La colazione di oggi: le ciliegie, dalla mitologia al gusto

 

In Primavera, i suoi fiori ci lasciano senza fiato: fitti e vaporosi, si addensano in nuvole candide o tinte di un rosa delicato. Il ciliegio, non a caso, è uno degli alberi più venerati, leggendari ed emblematici sin dalla notte dei tempi. Quando il fiore diventa frutto, poi, ci attrae con la sua forma sferica color rosso fuoco, con la sua consistenza polposa e con un gusto dolcissimo. Se amate le ciliegie, e adorate degustarle anche a colazione, il post che state leggendo fa al caso vostro: scopriremo quali sono i loro benefici e qual è il ruolo che rivestono in diverse tradizioni mitologiche. Esiste un proverbio che recita: “una ciliegia tira l’altra”. Non potrebbe essere più azzeccato! Questi frutti solleticano il palato in modo tale che smettere di piluccarli sembra impossibile. Oltre ad essere deliziose, le ciliegie sono altamente salutari: abbondano di nutrienti, di vitamina C (quindi rinforzano il sistema immunitario e si rivelano un toccasana per la pelle), contengono grandi quantità di potassio (svolgendo un effetto salutare per l’ apparato muscolare, il sistema nervoso e la pressione arteriosa) e un buon numero di antiossidanti (dalle potenti virtù antietà ed antinfiammatorie). Grazie all’ azione combinata degli antiossidanti e del potassio, inoltre, contribuiscono a scongiurare le patologie cardiache. Ma le proprietà delle ciliegie ci accompagnano persino nel mondo dei sogni: ottimizzando la quantità di melatonina, infatti, favoriscono un sonno regolare e rigenerante. Ah, dimenticavo…sono povere di calorie, se ne contano solo 38 ogni 100 grammi. Per cui, via libera alle scorpacciate anche in vista della prova costume!

 

 

Grazie alla sua bontà e alle sue doti, il succoso frutto del ciliegio viene utilizzato per la preparazione di innumerevoli drink e alimenti. Per fare solo alcuni esempi: lo cherry, il maraschino, lo yogurt, la marmellata, moltissimi tipi di torte (come la crostata e la golosissima “cherry pie”) e di dessert (dai cupcakes ai croissants, passando per i cheesecakes) si avvalgono delle ciliegie sia sotto forma di ingredienti che di guarnizioni. Riguardo ai miti e alle curiosità che le riguardano, potremmo dire che sono incalcolabili almeno quanto il loro impiego culinario. Il nome “ciliegia” deriva innanzitutto dal greco “kérasos”, differenziatosi successivamente nei termini “cerasa” (in italiano), “cereza” (in spagnolo), “cherry” (in inglese) e “cerise” (in francese). Per i Greci, il ciliegio era la pianta sacra di Venere ed i suoi frutti risultavano di buon auspicio per le coppie di innamorati. Anche in Sicilia si rinviene il tema della fortuna; pare che dichiararsi sotto le fronde di un ciliegio fosse altamente beneaugurante. Secondo alcune antiche leggende Sassoni, in effetti, i tronchi dei ciliegi erano abitati da creature divine dedite alla salvaguardia dei campi. Presso altri popoli, tuttavia, alla ciliegia viene associata una valenza completamente opposta: nel folklore finlandese rappresentava un frutto peccaminoso a causa della sua nuance di rosso, mentre si narra che gli inglesi considerassero foriero di mala sorte un ciliegio visto in sogno. In Oriente, al contrario, il ciliegio assume connotazioni di meraviglia e di estrema bellezza. Se in Giappone il suo fiore è diventato addirittura un emblema nazionale, omaggiato con il rito dell’ “Hanami” (rileggi qui l’articolo che VALIUM gli ha dedicato) nel periodo dello sboccio, la Cina lo equipara alla sensualità della donna ed alla sua beltà.

 

 

 

 

La colazione di oggi: il tempo delle fragole

 

Ricordate “Il tempo delle mele”, la pellicola che lanciò Sophie Marceau? Bene: parafrasando quel titolo, Aprile potrebbe essere definito “il tempo delle fragole”. E’ in questo periodo, infatti, che il “falso frutto” più goloso della Primavera matura al punto giusto. “Falso frutto” perchè si origina da un fiore con molteplici pistilli; ognuno di essi dà vita agli acheni, i semini sparsi sulla superficie della fragola. Sono gli acheni i frutti veri e propri, mentre la parte rossa e succosa che tanto ci attira non è che il ricettacolo del fiore. Ciò che conta, comunque, è che a livello nutrizionale la fragola possieda tutti i requisiti per essere definita “frutto” a pieno titolo. Anche il suo aspetto è altamente invogliante: rutilante, polposa e soffice, la protagonista della nostra colazione di oggi sprigiona delizia al solo sguardo. Sfido chiunque a non aver desiderato di comprare un cestino di fragole quando il fruttivendolo comincia a metterle in mostra! Se le acquistasse farebbe benissimo, perchè la Fragaria vesca (questo il suo nome botanico) è iper versatile e salutare.

 

 

Con le fragole si possono decorare dolci e dessert, preparare marmellate, sciroppi, macedonie…Come gusto di gelato o dello yogurt sono richiestissime. Ma anche assaporate da sole, con zucchero e limone, in una coppetta, risultano squisite. Andiamo a scoprire le loro proprietà e i loro benefici: c’è da dire, innanzitutto, che vantano un gran numero di elementi nutritivi. Minerali quali il calcio, il potassio e il magnesio, insieme alla vitamina C e ai flavonoidi, compongono un connubio dalle plurime virtù. Non è un caso che l’ USDA (United States Department of Agriculture) abbia collocato le fragole al top della classifica degli alimenti antietà proprio per l’ alto contenuto di antiossidanti. Oltre a ritardare l’ invecchiamento, la Fragaria vesca favorisce la perdita di peso. Gli antiossidanti di cui è ricca, infatti, stimolano il rilascio dell’ ormone adiponectina che a sua volta accelera il metabolismo e tiene a bada l’ appetito. Questo succosissimo “frutto/non frutto”, inoltre, ha la capacità di equilibrare il livello di glucosio nel sangue contrastando l’ insorgenza del diabete. Ma non finisce qui. Un regolare consumo di fragole incentiva l’ eliminazione di scorie e tossine che intaccano pericolosamente le funzioni cerebrali. Contribuisce, cioè, a “purificare” il cervello prevenendo malattie degenerative come il Parkinson e l’ Alzheimer. La vitamina C racchiusa nel frutto è un’ altra miniera di benefici. Oltre a rinforzare il sistema immunitario, a combattere l’ anemia e lo stress, incrementa la produzione di collagene mantenendo elastici i tessuti connettivi – vale a dire la pelle, le ossa, i denti e le cartilagini. A proposito di denti, pare che lo xilitolo contenuto nelle fragole sia un potente antidoto contro la formazione della placca. In più, la Fragaria vesca riduce la ritenzione idrica: una dote che la presenza di potassio accentua in modo ottimale. Le fragole, insomma, si rivelano un concentrato di proprietà salutari.

 

 

Elenco dei benefici a parte, c’è qualcos’ altro che le rende molto intriganti. Il patrimonio di leggende che le circonda è notevole: secondo gli antichi Romani, le fragole erano state originate dalle lacrime, tramutatesi in cuori rossi, che Venere versò dopo la morte di Adone. Durante le celebrazioni in onore del bellissimo dio, quindi, a Roma se ne consumavano in abbondanza. Nel Medioevo, sul rutilante frutto si diffusero le dicerie più svariate. Se per alcuni aveva il potere di trasformare l’ uomo in un mostro, altri lo associavano alla tentazione ed altri ancora, la notte di San Giovanni, raccoglievano cesti interi di fragole per poi cucirle insieme in una cintura che – a loro dire – proteggeva dal veleno dei serpenti. A partire dal 1600 si cominciò ad attribuire alla Fragaria vesca delle virtù terapeutiche: si pensava che curasse la lebbra, le ferite (il suo colore rosso era, in un modo o nell’altro, il motivo di queste convinzioni). Madame Tallien, un’ affascinante aristocratica che visse a cavallo tra il ‘700 e l’800, era invece solita utilizzare ben dieci chili di fragole ogni volta che faceva il bagno: asseriva che fossero fondamentali per il benessere della pelle, e come abbiamo visto…non aveva tutti i torti.

 

 

La colazione di oggi è…puro fermento!

 

Per una colazione sana, lo yogurt è il top:  cremoso e vellutato, ricco di fermenti lattici, regolarizza l’ intestino ed è un vero toccasana per la digestione. Ma le sue proprietà vanno ben oltre. Comprenderle fino in fondo implica conoscere, innanzitutto, come lo yogurt viene prodotto. Ecco una sintesi: il latte si lascia fermentare per 5-7 ore in un recipiente che raggiunge la temperatura di 45°C. A determinare il processo sono il Lactobacillus Bulgaricus e lo Streptococcus Termophilus, batteri benefici – altrimenti detti fermenti lattici – avvezzi alle scorpacciate di lattosio (il 98% degli zuccheri del latte). A poco a poco, tramite la fermentazione, quest’ ultimo si tramuta in glucosio e galattosio e quindi in acido lattico, la sostanza che dona allo yogurt il suo caratteristico aroma acidulo. Ricco di proteine, calcio, fosforo e vitamine del gruppo A e B2, lo yogurt è estremamente nutriente. La sua acidità stimola la formazione di una flora batterica intestinale che contribuisce al benessere dell’ apparato digerente preservandolo, al tempo stesso, da infezioni e virus. Grazie alla presenza di acido lattico mutuato dal lattosio, inoltre, lo yogurt è un alimento ideale anche per gli intolleranti a questo zucchero.

 

 

Il classico vasetto di yogurt bianco, intero e privo di zuccheri aggiunti, vanta molteplici proprietà: le sue proteine, che abbondano di amminoacidi essenziali, hanno un elevato valore biologico; i grassi, contenuti in quantità minima, non intaccano i valori di colesterolo; le vitamine del gruppo B sono essenziali per il benessere dell’ organismo, mentre la vitamina A svolge una funzione antiossidante e benefica per la vista; minerali come il calcio e il fosforo, infine, si rivelano fondamentali per la salute delle ossa. Veniamo ora all’ aspetto goloso, un elemento da non sottovalutare nelle nostre colazioni. Per assaporare appieno la delizia dello yogurt (e combinarla con l’aspetto healthy), l’ideale è scegliere uno yogurt bianco naturale e aggiungere frutta di stagione o cereali alla sua texture densa. Comprare uno yogurt alla frutta non è la stessa cosa…Ne guadagnerete in gusto, attenuerete il suo sapore acidulo e potrete personalizzare lo yogurt con ingredienti dall’ apporto calorico minimo e più che salutari.

 

 

 

Oggi a colazione: frittelle “carnascialesche”

 

La colazione di oggi tiene conto che, ebbene sì, è iniziato il Carnevale. Il periodo più folle dell’ anno è stato inaugurato il 31 Gennaio e culminerà con questa triade di date: 11 Febbraio, Giovedì Grasso; 14 Febbraio, domenica di Carnevale (che si sovrapporrà a San Valentino); 16 Febbraio, Martedì Grasso. Nelle panetterie e nei supermercati castagnole, frappe e chiacchiere già imperversano, inneggiando al lato ghiotto di una festa dalle radici antichissime. Per evitare i dolci più inflazionati senza trascurare la tradizione, scegliamo però le frittelle: sono un’ autentica delizia e sfoggiano una allure internazionale, poichè rimandano ai caratteristici pancake a stelle e strisce. Ma se gli americani arricchiscono i loro pancake con miele, fragole, salse varie e frutti di bosco, alle frittelle basta una spolverata di zucchero per stuzzicare il palato. Anche la preparazione è piuttosto semplice. E’ sufficiente munirsi di ingredienti come il latte, la farina, il lievito di birra, il burro, la scorza di mezzo limone, l’ essenza di vaniglia, il sale, l’ olio di semi di arachidi per la frittura dell’ impasto e lo zucchero semolato, meglio se  in abbondanza. Dopodichè, va seguita scrupolosamente la ricetta (la trovi qui ). Il risultato finale sono dei dolcetti tondeggianti e piatti, dalla consistenza soffice e cosparsi di zucchero sui due lati. Vengono anche detti “frittelle del Luna Park” perchè è comune trovarli negli stand dei parchi di divertimenti, ma il loro gusto è talmente squisito che non potevano non rientrare tra le specialità “carnascialesche”. E più che meritatamente, bisogna dire: provare per credere!