Buon Ferragosto

 

Cosa vi viene in mente quando pensate a Ferragosto? Pranzi all’aperto, picnic fuori porta o in spiaggia, vacanze, gite al mare, barbecue, fuochi d’artificio, gavettoni come se non ci fosse un domani…La scelta è molto ampia. Ma come nascono i festeggiamenti del 15 Agosto? Andiamo subito a scoprirlo insieme. Iniziamo col dire che Ferragosto affonda le sue radici nell’antica Roma: fu l’imperatore Augusto, nel 18 a.C., a istituire il Feriae Augusti (ovvero il “riposo di Augusto”), che cadeva ogni 1 Agosto ed era collegato a tutte le feste che ricorrevano in questo mese. I romani infatti celebravano i Vinalia rustica (un tributo a Giove e Venere), i Nemoralia (che onoravano la dea Diana) e i Consualia, dedicati a Conso che era il dio della fecondità della terra. I Consualia concidevano con il termine delle principali pratiche agricole, e ciò si incastrava alla perfezione con il significato delle celebrazioni agostane: il Feriae Augusti inaugurava una fase di riposo che connetteva le varie ricorrenze, ed era essenziale per il ripristino dell’energia dopo il pesante lavoro nei campi dei mesi precedenti. In questo periodo, i festeggiamenti erano costanti e coinvolgevano l’Impero Romano in toto. Gli asini, i muli e i buoi avevano diritto alla stessa pausa di relax di cui beneficiava l’uomo, e nell’antico Ferragosto non potevano essere utilizzati come animali da tiro; venivano, invece, adornati di ghirlande e  fiori. Diversa sorte toccava ai cavalli, utilizzati per le numerose gare organizzate a partire dal Feriae Augusti. Secondo la tradizione, poi, a Ferragosto i padroni dovevano ricevere gli auguri dai propri lavoratori: per ringraziarli, li avrebbero ricompensati con una lauta mancia. Tale usanza andò consolidandosi con il passar del tempo, tant’è che nel Rinascimento divenne inderogabile in tutto il territorio dello Stato Pontificio. Con l’avvento del Cristianesimo, la Chiesa Cattolica posticipò il Feriae Augusti al 15 Agosto; l’intento era quello di sovrapporre la solennità dell’ Assunzione di Maria alle celebrazioni pagane della Roma antica. A tutt’oggi, Ferragosto mantiene felicemente la valenza di festa religiosa e laica al tempo stesso.

 

Foto: KoolShooters via Pexels

 

Buona Pasqua

 

Buona Pasqua ai miei amici più “piccoli”
ed ai miei amici più “grandi”.
Buona Pasqua a chi la pensa come me,
ma soprattutto a chi la pensa diversamente da me
perché solo così mi ha dato la possibilità di crescere.
Buona Pasqua a chi è solo,
a tutti coloro che hanno la gioia di una famiglia accanto.
Buona Pasqua ad ognuno di noi
perché l’amore e la serenità dimorino nei nostri cuori.

(Stephen Littleword)

 

 

Foto: Elizabeth Meyers via Unsplash

Sulle tracce del Principe Maurice – La prima Festa della Donna di Dubai e altri racconti

Il Principe Maurice con la “Maschera più Bella” del Carnevale di Venezia 2024

Da Natale al Carnevale, dal Carnevale alla Festa della Donna aspettando l’ Equinozio di Primavera. E poi, da Treviso a Milano, Deruta, Firenze, Venezia, Dubai, con tappe in Romagna e nelle Marche prima di salpare verso l’Asia Orientale…I racconti del Principe Maurice ci trasportano in un turbinio caleidoscopico di ricorrenze, luoghi, personaggi, e come sempre ci fanno sognare. Dopo qualche mese di latitanza da VALIUM dovuta ai suoi impegni innumerevoli, Maurice ritorna per renderci partecipi dei momenti più speciali della sua straordinaria vita. Che coincidono con un tripudio di eventi, certo, ma anche di riflessioni. Un esempio? Il Gran Ballo dell’ 8 Marzo al Burj Al Arab di Dubai ha segnato una tappa importante nella storia degli Emirati Arabi, dove per la prima volta è stata celebrata la Festa della Donna: in questa intervista, oltre a parlarci della sfarzosa serata a cui ha preso parte, il Principe discute della questione femminile, esprime la sua opinione sulla piaga dei femminicidi, porge il suo augurio alle donne, che vanno festeggiate tutto l’anno. E a proposito di donne, ce n’è una, iconica e “Divina”, che l’ ha stregato al punto tale da riapparire, molto probabilmente, nei suoi progetti futuri…Se volete saperne di più, leggete la conversazione qui di seguito e addentratevi nel magico percorso che conduce sulle tracce del Principe Maurice.

Ci siamo sentiti in occasione degli auguri di Natale, e vorrei partire dalle feste natalizie per fare un riepilogo degli eventi più rilevanti (la cernita è d’obbligo, dato che saranno incalcolabili) in cui hai avuto l’occasione di esibirti.

Partirei direttamente dalle feste, che ho passato in famiglia e in modo abbastanza tranquillo. Il 23 dicembre ho presentato il libro con cui celebro il trentennale di uno dei locali più importanti del Nord-est, l’Odissea di Treviso, che è ancora work in progress e spero sarà molto interessante così come lo è stato quello che ho dedicato ai 50 anni di attività dei Venerandi, la famiglia che ha fondato questo impero di discoteche. Nel nuovo libro si parlerà dei 30 anni di attività dell’Odissea Fun City, che Giannino Venerandi ha cominciato a gestire quando era appena ventitreenne. Devo dire che ha fatto un ottimo lavoro: non a caso è uno dei pochi club di quelle dimensioni ancora attivo in Italia, perché ha seguito le mode e soprattutto le ha anticipate. Il volume sarà ricco di fotografie: l’Odissea aveva ogni anno qualcosa di diverso, qualcosa in più. Il concetto della metamorfosi è stato sempre legato a doppio filo alla mia esperienza artistica, se ci pensi anche il Cocoricò cambiava gli scenari ogni stagione…Perciò questa iniziativa mi emoziona molto. Nel mondo dell’intrattenimento, più si dà e più si riceve: Giannino Venerandi non ha mai temuto di investire nelle scenografie, nelle innovazioni tecnologiche. La gente lo apprezza e torna nel suo locale. Prova ne è il fatto che da 30 anni siamo sempre in pista! La vigilia di Natale, invece, l’ho passata con Flavia e la nostra famiglia di amici in modo molto intimo e piacevolissimo. Il giorno dopo sono andato a pranzo da mia sorella, mentre la sera stessa mi sono esibito in un evento Memorabilia a Deruta: è stato stupendo ritrovare l’altra mia famiglia, quella del Memorabilia e dei fan che, fedelissimi, ci hanno seguito anche in trasferta per assistere a questo evento. A Capodanno sono tornato all’Odissea e all’Anima, dove era in programma un dinner show sfarzoso per festeggiare la fine dell’anno in tutte le sale del locale. Il 5 gennaio, avendo un’anima propensa al “coast-to-coast”, l’ho trascorso a Firenze con una performance all’ Insomnia di Antonio Velasquez. Il giorno dell’Epifania, infine, mi sono riposato dato che la notte precedente avevo svolazzato sulla scopa tutto il tempo.

 

Il trentennale dell’ Odissea Fun City di Treviso

Il Carnevale di Venezia ti ha visto, come sempre, nelle vesti di Gran Cerimoniere. Qual è stato lo spirito che ha animato l’edizione 2024 della kermesse?

Grazie al procedere dei lavori di sistemazione della pavimentazione di Piazza San Marco, è stato possibile allestire un palco più grande dove finalmente si sono potuti ripristinare spettacoli come il Concorso della Maschera più Bella e la presentazione delle Marie. Personalmente adoro gli appassionati del travestimento: creano dei costumi e delle maschere meravigliose, sono i protagonisti assoluti, lo zoccolo duro del Carnevale, che è fatto sì di numerosi spettacoli in tutta la città metropolitana e soprattutto all’Arsenale, come pure di uno spettacolare corteo acqueo in pre-apertura, ma è fatto soprattutto di questi straordinari personaggi che si muovono tra la piazza, le calli e i campi! Quest’anno il Carnevale era dedicato al 700esimo anniversario della morte di Marco Polo. Ma il grande esploratore veneziano è stato raccontato in modo inedito, e il direttore artistico Massimo Checchetto in questo si è rivelato geniale: il focus non era incentrato su “Il Milione”, bensì su ciò che il ragazzino Marco Polo ha immaginato quando lo zio gli ha detto che al suo ritorno in Cina l’avrebbe portato con lui. Sui sogni, cioè, che Marco Polo ha imbastito in base ai racconti di viaggio dello zio. È stata una visione anche un po’ fantasiosa, non priva di momenti che hanno celebrato il Marco Polo adulto, tornato dalla Cina con un’enorme ricchezza (soprattutto di esperienza). È stato bellissimo rivedere la piazza piena, miriadi di maschere…c’è stata un’affluenza di turisti e appassionati davvero notevole.

 

Il palco orientaleggiante di Piazza San Marco: i sogni di un Marco Polo ancora bambino sul suo futuro viaggio in Cina

Io, esibendomi prevalentemente in Piazza San Marco, sono stato esonerato dal vestire i consueti panni di Maestro di Cerimonie al Dinner Show Ufficiale organizzato al Casinò da Antonia Sautter. Ho partecipato soltanto a una serata, quella di Giovedì Grasso, su invito del sindaco. E’ stato molto bello assistere al Gala come special guest: mi sono complimentato con Antonia perché ha ideato una scenografia e una regia davvero speciali sul tema “La corte del Gran Khan”.

 

Durante il Gala delle Marie al Teatro La Fenice

L’ Associazione Internazionale del Carnevale di Venezia, della quale sei socio fondatore oltre che direttore artistico, quest’anno ha celebrato il suo 25esimo compleanno. Come lo avete festeggiato?

In un modo straordinariamente meraviglioso. La Presidente, Giovanna Barbiero Bonaventura, mi ha dato fiducia completa per cui ho curato la direzione artistica di quattro eventi, ma non solo: ho potuto anche partecipare, cosa che non succedeva da anni perché ero sempre impegnato al Dinner Show Ufficiale del Casinò. La prima serata di gala l’abbiamo organizzata al Palazzo Pisani di Santo Stefano, dove ha sede il Conservatorio “Benedetto Marcello”. L’intento era quello di celebrare coloro che hanno creato la colonna sonora dell’immaginario del Carnevale veneziano settecentesco, quindi ha avuto luogo un omaggio ai grandi musicisti veneziani dell’epoca: Vivaldi, Alessandro e Benedetto Marcello, Claudio Monteverdi e così via. Io ho interpretato proprio Antonio Vivaldi, soprannominato “il prete rosso”, indossando il mio iconico abito in total red con ruota di 15 metri di diametro nell’ atrio maestoso di quell’incredibile palazzo. Con trucco e parrucca ad hoc, mi sono tramutato in un enorme Vivaldi che accoglieva gli ospiti del ballo sulle note della sua opera sinfonica “L’estro armonico”, che era pure il titolo dell’evento. Per gli intrattenimenti musicali abbiamo ingaggiato gli allievi dei corsi avanzati del Conservatorio, i più preparati sul Barocco, ma la cosa più straordinaria è stata la partecipazione di Vittorio Grigolo, uno dei più grandi tenori  mondo.

 

Con il Maestro Vittorio Grigolo, celebre tenore, ospite d’onore dei festeggiamenti per il 25esimo anniversario dell’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia

Grigolo si è fatto promotore di una tesi importante, l’incoraggiamento dei giovani: i giovani vanno incoraggiati affinché studino e possano avere una carriera brillante come la sua. E poi ha cantato insieme a noi, in maniera festosa, giocosa, non ufficiale…Durante la serata abbiamo fatto una donazione al Conservatorio di modo che si possa proseguire con il suo restauro, e c’è stato anche un momento dedicato alla beneficienza alla Onlus “Prorett” per la ricerca sul morbo di Rett, una grave patologia neurologica. Questo primo evento, tra le varie animazioni, la bellezza degli allestimenti, l’eleganza della location, è stato senza dubbio il più bello del Carnevale! Si è svolto Venerdì Grasso, mentre il giorno dopo, come tutti gli anni, abbiamo organizzato il Corteo delle Nazioni in onore del Corpo Consolare di Venezia. Il corteo di gondole è saltato a causa del maltempo, ma lo spettacolo è stato eccezionale: quattro giovani talenti del Conservatorio si sono esibiti in un concerto di adattamenti per chitarra di arie famose. Vittorio Grigolo ha voluto partecipare e ha cantato assieme ad altri artisti il brindisi della Traviata, brindando ai 25 anni dell’Associazione alla presenza del corpo diplomatico e delle massime autorità cittadine…. A questo prestigioso evento è seguito un cocktail a Ca’ Sagredo, un hotel di lusso che ci ospita ogni anno.

 

Ancora uno scatto con il Maestro Vittorio Grigolo

La domenica sera, invece, nel portico antico e bellissimo della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (sede di una delle congregazioni più importanti di Venezia), abbiamo riprodotto l’ambasciata del Gran Khan illuminando lo scenario con centinaia di candele a LED. Questo luogo, dall’ atmosfera a metà tra il Medioevo e il Rinascimento, era proprio la location perfetta per una cena ravvivata da antiche danze dell’Impero Celeste, una delle quali beneaugurante per il Capodanno Cinese che è coinciso con la data dell’evento: si è esibita una ballerina dell’etnia Miao che indossava dei magnifici costumi antichi. In chiusura, abbiamo proposto un concerto di musica medievale per ricordare Marco Polo e l’Oriente del Gran Khan. È stata una festa meravigliosa…La cena nel portico si è svolta tra cuscini, coperte e pellicce in stile mongolo! La sera del Martedì Grasso siamo stati gli unici che hanno potuto organizzare una festa nel famosissimo Palazzo Pisani Moretta, splendidamente illuminato da lampadari con candele vere. Questa atmosfera così calda, così intima, così autentica, ci ha accompagnato per tutto il Carnevale.

 

Un video mozzafiato dell’ evento di Gala a Palazzo Pisani Moretta in occasione dei 25 anni dell’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia

A proposito di esploratori come Marco Polo: in quali lande ti porterà il tuo Grand Tour?

Mi porterà in Medio Oriente, a Dubai, e alla fine dell’anno – credo e spero – in Azerbaijan e addirittura in Cina. Diciamo che il mio Grand Tour sta volgendo a Oriente! In Cina c’ero già stato, ma stavolta andrò a Pechino e nelle città più importanti a portare il saluto e le atmosfere del Carnevale di Venezia: c’è un gemellaggio in corso e una delegazione cinese è già venuta in Italia a fare dei meravigliosi spettacoli, anche pubblici.

Parallelamente al tuo ruolo “principesco” e sfarzoso di Maestro delle Cerimonie, hai sempre portato avanti quello di icona della nightlife, del “Teatro Notturno” che prende vita tra le luci stroboscopiche dei club. Che ci dici degli eventi che ti vedranno protagonista nel mondo della notte?

Stasera ci sarà il primo Memorabilia dell’anno al Cocoricò, in aprile ho in programma un Memorabilia a Bologna e una serata anni ’90 dedicata alla East Coast dei club in quel di Fabriano. I mesi di marzo e aprile, quindi, sono contrassegnati da eventi importanti. Per il resto, sarò a cadenza mensile al dinner show dell’Odissea.

 

Stasera, al Cocoricò di Riccione, il primo appuntamento dell’anno con il Memorabilia

Parliamo della Festa di Marzo per eccellenza, la Giornata Internazionale della Donna: so che l’hai festeggiata in modo molto speciale. Puoi raccontarci qualcosa in merito a questa iniziativa?

Specialissimo, direi: sono stato invitato dall’organizzazione del Gran Ballo dei Principi e delle Principesse, presieduta da Delia Grace Noble, a prendere parte a una trasferta voluta dai Reali di Dubai. L’evento si è tenuto nell’albergo più iconico e lussuoso del mondo, il Burj Al Arab Jumeirah, dove per la prima volta, in un paese con quelle tradizioni, è stata celebrata ufficialmente la Festa della Donna: un fatto molto importante. Il Gran Ballo è stato patrocinato dal Principe Alberto di Monaco, però senza un protocollo ufficiale per renderlo una festa il più possibile autentica, organizzata con il cuore. Io, da Maestro di Cerimonie casanoviano quale sono, vi rivelo che Casanova ha sostenuto di aver amato tutte le donne che ha avuto, anche se per una sola notte. Le sue amanti si sentivano veramente amate, sebbene poi lui le lasciasse “per il loro bene”!

 

Al Gran Ballo dell’8 Marzo al Burj Al Arab di Dubai insieme a Delia Grace Noble

Che tipo di valenza riveste per te la Festa della Donna? Si rivela una data dai caratteri più che altro giocosi o davvero può riuscire a catalizzare l’attenzione sulla condizione femminile?

Dovrebbe catalizzare l’attenzione sulla condizione femminile, perché è nata da una tragedia. In decenni “festaioli” come gli anni ‘80, ‘90 e 2000 (negli anni ‘70 veniva percepita diversamente), la Festa della Donna è stata considerata un po’ la giornata in cui le donne potevano trasgredire e darsi ai divertimenti goliardici tipici degli uomini. Ma non è quello il senso che deve avere l’8 Marzo. Questa festa è molto importante, celebrativa dell’importanza della donna e del fatto che può avere la stessa forza di ribellione dell’uomo, perché sorse in seguito alla rivolta di alcune operaie che si chiusero nella fabbrica per far valere i loro diritti e furono bruciate lì dentro. Per cui divertiamoci, ma non dimentichiamoci di portare avanti una lotta seria per i diritti di genere. E’ essenziale che si evidenzi questo aspetto, oltre a quello festaiolo e giocoso. A mio avviso, la lotta per la parità di genere è il perno della Giornata Internazionale della Donna.

 

Il Burj Al Arab, il luxury hotel di Dubai dall’iconica forma a vela

Un suggestivo tramonto sul Golfo Persico

Nonostante l’8 Marzo sia ormai alle nostre spalle, cosa auguri a tutte le donne?

Dovremmo riflettere tutti i giorni sul fatto che le donne sono preziose per la società, per la cultura, per l’imprenditoria, e anche e soprattutto per la famiglia. Perciò il mio augurio è che ogni giorno ci si ricordi di quanto grandi meravigliose e importanti siano le donne per il genere umano, oltre ad essere portatrici di vita e vitalità. E poi, hanno una sensibilità, un’intelligenza e un’intuizione che gli uomini raramente possiedono. Per cui viva le donne, viva le donne per quanto speciali sono sempre, tutti i giorni dell’anno! E non dimentichiamoci dei problemi che sono costrette ad affrontare, perché da troppi anni sono sempre gli stessi. Cerchiamo di dare alla donna il posto che merita, da sempre e per sempre, nella società!

 

Nei panni di Casanova (“che ha amato tutte le donne che ha avuto, anche se per una sola notte”) al Gran Ballo del Burj Al Arab

Qual è la tua opinione sui femminicidi, un fenomeno tristemente dilagante?

Le donne si stanno emancipando sempre di più e credo che certi uomini non riescano ad accettarlo, così partono all’attacco e diventano aggressivi. Il problema è che anche se oggi molte donne prendono il coraggio di denunciare, non ci sono ancora, purtroppo, l’attenzione e la sensibilità adeguate per prevenire questi crimini, neppure quando vengono segnalate situazioni a rischio. A mio parere non basta aumentare le pene, è necessaria un’attenzione ai segnali. Bisognerebbe tenere in considerazione anche solo un accenno di violenza fisica, verbale o economica (perché esistono anche i ricatti economici) …Le donne devono potersi tutelare. Gli omicidi sono sempre più terrificanti, la situazione è molto grave come lo è quella dei giovani che, abbandonati a se stessi, si perdono nei meandri delle risse, delle baby gang e via dicendo. I social possono essere droghe ancora più pericolose delle sostanze stupefacenti. Bisogna ritornare a umanizzare questa società, soprattutto per quanto riguarda un’età in cui i confronti tra pari o gli insegnamenti degli adulti dovrebbero essere accolti, accettati. La scuola dovrebbe avere un ruolo fondamentale, riuscire a comprendere come nascono questi disagi ed aiutare i giovani ad affrontarli.

 

Un’immagine “caleidoscopica” del Principe

Una domanda sui tuoi progetti futuri non può mancare: cosa bolle in pentola per il Principe Maurice, dall’Equinozio di Primavera in poi?

La primavera per me è una stagione meravigliosa, un periodo di rinascita pieno di fermenti e di intenzioni. C’è nell’aria il fatto di poter riuscire a concretizzare progetti già esistenti ma anche progetti nuovi che riguardano la musica e il teatro, la mia dimensione ormai più autentica, da proporre sia in discoteca che a teatro. Una mia aspirazione (oltre a quella di affrontare il tema di far rivivere il mio fratello gemello attraverso un doppio monologo) sarebbe quella di portare a teatro il mio Teatro Notturno con atmosfere techno come chiusura di un cerchio. Su alcuni progetti specifici mantengo un velo di mistero, però voglio che sappiate che il centenario della Callas ha scatenato in me un desiderio irrefrenabile di poter far conoscere ai giovani il personaggio meraviglioso, quasi divino, di Maria. Altro non posso dire! (ride, ndr.) Maria Callas è stata speciale perché ha saputo colmare la mancanza che c’era nella filosofia del melodramma: sosteneva che le cantanti dovessero esprimere al meglio la propria voce nelle opere che interpretavano, ma anche esprimere al meglio il ruolo che impersonavano. Questo merito incredibile che ha avuto ha rivoluzionato il teatro dell’opera e si presta a poter essere riproposto come esempio di completezza, di ricerca: un invito a non fermarsi mai anche quando si è raggiunto il massimo del successo, a non avere limiti a livello di creatività, curiosità, studio e via dicendo per poter veramente lasciare un segno.

 

Davanti a un ritratto di Maria Callas, “la Divina”, nel foyer del Teatro La Fenice

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

Giornata Internazionale della Donna

 

“Le donne devono sempre ricordarsi chi sono, e di cosa sono capaci. Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità, e neanche di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo. Non devono aver paura del buio che inabissa le cose, perché quel buio libera una moltitudine di tesori. Quel buio che loro, libere, scarmigliate e fiere, conoscono come nessun uomo saprà mai.”

(Virginia Woolf)

Libere di amare, lavorare, reinventarsi, dirigere autonomamente la propria vita. Libere di sognare, di lasciare la fantasia a briglia sciolta: senza il timore atavico di sentirsi “strane”, diverse, fuori dal coro. In altre parole, uniche. E felici di esserlo, con orgoglio e consapevolezza. Perchè osare rende libere, ribadisce la propria libertà. E’ questo l’augurio che faccio alle donne in occasione della Giornata Internazionale che le celebra e che celebra i loro diritti. Buon 8 Marzo a tutte!

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Il magico Capodanno dell’età vittoriana

 

Le parole dell’anno trascorso appartengono al linguaggio dell’anno trascorso e le parole dell’anno a venire attendono un’altra voce.
(T.S. Eliot)

 

Capodanno non è mai stato così magico come lo era in epoca Vittoriana. Fu la Regina Vittoria in persona ad estendere le celebrazioni per il nuovo anno in Inghilterra: prima si festeggiava sontuosamente solo in Scozia, dove il 31 Dicembre era stato ribattezzato Hogmanay. Gli scozzesi solevano dedicarsi a una serie di riti che non di rado duravano fino al 2 Gennaio, e la Regina era rimasta altamente intrigata da queste usanze. La passione per l’esoterismo tipica dell’età vittoriana ben si sposava con la data di Capodanno, impregnata di suggestioni incantate in quanto situata proprio a metà dei 12 giorni che intercorrono tra Natale e il 6 Gennaio: in un’epoca in cui lo spiritismo e la preveggenza la facevano da padrone, l’interesse per i riti propiziatori e divinatori dell’ultima notte dell’anno raggiunse proporzioni straordinarie. Le superstizioni associate al Capodanno proliferavano, si arrivò persino a pensare che tutto ciò che accadeva il 1 Gennaio sarebbe stato una sorta di “anteprima” sull’andamento dell’anno nuovo. La divinazione, di conseguenza, divenne un vero e proprio leitmotiv della notte del 31 Dicembre. Libri e manuali consigliavano di trascorrere il Capodanno in famiglia o con gli amici più cari: il modo ideale per dedicarsi tutti insieme alla chiaroveggenza.

 

 

La notte di Capodanno, legata a doppio filo a un nuovo inizio, veniva considerata la notte magica per eccellenza. Non erano necessari grandi strumenti per compiere riti divinatori: bastavano un po’ d’acqua, qualche guscio di noce, un numero indeterminato di candele e via dicendo. Le previsioni più richieste riguardavano il nuovo anno e quello che avrebbe portato con sè, oppure i dettagli sul futuro partner, un argomento dall’enorme appeal per le giovani donne in età da marito. Erano moltissime, poi, le usanze propiziatorie. Prima che scoccasse la mezzanotte, innanzitutto, il caminetto andava svuotato di tutta la cenere: l’anno che stava per iniziare sarebbe stato foriero di molte novità. Molte tradizioni riprendevano quelle dell’ Hogmanay scozzese. Eccone qualcuna.

 

 

Le visite

Il “primo passo” aveva inizio subito dopo mezzanotte. La prima persona da cui si riceveva una visita avrebbe dovuto portare con sè vari doni. Bevande e cibarie erano i benvenuti, dato che sarebbero stati distribuiti a tutti gli ospiti presenti. Così il visitatore si muniva di whisky, sale, carbone, frutta e dolci tipici, in particolare torte e biscotti. Il cerimoniale dello scambio di regali era interminabile, talvolta durava fino al giorno seguente. Si considerava di buon auspicio ricevere la prima visita dell’anno da un uomo scuro di capelli; i biondi non erano ben visti e spesso veniva loro impedito di varcare la soglia.

Le visite divennero un cardine del Capodanno vittoriano: uscire e andare a far visita agli amici era beneaugurante. Per il principio secondo cui ciò che si fa a Capodanno lo si fa per l’anno intero, fare vita sociale propiziava un anno intenso e pieno di opportunità. Chi rimaneva a casa correva il rischio di passare l’anno tra le proprie quattro mura, magari perchè costretto da una malattia.

 

 

A varcare le soglie delle case, tuttavia, erano esclusivamente individui di sesso maschile. Alle donne spettava il compito di ricevere, e i bambini che non avevano ancora compiuto il decimo anno rimanevano con loro. Nelle case, a Capodanno, era tutto un viavai di visite e visitatori: ci si presentava con un biglietto e si entrava subito a far parte della baraonda familiare. Molti fidanzamenti iniziarono proprio grazie alle visite di Capodanno. I giovani uomini e le giovani donne potevano conoscersi, incontrarsi, intrecciare liasons approfittando dell’andirivieni incessante. Le dimore dei benestanti si tramutarono nel punto di riferimento per chi puntava a un pasto luculliano: i loro rinfreschi erano memorabili così come le bevande che erano soliti offrire agli ospiti.

Intorno alla fine dell’800 le visite impazzavano. Si giunse a un punto di non ritorno quando divennero una sorta di competizione: tra gli uomini “vinceva” chi effettuava il maggior numero di visite, mentre le donne gareggiavano a colpi di biglietti da visita ricevuti. Ad imporre una svolta di tipo etico fu la morigeratezza tipica della società vittoriana. Le visite cominciarono a ridursi e si lasciò spazio a tradizioni più “innocue”.

 

 

I riti di buono e cattivo auspicio

Alcune azioni, a Capodanno, dovevano essere evitate assolutamente perchè di cattivo auspicio. Ad esempio pulire la casa e fare il bucato, oppure uscire portandosi dietro una lanterna: il fuoco doveva ardere esclusivamente nel camino per non attirare la mala sorte. Foriero di sventura era anche indossare un abito nuovo di zecca, mentre per i giovani uomini uscire con una manciata di monete nelle tasche avrebbe propiziato un prospero anno nuovo. Ascoltare una campana che suonava era un’altro indizio beneaugurale. Esisteva poi una tradizione molto particolare per scongiurare la fame: si usava prendere una torta e lanciarla contro una porta; il nuovo anno non avrebbe fatto mancare le provviste.

 

 

I canti di Capodanno

In questa tradizione rientra “Auld Lang Syne”, un’antica canzone scozzese che in Italia conosciamo con il nome di “Valzer delle Candele”: veniva (e viene tuttora) cantata nei paesi anglosassoni per congedarsi dall’ anno vecchio e, in generale, in ogni situazione che implichi una separazione (per esempio quando si termina il liceo e si consegue il diploma). Le parole del canto inneggiano ai bei momenti trascorsi con gli amici e al ricordo grato di quel periodo idilliaco.

In epoca vittoriana, inoltre, a Capodanno si diffuse l’usanza di spedire a parenti e amici delle bellissime cartoline di auguri illustrate, quelle che ammiriamo ancora oggi. Tra i soggetti predominavano bimbi o putti raffiguranti il nuovo anno e personaggi del folklore come i folletti e gli immancabili maiali, senza alcun dubbio emblemi di abbondanza e floridezza.

 

Illustrazioni

Immagine di copertina via Royce Bar from Flickr, CC BY-NC-ND 2.0 DEED

Immagine n.5 e n.6 dall’alto SMU Central University Libraries, No restrictions, via Wikimedia Commons

 

Speciale “Sulle Tracce del Principe Maurice”: gli Auguri di Natale del Principe e qualche riflessione sul suo “giubileo di diamante”

 

E’ uno degli appuntamenti natalizi più attesi: gli auguri che il Principe Maurice porge ai lettori di VALIUM sono ormai un’istituzione. E il Principe è arrivato puntuale anche quest’anno, sulla scia di un’atmosfera festaiola che lo circonda già dal 15 Novembre scorso. In quella data, infatti, Maurice ha compiuto 60 anni e ha celebrato il suo “giubileo di diamante” con un doppio, spettacolare evento: il primo si è tenuto al leggendario Plastic di Milano, il secondo all’ Odissea Fun City di Spresiano Veneto, dove praticamente è di casa. E’ quasi superfluo dire che la nostra conversazione, stavolta, non poteva che iniziare con un focus sul suo compleanno…

Come ci si sente quando l’età avanza e, come te, si rimane giovani dentro e fuori?

Beh, la dicotomia si esaspera sempre di più ma ancora ci sto dentro! (ride, ndr) Certo, sono fortunato a conservarmi in buona forma e frequentando i giovani, che trovo splendidi, curiosi e stimolanti, vivo di una freschezza empatica straordinaria. Sono sempre più convinto che la vecchiaia sia in realtà più legata alla rinuncia a vivere intensamente e quindi a uno stato psicologico più che fisico. Anche se, obiettivamente, qualche fragilità comincia ad affacciarsi…

 

L’albero Natale di Piazza San Marco, a Venezia

Quali sono i tre principali insegnamenti che hai appreso nei tuoi primi 60 anni di vita?

Ho potuto verificare che i miei valori fondamentali di Libertà, Dignità e Amore sono sempre stati presenti e continueranno ad esserlo fino alla fine dei miei giorni, ma potrei aggiungere un altro principio conquistato col tempo: la consapevolezza di essere una persona, un artista che sta lasciando un segno. Senza presunzione ma anche senza falsa modestia.

Quando credi che inizierai a sentirti vecchio?

Temo di avere la sindrome di Peter Pan…(ride, ndr)

Come trascorrerai il giorno di Natale?

La Vigilia la passerò con Flavia a Milano e per il pranzo di Natale mi riunirò con mia sorella Lorella e famiglia…Ma la sera del 25 sarò con la mia grande famiglia del Memorabilia. Dove? Al Matrioska, una discoteca di Deruta!

 

A Natale tutti al Matrioska di Deruta (PG), per passare una serata indimenticabile con il Principe Maurice e il mitico staff del Memorabilia!

In un mondo flagellato dai conflitti armati, dai femminicidi e dalla povertà crescente, quali sono gli auguri di Natale che porgi alla Generation Z?

Siate tenaci, siate giusti, siate sensibili e onesti intellettualmente. Siate capaci di fare la rivoluzione dell’Amore! Che sia un Natale di Pace tra le persone, tra i popoli, tra l’uomo e Madre Natura

 

Natale in ViaSpiga15: Maurice insieme a Sabrina Iencinella Percassi

Natale a Milano: una festa con alcuni amici in ViaSpiga15…

…in giro per la città…

…e da Dolce & Gabbana

Un altro scatto del Natale di Venezia, città adottiva del Principe

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

Buon Ferragosto

 

“Nessuna vacanza è così stranamente gremita di questa che spopola le città, più chiassosa di questa che rende silenzioso il Tritone a mezzogiorno. Non è una festa, è un incantesimo, una malìa, una fattura. Irretisce le folle, ispira programmi insensati, o immerge in una torva e diffidente sonnolenza.”

(Giorgio Manganelli, da “Improvvisi per macchina da scrivere”)

 

Picnic di Ferragosto. Ma anche barbecue, grigliata, pranzo all’aria aperta…L’importante è festeggiare in mezzo alla natura. Celebrare questa ricorrenza, metà sacra (coincide con l’Assunzione in cielo della Vergine Maria) e metà profana (iniziano il relax, le vacanze tanto agognate), è celebrare l’apogeo dell’estate. Fateci caso: dopo Ferragosto le giornate si accorciano, l’entusiamo comincia a sfumare…alla fine del mese mancano solo due settimane. Non è un caso che il 15 Agosto, per molti, sia uno spartiacque tra il fulgore estivo e i preludi settembrini. Ma oggi non pensiamoci: cogliamo l’attimo, godiamoci questa giornata con il suo sole, il suo caos, i suoi eccessi, la sua afa. Dopotutto, l’estate è folle e spensierata per natura!

 

 

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Buona Pasqua

 

“Pasqua era giunta, la festa della luce e della liberazione per tutta la natura! L’inverno aveva dato il suo addio, ravvolto in un fosco velo di nebbie, e sopra le turgide nuvole in corsa s’avvicinava ora la primavera. Aveva spedito innanzi i suoi messaggeri di tempesta per destare la terra dal lungo sonno, ed essi fremevano su boschi e piani, battevan le ali sulle cime possenti dell’alpe e sconvolgevano il mare dal profondo. Era nell’aria come un lottare e un muggire selvaggio, e ne usciva tuttavia quasi un grido di vittoria: ché tra le burrasche di primavera, frementi di vita, s’annunciava la resurrezione.”

Elisabeth Bürstenbinder