quello che ero prima,
per confondermi con l’universo
e sento ciò che non so esprimere
e che pure non so del tutto nascondere.

Lord Byron