Sulle tracce del Principe Maurice: il senso del Principe per la meraviglia

Il Principe a Venezia, durante il Gala di The Merchant of Venice

Il contatto, telefonico, avviene mentre il Principe Maurice è in aeroporto: si accinge a partire per Palma di Maiorca, il suo “buen retiro”, per circa una settimana. “Vado alla ricerca di pace interiore, impegni di lavoro a parte. Pasqua è passata da poco e ho già bisogno di un nuovo break!”, mi confessa ridendo. Se c’è qualcosa che il Principe sembra non perdere mai, infatti, è proprio il buonumore. L ‘ ironia con cui affronta una vita frenetica, ma di certo non priva di sorprese. Una vita della quale (come abbiamo già scoperto in svariate occasioni) è sempre pronto a cogliere la meraviglia, le delizie più nascoste e inaspettate. L’ intervista che segue ce lo dimostra una volta ancora, trascinandoci in un racconto ricco di fascino, saggezza e cultura ad ampie dosi. E’ in questo portentoso mix che risiede uno dei punti di forza di Maurice; nel desiderio di apprendere, di lasciarsi stupire da ogni esperienza che si materializza lungo il suo cammino. L’ 8 Maggio ha fatto ritorno a Venezia, per presenziare ai numerosi vernissage organizzati in apertura della Biennale d’Arte. E possiamo star certi che la prossima puntata di questa rubrica pullulerà di aneddoti e di testimonianze sempre più magiche, sempre più avvincenti. Narrate con quel tocco d’ incanto che solo il Principe (e non lo scrivo per piaggeria) è in grado di sprigionare. Ecco cosa ci ha riferito, intanto, degli straordinari eventi che l’hanno coinvolto ultimamente e di quelli, altrettanto sorprendenti, che lo vedranno protagonista a breve…

Ci siamo detti “arrivederci” al Carnevale di Venezia e, rispettando il fil rouge delle ricorrenze, ora dovrai raccontarmi com’è stata la tua Pasqua: sui social hai postato foto di paesaggi di uno splendore da mozzare il fiato!               

Pasqua l’ho trascorsa tra Padova e Vicenza, in campagna, nella pace più assoluta perché ne avevo bisogno. Quelli sono i paesaggi della mia terra: i tramonti, i profumi e i colori del meraviglioso Veneto, dove in compagnia di amici cari, sinceri, con i quali non devi recitare nessun ruolo, ho potuto rilassarmi totalmente. Ho la fortuna di avere amici che vivono in zone e case splendide e devo dire che è un po’ il rovescio buono della medaglia del mio lavoro, a volte abbastanza frenetico e stressante. Grazie a queste belle amicizie e ai luoghi incantati che hanno fatto da cornice alla mia Pasqua mi sono potuto ricaricare. E’ stato proprio un tuffo nella serenità! L’ enorme magnolia che vedete nella foto mi ha regalato tutto l’amore materno della natura che mi era mancato un po’, nel bailamme tra viaggi e impegni vari.

 

 

 

 

I verdeggianti luoghi della Pasqua del Principe

Nella scorsa puntata di questa rubrica, ci anticipavi una tua partecipazione a sorpresa alla Milano Design Week. Da quanto ne so, si è trattato di uno spettacolare anniversario: che ci racconti a tal proposito?

A tal proposito vi racconto che è stato un evento decisamente bello e diverso, di uno spessore artistico straordinario. L’ideazione è stata di Andy dei Bluvertigo con il quale, come sapete, collaboro spesso e volentieri; è venuto fuori un happening stupendo che Visionnaire – un’azienda di arredamento luxury destinato alle abitazioni, agli yacht e così via –   ha voluto regalare ai clienti più fedeli, ai collaboratori internazionali più importanti per i suoi 60 anni di vita e 15 anni di brand. L’ evento era basato sulla pubblicazione di un decalogo di valori che hanno accompagnato l’azienda sin dall’ inizio e che ne hanno determinato il successo. La rappresentazione artistica e visuale di questo decalogo è stata affidata ad una compagnia di danza, EmoX Balletto, con musiche originali scelte ed elaborate da Andy ed artisti che si esibivano negli intervalli tra la presentazione di un valore e l’altro, intervalli che coincidevano anche con l’uscita di una portata creata da Cracco (che ha abbinato 10 piatti ai 10 valori). Erano performance brevi, dalla durata di 1 minuto e mezzo ciascuna ma molto belle, con ballerini e musica dal vivo. Io conducevo lo spettacolo imbastendone il fil rouge narrativo, nel mio stile di Maestro di Cerimonie ma in maniera un po’ più performativa: l’idea era quella di un’iniziazione quasi di tipo “massonico”, perché chi era lì era indubbiamente un privilegiato, e il privilegio vero era non tanto potersi permettere l’acquisto di questi bellissimi e costosissimi elementi di arredo, bensì comprenderne l’origine e lo spirito. E’ stata una celebrazione spettacolare, ricca, che ha portato il concetto di design ad altissimi livelli di rappresentazione (cliccate QUI per ammirare lo splendido video dell’ evento). Nel contesto del Salone del Mobile mi è piaciuta molto anche l’happening di Balich, “Aqua”, incentrata sul ritorno alle vie d’acqua milanesi: un omaggio a colui che le creò, ovvero Leonardo Da Vinci, nel 500mo anniversario della sua morte. Fu lui ad ideare i Navigli. Alcuni, quindi, sono stati riaperti proprio grazie a questa performance: in quel momento Milano, così “acquatica”, era vicina come non mai alla mia Venezia e tutto ciò mi ha divertito molto! Le mie radici, come sapete, sono nell’ acqua. Mi sento un po’ un fiore di loto! (ride, ndr)

 

Il Principe allo show-anniversario di Visionnaire…

…e insieme a Cracco, durante lo stesso evento

Tornando ancora al nostro ultimo incontro, mi soffermo sul percorso “lagunare” dei cinque sensi che hai illustrato ai lettori di VALIUM. Per quanto riguarda l’olfatto, proprio in quel di Venezia, recentemente sei stato coinvolto in un Gala molto speciale…          

The Merchant of Venice ha organizzato un simposio di altissimo livello sulle essenze – a cui hanno partecipato i più prestigiosi esponenti internazionali dell’azienda del profumo – e un gala di presentazione di due sue nuove fragranze: una di queste si chiama Imperial Emerald ed è ispirata all’ Oriente, nello specifico alla Persia, e come ben saprete il pavone è l’emblema dell’Impero Persiano. Questo mi ha stimolato a preparare una performance valorizzata da una scenografia e da un’animazione molto orientaleggianti, durante la quale ho sfoggiato un esotico copricapo a coda di pavone. Al termine c’è stata una cena di gala in pieno stile veneziano nel palazzo di Ca’ Vendramin Calergi, una serata sontuosa sempre all’ insegna dell’iconografia del pavone. L’ evento, nel complesso, è stato splendido! Si è festeggiata anche l’acquisizione della licenza del marchio Scervino da parte di Mavive (uno dei brand di The Merchant of Venice) e quindi il nuovo profumo di Ermanno Scervino. Cena di gala a parte, tutto si è svolto nel San Clemente Palace Kempinski Venice, un Hotel a 5 stelle situato sull’ isola di San Clemente.

 

Casanova sì, ma in chiave orientaleggiante…Il Principe al Gala di The Merchant of Venice

Se ti chiedessi qual è il senso che ti ha “catturato” in questo ultimo mese, cosa risponderesti?           

L’ udito. Io amo la musica, la suono, la ascolto, la canto, quindi l’udito per me è fondamentale. L’arte più suggestiva è indubbiamente la musica, perché è la colonna sonora di quello che ti succede e condiziona moltissimo lo stato d’animo. Facci caso: se guardi una scena comica con il sottofondo di una musica inquietante ti fa paura, se guardi un omicidio con un sottofondo buffo ti fa ridere. Adoro la musica classica, molto antica…Dai Madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa alle pavane elisabettiane, passando per i canti gregoriani. Attraverso le loro melodie, se ho la possibilità di rilassarmi e di chiudere gli occhi, raggiungo una condizione mistica! La musica barocca, invece, mi serve per ricaricarmi… Parlando sempre di musica, mi ricollego anche al concerto che il Duo Bellavista-Soglia ha tenuto il 1 Maggio all’ Autodromo di Imola. Un concerto del quale sono stato spettatore, ma uno spettatore veramente deliziato dal fatto che questi due ragazzi stiano andando avanti con nuove rielaborazioni di musiche, con il concetto del cross over che mi appartiene tantissimo ed è uno dei motivi per cui mi stanno così a cuore. Durante la commemorazione del 25mo anniversario della scomparsa di Ayrton Senna, un evento che li ha visti esibirsi con una performance al mattino ed una in chiusura delle celebrazioni, Raffaello Bellavista e Michele Soglia hanno proposto un’interpretazione lirica di “Heroes” di David Bowie che mi ha fatto venire la pelle d’oca! Sono sempre più bravi, hanno avuto un successo strepitoso: persino gli appassionati di motori tout court hanno apprezzato la poesia e la sincerità dell’omaggio musicale che hanno fatto ad Ayrton. Insieme a loro, il 30 Aprile scorso ho assistito ad un altro evento straordinario. A Casola Valsenio, un paesino romagnolo di 2700 anime, da 120 anni si festeggia l’arrivo della Primavera con una sfilata di carri allegorici. Ma attenzione, sono carri che non hanno nulla di “carnascialesco”! Vengono realizzati con i materiali locali, tra cui il gesso (siamo in zona Vena del Gesso), dai giovani del posto. I carri sfilano nel centro della cittadina lasciando il pubblico senza fiato: sono davvero spettacolari, dei tableaux vivants con figuranti in posa e un’accurata ricerca di luci, costumi, allestimenti… Quest’anno erano dedicati a tre temi chiave: “L’altra metà” (un “j’accuse” sulla condizione della donna), “Colpa di Stato” anziché “colpo di stato” e “L’invisibile rotta dei sogni”. Michele Soglia vive a Casola, quindi è stato un piacere assistere a questa parata insieme al Duo. Pensa che, riconoscendomi, gli organizzatori mi hanno nominato padrino della manifestazione ed ho premiato i vincitori io stesso!

 

Il Duo Bellavista-Soglia, “living soundtrack” dell’ Ayrton Day all’ Autodromo di Imola

Il 28 Aprile si è concluso “AperyShow”, la quattro giorni di charity event che si tiene ogni anno a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova. E che quest’ anno ti ha visto protagonista. A quale causa verranno devoluti gli incassi e su cosa era incentrata la tua performance?         

Non so esattamente quale sia l’obiettivo di questa edizione, ma l’edizione scorsa era finalizzata alla realizzazione di un parco giochi nella cittadina dove è nato tutto, cioè Campo San Piero (non Piazzola). Un parco giochi molto grande e bello, attrezzato anche per bambini diversamente abili, che è stato inaugurato tre giorni prima di AperiShow 2019. Penso comunque che i ricavi siano destinati a un’opera pubblica, fruibile da tutta la popolazione. Per quanto riguarda I’ aspetto musicale, ogni giorno era intitolato a un genere: commerciale, latineggiante e così via…Visti i miei trascorsi, mi sono esibito durante la serata consacrata al tech-house ed ho fatto una performance simile a quelle che al Cocoricò mi vedevano protagonista. Era un omaggio a David Bowie a cui ha assistito un pubblico foltissimo, di ogni età e status.  Data la pioggia battente, dal palco scorgevo una marea di ombrelli colorati. Non potendo applaudire, la gente urlava dalla gioia e muoveva gli ombrelli per farci sentire che c’era! E’ stato molto emozionante. Io ho cantato “Hallo Spaceboy” di David Bowie, tratto dall’ album “Outside”, e ho dedicato “Heroes” a chi ha lavorato allo show e a tutto il pubblico: sono tempi in cui per andare avanti bisogna essere un po’ eroi, per cui sottolineo sempre il valore di questa canzone. La mia performance è stata di puro Teatro Notturno, con luci ed effetti speciali curatissimi. “AperiShow” è un evento ormai entrato nel cuore degli spettatori locali (ma penso che in molti arrivino anche da fuori), è un successo annunciato.  Nonostante il tempo un po’ bizzarro, è stato bellissimo ritrovare tanti personaggi importanti del mondo della musica, del vocalism…Partecipiamo tutti a titolo gratuito per sposare la causa. Questo festival si svolge in un contesto quasi familiare, e poi la location è speciale: siamo di fronte a questa villa meravigliosa, Villa Contarini, un’eccellenza dell’arte e dell’architettura veneta.

 

 

 

Alcuni scatti dell’ AperyShow 2019 a Piazzola sul Brenta

Sempre a proposito di eventi, il 5 Maggio hai preso parte alla giuria del Premio Dino D’Arcangelo, il giornalista di Repubblica commemorato al Music Inside Festival di Rimini. Che puoi dirci, di quella esperienza?

In realtà, essendo sopraggiunti importanti appuntamenti di lavoro nelle Baleari, ho dovuto rinunciare alla mia presenza fisica. Però ho fatto parte della Giuria, alla quale ho inoltrato un mio intervento scritto. Nicoletta Magalotti, la mitica NicoNote del Cocoricò, e Pierfrancesco Pacoda hanno desiderato istituire un Premio in onore e ricordo di Dino D’Arcangelo, che teneva la rubrica musicale “Tenera è la notte” su Repubblica: il Premio, alla prima edizione, ha avuto per nome proprio “Tenera è la notte – Dialoghi trasversali sulla Club Culture” ed è stato dedicato alla sua memoria. Già questa, di per sé, è una cosa emozionante e bellissima! Io ho fatto la mia scelta, non è combaciata con quella del resto della giuria – composta, oltre che dal sottoscritto, da Ernesto Assante di Repubblica, NicoNote, il consulente marketing Pierluigi Pierucci, il dj Claudio Coccoluto e i giornalisti Piefrancesco Pacoda e Damir Ivic – ma è andata bene ugualmente: ha vinto la Baia degli Angeli, così battezzata prima di diventare Baia Imperiale. La premiazione è avvenuta il 5 Maggio, mentre il 6 ero invitato ad un simposio dal titolo “Imprenditoria della notte, tra creatività e mercato”: il mio intervento scritto è stato letto pari pari da NicoNote. (lo trovate in calce all’ intervista)

D’Arcangelo sdoganò la House e la Techno, elevandole a dei veri e propri generi. A tuo parere, oggi, esiste un’avanguardia musicale che meriterebbe di essere legittimata?      

Purtroppo no. Spero che qualcosa venga fuori, perché c’è bisogno di nuovi fermenti. Ho “intercettato” un piccolo germoglio, ma è ancora troppo immaturo per poter essere capito…Mi riferisco al mondo della notte, naturalmente. Niente a che vedere, comunque, con quello che rappresentarono la House e la Techno. Ricordo che Dino D’Arcangelo volle invitare Assante alla LoveParade per fargli capire che non erano una moda, bensì un autentico movimento musicale, e noi del Cocoricò ci andammo tutti insieme. Per amor di sintesi, quindi, direi che di avanguardie artistiche inerenti alla Club Culture non ce ne sono. Non a tutt’oggi, almeno.

 

Rimini: la storica piazza Cavour e la Fontana della Pigna

Se dico “Riccione”, suppongo che per te equivalga a dire “Cocoricò”. Cosa rappresenta, invece, Rimini per il Principe Maurice? Spiegacelo con tre aggettivi.

Il primo nome che associo a Rimini è quello di Fellini, che le conferisce un senso in più del grottesco, del giocoso in confronto a Riccione. Rimini è divertente perché è più “grassa”, se vogliamo. E’ assolutamente felliniana, e lo rimarrà per sempre: è il suo imprinting. Anche se ha perso forse quella magia del Grand Hotel, dell’eleganza. Però è stata senza dubbio una pioniera del turismo di massa, delle meritate vacanze per tutti. Tre aggettivi per descriverla? Simpatica, grassoccia, divertente. Ovvero felliniana!

Non può mancare il consueto aggiornamento sui tuoi progetti “non top secret” e sugli appuntamenti imperdibili a cui ti accingi a presenziare: quali anticipazioni ci dai?             

A breve termine ho in programma alcune serate flash nei locali, ma soprattutto performance associate alla cultura. O meglio, a una visione nuova, più fruibile della cultura attraverso il racconto. Per cui il 19 maggio prenderò parte al Festival del Cardello, di cui il Duo Bellavista-Soglia è organizzatore e direttore artistico. Mi esibirò nel Giardino delle Erbe di Casola, un luogo veramente magico, in questo piccolo anfiteatro che è stato creato proprio all’inizio del giardino. Lì mi vedrete nei panni di attore e interprete del Futurismo virato sul settore culinario: sarà presente anche il Presidente di Casa Artusi, un’esponente di punta della cucina tradizionale, al quale controbatterò in maniera simpatica, un po’ folle e in stile futurista con improbabili ricette, soprattutto con la filosofia della cucina futurista (che rievoca abbastanza certe ossessioni alimentari odierne). Terre come la Romagna hanno sempre coniugato la natura con l’arte, con la rappresentazione…Casola è una cittadina di provincia, ma ha un fascino unico: ho scoperto che è la provincia la vera risorsa d’Italia, sotto tutti i punti di vista. Nelle Baleari sono stato invece per delle belle iniziative che vi racconterò molto presto, ma il mio progetto più imminente mi vedrà protagonista al Festival del Cardello. Nel frattempo, per incuriosirvi ancora di più, posso anticiparvi che – oltre a quello nel film “Ca Moon”–  c’è nell’aria un ruolo in una nuova pellicola: la mia carriera cinematografica sembra predisporsi in maniera continuativa. Mi lancerò…Hollywood mi sta aspettando! (ride)

 

La locandina del Festival del Cardello con relativo programma

L’ INTERVENTO DEL PRINCIPE MAURICE AL SIMPOSIO “IMPRENDITORIA DELLA NOTTE, TRA CREATIVITA’ E MERCATO” DEL MUSIC INSIDE FESTIVAL DI RIMINI

Buongiorno, carissimi.

Innanzitutto voglio scusarmi per non essere presente ma urgenti impegni di lavoro all’estero per un progetto importante cui tengo tantissimo riferito ad una missione culturale della mia città, Venezia, mi tengono lontano dall’Italia per altri tre giorni oltre la data odierna. Mi spiace molto non essere qui di persona perché a questo ambiente devo tantissimo e sono onorato che Nico mi abbia pensato sia come membro della Giuria del neonato premio “Tenera è la Notte” in memoria del compianto Dino D’Arcangelo che come relatore per questo interessantissimo simposio. Grazie, quindi, a lei e a tutti voi. L’argomento che tratterete non è affatto semplice ed ha una valenza che va oltre la mera offerta  di servizi, sempre più regolamentati e in qualche modo limitati da una visione spesso populistica e cieca delle Autorità competenti, per arrivare a “contaminare” attraverso la proposta artistica, strettamente legata la mondo del “loisir”, le mode e i modi di intere generazioni. Non mi intendo della parte “tecnica” e posso solo dare un parere che suona come consiglio: la qualità e la sicurezza devono essere i punti focali per avviare e perseguire un’impresa che fa dell’accoglienza il suo scopo. Ritengo, invece, di poter portare una testimonianza credibile sul fatto che la CREATIVITÀ faccia davvero la differenza, di qualsiasi genere musicale di intrattenimento si parli, come VALORE AGGIUNTO di un “sistema notte” che sta conoscendo una crisi così pertinace e apparentemente insormontabile. La mia esperienza personale è un esempio lampante di come attraverso un prodotto creativo originale, visualmente riconoscibile ed emotivamente coinvolgente, frutto di studio, passione e improvvisazione su un tema variabile,  si riesca a “iconizzare” un artista ma anche un genere al punto, pur nella sperimentazione o forse proprio per quella, da renderli estremamente commerciali. La Baia degli Angeli (poi Imperiale) premiata ieri da una parte e il Cocoricò degli anni ’90 dall’altra ne sono una testimonianza storica. In buona sostanza, se da un lato le ingerenze dei “social” e dei “media” vorrebbero con il loro banale melting pot culturale appiattire se non annientare il valore aggiunto dell’UNICITÀ (di personaggi come di luoghi che per avere successo DEVONO essere riconoscibili), dall’altro si riscontra nelle gestioni,  stressate da mille ingerenze politiche e burocratiche e timorose di non poter attingere nel calderone giovanile l’utenza necessaria per poter mandare avanti l’impresa con i suoi costi fissi impressionanti, una RASSEGNATA PASSIVITÀ. Siamo nell’epoca dei format preconfezionati che hanno cosi tanto successo perché la fondamentale figura del Direttore Artistico dei locali è pressoché stata eliminata. Per un’azienda seria la professionalità di qualcuno che in ESCLUSIVA pensa, crea e realizza una VISIONE artistica del programma musicale, scenografico e d’immagine in generale è FONDAMENTALE. È solo col suo operato, condiviso con la parte amministrativa, che la creatività diventa quel valore aggiunto e necessario al successo di un luogo di divertimento e spettacolo. Sarà sua responsabilità coinvolgere gli interpreti giusti del suo concept per condizionare il mercato e non esserne vittima con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Occorre avere il coraggio di creare situazioni nuove individuando strade che portino a trend coinvolgenti ed “educativi” per quelle masse di giovani (e non) che sicuramente reagiranno alla noia del déjà vu del quale hanno dato prova frequentando sempre meno le discoteche. Attenzione: per déjà vu non intendo gli eventi dedicati alla straordinaria memoria delle rivoluzioni musicali e di costume che a mio avviso sono sempre importanti proprio come testimonianza della potenza, appunto, della creatività ma del fatto che ormai ovunque si propone più o meno lo stesso prodotto non facendo più presa sulla curiosità della novità. Per finire voglio consigliare agli operatori del settore di non adagiarsi su improbabili “certezze” già obsolete ma di cercare nuovi talenti e dare loro fiducia e rispetto magari sotto l’attenta guida di chi ha esperienza da trasmettere. CREATIVITÀ: capacità PRODUTTIVA della ragione e della fantasia (dizionario). Buon lavoro e buona festa a tutti nella speranza di rivederci presto.

Maurice Agosti

 

Photo courtesy of Maurice Agosti e Duo Bellavista-Soglia

 

 

 

 

“Vennari – Milk and Diamonds”: Roberto Ferlito per Vennari negli scatti di Diego Diaz Marin

 

Natale: tempo di party, di bagliori….e di preziosi regali. Tre elementi che a fine anno si intrecciano in uno scintillante, irresistibile connubio. Electric Bands, la nuova capsule collection creata per Vennari da Roberto Ferlito, lo incarna in pieno nella fusione tra l’ heritage orafo dello storico marchio fiorentino di Haute Joaillerie e l’ iconico design sculturale del direttore creativo di Schield (leggi l’ intervista di Roberto Ferlito per VALIUM qui). La capsule è composta di 5 pezzi in oro 18 carati sapientemente lavorati a mano: un choker, orecchini, orecchini pendenti, un anello e un braccialetto, tutti a foggia di fascetta stringi-cavo e con chiusura regolata da una vite con pomello.  Le viti sono disponibili anche singole, impreziosite da pietre come lo zaffiro, il diamante o il peridoto  per creare un mix and match personalizzato da accenti di colore. Raffinatissima ma unconventional, Electric Bands esalta uno chic senza tempo che tramuta dei veri e propri statement jewels in accessori must della quotidianità. Gli scatti in cui Diego Diaz Marin (trovi qui la sua ultima campagna per Schield pubblicata da VALIUM) immortala la capsule sono, come sempre, di straordinario impatto visivo. La protagonista della photostory – che significativamente si intitola “Vennari -Milk and Diamonds” – è immersa in una vasca da bagno piena di latte, indossa un bustier nero e i gioielli che sfogga la rendono regale. Fa pensare a una Cleopatra o a una Poppea contemporanee (entrambe adoravano bagnarsi nel latte), ma calate in un recipiente magico degno di Alice nel Paese delle Meraviglie:  in superficie galleggiano fiori, fette di pompelmo, spuntano polipi che si abbarbicano sul décolleté della modella. Strumenti della vanità femminile o elementi surreali che si materializzano? Sta a noi decidere. Quel che è certo è che, in questa campagna, il genio visionario di Diego Diaz Marin e la profonda eleganza dei gioielli di Roberto Ferlito per Vennari si esaltano e valorizzano a vicenda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CREDITS

Photographed by Diego Diaz Marin

Styled by Giulia Vennari

Hair and make up by Giulia Avarello

Model: Cloe (Casting Models)

 

Emilio Cavallini AI 2017/18: 24 ore con Missé Beqiri

 

Missé Beqiri, star della serie TV di ITVBe “The Real Houseviwes of Chesire” è la splendida e sensuale interprete della campagna AI 2017/18 di Emilio Cavallini. Colori mediterranei nonostante le origini svedesi, corpo mozzafiato e neo al lato delle labbra come signature inconfondibile, Missé affianca allo status di modella e attrice quello di diva di Instagram: con 232mila follower e post che sottolineano il suo glamour seducente, non si potrebbe dire altrimenti. Per la campagna Cavallini, scattata da Raffaele Grosso e sotto la direzione creativa di Pier Fioraso (leggi qui la sua intervista con VALIUM), la statuaria svedese ci porta a Londra e trascorre con noi 24 ore all’ insegna dello stile.

Shirt Bottega Veneta, tights Emilio Cavallini

La giornata inizia con un paio di Two Toned Vertical Striped Tights, le calze a righe in black & white che incarnano uno dei tipici pattern geometrici Cavallini: mood playful e seduttività si intrecciano in un mix a dir poco iconico. Per Missé, appassionata d’arte, un’ incursione mattutina al museo è irrinunciabile, e opta per il potente gioco di chiaroscuri delle Two Toned Legs Tights al momento di definire il suo look.

Sweater Antonio Berardi, tights Emilio Cavallini

Il pranzo con gli amici si tramuta in un’ occasione per sperimentare nuovi abbinamenti cool. Missé decide di esaltare lo chic floreale dei Water Lilies Leggins affiancandoli al classico trench, dando vita a una mise sofisticata e casual al tempo stesso. Cosa indossare, invece, per un meeting dell’ ultim’ ora? La fascinosa celeb punta sulla sobrietà di un suit blu navy, ma non tralascia di donare alle sue gambe tutto il risalto che meritano inguainandole nelle Soft Diamond Tights: il prezioso pattern diamante coniuga geometrie e texture velata con un risultato d’ effetto.

Trench coat Maison Margiela, shirt Marni, pants Emilio Cavallini, bag Hermès

Dress Mugler, tights Emilio Cavallini

Jacket Saint Laurent, sweater Gods, tights Emilio Cavallini

Jacket Versace, tights Emilio Cavallini

Cala la sera, sulla metropoli londinese. E’ arrivato il momento di un tranquillo relax casalingo, che Missé Beqiri assapora senza rinunciare alla sensualità. L’ iconico Enginereed Lace Bodysuit, a tale scopo, si rivela perfetto: emblema di seduzione e di femminilità nella quintessenza, avvolge il corpo in un autentico capolavoro di ricami. Ma il richiamo della notte è potente, e Missé cede alla sua voglia di uscire. Per catapultarsi nell’ effervescente nightlife di Londra sceglie non uno, bensì due outfit a effetto “wow”, come il sexy tailleur da abbinare a un paio di eleganti Argyle Tights e il cocktail dress in total white che evidenzia le iper ricercate cuciture delle Sensual Black Seam Tights.

Bodysuit Alexander Wang, tights Emilio Cavallini

Bodysuit Emilio Cavallini

Pattern audaci, linee che caricano di sex appeal la silhouette e dettagli minuziosi sono gli ingredienti di una collezione Autunno/Inverno che racchiude il mood più intrigante dello stile Cavallini. Uno stile di cui non poteva essere che Missé Beqiri, con la sua allure radiosa e innatamente provocante, la portavoce ideale.

Jacket Alexander McQueen, tights Emilio Cavallini, bag Hermès

Dress Valentino, tights Emilio Cavallini

CREDITS

Photographer: Raffaele Grosso
Stylist and Direction: Pier Fioraso
Assistant: Lisa Mobilio
Hair and Make Up: Anja Joy Bont
Video: Ira Giorgetti
Model/Actress: Missé Beqiri

Per esplorare l’ universo di Emilio Cavallini e saperne di più sulle disavventure di Missé Beqiri: www.emiliocavallini.com