La colazione di oggi: la torta di mele, dolce d’Autunno per eccellenza

 

L’ Autunno è dietro l’ angolo: si riscopre il piacere di preparare dolci o quantomeno di mangiarli, anche a colazione. La scelta è ampia, quando cominciano a cadere le prime foglie. Sicuramente, però, la torta di mele vince su tutti. Soprattutto perchè siamo nel pieno della raccolta di questi frutti, che terminerà a fine Ottobre! E poi, perchè la mela è una vera e propria miniera di benessere. Priva di grassi, zuccheri e proteine, contiene sali minerali e vitamine – prevalentemente del gruppo B – in abbondanza: dei toccasana per la salute delle mucose intestinali e orali, ma anche delle unghie e dei capelli. Le fibre di cui la mela è ricca, in più, svolgono una funzione benefica per l’ organismo e l’ intestino, potenziata dall’acido citrico e malico che favoriscono l’ assimilazione del cibo senza intaccare l’ acidità dell’ apparato digerente. A proposito di intestino, è noto che la mela lo regolarizzi grazie alla presenza delle fibre, e in certi casi (se mangiata cruda) si rivela molto utile per sconfiggere la dissenteria. Ma non finisce qui: il fruttosio che abbonda nelle mele contrasta il gonfiore, i polifenoli combattono l’ invecchiamento cellulare causato dai radicali liberi, la pectina diminuisce il livello di colesterolo e protegge l’ apparato cardiovascolare. L’azione congiunta dei flavonoidi, della vitamina C e dell’ acido butirrico prodotto dalla pectina, dal canto suo, oltre a osteggiare i radicali liberi funge da efficace antitumorale. Tra le preziose sostanze contenute nella mela, inoltre, troviamo un’ alta quantità di acqua. Le fibre sono racchiuse soprattutto nella buccia: ecco perchè il famoso “frutto dell’ Eden” dovrebbe essere sempre gustato per intero, senza scartarla.

 

 

Anche quando viene utilizzato per preparare la torta di mele, un dolce che fa bene sia alla salute che alla linea. Anzi, aumentare la quantità di mele comprese tra gli ingredienti non fa altro che diminuire l’ alto tasso di zucchero tipico di questo dessert. Per dare il benvenuto all’ Autunno, non c’è dubbio, la torta di mele è davvero l’ ideale: soffice e deliziosa, sana e digeribilissima. Gustarla a colazione, poi, si rivela il top. Arricchitela con della cannella in polvere nell’ impasto e decoratela con una manciata di mandorle tostate, sarà semplicemente squisita.

 

 

Ma quali sono le origini di questo dolce goloso e profumatissimo che chi di noi leggeva Topolino ricorda come il “dolce di Nonna Papera”? Pare che le sue radici risalgano al 1300, nell’ Europa medievale. Un celebre chef francese dell’ epoca, Guillaume Tirel, citò la “tarte aux pommes” in un suo scritto. La torta, però, conteneva un ripieno di cipolle appassite (oppure del miele) come si usava allora. Nelle cucine dei monasteri la ricetta era presente e il dolce rappresentava un degno assaggio (in tutti i sensi) dei fasti gastronomici che avrebbero caratterizzato il Rinascimento. Tuttavia, la nascita della torta di mele viene generalmente localizzata nel Regno Unito; all’ epoca della colonizzazione dell’ America si diffuse soprattutto nel New England e qualche tempo dopo, ribattezzata American Pie, si tramutò in un dolce cult statunitense. Era un dessert che univa l’ utile al dilettevole, perchè le mele cotte potevano essere consumate anche a distanza di giorni: un particolare rilevante, se pensiamo che quando non esisteva ancora il frigorifero le donne solevano conservare la frutta e gli ortaggi nei più svariati modi. Inizialmente la torta constava di una serie di mele al forno poste su uno strato di impasto, ma nel corso degli anni la ricetta si fece maggiormente elaborata dando origine alla torta di mele odierna.

 

 

La classica “American Apple Pie” è costituita da due strati di pasta con ripieno di mele cotte e viene sormontata dalla panna o dal gelato alla vaniglia. Questo ghiotto dolce ha ottenuto un gradimento tale da proliferare, nelle più disparate versioni, in molti paesi del mondo. Un esempio su tutti? Lo strudel di mele che si prepara in Austria o – per rimanere entro i confini italici – nel Trentino Alto Adige. Nel Bel Paese, invece, la “torta di Nonna Papera” si guarnisce con le mandorle, la marmellata, la crema, il cioccolato e tutto quel che suggerisce la nostra proverbiale fantasia.

 

 

 

La colazione di oggi: bomboloni alla crema all’alba, nel baretto sulla spiaggia

 

Lasciamo da parte, per una volta, proprietà e benefici: la prima colazione di oggi non è particolarmente salutare per l’organismo, ma lo è per il palato e per il morale. Dopotutto, a Ferragosto è cosa buona e giusta fare un’ eccezione! E quale eccezione più ghiotta del bombolone? Colazione vacanziera per eccellenza, rimanda a notti di divertimento totale che culminano nella classica abbuffata di krapfen sulla spiaggia al sorgere del sole. In pochi, credo in pochissimi, riescono a resistere all’ appeal dei bomboloni. Pensate di affondare i denti nella loro pasta soffice, gonfiata a dovere, e subito dopo di immergerli in un delizioso ripieno di crema…Chiamatela coccola o gratificazione, ma per celebrare l’ apogeo dell’ estate il bombolone è l’ideale. Anche la location dove solitamente si consuma, trasuda fascino. Perchè il baretto sulla spiaggia è uno dei luoghi “fronte mare” che VALIUM adora e a cui sta lasciando sempre più spazio. Attraversare la notte senza chiuder occhio per godere della magia estiva è un’ esperienza che merita di essere conclusa con una colazione del genere. Significa estasiarsi davanti all’ alba assaporando un alimento dalla dolcezza smisurata, mai scontata e sempre invitante.

 

 

Descriverlo è superfluo: il bombolone è un dolce fritto tondeggiante e soffice, ricoperto di zucchero a velo e ripieno (almeno in Italia) di crema pasticcera. Gli ingredienti utilizzati per prepararlo sono il latte intero, l’uovo, i torli d’uovo, la farina di grano tenero, lo zucchero granulare, lo zucchero a velo, il lievito di birra, il burro, lo strutto e una buccia di limone grattugiata. Per inserire il ripieno, dopo la cottura, ci si serve di una siringa o di una tasca da pasticcere. Il risultato finale? Una vera e propria bomba di energia e golosità.

 

 

Come ho già accennato, il bombolone non è il top a livello nutrizionale. E’ energetico e contiene molti nutrienti, certo, ma i grassi saturi e il colesterolo di cui è ricco, le uova e i carboidrati presenti nella crema pasticcera, il saccarosio in dosi massicce e il procedimento di frittura innalzano moltissimo i suoi valori calorici. Evitatelo se soffrite di colesterolemia, diabete, patologie del metabolismo o siete in sovrappeso. Per il resto, via libera all’ ingordigia sfrenata, con la consapevolezza che possiamo concederci uno sfizio una tantum senza troppi sensi di colpa. In particolare a Ferragosto.

 

 

Siamo arrivati, come di consueto, alle curiosità e ai cenni storici. Il bombolone nasce in Austria con il nome di “krapfen”. Il Congresso di Vienna del 1815 è alle porte quando la pasticcera  Cäcilie Krapf decide di commercializzare un nuovo dolce: la forma che richiama una frittella fa sì che venga battezzato “krafo” (“frittella” in tedesco antico), ma a tutt’oggi non è chiaro se il termine “krapfen” derivi da quest’ ultimo o dal cognome della sua inventrice. A Vienna, in occasione del Congresso, il krapfen riscuote un successo enorme: ne vengono divorati oltre dieci milioni. Al tempo stesso, in Austria diventa un must della pasticceria carnascialesca; dire “krapfen” equivale a dire “dolce tipico del Carnevale“. Eppure, pare che le sue reali origini risalgano a tempi molto più remoti. Gli antichi romani lo chiamano “Globuli” e lo guarniscono con miele e semi di papavero. Il Globuli trionfa durante i baccanali, quando viene festeggiato l’ Equinozio di Primavera. Nel 150 a.C. già furoreggia e si guadagna la nomea di dolce afrodisiaco. Se a Roma è legato ai dissoluti riti dionisiaci, secoli dopo, a Vienna, il krapfen rimanda a situazioni più romantiche. Agli inizi del ‘900 una tradizione contempla che si chieda la mano di una donna invitandola a condividere uno di questi tondeggianti dolci. Se accetta, il suo gesto ha la valenza di un fidanzamento ufficiale. Ma chi rinuncerebbe mai, d’altronde, alla delizia di un bombolone ripieno?

 

 

 

 

 

La colazione di oggi: il croissant, per iniziare la giornata in dolcezza anche in vacanza

 

Accantoniamo per un attimo gli alimenti tipicamente estivi (tipo il gelato, approfondito nell’ ultima puntata di questa rubrica) accendendo i riflettori su uno degli storici protagonisti della prima colazione: il croissant. In realtà, anche il cornetto può essere considerato un basic dei mesi caldi. Soprattutto in vacanza, quando lo ritrovate puntualmente nel buffet breakfast del vostro Hotel o lo assaporate nel baretto sulla spiaggia. Che dire, poi, delle albe a base di croissants e bomboloni dopo aver folleggiato tutta la notte? Il gusto delizioso dei cornetti appena sfornati è senza dubbio uno dei motivi in più per attendere il sorgere del sole. E a ragione, perchè questo celeberrimo dolce da forno  – che i francesi chiamarono “croissant” per la forma che richiama la luna crescente – è un concentrato di ingredienti semplici ma squisiti: burro, uova, zucchero e farina con l’ aggiunta del tuorlo d’uovo per realizzare la tipica doratura esterna. Internamente, invece, può contenere un ripieno di marmellata, cioccolata o crema. E’ chiaro che, parlando del croissant, le virtù salutari vanno di pari passo con il gusto. Essendo un dolce non difetta di calorie (soprattutto se farcito con uno dei golosi ripieni di cui sopra), anche perchè contiene un’ alta quantità di carboidrati. In un’ ipotetica classifica dei suoi componenti, subito dopo i carboidrati troviamo i grassi e le proteine, ma anche le fibre, i sali minerali e le vitamine: il croissant, particolarmente ricco di potassio, magnesio, sodio, calcio e fosforo, fornisce un buon apporto di vitamina  A, E e B9.

 

 

Il fatto che non sia privo di grassi e carboidrati, comunque, non deve sembrare una sorta di “alert”. Certo, il croissant va evitato se si è a dieta, ma i carboidrati costituiscono un’ ottima fonte di energia e l’ideale è consumarli di mattina, proprio con la prima colazione; vi daranno tutto lo sprint necessario per iniziare la giornata  e rifarvi dal digiuno delle ore di sonno. Via libera al cornetto, quindi…e senza sensi di colpa!

 

 

Passiamo ora a qualche cenno storico e alle curiosità su questo bestseller di pasticceria. In primo luogo va detto che, nonostante sia considerato tradizionalmente francese, il croissant ha origini austriache: veniva chiamato kipferl e pare che esistesse già intorno al 1200. A farlo conoscere in Francia fu Maria Antonietta, che dopo il matrimonio con Luigi XVI fece arrivare dall’ Austria la ricetta del suo dolce preferito, ma la vera e propria diffusione del kipferl avvenne nel 1837 circa con l’ apertura della Boulangerie Viennoise a Parigi. Questa pasticceria proponeva prodotti tipicamente viennesi, e il cornetto che Maria Antonietta aveva tanto amato riscontrò un incredibile successo. I francesi lo reinterpretarono a modo loro ribattezzandolo “croissant”: nei primi anni del XX secolo divenne un must della prima colazione in tutto il paese. Ben presto, avendo raggiunto un’iconicità pari a quella della Tour Eiffel, fu assurto ad emblema dolciario della Francia, dove negli anni ’70 veniva consumato e venduto in apposite “croissanteries”. A contraddistinguerlo da sempre, tuttavia, è il burro in dosi massicce che gli conferisce sapore e consistenza.

 

 

L’ Austria rispunta in una leggenda che coinvolge direttamente il croissant. Si narra che nel XVII secolo, durante un assedio turco a Vienna, un pasticciere notò una galleria che i Turchi, nottetempo, stavano furtivamente scavando nel sottosuolo. Avvertì subito chi di dovere e come ricompensa gli fu offerto di produrre in esclusiva dei dolci a mezzaluna che inneggiavano alla sconfitta degli Ottomani. A livello storico, tuttavia, questi fatti non sono stati mai documentati.