Il Principe con Morgan e Andy in occasione dello show tributo a Bowie
La sua ultima apparizione su VALIUM risale al Natale scorso, quando ci ha inoltrato i suoi Auguri. Rincontro il Principe Maurice nel cuore dell’ Inverno. I “giorni della merla”, gelidi e nevosi come da tradizione, sono ormai agli sgoccioli. Tra una manciata di ore sarà Febbraio, che potremmo definire il mese del Principe per antonomasia: il suo alter ego casanoviano raggiungerà l’apice del fascino a San Valentino, il Carnevale di Venezia (di cui sarà ancora una volta il Maestro di Cerimonie) lo eleverà a protagonista supremo. Che questa conversazione esordisca con temi “carnascialeschi”, quindi, non è un caso. Maurice, intento nella degustazione di chiacchiere, rievoca lo sfarzoso Carnevale veneziano del XVIII secolo, quando i festeggiamenti duravano mesi e mettersi in maschera era consentito nelle ricorrenze più disparate: “Vorrei essere nato nel ‘700!”, conclude scherzosamente. Eh già, scherzosamente. Perchè non c’è dubbio che oggi, nel terzo millennio, il Carnevale del Principe sia tutto un susseguirsi di eventi irripetibili incastonati in magiche, sbalorditive atmosfere. Ce lo racconta nel corso di una chiacchierata con cui ci aggiorna sulle news che lo riguardano e parla a ruota libera di ricordi, personaggi, argomenti che ammalieranno – per l’ ennesima volta – tutti i lettori di VALIUM.
Innanzitutto, i più cari e sentiti Auguri di Buon Anno da parte mia e di tutti i tuoi innumerevoli fan. A proposito di Auguri, eravamo rimasti a quelli che ci hai inviato dalla tua Venezia…Cos’è successo, da allora, nella tua rocambolesca esistenza?
Vi aggiorno subito sul mio Capodanno con l’unicorno! Il 31 Dicembre ho fatto uno show bellissimo grazie a una domatrice di cavalli meravigliosa, Silvia Elena Resta: uno dei suoi cavalli era malato, aveva dei problemi ad una zampa. Silvia Elena l’ha curato e adesso è in grado di danzare con lei! Che storia meravigliosa…Questa ragazza stupenda è una principessa che discende da un’antica famiglia russa. La mia performance di Capodanno si è svolta all’ Odissea Fun City di Treviso, è stato uno spettacolo impostato su una fiaba d’amore. E un leitmotiv del mio 2019 sarà proprio la fiaba, che utilizzerò per ribadire il mio messaggio: l’amore per se stessi, per gli altri, per la natura, impreziosito da un tocco magico che lo rende didattico anche per gli adulti. Celebrerò valori importanti come i sogni, l’amore, la libertà e la dignità in maniera un po’ teatrale ma anche leggera, simpatica…Fiabesca, appunto. Il 9 Gennaio scorso, poi, ho preso parte all’ omaggio a David Bowie di Andrea Fumagalli (Andy Fluon) con i “White Dukes” e special guest il vulcanico Morgan (ex Bluvertigo) al Teatro Goldoni di Venezia.
Il Capodanno con l’ unicorno del Principe (sullo sfondo), qui insieme a Silvia Elena Resta
Vorrei soffermarmi proprio sul tributo a Bowie, dove ti sei esibito nelle vesti di narratore. Che ci racconti di quell’ esperienza?
A fine anno, Andy mi ha chiesto di partecipare come presentatore/narratore ad un tributo a Bowie che lui e Morgan avrebbero messo in scena nel più antico teatro di Venezia, il Teatro Goldoni, e io ho acconsentito. Quindi, dopo le feste natalizie, ci siamo ritrovati a Monza – dove hanno il quartier generale sia Andy che Morgan – e durante una bellissima riunione abbiamo concordato la regia dello show. Quella sera ho avuto la certezza della stima che anche Morgan – una persona di livello culturale e musicale eccelso – ha nei miei confronti. Mi ha detto, “Sai che vorrei fare? Mi piacerebbe uscire prima dello spettacolo, a sipario chiuso, proporre un breve excursus sulla carriera artistica di David Bowie e poi presentarti.” Cioè: io che dovevo essere un accompagnatore discreto e nascosto, alla fine sono stato presentato da Morgan! Questa cosa mi ha gratificato incredibilmente…La mia scelta è stata quindi non più quella di raccontare David Bowie, perché l’avrebbe fatto Morgan più che bene, ma di parlare a nome di Bowie citando frasi sue. All’inizio di ognuna delle tre fasi dello spettacolo ho interpretato a modo mio una frase di David Bowie cambiando look ogni volta. Più che di una narrazione, si è trattato quasi di un’evocazione: da narratore sono diventato espressione dello spirito di David! Il successo è stato strepitoso, già sold out molto tempo prima della data. Lo spettacolo è andato stupendamente bene e per me è stato molto importante per presentarmi in questa città che amo e mi ama in un ruolo diverso da quello ormai conclamato di Maestro di Cerimonie del Carnevale. ho ricevuto molte congratulazioni… Oltre ad essere un palcoscenico divertente, utile, emozionante, questo show ha sdoganato la mia figura al di là della consueta (e sempre meravigliosa) esperienza carnascialesca, per cui sono molto soddisfatto.
La riunione di Andy, Morgan e il Principe in quel di Monza
Il tributo a David Bowie al Teatro Goldoni di Venezia
Abbiamo parlato spesso di Lindsay Kemp, meno di David Bowie. Che cosa pensi di lui e del suo legame con Kemp?
Ho avuto l’onore e il piacere di ospitare David Bowie a casa mia, a Venezia, quando la mia love story con Grace Jones era in corso. E’ stata Grace il mio passaporto, il trait d’union tra me e lui. Nei dieci giorni in cui David è stato mio ospite ho potuto apprezzare la sua grazia, la sua tranquillità al di fuori del palcoscenico. Pur essendo un grande businessman di se stesso, nel privato era una figura delicata, semplice e generosa dal punto di vista umano. Generosa di afflato, di simpatia…Ecco, di lui io ho questa immagine. E poi c’è il suo alter ego, il Bowie rockstar: un mostro da palcoscenico che mi ha insegnato e mi ha aperto la strada – a me come a tanti altri – per poter essere libero di sentirmi quello che voglio essere, di esprimermi artisticamente come desidero. Ammiro questa grande forza che ha saputo dare a tutti attraverso il suo percorso artistico. A casa mia è venuto nel febbraio del ’91 insieme a Iman, allora erano fidanzati…Dopo il soggiorno veneziano, Bowie le chiese di sposarlo. Io e Grace, evidentemente, abbiamo fatto un po’ da Cupidi! L’ultima volta che l’ho visto è stato sempre a Venezia: era lì per le riprese di uno spot di Louis Vuitton con una versione al clavicembalo di “I’d rather be high” in sottofondo. Lo spot, tra l’altro, era girato in un palazzo dove frequentemente faccio feste. E’ stato come il chiudersi di un cerchio, da Venezia e su Venezia, del mio incontro con Bowie. Una chicca: quando l’ho ospitato eravamo in pieno Carnevale, e io – vestito in abiti settecenteschi con tanto di parrucca e cipria sul viso – intrattenevo i miei ospiti cantando i duetti dell’opera. Siccome avevo la voce in falsetto, interpretavo sia il protagonista maschile che quello femminile. Tutto questo divertiva moltissimo Bowie, che mi ha fatto una miriade di complimenti! E’ un ricordo davvero splendido…Della sua relazione con Lindsay Kemp l’ho saputo dallo stesso Kemp. E’ stato molto bello perché David era già abbastanza famoso, però aveva l’esigenza di arricchirsi artisticamente ed imparare come gestirsi anche dal punto dell’immagine, teatrale diciamo. E’ nato quindi questo spettacolo, “Pierrot in Turquoise”, dove Lindsay era il protagonista ma il coprotagonista era proprio David.
Il Principe con Andy, Morgan e i White Dukes
Con Bowie hai condiviso gli insegnamenti di un Maestro come Lindsay Kemp. C’ è ancora posto per i mentori, nell’ era digital?
Purtroppo sembrerebbe di no… pare che esistano soltanto questi fenomeni da Instagram che hanno milioni di followers e quindi per la società odierna sono potenti: in realtà non ci sono basi. Non ci sono le qualità per essere dei veri mentori, ci sono solo apparenze, esibizionismi, provocazioni fine a se stesse. Le nuove generazioni, sotto questo punto di vista, sono piuttosto sfortunate. Perché se non riconosci o non hai dei buoni Maestri, come puoi poi crescere e crearti una strada per essere te stesso? I social hanno anche lati positivi, però sono diventati quasi uno strumento di ricatto mentale nei confronti dei giovani. Lanciano messaggi impliciti – “se non sei cosi non sei nessuno, devi uniformarti”…- e in pochi hanno il coraggio di uscire dal coro. Per costoro deve essere piuttosto frustrante dover cercare mentori nel passato… perché oggi come oggi non ce n’è. C’è un vuoto –anzi, un “sottovuoto”- spinto, mentale e culturale, che fa paura! Bisognerebbe riuscire a ribellarsi un po’ a questo sistema. La figura del mentore è stata sostituita da quella dell’influencer, e questo ti dà un’idea di quanto questa società sia allo sbaraglio: dovremmo recuperare gli strumenti antichi per trasmettere valori, come ad esempio l’arte, la filosofia, persino il racconto delle fiabe o, in età più adulta, la rieducazione al vero piacere dei sensi. Non è che io vedo uno spaghetto allo scoglio fotografato su Instagram e mi vien voglia di mangiarlo perché chi ha postato quella foto ha 100.000 followers! Io voglio lo spaghetto in tavola e voglio annusarlo, gustarlo fino a leccarmi le dita, alla Alberto Sordi!!! Ahahahah! Bisogna recuperare la fisicità dei rapporti. Speriamo che ci sia una bella reazione e che da questa crisi (che non è una brutta parola, perché la sua etimologia deriva da “crescita”) vengano fuori nuovi personaggi di spessore che possano fungere da mentori. Io, nel mio piccolo, cerco di esserlo con umiltà, veicolando i valori di libertà, dignità e amore. Il supporto dei social sarebbe importante per diffonderlo, ma io voglio che chi mi segue lo faccia davvero per amore. Avere tanti followers è un mero status symbol!
Parliamo di cinema: come procede il progetto “Ca’ Moon”?
“Ca’ moon” c’è! Però ci sono anche alcuni inceppi burocratici, ma dobbiamo fare le cose per bene. Siccome andremo a girare scene in preziose location del Veneto, come ad esempio le ville, tutto l’iter di richieste e di permessi ha ritardato il nostro primo ciak. Dovremo cominciare intorno all’ inizio di Marzo. “Ca’ moon” è una commedia che farà sorridere, che farà pensare, ma che intende anche valorizzare il territorio con la sua storia e con le sue eccellenze.
Il Principe all’ AERA Club and Place di Fabriano (photo courtesy of AERA Club)
Esattamente un anno fa (o giù di lì) ti sei esibito in un noto club della mia città, Fabriano. Come ricordi quella spettacolare serata?
La ricordo con molta simpatia perché fu un successo, e fu tra l’altro una delle rare serate in cui io e i Datura siamo ufficialmente usciti con il marchio ReMemo, la trasmissione che su m2o dedichiamo alla musica techno degli anni ‘90. La serata a Fabriano fu stupenda, estremamente divertente. Tra l’altro, l’avrai notato perché c’eri anche tu, c’era gente di svariate fasce di età. Ed è qualcosa di molto bello perché vuol dire che la techno, un po’ sottovalutata all’ epoca, è in grado di riunire le persone così come succede con il rock, la musica classica ed altri generi. Quella sera abbiamo avuto la conferma della valenza emotiva della techno rappresentata degnamente dai Datura e interpretata a livello teatrale da me, con la solita passione. Ho un bellissimo ricordo del locale, l’Aera Club and Place, e la cosa che mi fece ancora più piacere è che fu ordinata anche la proiezione del mio docufilm: Principe Maurice # Tribute. un bel momento autonarrativo, di grande soddisfazione personale, che mi piacerebbe ripetere!
Il Principe al Carnevale di Venezia
San Valentino è vicino (c’è anche la rima!). Sarai ancora Casanova in quel di Ancona, dove hai insegnato tecniche di seduzione per due 14 Febbraio di seguito, o hai altro in calendario?
Ho altro in calendario: farò innanzitutto una cena spettacolo dedicata agli innamorati dove sarò solo una voce narrante, molto delicata e dolce. Coccolerò con le più belle canzoni d’amore i fidanzati che il 13 Febbraio parteciperanno a questa cena. La vigilia di San Valentino mi vedrà quindi, dal punto di vista performativo, nei panni di chansonnier d’amour. A San Valentino, invece, sarò Casanova ma a Venezia per un evento intimo ed esclusivo, una sorta di private love lesson… Per il momento è top secret, “salterà fuori” al momento giusto! Il 15 Febbraio, infine, mi esibirò in una serata per i single e cercherò di coinvolgerli: tanti giovani oggi rimangono single perché i social li hanno disabituati ai rapporti veri. La cena spettacolo e questa serata si terranno entrambi nell’”Atelier fashion restaurant” dell’Odissea Fun City di Spresiano, vicino Treviso. Stiamo incrementando la formula del dinner show a modo mio, avvolgendola di un mood un po’ rétro. Ti dico una sola cosa: alcuni sabati fa ho fatto un concerto di canzoni napoletane tradizionali e antiche: un successone! Per i single darò lezioni di seduzione e organizzeremo anche una gara a tema. Sarà una cosa abbastanza comica, divertente, però tra il serio e il faceto si possono trasmettere nozioni ed emozioni, si devono rieducare le persone a sedursi. I vincitori della “competizione” potranno fare un viaggio insieme: insomma, una ne invento e cento ne fo!
Il Principe in piazza San Marco durante il Carnevale
Sempre a Febbraio ha inizio un evento che ti vede solennemente coinvolto, il Carnevale di Venezia. Che puoi anticiparci della tua presenza all’ edizione 2019 della kermesse?
Posso anticiparvi che farò, anche quest’ anno, il Maestro di Cerimonie dell’apertura e della chiusura del Carnevale oltre che della famosa rievocazione delle Marie, le dodici fanciulle che rappresenteranno la dolce bellezza veneziana. E poi, tutte le sere, mi troverete – sempre nei panni di Maestro di Cerimonie – al gala ufficiale che si terrà a Ca’ Vendramin Calergi, la splendida sede del Casinò di Venezia dove visse anche Wagner. Sarà un evento grandioso, che includerà una cena di Gala, uno spettacolo e il Ballo. Come direttore artistico del Carnevale è stato riconfermato Marco Maccapani, una figura più che qualificata, e siamo contentissimi. Il tema sarà invece legato alla Luna, in occasione dei 50 anni dal primo allunaggio. Lo esploreremo proiettandolo verso quel sogno di fine ‘800, un po’ alla Giulio Verne, quando ci si interrogava sul vero aspetto della luna e si fantasticava di poter andare nello spazio… Visto che il mio film “Ca’ Moon” è pure dedicato alla Luna, se riusciremo a montarlo e a presentarlo entro il 2019 per me sarà un anno totalmente “lunatico”!
Una preview del costume di Maurice per l’edizione 2019 del Carnevale di Venezia.
Il mio costume ufficiale per il Carnevale è molto particolare, un abito barocco color blu notte con ricami in argento che raffigurano astri stilizzati…Lo abbinerò a una parrucca settecentesca impreziosita da gioielli a forma di luna e astri che esplodono verso l’esterno realizzata dal Maestro Alessio Aldini, un grande amico che lavora nel mondo della moda e del cinema ed è come me appassionatissimo del Carnevale veneziano. Chi è, invece, l’autore del costume? Ti verranno i brividi: è il pluripremiato Pier Luigi Pizzi! Il 24 Febbraio, poi, in calendario c’è un evento bellissimo. La prima domenica di Carnevale, il Volo dell’Angelo, interpretato dalla vincitrice 2018 del concorso delle Marie Erika Chia, verrà arricchito da una novità: un’altra delle Marie del 2018, Micol Rossi, la ragazza scelta dai lettori de “Il Gazzettino” di Venezia, una ragazza che lotta da tempo contro il morbo di Crohn, sarà il secondo angelo che scenderà dal Campanile. L’aveva espresso come desiderio e abbiamo accolto la proposta di testimoniare il suo coraggio per rimarcare che esistono persone che lottano, e meritano di essere conosciute e viste perché diffondono dei bei messaggi di forza e di speranza. Avremo quindi un doppio Volo dell’Angelo. Non potete mancare!
Altri scatti tratti dal Carnevale veneziano del Principe
Photo courtesy of Maurice Agosti
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