Foxy red, l’hair color di tendenza dell’Autunno

 

Il colore di capelli più cool del momento? Il foxy red, un rosso rame che rievoca il bosco e le sue creature. Una in particolare, la volpe. Lo dice il nome stesso: foxy red è una nuance che si ispira alla tonalità del manto della volpe, che potremmo definire rossiccio. Il pelo della Vulpes vulpes, in realtà, non ha una colorazione unica ma vanta molteplici gradazioni, di solito comprese tra l’arancio e il rosso scuro. Ecco, il foxy red rappresenta un’ideale fusione di queste due sfumature. Amalgama sapientemente rosso e arancio dando vita a un colore in perfetta armonia con gli scenari autunnali. Si tratta di una nuance che non passa inosservata: è sfrontata e tuttavia elegante, intensa senza risultare artificiosa.

 

 

Sui social è stato già adottato in massa, sono a dir poco innumerevoli le celebrity che hanno scelto il foxy red. La sua calda sfumatura ramata sta bene a tutte, addolcisce i lineamenti e si addice alla quasi totalità degli incarnati. Piace perchè è un colore naturale che mette in risalto il viso. Naturalmente, risulterà più luminoso su una chioma tra il biondo e il castano; tonalità come il castano scuro, invece, grazie al foxy red si arricchiranno di riflessi.

 

 

Vibrante e audace, il foxy red è una vera e propria dichiarazione di intraprendenza. Potremmo definirlo la nuance perfetta per quando si ha voglia di cambiare, di esibire un nuovo colore di capelli. Conquista all’istante e risponde alle esigenze di rinnovamento che sperimentiamo nei momenti di transizione stagionale. Bisogna tener presente, però, che il foxy red necessita di cure costanti: l’hairstylist si rivela una figura fondamentale in tal senso, soprattutto al momento della tinta; solo un professionista  potrà realizzare la sfumatura ideale a partire dal colore di base dei capelli. Per mantenere il foxy red il più a lungo possibile sulla nostra chioma, inoltre, è tassativo utilizzare regolarmente balsami, maschere nutrienti, illuminanti che donino lucentezza. Sono tutti trattamenti che conferiscono un valore aggiunto a questa intensa tonalità ramata, e si rivelano coccole: sia per i nostri capelli, che per noi stesse.

 

 

IL FOXY RED IN PASSERELLA

 

Bally

Florentina Leitner

MM6 Maison Margiela

Undercover

 

La colazione di oggi: tornano le arance, un must autunnale

 

A Novembre, puntuali, tornano a ravvivare il grigiore con il loro colore vibrante. Un colore che ha preso spunto dal loro nome, perchè è proprio alle arance che si ispira l’arancione. Proveniente dalla Cina e dall’Asia del sud-est, il Citrus Sinensis (questo il nome botanico dell’arancio, una pianta appartenente alla famiglia delle Rutacee) venne importato in Europa dai marinai portoghesi. Secondo alcuni studiosi il suo ingresso nel Vecchio Continente risalirebbe al XV secolo, mentre altri affermano che l’albero approdò in Italia, più precisamente in Sicilia, molto tempo prima grazie ai romani e passando per la Via della Seta. Nel IX secolo furono gli Arabi a reintrodurre l’arancio nell’isola, quando ebbe inizio la conquista islamica della Sicilia. Non è un caso che un frutto siciliano chiamato “melarancia” venga citato in più d’un libro della Roma antica: i tomi sono datati al I secolo d.C. E sempre nella città eterna, un arancio che San Domenico piantò intorno al 1200 fa bella mostra di sè nel chiostro del convento di Santa Sabina; tuttavia, non se ne conosce la provenienza. E’ certo, invece, che il termine “portogallo” equivalga a dire “arancia” in diverse lingue, tra cui il rumeno, il greco, l’arabo, l’albanese e l’italiano del 1800. Peraltro, il frutto del Citrus Sinensis prende il nome di “portogallo” in molti dialetti della nostra penisola: ciò sembra confermare, almeno apparentemente, la diffusione ad opera dei portoghesi della pianta.

 

 

Ma veniamo alle caratteristiche di questo frutto, tondeggiante e tinto di un vivace color arancio. Ha una forma sferica, una buccia spessa e increspata; la dolcezza dei suoi spicchi, succosissimi, contrasta con accenti aspri che ne rendono ancora più intrigante il sapore. Le arance cominciano a maturare a Novembre, mese in cui vengono raccolte le prime varietà. Un periodo ideale, considerando la loro efficacia nel prevenire i malanni della stagione fredda. Iniziare la giornata con delle arance, anche in versione spremuta, è un’ottima idea: regalano energia e sono ricche di vitamina C, un noto rafforzante del sistema immunitario. In più, contengono pochissime calorie e un indice glicemico talmente esiguo da permettere anche ai diabetici di consumarle. Le loro virtù sono innumerevoli: oltre a racchiudere acqua in dosi massicce, le arance sono un’autentica miniera di fibre come la pectina, la lignina e la cellulosa, che accentuano il senso di sazietà e fanno sì che gli zuccheri e i grassi vengano assorbiti in quantità moderate. Il licopene, contenuto soprattutto nelle arance rosse, è un carotenoide dalle spiccate doti antiossidanti e antinfiammatorie; contrasta le patologie cardiovascolari, oculari e ossee (come l’osteoporosi). La vitamina C è un po’ il “marchio di fabbrica” di questo frutto: favorisce un adeguato assorbimento del ferro e del calcio, è un potente antiossidante e un toccasana per le difese dell’organismo. La vitamina A (o retinolo) mantiene in salute la pelle e gli occhi e assicura un buon funzionamento sia del sistema immunitario che del metabolismo. Le vitamine del gruppo B, essenziali per la produzione dei globuli rossi, tengono sotto controllo i livelli di omocisteina e si rivelano portentose per il sistema nervoso. Tra i sali minerali contenuti nell’arancia risaltano il ferro (imprescindibile per il benessere del’organismo), il rame (antiossidante efficacissimo contro le patologie cardiovascolari), il potassio (ottimo per la salute dei muscoli) e il calcio (benefico in particolare per le ossa, i denti e la coagulazione sanguigna). Le antocianine e i polifenoli, di cui l’arancia abbonda, sono degli importanti antiossidanti.

 

 

I benefici che apporta il consumo di arance, quindi, sono molteplici. La vitamina C contrasta le infezioni potenziando le difese immunitarie, le fibre regolarizzano i livelli di colesterolo, gli antiossidanti combattono i radicali liberi e mantengono sotto controllo la pressione poichè fluidificano il flusso sanguigno. I citroflavonoidi contenuti nell’arancia, inoltre, svolgono una valida azione nei confronti della fragilità capillare. E non è finita qui: incrementando la formazione dei succhi gastrici, il frutto del Citrus Sinensis facilita la digestione, mentre la funzione antiossidante degli antociani incentiva il metabolismo. Le fibre, infine, hanno virtù diuretiche e impediscono ai grassi e agli zuccheri di essere assorbiti troppo velocemente (con buoni risultati anche per la linea).

 

 

Dell’ arancia esistono molte varietà, ammontano a oltre 100. Le differenze principali possono essere ricondotte a due tipologie: arance dolci e arance amare (le prime le compriamo dal fruttivendolo, le seconde si utilizzano in ambito cosmetico e per la produzione di marmellate dal gusto particolare), arance bionde e arance rosse (la distinzione riguarda essenzialmente il colore della loro buccia). Qualche nome delle numerose varianti? Ci sono le Navel, le Tarocco, le Moro, le Sanguinello, le Belladonna, le arance alla vaniglia…Ma quel che ci interessa ora è come includere questo succoso frutto nella prima colazione.

 

 

La classica spremuta d’arancia è un toccasana, però prima di prepararla bisognerebbe osservare qualche accorgimento. Innanzitutto, non va mai bevuta a digiuno: l’acido citrico contenuto nel frutto potrebbe risultare difficilmente digeribile o provocare acidità di stomaco. Sempre per questo motivo, chi soffre di patologie gastriche dovrebbe evitare l’aranciata o perlomeno consumarla dopo qualche pasto, foss’anche solo un toast o un dolcetto. Le arance possono essere mangiate a spicchi o tagliate a fette, lo spunto ideale per una prima colazione coi fiocchi: arricchiscono il porridge e i pancake, diventano deliziosi biscotti (se volete strafare, immergetele nel cioccolato fuso). Con il succo, la polpa e la scorza di arancia si preparano dolci sfiziosissimi, dalle torte al pan d’arancio siciliano, dai ciambelloni alla crema di arancia passando per i muffin, il rotolo e le crostate. Cercate qualche ricetta? Cliccate qui. E dato che a Natale manca poco più di un mese, vi suggerisco di provare le scorze di arance candite: sono una ghiottoneria unica (qui la ricetta), anche in questo caso – volendo – da intingere nel cioccolato fuso per esaltarne al massimo il sapore. Se invece optate per una colazione essenziale e super salutare, puntate sulla marmellata di arancio spalmata sulle fette biscottate o  su una fetta di pane; è una prelibatezza “minimal”, ma dalla bontà garantita.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Equinoxe de Chanel: la magia dell’ Autunno racchiusa in una splendida collezione make up

 

L’Equinozio d’Autunno  è già alle nostre spalle, ma la natura raggiunge solo ora i suoi picchi di bellezza: il caldo imperante, fino a poco tempo fa, le impediva di tingersi dei meravigliosi colori che caratterizzano questo periodo dell’anno. Un periodo che Gabrielle Chanel, peraltro, adorava. Non è un caso che sia stata ispirata proprio dall’ Autunno e dalle sue cromie al momento di creare i suoi leggendari capi in velluto e in tweed, o il knitwear “rivoluzionario” che liberava il corpo femminile. Le tonalità del foliage, punta di diamante della palette stagionale, riappaiono oggi nella collezione make up Equinoxe de Chanel ideata dallo Studio di Creazione Maquillage della Maison. A predominare sono sfumature colte nei precisi istanti del passaggio dall’Estate all’Autunno, quando gli ultimi raggi di sole lambiscono un fogliame già cromaticamente orientato verso la nuova stagione. Quegli attimi sospesi nel tempo sprigionano una magia ineguagliabile: Equinoxe di Chanel se ne appropria e la profonde in una serie di prodotti che inneggiano all’ Autunno e al suo splendore.

 

 

Speciali formule nutrienti, polveri e pigmenti ad alta concentrazione si alternano e fondono in una collezione che magnifica i rossi, i beige, i viola, i marroni e i granata tipicamente autunnali, una serie di colori impregnati di profonda suggestività. La collezione risulta incantevole anche nel packaging: alcune confezioni esibiscono la lussuosa texture laccata in nero con il logo della doppia C, altre si declinano in materiali come il vetro tingendosi di un seducente nero dégradé. E’ il caso di Ombre Première Libre, un ombretto in polvere libera e impalpabile che diventa cremosa dopo l’applicazione. I suoi molteplici pigmenti si combinano con particelle madreperlate dando origine a sei tonalità vibranti, intrise di bagliori e di riflessi satinati. I colori che lo contraddistinguono sono Sycomore (un beige avvolgente), Chêne Brun (marrone intenso), Cèdre Cuivré (rame), Acacia (Terra di Siena bruciata), Bois d’Amarante (rosso granato) e Mûrier Noir (un profondo viola).

 

 

I fard Douceur d’Equinoxe, concepiti con l’intento di replicare gli splendidi chiaroscuri autunnali, esaltano un connubio di colore e luce ricco di fascino. Radiosità, luminosità ed effetto bonne mine sono i loro punti di forza: declinati in un duo di tonalità perfettamente armoniche, entrambi esaltano gli zigomi e le guance con un velo di colore. L’eleganza che emanano coinvolge anche le cialde dei prodotti, impreziosite da uno sfondo in “basso rilievo” di foglie morte su cui si staglia la doppia C; è un inno all’ Autunno e, al tempo stesso, alla perpetua bellezza dei cicli stagionali. I duetti cromatici in cui Doucer d’Equinoxe viene proposto sono Beige et Corail (beige più un corallo delicato) e Beige Rosé et Mauve (beige virato al rosa più malva): il primo dona un’intensità vibrante al colorito, il secondo accende il viso di un impalpabile splendore.

 

 

L’iconico rossetto Rouge Coco Bloom sfoggia sei nuance inedite appositamente pensate per questa collezione. Le sue doti, tuttavia, rimangono invariate: idratante, rimpolpante, brillante e raffinatissimo, vanta una speciale formula che fonde i pigmenti ad alta intensità con gli oli nutrienti e le cere naturali – mimosa, girasole e jojoba – del complesso Hydraboost. Il risultato è spettacolare; il colore si mantiene a lungo inalterato sulle labbra, che appaiono morbide, irresistibilmente volumizzate e ricche di lucentezza. Le sfumature di cui si tinge Rouge Coco Bloom richiamano le cromie dell’Equinozio e spaziano dalle tonalità tenui a quelle più calde e intense: spiccano il corallo, il rosa delicato, il Terra di Siena bruciata, affiancati dal rosso vivido e da un penetrante bordeaux. I loro nomi sono 150 Ease de Chanel (un mix di nude e rosa caldo), 152 Sweetness (rosa antico), 154 Kind (Terra di Siena bruciata), 156 Warmth (rosso vivido), 158 Bright (un rosso vibrante ma più scuro del precedente) e 160 Wild (rosso granato).

 

 

La collezione dedica allo smalto per unghie delle tonalità altrettanto affascinanti; Le Vernis, un’altra icona della Maison Chanel, esibisce un vibrante color arancio e un ammaliante Terra di Siena bruciata per simboleggiare il passaggio dall’ Estate all’ Autunno sancito dall’ Equinozio. 163 Eté Indien, vivace, rimanda alla spensieratezza estiva, mentre 165 Bois des Iles ostenta una nuance che rievoca la terra e il suo assopimento autunnale. E’ proprio in questo dualismo che risiede il fascino di Equinoxe de Chanel: ogni suo colore celebra la transizione tra la seconda e la terza stagione dell’anno, quell’attimo sospeso in cui si compenetrano e avvicendano due cicli della natura. Sono istanti preziosi; l’armonia cosmica tocca il suo apice, la notte e il giorno raggiungono un equilibrio perfetto, il creato inizia la sua metamorfosi per affrontare la nuova fase stagionale. Equinoxe de Chanel è un’ode alla magia di questa ciclicità perenne e al periodo in cui la natura si ammanta dei colori più stupefacenti: non stupisce che l’Autunno fosse la stagione preferita di Gabrielle Chanel.

 

 

Photo courtesy of Chanel Press Office

All photos are Copyright Chanel

 

L’arancio, il lato giocoso di Halloween

Philipp Plein

Il colore di Halloween? L’arancio. Oltre al nero gotico, naturalmente. Questo duo cromatico compone un connubio significativo: il primo è la zucca, il cielo al tramonto, il fumo dei comignoli che si confonde con i riflessi delle luci decorative. Il secondo è la cupezza, l’oscurità, il funereo. Eppure, insieme descrivono alla perfezione il doppio volto del 31 Ottobre: da un lato la giocosità, i costumi e il “Trick or Treat”, dall’ altro le tenebre, la paura e il rimando all’ oltretomba. Oggi omaggeremo l’aspetto gioioso della festa. Protagonista sarà la moda, nello specifico le collezioni Autunno Inverno 2023/24, dove l’arancio fa frequentemente la sua apparizione. E’ una tonalità vibrante, avvolgente, energetica, declinata in innumerevoli gradazioni. Avete già scelto la vostra?

 

Onitsuka Tiger

Domminico

Akris

Prabal Gurung

Luisa Spagnoli

Stine Goya

Off-White

Buzina

Rokh

Budapest Select

Nina Ricci

Lovely Apple

 

Foto di ispirazione Halloween via Pexels e Unsplash

 

I dolci alla zucca: spunti per deliziare il palato con il frutto ottobrino per eccellenza

 

Che dolci preparare con la zucca? Il frutto ottobrino per eccellenza è ampiamente usato in pasticceria. Ha un sapore dolce e non troppo intenso, in più vanta proprietà innumerevoli: la zucca contiene vitamine, fibre, sali minerali, betacarotene e acidi grassi Omega-3; è un ottimo antiossidante, un efficace antinfiammatorio e – last but not least – un autentico toccasana per l’apparato cardiocircolatorio e gastrointestinale. Ma il vero punto di forza della cucurbita maxima (questo il suo nome botanico) e la sua iconicità. Emblema supremo di Halloween, protagonista delle leggende associate alla festa, ha legato a doppio filo la sua vibrante tonalità arancio al nero gotico della vigilia di Ognissanti. Uno dei suoi pregi, come scrivevo all’ inizio dell’articolo, è la capacità di deliziare il palato: la zucca è l’ingrediente principale di golose torte (compresa la celebre Pumpkin Pie del Giorno del Ringraziamento americano), dolcetti sfiziosi come i muffin, cupcakes e biscotti sofficissimi al loro interno, squisiti rotoli farciti di cioccolato e di ricotta, frittelle, crostate, pancakes, persino panini e uno speciale pain brioche. Potrete facilmente trovare le ricette in rete; intanto, godetevi questa ghiotta carrellata di immagini e scegliete il dolce alla zucca che fa per voi.

 

Il rotolo di zucca

La torta di zucca

Le crepes alla zucca

La tradizionale Pumpkin Pie del Thanksgiving Day

I cupcakes di ispirazione halloweeniana

La crostata con marmellata di zucca

I muffin alla zucca

Le tortine alla zucca

I quadrotti di zucca

I panini alla zucca

Il pain brioche

 

Foto via Unsplash, Pexels e Piqsels

 

Ottobre

 

È il caro mese dell’anno quando
più dolci nubi il cielo del mattino
attraversano, e il passo di chi parte
trova foglie più fitte nel sentiero
che s’allontana.
(Attilio Bertolucci)

 

Il tempo vola, e siamo già arrivati al secondo mese dell’Autunno: dici “Ottobre” e pensi alla castagne, alle zucche, al tripudio di colori delle foglie, ad Halloween, ai funghi, ai campi di mais…Lo scrittore Ray Bradbury ha eletto questo mese ad uno dei leitmotiv dei suoi romanzi (pensiamo solo a “Paese d’ottobre” e “Il popolo dell’autunno”). Se Settembre ancora conserva un’impronta estiva, Ottobre ci accompagna, poetico e suggestivo, verso le brume di Novembre. Per il calendario romano era l’ottavo mese dell’ anno, da qui il nome di October, anche se l’imperatore Commodo lo ribattezzò Invictus. Tuttavia, la riforma ebbe vita breve: quando Commodo morì, tornò a chiamarsi October immediatamente. Il 13 del mese nell’antica Roma si onorava il dio Fontus, la divinità dei pozzi e delle fonti; i romani lo omaggiavano con offerte a base di vino, olio e ghirlande fiorite, che deponevano sul suo altare nei pressi del Gianicolo. A Ottobre la vendemmia si avvia a concludersi ed ha inizio il processo di vinificazione. In campagna ci si appresta ad arare i campi prima della semina del grano, e si va per funghi in cerca di varietà prelibate come i porcini, i finferli, i pioppini, i prataioli, gli ovoli, le mazze di tamburo e così via. Abbiamo parlato molte volte dei tipici frutti autunnali. Nell’ orto invece è tempo di broccoli, carote, cetrioli, cavolfiori, cachi, melanzane, tartufi, sedano, zucche, zucchine, menta, porri e cime di rapa, per citare solo alcune delle verdure di stagione. In Italia, tra le ricorrenze di Ottobre rientrano la festa dei Nonni e la festa degli Angeli Custodi: entrambe ricorrono il 2 del mese. Il 7 Ottobre si celebra la Madonna del Rosario e il 31, vigilia di Ognissanti, è dedicato ad Halloween, una festività di origine celtica ormai divenuta globale. Sul colore che contraddistingue Ottobre, le scelte sono discordi: qualcuno indica l’arancio (che rimanda alla zucca halloweeniana), altri optano per una palette nelle tonalità del foliage: rosso, giallo, arancio, vinaccia, beige, marrone e borgogna. A questo mese si associano due pietre, l’opale (che gli antichi Greci ritenevano possedesse virtù divinatorie) e la tormalina, considerata mistica e declinata in tutte le cromie dell’arcobaleno. Per quanto riguarda lo zodiaco, invece, Ottobre comprende i segni della Bilancia e dello Scorpione.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Arriva la Luna del Raccolto, ultima Superluna dell’anno e prima luna piena dell’Autunno

 

E’ la quarta Superluna dell’anno, ma è anche l’ultima: e concluderà la serie in bellezza, perchè lo spettacolo che si accinge ad offrirci sarà a dir poco mozzafiato. La Luna del Raccolto, questo il suo nome, appare nei giorni immediatamente successivi all’ Equinozio d’Autunno. Non è raro che arrivi ad Ottobre, come accadde nel 2020. Tuttavia, quest’eventualità non riguarda il presente. La prima luna piena dell’ Autunno si presenterà infatti alle 11.58 (ora italiana) del 29 Settembre. In quel momento disterà dal perigeo 361.552 km, ma lo splendore del sole ci impedirà di ammirarla. Gli astronomi consigliano di rimandare l’osservazione al crepuscolo, quando il buio che avanza svelerà appieno la luminosità e la grandezza dell’astro. Nonostante il perigeo (il punto in cui la luna si trova più vicina alla Terra nel corso della sua orbita) superi leggermente quello delle Superlune di Agosto, le dimensioni della Luna del Raccolto ci sorprenderanno. Ma perchè è stata battezzata così? Il nome ha un significato ben preciso: fu una tribù di nativi americani, gli Algonchini, ad affibbiarglielo, poichè grazie alla luce potente della luna piena gli indigeni potevano portare avanti il raccolto anche in notturna. Nel Nuovo Mondo era anche conosciuta come “Luna del Mais”, un prodotto tipicamente autunnale che i nativi americani coltivavano in vaste aree insieme ai fagioli e alle zucche.

 

 

La Luna del Raccolto, apparendo pochi giorni dopo l’Equinozio di Autunno, compie un’orbita attorno alla Terra a livello dell’ orizzonte. Essendo così posizionata, favorisce la dispersione delle onde blu nell’atmosfera; il risultato è una maggior propagazione di onde rosse che donano un magico color arancio alla Superluna. Vi state preparando già per ammirarla?

 

 

Foto: Shakhawat Shaon via Pexels

 

Ottobre e il popolo dell’ Autunno

 

” In primo luogo era ottobre, un mese eccezionale per i ragazzi. Non che tutti i mesi non siano eccezionali. Ma ce ne sono di buoni e di cattivi; come dicono i pirati. Prendete settembre, un mese cattivo: cominciano le scuole. Considerate agosto, un mese buono: le scuole non sono ancora incominciate. Luglio, ecco, luglio è veramente splendido: niente scuola. Giugno, senza dubbio, giugno è il migliore di tutti, perchè le porte delle scuole si spalancano e settembre è lontano un miliardo di anni. Ma adesso guardate ottobre. Le scuole sono cominciate da un mese, e voi ve la prendete più calma, tirate avanti. Avete il tempo di pensare all’ immondizia che scaricherete sul portico del vecchio Prickett, o al costume da scimmia che indosserete alla festa dell’ YMCA l’ ultima sera del mese. E se è già il 20 ottobre e tutto odora di fumo e il cielo è color arancio e grigio cenere al crepuscolo, sembra che Halloween non verrà mai, in una pioggia di manici di scopa e in un fiottare sommesso di lenzuola agli angoli delle strade. Ma in un anno strano, buio, lungo e assurdo, Halloween venne in anticipo. Un anno Halloween venne il 24 ottobre, tre ore dopo mezzanotte. A quell’ epoca, James Nightshade, che abitava al 97 di Oak Street, aveva tredici anni, undici mesi e ventitrè giorni. Il ragazzo che abitava alla porta accanto, William Halloway, aveva tredici anni, undici mesi e ventiquattro giorni. Entrambi stavano per raggiungere i quattordici anni: già i quattordici anni tremavano nelle loro mani. E poi vi fu quella settimana d’ottobre in cui divennero adulti di colpo e non furono mai più giovani…”

 

Ray Bradbury, da “Il popolo dell’ autunno”