Le lucciole e i loro magici bagliori: come possiamo salvarle dall’estinzione

 

Della loro sparizione, nel 1975, scrisse anche Pier Paolo Pasolini sul Corriere della Sera. Eppure, in quegli anni erano molto più numerose rispetto ad oggi: le lucciole rimangono un incantevole ricordo d’estate per molti, compresa la sottoscritta. Quel lampeggiare magico nelle notti afose è indimenticabile. Bastava scendere in giardino e osservare il tripudio di lucine intermittenti che scintillava nel buio. Oggi, purtroppo, le lucciole sono pressochè scomparse. Almeno in città. E così pare che avvenga in tutto il mondo. Un esempio? Negli USA, ben 18 specie sono a rischio di estinzione. Questi coleotteri, detti Lampiridi e appartenenti alla famiglia Lampyridae, sono diffusi in ogni angolo del globo e vantano circa 2000 specie. In Europa sono presenti prevalentemente la Luciola Italica, la Luciola Lusitanica e la Luciola Novaki; non è difficile rintracciare le prime due anche in Italia. L’habitat dei Lampiridi è molto vario. Predominano i boschi, i giardini e in generale tutte le aree umide, come gli stagni, i fiumi, gli acquitrini e le paludi. Tutto ciò è strettamente associato al loro ciclo di vita, dato che le lucciole trascorrono la maggior parte dell’esistenza nel sottosuolo o a contatto con l’umidità del terreno. La metamorfosi passa attraverso quattro stadi: uovo, larva, pupa e adulto; già nella fase larvale, le lucciole si cibano ampiamente di lumache e lombrichi. Nelle zone umide, quindi, godono delle condizioni esistenziali ideali.

 

 

Quando diventano adulti, tuttavia, i Lampiridi si focalizzano totalmente sulla riproduzione e il nutrimento passa in secondo piano. Il loro accoppiamento si svolge grazie a un rituale particolarissimo basato sull’ emissione di luce: questo fenomeno, chiamato bioluminescenza, si verifica al calar del buio e prosegue con l’oscurità notturna. Il rito viene avviato dal maschio, che si libra nel cielo del crepuscolo emanando bagliori intermittenti. Il suo è un segnale di via libera al corteggiamento, l’indicazione della propria disponibilità. Bisogna aggiungere che solo il maschio è in grado di volare, la femmina si muove sul terreno o sugli steli delle piante; quando il maschio attiva la bioluminescenza, la femmina la attiva a sua volta se è interessata all’accoppiamento. Il maschio la raggiunge e ha inizio il rituale. Ma che cos’ha a che fare, tutto questo, con la scomparsa delle lucciole? Ha a che fare eccome: a causa dell’inquinamento luminoso, i segnali lampeggianti che i Lampiridi si inviano prima della riproduzione vengono quasi totalmente vanificati. Le città e le periferie, con la loro sovrabbondanza di luci, insegne e lampioni, rendono la bioluminescenza delle lucciole pressochè impercettibile.

 

 

Un altro ostacolo alla sopravvivenza dei Lampiridi è rappresentato dal massiccio utilizzo dei pesticidi chimici, che si rivelano fatali per le lucciole e per le larve. Anche il fenomeno dell’urbanizzazione, comportando una notevole riduzione dell’habitat di questi coleotteri, contribuisce a contrastare la loro presenza: fossi, stagni e piccoli corsi d’acqua diminuiscono, così come le zone paludose. In molte aree del mondo sono stati creati speciali punti di osservazione delle lucciole, soprattutto laddove i Lampidiri accentuano il fascino di determinati luoghi turistici. Le Great Smoky Mountains degli Stati Uniti, ad esempio, il Daan Forest Park di Taiwan e Nanacamilpa, in Messico, che proprio le lucciole hanno reso celebre. In queste zone, delle traiettorie sopraelevate apposite favoriscono la protezione dei coleotteri, che durante l’accoppiamento (oltre che, come abbiamo visto, in molti altri casi) rimangono ancorati al suolo. Gli esperti consigliano di seguire accuratamente quei percorsi per evitare di calpestare le lucciole, e di evitare l’utilizzo di una torcia per arginare l’inquinamento luminoso.

 

 

In molti, inoltre, organizzano le cosiddette “lucciolate”, promosse da svariati enti ambientalisti, che risultano sempre affollatissime. Cosa fare, in conclusione, per arrestare la progressiva estinzione delle lucciole? Innanzitutto, impariamo a rispettarle e a rispettare il loro habitat. Magari, adottando gli accorgimenti necessari per ricreare le condizioni di umidità ideale nel nostro giardino, oppure per eliminare l’inquinamento luminoso di cui siamo direttamente responsabili: regoliamo l’intensità delle luci che circondano la nostra casa con strumenti appositi, chiudiamo tende o persiane affinchè la luminosità dei lampadari non si propaghi negli spazi esterni. Possiamo fare attenzione a non calpestarle, se vediamo delle lucciole in giardino, e infine, last but least, dobbiamo assolutamente interrompere quel gioco crudele che aveva come scopo il catturarle per rinchiuderle in un vaso di vetro. Se poi volete saperne di più su questi magici coleotteri, vi invito a visitare il sito lampyridae.it

 

Il luogo: le Cotswolds, un Paese delle Meraviglie nel cuore dell’ Inghilterra

 

Immaginate un paesaggio campestre da sogno: immense distese di verde, dolci colline, tanti fiori, corsi d’acqua, stagni in cui specchiarsi e pecore al pascolo. Lo scenario è impreziosito da antichi castelli, cottages e borghi altamente pittoreschi. Un sentiero percorre queste lande bucoliche per ben 165 chilometri, attraversandole da capo a piedi. Ma un simile luogo fiabesco esiste davvero? La risposta è sì: si tratta delle Cotswolds, un’ area collinare (la cui superficie raggiunge i 2038 km2) situata nel cuore dell’ Inghilterra. Tanto per darvi un’idea, qui nacque William Shakespeare. Stratford-upon-Avon, la città natale del Bardo, si trova infatti nelle Cotswolds del nord e dista da Londra circa 230 km. Il fiume Avon delimita proprio a Nord l’ incantevole zona paesaggistica, mentre la valle del Tamigi sancisce i suoi confini a Sud; ad Est e ad Ovest delle Cotswolds troviamo invece due splendide città, rispettivamente Oxford e Cheltenham. Le contee più ampiamente incluse nell’ area sono il Gloucestershire, l’ Oxfordshire, il Wiltshire, il Somerset, il Warwickshire e il Worcestershire. Dichiarato Area of Outstanding Natural Beauty (AONB) nel 1966, l’ idilliaco territorio è movimentato dalle colline che gli danno il nome. La più elevata? Cleeve Hill, 330 metri di altezza.

 

 

Se avete voglia di immergervi nella natura e il caos metropolitano non fa più per voi, le Cotswolds Hills sono una location ideale. Ad attraversarle in lungo e in largo è il sentiero nazionale The Cotswold Way: 165 km snodati tra un verde sconfinato, fiori variopinti e antichi borghi. I villaggi sono contraddistinti dai cottages, le inconfondibili case in pietre oolitiche (un tipico calcare locale) con i tetti spioventi. Proliferano le chiese gotiche, i vicoletti si intrecciano in veri e propri labirinti che accentuano l’ appeal del luogo. Un tripudio di pub e negozi caratteristici punteggia le strade principali, moltiplicando le occasioni di socialità e i momenti dedicati allo shopping. Tra i borghi da visitare spicca Bourton-on-the-Water, delizioso con i suoi numerosi corsi d’acqua (è stato soprannominato “la Venezia delle Cotswolds”) sormontati da poetici ponti. 

 

 

Tradizionali delle Cotswolds sono anche le case di campagna rustiche, con tetto di paglia, circondate da giardini rigogliosi e ricchi di roseti. A proposito di campagna, sapete da cosa deriva il nome Cotswolds? E’ un mix dei termini “Cotes”“recinto delle greggi”, e “Wolds”, “colline aperte”. Non si può quindi fare a meno di visitare i suggestivi paesaggi che hanno reso la zona una sorta di territorio mitico. La Broadway Tower, a pochi passi dal villaggio di Broadway, è assolutamente imperdibile: da questa costruzione architettonica, edificata su una collina di 312 metri di altezza, è possibile godere di una straordinaria veduta sulle Cotswolds Hills. Considerate che il vostro sguardo spazierà tra ben 16 contee!

 

 

Nelle Cotswolds, ebbene sì, anche le pecore rivendicano una loro particolarità: nel Medioevo divennero note come “i leoni delle Cotswolds”, perchè vantavano velli molto spessi e una costituzione robusta grazie all’ erba – cresciuta sul terreno calcareo – di cui si cibavano. A quell’ epoca, non a caso, il commercio della lana era fiorentissimo. Mercanti di tutta Europa raggiungevano le Cotswolds per acquistare la lana più pregiata, e ciò arricchì notevolmente i villaggi del cuore verde d’ Inghilterra. I borghi locali erano stati addirittura ribattezzati “le città della lana”; la presenza di un gran numero di corsi fluviali e mulini rappresentava un innegabile punto di forza per la zona. Quel florido periodo, purtroppo, nel XVIII secolo giunse al termine: la meccanicizzazione dei mulini dello Yorkshire e l’ importazione della lana, che risultava molto più economica, misero definitivamente fine ai tempi d’oro delle Cotswolds.

 

 

Tra i personaggi celebri a cui le Cotswolds hanno dato i natali figura Winston Churchill. L’ ex Primo Ministro del Regno Unito nacque a Blenheim Palace, un maestoso palazzo in stile Barocco inglese situato nella campagna dell’ Oxfordshire (si trova a Woodstock, per l’esattezza). La residenza di famiglia di Churchill è attorniata da uno smisurato giardino collinare che annovera un fiume, un ponte in pietra e una serie di cascate. All’ interno del parco si erge un solenne monumento celebrativo, la Colonna della Vittoria, che il I duca di Marlborough John Churchill fece edificare in suo onore. Blenheim Palace è un must see assoluto, sontuoso e lussureggiante: non è un caso che sia stato scelto come location di svariate produzioni cinematografiche. Un esempio su tutti? Il film “Spectre” con Daniel Craig, appartenente alla saga di 007.

 

 

Non c’è bisogno di dire che le Cotswolds rappresentino un fantastico set naturale. Se adorate esplorare le più iconiche location viste al cinema e in TV, cominciate con il visitare Lacock: affacciato sul fiume Avon, è un villaggio che sembra uscito da una fiaba. Nella sua Abbazia duecentesca, un capolavoro dell’ architettura neogotica, sono stati girati diversi film della saga di Harry Potter (“Harry Potter e la pietra filosofale”, “Harry Potter e la camera dei segreti”, “Harry Potter e il principe mezzosangue”) e un vasto numero di pellicole e serie TV (tra cui il lungometraggio “L’ erba del vicino è sempre più verde” con Cary Grant e Deborah Kerr). Anche il borgo di Castle Comb ha fatto da sfondo a svariate produzioni cinematografiche e televisive. E’ stata la location della serie TV “Poirot”, e non stupisce: si tratta di un villaggio singolarissimo, profondamente suggestivo. A Castle Comb sono presenti due pub e una sala da tè in tutto, ma davanti alle case del paese vengono esposti dolci tipici che è possibile acquistare con un’ offerta.

 

 

Il mondo incantato delle Cotswold non è stato mostrato solo sul grande e sul piccolo schermo. La scrittrice e illustratrice Beatrix Potter, ad esempio, lo ha magnificamente descritto nella fiaba “Il sarto di Gloucester”. Ambientato nella città che cita il titolo, il libro è stato ispirato da una casa trasformata oggi in un museo dedicato alla brava autrice. Gloucester è famosa anche per la sua Cattedrale, un’ imponente ex abbazia che ospita le spoglie di Edoardo II di Inghilterra.

 

 

Una visita a un castello non può mancare. Il castello di Sudeley, a Winchcombe (nel Gloucestershire), è impregnato di un’ atmosfera regale che risale ad epoche antichissime. Edificato nel 1441, viene considerato una perla delle Cotswolds. Lo circonda un immenso giardino, il Queens Garden: è un nome scelto non a caso, dato che i suoi verdeggianti spazi ospitarono regine del calibro di Anna Bolena, Catherine Parr (l’ ultima moglie di Enrico VIII, seppellita peraltro nel castello di Sudeley), Lady Jane Grey e Elisabetta I Tudor. Se volete saperne di più sul giardino in stile inglese, dirigetevi a Hidcote Manor Garden.  Di proprietà del National Trust, dista pochi passi da Stratford-upon-Avon ed è famoso per la meraviglia delle sue “stanze giardino”: un intricato labirinto pieno di sorprese. I sentieri lastricati conducono in uno scenario onirico ricco di siepi, piante rare ed esotiche, fiori dai colori incredibili, panorami che lasciano senza fiato. I volatili che animano il giardino appartengono alle più svariate specie, ed è presente anche un’area – chiamata The Wilderness – composta da alberi d’alto fusto che rievocano un bosco selvaggio. Se le Cotswolds vi sembrano un “déjà vu”, c’è un’ unica spiegazione: le avete viste in un sogno magnifico.