Sulle tracce del Principe Maurice – La prima Festa della Donna di Dubai e altri racconti

Il Principe Maurice con la “Maschera più Bella” del Carnevale di Venezia 2024

Da Natale al Carnevale, dal Carnevale alla Festa della Donna aspettando l’ Equinozio di Primavera. E poi, da Treviso a Milano, Deruta, Firenze, Venezia, Dubai, con tappe in Romagna e nelle Marche prima di salpare verso l’Asia Orientale…I racconti del Principe Maurice ci trasportano in un turbinio caleidoscopico di ricorrenze, luoghi, personaggi, e come sempre ci fanno sognare. Dopo qualche mese di latitanza da VALIUM dovuta ai suoi impegni innumerevoli, Maurice ritorna per renderci partecipi dei momenti più speciali della sua straordinaria vita. Che coincidono con un tripudio di eventi, certo, ma anche di riflessioni. Un esempio? Il Gran Ballo dell’ 8 Marzo al Burj Al Arab di Dubai ha segnato una tappa importante nella storia degli Emirati Arabi, dove per la prima volta è stata celebrata la Festa della Donna: in questa intervista, oltre a parlarci della sfarzosa serata a cui ha preso parte, il Principe discute della questione femminile, esprime la sua opinione sulla piaga dei femminicidi, porge il suo augurio alle donne, che vanno festeggiate tutto l’anno. E a proposito di donne, ce n’è una, iconica e “Divina”, che l’ ha stregato al punto tale da riapparire, molto probabilmente, nei suoi progetti futuri…Se volete saperne di più, leggete la conversazione qui di seguito e addentratevi nel magico percorso che conduce sulle tracce del Principe Maurice.

Ci siamo sentiti in occasione degli auguri di Natale, e vorrei partire dalle feste natalizie per fare un riepilogo degli eventi più rilevanti (la cernita è d’obbligo, dato che saranno incalcolabili) in cui hai avuto l’occasione di esibirti.

Partirei direttamente dalle feste, che ho passato in famiglia e in modo abbastanza tranquillo. Il 23 dicembre ho presentato il libro con cui celebro il trentennale di uno dei locali più importanti del Nord-est, l’Odissea di Treviso, che è ancora work in progress e spero sarà molto interessante così come lo è stato quello che ho dedicato ai 50 anni di attività dei Venerandi, la famiglia che ha fondato questo impero di discoteche. Nel nuovo libro si parlerà dei 30 anni di attività dell’Odissea Fun City, che Giannino Venerandi ha cominciato a gestire quando era appena ventitreenne. Devo dire che ha fatto un ottimo lavoro: non a caso è uno dei pochi club di quelle dimensioni ancora attivo in Italia, perché ha seguito le mode e soprattutto le ha anticipate. Il volume sarà ricco di fotografie: l’Odissea aveva ogni anno qualcosa di diverso, qualcosa in più. Il concetto della metamorfosi è stato sempre legato a doppio filo alla mia esperienza artistica, se ci pensi anche il Cocoricò cambiava gli scenari ogni stagione…Perciò questa iniziativa mi emoziona molto. Nel mondo dell’intrattenimento, più si dà e più si riceve: Giannino Venerandi non ha mai temuto di investire nelle scenografie, nelle innovazioni tecnologiche. La gente lo apprezza e torna nel suo locale. Prova ne è il fatto che da 30 anni siamo sempre in pista! La vigilia di Natale, invece, l’ho passata con Flavia e la nostra famiglia di amici in modo molto intimo e piacevolissimo. Il giorno dopo sono andato a pranzo da mia sorella, mentre la sera stessa mi sono esibito in un evento Memorabilia a Deruta: è stato stupendo ritrovare l’altra mia famiglia, quella del Memorabilia e dei fan che, fedelissimi, ci hanno seguito anche in trasferta per assistere a questo evento. A Capodanno sono tornato all’Odissea e all’Anima, dove era in programma un dinner show sfarzoso per festeggiare la fine dell’anno in tutte le sale del locale. Il 5 gennaio, avendo un’anima propensa al “coast-to-coast”, l’ho trascorso a Firenze con una performance all’ Insomnia di Antonio Velasquez. Il giorno dell’Epifania, infine, mi sono riposato dato che la notte precedente avevo svolazzato sulla scopa tutto il tempo.

 

Il trentennale dell’ Odissea Fun City di Treviso

Il Carnevale di Venezia ti ha visto, come sempre, nelle vesti di Gran Cerimoniere. Qual è stato lo spirito che ha animato l’edizione 2024 della kermesse?

Grazie al procedere dei lavori di sistemazione della pavimentazione di Piazza San Marco, è stato possibile allestire un palco più grande dove finalmente si sono potuti ripristinare spettacoli come il Concorso della Maschera più Bella e la presentazione delle Marie. Personalmente adoro gli appassionati del travestimento: creano dei costumi e delle maschere meravigliose, sono i protagonisti assoluti, lo zoccolo duro del Carnevale, che è fatto sì di numerosi spettacoli in tutta la città metropolitana e soprattutto all’Arsenale, come pure di uno spettacolare corteo acqueo in pre-apertura, ma è fatto soprattutto di questi straordinari personaggi che si muovono tra la piazza, le calli e i campi! Quest’anno il Carnevale era dedicato al 700esimo anniversario della morte di Marco Polo. Ma il grande esploratore veneziano è stato raccontato in modo inedito, e il direttore artistico Massimo Checchetto in questo si è rivelato geniale: il focus non era incentrato su “Il Milione”, bensì su ciò che il ragazzino Marco Polo ha immaginato quando lo zio gli ha detto che al suo ritorno in Cina l’avrebbe portato con lui. Sui sogni, cioè, che Marco Polo ha imbastito in base ai racconti di viaggio dello zio. È stata una visione anche un po’ fantasiosa, non priva di momenti che hanno celebrato il Marco Polo adulto, tornato dalla Cina con un’enorme ricchezza (soprattutto di esperienza). È stato bellissimo rivedere la piazza piena, miriadi di maschere…c’è stata un’affluenza di turisti e appassionati davvero notevole.

 

Il palco orientaleggiante di Piazza San Marco: i sogni di un Marco Polo ancora bambino sul suo futuro viaggio in Cina

Io, esibendomi prevalentemente in Piazza San Marco, sono stato esonerato dal vestire i consueti panni di Maestro di Cerimonie al Dinner Show Ufficiale organizzato al Casinò da Antonia Sautter. Ho partecipato soltanto a una serata, quella di Giovedì Grasso, su invito del sindaco. E’ stato molto bello assistere al Gala come special guest: mi sono complimentato con Antonia perché ha ideato una scenografia e una regia davvero speciali sul tema “La corte del Gran Khan”.

 

Durante il Gala delle Marie al Teatro La Fenice

L’ Associazione Internazionale del Carnevale di Venezia, della quale sei socio fondatore oltre che direttore artistico, quest’anno ha celebrato il suo 25esimo compleanno. Come lo avete festeggiato?

In un modo straordinariamente meraviglioso. La Presidente, Giovanna Barbiero Bonaventura, mi ha dato fiducia completa per cui ho curato la direzione artistica di quattro eventi, ma non solo: ho potuto anche partecipare, cosa che non succedeva da anni perché ero sempre impegnato al Dinner Show Ufficiale del Casinò. La prima serata di gala l’abbiamo organizzata al Palazzo Pisani di Santo Stefano, dove ha sede il Conservatorio “Benedetto Marcello”. L’intento era quello di celebrare coloro che hanno creato la colonna sonora dell’immaginario del Carnevale veneziano settecentesco, quindi ha avuto luogo un omaggio ai grandi musicisti veneziani dell’epoca: Vivaldi, Alessandro e Benedetto Marcello, Claudio Monteverdi e così via. Io ho interpretato proprio Antonio Vivaldi, soprannominato “il prete rosso”, indossando il mio iconico abito in total red con ruota di 15 metri di diametro nell’ atrio maestoso di quell’incredibile palazzo. Con trucco e parrucca ad hoc, mi sono tramutato in un enorme Vivaldi che accoglieva gli ospiti del ballo sulle note della sua opera sinfonica “L’estro armonico”, che era pure il titolo dell’evento. Per gli intrattenimenti musicali abbiamo ingaggiato gli allievi dei corsi avanzati del Conservatorio, i più preparati sul Barocco, ma la cosa più straordinaria è stata la partecipazione di Vittorio Grigolo, uno dei più grandi tenori  mondo.

 

Con il Maestro Vittorio Grigolo, celebre tenore, ospite d’onore dei festeggiamenti per il 25esimo anniversario dell’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia

Grigolo si è fatto promotore di una tesi importante, l’incoraggiamento dei giovani: i giovani vanno incoraggiati affinché studino e possano avere una carriera brillante come la sua. E poi ha cantato insieme a noi, in maniera festosa, giocosa, non ufficiale…Durante la serata abbiamo fatto una donazione al Conservatorio di modo che si possa proseguire con il suo restauro, e c’è stato anche un momento dedicato alla beneficienza alla Onlus “Prorett” per la ricerca sul morbo di Rett, una grave patologia neurologica. Questo primo evento, tra le varie animazioni, la bellezza degli allestimenti, l’eleganza della location, è stato senza dubbio il più bello del Carnevale! Si è svolto Venerdì Grasso, mentre il giorno dopo, come tutti gli anni, abbiamo organizzato il Corteo delle Nazioni in onore del Corpo Consolare di Venezia. Il corteo di gondole è saltato a causa del maltempo, ma lo spettacolo è stato eccezionale: quattro giovani talenti del Conservatorio si sono esibiti in un concerto di adattamenti per chitarra di arie famose. Vittorio Grigolo ha voluto partecipare e ha cantato assieme ad altri artisti il brindisi della Traviata, brindando ai 25 anni dell’Associazione alla presenza del corpo diplomatico e delle massime autorità cittadine…. A questo prestigioso evento è seguito un cocktail a Ca’ Sagredo, un hotel di lusso che ci ospita ogni anno.

 

Ancora uno scatto con il Maestro Vittorio Grigolo

La domenica sera, invece, nel portico antico e bellissimo della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (sede di una delle congregazioni più importanti di Venezia), abbiamo riprodotto l’ambasciata del Gran Khan illuminando lo scenario con centinaia di candele a LED. Questo luogo, dall’ atmosfera a metà tra il Medioevo e il Rinascimento, era proprio la location perfetta per una cena ravvivata da antiche danze dell’Impero Celeste, una delle quali beneaugurante per il Capodanno Cinese che è coinciso con la data dell’evento: si è esibita una ballerina dell’etnia Miao che indossava dei magnifici costumi antichi. In chiusura, abbiamo proposto un concerto di musica medievale per ricordare Marco Polo e l’Oriente del Gran Khan. È stata una festa meravigliosa…La cena nel portico si è svolta tra cuscini, coperte e pellicce in stile mongolo! La sera del Martedì Grasso siamo stati gli unici che hanno potuto organizzare una festa nel famosissimo Palazzo Pisani Moretta, splendidamente illuminato da lampadari con candele vere. Questa atmosfera così calda, così intima, così autentica, ci ha accompagnato per tutto il Carnevale.

 

Un video mozzafiato dell’ evento di Gala a Palazzo Pisani Moretta in occasione dei 25 anni dell’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia

A proposito di esploratori come Marco Polo: in quali lande ti porterà il tuo Grand Tour?

Mi porterà in Medio Oriente, a Dubai, e alla fine dell’anno – credo e spero – in Azerbaijan e addirittura in Cina. Diciamo che il mio Grand Tour sta volgendo a Oriente! In Cina c’ero già stato, ma stavolta andrò a Pechino e nelle città più importanti a portare il saluto e le atmosfere del Carnevale di Venezia: c’è un gemellaggio in corso e una delegazione cinese è già venuta in Italia a fare dei meravigliosi spettacoli, anche pubblici.

Parallelamente al tuo ruolo “principesco” e sfarzoso di Maestro delle Cerimonie, hai sempre portato avanti quello di icona della nightlife, del “Teatro Notturno” che prende vita tra le luci stroboscopiche dei club. Che ci dici degli eventi che ti vedranno protagonista nel mondo della notte?

Stasera ci sarà il primo Memorabilia dell’anno al Cocoricò, in aprile ho in programma un Memorabilia a Bologna e una serata anni ’90 dedicata alla East Coast dei club in quel di Fabriano. I mesi di marzo e aprile, quindi, sono contrassegnati da eventi importanti. Per il resto, sarò a cadenza mensile al dinner show dell’Odissea.

 

Stasera, al Cocoricò di Riccione, il primo appuntamento dell’anno con il Memorabilia

Parliamo della Festa di Marzo per eccellenza, la Giornata Internazionale della Donna: so che l’hai festeggiata in modo molto speciale. Puoi raccontarci qualcosa in merito a questa iniziativa?

Specialissimo, direi: sono stato invitato dall’organizzazione del Gran Ballo dei Principi e delle Principesse, presieduta da Delia Grace Noble, a prendere parte a una trasferta voluta dai Reali di Dubai. L’evento si è tenuto nell’albergo più iconico e lussuoso del mondo, il Burj Al Arab Jumeirah, dove per la prima volta, in un paese con quelle tradizioni, è stata celebrata ufficialmente la Festa della Donna: un fatto molto importante. Il Gran Ballo è stato patrocinato dal Principe Alberto di Monaco, però senza un protocollo ufficiale per renderlo una festa il più possibile autentica, organizzata con il cuore. Io, da Maestro di Cerimonie casanoviano quale sono, vi rivelo che Casanova ha sostenuto di aver amato tutte le donne che ha avuto, anche se per una sola notte. Le sue amanti si sentivano veramente amate, sebbene poi lui le lasciasse “per il loro bene”!

 

Al Gran Ballo dell’8 Marzo al Burj Al Arab di Dubai insieme a Delia Grace Noble

Che tipo di valenza riveste per te la Festa della Donna? Si rivela una data dai caratteri più che altro giocosi o davvero può riuscire a catalizzare l’attenzione sulla condizione femminile?

Dovrebbe catalizzare l’attenzione sulla condizione femminile, perché è nata da una tragedia. In decenni “festaioli” come gli anni ‘80, ‘90 e 2000 (negli anni ‘70 veniva percepita diversamente), la Festa della Donna è stata considerata un po’ la giornata in cui le donne potevano trasgredire e darsi ai divertimenti goliardici tipici degli uomini. Ma non è quello il senso che deve avere l’8 Marzo. Questa festa è molto importante, celebrativa dell’importanza della donna e del fatto che può avere la stessa forza di ribellione dell’uomo, perché sorse in seguito alla rivolta di alcune operaie che si chiusero nella fabbrica per far valere i loro diritti e furono bruciate lì dentro. Per cui divertiamoci, ma non dimentichiamoci di portare avanti una lotta seria per i diritti di genere. E’ essenziale che si evidenzi questo aspetto, oltre a quello festaiolo e giocoso. A mio avviso, la lotta per la parità di genere è il perno della Giornata Internazionale della Donna.

 

Il Burj Al Arab, il luxury hotel di Dubai dall’iconica forma a vela

Un suggestivo tramonto sul Golfo Persico

Nonostante l’8 Marzo sia ormai alle nostre spalle, cosa auguri a tutte le donne?

Dovremmo riflettere tutti i giorni sul fatto che le donne sono preziose per la società, per la cultura, per l’imprenditoria, e anche e soprattutto per la famiglia. Perciò il mio augurio è che ogni giorno ci si ricordi di quanto grandi meravigliose e importanti siano le donne per il genere umano, oltre ad essere portatrici di vita e vitalità. E poi, hanno una sensibilità, un’intelligenza e un’intuizione che gli uomini raramente possiedono. Per cui viva le donne, viva le donne per quanto speciali sono sempre, tutti i giorni dell’anno! E non dimentichiamoci dei problemi che sono costrette ad affrontare, perché da troppi anni sono sempre gli stessi. Cerchiamo di dare alla donna il posto che merita, da sempre e per sempre, nella società!

 

Nei panni di Casanova (“che ha amato tutte le donne che ha avuto, anche se per una sola notte”) al Gran Ballo del Burj Al Arab

Qual è la tua opinione sui femminicidi, un fenomeno tristemente dilagante?

Le donne si stanno emancipando sempre di più e credo che certi uomini non riescano ad accettarlo, così partono all’attacco e diventano aggressivi. Il problema è che anche se oggi molte donne prendono il coraggio di denunciare, non ci sono ancora, purtroppo, l’attenzione e la sensibilità adeguate per prevenire questi crimini, neppure quando vengono segnalate situazioni a rischio. A mio parere non basta aumentare le pene, è necessaria un’attenzione ai segnali. Bisognerebbe tenere in considerazione anche solo un accenno di violenza fisica, verbale o economica (perché esistono anche i ricatti economici) …Le donne devono potersi tutelare. Gli omicidi sono sempre più terrificanti, la situazione è molto grave come lo è quella dei giovani che, abbandonati a se stessi, si perdono nei meandri delle risse, delle baby gang e via dicendo. I social possono essere droghe ancora più pericolose delle sostanze stupefacenti. Bisogna ritornare a umanizzare questa società, soprattutto per quanto riguarda un’età in cui i confronti tra pari o gli insegnamenti degli adulti dovrebbero essere accolti, accettati. La scuola dovrebbe avere un ruolo fondamentale, riuscire a comprendere come nascono questi disagi ed aiutare i giovani ad affrontarli.

 

Un’immagine “caleidoscopica” del Principe

Una domanda sui tuoi progetti futuri non può mancare: cosa bolle in pentola per il Principe Maurice, dall’Equinozio di Primavera in poi?

La primavera per me è una stagione meravigliosa, un periodo di rinascita pieno di fermenti e di intenzioni. C’è nell’aria il fatto di poter riuscire a concretizzare progetti già esistenti ma anche progetti nuovi che riguardano la musica e il teatro, la mia dimensione ormai più autentica, da proporre sia in discoteca che a teatro. Una mia aspirazione (oltre a quella di affrontare il tema di far rivivere il mio fratello gemello attraverso un doppio monologo) sarebbe quella di portare a teatro il mio Teatro Notturno con atmosfere techno come chiusura di un cerchio. Su alcuni progetti specifici mantengo un velo di mistero, però voglio che sappiate che il centenario della Callas ha scatenato in me un desiderio irrefrenabile di poter far conoscere ai giovani il personaggio meraviglioso, quasi divino, di Maria. Altro non posso dire! (ride, ndr.) Maria Callas è stata speciale perché ha saputo colmare la mancanza che c’era nella filosofia del melodramma: sosteneva che le cantanti dovessero esprimere al meglio la propria voce nelle opere che interpretavano, ma anche esprimere al meglio il ruolo che impersonavano. Questo merito incredibile che ha avuto ha rivoluzionato il teatro dell’opera e si presta a poter essere riproposto come esempio di completezza, di ricerca: un invito a non fermarsi mai anche quando si è raggiunto il massimo del successo, a non avere limiti a livello di creatività, curiosità, studio e via dicendo per poter veramente lasciare un segno.

 

Davanti a un ritratto di Maria Callas, “la Divina”, nel foyer del Teatro La Fenice

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

Elogio del crossover: un nuovo incontro con Raffaello Bellavista

 

La seconda ondata di Covid-19 non ferma Raffaello Bellavista. E se ci priva (per il momento) delle esibizioni dal vivo che aveva in programma, non scalfisce nè la sua progettualità né la sua inventiva. Tant’è che, dopo un’estate artisticamente rovente, Raffaello è già al lavoro su una miriade di nuove iniziative: come di consueto fa le cose in grande, in linea con l’ obiettivo –  che ormai si prefigge da tempo – di valorizzare il “crossover” abbattendo i confini tra i generi musicali. Nel frattempo, dopo i concerti che nei mesi scorsi lo hanno visto protagonista in location quali la Tenuta Mara (sui colli riminesi), il Grand Hotel di Rimini, il Kursaal del Kurhaus di Merano e la Sala Corelli del Teatro Dante Alighieri di Ravenna, il suo nome è sempre più presente sul web. In attesa della pubblicazione della pagina che Wikipedia si accinge a dedicargli, Raffaello Bellavista figura tra i prestigiosi artisti inseriti nei siti di Google, Spotify, YouTube, Deezer e Amazon Music: un traguardo di tutto rispetto che contribuisce a rafforzare la sua popolarità e, al tempo stesso, a diffondere la sua produzione musicale. In una recente intervista (rileggila qui) abbiamo conosciuto Serena Gentilini, la cantante, stilista e modella alla quale è legato da un rapporto sentimentale oltre che artistico. Il duo a cui Raffaello e Serena hanno dato vita, un sodalizio che ha riunito i due più giovani – oltre che talentuosi – esponenti del genere classico e crossover, ha in vista progetti importanti che consolideranno ulteriormente l’ intesa della coppia. Raffaello vi parlerà a ruota libera di tutto questo, e di molto altro ancora, nella conversazione che segue: un pot-pourri di riflessioni, resoconti e programmi per il futuro che spaziano a 360 gradi dalla sua attività artistica alle considerazioni sul ruolo della musica durante i lockdown che si susseguono con sempre maggior frequenza.

Cominciamo con alcune considerazioni sul periodo attuale. Siamo di nuovo in lockdown: concerti, mostre, spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche sono banditi. Mai come ora, tuttavia, pur penalizzata da una simile condizione, l’arte riesce a rimarcare il suo ruolo, a ribadire la sua importanza, e noi ne riscopriamo il valore. Cosa pensi di questa situazione?

Sicuramente questa situazione ci ha messo di fronte a uno scenario che nessuno poteva immaginare, privandoci del piacere principale della vita e mettendoci in una condizione molto penosa. Tuttavia appare chiaro come l’arte, pur essendo uno degli aspetti più importanti dell’uomo e fonte di ispirazione e motivazione della vita, oggi, a mio avviso, ricopre un ruolo più marginale. So che sono parole pesanti, ma me ne assumo la responsabilità. Infatti a mio parere il sistema teatri, e più in generale dell’arte, non è stato in grado in questi anni di fare quadrato, di fare di tante voci un coro intonato.Sono prevalsi gli individualismi, le rivalità, e ci siamo ritrovati a non avere più molto potere e capacità di essere ascoltati. Lo dimostrano tra l’altro le scelte prese in questo periodo di chiusure. Questo perché l’arte, in particolare quella colta, ha smesso di parlare all’uomo ed è inevitabilmente diventata autoreferenziale grazie anche alla formazione troppo indottrinante e totalmente antiquata. Dopo questo preambolo molto confidenziale, penso tuttavia che questa fase storica debba essere un motore di primaria importanza per la ripartenza. Se osserviamo i periodi più bui della storia, è stata sempre l’arte a riportare l’uomo sulla via dell’umanesimo e della rinascita. Personalmente ne faccio una missione di vita e quando si ritornerà nei teatri, mai come prima d’ora l’artista dovrà parlare con il cuore e non fare performance corrette ma senza cuore. Le mie, quanto meno, avranno dentro di loro il segno di quello che è successo a causa di questa pandemia.

Esiste, a tuo parere, una ricetta per riportare la musica tra il pubblico sebbene sia impossibile organizzare dei live? Quali sono le tue opinioni sulle performance virtuali?

Personalmente, sulle performance virtuali allo stato attuale sono molto critico. Nel primo lockdown, assieme alla cantante Serena Gentilini, avevo realizzato dei live in streaming su importanti piattaforme come Lepida TV – la rete televisiva dell’Emilia-Romagna – al fine di raccogliere fondi per la lotta al Coronavirus. L’esperienza è sicuramente stata positiva, con un record di oltre 20. 000 ascolti e diversi fondi raccolti. Il punto è che era un periodo diverso da questo. Penso che fare concerti streaming allo stato attuale sia un palliativo di poco senso adatto a chi ha paura di scomparire in questo periodo buio. Credo invece molto di più nell’arricchimento della produzione discografica e nella sua distribuzione. Infatti lavorando proprio su questo si fa un lavoro di grande ricerca, di arricchimento e si mantiene vivo il rapporto con il proprio pubblico, che nel mio caso sta diventando sempre più internazionale aprendomi nuove vie e possibilità. Mentre il rischio delle performance virtuali è che si perda la dimensione del teatro, dell’ Auditorium, creando e alimentando un mondo finto. Non sarà mai la stessa cosa; proprio per questo, personalmente, ho preferito investire molto di più nella mia discografia e in quella di Serena Gentilini, facendo un lavoro importante di produzione di brani distribuiti sulle principali piattaforme. Dopo pochi mesi, oltre 40.000 streaming di ascolto sono un risultato che mi gratifica!

 

Raffaello in un recente ritratto fotografico

Veniamo a te e alla tua carriera. Nell’ ultima intervista che hai rilasciato a VALIUM, ci avevi accennato a un concerto-simposio estivo nella Sala della Musica dell’esclusiva Tenuta Mara, sui colli del riminese. Un evento a cui hanno partecipato, peraltro, anche Alessandro Cecchi Paone e Serena Gentilini, tua compagna oltre che partner artistica. Raccontaci com’è andata.

Dopo il primo lockdown è stato il primo importante appuntamento al quale ho preso parte. É stato un evento di grande successo, con un sold out totale e la massiccia partecipazione di un pubblico internazionale. Il simposio si è aperto con un magistrale intervento del celebre divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone sul rapporto uomo-natura e sulla figura di Dante Alighieri. Dalle parole poi si è passati alla musica ed ho interpretato celebri composizioni per pianoforte, ed altre in qualità di baritono, tutte legate in maniera diretta oppure indiretta alla figura del sommo poeta. La parte finale, invece, ha visto esibirsi la cantante, stilista e modella Serena Gentilini, che si è presentata con abiti di alta moda da lei realizzati con le pregiatissime stoffe della Golden Group,  azienda di primo piano dell’imprenditore visionario Lucio Marangoni. Serena ha interpretato brani celebri rielaborati in chiave crossover come “Libertango“, “Billie Jean”… riscuotendo un enorme successo e stupore per le abilità che unisce. Questo evento mi ha dato un notevole slancio. Dopo diversi mesi di distanza dalla platea è stato un grande ritorno che ha dato senso a tutto il lavoro svolto sul piano artistico assieme a Serena Gentilini durante il lockdown.

 

 

In queste foto e nella foto di copertina, Raffaello insieme a Serena Gentilini durante l’ evento “Contagiati dalla paura” al Kursaal di Merano

I primi di Settembre, invece, hai aperto il Convegno Nazionale della Federpol cantando, in una versione per baritono, l’Inno di Mameli. Mi riallaccio a questo evento per esplorare il tema del sentimento patriottico: come lo vivi e in che modo pensi all’ Italia, sia da un punto di vista storico che relativamente all’oggi?

In ordine cronologico la mia partecipazione al Convegno Nazionale della Federpol è stato la seconda manifestazione di grande importanza alla quale ho preso parte dopo il lockdown. Il convegno ha visto la partecipazione di esponenti di primo piano del mondo politico e delle istituzioni e si è svolto al Grand Hotel di Rimini, in particolare nel magnifico Auditorium del centro congressi. A me è stata affidata l’apertura ed è stata una grande soddisfazione poter interpretare l’Inno di Mameli nella versione per baritono, rappresentando così il mondo culturale al quale appartengo e scaldando gli animi prima dell’inizio dei lavori. Personalmente, all’Italia guardo con un sentimento che oscilla tra l’amore, la nostalgia e a volte l’odio. Siamo il paese dell’arte e del buon vivere, ma ce lo dimentichiamo troppo spesso. Invece la ricerca del bello e dell’ arte dovrebbe essere la vocazione primaria del nostro paese, e – anche peccando forse di presunzione – dovremmo porci come meta e punto di riferimento mondiale per l’arte. Ma ciò non avviene. Sta di fatto che io porto avanti la volontà di perseverare in questi fini. Concludo affermando che per me nascere in Italia è stato un valore aggiunto importante, perché ho potuto respirare e sentire l’energia che c’era nei luoghi dove sono sorti elementi fondamentali per la musica: la notazione musicale con Guido d’Arezzo, l’opera con la Camerata dei Bardi a Firenze e il pianoforte con Bartolomeo Cristofori, sempre a Firenze. Tuttavia è rimasta una parte del contenitore, ovvero la bellezza e l’arte di varie città italiane, ma si è perso il senso e quindi ci ritroviamo in un paradosso vivente che è quello di aver dato i natali a cose incredibili ma di aver sepolto tutto ciò con scelte poco lungimiranti e via dicendo. Magari, in uno speciale di VALIUM scenderemo di più nei particolari.

 

Raffaello apre i lavori del 63mo Congresso Nazionale della Federpol cantando l’Inno di Mameli

Il Grand Hotel di Rimini, location dell’ evento

Per rimanere in argomento: Dante Alighieri è una delle pietre miliari della letteratura italiana. Recentemente, in occasione del VII centenario della sua morte, lo hai omaggiato con un concerto al Teatro Alighieri di Ravenna in cui ti sei esibito nella doppia veste di pianista classico e cantante lirico. Potresti dirci qualcosa di più?

L’ultimo concerto da me tenuto pochissimi giorni prima della chiusura è stato nella magnifica Sala Corelli del Teatro Alighieri di Ravenna, all’interno della prestigiosa cornice della stagione curata dall’ Associazione Angelo Mariani e sponsorizzata, per quanto riguarda il mio concerto, dal celebre Circolo Ravennate e dei Forestieri a Ravenna. Un concerto unico nel suo genere, perché mai prima d’ora un artista aveva unito il mondo del pianismo classico e quello del canto lirico nello stesso concerto. Nella prima parte ho interpretato composizioni per pianoforte solo e nella seconda, con il celebre pianista Enrico Zucca – maestro di alcuni dei più grandi cantanti lirici italiani – ho interpretato arie d’opera. Tutte le composizioni da me scelte sono state brevemente introdotte spiegando che erano state disposte in un ordine ascendente, dall’Inferno al Paradiso, sfruttando le sonorità e caratteristiche di ciascuna composizione, ognuna delle quali conteneva dei riferimenti al Sommo Poeta. Questo concerto è stata una grande soddisfazione, anche perché giungeva finalmente alla meta un progetto al quale avevo iniziato a lavorare proprio durante il lockdown assieme a Serena Gentilini.

 

 

Il concerto al Teatro Alighieri di Ravenna in occasione del VII centenario della morte di Dante

Il 24 Settembre, nella Sala Kursaal del Kurhaus di Merano, hai preso parte all’evento “Contagiati dalla paura” insieme ad importanti ospiti dello spettacolo italiano. La tua ascesa è inarrestabile…

E’ stata una grande manifestazione, voluta dall’imprenditore meratese Riccardo Daziale per raccogliere fondi da dare in beneficienza, e ha portato su uno dei palcoscenici più prestigiosi d’ Europa personaggi di primo piano come Pelazza delle Iene, Pamparana dal TG5, Giacalone da Rtl, il Comandante Alfa, il fondatore dei GIS italiani… la manifestazione, presentata da Loris Comisso, mi ha visto protagonista per la parte musicale. Devo dire che sono rimasto entusiasta per il successo riscosso, in particolare, dal mio arrangiamento di “Enjoy the silence” dei Depeche Mode, frutto di un mio pensiero musicale dove fondo sonorità classiche con altre pop. Inoltre, eventi di questo tipo sposano la mia idea che l’artista oggi deve essere un personaggio pubblico che interagisce con altri esponenti di vari settori per rappresentare, divulgare e portare un beneficio alla società sfruttando il proprio background di conoscenze.

 

Raffaello mentre si esibisce alla Sala Kursaal di Merano

Un altro scatto relativo allo stesso evento

Con Serena Gentilini, che è stata ospite di VALIUM un paio di mesi fa, hai formato un fortunato duo sia artistico che sentimentale. Quali progetti vi vedono all’ opera, attualmente?

Nel 2021 abbiamo in programma un evento esclusivo in un Auditorium interamente ecosostenibile tra Rimini e San Marino assieme ad Alessandro Cecchi Paone e al guru dell’ingegneristica civile strutturale Attilio Marchetti Rossi che tra l’altro, avvalendosi della collaborazione di Renzo Piano, ha costruito il Parco della Musica a Roma. Stiamo poi lavorando con l’imprenditore dell’intrattenimento Tito Pinton ad un evento mondiale, dove sfonderemo barriere sonore con un super nome del mondo musicale… Tutto questo oltre a tante altre novità, che ovviamente saranno comunicate in anteprima su VALIUM.

 

Serena Gentilini e Raffaello Bellavista, il giovane duo più acclamato del genere classico-crossover italiano

Serena, tra l’altro, si occupa della creazione dei vostri abiti di scena e la sua passione per la sartoria l’ha portata ad ideare una vera e propria linea. Che news puoi darci, su questo fronte?

Con Serena, nel breve periodo faremo uno shooting per presentare la sua esclusiva linea di alta moda. Verrà scattato in una serie di location prestigiose, tra cui alcuni resort di una delle catene leader del lusso che si sono interessati a questa produzione artistica. Il rapporto di Serena con la Golden Group è sempre più stretto e a breve finirà di realizzare abiti con tessuti bellissimi forniti dall’imprenditore Lucio Marangoni. In parallelo, stiamo ideando un evento all’estero per mostrare la linea di Serena in un concerto-presentazione.

 

 

Serena e Raffaello con Alessando Cecchi Paone all’ evento che li ha visti protagonisti, presso la Tenuta Mara, lo scorso Agosto

Il sodalizio pianoforte-marimba che hai sancito con il Maestro Matteo Marabini è stato confermato. Ci sono progetti in vista?

Con Matteo Marabini sta continuando il sodalizio artistico attraverso l’ integrazione di brani rielaborati per pianoforte, marimba e la voce di Serena Gentilini. In ordine cronologico, se non ci saranno complicazioni legate alla situazione sanitaria, faremo un importantissimo concerto a metà Febbraio nel salone di Ca’ Sagredo sul Canal grande per i 1600 anni della nascita di Venezia.

A proposito di progetti, vorrei ritornare sul duo “Raffaello e Serena” per chiederti di farci sapere di più sui prossimi eventi che vi vedranno insieme sul palco.

L’idea è quella di creare qualcosa che prima non esisteva. Stiamo quindi lavorando a progetti molto interessanti come quello che ci sarà nei 2021 a Rimini, e alla collaborazione con grandi musicisti provenienti da altre dimensioni musicali per abbattere le frontiere dei generi ed arrivare a un pubblico totale ed internazionale. Le cose stanno evolvendo a grande velocità. Un artista ha sì il compito di lavorare ed affinare la propria arte in un lavoro di labor limae continuo, però deve anche contestualizzare ed attualizzare la sua produzione.

 

Alessandro Cecchi Paone durante il suo intervento al simposio della Tenuta Mara

La maestosa Sala Kursaal del Kurhaus di Merano

Raffaello Bellavista immortalato insieme a Serena Gentilini nel corso del concerto tenutosi il 18 Ottobre scorso nella Sala Corelli del Teatro Alighieri di Ravenna

 

 

Photo courtesy of Raffaello Bellavista