Il miele e i proverbi della cultura popolare

 

Ricco di proprietà benefiche per l’organismo, il miele in Autunno fa la sua grande rentrée. Le virtù del “cibo degli dei”, così lo avevano ribattezzato i Greci, sono innumerevoli: potenzia la memoria e la concentrazione, riduce lo stress, è un toccasana per la flora intestinale e svolge una funzione antibatterica che contrasta i primi malanni stagionali. Non è un caso che venga considerato un vero e proprio alleato del sistema immunitario. D’altronde, l’utilizzo del miele a scopo terapeutico risale addirittura all’antico Egitto; nel corso dei secoli, questa sostanza zuccherina prodotta dalle api ha sempre rivestito un ruolo centrale nell’alimentazione delle civiltà più disparate. In Italia, ad esempio, esistono proverbi riferiti al miele che ne attestano la fama presso la cultura popolare di ogni regione, da Nord a Sud. Scopriamone qualcuno insieme, in attesa di tornare a focalizzarci sul miele per esaminare quali tipi sono più indicati per rinforzare le difese immunitarie.

 

 

Quando piove d’agosto, piove miele e piove mosto.

 

 

Bocca di miele, cuore di fiele.

 

 

Col miele si piglia la mosca e s’intrappola l’orso.

 

 

Con il miele si prendon le vespe, con l’aceto neanche la peste.

 

 

A San Giovanni l’alveare spande, a San Martino l’alveare è pieno.

 

 

Chi ha guasto il palato trova amaro il miele.

 

 

Chi ha paura dell’ape non lecca il miele.

 

 

Miele fresco e vino vecchio.

 

 

Poco fiele fa amaro molto miele.

 

La versatilità culinaria della zucca, frutto-emblema della spooky season

 

La zucca è il frutto-emblema della spooky season. E non solo sotto forma di Jack-o’-lantern! La ritroviamo protagonista anche in cucina, declinata in piatti gustosi e saporitissimi. L’anno scorso abbiamo dedicato la nostra attenzione ai dolci (rileggi qui l’articolo), stavolta punteremo i riflettori sulle pietanze salate. Che non sono poche, perchè è un frutto estremamente versatile: può essere gustata al forno, in padella, fritta, ma è possibile anche consumarla cruda o utilizzarla per la preparazione di zuppe, vellutate e puré deliziosi. La zucca, inoltre, è ricca di proprietà benefiche per il nostro organismo: contiene sali minerali, vitamine, favorisce la digestione ed è rinomata per le sue virtù depurative, che la portano ad espellere sia i liquidi che le tossine. In più, il che non guasta, svolge una potente azione antiossidante. In Italia esistono molteplici varietà di zucca, dalle forme e dai sapori più disparati: la zucca Mantovana, Americana (o Zucca Tonda Padana), Berrettina Piacentina, Delica, Trombetta d’Albenga; e poi, ancora, la zucca Lunga di Napoli, di Castellazzo Bormida…La Butternut è una delle varianti più particolari: ha la polpa di un arancio vibrante e una buccia beige sottilissima, liscia e molto facile da pelare. Viene detta anche Violina, perchè tagliata a metà prende la forma di un violino. La sua consistenza soffice fa sì che sia perfetta per le vellutate e i minestroni. La zucca è un vero e proprio passepartout con cui è possibile realizzare antipasti, primi e secondi piatti, contorni; si abbina mirabilmente ai funghi, ai formaggi, alla polenta, al pesce. Per esaltare il suo sapore, l’ideale è unirla alla frutta secca o alle spezie (soprattutto la cannella, lo zenzero e la noce moscata). In rete troverete innumerevoli ricette a base di questo frutto delle Cucurbitaceae: prendete nota per realizzare dei golosissimi piatti autunnali.

 

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Il castagnaccio, dolce tipico appenninico della spooky season

 

In Italia, è il dolce tipico della spooky season: il castagnaccio, una torta a base di farina di castagne, affonda le sue origini in Toscana, ma si è rapidamente diffuso nell’area appenninica in regioni come l’Umbria, le Marche, il Lazio, l’Emilia, la Romagna e la Liguria. Le castagne, sugli Appennini, costituivano l’alimentazione principale dei popoli montani. Anticamente, le loro proprietà nutrienti erano valse a questo frutto l’appellativo di “pane dei poveri”: le popolazioni rurali aggiungevano la farina di castagne a quella di frumento,  molto dispendiosa, per preparare il pane; essendo poi ricche di amido e fibre, ma quasi del tutto prive di grassi, le castagne apportavano innumerevoli benefici all’organismo. Potevano, infine, essere gustate fresche o essiccate in svariati tipi di ricette, il che le rendeva un cibo ideale, eclettico e soprattutto alla portata di tutti. Anche il castagnaccio, non a caso, viene considerato un dolce “povero”: è facile da realizzare, non troppo elaborato e si avvale di pochi ma saporiti ingredienti. Ne esistono diverse versioni, a seconda della zona di provenienza; persino il nome della torta varia in base alla località. Qualche esempio? In provincia di Massa-Carrara viene chiamato “castignà”, a Lucca “torta di neccio”, a Livorno “toppone”, ad Arezzo “baldino”, a Firenze “migliaccio” e nella Piana di Firenze-Prato-Pistoia è conosciuto come “ghirighio”, per citare solo la Toscana.

 

 

Ma quali ingredienti include, la ricetta del castagnaccio? L’ impasto, a base di farina di castagne, olio extravergine d’oliva, acqua, uvetta e pinoli, viene cotto al forno. Localmente, altri ingredienti prendono parte al processo della sua preparazione: ne esistono versioni che includono le scorze di arancia, la frutta secca (più che altro noci e pinoli), i semi di finocchio, il rosmarino…Lo si serve con ricotta e miele di castagno per esaltare al massimo la sua golosità. Le bevande perfette a cui accompagnarlo, invece, sono il vino novello oppure il Vin Santo: due abbinamenti degni di un’irresistibile esperienza degustativa. Nelle Marche, la mia regione, il castagnaccio viene arricchito con l’aggiunta di pinoli, uvetta, talvolta fichi secchi e aghi di rosmarino. Proprio quest’ultimo è il protagonista di una romantica credenza: secondo un’antica tradizione, se la fetta di castagnaccio offerta da una fanciulla a un giovane contiene il rametto di rosmarino, costoro sono ben presto destinati a diventare marito e moglie.

 

Foto di copertina by Visit Tuscany via Flickr, CC BY-NC-SA 2.0

 

L’Autunno a tavola

 

Uva, castagne, funghi, fichi, zucche, mele, lenticchie, broccoli, frutta secca, cereali integrali, mais, cavoli, melograno…La tavola, in Autunno, si riempie di una miriade di cibi, di sapori e di colori. Sono cibi salutari, che ci aiutano ad affrontare al meglio il cambio di stagione: contengono dosi massicce di vitamine, nutrienti, sali minerali, proteine, antiossidanti, omega 3; rinforzano il sistema immunitario aiutandoci a prevenire i malanni da raffreddamento e donano una sferzata di energia all’organismo. I benefici che apportano sono innumerevoli, impossibile elencarli tutti. Possibilissimo, invece, è includere questi cibi nella nostra dieta per avvalerci di un mirabile connubio di salute e gusto che ci accompagni nella nuova stagione.

 

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La colazione di oggi: il Golden Milk, latte d’oro dalle mille virtù della medicina Ayurveda

 

La rubrica “La colazione di oggi” ritorna proponendovi la perfetta bevanda autunnale: avete mai sentito parlare del Golden Milk? Proviene dall’India ed appartiene alla tradizione della medicina ayurvedica. Non stupisce, quindi, che in Oriente venga considerata un must per il benessere psicofisico. Il Golden Milk è energetico, nutriente, ricco di proprietà salutari per l’organismo. Ma di cosa si tratta, esattamente? Scopriamolo insieme. Il Golden Milk è una bevanda a base di curcuma, la cosiddetta “spezia d’oro” (da qui il nome del latte) dalle molteplici virtù. In India, la curcuma è utilizzatissima; non è un caso che l’Ayurveda (la secolare medicina indiana dall’approccio olistico) ne abbia fatto un cardine dei suoi rimedi naturali. Anticamente, la ricetta del Golden Milk comprendeva il latte vaccino, la curcuma e il pepe nero, oggi si preferisce aromatizzarlo con dolcificanti come il miele e con latti vegetali, tipo quello di soia, di cocco o di mandorla. E’ dalla curcuma che derivano i maggiori benefici della bevanda: il suo principio attivo, la curcumina, può essere considerato un toccasana per l’organismo, ma per far sì che – essendo liposolubile – venga adeguatamente assorbito, deve accompagnarsi a un grasso (ecco il perchè del latte). Spezie quali il pepe nero o lo zenzero, invece, favoriscono il processo della sua metabolizzazione. Il corretto assorbimento e la biodisponibilità della curcumina, dunque, risultano fondamentali. Di ciò bisogna tenere conto al momento di variare la ricetta del Golden Milk, che deve possedere imprescindibilmente le suddette caratteristiche.

 

 

Il latte d’oro, bevuto molto caldo, è ottimo per la prima colazione. Può sostituire il classico caffè o il caffellatte, perchè regala una carica energetica perfetta per iniziare la giornata. Ma è anche  la bevanda ideale dei primi pomeriggi freddi: riscalda il corpo e tonifica l’organismo. Accompagnandola a una fetta di dolce o a dei biscotti, il suo gusto speziato ne esalterà il sapore.

 

 

Per capire meglio la valenza che ricopre il Golden Milk in Oriente, bisogna saperne un po’ di più sulle sue origini. Il latte d’oro nasce in India, ed è legato a doppio filo all’Ayurveda: questa ancestrale medicina indiana concepisce la salute come un perfetto equilibrio tra corpo, psiche e ambiente; in un simile connubio armonico, un ruolo chiave viene riservato all’alimentazione. Il latte d’oro, con le sue proprietà benefiche, si inserisce mirabilmente nella filosofia Ayurveda. Per raggiungere il benessere psicofisico, andrebbe bevuta una tazza di Golden Milk al giorno per almeno un mese di seguito. Le virtù della curcuma sono ormai note in tutto il mondo: questa spezia garantisce il benessere delle articolazioni, purifica il fegato, svolge una potente azione antinfiammatoria, rafforza il sistema immunitario e contrasta i malanni da raffreddamento. L’Autunno è la stagione ideale per imparare a conoscere il latte d’oro. Va bevuto bollente, assaporandolo sorso dopo sorso, perchè  è un’autentica delizia per il palato.

 

 

Agli ingredienti di base del Golden Milk, possono esserne affiancati altri a nostro piacimento; sempre tenendo presenti, comunque, le esigenze di assorbimento e metabolizzazione della curcumina. Ricapitolando, la ricetta del latte d’oro ruota attorno alla curcuma in polvere, al latte vaccino o vegetale (soia, cocco, riso, mandorle e così via) e al pepe nero macinato. Per personalizzare il gusto della bevanda, potete sbizzarrirvi a utilizzare ulteriori spezie o erbe aromatiche e dolcificare il tutto con il miele o gli sciroppi più golosi in circolazione.

 

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Frutta e verdura di stagione: le new entry settembrine

 

Nuova stagione, nuova frutta e verdura da portare a tavola. Ma quali sono le new entry del mese di Settembre? Scopriamolo con una panoramica generale. In primo piano, naturalmente, c’è l’uva, e non poteva essere altrimenti nel periodo della vendemmia. Dolcissima e succosa, l’uva è ricca di zuccheri ma senza eccedere, tant’è che possono consumarla (con moderazione) anche i diabetici non incorrendo in particolari problemi. Gli acini di questo frutto contengono un mix di vitamine e minerali: la vitamina A, B1, C e PP unite a buone dosi di calcio, manganese, potassio, ferro, sodio e magnesio danno vita a un connubio altamente salutare. L’uva ha il potere di depurare l’organismo, sopperire alla carenza di minerali e scongiurare l’anemia. Accanto all’uva troviamo i fichi, prelibatezze di fine estate per antonomasia, che vengono raccolti tra Agosto e Settembre. Le prugne e le pesche resistono, pesche noci o nettarine comprese, mentre per i frutti di bosco è un vero e proprio trionfo: le more, i mirtilli, il ribes e i lamponi tingono le nostre tavole di intensi colori.

 

 

Seguono a ruota i fichi d’India, le pere e le mele, la cui raccolta è iniziata da quasi un mese a causa dell’eccezionale calura estiva.

 

 

Per quanto riguarda la verdura, iniziare con i funghi è d’obbligo. Chi si dedica alla loro raccolta, non ha che l’imbarazzo della scelta: porcini, russole, cantarelli e steccherini sono le specie must di Settembre, e ad esse si aggiunge quella dei sanguinelli a fine mese.

 

 

A Settembre, in determinate regioni d’Italia, inizia anche la raccolta di varietà di tartufi come il tartufo bianco pregiato e il tartufo nero. Nell’orto potremo invece trovare svariate delizie: su tutte la zucca, emblema autunnale per eccellenza, e poi il porro, ultra saporito. Non si può dire che non siano in buona compagnia; finocchi, patate, pomodori, fagioli, carote, sedani rapa, cavolfiori, zucchine e peperoni compongono il resto del variegato gruppo di ortaggi settembrini. Sono tutte verdure che abbondano di acqua e vitamine, estremamente benefiche per l’organismo e – ça va sans dire – squisite in cucina grazie al loro gusto.

 

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Benefici e rischi del bagno nel fiume

 

“Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume”, disse Eraclito, perchè sia noi che il fiume cambiamo continuamente. Panta Rei: tutto scorre e nulla è immutabile. Anche noi, oggi, ci occuperemo del fiume, ma senza implicazioni filosofiche. Va detto che il fiume, quando arriva l’estate, viene spesso considerato un’alternativa al mare. Specialmente all’inizio e alla fine della stagione calda: due periodi non feriali in cui risulta più a portata di mano delle località balneari: gli abitanti dell’entroterra lo trovano facilmente raggiungibile e amano immergersi nelle sue acque rinfrescanti ogni volta che il sole picchia forte. Ma quali benefici e controindicazioni comporta fare il bagno in un fiume? Andiamo a scoprirlo.

 

 

Cominciamo con i BENEFICI

  • Il bagno in acqua fredda, a meno di 15 gradi, è altamente benefico proprio in virtù del cambiamento che provoca nella nostra temperatura corporea. Ma va rispettata una condizione: l’immersione non dovrebbe durare più di un quarto d’ora, diversamente potrebbe nuocere all’organismo.
  • Abbiamo già approfondito i vantaggi che apportano al corpo e alla mente i cosiddetti “spazi blu”. L’acqua vanta un notevole potere rilassante, favorisce la meditazione, la concentrazione e la consapevolezza di sè. Stimola a godere del qui e ora, elimina l’ansia grazie al contatto con la natura, incentiva la padronanza del proprio corpo e del proprio respiro.
  • L’acqua fredda dei fiumi, ma anche dei laghi, svolge un’azione antinfiammatoria ed è un toccasana per la circolazione sanguigna. Le immersioni, però, dovrebbero essere regolari e – come già detto – non superare il quarto d’ora per evitare uno shock termico.
  • Il bagno in acqua fredda fa colare a picco gli ormoni dello stress e aumenta i livelli di dopamina, responsabile della sensazione di benessere, della regolazione del sonno e del controllo dell’umore.
  • Nuotando in un fiume si accelera il metabolismo e il corpo è in grado di bruciare un maggior numero di calorie. L’effetto dimagrante dell’acqua fredda, tuttavia, è ancora in fase di studio.

 

 

Ma valutiamo anche i RISCHI

  • La corrente del fiume è impetuosa: può trascinarci velocemente dove non abbiamo previsto e impedirci di raggiungere la sponda. Di conseguenza, c’è il rischio che ci trasporti via con sè e la possibilità di schiantarci contro una roccia non è così remota.
  • Il meteo nelle zone di montagna cambia molto rapidamente, accelerando la corrente dei fiumi. Nel caso il “nostro” fiume si trovi lì, bisogna fare attenzione.
  • Lungo i fiumi non sono presenti nè bagniniservizi di salvataggio, pertanto è impossibile contare sull’aiuto di qualcuno in caso di difficoltà. Prima di immergersi nelle sue acque, è tassativo informarsi se per quel fiume è stato imposto (o meno) il divieto di balneazione. In prossimità della foce del fiume, poi, bagnarsi è generalmente vietato.
  • Non è raro che il fondo di un fiume abbondi di sassi, anche taglienti, di detriti o di rocce, le stesse che magari troviamo lungo le sue sponde. Bisognerebbe conoscere un fiume a menadito per evitare spiacevoli incidenti. Soprattutto, è altamente sconsigliato tuffarsi: in primo luogo, perchè non conosciamo la reale profondità delle sue acque, secondariamente per il rischio di andare a cozzare contro ostacoli imprevisti.
  • In conclusione, per un bagno nel fiume privo di pericoli è necessario scegliere un corso d’acqua che si conosce bene, dalle acque poco profonde e limpide, in modo che le eventuali insidie nascoste nel suo fondo siano perfettamente visibili.

 

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L’odore del mare: un’alchimia che coniuga la chimica con le emozioni

 

Qual è l’odore del mare? Potremmo definirlo odore di salsedine, ma è talmente inconfondibile che descriverlo risulta quasi arduo. Risalta un mix olfattivo che rimanda alle alghe, all’acqua salata, alla brezza che veicola i loro effluvi; lo scroscio delle onde sembra renderli frizzanti, vagamente pungenti. La scienza è in grado di spiegare molto bene l’odore del mare, illustrando le molecole di cui si compone. I Bromofenoli sono responsabili del sentore di iodio, estremamente caratteristico: vengono generati dalle alghe e da particolari organismi che vivono nelle profondità del mare. I Dictiopereni, feromoni che alcune tipologie di alghe producono in vista dell’accoppiamento, emanano un forte odore di alga essiccata. Il Solfuro Dimetile è invece originato dai batteri che si cibano di fitoplancton: può essere identificato con quella scia olfattiva pungente che sa di alghe e di salsedine che percepiamo in riva al mare. Sostanzialmente, il tipico profumo del mare viene determinato in buona parte dagli organismi marini.

 

 

Quel che è certo, come ho sottolineato più volte in molti articoli, è che l’odore del mare ci trasmette un profondo senso di benessere. E tutto ciò ha sia una motivazione chimica che emozionale. L’aria salmastra è un composto delle molecole di cui abbiamo parlato e dei minerali di cui il mare è ricco, come il magnesio, il potassio, il sodio e il cloururo di sodio, il solfato e il calcio: per la salute, dei veri toccasana. Quando respiriamo quell’aria, i benefici che ne traiamo sono innumerevoli. Uno su tutti? La regolazione dei livelli di serotonina, detto l’“ormone della felicità”. Lo stress si dilegua, l’ansia si riduce ai minimi termini.

 

 

Veniamo ora all’aspetto emozionale. Come tutti gli odori, quello del mare stimola la corteccia cerebrale prefrontale: la zona del cervello interconnessa, tra l’altro, con la memoria e con le emozioni. Il sentore di salsedine è strettamente collegato alle nostre emozioni, poichè ci riporta in mente i ricordi inebrianti associati al mare. E’ un odore, quindi, evocativo di sensazioni di benessere: i periodi di vacanza, gli orizzonti sconfinati, i flirt, le esperienze vissute in acqua e in spiaggia…Olfatto, emozioni e memoria rappresentano una triade legata a doppio filo in cui ogni elemento interdipende dall’altro. L’odore del mare è emozione, il sentore di ricordi ammantati di immensa gioia e di un senso indescrivibile di libertà.

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Bere acqua fa bene. Ecco perchè

 

Quando fa molto caldo, l’imperativo è bere acqua il più possibile. Ma quali sono i benefici che l’acqua apporta al nostro corpo? Partiamo da un presupposto: l’acqua, un nutriente importantissimo, è presente nel corpo umano in una percentuale del 65% circa. Mantenersi idratati è fondamentale per il funzionamento di tutto l’organismo, permettendo alle strutture biologiche di crescere e rinnovarsi costantemente. La quantità di acqua che gli esperti consigliano di bere ogni giorno è compresa tra un litro e mezzo e i due litri. Andiamo quindi a scoprire i benefici dell’acqua punto per punto.

  • I muscoli contengono il 75% di acqua, essenziale affinchè svolgano qualsiasi tipo di attività motoria. Bere è indispensabile perchè dota i muscoli e le articolazioni dell’ideale lubrificazione, inoltre è stato dimostrato che una corretta idratazione è strettamente correlata al successo della performance sportiva.
  • All’ interno delle cellule è incluso il 40-50% dell’acqua presente nel nostro corpo. Bere è fondamentale per conservare l’elasticità della pelle e mantenerla tonica, compatta, luminosa. Con l’avanzare dell’età, quando l’epidermide comincia a perdere elasticità e idratazione, bere molta acqua è un ottimo antidoto per ripristinare i liquidi in ogni strato cutaneo e contrastare la comparsa delle rughe.
  • La temperatura del corpo è regolata dall’acqua. Con il caldo torrido, l’acqua evapora per raffreddarlo e per far sì che non assorba troppo calore. Chi non beve a sufficienza non è in grado di reggere lo stress a cui l’afa sottopone l’organismo, in quanto è privo di “scorte” di liquidi che lo termoregolino.
  • L’acqua lubrifica le mucose orali ed è imprescindibile per deglutire il cibo: non è un caso che la saliva contenga acqua al 98%. La disidratazione risulta deleteria sia per la deglutizione che per l’articolazione dei suoni e la salute dentale, perchè provoca secchezza nel cavo orale.
  • Bere acqua è tassativo per favorire il processo digestivo e il funzionamento dell’intestino. Una delle conseguenze più frequenti della disidratazione è rappresentata dalla stitichezza. L’acqua ammorbidisce le feci e accelera il transito intestinale.
  • La cornea e il corpo vitreo, due componenti dell’occhio umano, sono composti di acqua al 90%. Idratarsi adeguatamente è salutare per la vista e previene fenomeni ottici come le miodesopsie, le cosiddette “mosche volanti”.
  • Non bevendo acqua a sufficienza, si può incorrere in dei cali di pressione. La disidratazione, infatti, provoca una riduzione del volume di sangue circolante causando ipotensione arteriosa.

 

 

  • Bere molta acqua fluidifica il muco e si rivela un toccasana per l’apparato respiratorio: i polmoni ne beneficiano ampiamente. Il ristagno del muco, al contrario, favorisce svariate patologie respiratorie.
  • L’acqua è fondamentale per l’eliminazione delle tossine, le sostanze di scarto del nostro organismo. Vengono espulse tramite organi quali i reni, il fegato, l’intestino, la pelle (con la sudorazione): in questi processi, l’acqua svolge un ruolo chiave.
  • I reni, che attraverso le urine eliminano le sostanze di scarto e mantengono l’equilibrio idrosalino nell’organismo, risentono particolarmente dei benefici dell’acqua. L’acqua li aiuta a diluire gli scarti e a prevenire pericolosi sovraccarichi. La disidratazione, invece, favorisce la formazione dei calcoli renali.
  • Un altro importantissimo ruolo svolto dall’acqua, consiste nel distribuire le sostanze nutritive in tutto il corpo. Tra i nutrienti che ingeriamo, infatti, non sono rari quelli idrosolubili, cioè che si sciolgono nell’acqua. L’acqua è il veicolo che li trasporta nell’apparato circolatorio, da dove poi, unitamente all’ossigeno, si diramano nell’ intero organismo.
  • Bere incrementa il metabolismo, aiuta a bruciare calorie e stimola la combustione dei grassi.
  • Per chi fa sport, l’acqua è portentosa: dona energia ai muscoli e previene i crampi e le distorsioni. Dopo l’attività fisica, inoltre, reintegra tutti i liquidi dispersi con il sudore.
  • L’acqua è energetica, combatte il senso di stanchezza e favorisce la concentrazione, rafforzando le abilità cognitive.
  • Attenzione: bere troppa acqua fa altrettanto male che berne poca. Non superate mai i due litri al giorno per non rischiare un’intossicazione da acqua, una condizione molto grave.

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Gli innumerevoli benefici di un bagno in mare e dell’acqua marina

 

Ai benefici di un bagno in mare ho già accennato in questo articolo dedicato a come proteggersi da Caronte e dalle sue temperature infuocate. Oggi, però, voglio approfondire l’argomento. Perchè lo merita: l’acqua di mare, che contiene sale in una quantità di 35 grammi per ogni litro, è un vero e proprio toccasana per il nostro corpo. Ippocrate, considerato il padre della medicina, aveva scoperto le sue virtù sin dai tempi dell’Ellade. In particolare, aveva constatato l’azione disinfettante, cicatrizzante e antidolorifica dell’acqua marina, ma si era concentrato anche sulla sua efficacia nella prevenzione delle infezioni. Gli antichi Greci la utilizzavano per combattere le infiammazioni delle articolazioni e delle ossa, patologie come l’asma e le dermatiti. Possiamo dire che sono stati dei grandi precursori: l’acqua di mare, infatti, è una miniera di sostanze preziosissime per l’organismo umano.

 

 

Il mare è straordinariamente ricco di minerali. Contiene magnesio, iodio, calcio, sodio, silicio, oltre che numerose sostanze biologiche che ottimizzano il metabolismo e il funzionamento del sistema ormonale. L’acqua marina, inoltre, svolge un’azione benefica per le ghiandole endocrine (tra cui l’ipotalamo, l’ipofisi, la tiroide), con risultati che si ripercuotono positivamente su tutto l’organismo.

 

 

Ma perchè quando ci immergiamo in mare proviamo un’immediata sensazione di relax? E’ molto semplice: ancora una volta, grazie alle sostanze presenti nelle sue acque. Il bromo, contenuto in quantità sufficienti, ha rinomate virtù distensive; il magnesio combatte la ritenzione idrica e riduce il volume dei liquidi nel corpo; il sale purifica la pelle, depositandosi sull’epidermide dove rimane anche per svariate settimane.

 

 

Per la pelle, l’acqua di mare si rivela miracolosa: è in grado di curare un gran numero di dermatiti, oltre che condizioni croniche quali la psoriasi e l’eczema, grazie all’acido salicilico in essa contenuto. I minerali che abbondano nel mare possiedono spiccate proprietà antinfiammatorie, risultando altamente benefici per le ossa, i muscoli e le articolazioni; di conseguenza, alleviano i reumatismi e l’atrite. L’effetto antinfiammatorio è dovuto alla salutare azione che i minerali esercitano sul fegato, sui reni e sulla pelle, spronandoli a eliminare le tossine con la massima rapidità. Gli ioni negativi del sale dell’acqua marina sono l’ideale per garantire il benessere dei bronchi, dei polmoni e dell’apparato respiratorio in generale, mentre lo iodio è un toccasana per il sistema endocrino e soprattutto per la tiroide.

 

 

Un bagno in mare è sinonimo di buonumore e serenità. Ciò accade perchè nuotando compiamo un’attività fisica che, in quanto tale, rilascia endorfine, i cosiddetti “ormoni della felicità”. Lo stress e le tensioni si dissolvono per lasciar spazio a una sensazione di profondo benessere.

 

 

Persino il sistema immunitario viene rafforzato da un bagno in mare. L’organismo deve abituarsi a reagire alle variazioni della temperatura corporea; tutto ciò, insieme al movimento compiuto attraverso il nuoto, incrementa il numero dei globuli bianchi (adibiti alle difese). A proposito di nuoto, basti dire che, da sempre, viene considerato lo sport più completo: tonifica e potenzia i muscoli di tutto il corpo ed è portentoso per i polmoni, che si allenano a incamerare una sempre maggiore quantità di ossigeno. Nuotare è anche benefico per la circolazione, perchè ottimizza l’afflusso dei liquidi negli arti inferiori. Inoltre, incrementa l’ossigenazione del sangue, riduce la frequenza cardiaca e respiratoria e abbassa la pressione.

 

 

La lista dei benefici, come vedete, è interminabile: approfittiamo del refrigerio che offre un bagno in mare per non lasciarcene sfuggire neanche uno.

 

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