Buona Pasqua

 

Buona Pasqua ai miei amici più “piccoli”
ed ai miei amici più “grandi”.
Buona Pasqua a chi la pensa come me,
ma soprattutto a chi la pensa diversamente da me
perché solo così mi ha dato la possibilità di crescere.
Buona Pasqua a chi è solo,
a tutti coloro che hanno la gioia di una famiglia accanto.
Buona Pasqua ad ognuno di noi
perché l’amore e la serenità dimorino nei nostri cuori.

(Stephen Littleword)

 

 

Foto: Elizabeth Meyers via Unsplash

Le Frasi

 

 

” Per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano a illuminare un fiore nascosto di struggente bellezza. “

(Frida Kahlo)

 

La colazione di oggi: a San Valentino, il cupcake è il dolcetto perfetto

 

Febbraio non è certo un mese che difetta di dolci tipici: a quelli “carnascialeschi” come le castagnole, le frappe, le frittelle, le chiacchiere, le zeppole, la cicerchiata, si affiancano le prelibatezze di San Valentino. Non si tratta di dessert tradizionali o ben precisi, poichè spaziano dai biscotti alle torte a forma di cuore. La colazione di oggi è un’ anticipazione del mood che, ogni 14 Febbraio, coniuga l’amore con le delizie di pasticceria; ma quale dolce scegliere, tra i tanti proposti a San Valentino? I cupcakes mi sembrano perfetti: sono autentiche minitorte, e le guarnizioni che li adornano li tramutano in piccoli capolavori artistici. Il loro punto di forza è la glassatura, detta “frosting”, che viene impreziosita dalle forme, dai colori, dagli elementi più disparati.  In questo articolo, quindi, non mi soffermerò tanto sui benefici dei cupcakes quanto sulla storia e sulle curiosità relative ai dolcetti che gli inglesi e gli irlandesi sono soliti chiamare “fairy cake”, “torte di fata”. Il che è tutto dire…

 

 

Le radici dei cupcakes affondano in terra statunitense, e sono radici antiche. Il termine “cupcake” appare per la prima volta nel 1826, ma il libro “American Cookery” di Amelia Simmons riporta la ricetta di uno speciale dolce cotto in tazza (da qui il nome “cupcake”) già nel 1796. E’ più o meno a quell’ epoca che i cupcakes fanno la loro comparsa. L’ origine del nome si basa su una doppia teoria: non esistendo ancora gli stampini, è probabile che i dolci si lasciassero cuocere in una tazza (“cup”) o in delle scodelle apposite. La seconda teoria prevede invece che la tazza fosse un’ unità di misura per gli ingredienti indicati nella ricetta. La prima ipotesi, tuttavia, appare più credibile. Le piccole dimensioni del dolce e la cottura nelle tazze di coccio, infatti, comportavano dei tempi di cottura velocissimi e permettevano di preparare cupcakes in quantità con il minimo sforzo. A proposito di preparazione, quella del cupcake è molto semplice: la glassatura o “frosting”, la farcitura e la decorazione sono i cardini della sua ricetta. La decorazione, senza dubbio, rappresenta lo step più creativo del processo di realizzazione. Si effettua sulla glassa, essa stessa un prezioso elemento ornamentale: di solito è coloratissima e sfoggia innumerevoli forme e aromi. Le decorazioni spaziano dalla tradizionale ciliegia agli ornamenti in pasta da zucchero, che viene plasmata nelle fogge più disparate: fiori, unicorni, arcobaleni, stelle, fiocchi di neve…e dato che il cupcake è ampiamente servito in occasione delle ricorrenze, abbondano l’ iconografia natalizia, pasquale, halloweeniana e via dicendo.

 

 

Perfettamente glassato e decorato, il cupcake è pronto per essere presentato nel suo pirottino di carta pieghettata. A San Valentino potrete sbizzarrirvi ornandolo con un tripudio di rose e cuori in pasta di zucchero; ho anche notato cupcakes bellissimi su cui troneggiano la scritta “Love”, “I love you” o la più nostrana “Ti amo”. Un assoluto must è il colore, rigorosamente vibrante per potenziare l’ impatto visivo. Il frosting perfetto, invece, viene ottenuto con un mix di mascarpone, panna e zucchero a velo. Dopo averlo realizzato, si passa alla colorazione e all’ aromatizzazione; non esistono limiti alla fantasia, l’ importante è che la glassatura sia profumata e catturi cromaticamente. La diffusione commerciale del cupcake risale al primo dopoguerra. Con il passar del tempo, questo dolcetto ha cominciato ad andare a ruba nelle pasticcerie e sono state aperte addirittura delle “bakeries”, negozi che vendono eclusivamente cupcakes: lì, le golose minitorte diventano opere d’arte vere e proprie. Per iniziare – ma anche concludere – il giorno di San Valentino, gustare dei cupcakes è imprescindibile. Garantisce un alto tasso di dolcezza 24 ore su 24!

 

 

Il Profumo

 

” Voleva essere il dio onnipotente del profumo, così come lo era stato nella sua fantasia, ma ora nel mondo reale e regnando su uomini reali. E sapeva che ciò era in suo potere. Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’ orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. Poiché il profumo era fratello del respiro. Con esso penetrava negli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore, e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l’ amore dall’ odio. Colui che dominava gli odori, dominava i cuori degli uomini. “

 

Patrick Suskind, da “Il Profumo “

 

 

 

 

 

“To my Valentine”, il rito più romantico di San Valentino

 

La parata di vintage card che VALIUM ha pubblicato a Natale (clicca qui per rivederla), merita un sequel in occasione di San Valentino. Eh già: la tradizione tutta anglosassone delle “Valentine” annovera card magnifiche, davvero troppo belle per essere trascurate. Inviarne una all’ amato (o all’ amata) rappresenta tuttora un must del San Valentino negli USA e nel Regno Unito. Ma com’è nata questa usanza? Pare che abbia origini antichissime, addirittura risalenti alla Guerra dei Cent’Anni. Si dice che nel 1415, dopo la battaglia di Azincourt, Charles d’Orléans inviò un romanticissimo biglietto alla consorte mentre era prigioniero nella Torre di Londra. Oggi, quella cartolina viene considerata il prototipo delle Valentine ed è stata addirittura esposta al British Museum. Il duca d’ Orléans introdusse inconsapevolmente un rito che ha attraversato i secoli con il suo alone di profonda poesia. Le cartoline di San Valentino, nel 1500, erano ormai una tradizione consolidata, ma fu durante l’ epoca vittoriana che conobbero un vero e proprio boom.

 

 

In quel periodo in Inghilterra fu introdotto il Penny Post, una spedizione al costo di un Penny per l’ invio della corrispondenza. La nuova tariffa, decisamente economica, incrementò l’ usanza degli Auguri del 14 Febbraio in modo esponenziale. La grafica delle cartoline divenne sempre più ricca: carta intagliata a effetto pizzo, fotografie ritoccate, rebus e acrostici proliferavano, alternando la tenerezza agli enigmi incentrati sul nome della persona amata. Ad essere raffigurati erano soprattutto Cupido e dolci angioletti affiancati da fiori, cuori, colombe, ghirlande floreali….tutti rispondenti a un simbolismo ben preciso. Gli angeli fungono da trait d’union con il divino, mentre il linguaggio dei fiori lancia messaggi inequivocabili. La colomba è un emblema di amore puro, impersonato anche dai bambini frequentemente riprodotti sulle card. E se la rosa rossa  rappresenta la passione, è tutto fuorchè carnale il sentimento che celebrano le cartoline. La ricorrenza di San Valentino viene associata all’ amore autentico, eterno: la freccia di Cupido punta dritta al cuore e lo fa suo per sempre.

 

 

Negli Stati Uniti le Valentine si diffusero intorno al 1800, e con l’artista Esther Howland raggiunsero l’apice dell’ estro illustrativo: le card che creava erano adornate di nastri, di merletti, non di rado anche di foglie e petali. Alla raffinatezza delle sue opere si contrapponevano elaborati esemplari che spaziavano tra il pop up e il 3D. Nei primi anni del ‘900, la Norcross si impose come azienda leader nella produzione di Valentine, un dato indicativo ai fini di rilevare quanto fosse radicata questa tradizione. Attualmente, come ben sappiamo, gli auguri di San Valentino vengono inviati soprattutto via smartphone, con le app di messaggistica. Il che mi ispira una considerazione: dovremmo ripristinare il rito delle Valentine. E’ di gran lunga più poetico, ma non solo. Oltre che le coppie, di questo “ritorno al cartaceo” potranno beneficiare i single. Che cosa c’è di più romantico, infatti, che rivelare i nostri sentimenti per iscritto – e tramite un gesto vagamente d’antan – a chi vorremmo come partner? Se siamo sulla stessa lunghezza d’onda, il prossimo San Valentino lo passeremo in coppia. Garantito!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una Valentine di Esther Howland

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto, dal basso verso l’alto.

N. 2 via Joe Haupt from Flickr, CC BY 2.0

N. 18 via Joe Haupt from Flickr, CC BY-SA 2.0

N.5  via Dave from Flickr, CC BY-ND 2.0

N. 17  via Peter -J – Pann from Flickr, CC BY 2.0

N. 11 via National Library of Norway [No restrictions]

N. 13 via Dave from Flickr, CC BY-ND 2.0

N. 12 via Peter-J-Pann from Flickr, CC BY 2.0

 

 

Agatha Ruiz de la Prada e Cosima Ramirez, lo stile come un surreale sogno in technicolor

 

Un’ esplosione rutilante di cuori, stelle, fiori, bonbon e bocche “daliniane” si tinge di cromie vibranti e di nuance pastello più soavi, ma altrettanto magiche: predominano il fucsia, il rosso, il turchese, il giallo, l’ arancio, alternati a squarci di verde mela, rosa e lilla non di rado metallizzati. L’ universo di Agatha Ruiz de la Prada è inconfondibile, ma ci stupisce puntualmente con la sua eccentrica giocosità. La collezione Primavera/Estate 2019 della stilista madrilena non sfugge alla regola, trascinandoci in un tornado di gioia di vivere: look che si declinano nelle incredibili forme citate a inizio articolo – non ultima, la sfera che ricorda quella tenuta in equilibrio dalle foche, nei circhi – anzichè mettere il corpo in secondo piano, lo esaltano tramite volumi inediti e sbalorditivi. Top convertiti in enormi caramelle, abiti come birilli, stelle al posto della gonna sembrano usciti da un surreale sogno in technicolor, dove persino i fuseax sfoggiano una palette vivida ed i cuori, che celano le labbra a mò di maschera, vanno a sostituirsi al lipstick in total red.

 

Cosima Ramirez e Agatha Ruiz de la Prada

Di questo pianeta onirico non poteva non far parte Cosima, la ventinovenne secondogenita di Agatha Ruiz de la Prada, che per il fashion show ha proposto le sue Zapatillas Cosmicas (VALIUM ne aveva già parlato qui) in un tripudio di policrome versioni: le chunky sneakers dalla vertiginosa zeppa sono ora in vendita nella boutique on line di ES Fascinante, il sito che vanta i brand più esclusivi e autentici del “Made in Spain”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Photo courtesy of Dream of Beach Night Madrid

 

 

“Tied Up in Knits”: Pier Fioraso e il suo editoriale per Vanity Teen

 

Un mood giocoso e rilassato, un modello dalle forme plastiche su uno sfondo “pulito”, grafico e netto che il total white rende quasi abbagliante. Ma a risaltare su tutto è il knitwear, un tripudio di maglioni che coniugano perfettamente le atmosfere playful ed uno stile che sembra fatto apposta per assaporarle. A una palette che esalta il blu Klein, il grigio e il nero si abbinano pattern geometrici a righe o a stelle stilizzate; non mancano i decori tipici del “giardiniere alchimista” di Gucci nè cuori ed ancore simili a tatuaggi “Old School”. Il focus a 360° sui maglioni è favorito anche dal fatto che il modello, oltre a loro, non indossa altro. Artefice del  brillante escamotage è Pier Fioraso, designer di Emilio Cavallini convertito in stylist e direttore creativo per un editoriale che si avvale degli scatti di  Ira Giorgetti. Il photo-shoot, destinato alla versione on line di Vanity Teen (guarda qui la sua versione integrale), vede protagonista Michele Pezzoni ed offre una panoramica sulle ultime tendenze knitwear tratte dalle collezioni AI 2017/18 di griffe del calibro di Gucci, Valentino, Saint Laurent e Givenchy: un quartetto d’eccezione che Pier Fioraso riunisce  in vero e proprio tributo all’ insegna dello stile.

 

 

 

 

 

 

 

CREDITS

Styling and Direction: Pier Fioraso

Photos: Ira Giorgetti

Model: Michele Pezzoni (Urban Models)

Hair & Make Up: Luigi Morino

All looks available at Luisa Via Roma

 

Love Yourself: il San Valentino di Schield

“Amare se stessi è l’ inizio di un idillio che dura tutta la vita.”, disse Oscar Wilde. E a ragione: con chi altri, se non con noi stessi, trascorriamo ogni più piccolo istante della nostra vita? Ma poi arriva San Valentino e puntualmente, in un tripudio di cuori e cene a lume di candela, dissolve questa teoria come neve al sole. Il 14 Febbraio ci ricorda che “coppia è bello”, è l’ inno ad un romanticismo da vivere rigorosamente in due. La festa degli innamorati celebra la condivisione, il sentimento corrisposto, il “two is better than one” per eccellenza. Quale prospettiva, per i single, in quella fatidica data? Ci ha pensato il noto brand di luxury jewels Schield a trovare una soluzione: nella advertising campaign a metà tra il glam e l’ ironico, il sempre irriverente Diego Diaz Marin ci invita a vivere San Valentino a prescindere dal nostro essere – o meno – in coppia. Perchè precludersi regali e coccole solo perchè in quel momento non si ha un partner? Soprattutto, se i regali sono rappresentati da una Valentine collection composta da anelli, collier e bracciali che affiancano elementi sailor e scintillìo Swarovski in un  delizioso mix.

E’ infatti un’ ancora incastonata in un cuore il prezioso leitmotiv della collezione creata da Roberto Ferlito: in pendant con un design dalla raffinatezza essenziale, esalta il total gold della lavorazione in un trionfo heart-shaped di Swarovski ricco di bagliori. Il rosso, l’ azzurro e il bianco sono i colori in cui viene declinata ogni parure. Ad esaltare questa triade sono i cuori, sfavillanti protagonisti di una linea che al mood romantico abbina una giocosità calibrata con armonia perfetta.

Grazie a Schield, San Valentino si tramuta da “festa degli innamorati” in “festa dell’ amore”: un concetto che riconduce, dunque, all’ assioma di Wilde. Perchè amare se stesse e fare un regalo a se stesse sono un tutt’uno, oltre che un meraviglioso tributo all’ autostima.

Photo by Diego Diaz Marin – Courtesy of Schield