Il castagnaccio, dolce tipico appenninico della spooky season

 

In Italia, è il dolce tipico della spooky season: il castagnaccio, una torta a base di farina di castagne, affonda le sue origini in Toscana, ma si è rapidamente diffuso nell’area appenninica in regioni come l’Umbria, le Marche, il Lazio, l’Emilia, la Romagna e la Liguria. Le castagne, sugli Appennini, costituivano l’alimentazione principale dei popoli montani. Anticamente, le loro proprietà nutrienti erano valse a questo frutto l’appellativo di “pane dei poveri”: le popolazioni rurali aggiungevano la farina di castagne a quella di frumento,  molto dispendiosa, per preparare il pane; essendo poi ricche di amido e fibre, ma quasi del tutto prive di grassi, le castagne apportavano innumerevoli benefici all’organismo. Potevano, infine, essere gustate fresche o essiccate in svariati tipi di ricette, il che le rendeva un cibo ideale, eclettico e soprattutto alla portata di tutti. Anche il castagnaccio, non a caso, viene considerato un dolce “povero”: è facile da realizzare, non troppo elaborato e si avvale di pochi ma saporiti ingredienti. Ne esistono diverse versioni, a seconda della zona di provenienza; persino il nome della torta varia in base alla località. Qualche esempio? In provincia di Massa-Carrara viene chiamato “castignà”, a Lucca “torta di neccio”, a Livorno “toppone”, ad Arezzo “baldino”, a Firenze “migliaccio” e nella Piana di Firenze-Prato-Pistoia è conosciuto come “ghirighio”, per citare solo la Toscana.

 

 

Ma quali ingredienti include, la ricetta del castagnaccio? L’ impasto, a base di farina di castagne, olio extravergine d’oliva, acqua, uvetta e pinoli, viene cotto al forno. Localmente, altri ingredienti prendono parte al processo della sua preparazione: ne esistono versioni che includono le scorze di arancia, la frutta secca (più che altro noci e pinoli), i semi di finocchio, il rosmarino…Lo si serve con ricotta e miele di castagno per esaltare al massimo la sua golosità. Le bevande perfette a cui accompagnarlo, invece, sono il vino novello oppure il Vin Santo: due abbinamenti degni di un’irresistibile esperienza degustativa. Nelle Marche, la mia regione, il castagnaccio viene arricchito con l’aggiunta di pinoli, uvetta, talvolta fichi secchi e aghi di rosmarino. Proprio quest’ultimo è il protagonista di una romantica credenza: secondo un’antica tradizione, se la fetta di castagnaccio offerta da una fanciulla a un giovane contiene il rametto di rosmarino, costoro sono ben presto destinati a diventare marito e moglie.

 

Foto di copertina by Visit Tuscany via Flickr, CC BY-NC-SA 2.0

 

Il Vin Santo, l'”oro liquido” della Toscana

 

L’Autunno è, senza dubbio, la stagione del vino. In nessun altro periodo dell’anno il vino si beve più volentieri: davanti al caminetto acceso, insieme agli amici o nell’intimità familiare. Ma anche da soli, la sera, per celebrare la fine di una lunga giornata di lavoro. Il vino novello, non a caso, viene immesso sul mercato dal 30 Ottobre in poi; e le ossa dei morti, i tipici biscotti del giorno della Commemorazione dei Defunti, si servono rigorosamente con il Vin Santo. Ecco, il Vin Santo appunto: oggi approfondiremo la storia, le curiosità e le caratteristiche di questo antichissimo vino toscano. Che sia stato ribattezzato “oro liquido” è tutto fuorchè casuale. Si tratta di un vino pregiato, raffinatissimo, che in tempi remoti veniva offerto agli ospiti – o alle persone – di prestigio compiendo un gesto di stima e di profonda riverenza nei loro confronti. Pare addirittura che il  procedimento per realizzarlo sia una sorta di “ricetta” segreta tramandata di padre in figlio.

 

 

Ma che cos’è, innanzitutto, il Vin Santo? Il Vin Santo è un vino passito, che viene cioè ricavato da uve lasciate appassire dopo essere state raccolte. Sul nome che gli è stato assegnato, così particolare, abbiamo notizie che sconfinano un po’ nella storia e un po’ nella leggenda. Un antico scritto senese attesta che, negli anni in cui la peste nera imperversava in tutto il Vecchio Continente, un frate appartenente all’Ordine Francescano si servisse del vino destinato all’Eucaristia per guarire i contagiati. Era il 1348:  due anni prima la peste bubbonica si era diffusa dall’ Asia in Europa, dove sarebbe rimasta per 500 anni. Dubitiamo che la terapia a base di vino funzionasse, ma molti ne erano fermamente convinti: fu chiamato Vin Santo perchè si riteneva che fosse miracoloso, in grado di curare la peste.

 

 

Sempre nel Medioevo, precisamente nel 1439, pare che fu il cardinale e umanista Giovanni Bessarione a imbattersi nel Vin Santo. Mentre il Concilio di Firenze era in corso, Bessarione assaggiò un vino e credette di riconoscere nella bevanda il “vino di Xantos”, ovvero Santorini. Lo affermò davanti a tutti, ma coloro che sedevano a tavola con lui udirono il termine “santos” al posto di “Xantos”: ciò li portò a credere che quel vino possedesse caratteristiche taumaturgiche. Secondo altre testimonianze, invece, il nome Vin Santo deriverebbe dal fatto che fosse utilizzato nella Santa Messa, durante la liturgia Eucaristica.

 

 

E le particolarità del Vin Santo, quali sono? Essendo un vino passito, come già detto, viene realizzato con uve sottoposte a una lunga fase di appassimento, o disidratazione. Durante il processo, l’acqua e gli acini si separano incrementando la concentrazione di zuccheri in modo esponenziale. Questo procedimento è piuttosto duraturo e, soprattutto, estremamente dispendioso. Il vino che si ottiene è contraddistinto da un’alta gradazione alcolica e un elevato residuo zuccherino. La produzione del Vin Santo si avvale di uve come la Malvasia del Chianti, il San Colombano, il Cenaiolo Bianco e il Trebbiano; quando vengono usate uve di tipo Sangiovese, prende il nome di Vin Santo occhio di pernice. Anche in Umbria, oltre che in Toscana, il Vin Santo è una bevanda tradizionale. Nella sua versione più dolce (ne esiste una dalle note che virano al secco) si abbina ai cantucci, biscotti secchi a base di mandorle che affondano le loro origini nella Toscana del 1500. Montefollonico, una frazione del comune di Torrita di Siena, viene considerato il “borgo del Vin Santo”: questa tipologia di vino è il simbolo del paese. Qui, ogni anno, il 7 e l’8 Dicembre si festeggia la produzione del cosiddetto “oro liquido” con l’evento “Lo gradireste un goccio di Vin Santo?”, dove con “goccio” si fa riferimento alla parsimonia con cui veniva offerto il prezioso vino toscano. Tra le attrazioni della festa sono incluse degustazioni, mercatini artigianali, passeggiate naturalistiche, ma il clou è costituito dal concorso “Il miglior Vin Santo fatto in casa”: viene assegnato un premio a tutti coloro che producono il Vin Santo artigianale più squisito.

 

Photo Credits, dall’alto verso il basso:

Vin santo e cantucci, foto 1: Popo le Chien, CC0, via Wikimedia Commons

Vin Santo e cantucci, foto 2: Popo le Chien, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons

Uve appassite: Zyance, CC BY 3.0 , via Wikimedia Commons

 

Frutta e verdura di stagione: le new entry settembrine

 

Nuova stagione, nuova frutta e verdura da portare a tavola. Ma quali sono le new entry del mese di Settembre? Scopriamolo con una panoramica generale. In primo piano, naturalmente, c’è l’uva, e non poteva essere altrimenti nel periodo della vendemmia. Dolcissima e succosa, l’uva è ricca di zuccheri ma senza eccedere, tant’è che possono consumarla (con moderazione) anche i diabetici non incorrendo in particolari problemi. Gli acini di questo frutto contengono un mix di vitamine e minerali: la vitamina A, B1, C e PP unite a buone dosi di calcio, manganese, potassio, ferro, sodio e magnesio danno vita a un connubio altamente salutare. L’uva ha il potere di depurare l’organismo, sopperire alla carenza di minerali e scongiurare l’anemia. Accanto all’uva troviamo i fichi, prelibatezze di fine estate per antonomasia, che vengono raccolti tra Agosto e Settembre. Le prugne e le pesche resistono, pesche noci o nettarine comprese, mentre per i frutti di bosco è un vero e proprio trionfo: le more, i mirtilli, il ribes e i lamponi tingono le nostre tavole di intensi colori.

 

 

Seguono a ruota i fichi d’India, le pere e le mele, la cui raccolta è iniziata da quasi un mese a causa dell’eccezionale calura estiva.

 

 

Per quanto riguarda la verdura, iniziare con i funghi è d’obbligo. Chi si dedica alla loro raccolta, non ha che l’imbarazzo della scelta: porcini, russole, cantarelli e steccherini sono le specie must di Settembre, e ad esse si aggiunge quella dei sanguinelli a fine mese.

 

 

A Settembre, in determinate regioni d’Italia, inizia anche la raccolta di varietà di tartufi come il tartufo bianco pregiato e il tartufo nero. Nell’orto potremo invece trovare svariate delizie: su tutte la zucca, emblema autunnale per eccellenza, e poi il porro, ultra saporito. Non si può dire che non siano in buona compagnia; finocchi, patate, pomodori, fagioli, carote, sedani rapa, cavolfiori, zucchine e peperoni compongono il resto del variegato gruppo di ortaggi settembrini. Sono tutte verdure che abbondano di acqua e vitamine, estremamente benefiche per l’organismo e – ça va sans dire – squisite in cucina grazie al loro gusto.

 

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Davanti al mare: quel profondo senso di benessere e di libertà

 

Il mare è libertà (come dicevamo ieri), il mare è benessere. Non solo fisico, ma anche mentale. Ed è un benessere che percepiamo attraverso i cinque sensi. Bisogna però fare una premessa: il paesaggio marino riveste un ruolo primario in quel senso di profonda serenità. L’ambiente, infatti, è ricco di ioni positivi e negativi. Gli ioni positivi risultano piuttosto dannosi per l’organismo e possono provocare insonnia, depressione, nervosismo, spossatezza, problemi alla tiroide; incentivano inoltre la produzione dei radicali liberi. Gli ioni negativi, massicciamente presenti negli ambienti contenenti acqua come le cascate, i temporali, le fontane e soprattutto il mare, sono invece altamente benefici per il corpo e la mente:  li stimolano e rilassano al tempo stesso, riequilibrando i livelli di serotonina prodotti dal cervello. Non dimentichiamo che la serotonina, detta anche “ormone del buonumore”, svolge una funzione chiave per il benessere fisico e mentale. Ed è stato scientificamente attestato che gli “spazi blu”, che beneficiano cioè della vicinanza dell’acqua, sono un autentico toccasana per la salute psico-fisica delle persone, poichè riducono lo stress e l’ansia con effetti positivi sull’umore.

 

 

Passiamo ora al rapporto tra il mare e i cinque sensi. Partiamo dalla VISTA: ammirando l’orizzonte sconfinato, perdiamo lo sguardo nell’immensità del mare. E’ un’esperienza rigenerante, che amplifica la nostra percezione visiva. Anche da questo aspetto ha origine il senso di libertà che proviamo davanti alla distesa marina; avvezzi come siamo a spazi ristretti come quelli del display del nostro smartphone, della TV o dei locali che straripano di gente, ritroviamo il piacere di osservare l’infinito. Abbandoniamo il caos, la frenesia quotidiana per immergerci in sensazioni di totale armonia con il cosmo, di benessere e relax. L’andirivieni ipnotico delle onde ha un effetto rilassante per la vista e per la mente, favorisce la meditazione. Non è un caso che, al tramonto, molti abbiano l’abitudine di praticare yoga in riva al mare.

 

 

Arriviamo dunque all’UDITO: il flusso ritmico delle onde coinvolge anche la nostra percezione degli stimoli uditivi. Il mare è calma e potenza a un tempo, e l’infrangersi delle onde sulla riva ne descrive entrambi gli aspetti. Questa melodia, magnetica e cadenzata, viene chiamata rumore bianco: include tutte le frequenze dello spettro del suono che interagiscono tra loro in perfetta sintonia. Il rumore bianco accarezza il nostro udito, ci avvolge nella sua magia. Racchiudendo tutte le lunghezze d’onda, attutisce qualsiasi rumore presente ed è in grado di stimolare le onde alfa, che il cervello produce in condizioni di profonda calma e rilassamento. Non solo udito, quindi: il rumore bianco favorisce un’esperienza distensiva a tutto campo.

 

 

L’OLFATTO beneficia, da sempre, dell’inconfondibile odore marino e di tutti i sali minerali che impregnano l’aria di mare. Innanzitutto lo iodio, fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei, ma anche il calcio, il magnesio, il silicio, il potassio e il cloruro di sodio. Il profumo del mare è talmente unico e inebriante da aver ispirato innumerevoli fragranze che rievocano le atmosfere balneari.

 

 

Parlando del TATTO, non posso che far riferimento a una photostory pubblicata di recente, “A piedi nudi”, dove descrivo quanto risulti salutare  camminare a piedi scalzi lungo la battigia. In questo caso entrano in gioco la sensazione di libertà così come l’apparato circolatorio e l’ossigenazione sanguigna, stimolati dalle lunghe passeggiate in riva al mare. Ma non solo: il contatto del piede con l’acqua marina allevia lo stress e promuove una sensazione di relax tale da risultare estremamente proficuo per chi soffre di disturbi da dipendenza o correlati ad eventi traumatici.

 

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Notturno Acquatico

 

 

“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua.”
(Margaret Atwood, da “Il canto di Penelope. Il mito del ritorno di Odisseo”. Ponte alle Grazie Editore)

 

Ritratto notturno con acqua. Luci al neon, bagliori e luccichii che sfavillano nel buio. Dove ci troviamo? In un club, in un locale, su un rooftop con piscina…Le opzioni sono molteplici, il senso di mistero unico e indescrivibile. Come il glamour che sprigionano le immagini. Oggi la rubrica dedicata ai libri, “Le Perle di Valium”, si fonde con il format della photostory dando origine a un connubio intriso di incanto. Enjoy it.

 

Foto: Olya Prutskova via Pexels

 

Bere acqua fa bene. Ecco perchè

 

Quando fa molto caldo, l’imperativo è bere acqua il più possibile. Ma quali sono i benefici che l’acqua apporta al nostro corpo? Partiamo da un presupposto: l’acqua, un nutriente importantissimo, è presente nel corpo umano in una percentuale del 65% circa. Mantenersi idratati è fondamentale per il funzionamento di tutto l’organismo, permettendo alle strutture biologiche di crescere e rinnovarsi costantemente. La quantità di acqua che gli esperti consigliano di bere ogni giorno è compresa tra un litro e mezzo e i due litri. Andiamo quindi a scoprire i benefici dell’acqua punto per punto.

  • I muscoli contengono il 75% di acqua, essenziale affinchè svolgano qualsiasi tipo di attività motoria. Bere è indispensabile perchè dota i muscoli e le articolazioni dell’ideale lubrificazione, inoltre è stato dimostrato che una corretta idratazione è strettamente correlata al successo della performance sportiva.
  • All’ interno delle cellule è incluso il 40-50% dell’acqua presente nel nostro corpo. Bere è fondamentale per conservare l’elasticità della pelle e mantenerla tonica, compatta, luminosa. Con l’avanzare dell’età, quando l’epidermide comincia a perdere elasticità e idratazione, bere molta acqua è un ottimo antidoto per ripristinare i liquidi in ogni strato cutaneo e contrastare la comparsa delle rughe.
  • La temperatura del corpo è regolata dall’acqua. Con il caldo torrido, l’acqua evapora per raffreddarlo e per far sì che non assorba troppo calore. Chi non beve a sufficienza non è in grado di reggere lo stress a cui l’afa sottopone l’organismo, in quanto è privo di “scorte” di liquidi che lo termoregolino.
  • L’acqua lubrifica le mucose orali ed è imprescindibile per deglutire il cibo: non è un caso che la saliva contenga acqua al 98%. La disidratazione risulta deleteria sia per la deglutizione che per l’articolazione dei suoni e la salute dentale, perchè provoca secchezza nel cavo orale.
  • Bere acqua è tassativo per favorire il processo digestivo e il funzionamento dell’intestino. Una delle conseguenze più frequenti della disidratazione è rappresentata dalla stitichezza. L’acqua ammorbidisce le feci e accelera il transito intestinale.
  • La cornea e il corpo vitreo, due componenti dell’occhio umano, sono composti di acqua al 90%. Idratarsi adeguatamente è salutare per la vista e previene fenomeni ottici come le miodesopsie, le cosiddette “mosche volanti”.
  • Non bevendo acqua a sufficienza, si può incorrere in dei cali di pressione. La disidratazione, infatti, provoca una riduzione del volume di sangue circolante causando ipotensione arteriosa.

 

 

  • Bere molta acqua fluidifica il muco e si rivela un toccasana per l’apparato respiratorio: i polmoni ne beneficiano ampiamente. Il ristagno del muco, al contrario, favorisce svariate patologie respiratorie.
  • L’acqua è fondamentale per l’eliminazione delle tossine, le sostanze di scarto del nostro organismo. Vengono espulse tramite organi quali i reni, il fegato, l’intestino, la pelle (con la sudorazione): in questi processi, l’acqua svolge un ruolo chiave.
  • I reni, che attraverso le urine eliminano le sostanze di scarto e mantengono l’equilibrio idrosalino nell’organismo, risentono particolarmente dei benefici dell’acqua. L’acqua li aiuta a diluire gli scarti e a prevenire pericolosi sovraccarichi. La disidratazione, invece, favorisce la formazione dei calcoli renali.
  • Un altro importantissimo ruolo svolto dall’acqua, consiste nel distribuire le sostanze nutritive in tutto il corpo. Tra i nutrienti che ingeriamo, infatti, non sono rari quelli idrosolubili, cioè che si sciolgono nell’acqua. L’acqua è il veicolo che li trasporta nell’apparato circolatorio, da dove poi, unitamente all’ossigeno, si diramano nell’ intero organismo.
  • Bere incrementa il metabolismo, aiuta a bruciare calorie e stimola la combustione dei grassi.
  • Per chi fa sport, l’acqua è portentosa: dona energia ai muscoli e previene i crampi e le distorsioni. Dopo l’attività fisica, inoltre, reintegra tutti i liquidi dispersi con il sudore.
  • L’acqua è energetica, combatte il senso di stanchezza e favorisce la concentrazione, rafforzando le abilità cognitive.
  • Attenzione: bere troppa acqua fa altrettanto male che berne poca. Non superate mai i due litri al giorno per non rischiare un’intossicazione da acqua, una condizione molto grave.

Foto via Pexels e Pixabay

 

Wet look 2024: quando anche il make up è effetto bagnato

 

Il wet look è un must dei mesi caldi. Ma c’è una novità: oggi non riguarda più solo i capelli (di cui ho già parlato in un articolo che potete rileggere qui), bensì l’intero make up. Già, proprio così. Perchè l’effetto glow, bagnato e traslucido è uno dei top trend del trucco dell’estate 2024. E se per realizzare una chioma dall’aspetto bagnato è sufficiente utilizzare dosi massicce di un gel apposito sui capelli umidi dopo il lavaggio (troverete maggiori dettagli nell’articolo di cui sopra), il “wet make up” consiste in tutta una serie di step. Più che altro perchè coinvolge gli occhi, le labbra e la pelle del viso.

 

 

Comiciamo dagli occhi. Optate per gli ombretti liquidi: sono a base di acqua e vantano uno splendido finish metallizzato. Aderiscono alla palpebra alla perfezione, sfoggiando un effetto wet che li dota di bagliori iridescenti. Sceglieteli nel colore che preferite; per un look naturale, il più “acquatico” possibile, optate per il nude; se invece volete sbizzarrirvi, sappiate che sono disponibili in un’ affascinante palette cromatica che include il lilla, il turchese, il prugna, il rosa, l’argento, il blu, il ruggine e moltissime altre nuance. L’importante è stendere un primer sulle palpebre prima dell’applicazione dell’ombretto, per permettergli di aderire al meglio ed evitare che crei sbavature o grinze a causa dell’oleosità della pelle. E se volete potenziare al massimo l’effetto bagnato, sopra l’ombretto stendete un gloss trasparente: fatelo picchiettando, utilizzando un pennello, in modo da non rimuovere il colore.

 

 

Per donare un effetto bagnato alle labbra, via libera ai gloss specchiati e trasparenti che rimpolpano la mucosa. Le cosiddette “liquid lips” valorizzano la tonalità naturale delle labbra; catturano la luce tramite sapienti giochi di riflessi e risaltano in quanto a brillantezza. Diventano uno dei punti focali del viso senza sforzo, avvalendosi di un finish iper lucido che enfatizza il loro volume.

 

 

Anche la pelle del viso può ammantarsi di fascino, esibendo il wet look. Il prodotto chiave è l’illuminante, da scegliere possibilmente in balsamo oppure in stick: applicandolo sulle guance, sul contorno occhi e sulle labbra regala uno straordinario effetto scintillante, nutrendo e ammorbidendo la pelle al tempo stesso. Il finish lucente si fonde con l’epidermide, facendo sì che il make up risulti di lunga durata. Potete stendere l‘illuminante sia sulla pelle nuda che sopra il trucco, tamponandolo, per creare dei fantastici punti luce. La formulazione in balsamo o stick consente al prodotto di aderire al meglio e di non svanire poco tempo dopo a causa del caldo.

 

Foto: Yan Krukau via Pexels

 

Lo snorkeling, ovvero come ammirare le meraviglie del mondo subacqueo

 

Esiste un modo meraviglioso per esplorare il mare, immergersi nel blu e ammirare pesci, alghe, creature acquatiche e piante marine dai colori straordinari: si chiama “snorkeling”, e consente di osservare il mondo subacqueo senza doversi dotare di attrezzature complesse. Basta munirsi di una maschera, di un boccaglio e delle pinne per andare alla scoperta del paesaggio sottomarino, sebbene non ci si cali nelle sue profondità. Nel caso si decida, in seguito, di passare alle immersioni, è un ottimo modo per esercitarsi. Ma quali sono i requisiti per approcciarsi a questa disciplina? Innanzitutto, una buona salute e la proverbiale “sana e robusta costituzione”, poi bisogna saper nuotare. Chiunque sia in possesso di tali doti può diventare uno snorkeler, a qualunque età. Le immersioni, invece, richiedono un’esperienza e delle competenze tecniche ben precise, oltre che l’utilizzo di attrezzature adeguate. E’ comprensibile: immergendosi si esplorano gli abissi marini. Non a caso, prima di iniziare a fare immersioni è tassativo sottoporsi a una visita medica ed esibire un certificato che attesti l’idoneità a praticare questo sport acquatico. Successivamente, sarà necessario iscriversi a un corso e conseguire il brevetto subacqueo. Anche per quanto riguarda lo snorkeling, comunque, sarebbe preferibile seguire un corso base di immersioni: è sempre meglio avere delle conoscenze tecniche sull’attività che si andrà a svolgere e saperne di più sulla flora e la fauna marina locali. Non meno importante è imparare a riconoscere le correnti di ritorno del mare, responsabili di molti annegamenti; possono trasportare al largo senza che ci si renda conto.

 

 

Se si decide di praticare lo snorkeling regolarmente, l’attrezzatura dovrebbe includere – oltre al classico trio composto da maschera, boccaglio e pinne – una muta subacquea in neoprene e una boa segna sub per segnalare la propria presenza. Informarsi sull’area in cui ci si accinge a osservare i fondali marini è altrettanto utile, rispetto alle normative e alle autorizzazioni riservate a questo tipo di sport. Naturalmente, rispettare la natura e le creature acquatiche è un must: l’acqua del mare va mantenuta pulita, così come la spiaggia; bisogna evitare di toccare la flora e la fauna marina e di offrire cibo ai pesci; i movimenti compiuti devono essere pacati, circospetti, il meno invasivi possibile degli spazi che si sta occupando. Un dettaglio importante: dato che generalmente lo snorkeling si pratica in costume da bagno, sarebbe opportuno proteggersi dai raggi UV con una buona crema solare waterproof. E adesso godetevi la nuova photostory di VALIUM, che dedico allo snorkeling e al blu intenso del mondo subacqueo.

 

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Le acque profumate: quando aroma fa rima con freschezza

 

Sono rinfrescanti, aromatiche, energizzanti: sto parlando delle acque profumate, che in estate possono benissimo sostituire le fragranze. Disponibili esclusivamente in versione spray, si compongono di acqua distillata arricchita da oli essenziali o altre essenze. Non è raro che contengano sostanze balsamiche, lenitive o energetiche, presentandosi come un tipo di profumazione straordinariamente eclettica e ideale per le giornate più afose. Le acque profumate possono essere spruzzate su tutto il corpo, subito dopo la doccia o quando lo si desidera: mattina o sera non fa differenza, grazie al loro effluvio delicato. L’ effetto refrigerante è immediato, ci si sente subito divinamente nella propria pelle. Essendo l’acqua l’ingrediente base del prodotto, sono in grado di idratare il corpo con una semplice nebulizzazione; rinnovando questo gesto durante la giornata, si ha ogni volta la sensazione di essere appena uscite dalla doccia. Il buonumore fa la sua comparsa, il senso di benessere è alle stelle.

 

 

Le acque profumate sono il non plus ultra per i mesi caldi, dicevamo: il classico profumo, infatti, può risultare troppo intenso e avvolgente quando le temperature superano i 30 gradi. Al contrario, la leggerezza e l’impalpabilità delle acque soddisfano le esigenze olfattive del momento, sprigionando freschezza ed elargendo idratazione ad ampie dosi. La loro consistenza acquosa, il loro aroma a bassa concentrazione fa sì che non abbiano la stessa persistenza di un eau de parfum o un eau de toilette, ma ciò consente di utilizzarle più volte nell’arco della giornata. E poi sono pratiche: il formato spray facilita l’applicazione e può essere inserito tranquillamente in borsetta per essere trasportato ovunque. Il fatto che abbiano un aroma delicato, tuttavia, non rende le acque meno inebrianti.

 

 

La freschezza è il punto di forza delle acque profumate, ma è possibile adottare dei piccoli accorgimenti per intensificare la loro profumazione. Spruzzate l’acqua sul collo e sul corpo a doccia ultimata, subito dopo aver steso una crema che ne replica l’aroma: a beneficiarne saranno la scia olfattiva così come l’azione idratante.

 

Foto: Ron Lach via Pexels

 

Gli innumerevoli benefici di un bagno in mare e dell’acqua marina

 

Ai benefici di un bagno in mare ho già accennato in questo articolo dedicato a come proteggersi da Caronte e dalle sue temperature infuocate. Oggi, però, voglio approfondire l’argomento. Perchè lo merita: l’acqua di mare, che contiene sale in una quantità di 35 grammi per ogni litro, è un vero e proprio toccasana per il nostro corpo. Ippocrate, considerato il padre della medicina, aveva scoperto le sue virtù sin dai tempi dell’Ellade. In particolare, aveva constatato l’azione disinfettante, cicatrizzante e antidolorifica dell’acqua marina, ma si era concentrato anche sulla sua efficacia nella prevenzione delle infezioni. Gli antichi Greci la utilizzavano per combattere le infiammazioni delle articolazioni e delle ossa, patologie come l’asma e le dermatiti. Possiamo dire che sono stati dei grandi precursori: l’acqua di mare, infatti, è una miniera di sostanze preziosissime per l’organismo umano.

 

 

Il mare è straordinariamente ricco di minerali. Contiene magnesio, iodio, calcio, sodio, silicio, oltre che numerose sostanze biologiche che ottimizzano il metabolismo e il funzionamento del sistema ormonale. L’acqua marina, inoltre, svolge un’azione benefica per le ghiandole endocrine (tra cui l’ipotalamo, l’ipofisi, la tiroide), con risultati che si ripercuotono positivamente su tutto l’organismo.

 

 

Ma perchè quando ci immergiamo in mare proviamo un’immediata sensazione di relax? E’ molto semplice: ancora una volta, grazie alle sostanze presenti nelle sue acque. Il bromo, contenuto in quantità sufficienti, ha rinomate virtù distensive; il magnesio combatte la ritenzione idrica e riduce il volume dei liquidi nel corpo; il sale purifica la pelle, depositandosi sull’epidermide dove rimane anche per svariate settimane.

 

 

Per la pelle, l’acqua di mare si rivela miracolosa: è in grado di curare un gran numero di dermatiti, oltre che condizioni croniche quali la psoriasi e l’eczema, grazie all’acido salicilico in essa contenuto. I minerali che abbondano nel mare possiedono spiccate proprietà antinfiammatorie, risultando altamente benefici per le ossa, i muscoli e le articolazioni; di conseguenza, alleviano i reumatismi e l’atrite. L’effetto antinfiammatorio è dovuto alla salutare azione che i minerali esercitano sul fegato, sui reni e sulla pelle, spronandoli a eliminare le tossine con la massima rapidità. Gli ioni negativi del sale dell’acqua marina sono l’ideale per garantire il benessere dei bronchi, dei polmoni e dell’apparato respiratorio in generale, mentre lo iodio è un toccasana per il sistema endocrino e soprattutto per la tiroide.

 

 

Un bagno in mare è sinonimo di buonumore e serenità. Ciò accade perchè nuotando compiamo un’attività fisica che, in quanto tale, rilascia endorfine, i cosiddetti “ormoni della felicità”. Lo stress e le tensioni si dissolvono per lasciar spazio a una sensazione di profondo benessere.

 

 

Persino il sistema immunitario viene rafforzato da un bagno in mare. L’organismo deve abituarsi a reagire alle variazioni della temperatura corporea; tutto ciò, insieme al movimento compiuto attraverso il nuoto, incrementa il numero dei globuli bianchi (adibiti alle difese). A proposito di nuoto, basti dire che, da sempre, viene considerato lo sport più completo: tonifica e potenzia i muscoli di tutto il corpo ed è portentoso per i polmoni, che si allenano a incamerare una sempre maggiore quantità di ossigeno. Nuotare è anche benefico per la circolazione, perchè ottimizza l’afflusso dei liquidi negli arti inferiori. Inoltre, incrementa l’ossigenazione del sangue, riduce la frequenza cardiaca e respiratoria e abbassa la pressione.

 

 

La lista dei benefici, come vedete, è interminabile: approfittiamo del refrigerio che offre un bagno in mare per non lasciarcene sfuggire neanche uno.

 

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