Il miele e i proverbi della cultura popolare

 

Ricco di proprietà benefiche per l’organismo, il miele in Autunno fa la sua grande rentrée. Le virtù del “cibo degli dei”, così lo avevano ribattezzato i Greci, sono innumerevoli: potenzia la memoria e la concentrazione, riduce lo stress, è un toccasana per la flora intestinale e svolge una funzione antibatterica che contrasta i primi malanni stagionali. Non è un caso che venga considerato un vero e proprio alleato del sistema immunitario. D’altronde, l’utilizzo del miele a scopo terapeutico risale addirittura all’antico Egitto; nel corso dei secoli, questa sostanza zuccherina prodotta dalle api ha sempre rivestito un ruolo centrale nell’alimentazione delle civiltà più disparate. In Italia, ad esempio, esistono proverbi riferiti al miele che ne attestano la fama presso la cultura popolare di ogni regione, da Nord a Sud. Scopriamone qualcuno insieme, in attesa di tornare a focalizzarci sul miele per esaminare quali tipi sono più indicati per rinforzare le difese immunitarie.

 

 

Quando piove d’agosto, piove miele e piove mosto.

 

 

Bocca di miele, cuore di fiele.

 

 

Col miele si piglia la mosca e s’intrappola l’orso.

 

 

Con il miele si prendon le vespe, con l’aceto neanche la peste.

 

 

A San Giovanni l’alveare spande, a San Martino l’alveare è pieno.

 

 

Chi ha guasto il palato trova amaro il miele.

 

 

Chi ha paura dell’ape non lecca il miele.

 

 

Miele fresco e vino vecchio.

 

 

Poco fiele fa amaro molto miele.

 

La colazione di oggi: 7 tipi di cioccolato con cui deliziare il palato in Inverno

 

In Inverno, assaporarlo è una delizia: la classica cioccolata calda sorbita davanti al caminetto rappresenta una scena quasi iconica, la pausa più golosa dei pomeriggi in cui la neve impazza. Ma c’è da dire che il cioccolato è un alimento ghiotto sotto qualsiasi forma si presenti. In questa rubrica ne ho parlato spesso, oggi voglio approfondirne altre particolarità. E poi, con le temperature polari che il Meteo ci annuncia, iniziare la giornata con “il cibo degli Dei” (così lo chiamavano i Maya) sarà un piacere allo stato puro! I Maya coltivavano il Theobroma Cacao, questo il nome scientifico della pianta del cacao, nella zona che attualmente comprende il Guatemala, lo Yucatàn e il Chiapas. I semi di cacao possedevano una forte carica simbolica: venivano considerati preziosi e utilizzati per il pagamento delle merci, in più si attribuiva loro una valenza divina. La definizione “cibo degli Dei” riferita al cioccolato aveva un significato ben preciso, tant’è che consumare questo alimento era permesso solo a determinate classi sociali (nello specifico i sovrani, i guerrieri più valorosi e gli aristocratici). Nel 1502, anno in cui visitò l’ Honduras e le sue isole, Cristoforo Colombo ebbe l’ opportunità di gustare il cacao e fu quasi sicuramente il primo europeo a scoprirne la squisitezza. Intorno alla metà del XVI secolo, il “cibo degli Dei” arrivò nel Vecchio Continente proprio grazie all’ esploratore genovese: al suo ritorno in Europa, infatti, Colombo donò dei semi di cacao a Ferdinando II d’Aragona e a sua moglie Isabella I di Castiglia. Da allora, per i “semi delle Americhe” iniziò una vera e propria escalation di popolarità e nel 1585 un consistente carico di cioccolato salpò dal porto di Veracruz, in Messico, per approdare a Siviglia.

 

 

Oggi, il Theobroma Cacao viene coltivato in svariate parti del mondo: paesi come la Costa d’Avorio, la Nigeria, il Ghana, il Camerun, l’Indonesia, la Papua Nuova Guinea, la Malesia, l’ Ecuador e il Brasile si contraddistinguono per la massiccia produzione di semi di cacao. In questo articolo ci focalizzeremo sulle numerose varietà di cioccolato che abbiamo a disposizione. Ai nostri giorni, possiamo contare su un’ampia scelta di tipologie associate a diversi fattori: il Paese di produzione, la forma, la tostatura e la lavorazione dei semi di cacao sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a “differenziare” il cioccolato. Un cioccolato propriamente detto, innanzitutto, si contraddistingue per la percentuale di cacao in esso contenuto. Può essere presente sotto forma di polvere, granelli, saccarosio, burro di cacao o cacao magro, ed esiste una regolamentazione ben precisa riguardo alla quantità da includere in ogni prodotto. Tutte le tipologie di cioccolato, come vedremo, sono fortemente influenzate da questi requisiti. Andiamo subito a scoprire le principali.

 

1. Cioccolato Fondente

 

 

Si chiama così perchè ha un gusto inconfondibile che “fonde” in bocca; è leggermente amaro, ma proprio qui risiede la sua delizia. Deve contenere almeno il 45% di cacao e il 28% di burro di cacao. Viene consumato soprattutto sotto forma di tavolette, torte e dolci al cioccolato.

 

2. Cioccolato Extrafondente

 

 

E’ un cioccolato pregiato che deve contenere almeno il 70% di cacao, e supera in molti casi questa percentuale. Raggiunge livelli di golosità assoluta declinato in tavolette o scacchi di cioccolato.

 

3. Cioccolato Amaro

 

 

“Amaro” di nome e di fatto, si realizza amalgamando la pasta di cacao con il burro di cacao ed è totalmente privo di zuccheri e di aromi. Il risultato è un cioccolato dal sapore molto intenso, utilizzato soprattutto in pasticceria: per i prodotti da forno si rivela l’ideale.

 

4. Cioccolato al Latte

 

 

Viene ottenuto grazie all’ aggiunta di latte in polvere pari al 14% del peso; altri ingredienti sono il saccarosio in una percentuale massima del 55% e almeno il 25% di cacao. Ha un gusto invitante, decisamente dolce. L’esigua quantità di cacao che contiene, tuttavia, non lo rende adatto alla preparazione dei prodotti da forno. Viene principalmente gustato in tavolette o cioccolatini, ma anche le uova di Pasqua, ad esempio, sono perlopiù a base di cioccolato al latte.

 

5. Cioccolato Bianco

 

 

Se per “cioccolato” si intende un prodotto che contiene una data percentuale di cacao, il cioccolato bianco – in teoria – non andrebbe considerato cioccolato vero e proprio. Per realizzarlo vengono miscelati infatti burro di cacao in una percentuale del 20%, latte al 14% e saccarosio pari a non oltre il 55%. Il suo colore è un bianco sporco, il suo gusto è cremoso grazie alla quantità di burro di cacao che contiene. Rispetto al cioccolato fondente la sua consistenza è più grassa, perciò lo ritroviamo specialmente sotto forma di glassa per dolci oppure di creme, mousse e dessert. E’ comunque golosissimo anche nella versione in tavolette, dove si sposa spesso ad ingredienti come i frutti di bosco, il riso soffiato e le nocciole.

 

6. Cioccolato Gianduia

 

 

E’ nato a Torino nel 1806. All’ epoca, il cacao aveva costi tutto fuorchè abbordabili e il blocco disposto da Napoleone I rendeva molto complicato reperirlo. I cioccolatieri torinesi, quindi, escogitarono una soluzione: una ricetta a base di cacao e nocciole piemontesi polverizzate. Il cioccolato originato da questa mistura, oltre ad essere più economico, aveva un gusto inedito e caratteristico che ottenne subito un enorme successo. Per prepararlo, si mescolano cacao in una percentuale del 32% e circa 40 grammi di nocciole polverizzate da distribuire per ogni 100 grammi del prodotto totale.  Il cioccolato Gianduia, rinomatissimo, si assapora in tavolette o nei caratteristici cioccolatini. Viene di frequente usato, inoltre, per farcire o guarnire prelibatezze dolciarie.

 

7. Cioccolato Aromatizzato

 

 

Proviene direttamente dal Messico. A lanciarlo sono stati i Maya: erano soliti mescolare il cacao con svariate tipologie di fiori, come i fiori d’arancio, la rosa, il gelsomino, oppure con spezie che ne esaltavano il sapore. Qualche esempio? Innanzitutto il peperoncino, seguito poi dalla cannella, dalla vaniglia e dal cardamomo. E’ sicuramente un cioccolato dal gusto intenso, originale, e conquista all’ istante.

 

 

Per quanto riguarda i benefici del cioccolato, nello specifico del cioccolato fondente, vi rimando a questo articolo di VALIUM. Volendo fare una sintesi delle proprietà del cioccolato “scuro”, comunque, eccone alcune: a livello nutrizionale è l’optimum, contiene fibre e minerali tra cui il ferro, il potassio, il magnesio, il fosforo e lo zinco. Migliora il flusso sanguigno e contribuisce ad abbassare la pressione, scongiura le patologie cardiache anche grazie alla presenza dell’acido oleico, un grasso che è un toccasana per il cuore. Contiene antiossidanti in dosi massicce, contrasta il colesterolo “cattivo” e incrementa quello “buono”, potenzia le funzioni cerebrali. Non dimentichiamo poi la sua funzione energetica, che lo rende l’ideale per la prima colazione. Consumato in quantità modica, insomma, il cioccolato fondente è un’autentica miniera di benessere per l’organismo. E quello bianco? Tra le sue doti troviamo un’ elevata concentrazione di calcio, la presenza della Vitamina B2 (riboflavina) e della Vitamina A (retinolo), molto importante per la vista e per la salute delle ossa e dei denti. La Vitamina A è anche un buon rinforzante del sistema immunitario e pare che abbia delle discrete proprietà antitumorali.

 

 

 

 

La colazione di oggi: la cioccolata calda, il “cibo degli dei”

 

E’ una delle declinazioni più golose del cioccolato, e già questo funge da garanzia: la cioccolata calda sembra creata apposta per la stagione invernale. Del cioccolato solido possiede i benefici, ma la sua consistenza liquida permette di sorbirla in tutto relax, comodamente, magari a colazione per farsi una coccola a base di dolcezza e di energia. Immaginate di gustarla davanti al camino, oppure in cucina, mentre dalle finestre penetra la luminosità della neve: sorseggiarla rimanda a sensazioni di piacere puro. I suoi ingredienti sono pochi, ma buoni. Latte, zucchero e polvere di cacao si fondono in un mix irresistibile da servire tassativamente caldo. Al momento di scegliere la polvere, puntate su quella che contiene la massima percentuale di cacao ed è scura il più possibile: corrisponde al cioccolato fondente, meno rielaborato e dunque maggiormente salutare. Come saprete, esistono svariati tipi di cioccolato. Il cioccolato fondente viene considerato il più “puro”, il cioccolato al latte è amalgamato al latte condensato mentre il cioccolato bianco, derivando da un impasto di burro di cacao e latte, è del tutto privo di polvere di cacao. Per analizzare i benefici della cioccolata calda, dobbiamo quindi riferirci alle proprietà del cioccolato fondente.

 

 

Affinchè sia sano al massimo, dovrebbe contenere almeno il 70% di cacao. Contenuto nei semi del Theobroma Cacao, una pianta originaria del Sudamerica, il cioccolato abbonda di grassi saturi e monoinsaturi (come l’acido oleico, ricco di proprietà antinfiammatorie), di minerali quali il potassio, il ferro, il magnesio e il rame. Particolarmente rilevanti sono però i polifenoli, dalle spiccate virtù antiossidanti. I flavonoidi, nello specifico, svolgono un ruolo basilare nella neutralizzazione dei radicali liberi, causa dello stress ossidativo e dell’ invecchiamento dell’ organismo. Grazie ai flavonoidi e all’ epicatechina, che mantiene le arterie coronarie ben dilatate, il cioccolato fondente si rivela un toccasana per l’ apparato cardiovascolare; a tutto ciò vanno sommati i benefici che comporta l’ abbassamento della pressione arteriosa. Un’ altra preziosa virtù del cioccolato fondente riguarda l’ ottimizzazione dei valori di colesterolo, con un calo significativo del colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”) e un incremento del colesterolo HDL (o colesterolo “buono”). L’ effetto antistress dell’ alimento più goloso di tutti è ben noto: aumentando i livelli di serotonina, l’ “ormone del buonumore”, il cioccolato agisce come un autentico antidepressivo naturale. Questo alimento, inoltre, è particolarmente efficace nel prevenire le malattie neurovegetative. L’ ossido nitrico, del quale stimola il rilascio nel sangue, contrasta infatti la formazione di beta amiloide (la proteina responsabile del morbo di Alzheimer). Le proprietà dei polifenoli sono praticamente infinite: riducono l’ avanzamento delle patologie oncologiche, incentivano la produzione di insulina combattendo il diabete di tipo 2, arricchiscono la flora intestinale di lattobacilli e bifidobatteri. Per chi fa sport, i polifenoli si rivelano preziosi nel tenere a bada i radicali liberi che si attivano con l’ allenamento, mentre gli zuccheri forniscono una bomba di energia prima, durante e dopo l’attività fisica. In più, grazie all’ elevato numero di fibre contenute nel cioccolato, l’ appetito viene tenuto costantemente sotto controllo. Il cioccolato fondente favorisce anche un minor assorbimento dei grassi e dei carboidrati. Il risultato? Al contrario di quanto si possa pensare, non fa ingrassare e contribuisce al mantenimento del peso forma. Certo, va assunto in quantità ragionevoli: considerate che 100 g di cioccolato contengono 545 calorie.

 

 

Come gustare la cioccolata calda? E’ possibile scegliere differenti tipologie di latte, ad esempio quello di soia o di riso, per ottenere una bevanda “vegana” o destinata agli intolleranti al lattosio. Oppure, si può decidere di puntare sul latte parzialmente scremato per renderla meno calorica. Ma aromatizzare la cioccolata calda è davvero il top: cannella, zenzero e peperoncino le doneranno uno squisito sapore speziato, una scorza d’arancia e lo sciroppo d’acero saranno l’ optimum per arricchirla di un delizioso profumo invernale, mentre la panna e il caramello la doteranno di un’ opulenza del tutto speciale.

 

 

Passiamo ora ad uno degli argomenti più affascinanti relativi alla cioccolata calda, la sua storia. Che è una storia remotissima: basti pensare che ha radici presso le antiche civiltà precolombiane. Gli Olmechi, un popolo che si stanziò nel Messico centrale tra il 1400 e il 1500 a.C., erano già soliti coltivare e consumare cacao in modo massiccio. Ai Maya spetta l’ ideazione della cioccolata sotto forma di bevanda: arrostivano una mistura di cacao e fagioli, la insaporivano con un po’ di pepe e aggiungevano dell’ acqua per donarle una consistenza liquida. Il preparato si chiamava “xocoatl”, e rivestiva una valenza mistica tale da essere soprannominato “il cibo degli dei”.  I Maya, d’altronde, ai chicchi di cacao attribuivano un enorme valore: venivano utilizzati persino come valuta. Nel 1517, quando il conquistatore spagnolo Hernàn Cortés approdò sulla costa messicana, iniziò ad apprendere usi e costumi dell’ Impero Azteco. Fu l’ Imperatore Montezuma a fargli assaggiare la “xocoatl” (o “chocoatl”), una bevanda deliziosa che mescolava cioccolato, spezie e vaniglia risultando soffice come il miele. Montezuma la considerava afrodisiaca e la consumava regolarmente prima degli “incontri galanti”. Con la conquista del Messico e la nomina di Cortés a governatore, quest’ ultimo inviò in Spagna cacao a profusione. Carlo V si innamorò talmente della cioccolata calda da decretarla “bevanda in” delle classi agiate; cominciò ad offrirla come dono di nozze ogni qualvolta un membro della sua casata si univa in matrimonio con un aristocratico europeo. La cioccolata calda si diffuse così in tutto il Vecchio Continente. E dato che l’ Imperatore manteneva rigorosamente segreta la ricetta della bevanda, svariate leggende cominciarono ad aleggiare sulla sua preparazione.

 

 

Nel 1563, anno in cui la capitale sabauda fu trasferita a Torino da Chambéry, il duca Emanuele Filiberto I di Savoia elesse la cioccolata calda a dessert ufficiale dei festeggiamenti. Un secolo dopo, in Inghilterra furono addirittura inaugurate delle “Chocolate House”, dove la cioccolata calda si sorbiva durante confronti e discussioni sui più disparati argomenti. Era il 1657 quando, a Londra, aprì i battenti la prima Chocolate House. Il costo della bevanda, tuttavia, era talmente elevato da destinarla unicamente all’ élite. Ai britannici va anche il merito di aver introdotto il latte al posto dell’ acqua con l’ intento di impreziosirne la ricetta. La prima cioccolata calda prodotta meccanicamente risale al 1828: nei Paesi Bassi fu lanciata un’ apposita macchinetta. Il gusto della bevanda originale, però, risultò alterato e la differenza non passò inosservata. Oggi, la cioccolata calda è diffusa in tutto il mondo, e negli Stati Uniti d’America è celebratissima: viene arricchita di innumerevoli ingredienti, ma la panna – in barba alle calorie! – rappresenta un’ aggiunta pressochè fondamentale.