Raffaello Bellavista e l'”intervista della svolta”: storia di un sogno diventato realtà

 

Nel ricco calendario di eventi dedicati ai 1600 anni di Venezia, una performance del pianista, baritono e compositore Raffaello Bellavista non poteva mancare. Innanzitutto per l’ amore viscerale che l’ artista nutre nei confronti della Serenissima, e poi perchè il suo genere musicale, che spazia dalle sonorità classiche al crossover, si incastra a meraviglia con le atmosfere veneziane e con le loro innumerevoli sfumature. Incontro Raffaello in un momento clou della sua carriera; l’ ultima intervista che ha rilasciato a VALIUM risale al Maggio scorso (rileggila qui), ma sembrano passati anni per il fitto susseguirsi di concerti, progetti e riconoscimenti che, da allora, hanno costellato il suo percorso artistico. Di novità da raccontarci ne ha a bizzeffe, a cominciare dalla decisione di iniziare ad esibirsi come solista dopo le esperienze in duo: un ruolo che gli calza a pennello, il blocco di partenza per un successo in continua ascesa. Tra i prestigiosi traguardi raggiunti dal Maestro Bellavista spiccano la candidatura al Premio Eccellenza Italiana Washington D.C. 2022, l’apertura del Premio Guidarello per il Giornalismo d’Autore, l’ elezione a Value Ambassador del World Protection Forum (un forum permanente a tutela della vita umana e degli ecosistemi). Acclamato e richiestissimo, Raffaello è in procinto di abbracciare una carriera internazionale che lo porterà in vari angoli del mondo. Per un ragazzo partito da Brisighella con un sogno e la fortissima volontà di realizzarlo, non si può certo dire che sia una meta da poco! Ancor più perchè ogni tappa del suo iter trionfale è frutto del merito: il talento, la passione, la disciplina, l’eclettismo del Maestro Bellavista si abbinano a una dialettica innata, a una straordinaria presenza scenica e, last but not least, a un savoir faire squisito. La sua padronanza del repertorio classico non l’ha mai indotto a rivolgersi esclusivamente a un pubblico d’élite. Raffaello punta ad introdurre una sferzata d’aria nuova nella musica da camera: combina differenti generi, sul palco instaura un dialogo (verbale ed emozionale a un tempo) con il parterre. In attesa di volare a Parigi per il prossimo appuntamento – fissato al 10 Marzo – del World Protection Forum, l’artista è concentratissimo sull’imminente performance veneziana.

 

La composizione scritta dal Maestro Bellavista in onore del 1600simo anniversario di Venezia, che ha già avuto modo di presentare nel corso di altri concerti

Si tratterà di un evento esclusivo, un concerto per il 1600simo anniversario della Serenissima negli spazi dello splendido Salone di Ca’ Sagredo, sul Canal Grande. La data? Il 26 Febbraio. Organizzata dall’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia  e patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero degli Affari Esteri e dal Comune di Venezia, l’ esibizione sarà incentrata su un mix di musica classica e composizioni note al grande pubblico all’ insegna della contaminazione. Per l’ occasione, il Maestro Bellavista verrà affiancato dal marimbista Gianmaria Tombari. Ma non vi anticipo di più. E’ il momento di lasciar spazio all’ intervista, un’ intervista che Raffaello ha definito “l’ intervista della svolta”: mai parole furono più vere!

L’ ultima intervista in cui sei apparso su VALIUM risale al docu-concerto “Viaggio musicale verso i luoghi di Dante”, che hai realizzato in coppia con Serena Gentilini. Da allora, la tua carriera è in continua ascesa e stai tagliando traguardi sempre più importanti…Una domanda a bruciapelo: fin dove ti proponi di arrivare?

Una bella domanda che ha una risposta che è divenuta nel corso di questi anni un mantra per me. Andare sempre più in alto senza fermarsi mai in un continuo processo di labor limae su se stessi e di ferrea disciplina associata però ad una visione “spensierata” della propria arte, che sennò rischia di divenire troppo ingessata. La voglia di innovarsi e di mettersi in continua discussione è fondamentale per progredire nella propria disciplina. Parallelamente a quest’aspetto vi è anche la voglia di andare su palcoscenici sempre più importanti e al cospetto di platee sempre più grandi, uscendo dall’etichetta totalizzante della musica colta, per creare un proprio spettacolo ideale che congiunga più generi musicali in un’ottica di musica universale che possa parlare a tutti.

 

Raffaello al Premio Guidarello di Ravenna con (da sinistra) Giuseppe Rossi, il Presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi e Genseric Cantournet

Come hai maturato la decisione di intraprendere un percorso da solista?

Fin da quando iniziai lo studio della musica il mio sogno era quello di essere un solista. Poi nel mio percorso artistico ci sono state alcune parentesi e collaborazioni con altri artisti. Oggi invece ho scelto di rendere il percorso solistico quello principale e preponderante al quale poi saranno affiancate alcune collaborazioni con artisti celebri e talenti emergenti. L’emozione del solismo è difficile da descrivere, ma una similitudine che mi piace sempre citare, visto che amo la montagna, è quella della progressione su una parete rocciosa verticale in solitaria: occorre trovare all’interno di se stessi la forza spirituale e materiale per progredire, per l’ascesi. Allo stesso modo devi affrontare l’abisso di un teatro pieno di pubblico che vuole emozionarsi e vivere un’esperienza unica. Sembra quasi un percorso iniziatico e lo vedo come una grande palestra per il corpo e la mente.

Il Festival “Suoni e Parole” di Brisighella, di cui sei Direttore Artistico, ha raggiunto livelli di eccellenza straordinari: nomi del calibro di Alessandro Cecchi Paone, Enrico Zucca, Ivano Marescotti, Franco Costantini ed Eraldo Baldini hanno apportato ulteriore prestigio all’evento. Cosa ci racconti della terza edizione della rassegna “tra le pietre di luna”? Come vedremo tra poco, si è arricchita sia riguardo ai suoi ospiti che alle sue location…

Il Festival, partito dalla voglia di stimolare il panorama artistico nel mio territorio ricco di paesaggi bucolici, ma a volte troppo ingessato (ti ricordo che vivo all’interno del Parco della Vena del Gesso Romagnola), nel corso degli anni si è fortemente evoluto coinvolgendo importanti sponsor e sempre più persone. Dopo i rallentamenti causati dalla prima ondata della pandemia, nel 2021 abbiamo voluto fare le cose in grande per dare un messaggio molto forte: La cultura non si deve fermare. E così abbiamo portato il Festival nell’anfiteatro di Brisighella e nel Parco del Convento dell’Osservanza, animando spazi ameni e molto grandi, in modo che il pubblico sempre più numeroso, nel rispetto di tutte le normative di sicurezza, potesse vivere un’esperienza di alto valore estetico a tutti i livelli: paesaggistico, musicale, sensoriale… Visto il successo della manifestazione, a fine estate 2021, abbiamo “esportato” un’ edizione del Festival nel magnifico e dinamico territorio di Rimini in un auditorium di grande prestigio: l’ Arena Francesca da Rimini e l’Anfiteatro di Rimini Terme. E’ stata un’esperienza molto interessante, perché Rimini è una location di richiamo internazionale: la “capitale” cosmopolita della Romagna. Tutti gli eventi sono stati sold out con spettatori provenienti da varie parti del mondo. Una sfida che ci ha molto stimolato, in quanto portare l’alta cultura in una dimensione così vasta e riscuotere un grande successo non è cosa semplice. Questo risultato ci ha resi consapevoli della grande voglia che c’è nel pubblico di tornare a sognare con la cultura. In entrambi i Festival gli ospiti sono stati di primo piano con Diego Fusaro, Alessandro Cecchi Paone, Giordano Sangiorgi, Federico Moccia, Eraldo Baldini, Enrico Zucca, Ivano Marescotti… Per l’anno 2022 stiamo lavorando a qualcosa che possa davvero lasciare il segno e stiamo coinvolgendo anche altre realtà dell’Emilia-Romagna.

 

Il Maestro Bellavista e il filosofo Diego Fusaro. Ringrazio entrambi per la gentilezza e la simpatia dimostrate nel girare questo video! Sono onorata, inoltre, di ricevere i saluti di Fusaro che contraccambio vivamente.

Lo scorso Agosto hai preso parte alle celebrazioni per il 700simo della morte di Dante con un concerto ravennate, peraltro inserito nella programmazione del Festival, tenutosi nella Basilica di San Francesco. In quell’ occasione, dopo esserti esibito in opere quali la “Dante Sonata” di Liszt, hai presentato brani da te scritti in omaggio all’ autore della “Divina Commedia”. Sei intenzionato a incrementare la tua attività compositiva?

In occasione dei 700 anni della morte di Dante ho avuto modo di essere protagonista di eventi di grande spessore come il concerto nella suggestiva Basilica di San Francesco a Ravenna, dove peraltro si svolsero i funerali proprio del Sommo Poeta, o l’apertura della Cinquantesima edizione del Premio Guidarello condotto da Bruno Vespa nel magnifico Teatro Alighieri di Ravenna. Proprio in questi contesti è maturata la voglia di presentare, oltre al repertorio classico, anche delle mie composizioni. Una scelta ponderata e maturata dopo un lungo percorso che mi ha portato a definire un mio stile personale nel comporre. A partire da questi concerti ho avviato il mio filone compositivo che affianco al pianoforte ed al canto lirico. In futuro poi intendo presentare anche diversi brani arrangiati nel mio stile che possono essere definiti come canzoni leggere colte, ricollegandomi così ad una tradizione italiana non troppo lontana che a mio avviso deve essere assolutamente ripresa. Pensiamo per esempio alla cosiddetta canzone napoletana colta oppure ad alcuni grandi esponenti della scuola genovese come Umberto Bindi, che ci ha lasciato delle canzoni che sono un perfetto anello di congiunzione tra la musica leggera e quella colta. Ecco, il mio obiettivo è presentare composizioni classiche, ma in uno stile fruibile che possa essere colto da tutti ed essere universale, accostate a composizioni “leggere” contenenti anche diversi stilemi e caratteristiche della musica seria.

 

Raffaello Bellavista insieme a Federico Moccia nel Convento dell’ Osservanza a Brisighella

Il Festival, inoltre, a Rimini ha incluso tre tappe d’eccezione. Dopo l’inaugurazione con Filippo Giacomoni, insieme al quale hai riproposto il duo “pianoforte e marimba”, la kermesse ti ha visto protagonista accanto al filosofo Diego Fusaro per un nuovo tributo a Dante, e al giornalista (nonché melomane) Pietro Caruso, tuo autorevole interlocutore in un dialogo sulla musica d’autore. Che bilancio fai di questa edizione costiera di “Suoni e Parole”?

Come anticipato precedentemente il bilancio sicuramente è stato positivo e soprattutto ci permette di dare al Festival una dimensione più internazionale, forti anche della città di Rimini che, grazie alla nuove infrastrutture, può davvero scommettere molto sulla cultura. Nelle tre serate abbiamo avuto moltissime presenze ed abbiamo presentato tre diversi spettacoli. Il primo è stato caratterizzato dal duo pianoforte e marimba in uno scenografico concerto all’alba nel magnifico anfiteatro delle Terme di Rimini a pochi metri dal mare: una musica altamente evocativa ha sottolineato il passaggio dalle tenebre all’aurora ed ha salutato un’alba di sole e good vibrations. Il secondo è stato un dialogo tra musica e parole tra me e Diego Fusaro. Un simposio totalmente incentrato su Dante Alighieri. Anche in questo caso è stato incredibile vedere come molte persone siano accorse da varie parti d’Italia, grazie a una massiccia campagna di comunicazione dell’evento, coniugando un fine settimana tra cultura e mare con importanti ricadute sull’economia cittadina. La terza ed ultima serata mi ha visto dialogare tra musica e parole con il Patron del MEI (manifestazione musicale tra le più importanti in Italia), in un incontro che è partito da alcune arie d’opera fino alla canzone d’autore colta e a brani di David Bowie e dei Depeche Mode arrangiati dal sottoscritto.

A conclusione del Festival sei approdato a Milano dove, insieme al Maestro Enrico Zucca, il 16 Settembre hai inaugurato con un vernissage musicale il 64simo Congresso Nazionale della Federpol. In chiusura del simposio hai intonato “Heroes” di David Bowie; ispirata da questa performance, ti chiedo: chi sono i tuoi eroi? Hai dei modelli di riferimento, dei mentori di cui ti piacerebbe ricalcare le orme?

L’evento per il convegno nazionale della Federpol a Milano è stato davvero qualcosa di sublime. E’ stata una grande occasione per presentarsi di fronte ad un pubblico internazionale, composto anche da diverse autorità dello Stato Italiano. E proprio per coronare il finale di questo evento ho scelto Heroes di David Bowie. A mio avviso la figura dell’eroe è da sempre un riferimento per gli uomini, perché ci presenta davanti agli occhi le potenzialità della nostra natura e in un mondo sempre più complesso e pieno di difficoltà tutti hanno bisogno di un Virgilio al proprio fianco. Anch’io mi identifico in questa realtà, in quanto per emergere è richiesto uno sforzo davvero titanico, paragonabile a quello di un eroe. Su chi sono i miei eroi preferiti e a chi mi ispiro, devo dire che nel corso degli anni ho cambiato la risposta. Se infatti fino al periodo pre pandemia avevo in testa grandi artisti come Pavarotti, che ha saputo coniugare l’ alta cultura con un pubblico immenso ed eterogeneo, oppure pianisti come Lang Lang che spaziano dalle sale da concerto più importanti del mondo agli stadi assieme alle pop star…oggi mi ritrovo ad analizzare le composizioni, non solo musicali, dei grandi artisti che hanno saputo contaminare l’arte: da Salvador Dalì a Miles Davis, da Friedrich Goulda a Banksy. Pochi giorni fa ho visto che hai condiviso sui social una frase che spesso mi piace citare: “I sogni cominciano di notte e si completano di giorno” di Svevo. Ecco, penso che questa frase possa davvero sintetizzare il mio pensiero.

 

Raffaello in concerto presso la Società Umanitaria di Milano

 

“Parlami d’amore Mariù”: un classico della canzone napoletana colta che Raffaello ha interpretato al Congresso Federpol accompagnato dal celebre pianista delle star della lirica Enrico Zucca

Uno scatto della performance al Congresso Federpol. Raffaello è con Enrico Zucca

Il 15 Ottobre per te è stata una data cruciale, la data della svolta: hai avuto l’onore di esibirti nel corso di un prestigioso evento, il “Premio Eccellenza Italiana” 2021, dove sei stato anche candidato, grazie al tuo talento artistico, al Premio Eccellenza Italiana Washington D.C. 2022. La tua carriera diventerà internazionale. Quali emozioni hai provato nel ricevere un simile riconoscimento?

E’ stata un’ emozione immensa. Per un duplice motivo: Il primo è la possibilità di toccare con mano il raggiungimento di obiettivi perseguiti da anni, ai quali ho dedicato gli sforzi di una vita intera. Il secondo motivo è stata la possibilità di esibirmi nella Santa Sede , un luogo prestigioso nel tempo e nello spazio. La coesistenza di grandi sacrifici affiancati però da questi lampi di luce, danno slancio e motivazione per proseguire un percorso davvero titanico…in un sottile equilibrio fatto di sacrifici, ma anche di gioie e soddisfazioni.

 

Premio Eccellenza Italiana 2021: il Maestro Bellavista in Vaticano insieme al giornalista Massimo Lucidi

La location è sempre il Vaticano. Con Raffaello e il Prof. Lucidi c’è Padre Franco Ciccimarra

Raffaello mentre si esibisce in “Mattinata”, un altro esempio di canzone napoletana colta. L’ ha interpretata durante il concerto tenuto in Vaticano alla presenza del direttore di RAI 1 Stefano Coletta oltre che delle principali figure istituzionali italiane e della Santa Sede

E’ pressoché impossibile citare tutti gli appuntamenti che ti hanno visto protagonista durante l’Autunno. Proverò ad elencare (non in ordine cronologico) alcuni tra i più salienti: il ritorno alla Tenuta Mara di San Clemente con un concerto introdotto dal noto giornalista Massimo Lucidi (ideatore del “Premio Eccellenza Italiana” e direttore editoriale di “The Map Report”), l’esibizione alla Camera dei Deputati in occasione dell’ Innovation Day e quella alla Casa del Cinema di Villa Borghese, sempre a Roma, durante la presentazione di un corto interpretato da attori quali Roul Bova, Gianmarco Tognazzi e Vittoria Belvedere. A proposito di cinema, ti piacerebbe diversificare la tua carriera nella settima arte? 

Sicuramente un aspetto molto interessante per quanto riguarda i concerti del 2021 è stato quello di essere protagonista di recital in forma canonica in teatro, ma anche di eventi trasversali con grandi personaggi del cinema come per esempio la presentazione del cortometraggio con Arisa, Raoul Bova… nella magnifica Casa del Cinema a Villa Borghese a Roma o l’evento con il giornalista Massimo Lucidi nella prestigiosa Sala della Musica della Tenuta Biodinamica Mara . Tornando alla tua domanda mi sono state fatte alcune proposte a riguardo e le sto valutando attentamente, perché mi piace molto essere eclettico e sono convinto che ciò che conta per l’artista è comunicare con forza e con qualsiasi forma un messaggio personale. Poi ovviamente la musica sarà sempre la colonna portante della mia esistenza, ma di certo non mi precludo esperienze che possono arricchirmi.

 

“Heroes” di David Bowie in un’ inedita versione per pianoforte. Raffaello l’ ha eseguita alla Casa del Cinema di Villa Borghese in occasione della presentazione di un corto con alcuni tra i più importanti attori italiani

Sui social hai scritto: “Mai smettere di credere nei propri sogni.”. E uno dei tuoi più grandi sogni, aprire musicalmente il Premio Guidarello per il Giornalismo d’autore, si è realizzato il 13 Novembre scorso al Teatro Alighieri di Ravenna. A presentare la serata  è stato un professionista di alta caratura come Bruno Vespa. Potresti dirci qualcosa di più su questo evento e sui sogni che diventano realtà? Qual è, a tal scopo, la ricetta vincente?

L’apertura della Cinquantesima Edizione del Premio Guidarello è stato qualcosa che davvero ha lasciato il segno. Si tratta infatti di un premio giornalistico di grande prestigio organizzato da Confindustria  Romagna che vede ogni anno i principali esponenti della cultura e del mondo giornalistico arrivare da tutta Italia al Teatro Alighieri di Ravenna sede della manifestazione. Quest’anno il Premio coincideva con i 700 anni della morte di Dante, che è sepolto a Ravenna, ed è stato deciso di omaggiarlo con la mia esibizione della Dante Sonata di Liszt: una delle composizioni più impegnative per pianoforte. L’emozione è stata davvero grande e mi ha richiesto un impegno e uno studio davvero intenso per preparare al meglio questa composizione; come ho detto precedentemente, certe pareti ci mettono alla prova, ma nello stesso tempo ci forgiano. L’esibizione è stata molto apprezzata. Quando sono rientrato dietro le quinte mi sono trattenuto a parlare con Bruno Vespa, che da grande cultore della musica ha elogiato l’originalità della mia esecuzione e le mie doti artistiche. Questa esperienza, sommata a tutte le altre, mi fa credere più che mai che l’importante è non smettere di credere nei propri sogni. Sembra una frase banale, ma non è assolutamente così. La ricetta è credere in maniera totale e con abnegazione in quello che si fa e nella propria arte.

 

Raffaello esegue la “Dante Sonata” di Liszt in apertura del Premio Guidarello condotto da Bruno Vespa. Nella foto sopra, un’ altra immagine dell’ evento

Un’ altra importante tappa del tuo percorso si è svolta il 26 Novembre a Sanremo, in occasione dell’Annual Summit del World Protection Forum. Al Forum, un catalizzatore di iniziative a tutela dell’uomo e degli ecosistemi, sei stato eletto Value Ambassador: la tua performance musicale è stata seguita da un breve discorso sul valore della musica e sull’ Italia in quanto patria dell’arte dei suoni. Ti va di farci un sunto di questa relazione?

L’elezione a Value Ambassador del World Protection Forum è stato un altro importante tassello per la mia carriera. A fine Febbraio, infatti, all’interno della stessa giornata ho tenuto un discorso ed un breve concerto nel magnifico Teatro Ariston di Sanremo e un secondo intervento musicale nel rooftop del Casinò di Sanremo. Il discorso era incentrato sull’importanza della cultura come valore cardine di uno stato come il nostro, quanto sia necessaria una sua valorizzazione e come andrebbero preservati certi valori oggi troppo spesso dimenticati. Basti pensare che l’Italia ha dato i natali al pianoforte con Bartolomeo Cristofori nel 1698, all’opera lirica verso la fine del ‘500 ed anche alla notazione musicale con Guido d’Arezzo, vissuto tra il X ed XI secolo.

 

L’ intervento del Maestro Bellavista al prestigioso World Protection Forum che si tiene annualmente nel Teatro Ariston di Sanremo

Il World Protection Forum si è tenuto al Teatro Ariston di Sanremo, la location del famosissimo Festival. A quando una tua apparizione in quel frangente?

Il palco del Teatro Ariston è qualcosa di unico ed ha un’acustica davvero incredibile. Si sente nell’aria che in quel luogo è passata la storia della canzone italiana. Il 2021 è stato un anno di svolta rispetto al passato e sono pronto a concludere un accordo con due importanti manager nel settore musicale. Non è assolutamente esclusa una partecipazione al Festival, perché come detto anche in precedenza vorrei portare la musica colta nella canzone italiana come era stato fatto in passato.

 

 

Al Circolo Ravennate e dei Forestieri, invece, il 3 Dicembre hai ritrovato Diego Fusaro durante un evento dedicato a Dante e al suo pensiero…

Diego Fusaro è un caro amico ed un grande filosofo con il quale abbiamo dato vita a dei magnifici simposi tra parole e musica. Ha moltissimo seguito anche tra i giovani ed assieme abbiamo creato delle serate di alta cultura legate alla figura del Sommo Poeta. All’ evento di Rimini hanno partecipato diverse centinaia di persone nel massimo rispetto delle norme sanitarie grazie anche ad un magnifico e capiente auditorium all’aperto. Mentre a Ravenna, nello splendido Circolo Ravennate e dei Forestieri, l’ evento era solamente su invito e sembrava di rivivere l’atmosfera dei salotti culturali del ‘700.

 

Raffaello con Diego Fusaro e Giuseppe Rossi, Presidente del Circolo Ravennate e dei Forestieri

Un’ ultima domanda per concludere la nostra conversazione: come definiresti il successo e quale valore aggiunto pensi che apporterà al sogno che hai concretizzato?

Il successo è nella mia concezione la capacità di plasmare un sogno in realtà. E questo non avviene mai per caso, ma è il risultato ogni volta di una sorta di viaggio iniziatico che deve essere portato a termine a qualsiasi costo. Infatti, in un processo eterno dove non ci si può mai sentire arrivati e in un continuo processo di labor limae conosciamo sempre di più noi stessi e progrediamo nel nostro sviluppo sia su un piano spirituale che materiale. Un elemento fondamentale deve essere quello dello slancio titanico che ci permette di superare le difficoltà con spirito di avventura e con successo, e di poterci affermare come piccoli e grandi eroi su questa terra.

 

Il Maestro Bellavista esegue “Heroes” nella Sala Verdi di Milano, uno dei templi internazionali della musica classica

 

Photos courtesy of Raffaello Bellavista

 

Il luogo: Venezia, un Carnevale tra passato e futuro

 

Dress code: in maschera. Dove? A Venezia. Quando? Tutti i giorni fino al 1 Marzo, giorno in cui Martedì Grasso sancirà la conclusione di un Carnevale ritornato in presenza e impregnato di un nuovo fascino. Come ci ha anticipato il Principe Maurice nella sua ultima intervista (rileggila qui), questa edizione è declinata in una formula completamente inedita: eventi a rischio assembramenti come la Festa Veneziana di Cannaregio, gli show in Piazza San Marco e Piazza Ferretto, il corteo delle Marie e del Toro, i voli dell’ Angelo, dell’ Aquila e lo svolo del Leon, le sfilate di carri allegorici del Lido e di varie località della laguna sono stati eliminati, privilegiando l’ arte di strada e le feste negli antichi Palazzi. Venezia si svela attraverso i percorsi pedestri nelle calli e nei campielli, dove palesa la sua essenza più autentica; tutti i giorni, dalle 11 alle 19, l’ iniziativa Venezia Wonder Time! prevede spettacoli di circo-teatro, clownerie, teatro dei burattini, esibizioni acrobatiche e piccoli concerti diffusi nei Wonder Points, gli angoli più suggestivi della città. Vale a dire che a Campo Santa Margherita, Campo San Giacomo, Esedra-Castello, Campo Geremia, Campo San Cassiano, Campo dei Gesuiti, Campo Santa Maria Formosa e Campo Sant’Elena potrete imbattervi in street show che sprigionano pura magia. Chi invece preferisce assaporare la sontuosità dei party, questo weekend può contare su un appuntamento speciale: il Dinner Show del Carnevale a Ca’ Vendramin Calergi – prezioso Palazzo cinquecentesco affacciato sul Canal Grande – verrà arricchito da Venezia Imaginarium, tre ore di spettacolo che omaggiano la Serenissima tramite performance, sonorità, abiti, danze e allegorie da sogno. In attesa della XXIX edizione del Ballo del Doge, che si terrà il 26 Febbraio a Palazzo Pisani Moretta e avrà per titolo “Time for a New Renaissance”, Antonia Sautter (rileggi qui la sua intervista con VALIUM) ne anticipa il proverbiale splendore. Di Venezia Imaginarium è il Direttore Artistico e non c’è bisogno di dire che le scenografie, gli artisti e le esibizioni  saranno all’ insegna dell’ incanto onirico, della meraviglia nella sua quintessenza. Il Dinner Show si avvale di un Maestro di Cerimonie acclamatissimo, un’icona del Carnevale veneziano: il Principe Maurice. La cena di gala e Venezia Imaginarium sono in programma per il 19 e il 20 Febbraio alle ore 21, ma verranno riproposti anche dal 24 Febbraio al 1 Marzo. Last but not least, sapete qual è il tema del Carnevale di Venezia 2022? “Remember the Future”, un titolo ispirato alla celebre frase “E più di tutto mi ricordo il futuro” pronunciata da Salvador Dalì. Surrealismo, gioco, sovvertimento dei ruoli, esplorazione di nuovi scenari urbani ed interiori, maschere che regalano la libertà dell’ anonimato, sorprese e scoperte inaspettate si fondono in un mix immaginifico che connette passato e futuro. Il concetto viene mirabilmente spiegato dal Direttore Artistico Massimo Checchetto nel sito web del Carnevale: “Camminando per Venezia, sebbene con una meta precisa, si è costretti a continui cambi di direzione, le calli terminano in una svolta; dietro ad una svolta una sorpresa, spesso una meraviglia, quasi sempre un futuro. Per il tema del Carnevale di Venezia di quest’anno ho pensato proprio al nostro futuro, quel futuro che questa Città piena di passato scatena in chi la vive. Proprio un luogo in perenne contraddizione, dove si fondono sogno e realtà”.

 

Sulle tracce del Principe Maurice: le prime tappe di un 2020 che scintilla di…”Gloss’n’Glitter”

Un impetuoso mood Punk travolge Pitti Uomo

Mentre i rigori invernali sono al loro culmine, con temperature gelide e fitte nebbie, il Principe Maurice si muove ancora sul caliente sfondo di Palma di Maiorca. Durante il nostro appuntamento telefonico è in pausa aperitivo mentre impazza la tre giorni di Sant Sebastià, patrono del capoluogo maiorchino. Musica, grigliate e festa grande sono i leitmotiv di questa ricorrenza: ed è proprio tra una grigliata e l’altra che Maurice, in vena di celebrazioni (anche) per una serie di progetti nuovi di zecca, ci parla delle ultime notizie che riguardano la sua travolgente vita. Sono cinque, le tappe attraverso cui si snoda la puntata odierna di “Sulle tracce del Principe Maurice”. Treviso, dove il 2020 del nostro eroe ha avuto inizio, è la prima. Segue Firenze, che lo ha applaudito in una sorprendente versione Punk.  Fabriano, la celebre “Città della Carta”, accoglierà invece il Principe per un’attesissimo bis (seppure con un format differente) all’ Aera Club & Place. A Palma di Maiorca si terrà la presentazione di “Gloss’n’Glitter”, un concept sfavillante come suggerisce il nome, mentre Venezia – last but least – vedrà Maurice nelle consuete vesti di Maestro di Cerimonie oltre che di un Casanova inedito. Ma non vi “spoilero” oltre, e lascio che sia lui stesso a rivelarvi di più sugli indizi di cui sopra e a raccontarvi altro, moltissimo altro ancora.

Dopo i tuoi Auguri di Natale ai lettori di VALIUM, devo dire apprezzatissimi, ci rincontriamo agli albori di un nuovo decennio. Com’è andato il Capodanno all’ Odissea di Treviso e come hai iniziato il 2020?

L’ ho iniziato benissimo. Il mio Capodanno all’ Odissea si è snodato tra due spettacoli, uno per il dinner show e l’altro nella grande sala live, dove ho indossato un “vestitone” rosso molto scenografico. Tutto è andato più che bene. La mia collaborazione con questo bellissimo locale continua: a breve ci saranno altre serate riferite soprattutto al dinner show, un genere che negli ultimi tempi sto coltivando e implementando. Tornando al Capodanno, lo definirei bello, gioioso, giocoso…Non è stato semplice, perché la produzione era abbastanza impegnativa: con me avevo circa una ventina di artisti tra ballerini, cantanti, acrobati eccetera…Ma a me questo genere di cose piace, per cui il mio approccio con il 2020 non sarebbe potuto andar meglio! Sono davvero soddisfatto.

 

Alcune immagini del Capodanno all’ Odissea di Spresiano (Treviso)

Il party di BePositive, brand di sneakers innovative fondato nel 1995 da Ubaldo Malvestiti, ti ha visto protagonista a Firenze l’8 Gennaio scorso, durante la prestigiosa kermesse di Pitti Uomo. Le foto dell’evento sono una delizia per lo sguardo…Che ci racconti di quella serata e della tua performance?

E’ stato tutto estremamente divertente, a cominciare da quando sono passato in Fortezza da Basso con il mio outfit Punk e il gruppo ristretto di modelli e performer che mi accompagnavano: ci fermavano a ogni passo! E’ stata una grande soddisfazione, c’erano fotografi da tutto il mondo, ci ha immortalati persino Vogue…Insomma, siamo piaciuti! Soprattutto perché eravamo in assoluto contrasto con tutto quello che di solito vedi a Pitti Uomo: lì sono sì stravaganti, ma in versione chic. Cappellini, barba e baffo perfetti, scarpa in un certo modo, colori tenui…Poi è arrivato questo gruppo punkeggiante di rottura, il nostro, ed è stato un autentico boom. Il party di Febos/BePositive, organizzato dal patron del marchio e dell’ evento Fabrizio Ferraro, si è rilevato stratosferico. Innanzitutto si teneva nella location impressionante, pazzesca, davvero stupenda, della Cattedrale dell’Immagine di Santo Stefano al Ponte, dove attualmente si tiene la mostra multimediale su Magritte (“Inside Magritte”, ndr.). Esiste tutto un impianto di proiezioni immersive che coinvolge le pareti e l’altare, poi c’è una stanza stranissima, la Sala degli Specchi, completamente ricoperta di specchi…Lo stesso video mapping dedicato a Magritte è stato utilizzato durante la nostra esibizione. La serata è iniziata con un cocktail ed una cena a buffet animata dai BowLand (un trio musicale iraniano che si è fatto conoscere per la sua elettronica raffinatissima con accenti etnici), dopodichè la mia performance ha stravolto il mood virandolo al Punk.

 

Il gruppo Punk capeggiato dal Principe a Firenze

Mi sono esibito sulle note di “My way” cantata da Sid Vicious dei Sex Pistols: sullo sfondo di una scenografia video mappata, ho sfoggiato una cresta di plastica nera con delle ciocche fluo e un look – curato da Flavia Cavalcanti –  ispirato al Punk, ma un Punk un po’ fashion in stile Vivienne Westwood. Il make up “à la Nina Hagen”, invece, è stato ideato da Vassy Longhi, un bravissimo truccatore che si è occupato anche delle acconciature. La festa è proseguita con il dj set di Tommy Vee, all’ insegna di una tech-house piacevolissima, mentre a fine serata (non dimentichiamo che l’8 gennaio ricorreva l’anniversario della nascita di David Bowie) ho cantato una versione punkeggiante, ma autentica, bella e soprattutto molto emozionata, di “Heroes”. Il party straripava di ospiti arrivati da tutto il mondo, soprattutto giornalisti, blogger e operatori del fashion biz. E’ stato un evento riuscitissimo perché alle feste di BePositive si può giocare, divertirsi, e questo la gente lo sa. Noia e formalità sono bandite! C’erano oltre 1000 persone, fuori la fila di chi voleva entrare (ma non poteva, perché non c’era più spazio) diventava sempre più lunga. Insomma, la mia è stata una rimpatriata a Firenze divertente e prestigiosa, perché il party di BePositive è uno dei più attesi: d’altronde, il successo di una festa dipende anche da quanto è ambita…E devo dire che non vedevo qualcosa del genere da tempo.

 

Il party di BePositive a Pitti Uomo: un vero boom

Cosa pensi della svolta della moda, che da un mood di puro glamour è approdata a tematiche sostenibili e prettamente sociali come l’inclusività?

Io trovo che sia giusto, perché la moda è un vettore straordinario di filosofia oltre che di stile. Non dimentichiamo che la stessa Vivienne Westwood, partita con il Punk e quindi con la trasgressione più assoluta, è diventata la pioniera di questa sensibilizzazione sui temi ambientali. La tua domanda, poi, mi riporta in mente le interviste che mi hanno fatto a Firenze l’8 Gennaio scorso. Mi chiedevano: “Come mai siete Punk? Siete cattivi?”, e io rispondevo “No. In una società che è cattiva di per sé, che è stata finora indolente nei confronti dei bisogni del pianeta, essere Punk significa – visto che siamo contrari a quel che accade attualmente – essere portatori di colore, di trasgressione nell’ immagine, ma anche di valori.” Sono felicissimo che la moda diffonda dei messaggi di aiuto al pianeta e a chi ne ha più bisogno, perché è un ambiente senza dubbio privilegiato e, soprattutto, ha un gran potere comunicativo. Il fatto che veicoli simili principi mi piace tantissimo e cavalco anch’io quest’ onda meravigliosa, affiancandomi a Vivienne che amo e che è mia amica.

 

La crew femminile del Principe al party di BePositive

Maurice insieme a Vivienne Westwood

Il make up artist e hairstylist Vassy Longhi e la designer/costumista Flavia Cavalcanti con il Principe in occasione dell’ evento a Pitti Uomo

Uno scatto pre-festa con il trio dei Bowland

Rimango in tema fashion perché sono molto curiosa di sapere quali sono i tuoi brand preferiti attualmente: citamene tre del presente e tre del passato, please!

Devo dirti la verità: alla fine della fiera, io vesto volentieri Zara! Però se devo essere elegante punto su Dolce & Gabbana, Valentino, mi piace molto Dior…Adoro la sua ricerca dei colori, dei tessuti. Per il classico capospalla citerei quindi Dolce & Gabbana, mentre per quanto riguarda le scelte di tendenza – ma sempre all’ insegna della raffinatezza – ti dico Christian Dior. I miei tre brand preferiti del presente sono senza dubbio Dolce & Gabbana, Vivienne Westwood e Dior, i tre del passato che adoro letteralmente sono ancora una volta Vivienne (che sempre mi è piaciuta e sempre mi piacerà) insieme a Jean-Paul Gaultier e a Thierry Mugler: ho delle giacche, dei completi stupendi con la sua griffe. Rispetto agli oufit da indossare on stage, invece, amo Issey Miyake, soprattutto la sua prima linea plissettata: crea delle geometrie stupende e occupa poco spazio nei bagagli. Miyake, come mi ha insegnato Grace Jones, è veramente l’ideale per i costumi di scena. Perchè per me la moda è anche teatro. E poi, del passato, conservo capi sartoriali di mio nonno e addirittura del mio bisnonno, avendo il loro stesso tipo di fisico. Li indosso tuttora! A proposito, sai qual è il mio sogno? Creare una linea da camera per uomo firmata Principe Maurice utilizzando tessuti veneziani tipo Fortuny e ricalcando un po’ lo stile dannunziano. Delle bellissime vestaglie, delle bellissime pantofole, però in materiali preziosi e con un design che richiama quell’ epoca. Poter ricevere come si usava un tempo, indossando vestaglie di seta, velluto, cachemire…griffate da me stesso. E’ un sogno che ho da un po’. Chissà che non riesca a realizzarlo!

 

Un selfie “Punk” del Principe in compagnia di Nina Aprodu al party di BePositive

Il mese di Gennaio per te è iniziato alla grande, ma sono sicura che Febbraio sarà altrettanto spettacolare. Basti pensare che l’8 prenderà il via il Carnevale di Venezia, del quale sarai ancora una volta l’icona. Quale sarà il tema di quest’anno e quali anticipazioni puoi darci, nelle tue vesti di Maestro di Cerimonie?

Il Carnevale di quest’ anno sarà dedicato al tema de “Il Gioco, l’ Amore e la Follia”. Sono tre elementi che convivono da sempre nella vita di ognuno di noi, perché l’amore è senza dubbio gioco, è anche follia…Chi non ha fatto follie per amore? Chi non sta alle regole del gioco dell’amore, per coltivare le proprie relazioni? Questo tema mi calza a pennello. Io sarò un Casanova nuovo, sempre in costume settecentesco ma al posto della parrucca indosserò…Non ve lo rivelo! Diciamo che la mia sarà un’interpretazione del personaggio del quale sono diventato l’incarnazione ufficiale – questo Casanova già trasformato in maschera della Commedia dell’Arte – in versione “contaminata”, più ricca di gioco e di follia. Posso anticiparvi poi che esiste un Carnevale, parallelo a quello popolare, che è il Carnevale Culturale. Quest’ anno mi è stato chiesto di produrre qualcosa che avesse a che fare con quel programma. Mi dedicherò a un progetto sui temi di amore e morte, “Eros & Thanatos”, però in chiave abbastanza grottesca: ci saranno anche le cosiddette “drama queen”. Sono partito citando la canzone “Morirò d’amore” di Giuni Russo in modo ironico, simpatico, pur portando esempi storici e drammatici come quelli di Didone, Cleopatra e così via. Sarà una performance sia recitata che musicale. Ad affiancarmi ci sarà il Duo Bellavista-Soglia e ci esibiremo a Palazzo Labia – una location ad hoc con il suo ciclo di affreschi su Antonio e Cleopatra – il 19 Febbraio.  Il Carnevale ha un nuovo direttore artistico, Massimo Checchetto. E’ il direttore delle scenografie, oltre che regista, di alcune opere del Teatro La Fenice. Sono felicissimo della sua nomina perché Checchetto è una persona preparata, professionalmente molto avanti, è un artista ed è veneziano; abbiamo un rapporto di stima reciproca, per cui è probabile che durante il Carnevale creeremo insieme delle performance non previste: preparatevi alle sorprese!

 

Un souvenir del Carnevale di Venezia 2019

Appuntamenti fondamentali come il Volo dell’Angelo, Le Marie, la chiusura, il Corteo Acqueo dell’8 Febbraio, ovviamente, mi vedranno sempre coinvolto. Inoltre anche quest’ anno – e tutte le sere – mi vedrete nei panni di Maestro di Cerimonie al Gala ufficiale di Ca’ Vendramin Calergi, il Casinò di Venezia, che sarà dedicato all’ amore ed avrà “Nutri l’amore e accresci la follia” come motto. Ma c’è di più. Con l’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia (di cui sono il direttore artistico) abbiamo studiato tre eventi da inscenare in tre location pazzesche. Uno si terrà Venerdi Grasso nella preziosissima Scuola Grande San Giovanni Evangelista, ed è dedicato ai vampiri. Per me il vampiro è un amante morboso, come lo è la vamp (che deriva sempre da “vampiro”…). L’ispirazione si rifarà al romanzo e alla pellicola “Intervista con il vampiro”. Ricordi il “Teatro dei Vampiri” dove, nel film, i vampiri si fingevano attori e facevano del pubblico le loro vittime?  “Il Teatro dei Vampiri” sarà una festa molto bella, poi ce ne sarà un’altra che con occhio ironico guarderà a Oriente e sarà riferita ad Aladino: sono previste danze esotiche e l’apparizione di questo affascinantissimo, meraviglioso Genio della Lampada – che non sarò io (ride, ndr.). La terza festa, invece, avrà come tema l’amore ma affrontato nell’ opera buffa e nell’ operetta. Si terrà a Palazzo Pisani Moretta, il palazzo più suggestivo del Canal Grande, in chiusura della kermesse. Ma la novità assoluta è che il Carnevale, in teoria, sarebbe dovuto cominciare il 15 Febbraio invece inizierà il 14: con un tema come quello dell’Amore, San Valentino non poteva essere di certo lasciato fuori! Includere questa data sarà molto intrigante…Per quanto mi riguarda, quella sera stessa condurrò la speciale “Valentino’s Night, amorosi balli a San Marco” in piazza San Marco, insieme a Federica Cacciola e a Tommy Vee.

 

 

Una coppia al Carnevale di Venezia

I problemi associati all’ acqua alta determineranno mutamenti nell’ accoglienza turistica, misure precauzionali particolari?

Per ciò che riguarda l’acqua alta in particolare no, perché tutto sommato è un fenomeno abbastanza comune dell’inverno veneziano. Ci saranno però degli accorgimenti relativi alla sicurezza, mirati a non intasare la piazza: probabilmente verranno installate delle telecamere che rileveranno il numero di persone presenti e quando si raggiungerà la capienza prestabilita dalle autorità, l’accesso verrà chiuso. E’ sopraggiunta l’esigenza di limitare l’affluenza, anche per ragioni di salvaguardia della città. Venezia ha una pavimentazione secolare, fragile; la grande folla potrebbe danneggiarla. C’è quindi una nuova sensibilità che richiede delle precauzioni specifiche. I limiti posti sono stati studiati per non pregiudicare l’economia cittadina e la quantità di gente che il Carnevale attira. Per i visitatori sarà come addentrarsi in un locale chiuso: quando usciranno delle persone ne entreranno altre, il flusso sarà continuo e ben coordinato. L’invito che è stato fatto a ognuno, poi, è quello di vivere il Carnevale appieno. I veneziani vengono esortati a mascherarsi, a riappropriarsi della festa, perché tutto questo si era un po’ perso con il passar del tempo.

 

 

Tornando al prossimo Febbraio, mi giunge voce che lo inaugurerai con un grande ritorno: l’1 ti accingi nuovamente ad esibirti a Fabriano, la celebre “Città della Carta”, presso l’Aera Club & Place. Che mi dici di questo appuntamento?

Sono molto contento di tornare a Fabriano, una cittadina affascinante e antica. Mi fa piacere che questo locale abbia potuto riaprire i battenti e che abbia desiderato me e la crew, che è quella del Memorabilia  – anche se non potremo utilizzarne il nome per questioni legate al marchio. Però “The Heroes of Piramide”, gli eroi della Piramide, siamo noi e l’evento sarà sicuramente una bella replica di quella serata stupenda che venne fatta due anni fa. Io torno a Fabriano con grande simpatia, per divertirmi e cercare di far divertire gli appassionati con questo genere musicale, la techno, che è ormai un fenomeno di gran successo. Lo era già, ma lo è diventato ancor più dopo la chiusura del Cocoricò. C’è la volontà di non perdere quella memoria, per cui le serate dedicate agli anni ‘90 funzionano benissimo. Indubbiamente il nostro format è il più simile al Memorabilia e, sostanzialmente, quello di maggior qualità. La cosa più bella è che attira un pubblico di età svariate, ma tutti stanno bene insieme nel nome della musica e del divertimento!

 

Il Principe all’ Aera Club & Place nel 2018

Quali emozioni provi nel pensare di riaffrontare un pubblico che, nel Gennaio del 2018, ha letteralmente gremito il Club fabrianese?

Sono felicissimo pensando di stupire chi non mi conosce e di divertire chi mi conosce già! Io con il mio pubblico ho un rapporto straordinario, empatico: divento una sorta di amplificatore delle sue emozioni. Quello che mi interessa è essere un tutt’uno con la gente. Mi sento contento, soddisfatto, forte…Con chi assiste alle mie performance si è instaurato un feeling che non si è mai esaurito, non ho mai avuto il problema di essere fischiato o contestato. Parto con un canovaccio di quello che ho intenzione di fare, ma poi intercetto l’umore che circola in sala per improvvisare: sono al servizio del mio pubblico, e questo la gente lo percepisce. Capisce che sto dalla sua parte, che esalto ciò che desidera vivere, per cui mi ama. E’ un amore reciproco, d’altronde! Il rapporto tra me e il pubblico è magico. Gli sviluppi delle mie performance sono sempre imprevedibili, sempre improvvisati, sempre nuovi. Sfido chiunque a dire che una mia serata è stata uguale a un’altra. Faccio qualcosa di diverso ogni volta perché sono alla ricerca di quel famoso “uno, nessuno e centomila” che è nelle mie corde.

Dopo la tappa fabrianese, cosa bolle in pentola?

C’ è un nuovissimo progetto maiorchino con Francesca Faggella, una bravissima conduttrice sia radiofonica che televisiva. Ci siamo ritrovati a Maiorca e abbiamo pensato di lanciare un format che rievoca lo Studio 54, si chiama “Gloss’n’Glitter“: il 6 Febbraio verrà presentato a Palma di Maiorca con una festa riservata alla stampa, ai vip e agli operatori del settore, poi spero che girerà l’Europa e tutto il mondo. La nostra iniziativa sarà completamente dedicata alla New Disco, un genere ispirato alla musica degli anni ‘80 ma remixata in modo attualizzato sia a livello di ritmica che di sonorità. Francesca Faggella è una dj che fa New Disco da anni e ha già un programma radiofonico a tema su due radio delle Baleari. Quando ci siamo incontrati, abbiamo pensato di creare qualcosa che unisse musica e spettacolo. In “Gloss’n’Glitter” interpreterò Andy Warhol, l’anfitrione di questa festa dedicata agli anni ’80 e molto Studio 54, se vogliamo. Ci saranno 7 ballerini (tra ragazzi e ragazze) che faranno Vogueing, animazione di vario genere, ma la cosa divertente è che il progetto sarà sì destinato ai club, però vorrei che diventasse soprattutto un brunch musicale: è molto di moda e molto chic se fatto nei ristoranti giusti, nei locali giusti. Il format è abbastanza esclusivo, così come esclusivo era lo Studio 54; in seguito, diventerà un evento serale per location alternative. Sono assolutamente entusiasta di “Gloss’n’Glitter”! La presentazione si terrà in un lounge restaurant di Palma, MarChica, che abbiamo scelto come emblema dei luoghi non convenzionali in cui potrebbe svolgersi lo show. “Gloss’n’Glitter” debutterà ad Aprile e andrà in tournée nelle Baleari. Però contiamo che l’Inverno prossimo arrivi anche in Italia e se approdasse a New York, poi, sarebbe davvero il top! Specialmente se avessimo come special guest Grace Jones, che inaugurò proprio il leggendario Studio 54.

 

Il nuovo progetto in connubio con Francesca Faggella, “Gloss’n’Glitter”: molto Studio 54

Concludo con una domanda che sicuramente i lettori di VALIUM adoreranno: qual è l’Augurio che dedichi loro per il nuovo anno?

Il mio augurio vale per tutti gli anni ‘20 del 2000. Vorrei che quello appena iniziato fosse un decennio in cui verrà finalmente rivalutato il rapporto con la natura, soprattutto alla luce dei grandi drammi che hanno sconvolto interi continenti (vedi l’Australia). E poi auguro ai lettori che sia un momento di armonia personale, familiare, sociale…C’è molta confusione attualmente, anche a livello politico. Credo che vadano recuperati i valori base, persi nella fuffa del voler apparire e non del voler essere. Auspico quindi che il 2020 rappresenti l’inizio di un decennio pieno di consapevolezza, di impegno e di serenità con la propria coscienza. Bisogna riscoprire la coscienza, quella vera, quella che porta con sé i valori, per poter cominciare a dire “la mia coscienza è a posto perché sto facendo la cosa giusta per me, per la mia famiglia, per l’azienda per la quale lavoro, per la società e anche per il mondo in cui vivo”. Ecco, il mio augurio è proprio questo: ritrovare la consapevolezza, la coscienza e l’armonia tra il modo di pensare e il modo di essere. Prendere coscienza di chi siamo, di come siamo, di dove e come viviamo. Ritrovare la curiosità di scoprire i propri talenti, i talenti altrui, i propri sentimenti e quelli degli altri. Ed instaurare uno scambio a livello di coscienza a tutto tondo: nei valori, nei talenti, nei parametri…darsi un senso. La vita è temporanea, caduca, le mode cambiano. Quel che conta è l’essenza, l’anima. Auguro ad ognuno di riscoprirsi, di sentirsi più partecipe e più responsabile del tutto. Della propria vita e di quella di chi gli sta intorno. A tal proposito vorrei aggiungere che dall’ Odissea è partita una campagna, “Okkio alla vita”, dedicata alla guida prudente. La maggior parte degli incidenti in cui sono coinvolti i giovani è causata da un uso sconsiderato del telefonino, che distrae il guidatore. Io sono il testimonial di questa campagna che è patrocinata dalla Regione Veneto, ma sta diventando nazionale. Coscienza, dunque, anche nel guidare: perché si è responsabili della propria vita e della vita degli altri.

 

Qualche scatto beneaugurante tratto dal Capodanno all’ Odissea e il Principe durante un’ intervista TV

 

Photo Courtesy of Maurizio Agosti