La colazione di oggi: frullati e milkshake, healthy drinks versus golosità pura

 

Stiamo entrando nel cuore dell’estate, e includere un frullato o un milkshake nella prima colazione sarebbe l’ideale. Sono salutari, nutrienti, rinfrescanti ma soprattutto golosi, in particolare i milkshakes. Eppure li dividono differenze sostanziali: i frullati si avvalgono di frutta e verdura in dosi massicce, mentre i milkshakes contengono gelato e latte più un tripudio di delizie aggiuntive che li sormontano. Un esempio? Ghiaccio tritato, frutta di stagione, svariati tipi di scrioppo, granella di pistacchio, biscotti, montagne di panna e scacchi di cioccolato, proprio volendo esagerare. E’ chiaro che in questo caso la bevanda si tramuta in un pasto ghiottissimo, ma ad alto tasso di calorie. A voi la scelta, dunque, a seconda delle vostre esigenze e con la consapevolezza che gli eccessi non dovrebbero mai diventare la norma.

 

 

Cominciamo dal frullato: come ben saprete, è facilissimo da preparare. Bastano un frullatore e della frutta fresca, che si può alternare o mixare ad ortaggi e verdure. Per fluidificare la base è possibile utilizzare un po’ d’acqua, dei succhi di frutta o del latte vegetale, ma alcuni preferiscono esaltare la sua consistenza densa con una manciata di frutta essiccata o con spezie dolci come la polvere di vaniglia e di cannella. Naturalmente, i frullati contengono tutti gli elementi salutari della frutta e della verdura: le fibre regolarizzano l’ intestino, espellono le tossine e riducono il colesterolo in eccesso, mentre le vitamine e i sali minerali sono un toccasana che rende il frullato un pasto a tutti gli effetti.

 

 

Il milkshake è composto da tre parti di gelato e una di latte, ma se preferite tenere a bada le calorie non dovete far altro che dosare le proporzioni degli ingredienti a vostro piacimento (ad esempio, diminuendo la quantità di gelato). Oppure, utilizzate del gelato fatto in casa e del latte scremato, privo di zuccheri. Come ho già accennato, inoltre, meglio non esagerare con i “topping” straripanti di ghiottonerie: vanno bene solo se volete concedervi uno sfizio una tantum. Per godere dei benefici della frutta, invece, è sufficiente aggiungere qualche frutto fresco nel frullatore. Se volete ottenere una bevanda il più possibile rinfrescante, via libera al ghiaccio tritato tipico del frappè. Un consiglio basilare: il milkshake è perfetto per la prima colazione, la merenda o un’ uscita serale, ma non consumatelo mai dopo i pasti. E’ molto sostanzioso e, come il frullato, può essere considerato un alimento completo.

 

 

Qualche curiosità sul frullato e sul milkshake? Sono entrambi “born in the USA”. Il primo risale agli anni ’30, il decennio in cui venne lanciato il frullatore elettrico, il secondo è un classico del lifestyle americano: il film “Grease” e la serie TV “Happy Days” lo hanno decretato bevanda cult dei bar frequentati dai protagonisti. Gli anni ’50, infatti, coincisero con il suo boom. Ultimamente, la voga delle sperimentazioni culinarie ha dato vita a dei gusti particolarissimi sia per quanto riguarda i frullati che i milkshake. Tra i più insoliti, si segnalano il frullato al bacon (sì, avete capito bene…il noto salume britannico) e il milkshake alla birra, nello specifico la celebre Guinness: pare che il suo connubio con il gelato sia da leccarsi i baffi. Parlando di  milkshakes, qualche anno fa il fast food newyorchese “Black Tap” ne ha proposto versioni da mozzare il fiato: alti quasi mezzo metro, erano degli autentici capolavori architettonici arricchiti da bon bon variopinti, gelato a cascata, praline al cioccolato, enormi fragole, fette di torta, biscotti come se piovesse, litri di sciroppo, Nutella e torri di panna montata. Cliccate qui per visualizzarli direttamente sul feed Instagram di “Black Tap”!

 

 

 

 

 

La colazione di oggi: il gelato, goloso e felice

 

E’ uno degli alimenti più golosi dell’ Estate: alzi la mano chi sarebbe capace di rinunciare ad un gelato. I suoi gusti e i suoi colori sono invitanti, la sua freschezza è un toccasana contro l’afa. In più, si rivela perfetto sia per uno spuntino che come dessert. Potrebbe addirittura sostituire un intero pasto, il che lo rende adattissimo alla prima colazione: digeribile ed energetico, il gelato possiede tutti i nutrienti necessari all’ organismo. E’ ricco di vitamina A, B12, B1, B2, B6, C, D, E, K, di minerali quali il calcio e il fosforo, di proteine, grassi e carboidrati, tutti elementi preziosi in quanto a benefici. Qualche esempio? La vitamina K contribuisce a mantenere in equilibrio il sistema della coagulazione, mentre il calcio e il fosforo sono fondamentali per la salute delle ossa e contrastano l’ osteoporosi oltre che la calcolosi delle vie urinarie. Le proprietà del gelato, però, non si esauriscono qui. Contenendo un’ alta percentuale di acqua, il gelato favorisce la reintegrazione dei liquidi ed è quindi un valido aiuto per combattere la disidratazione causata dal caldo torrido; in aggiunta a ciò, vanta un numero di calorie davvero esiguo per cui può essere gustato, senza sensi di colpa, in tutta la sua delizia. Last but not least, abbonda di antiossidanti (rintracciabili soprattutto nei gusti a base di frutta e di cioccolato) e di acidi grassi polinsaturi come gli omega-3 e gli omega-6 (contenuti nel gelato alla mandorla, al pistacchio e alla nocciola).

 

 

Ho lasciato per ultima una vera chicca: assaporare un buon gelato attiva la serotonina, un ormone dal potente effetto antistress ribattezzato “ormone del buonumore”. Il latte è inoltre ricco di triptofano, precursore della serotonina e ansiolitico naturale; alti livelli di triptofano combattono l’ irritabilità, la depressione e l’insonnia, in quanto questo aminoacido essenziale svolge un’ ottima funzione regolatrice del ciclo sonno-veglia. Se amate il gusto cioccolato, poi, sappiate che grazie alla feniletilammina è in grado di stimolare la secrezione di endorfine. Il risultato? Un mood euforico e un alto tasso di dinamismo. Non c’è bisogno di aggiungere altro per dimostrare che il nostro adorato “ice cream” è un alimento completo, super ghiotto ma anche eccellente per il benessere psicofisico.

 

 

Prima di concludere, le consuete curiosità sull’ alimento. Pare che le origini del gelato siano antichissime: non a caso viene menzionato nella Bibbia, dove si narra che Isacco donò a suo padre Abramo una bevanda di latte di capra misto a neve. Secondo alcune ricerche, il gelato potrebbe essere nato in Cina nel 2000 a.C. circa. Lo componevano ingredienti come il riso cotto, le spezie e il latte uniti alla neve fresca, e con alcune variazioni questo mix costituì una delle prelibatezze dolciarie della Pechino del 1200; i dolcetti ghiacciati si potevano acquistare dagli ambulanti che li esibivano sui loro carretti. Un connubio di latte, frutta e ghiaccio era alla base dei dessert che Marco Polo portò con sè in Italia dopo l’ avventura cinese, mentre fu Caterina de’ Medici, sposatasi con Enrico II di Francia nel 1533, a far conoscere uno squisito semifreddo nella patria di suo marito. Non va dimenticato, d’altronde, che alla corte fiorentina della nobildonna l’ architetto Bernardo Buontalenti era stato l’ inventore di un’ acclamata ricetta di  sorbetti gelato. Si attribuisce invece al medico Blasius Villafranca, spagnolo di nascita e romano di adozione, la scoperta che la combinazione del salnitro con la neve e con il ghiaccio dava luogo a un’ immediata congelazione. Era il 1560 e, da allora, il gelato iniziò a diffondersi in tutto il mondo. Nell’ 800 approdò anche nei paesi anglosassoni tramite la massiccia immigrazione italiana: e proprio gli  italiani contribuirono al suo successo. A un gelataio di Cadore trasferitosi a New York, Italo Marchioni, spetta il merito di aver inventato il cono gelato. Nel 1903, Marchioni fece brevettare delle coppe commestibili destinate all’ “ice cream”. Il primato, tuttavia, fu sempre conteso dal pasticciere siriano Ernst Hamwi, che servì il suo gelato in cialde croccanti arrotolate a cono durante la Fiera Mondiale di St.Louis del 1904.

 

 

 

 

La colazione di oggi: il latte, l’ alimento archetipo

 

Quando penso al latte, la prima cosa che mi viene in mente è un’ usanza un po’ rétro ma densa di fascino: la consegna del latte a domicilio. Il lattaio passava all’ alba e lasciava le bottiglie davanti ai portoni mentre la città dormiva ancora profondamente. Ero piccolissima, però ricordo bene il tintinnio di quei contenitori in vetro…L’ odore invitante del latte appena munto. La consuetudine di cui parlo, seppur ormai persa nei meandri del tempo, resta ancorata nella mia memoria: rievoca un mondo a misura d’uomo, dove la genuinuità rappresentava un valore sia che fosse applicata agli alimenti che alle qualità umane. Lasciare le bottiglie sul gradino del portone era un gesto che implicava fiducia, solidarietà tra i cittadini. Oggi la figura del lattaio a domicilio non esiste più, ma i benefici del latte rimangono invariati. Avete l’ abitudine di berlo a colazione, magari insieme al caffè o abbinandolo con i cereali? Fate benissimo. Innanzitutto disseta, perchè è ricco di acqua. Può essere considerato, poi, uno degli alimenti più completi e nutrienti in assoluto: contiene calcio in abbondanza (essenziale per la salute dei denti e delle ossa), vitamina A, D, E e del gruppo B, aminoacidi che preservano il benessere del nostro organismo. Lo zucchero del latte, il lattosio, ha la particolarità di essere altamente digeribile. E chi è allergico a questa sostanza, stia tranquillo: potrà contare su alternative come il latte di soia, di mandorla, di canapa, di cocco o di avena…Non ha che l’ imbarazzo della scelta!

 

 

Tornando alle proprietà del latte, ebbene sì: è una vera e propria miniera di salute. Basti pensare che in un litro di latte intero troviamo proteine come la lattoalbumina, la lattoglobina e la caseina (sommate in una quantità che apporta gli stessi benefici forniti da un etto di carne), sali minerali tra cui il calcio, il fosforo, il potassio, il sodio, il magnesio, e carboidrati quali il lattosio. Oltre che a rivelarsi salutare per i denti e l’ apparato scheletrico, il latte incentiva la coagulazione del sangue e potremmo definirlo una bomba di energia, soprattutto per chi svolge una regolare attività fisica: i carboidrati fungono da energizzanti ed hanno un ruolo fondamentale anche nella formazione del tessuto nervoso. Veniamo ora alla voce grassi: per quantificare quelli presenti nel latte, non dovete far altro che acquistare la tipologia più adatta alle vostre esigenze; considerate che il latte intero contiene circa il 3,5% di lipidi, il latte parzialmente scremato dall’ 1,5 all’ 1,8% e il latte scremato meno dello 0,5%.

 

 

Avete mai pensato che il latte è il primo alimento che gustiamo, appena nati? Tutto ciò ha a che fare, non a caso, con l’ etimologia del suo nome: “latte” deriva dal latino “lac” e dal termine greco γάλα, gàla, identico dal punto di vista semantico. La loro radice comune, glu, gla, gal, gar, risale alla notte dei tempi ed è un’ onomatopea della deglutizione del neonato negli istanti in cui la madre lo allatta. Il latte, dunque, praticamente nasce con l’uomo. Soltanto durante l’ Età del Bronzo, ad ogni modo, venne riconosciuto il suo ruolo nutrizionale: le prime testimonianze sulla transumanza risalgono proprio a quell’ epoca. Nella mitologia ellenica,  Zeus – capo di tutti gli Dei – cresce a Creta e viene alimentato con il latte di Amaltea, una capretta completamente bianca. E’ sempre dalla mitologia classica che prende vita la leggenda che circonda la Via Lattea: si narra che Zeus, mentre Era (Dea del Matrimonio e del Parto) dormiva, fece in modo che il figlio Eracle si nutrisse del suo latte. Essendo stato concepito con la mortale Alcmena, infatti, Eracle non avrebbe mai goduto dell’ immortalità che gli sarebbe derivata dall’ essere allattato da Era.  Ma il piccolo si attaccò al seno della Dea troppo voracemente, e le gocce di latte che ne fuoriuscirono schizzarono nel cielo dando origine alla Via Lattea. Sempre riguardo alle curiosità sul latte, pare che l’ affascinante Cleopatra compiesse un rituale quotidiano: fare il bagno nel latte d’asina. A tal scopo, si serviva di una scuderia che conteneva ben 700 asine. Dopo di lei anche Poppea (moglie di Nerone) e Paolina Bonaparte (sorella di Napoleone) adottarono quell’ abitudine. Il motivo? Si diceva che il latte d’asina mantenesse la pelle elastica, ben idratata, profumata e che contrastasse l’ invecchiamento.