Gli innumerevoli benefici di un bagno in mare e dell’acqua marina

 

Ai benefici di un bagno in mare ho già accennato in questo articolo dedicato a come proteggersi da Caronte e dalle sue temperature infuocate. Oggi, però, voglio approfondire l’argomento. Perchè lo merita: l’acqua di mare, che contiene sale in una quantità di 35 grammi per ogni litro, è un vero e proprio toccasana per il nostro corpo. Ippocrate, considerato il padre della medicina, aveva scoperto le sue virtù sin dai tempi dell’Ellade. In particolare, aveva constatato l’azione disinfettante, cicatrizzante e antidolorifica dell’acqua marina, ma si era concentrato anche sulla sua efficacia nella prevenzione delle infezioni. Gli antichi Greci la utilizzavano per combattere le infiammazioni delle articolazioni e delle ossa, patologie come l’asma e le dermatiti. Possiamo dire che sono stati dei grandi precursori: l’acqua di mare, infatti, è una miniera di sostanze preziosissime per l’organismo umano.

 

 

Il mare è straordinariamente ricco di minerali. Contiene magnesio, iodio, calcio, sodio, silicio, oltre che numerose sostanze biologiche che ottimizzano il metabolismo e il funzionamento del sistema ormonale. L’acqua marina, inoltre, svolge un’azione benefica per le ghiandole endocrine (tra cui l’ipotalamo, l’ipofisi, la tiroide), con risultati che si ripercuotono positivamente su tutto l’organismo.

 

 

Ma perchè quando ci immergiamo in mare proviamo un’immediata sensazione di relax? E’ molto semplice: ancora una volta, grazie alle sostanze presenti nelle sue acque. Il bromo, contenuto in quantità sufficienti, ha rinomate virtù distensive; il magnesio combatte la ritenzione idrica e riduce il volume dei liquidi nel corpo; il sale purifica la pelle, depositandosi sull’epidermide dove rimane anche per svariate settimane.

 

 

Per la pelle, l’acqua di mare si rivela miracolosa: è in grado di curare un gran numero di dermatiti, oltre che condizioni croniche quali la psoriasi e l’eczema, grazie all’acido salicilico in essa contenuto. I minerali che abbondano nel mare possiedono spiccate proprietà antinfiammatorie, risultando altamente benefici per le ossa, i muscoli e le articolazioni; di conseguenza, alleviano i reumatismi e l’atrite. L’effetto antinfiammatorio è dovuto alla salutare azione che i minerali esercitano sul fegato, sui reni e sulla pelle, spronandoli a eliminare le tossine con la massima rapidità. Gli ioni negativi del sale dell’acqua marina sono l’ideale per garantire il benessere dei bronchi, dei polmoni e dell’apparato respiratorio in generale, mentre lo iodio è un toccasana per il sistema endocrino e soprattutto per la tiroide.

 

 

Un bagno in mare è sinonimo di buonumore e serenità. Ciò accade perchè nuotando compiamo un’attività fisica che, in quanto tale, rilascia endorfine, i cosiddetti “ormoni della felicità”. Lo stress e le tensioni si dissolvono per lasciar spazio a una sensazione di profondo benessere.

 

 

Persino il sistema immunitario viene rafforzato da un bagno in mare. L’organismo deve abituarsi a reagire alle variazioni della temperatura corporea; tutto ciò, insieme al movimento compiuto attraverso il nuoto, incrementa il numero dei globuli bianchi (adibiti alle difese). A proposito di nuoto, basti dire che, da sempre, viene considerato lo sport più completo: tonifica e potenzia i muscoli di tutto il corpo ed è portentoso per i polmoni, che si allenano a incamerare una sempre maggiore quantità di ossigeno. Nuotare è anche benefico per la circolazione, perchè ottimizza l’afflusso dei liquidi negli arti inferiori. Inoltre, incrementa l’ossigenazione del sangue, riduce la frequenza cardiaca e respiratoria e abbassa la pressione.

 

 

La lista dei benefici, come vedete, è interminabile: approfittiamo del refrigerio che offre un bagno in mare per non lasciarcene sfuggire neanche uno.

 

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Il girasole e le sue leggende

 

Botanicamente è l’Helianthus Annuus, un nome che fonde i termini greci “helios”, ovvero “sole”, e “anthos”, “fiore”. Ma anche la sua denominazione più nota, “girasole”, cita l’astro infuocato. Ciò perchè, in base ai principi dell’ eliotropismo, ha una corolla sempre orientata verso il sole. In realtà, ciò avviene quando è ancora nello stadio di bocciolo; dopo la fioritura punta laddove il sole sorge, ovvero ad est. Il girasole si associa al sole persino nell’aspetto: la forma tonda e i petali gialli disposti a raggiera fanno subito pensare alla stella più vicina alla Terra. Qualche mese dopo la semina, fissata tra Marzo e Aprile, i campi si tramutano in spettacolari distese color oro che ispirano gioia e buonumore. La particolarità che cattura immediatamente l’attenzione è l’imponenza dei girasoli: il loro stelo può raggiungere i due metri di altezza. La tonalità vibrante e la bellezza unica li annoverano tra i più richiesti fiori ornamentali, mentre i semi, ricchi di nutrienti, sono molto utilizzati in cucina.

 

 

Ma quali sono le origini del girasole? L’ Helianthus Annuus nasce nell’ America Meridionale, precisamente in Perù. Gli Incas lo coltivavano già nel 1000 a.C., e identificavano in questo fiore il loro dio del Sole: l’essere rivolto costantemente verso l’astro era un indizio del dialogo che intratteneva con lui. Il condottiero spagnolo Francisco Pizarro, che conquistò l’Impero Inca e fondò in seguito la città di Lima, fu il primo a scoprire la valenza divina assunta dal girasole  presso gli Incas. In Europa il fiore approdò nel XVI secolo, sia sotto forma di semi che delle innumerevoli riproduzioni in oro che la popolazione andina era solita dedicargli.

 

 

Gli antichi popoli, in generale, consideravano il girasole un emblema di immortalità. L’identificazione con il dio Sole, e quindi con la vita, era presente in un gran numero di culture, favorita anche dal fatto che questo fiore offriva semi commestibili e olio in abbondanza. Esistono leggende molto suggestive, sul girasole; la più celebre lo ricollega alla mitologia greca: Clizia, una giovane ninfa, era perdutamente innamorata di Apollo, il dio del Sole. Non poteva fare a meno di tenere gli occhi incollati al cielo, ogni volta che passava con il suo carro. Apollo, lusingato da tanta attenzione, riuscì a sedurla, ma poco tempo dopo la abbandonò. Clizia, disperata, pianse per nove giorni di seguito in un campo, fissando continuamente il sole. Secondo la leggenda, il suo corpo si immobilizzò fino a diventare uno stelo; i piedi presero le sembianze di radici, i capelli formarono una corolla di petali color giallo brillante: si era tramutata in un girasole, e ammirava il sole da mattina a sera. La leggenda è citata ne “Le metamorfosi” di Ovidio, ma non essendo il girasole ancora sbarcato dall’ America si pensa che possa riferirsi all’ eliotropio.

 

 

Un’ altra leggenda narra di un fiore molto solitario e malinconico. Aveva un aspetto particolare; non era considerato bello e tutti, nel campo in cui sorgeva, evitavano di stargli accanto. Così, il fiore passava le giornate ad ammirare il sole. Lo adorava a tal punto che il suo stelo, a furia di guardarlo, era cresciuto in altezza. Il fiore seguiva il percorso del sole con la sua corolla, e il sole non potè fare a meno di notarlo. Un giorno, incuriosito, l’astro chiese al fiore come mai era sempre solo e costui gli raccontò la sua triste storia. Il sole rimase molto impressionato da quel racconto e decise di aiutarlo: lo confortò e lo trasformò in un fiore alto, splendido e completamente tinto di giallo. Adesso era il fiore più bello di tutto il campo, e prese il nome di Girasole in onore della sua amicizia con l’astro.