Cinque uccelli che cantano (anche) di notte e perchè lo fanno

 

Succede soprattutto in Primavera, e anche d’Estate. A notte fonda, quando non manca molto all’alba, gli uccelli iniziano a cantare dando vita a dei veri e propri gorgheggi corali. Molti di noi, da profani, attribuiscono il loro cinguettio alla gioia per l’arrivo della stagione calda: le cose, però, non stanno esattamente in questo modo. Innanzitutto c’è da dire che in città i volatili subiscono il disagio dell’inquinamento luminoso e acustico, per cui a tarda notte si sentono più liberi di vivere in armonia con l’ambiente che li circonda. E poi, i loro canti fanno parte del rituale di corteggiamento: non è un caso che le melodie provengano da esemplari di sesso maschile, che marcano il proprio territorio e cantano per attirare le femmine della specie. Prima si inizia a gorgheggiare, meglio è. Ogni specie di uccello, infatti, ha un suo orario caratteristico e anticiparlo significa surclassare un rivale; per fare un esempio, il codirosso spazzacamino comincia a cantare un’ora e mezzo prima che il sole sorga, mentre il merlo precede l’alba solo di un’ora. La cinciallegra e la capinera, invece, non iniziano che con la luce dell’aurora.

 

 

In questo periodo, in piena fase di riproduzione, gli uccelli emettono gorgheggi più che mai “sopra le righe”, elaborati e complessi. Naturalmente, si tratta di un modo per farsi notare dalle femmine. Oppure, le vocalizzazioni notturne permettono loro di comunicare con i compagni: per fargli sapere dove si trovano, ad esempio, o avvertirli della presenza di un predatore. Le specie che cantano anche di notte sono diverse: scopriamone cinque insieme.

 

L’usignolo (Luscinia megarhynchos)

 

Gli anglosassoni lo chiamano “nightingale”, un omaggio al suo canto notturno: l’usignolo, nelle ore buie, gorgheggia senza sosta soprattutto nel periodo della riproduzione. Il suo è un canto melodioso, raffinato, quasi ipnotico, che crea un’atmosfera incantata e mira ad attrarre le femmine della specie. Il canto dell’usignolo, infatti, è un potente strumento di seduzione; tant’è che di giorno i maschi gareggiano tra loro per affinare le proprie doti. Questo uccello della famiglia dei Muscicapidi vive essenzialmente nei boschi, dove è distinguibile anche grazie ai suoi inconfondibili gorgheggi.

 

Il pettirosso (Erithacus rubecula)

 

Il suo aspetto è inconfondibile, con quella chiazza arancione che esibisce frontalmente. Lo contraddistingue un gorgheggio che esordisce secco e ritmico diventando a poco a poco melodioso; ma il pettirosso è tanto dolce esteriormente quanto aggressivo a livello caratteriale: difende il suo territorio con tutta la tenacia possibile persino dalla compagna con cui si riproduce. Ed è proprio durante la stagione dell’amore che il suo canto si ascolta anche di notte. C’è da dire, inoltre, che questo uccello è particolarmente colpito dall’inquinamento acustico e preferisce gorgheggiare al buio per far sì che le femmine ascoltino meglio il suo richiamo.

 

Il merlo (Turdus merula)

 

E’ molto popolare, come d’altronde il pettirosso e l’usignolo. Famoso per la leggenda dei “giorni della merla” che lo vede protagonista in pieno Inverno, in Primavera e in Estate il merlo canta anche di notte. I  suoi gorgheggi sono vivaci, brevi e terminanti con un acuto; si esibisce in notturna durante la fase di riproduzione, e secondo alcuni esperti ciò è dovuto principalmente alla stimolazione dei lampioni: il merlo è un uccello altamente fotosensibile, e vivendo soprattutto nei parchi e nei giardini pare che la luce artificiale stimoli il suo desiderio di accoppiamento. L’inquinamento luminoso, quindi, avrebbe provocato squilibri nell’orologio biologico del Turdus merula spingendolo a scambiare la notte con il giorno.

 

Il succiacapre (Caprimulgus europaeus)

 

Si chiama così perchè secondo una leggenda secolare, che Plinio Il Vecchio riportò nella sua Historia Naturalis, il Caprimulgus Europaeus si cibava del latte delle capre, che poi rendeva cieche. Altre credenze lo associavano a particolari più lugubri, descrivendolo come un uccello che traeva il proprio nutrimento dal sangue del bestiame ed era legato a determinati riti di sepoltura. Ciò probabilmente dipendeva dal suo misterioso aspetto: il succiacapre si mimetizza alla perfezione con l’ambiente circostante e sembra dotato della virtù dell’invisibilità. E’ un uccello notturno e il suo canto, una sorta di ronzio che nelle fasi acute somiglia quasi ad un martello pneumatico, comincia al crepuscolo e si intensifica a notte fonda. Tra gli autori che lo hanno incluso nelle proprie opere letterarie troviamo Howard Phillips Lovecraft, che lo ha menzionato ne “L’orrore di Dunwich”, ma anche Stephen King e Cormac McCarthy: il succiacapre appare nei loro rispettivi romanzi “Jerusalem’s Lot” e “Figlio di Dio”.

 

L’assiolo (Otus scops)

 

E’ un rapace notturno appartenente alla famiglia degli Strigidi, come la civetta e il gufo. In Primavera e in Estate, nelle campagne il suo canto è una costante delle ore buie. Peraltro, non si fa fatica a riconoscerlo: può essere descritto come una nota acuta, monosillabica, ripetuta ad intervalli equidistanti. Al pari di molti altri uccelli, l’assiolo canta per difendere il territorio ed attrarre le femmine della sua specie. I gorghecci ipnotici che lo contraddistinguono rimandano alla notte e alla sua atmosfera sospesa; Giovanni Pascoli ne rimase affascinato al punto tale da dedicargli una poesia, “L’assiuolo”. L’assiolo comincia il suo canto al tramonto e prosegue fino all’alba. Curiosamente, dopo la mezzanotte le vocalizzazioni si interrompono per circa due ore. Un’altra curiosità? L’assiolo spesso duetta con la propria partner, che si distingue per l’intonazione più acuta e la cadenza meno regolare dei gorgheggi.

Foto via Pexels e Unsplash. Foto del succiacapre di Fabio Usvardi – www.italianwildlife.it, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

 

Le lucciole e i loro magici bagliori: come possiamo salvarle dall’estinzione

 

Della loro sparizione, nel 1975, scrisse anche Pier Paolo Pasolini sul Corriere della Sera. Eppure, in quegli anni erano molto più numerose rispetto ad oggi: le lucciole rimangono un incantevole ricordo d’estate per molti, compresa la sottoscritta. Quel lampeggiare magico nelle notti afose è indimenticabile. Bastava scendere in giardino e osservare il tripudio di lucine intermittenti che scintillava nel buio. Oggi, purtroppo, le lucciole sono pressochè scomparse. Almeno in città. E così pare che avvenga in tutto il mondo. Un esempio? Negli USA, ben 18 specie sono a rischio di estinzione. Questi coleotteri, detti Lampiridi e appartenenti alla famiglia Lampyridae, sono diffusi in ogni angolo del globo e vantano circa 2000 specie. In Europa sono presenti prevalentemente la Luciola Italica, la Luciola Lusitanica e la Luciola Novaki; non è difficile rintracciare le prime due anche in Italia. L’habitat dei Lampiridi è molto vario. Predominano i boschi, i giardini e in generale tutte le aree umide, come gli stagni, i fiumi, gli acquitrini e le paludi. Tutto ciò è strettamente associato al loro ciclo di vita, dato che le lucciole trascorrono la maggior parte dell’esistenza nel sottosuolo o a contatto con l’umidità del terreno. La metamorfosi passa attraverso quattro stadi: uovo, larva, pupa e adulto; già nella fase larvale, le lucciole si cibano ampiamente di lumache e lombrichi. Nelle zone umide, quindi, godono delle condizioni esistenziali ideali.

 

 

Quando diventano adulti, tuttavia, i Lampiridi si focalizzano totalmente sulla riproduzione e il nutrimento passa in secondo piano. Il loro accoppiamento si svolge grazie a un rituale particolarissimo basato sull’ emissione di luce: questo fenomeno, chiamato bioluminescenza, si verifica al calar del buio e prosegue con l’oscurità notturna. Il rito viene avviato dal maschio, che si libra nel cielo del crepuscolo emanando bagliori intermittenti. Il suo è un segnale di via libera al corteggiamento, l’indicazione della propria disponibilità. Bisogna aggiungere che solo il maschio è in grado di volare, la femmina si muove sul terreno o sugli steli delle piante; quando il maschio attiva la bioluminescenza, la femmina la attiva a sua volta se è interessata all’accoppiamento. Il maschio la raggiunge e ha inizio il rituale. Ma che cos’ha a che fare, tutto questo, con la scomparsa delle lucciole? Ha a che fare eccome: a causa dell’inquinamento luminoso, i segnali lampeggianti che i Lampiridi si inviano prima della riproduzione vengono quasi totalmente vanificati. Le città e le periferie, con la loro sovrabbondanza di luci, insegne e lampioni, rendono la bioluminescenza delle lucciole pressochè impercettibile.

 

 

Un altro ostacolo alla sopravvivenza dei Lampiridi è rappresentato dal massiccio utilizzo dei pesticidi chimici, che si rivelano fatali per le lucciole e per le larve. Anche il fenomeno dell’urbanizzazione, comportando una notevole riduzione dell’habitat di questi coleotteri, contribuisce a contrastare la loro presenza: fossi, stagni e piccoli corsi d’acqua diminuiscono, così come le zone paludose. In molte aree del mondo sono stati creati speciali punti di osservazione delle lucciole, soprattutto laddove i Lampidiri accentuano il fascino di determinati luoghi turistici. Le Great Smoky Mountains degli Stati Uniti, ad esempio, il Daan Forest Park di Taiwan e Nanacamilpa, in Messico, che proprio le lucciole hanno reso celebre. In queste zone, delle traiettorie sopraelevate apposite favoriscono la protezione dei coleotteri, che durante l’accoppiamento (oltre che, come abbiamo visto, in molti altri casi) rimangono ancorati al suolo. Gli esperti consigliano di seguire accuratamente quei percorsi per evitare di calpestare le lucciole, e di evitare l’utilizzo di una torcia per arginare l’inquinamento luminoso.

 

 

In molti, inoltre, organizzano le cosiddette “lucciolate”, promosse da svariati enti ambientalisti, che risultano sempre affollatissime. Cosa fare, in conclusione, per arrestare la progressiva estinzione delle lucciole? Innanzitutto, impariamo a rispettarle e a rispettare il loro habitat. Magari, adottando gli accorgimenti necessari per ricreare le condizioni di umidità ideale nel nostro giardino, oppure per eliminare l’inquinamento luminoso di cui siamo direttamente responsabili: regoliamo l’intensità delle luci che circondano la nostra casa con strumenti appositi, chiudiamo tende o persiane affinchè la luminosità dei lampadari non si propaghi negli spazi esterni. Possiamo fare attenzione a non calpestarle, se vediamo delle lucciole in giardino, e infine, last but least, dobbiamo assolutamente interrompere quel gioco crudele che aveva come scopo il catturarle per rinchiuderle in un vaso di vetro. Se poi volete saperne di più su questi magici coleotteri, vi invito a visitare il sito lampyridae.it

 

Le Frasi

 

“Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.”

(Italo Calvino, da “Le città invisibili”)

 

Bici in città: una scelta sostenibile e salutare

 

In paesi come l’Olanda è un’abitudine consolidata: in bicicletta ci si sposta normalmente, in ogni stagione e ad ogni ora del giorno. Ma in Europa, a breve, l’utilizzo delle due ruote verrà incentivato ovunque. Recentemente, infatti, la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno stipulato la Dichiarazione europea sulla mobilità ciclistica, che esalta la funzione della bicicletta in quanto mezzo di trasporto all’insegna della sostenibilità, accessibilità e convenienza. La Dichiarazione intende promuovere la mobilità ciclistica tramite strategie che, tra l’altro, prevedono la realizzazione di un maggior numero di piste ciclabili e la loro separazione dal resto del traffico. L’ optimum potrebbe essere raggiunto grazie a un bilanciato connubio di mezzi non motorizzati e trasporto pubblico: è un dato di fatto che le emissioni di CO2 provengono per il 15% dalle automobili, a tutt’oggi il veicolo più utilizzato per gli spostamenti in città. La cosiddetta “mobilità dolce”, al contrario, migliorerebbe la qualità della vita e azzererebbe l’inquinamento, con notevoli benefici sia per la decongestione del traffico che per la salute umana.

 

 

Scegliere la bici apporta vantaggi sotto molteplici punti di vista. Innanzitutto è un toccasana per il nostro benessere fisico: pedalare almeno mezz’ora al giorno aiuta a bruciare calorie, fa bene al cuore, tonifica i muscoli e rende più agili le articolazioni. L’apparato cardiocircolatorio risente positivamente degli effetti salutari dell’andare in bicicletta, ma anche l’umore ne trae giovamento. Se la pedalata dura circa un’ora, infatti, la produzione di endorfina sale alle stelle: ciò equivale a fare il pieno dell’ormone della felicità e a combattere lo stress più che efficacemente.

 

 

La bicicletta, come è stato riconosciuto anche dalla Dichiarazione europea sulla mobilità ciclistica, è un mezzo di trasporto sostenibile. E a beneficiarne appieno è l’ambiente: utilizzare la due ruote contribuisce a snellire il traffico, riducendo notevolmente le emissioni di CO2 (responsabili insieme alla massiccia produzione di petrolio, gas e carbone del cosiddetto “effetto serra”, principale causa del cambiamento climatico) e l’inquinamento acustico, un’enorme fonte di disagio per i cittadini. Andare in bici, dunque, purifica l’aria e ottimizza anche la fruizione degli spazi urbani, poichè una due ruote non ha bisogno di grandi parcheggi. Aggiungo che, in un numero sempre più vasto di città italiane, sta prendendo piede l’uso di appositi cicloposteggi.

 

 

La bicicletta risulta molto più economica rispetto all’auto: è una realtà innegabile. Basti pensare che non ha bisogno di carburante, assicurazione, bollo e alti costi di manutenzione. A proposito di costi, pedalando si risparmiano quelli della scuola guida e dei parcheggi, per non parlare di eventuali multe. Secondo una statistica, una bici è 26 volte meno dispendiosa in confronto a una macchina. Bisogna poi considerare l’agilità degli spostamenti, che l’utilizzo di una due ruote garantisce senza ombra di dubbio.

 

 

Ma a che punto siamo, in Italia, riguardo alle piste ciclabili? A Genova si prevede di arrivare a una lunghezza di 150 km rispetto agli attuali 70 entro il 2025; a detenere il podio delle città con le piste ciclabili più lunghe sono tuttora Modena e Reggio Emilia, che vantano oltre 190 km di percorso riservato alle biciclette. Subito dopo arriva Ferrara, con i suoi 150 km di piste. Sicuramente siamo ancora lontani dai modelli del Nord Europa, un vero e proprio paradiso per i ciclisti: Helsinki, ad esempio, può contare su una media di 20 km di piste ciclabili ogni 10.000 km, mentre la media di Amsterdam corrisponde a 14 km e quella di Copenaghen a 8 km. Preciso che sto prendendo in considerazione soltanto i percorsi metropolitani. In Italia, tanto per fare un esempio, la pista del Garda by Lake (ribattezzata non a caso “ciclovia dei sogni”) raggiunge ben 190 km di lunghezza. Viene considerata la più bella della nostra penisola perchè si snoda lungo il lago di Garda e sembra quasi sospesa sull’acqua. Partendo da Capo Reamol, vicino a Limone del Garda, la ciclovia dei sogni attraversa tre regioni: la Lombardia, il Trentino Alto Adige e il Veneto. Si tratta però di un percorso prettamente turistico.

 

 

 

Le 10 città più vivibili d’Europa secondo l’Europe’s Best Cities Report 2024

 

Quali sono le città europee dove si vive meglio? Come ogni anno, la società canadese Resonance Consultancy ha stilato un report per rispondere a questa domanda. Leader nel settore turistico e con molteplici progetti di riqualificazione urbana al suo attivo, Resonance Consultancy ha preso in esame 180 metropoli popolate da oltre 500.000 abitanti. I criteri in base ai quali ha redatto la sua classifica sono stati essenzialmente tre, “livability”, “loveability” e “prosperity”. Ovvero: la qualità della vita (presenza o meno di aree verdi, piste ciclabili, luoghi in cui poter respirare aria pura), le opportunità di svago (movida, ristoranti, attività culturali e commerciali, locali adibiti all’intrattenimento) e la prosperità economica (grado di istruzione della popolazione, possibilità di impiego, reddito pro capite, collegamenti stradali, ferroviari e aeroportuali). La ricerca si è avvalsa di recensioni, testimonianze, statistiche e informazioni pubblicate sui social o comunque via web. ll risultato? Un elenco dettagliato delle 100 città europee più vivibili. Ho deciso di riportare le prime dieci, e vi svelo sin d’ora che la classifica include due metropoli italiane. Ma qual è la capitale che svetta al primo posto dell’Europe’s Best Cities Report 2024? Lo scoprirete solo leggendo…

 

10. MILANO

E’ la sua prima volta nella top ten, ma debutta in grande stile: la capitale della moda e del design a livello mondiale è anche il più importante polo economico e finanziario del Paese e abbonda di località esclusive che attirano visitatori o residenti più che benestanti. Milano, inoltre, viene considerata una città mitteleuropea e si accinge ad ospitare i XXV Giochi Olimpici Invernali del 2026 insieme a Cortina. Last but not least, pare che nel capoluogo lombardo ci si sposti sempre di più in bicicletta: un punto di forza che soddisfa i parametri associati all’ecosostenibilità.

 

9. ISTANBUL

Metropoli intrisa di fascino, crocevia tra Occidente e Oriente, Istanbul è stata recentemente valorizzata da opere di ristrutturazione realizzate nel 2023, in occasione dei 100 anni dalla nascita della Repubblica di Turchia. Il terminal sotterraneo per navi da crociera, il primo al mondo, è il fiore all’occhiello del suo lussuoso porto, Galataport, rimesso a nuovo grazie a un progetto miliardario.

 

8. AMSTERDAM

Una movida “depurata” dagli eccessi decantati da molti estimatori della capitale dei Paesi Bassi e le misure adottate dal sindaco per gestire l’emergenza dei profughi ucraini rientrano tra i punti di forza che sono valsi ad Amsterdam l’ottavo posto nella classifica delle Europe’s Best Cities.

 

7. BARCELLONA

Le splendide opere architettoniche di Antoni Gaudì, il massimo esponente del Modernismo catalano, il clima mite e la mentalità eco-friendly mantengono Barcellona saldamente ancorata alla Top Ten. Uno dei suoi atout è senz’altro rappresentato dal Consell de Cent, 20 isolati convertiti in una strada pedonale a cui i veicoli hanno accesso soltanto mantenendo una bassa velocità.

 

6. PRAGA

Vanta quattro Università che sono vere e proprie eccellenze accademiche, una movida frizzante e prezzi abbordabilissimi, ma la capitale della Repubblica Ceca brilla anche per l’ originalità delle sue Terme di Birra, una sfarzosa Spa che ruota completamente attorno alla bevanda alcolica fermentata: lì è possibile, tra l’altro, effettuare bagni alla birra, fare saune di cedro con essenze di luppolo e degustare un delizioso pane alla birra fatto in casa. Questa attrazione è stata considerata un ottimo esempio di come Praga abbia saputo rivitalizzare la propria economia.

 

5. MADRID

Di Madrid è stata celebrata, in particolare, la coscienza eco. Basti pensare al Parco di Santander: inaugurato nel 2007, si snoda per 116.000 metri quadrati che includono vasti spazi verdi dedicati anche allo sport e al benessere fisico. Con una vegetazione che riduce il consumo di acqua al minimo, un circuito di bio-salute e un numero incalcolabile di nuovi alberi adibiti ad assorbire anidride carbonica in quantità, il Parco si è guadagnato l’elogio di Resonance Consultancy.

 

4.ROMA

L’ anno scorso era all’ ottavo posto dell’ Europe’s Best Cities Report, quest’anno è balzata al quarto: un avanzamento notevole, per la Città Eterna. Roma è un museo a cielo aperto, la sua storia e i suoi monumenti la rendono unica al mondo. Possiede, inoltre, molteplici aree verdi, una vita notturna frizzante e le case hanno prezzi accessibili. Recentemente, lo spirito imprenditoriale della città si è manifestato anche nell’edificazione di svariati luxury hotel.

 

3. BERLINO

Un altro avanzamento: Berlino sale dal settimo posto del 2023 al terzo posto attuale. La capitale della Germania viene premiata per la cultura, in particolare per la Berlinale; il Festival Internazionale del Cinema di Berlino si tiene ogni anno a Febbraio e ha una durata di 11 giorni. Gli Special Olympics World Games ospitati l’estate scorsa sono stati un’importante dimostrazione dello spirito inclusivo della città, che non a caso è considerata la culla della cultura LGBT.

 

2. PARIGI

Parigi rimane stabile al secondo posto, favorita dalle Olimpiadi che avranno luogo proprio nella capitale francese tra Luglio e Agosto. In previsione dell’evento, sono state apportate numerose modifiche in chiave esosostenibile per migliorare la vivibilità della città: un maggior numero di piste ciclabili, aree pedonali e spazi dove potersi rilassare all’aria aperta. Il potenziamento della rete ciclabile dovrebbe proseguire fino al 2026.

 

1. LONDRA

In testa alla classifica per il secondo anno consecutivo, Londra svetta al primo posto grazie all’incredibile numero di turisti che sceglie di visitarla, apportando notevoli introiti per l’economia cittadina (si è stimato che nel 2022 ammontassero a 14,88 miliardi di euro). Il trasporto pubblico, considerato eccellente, è un altro dei suoi punti di forza; la linea Elizabeth, ultimamente, si è arricchita di nuove fermate e percorsi. In più, la capitale del Regno Unito attira un gran numero di studenti da ogni parte del globo, le start up nascono come funghi e ospita i ristoranti, gli hotel e i luoghi più spettacolari, come si prepara ad esserlo il giardino sospeso Camden Highline che dovrebbe essere inaugurato nel 2025: ispirandosi alla High Line di New York, si svilupperà lungo una vecchia linea ferroviaria e si estenderà per circa un chilometro e mezzo di lunghezza.

 

Neve in città

 

Quante lezioni di fede e bellezza perderemmo, se non ci fosse l’inverno nel nostro anno.
(Thomas Wentworth Higginson)

 

In Scandinavia il nuovo anno ha portato un’ondata di gelo senza pari: le temperature sono scese al di sotto dei – 40° centigradi, neve e ghiaccio imperano, il vento soffia forte. E a cominciare proprio da oggi, sembra che il freddo artico raggiungerà anche l’Italia. Niente a che vedere con i rigori del Nord Europa, naturalmente, ma le nevicate non dovrebbero mancare. In sintesi: l’Inverno è davvero arrivato. Chi come me lo ama, però, ne accetta anche i lati più estremi. Coglie la magia della neve, rimane incantato davanti ai riflessi dei cristalli di ghiaccio…adora l’aspetto che assumono le lande, le foreste, le città imbiancate, perchè cambiano completamente volto e sembrano uscite da una fiaba. E’ da questo spunto che nasce la photostory di stamattina: la neve che ammanta i centri abitati. Gli scatti immortalano tutte città europee, per compiere un immaginario viaggio all’interno del nostro continente. Avete mai visitato qualcuno dei luoghi che includo nella gallery? E quale tra i tanti siete in grado di riconoscere? Fatemelo sapere nei commenti.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Vigilia di Natale

 

Quand’ero bambino, erano la luce dell’albero di Natale, la musica della messa di mezzanotte, la dolcezza dei sorrisi a far risplendere il regalo di Natale che ricevevo.
(Antoine de Saint-Exupéry)

 

Sera di Vigilia: la magia natalizia raggiunge il suo culmine. I centri storici delle città si svuotano, i negozi chiudono prima. Nelle piazze e nelle vie solo pochi irriducibili, una manciata di turisti, non conformi che detestano il cenone di Natale. I bagliori delle luminarie risplendono su strade che si fanno più silenziose di ora in ora. Ci si ritrova nelle case, in famiglia, tra parenti, per festeggiare l’ anniversario della nascita di Gesù Bambino, “luce che squarcia il buio” come lo ha definito Papa Francesco. Sono istanti suggestivi, impregnati d’incanto, persino nello scenario urbano quasi completamente inanimato: perchè la “luce che squarcia il buio” illumina ogni cosa, e brilla anche per chi è solo.

Buona Vigilia di Natale con la nuova photostory di VALIUM.

 

 

 

VALIUM accende le luminarie

 

 

“Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.”

(Gesù di Nazareth)

Così dice Gesù nel Vangelo secondo Giovanni. E ogni anno, a Natale, le città si adornano di luci per commemorare la sua nascita. Oggi anche VALIUM accende le luminarie: un tripudio di bagliori che risplendono nel buio e tramutano in pura magia la realtà. Renne, stelle, fiocchi di neve, maestosi alberi di Natale vestono a festa il blog dando vita ad atmosfere suggestive e trascinando in un vortice di fulgori ipnotici. L’ oro e l’argento predominano, diffondendo un sontuoso alone di regalità. Godetevi la photogallery per immergervi in scenari sublimemente fatati, dove anche gli angoli più bui si ammantano  di un’ incantevole luminosità.

 

 

 

Punti di luce

 

” Ho guardato in basso, e di colpo c’era la città, come un immenso lago nero pieno di plancton luminoso, esteso fino ai margini dell’ orizzonte. Ho guardato i punti di luce che vibravano nella distanza: quelli che formavano un’ armatura sottile di paesaggio, fragile, tremante; quelli in movimento lungo percorsi ondulati, lungo traiettorie semicircolari, lungo linee intersecate. C’erano punti che lasciavano tracce filanti, bave di luce liquida; punti che si aggregavano in concentrazioni intense, fino a disegnare i contorni di un frammento di città e poi scomporli di nuovo, per separarsi e allontanarsi e perdersi sempre più nel buio. Li guardavo solcare gli spazi del tutto neri che colmavano inerti il vuoto, in attesa di assorbire qualche riflesso nella notte umida. “

Andrea De Carlo, da “Treno di Panna”