Topolino e il “sogno americano”

 

” Il carattere di Mickey Mouse coniuga la percezione emotiva all’ acquisizione concettuale, non divide gli impulsi del cuore da quelli della mente. Non rappresenta soltanto i personaggi in fuga da un’ America in Depressione – sollievo per poveri e alienati alla catena di montaggio – ma come Charlie Chaplin, grande ispiratore e sostenitore di Walt, dà parola agli “invisibili”, fornisce un mezzo d’espressione alle moltitudini senza risorse nè materiali nè immaginifiche. Topolino non è un giocattolo. (…) Con Mickey Mouse si può fare, si può trasformare, si può vedere oltre, assaporare e convertire la confusione dell’ esistente in macchine del piacere. Essere protagonisti con le piccole cose che ti circondano e che non hanno valore. Improvvisamente a un sasso spuntano gli occhi, a un barattolo esce la voce, a una scarpa rotta l’ anima. Ecco dunque riaffiorare il “sogno” del New Deal, non solo un traguardo di benessere ma la felicità come promessa, per tutti. Il “sogno americano” di Topolino non è un personale cammino verso il successo ma la spinta a cambiare, a trasformare ogni ingiustizia in un trionfo di creature contagiate, parossistiche, indomabili. La galleria di Walt non fa decorazione all’ America di Roosvelt ma è la sua unica e vera componente organica. Ogni fotogramma cammina con lui. (…) “L’artista è una forma in movimento” (Witold Gombrowicz). Lo era Walt Disney, e si può dire che non esiste una sola creatura in “movimento” senza di lui. Senza Walt, la matita e i colori tornano materia morta. Non basta copiare Mickey Mouse per averlo, nè tutte le altre creature disneyane: non sono “forme meccaniche”. Loro – gli esseri di carta – sono lì, altrove, indistinguibili da quell’ America. Incantata, ferma nell’ incanto. “

 

Mariuccia Ciotta, da “Walt Disney – Prima stella a sinistra”

Il cuore è come la neve

 

” Si dice che il cuore è come la neve. Audace, silenzioso, capace di sciogliersi con un po’ di calore. Da dove vengo io ci credono in tanti. E’ il proverbio dei vecchi, dei bimbi più piccoli, di quelli che brindano alla felicità. Ognuno di noi ha un cuore di neve, perchè la purezza dei sentimenti lo rende terso e immacolato. Io non ci avevo mai creduto. Anche se lì ci ero cresciuta, anche se avevamo il ghiaccio intarsiato nelle ossa, non ero mai stata il tipo da certe dicerie. La neve si adatta, è gentile, rispetta ogni spigolo. Ricopre senza deformare, ma il cuore no, il cuore pretende, il cuore urla, stride e s’impenna. Poi un giorno l’ avevo capito. L’ avevo capito come si capisce che il sole è una stella, o che il diamante è solo una roccia. Non conta quanto sembrino diversi. Conta quanto sono simili. Non importa se uno è freddo e l’altro è caldo. Non importa se uno stride e l’altro si adatta. Io avevo smesso di sentire la differenza. (…) Allora forse è vero, quello che dicono. Forse hanno ragione. Il cuore è come la neve. Con un po’ di buio, diventa ghiaccio. “

 

Erin Doom, da “Nel modo in cui cade la neve”

San Valentino

 

“Eppure, per una di quelle intuizioni dell’animo, apparentemente assurde, che magari al momento non ci si bada ma rimangono dentro, per poi ridestarsi a distanza di mesi e di anni, quando il meccanismo del destino scatterà, Antonio ebbe un presentimento: come se quell’incontro avesse importanza nella sua vita, come se il coincidere rapidissimo degli sguardi avesse stabilito fra loro due un legame che non si sarebbe spezzato mai più, a loro stessa insaputa. Già in passato, più di una volta, aveva constatato l’incredibile potenza dell’amore, capace di riannodare, con infinita sagacia e pazienza, attraverso vertiginose catene di apparenti casi, due sottilissimi fili che si erano persi nella confusione della vita, da un capo all’altro del mondo…”

Dino Buzzati, da “Un amore”

 

Buon San Valentino! Ve lo auguro con un brano tratto dal libro-capolavoro “Un amore” di Dino Buzzati e con una serie di immagini in cui il cuore – rappresentato in svariate versioni – fa da leitmotiv. Come disse Antonio Machado, “il cuore è la regione dell’ inatteso”: un concetto che lo associa all’ amore da sempre e che calza a pennello, peraltro, con la trama del romanzo di Buzzati (chi l’ha letto, mi capirà al volo). In un mondo dove dilaga l’ usa e getta dei sentimenti, celebrare l’ amore “puro” (inteso cioè nella sua quintessenza) è confortante. Viva l’ amore, dunque, e soprattutto viva il cuore: perchè se nasce dal cuore, qualsiasi cosa possiede un valore aggiunto.

 

Il Profumo

 

” Voleva essere il dio onnipotente del profumo, così come lo era stato nella sua fantasia, ma ora nel mondo reale e regnando su uomini reali. E sapeva che ciò era in suo potere. Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’ orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. Poiché il profumo era fratello del respiro. Con esso penetrava negli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore, e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l’ amore dall’ odio. Colui che dominava gli odori, dominava i cuori degli uomini. “

 

Patrick Suskind, da “Il Profumo “

 

 

 

 

 

Primo giorno di scuola

 

Lo scopo dell’educazione è quello di trasformare gli specchi in finestre.
(Sydney J. Harris)

Primo giorno di scuola qui nelle Marche, dove vivo, così come in molte altre regioni. Auguro un buon inizio a tutti, perchè la scuola svolge un ruolo fondamentale: educa, amplia gli orizzonti, arricchisce culturalmente, ma non solo. La scuola insegna il valore della socialità e della convivenza. Non stupisce che oggi, per molti, sia una giornata gioiosa: dopo tre mesi di vacanze, si ritrovano gli amici e i compagni di classe. Fate tesoro del periodo trascorso sui banchi, sarà una miniera di apprendimento inesauribile sotto molteplici aspetti. E la spensieratezza che caratterizza questi anni diventerà uno dei più bei ricordi che possiate portare nel cuore.

 

 

Foto di Polina Tankilevitch via Pexels

 

 

San Valentino 2021: cuore e dolcezza

 

L’amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri; se si dissolve, è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti; s’è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti. Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana.

William Shakespeare, da “Romeo e Giulietta”

 

Il “Winter Wonderland” celebrato da VALIUM include molte altre ricorrenze oltre a quelle, scintillanti, di fine anno. Una su tutte? San Valentino, la Festa degli Innamorati. Una festa che, nonostante sia stata sottoposta a una progressiva mercificazione, rimane un’ attesissima parentesi romantica dedicata all’ amore e al rapporto di coppia. Ai tempi del Covid, questa parentesi acquista un significato del tutto speciale: sottolinea l’ importanza dei legami. Perchè l’ amore è forza, linfa vitale, potenza rigenerante.  E’ gioia e dolore al tempo stesso.  Riprendendo le parole di Shakespeare, è “una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana”. Ma noi, a pochi giorni da San Valentino, preferiamo accantonare il fiele e privilegiare la dolcezza. E’ per questo che nella gallery che segue, ricca di spunti per una Festa degli Innamorati all’ insegna dello stile, ho incluso anche un tripudio di intriganti delizie. A fare da fil rouge è il cuore: un simbolo nè lezioso, nè tantomeno scontato. Casomai, la rappresentazione grafica più d’impatto e accattivante dell’ amore, un valore che risplende nei tempi prosperi…ma ancor più nei tempi bui.

 

Aniye By

A. Bocca, Two for Love San Valentino edition

Kiko, Ray of Love Collection

Sonia Rykiel

Red Valentino

 

Max Mara, Pasticcino bag

Liu Jo

James Avery Artisan Jewelry

 

Molly Goddard

Una Valentine’s Day Card del 1909

 

Dior, Rouge Dior in limited edition per San Valentino

Roger Vivier

Emporio Armani

 

Gucci

Comme des Garçons, Rouge Eau de Parfum

Marc Jacobs, The Love Dress

 

L’ Oréal, collezione Je T’Aime

Gladys Tamez Millinery, Love Hat

 

Marni, Soft Trunk Bag

Pat McGrath Labs, Crimson Couture Lip Kit

 

Mesauda Milano, Red Valentine Collection

Chie Mihara

 

Guerlain

Furla

 

 

 

Buona Epifania di Luce

 

” «Lumen requirunt lumine». Questa suggestiva espressione di un inno liturgico dell’Epifania si riferisce all’esperienza dei Magi: seguendo una luce essi ricercano la Luce. La stella apparsa in cielo accende nella loro mente e nel loro cuore una luce che li muove alla ricerca della grande Luce di Cristo. I Magi seguono fedelmente quella luce che li pervade interiormente, e incontrano il Signore. “

Papa Francesco, dall’ Omelia del 6 Gennaio 2014

 

 

 

 

 

 

Immagini: Gentile da Fabriano, “Adorazione dei Magi” (1423), particolari del dipinto. Photo courtesy of Uffizi, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

 

Desideri

 

Un sogno: un barattolo di vetro galleggia tra le onde. Solca il mare leggero, inafferrabile, senza una precisa direzione. Un momento sembra affondare, il momento dopo riemerge e, trascinato dalla corrente, prosegue la sua navigazione. Una sera, al tramonto, qualcuno lo scorge sulla riva di una spiaggia senza nome. Si avvicina al barattolo di corsa, perchè lo vede scintillare. E quando lo apre, fuoriesce un vero e proprio tripudio di luci: sembrano miriadi di stelle riunite in un vortice abbagliante. Ci mette qualche minuto ad accorgersi che quel barattolo contiene qualcosa. Travolto dalla spirale luminosa, confuso dai bagliori, non aveva visto il foglietto arrotolato nel contenitore di vetro: lo srotola, lo legge e scopre che si tratta di un desiderio. Ma un desiderio scritto col cuore, fortissimamente anelato. Solo allora capisce che lo spettacolo sfavillante  a cui ha appena assistito era un plauso, un’ apoteosi, un’ esplosione di giubilo: l’ode a un desiderio esauditosi tra terra e mare.

” Quando desideri una cosa, tutto l’Universo trama affinché tu possa realizzarla.”, ha scritto Paulo Coelho. E voi, che desideri vi accingete a formulare per questa estate che coincide con la Fase 3 dell’ emergenza COVID-19?

 

 

 

I vicoli, anima e cuore pulsante della città

 

C’è un labirinto nascosto, all’ interno della città aperta: “aperta”, in quanto la data di oggi sancisce la fine del lockdown e la ripartenza. La gente si riversa lungo le vie principali, incentivata anche dai bar, negozi e ristoranti che rialzano le saracinesche, trascurando il fatto che nei centri storici si celano oasi di meraviglia dove il tempo sembra eternamente sospeso. Di rado le si nota, non fanno parte dei circuiti turistici. Bisogna volerle conoscere, per scoprirle, ma ne vale la pena. Perchè il dedalo di viuzze che le compone offre scorci di vero incanto. I vicoli sono il cuore pulsante della città, custodiscono da secoli il suo spirito più profondo e autentico. In questo periodo, se deciderete di esplorarli, vi restituiranno tutto l’ appeal onirico esercitato dai paesaggi urbani ai tempi del confinamento da Coronavirus. In chiave positiva, naturalmente: non pensate ad atmosfere desolanti  o a silenzi da emergenza pandemica. Perchè i vicoli sono vibranti, pittoreschi, vivissimi. In molti casi vi sorprendono con osterie dove potete degustare piatti tipici o il vino più squisito, ma non è raro che possiate imbattervi in botteghe artigianali di ogni tipo.

 

 

Abitando nella parte antica della città, quando ero bambina li percorrevo mano nella mano con mio padre che, sempre in guerra contro lo smog, privilegiava quel tragitto per evitarlo. Allora, i vicoli erano abitati da un’ umanità varia e pittoresca, da personaggi rimasti saldamente impressi nell’ immaginario collettivo. Ognuno aveva la sua particolare storia, il suo soprannome. Molti erano arrivati da fuori in cerca di fortuna. Il boom delle case popolari non era ancora esploso e li trovavi tutti là, in quei labirinti intricati, dove si alternavano un’ osteria, un fruttivendolo, un ciabattino, persino un cinema a luci rosse. Per me era un mondo sconosciuto, folcloristico, a cui guardavo con un misto di curiosità e di timore. Oggi, invece, adoro perdermi nei vicoli e respirare le loro suggestive atmosfere. E’ lì che si concentra l’anima di un luogo, il suo patrimonio emozionale più atavico: tra i lampioni di ferro battuto, le stradine lastricate di ciottoli, le piazzette che si aprono inaspettate. Cerco i vicoli anche quando sono in viaggio, ovunque io vada, se la mia meta è antica al punto giusto. In Italia o all’ estero (penso per esempio a Barcellona), indifferentemente.

 

 

Perchè so che al di là del caos urbano, del traffico, degli “assembramenti” (che in teoria sembrano ormai appartenere alla preistoria), c’è un mondo a parte e quasi segreto che vibra nel cuore delle città. Un mondo che vive di ritmi propri, ricco di incomparabili suggestioni. Un’ oasi dove l’aria tiepida di Maggio è intrisa di sapori, odori, profumi fluttuanti in scenari senza tempo, ma carichi di tutto il pathos che un cuore millenario racchiude.

 

 

 

 

 

Nelle foto, alcuni vicoli del centro storico di Fabriano

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Fase 2: tra bilanci, Flassy Mask e doverose considerazioni

Il Principe “au naturel”, baciato dal sole e immerso nel verde

La Fase 2 dell’ emergenza Coronavirus è appena cominciata, e VALIUM prosegue il suo percorso sulle tracce del Principe Maurice. E’ un percorso ricco di sorprese, dove profonde riflessioni e un’ incisiva vis critica si alternano al mood giocoso di Maurice: a fine lockdown (o quasi), la nostra conversazione telefonica straborda di sprint e spirito propositivo. La quarantena, con i suoi tempi dilatati e l’azzeramento di ogni precedente stile di di vita, ha accentuato più che mai la voglia di reinventarsi del Principe. Nella casa-atelier della costumista Flavia Cavalcanti ha trovato il modo di continuare a fare, a creare, lasciando un doveroso spazio alle considerazioni sulle professioni del mondo della notte e al loro futuro. Intanto, l’ “icona notturna” per eccellenza vive di giorno e lancia già nuovi progetti e iniziative: li scoprirete qui di seguito, leggendo l’ intervista. Posso anticiparvi che non cessa mai di rimanere accanto ai fan, anche solo con il pensiero. E che i limiti imposti dalla pandemia non scalfiscono la sua indole costruttiva, perchè tutto ciò che fa lo fa con passione. Mettendoci il cuore sempre. Ormai lo conosciamo bene…Al punto che potremmo dire, con Stendhal, che “la passione non è cieca, è visionaria”: nessun aforisma sembra più adatto a descrivere il Principe Maurice e il motore che lo anima.

La tanto attesa Fase 2 è appena cominciata: qual è il bilancio della tua quarantena in quel di Milano?

La mia quarantena è stata tutto sommato piacevole, con i limiti e le angosce di chiunque. Come vi ho detto nella puntata scorsa sono ospite di Flavia Cavalcanti e stiamo procedendo nella sistemazione dei suoi archivi, della sua casa atelier, abbiamo addirittura fatto dei lavori di decorazione…Diciamo che in due, tutti e due creativi, il tempo passa e si riesce ad investirlo bene. Poi, sto implementando i miei studi musicali: mi sono procurato una piccola consolle con la quale sto prendendo confidenza per gestire in modo ancora più professionale il mio ruolo di emotional dj. E’ un’ottima consolle virtuale della Pioneer che si collega al computer e mi dà la possibilità di lavorare meglio. Mi sto divertendo molto! Ho anche fatto un piccolo corso con un dj e produttore discografico mio amico, Alessandro Panicciari , che mi ha dato delle dritte per poter utilizzare al meglio questo strumento. Flavia aveva comprato la consolle tempo fa perchè era ne rimasta intrigata, poi me l’ha regalata perchè era sempre molto presa dai suoi costumi! Per cui, ora sarò un po’ più attrezzato nel mio ruolo di dj per dinner show, cocktail e vernissage. Voglio precisare, non sono un dj vero e proprio. Mi definisco, piuttosto, un emotional selector: è la visione che sto implementando in questo periodo in cui abbiamo tempo a sufficienza per organizzare, per pensare…Il mio futuro, molto probabilmente, mi vedrà vestire anche quei panni. Dal punto di vista umano, invece, le sofferenze della quarantena sono tante, perché io sono un animale sociale e detesto la solitudine. Ma il fatto di essere in due, con quella persona straordinaria che è Flavia, è positivo di gran lunga. Anche se la visione un po’ fumosa di questa Fase 2 sta inquietando tutti e ha cominciato ad inquietare anche me. Ho notato che negli ultimi periodi, purtroppo, non ho più ritmi: mi sveglio frequentemente di notte, mi addormento di giorno, comincio a essere stufo…è un fenomeno che mi dà un po’ fastidio. Se consciamente sto passando bene la quarantena per i motivi che già ti ho detto, dal punto di vista inconscio certe paure che ci instillano continuamente, certe insicurezze stanno iniziando a logorarmi: questa preoccupazione nelle retrovie del cervello sfasa la gestione dell’ansia.

 

La nuova consolle del Principe

Balou, ospite fisso di casa Cavalcanti

Cosa hai imparato su te stesso, in questi giorni?           

Posso dirti che, in realtà, non ho fatto altro che avere la conferma di quello che sapevo di me: mi conosco bene. La circostanza indubbiamente è particolare, però io sono già passato attraverso fasi di dolore, senso di perdita, cambiamento dal punto di vista professionale, per cui so bene come mi comporto. Cerco di rendere positive tutte le esperienze, anche quelle più drammatiche. Non ho scoperto tante cose nuove su di me, però ho scoperto che mi manca il mio lavoro! Soprattutto dal punto di vista dell’incontro con il pubblico. Come sai ho fatto una live su Facebook che mi è piaciuta, dove ho parlato con il cuore…Però mi sentivo un imbecille: mi sembrava una masturbazione mentale l’esibirmi davanti a uno schermo, distratto dai commenti – tantissimi devo dire, voglio ringraziare gli spettatori anche attraverso il tuo blog – che ho letto tutti e ai quali ho risposto. Questo feedback sì, è stato bellissimo, perché essendo assolutamente vergine delle live non ho fatto altro che essere me stesso in quel momento, così come mi sentivo. Non volevo fare qualcosa di roboante con costumi, travestimenti vari…Ho parlato con il cuore in mano, senza filtri. E poi ho individuato una canzone straordinaria, “Because the night” di Patti Smith, e l’ho voluta interpretare in una maniera molto intima, proprio in base al senso profondo che può avere per il mondo della notte, per chi ama la notte, quella canzone lì. Le dirette, in ogni caso, non diventeranno un mio modo alternativo di fare spettacolo: ne sono sicuro! Ogni tanto apparirò, perché queste iniezioni di umanità fanno bene. Sono stato me stesso come lo sono sempre, però in una dimensione più intima ed anche colpita da tutto quello che ci sta succedendo…che è qualcosa di veramente allucinante.

 

In versione “Silver Devil” durante la live con i Datura e Rexanthony

Una domanda quasi scontata: parlami della prima cosa che farai ora, in linea con le nuove misure precauzionali.

Purtroppo, come sai, non ci si può ancora abbracciare o stringere la mano, però ci si può almeno vedere di persona…grazie alle nuove norme sulle visite ai congiunti. Quindi, senza dubbio, presto andrò a trovare mia sorella che abita a pochi passi da Milano. Anche se non posso abbracciarla o stringerla voglio vederla con i miei occhi, guardarla negli occhi davvero e non attraverso lo schermo del telefono o del computer! Voglio ridere e piangere con lei del fatto che siamo ancora qui e che possiamo farcela. Questa è la prima cosa che voglio fare! Metto innanzi a tutto i rapporti più forti, gli affetti più intimi e familiari. Dopodichè, mi piacerebbe ricominciare a diventare progettuale e operativo riguardo alla mia nuova professionalità proiettata per la contingenza sul concetto di dinner show. Aggiungo che il 5 Maggio ho un appuntamento importante: andare alla libreria Mondadori, qui a Milano, per comprare l’ ultima fatica letteraria – “Caffè Voltaire” – della mia cara amica Laura Campiglio. Un libro che doveva uscire a Marzo, ma si è arenato nel limbo delle restrizioni.

 

On stage insieme a Grace Jones, amore mai dimenticato e amica di sempre

A livello di fantasia, invece, qual è la prima cosa che vorresti fortissimamente fare? Cosa ti è mancato di più, durante questa interminabile clausura?              

Vorrei abbracciare chiunque, a diversi livelli a seconda dell’attrazione fisica! A parte questo, una cosa che vorrei fare tantissimo coinciderebbe con due desideri, non con uno solo: prendere l’aereo, andare in Giamaica e abbracciare Grace (Jones, ndr.), che da lontano mi è stata molto vicina così come io sono stato molto vicino a lei. Ho un grande desiderio di viaggiare, di ritrovare i miei amici sparsi in tutto il mondo, ma in particolare di rivedere la mia amica di sempre che è Grace. L’ idea di riuscire a raggiungerla, anzi, mi ispira anche qualcosa di più di un abbraccio! E poi c’è un’ altra cosa, naturalmente: vorrei tanto ritornare nella mia Venezia! Vorrei riuscire a vederla così surreale, così meravigliosamente e drammaticamente surreale. Mi catapulterei nel mio delizioso boudoir, Ca’ Pier, dove c’è un giardino segreto sicuramente fiorito e un pianoforte da suonare fino allo sfinimento…Molte città (compresa Milano), in questo silenzio e nell’ essere così vuote, hanno recuperato una purezza nella loro bellezza.

 

Il libro (freschissimo di stampa) “Caffè Voltaire”…

…e la sua autrice: la scrittrice, giornalista e conduttrice Laura Campiglio

In questi due mesi, comunque, mi giunge voce che tu non sia rimasto con le mani in mano…

Con Flavia abbiamo dato il via a una bellissima iniziativa. Avendo tanto tempo a nostra disposizione, abbiamo fatto questa considerazione anche per il fatto che sono soprattutto io, tra i due, quello che esce a fare la spesa e deve quindi indossare la mascherina chirurgica. Funzionale, per carità, ma brutta! Siccome il senso dell’estetica in noi è potente, sono nati degli input anche da fuori: perché Flavia Cavalcanti, così brava, non si inventa delle mascherine belle, particolari? Tra l’altro, non dimentichiamo che le mascherine dovremo indossarle ancora per un bel po’. Non solo, ormai saranno obbligatorie. Così abbiamo creato una nostra linea. Non sono un presidio medico ma abbiamo fatto in modo che una tasca interna possa far passare dei filtri migliori, chirurgici e via dicendo, però diciamo che dal punto di vista del droplet sono funzionali. Sono molto belle, realizzate con dei meravigliosi tessuti a fantasia, applicazioni speciali…Alcune sono più di largo consumo, ma sempre fashion, altre sono pezzi in edizione limitata ed altre ancora pezzi unici che ci hanno già richiesto alcuni VIP. Vengono usati materiali preziosi quali cristalli Swarovski, perle coltivate, paillettes, strass, ricami fatti a mano e pietre dure… E’ stata un’idea straordinaria! Flavia e un suo collaboratore stanno procedendo nella produzione, io intervengo con un mio tocco creativo (mi è sempre piaciuta la moda, quindi ci metto anch’io del mio) per cui ci sarà anche una limited edition a me dedicata…Siamo molto felici! Accettiamo ordini piccoli o singoli e verrà presto creato un sito apposito. Potete ricevere informazioni, dettagli e ordinarle via e-mail (flassymask@gmail.com), acquistarle on line e farvele consegnare a casa, non c’è nessun problema. Nel frattempo, abbiamo già battezzato la nostre creazioni: si chiamano Flassy Mask, l’ acronimo dei nomi dei due creatori Flavia Cavalcanti e Vassy Longhi – un giovane hair stylist e makeup artist (già consulente per Dolce & Gabbana e altri brand di prestigio) che ha collaborato con Flavia ai costumi teatrali del musical “Pinocchio”. L’idea è piaciuta moltissimo e svariati cantanti, attori, attrici e soubrette sono pronti ad acquistarle. Riassumendo, le nostre mascherine sono di tre tipi: alcune sfoggiano stampe animalier, tessuti pregiati e di marca (Cavalli, Philipp Plein e altri… è una serie riprodotta, anche se in un numero limitatissimo). Altre sono tutte fatte a mano e adornate con delle belle applicazioni, altre ancora sono dei preziosi pezzi unici. La nostra è un po’un’ ”Haute Couture” della mascherina! Quando il dramma del Coronavirus sarà finito, secondo me, la mascherina diventerà un feticcio ricordo con cui farsi immortalare. L’emblema di questo momento storico. Quindi averlo bello, averlo griffato Flassy sarebbe un bel cimelio da lasciare alle prossime generazioni. Non è da trascurare!

 

Flavia Cavalcanti e Vassy Longhi con le Flassy Mask

 

Alcuni esemplari di Flassy Mask, mascherine ultrafashion

Hai esordito con una live su Facebook la sera del lunedì di Pasqua. E’ stata, non c’è bisogno di dirlo, apprezzatissima: l’affetto dei fan nei tuoi confronti si percepiva a pelle. Come hai vissuto quel debutto virtuale?

Mentre la giravo ero un po’ imbarazzato. Ho dovuto far forza su me stesso, ma ciò era anche dovuto al fatto che durante la diretta stavo cercando di capire come funzionasse la parte tecnica. Poi, però, mi sono sentito sempre più a mio agio e mi sono lasciato andare. Ho parlato a ruota libera di quello che provavo, messo e descritto la musica che ho scelto al momento, incastonata perfettamente in quell’occasione: proprio come una colonna sonora dei miei sentimenti. E’ per questo che la chiamo “musica emozionale”. Mi è piaciuto, esibirmi in una live. Non riuscivo a capire quanta gente mi stesse seguendo, non capisco una mazza di quella roba lì, però vedevo parecchi commenti il che mi incoraggiava…Sono riuscito ad arrivare indenne alla fine. Successivamente, altri artisti mi hanno proposto di fare delle live insieme e i primi a cui ho detto di sì sono stati i Datura e Rexanthony: sabato 25 Aprile, infatti, ci siamo riuniti virtualmente per una diretta ispirata alla trasmissione che avevamo su M2O, “Rememo”, di musica e di interventi vocali. Il pubblico ha potuto seguirci sia su Facebook che su Instagram. Un’ altra live che ho in programma mi vedrà con Francesca Faggella, lei da Palma di Maiorca e io da Milano, dove riproporremo la New Disco con un intervento “Gloss’n’Glitter”. Cerchiamo di mantenere vivo l’interesse sulle cose belle che facciamo e queste live possono essere degli spot, ma non diventeranno la mia forma alternativa di esibirmi. Io ho bisogno di esibirmi davanti a un pubblico, folto o esiguo che sia.

 

 

Due Flassy Mask della special edition “Principe Maurice”: preziose, notturne e vagamente esoteriche (soprattutto il modello che vedete qui sopra)

Quindi, riguardo alle live, non si può parlare di un vero e proprio progetto che ti manterrà connesso con i tuoi ammiratori…

No. Non è un progetto vero e proprio: lo farò soltanto quando avrò gli inviti simpatici e adeguati. O il desiderio di apparire, perché ogni tanto apparire è anche un’esigenza. Però non diventerà un appuntamento fisso. Me l’hanno chiesto in molti, ma non lo diventerà perché non è nelle mie corde. Potrebbe saturarmi. Di tanto in tanto mi farò vivo molto volentieri, magari anche in compagnia di artisti con cui collaboro, però sempre con la speranza di ricominciare presto ad esibirmi. Sto pensando ad un’ ironica diretta con ospiti qualificati per affrontare l’argomento “sesso” in quarantena: “Fallo a casa (se non hai un congiunto)”, sfruttando il palese doppio senso (ahahahah!) e ispirandomi al personaggio della sessuologa della mitica Anna Marchesini!

 

Alcuni screenshot della live del 25 Aprile con i Datura e Rexanthony

Il futuro dei lavoratori dello spettacolo dopo il lockdown, purtroppo, è ancora nebuloso: gli assembramenti dovuti a serate e concerti rendono difficile una riapertura dei locali a breve. Molti artisti hanno lanciato appelli al Governo, suggerimenti per ovviare allo stand by (penso al teatro in TV di Monica Guerritore). Hai elaborato anche tu una proposta che vorresti divulgare?

Intanto è scandaloso che i lavoratori del mondo dell’entertainment non siano mai stati mai nemmeno citati. Parlo di dj, vocalist, perfomer, ballerini, tecnici vari, camerieri, baristi, manutentori…di tutta quella popolazione che mantiene le famiglie con questo tipo di lavoro nei club della notte. Non sono stati mai menzionati e non è stato pensato alcunchè per quanto riguarda la loro ripartenza. Noi siamo stati i primi ad essere chiusi, saremo sicuramente gli ultimi a riaprire, ma non c’è alcuna forma di sostegno per le famiglie che vivono dei proventi del nostro settore. Penso, che so, anche agli addetti alla sicurezza, alle donne delle pulizie, a chiunque…Tutte persone che con il loro reddito contribuivano al ménage familiare. Nei loro confronti, al momento, non c’è in programma una tutela ufficiale. Ora il sindacato (Silb) sta cercando di muoversi, si stanno organizzando delle raccolte di firme, però la cosa scandalosa è che da parte del Governo o del Ministero non esiste la minima attenzione nei nostri confronti. Ma che a loro piaccia o meno, noi esistiamo. Non ci sembra giusto sentirci dei paria! Io mi occupo anche di altre cose, per carità, però l’industria degli eventi in toto – anche solo i matrimoni, per dire, piuttosto che i congressi aziendali o celebrazioni varie- non è stata mai presa in considerazione. Lo trovo inquietante. Non possiamo fare degli eventi in streaming! La Guerritore è un’attrice, peraltro bravissima, ma io non è che potrei mettermi a recitare con una telecamera davanti. Il mio tipo di lavoro non potrà essere realizzato se non quando ci sarà la possibilità di riunirsi di nuovo. E non c’è alcun accenno a tutto questo, sotto nessun punto di vista. C’è solo il divieto. Però il divieto significa anche che non si lavora, non si guadagna, in certi casi non si mangia! Io ringrazio il cielo, la mia situazione non è così drammatica, ma è una tragedia che stanno sperimentando in molti. L’ industria del divertimento ha un suo valore, e non è un valore così relativo. Ha un suo fatturato, tasse pagate, stipendi, tutto l’indotto che vive intorno…Pensa, che so, alla Riviera Romagnola. Per quanto mi riguarda, investirò sicuramente nel dinner show. Non esiste alternativa alla discoteca, la discoteca non può essere fatta in altro modo se non quello di ballare insieme. Il problema è anche quello di riaprire in maniera economicamente conforme, e con poca gente non si può. Non so neanche se alcuni ristoranti riusciranno a essere di nuovo attivi, perché se un locale da 60 coperti ne può contenere 10 non ce la fa a pagare neppure le spese. Mi chiedo: esistono enti statali appositi, perchè non vengono consultati? Ad esempio c’è il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia del Lavoro), che da sempre dovrebbe essere di sostegno in caso di necessità perché è composto da operatori del mondo dell’industria, dell’economia, del commercio, eccetera…però non è stato consultato. Invece hanno istituito questo “Comitatone” di esperti (?) che ci sta di fatto governando, perché se il Governo pende dalle loro labbra lo facciamo anche noi. Ma si può sapere chi sono questi signori? Che competenze hanno, che esperienze hanno, soprattutto, della vita reale?  Con l’Europa, poi, dovremmo essere tutti uniti: secondo me qui o diventiamo Stati Uniti d’Europa o l’Europa si sfascia, e sarebbe un peccato perché a me piacerebbe l’idea di un’unione salda e reale. L’ unico neo che ho notato all’ interno del mondo della notte è che, purtroppo, non siamo coesi. Ognuno pensa alle proprie iniziative. Invece, siccome l’unione fa la forza, dovremmo farci sentire tutti insieme. Bisogna trovare un modo per far valere i nostri diritti, anche quelli di semplici cittadini che lavorano. Ci stiamo ragionando, purtroppo ne avremo di tempo per ragionare! Però, per far fronte all’ emergenza, auspico che proprio dal punto di vista sociale e politico si prenda atto che esistono anche delle figure professionali che in questo momento sono ferme e lo saranno per molto più tempo degli altri: sono una forza lavoro che va aiutata con un sostegno monetario immediato.

 

 

Nel video, il Principe al pianoforte nel suo boudoir veneziano “Ca’ Pier” e (di seguito) uno scatto dello stesso

Lo stile di vita che ci aspetta non sarà più quello di prima. Come cambierà in meglio e come in peggio, a tuo parere?

Di positivo direi che ci sarà che avremo voglia di fare. Anche chi si era un po’ assopito, adesso, vuoi per necessità o per il fatto di essere obbligato a non far niente, avrà voglia di ricominciare in qualche modo. Sarà sicuramente tutto molto diverso, ancora molto frustrante…In ogni caso darà un’apertura alla speranza il fatto di poter ricominciare a scendere per le strade (sempre con le dovute precauzioni, per carità), poter andare al ristorante o anche solo a lavorare, per dire. Farà ricominciare ad apprezzare quel poco o quel tanto che ognuno di noi aveva. Di certo aumenteranno la coscienza, l’apprezzamento nei confronti di ciò che consideravamo routine o normalità, che davamo per scontato. Però il percorso per tornare a una normalità “vera” sarà ancora lungo e difficile. Probabilmente il fatto di essere isolati, con molto tempo a disposizione, ha aguzzato l’ingegno di chi è propositivo per natura. Penso che potrebbero esserci dei cambiamenti positivi e belli anche per quanto riguarda la gestione dell’ecologia, ma la cosa più inquietante sarà che molte famiglie faranno fatica a mettere insieme persino i pasti giornalieri. La crisi economica è paragonabile a quella di una guerra. E’ di fondamentale importanza, adesso, nell’urgenza, che vengano dati immediatamente degli aiuti a fondo perduto a chi deve pagare l’affitto, le bollette…L’unico modo che vedo possibile sarebbe poter avere a disposizione dei finanziamenti – a fondo perduto, ribadisco –  erogati dalla Comunità Europea, proprio come se fosse scoppiata una guerra mondiale. Con il Piano Marshall, dopotutto, noi non abbiamo dovuto restituire i soldi all’ America quando ce li ha dati per ricostruire. Quel che è certo è che il mondo non sarà più quello di prima. Sotto alcuni punti di vista, soprattutto quello filosofico, sarà migliore: ritroveremo una coscienza oltre che individuale anche comune. Per quanto riguarda l’edonismo e tutto il resto, invece, sarà peggiore perché non saremo più in grado di riavere il nostro stile di vita. Però, dato che si è resettato tutto, si può creare qualcosa di nuovo se ce ne danno la possibilità materiale. Potrebbe venirne fuori una nuova società, una forma nuova di fruire tutto: le bellezze naturali, le bellezze artistiche, musicali…anche il divertimento, che magari sarà molto più intenso, intelligente e di qualità. Ci sarà meno massificazione, forse è così che dev’ essere. Quello che mi auguro è che questa pausa, questo poter tanto riflettere, possa creare dei nuovi fermenti. Sto cercando anch’io di capire come e quando “rinascere” in maniera inedita e interessante…Il primo passo sarà quello di inserire il mio personaggio nell’ambito delle cene spettacolo, quindi dell’intrattenimento durante il pasto. Per il momento, sarà l’unico modo: le strutture di ristorazione che hanno spazio e capienza a sufficienza hanno anche la possibilità di rendere la cena un’occasione non più soltanto conviviale, ma anche in cui ricominciare a fruire di spettacoli speciali, artistici, ben curati, divertenti, leggeri e pregni al tempo stesso. Come quelli che io avevo già iniziato a fare. Questo è il primo modo di esibirmi che vedo realizzabile. Esistono strutture ben dotate e organizzate dove, se la gente vorrà recepire questo nuovo inizio, il dinner show potrebbe avere un buon successo. Immagino che non sia possibile ballare, però se mentre ceni sei circondato da pochi artisti sul palco, qual è il problema? Non potremmo certo esibirci in mascherina, o magari sì se fosse una Flassy Mask! La maschera, dopotutto, appartiene al teatro: stavolta, invece di metterla sugli occhi la metteremmo sulla bocca!

 

Flavia Cavalcanti immortalata durante la creazione di una Flassy Mask

Il Principe con una Flassy Mask dalle suggestioni neon

Vorrei concludere con un tuo messaggio per i fan del mondo della notte, che vedono avvicinarsi un’estate tristemente priva dei loro templi. Cosa diresti per rinvigorire l’animo di tutti quei giovani che amano tirare l’alba a suon di musica o – nel caso del tuo pubblico – al potente ritmo della techno?

Se si potrà uscire sarebbe bello che magari andassero in luoghi anche isolati o particolari, dove ci sono dei bei paesaggi, ad aspettare l’alba (soli o con pochi amici più intimi) o a godere del tramonto mettendo in macchina le cassette, i cd o le chiavette con la musica che amano di più. La ascolteranno chiudendo gli occhi e lasciandosi andare ai loro balli, tornando con la mente ai momenti in cui sono state registrate quelle performance. Per ora, bisogna avere pazienza. Da parte nostra stiamo cercando di fare il possibile perché si possa di nuovo riuscire a stare insieme, ma non dipende da noi. Siamo tutti in sospeso e dobbiamo muoverci in base a come si svilupperà la situazione. Però vorrei dire ai giovani: non rinunciate mai alle vostre passioni, fanno parte del vostro DNA…Non rinunciate alle vostre passioni perché in questo modo tenete vivi anche noi che siamo pronti, prontissimi – appena si potrà – a ritrovarvi e ad amarvi come sempre per essere riamati. Quando sarà possibile uscire, visto che in molti avete un’automobile con un bell’ impianto stereo, raggiungete una spiaggia deserta, un posto ameno. Godete della bellezza della natura, che in questo periodo ha potuto riprendere fiato visto che non l’abbiamo più deturpata né inquinata. Oppure ecco, potreste organizzare dei silent party con le cuffie: magari vi ritrovereste, sempre nel rispetto delle distanze, ascoltando la stessa musica. Perché anche il discorso dell’inquinamento acustico può dar fastidio, quantomeno ai vicini non affini… E questa estate, nel caso non potessimo uscire dalle nostre regioni di residenza, noi italiani siamo talmente fortunati da avere ovunque un patrimonio meraviglioso di cui godere. In ogni regione, in ogni città, anche nel più piccolo borgo esistono delle ricchezze indescrivibili. Quindi vi raccomando di andare alla scoperta della nostra bellezza, del nostro valore, e ve lo dico forte e chiaro: italiani, riscoprite l’Italia, perché è il posto più bello del mondo! Credo che non ci mancherà niente. La nostra estate non sarà un adattarsi ma un riscoprire, un ricominciare ad amare la nostra straordinaria terra.

 

 

Altre due immagini del boudoir del Principe a Venezia

“Andrà tutto bene”…e se indosserete una Flassy Mask, ancora meglio!

 

 

Photos courtesy of Maurizio Agosti