Febbraio non è certo un mese che difetta di dolci tipici: a quelli “carnascialeschi” come le castagnole, le frappe, le frittelle, le chiacchiere, le zeppole, la cicerchiata, si affiancano le prelibatezze di San Valentino. Non si tratta di dessert tradizionali o ben precisi, poichè spaziano dai biscotti alle torte a forma di cuore. La colazione di oggi è un’ anticipazione del mood che, ogni 14 Febbraio, coniuga l’amore con le delizie di pasticceria; ma quale dolce scegliere, tra i tanti proposti a San Valentino? I cupcakes mi sembrano perfetti: sono autentiche minitorte, e le guarnizioni che li adornano li tramutano in piccoli capolavori artistici. Il loro punto di forza è la glassatura, detta “frosting”, che viene impreziosita dalle forme, dai colori, dagli elementi più disparati. In questo articolo, quindi, non mi soffermerò tanto sui benefici dei cupcakes quanto sulla storia e sulle curiosità relative ai dolcetti che gli inglesi e gli irlandesi sono soliti chiamare “fairy cake”, “torte di fata”. Il che è tutto dire…
Le radici dei cupcakes affondano in terra statunitense, e sono radici antiche. Il termine “cupcake” appare per la prima volta nel 1826, ma il libro “American Cookery” di Amelia Simmons riporta la ricetta di uno speciale dolce cotto in tazza (da qui il nome “cupcake”) già nel 1796. E’ più o meno a quell’ epoca che i cupcakes fanno la loro comparsa. L’ origine del nome si basa su una doppia teoria: non esistendo ancora gli stampini, è probabile che i dolci si lasciassero cuocere in una tazza (“cup”) o in delle scodelle apposite. La seconda teoria prevede invece che la tazza fosse un’ unità di misura per gli ingredienti indicati nella ricetta. La prima ipotesi, tuttavia, appare più credibile. Le piccole dimensioni del dolce e la cottura nelle tazze di coccio, infatti, comportavano dei tempi di cottura velocissimi e permettevano di preparare cupcakes in quantità con il minimo sforzo. A proposito di preparazione, quella del cupcake è molto semplice: la glassatura o “frosting”, la farcitura e la decorazione sono i cardini della sua ricetta. La decorazione, senza dubbio, rappresenta lo step più creativo del processo di realizzazione. Si effettua sulla glassa, essa stessa un prezioso elemento ornamentale: di solito è coloratissima e sfoggia innumerevoli forme e aromi. Le decorazioni spaziano dalla tradizionale ciliegia agli ornamenti in pasta da zucchero, che viene plasmata nelle fogge più disparate: fiori, unicorni, arcobaleni, stelle, fiocchi di neve…e dato che il cupcake è ampiamente servito in occasione delle ricorrenze, abbondano l’ iconografia natalizia, pasquale, halloweeniana e via dicendo.
Perfettamente glassato e decorato, il cupcake è pronto per essere presentato nel suo pirottino di carta pieghettata. A San Valentino potrete sbizzarrirvi ornandolo con un tripudio di rose e cuori in pasta di zucchero; ho anche notato cupcakes bellissimi su cui troneggiano la scritta “Love”, “I love you” o la più nostrana “Ti amo”. Un assoluto must è il colore, rigorosamente vibrante per potenziare l’ impatto visivo. Il frosting perfetto, invece, viene ottenuto con un mix di mascarpone, panna e zucchero a velo. Dopo averlo realizzato, si passa alla colorazione e all’ aromatizzazione; non esistono limiti alla fantasia, l’ importante è che la glassatura sia profumata e catturi cromaticamente. La diffusione commerciale del cupcake risale al primo dopoguerra. Con il passar del tempo, questo dolcetto ha cominciato ad andare a ruba nelle pasticcerie e sono state aperte addirittura delle “bakeries”, negozi che vendono eclusivamente cupcakes: lì, le golose minitorte diventano opere d’arte vere e proprie. Per iniziare – ma anche concludere – il giorno di San Valentino, gustare dei cupcakes è imprescindibile. Garantisce un alto tasso di dolcezza 24 ore su 24!
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