Il close-up della settimana

 

Una notizia straordinaria, del tutto inaspettata, che ha riempito di gioia i suoi innumerevoli estimatori: Alessandro Michele è appena stato nominato direttore creativo di Valentino. Il ritorno dell’acclamato designer, il cui divorzio da Gucci risale al Novembre 2022, è fissato al 2 Aprile, mentre il suo debutto in passerella è previsto per il prossimo Settembre, durante le sfilate Primavera Estate 2025 della Paris Fashion Week. La curiosità è già alle stelle: che tipo di estetica imprimerà, Michele, alle creazioni della Maison fondata nel 1960 da Valentino Garavani? Sicuramente, la leggendaria casa di moda romana si accinge ad iniziare un nuovo capitolo della sua storia. E siamo in trepidante attesa di ammirare il connubio che scaturirà dall’eleganza e la bellezza mozzafiato dell’heritage di Valentino con la fantasia, le suggestioni oniriche e la magica creatività di Alessandro Michele. Tanto più che il designer, che al timone della Maison di piazza Mignanelli rimarrà nella sua amata Roma, si occuperà per la prima volta anche delle collezioni di Alta Moda. Michele ha espresso parole entusiastiche per il nuovo incarico alla direzione creativa di Valentino. “E’ per me un grandissimo onore essere accolto nella Maison Valentino“, scrive su Instagram. E prosegue: “Sento l’immensa gioia e l’enorme responsabilità nel fare ingresso in una Maison de Couture che ha inciso la parola “bellezza” in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia. A questa storia va il mio primo pensiero: alla ricchezza del suo patrimonio culturale e simbolico, al senso di meraviglia che ha saputo costantemente generare, all’identità preziosissima che i suoi padri fondatori, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, le hanno donato con amore sfrenato.” La nomina del designer romano è avvenuta ad opera di Jacopo Venturini, AD di Valentino, che in un comunicato ha lodato il talento e la creatività di Alessandro Michele, dichiarandosi molto contento di tornare a collaborare con lui: Venturini e Michele, infatti, avevano già lavorato insieme nel periodo in cui lo stilista era alla guida creativa di Gucci. La Maison Valentino ad oggi appartiene al fondo del Qatar Mayoola for Investiments, ma nel Luglio del 2023 il gruppo Kering ne ha acquisito il 30%.

(Nella foto: Alessandro Michele alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2022)

 

Il close-up della settimana

Jeremy Scott con Madonna al MET Gala 2017 . Foto (cropped) di Danilo, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Dopo dieci anni di successi, Jeremy Scott lascia la Direzione Creativa di Moschino. Le strade del designer statunitense e del brand che Franco Moschino fondò nel 1983 si dividono. In molti si chiedono quale sarà l’esito di questa separazione: Scott, infatti, ha saputo egregiamente interpretare lo spirito del marchio. Sembrava impresso nel suo stesso DNA. L’ironia, l’irriverenza e l’estro dell’ indimenticato Franco Moschino (venne a mancare nel 1994) sono gli identici valori di riferimento di Jeremy Scott, che li ha riproposti in chiave ancora più pop e giocosa. La cifra stilistica di Scott, intrisa di una potente vena dissacratoria, mixa elementi camp, personaggi dei cartoon, icone e simboli del consumismo rielaborandoli con straordinaria inventiva. Il senso dell’ umorismo – da non confondersi con il sarcasmo – troneggia in un tripudio caleidoscopico di colori, gioia di vivere e citazioni: da Sponge Bob a Barbie, dalla logomania ai colossi del fast food. In questo vortice rientrano memorabili collezioni, come quella “devastata dalle fiamme” (l’abito che incorpora un enorme chandelier è diventato un cult), ma anche omaggi al cinema di Fellini e al magico mondo del circo. Senza dimenticare l’orsetto adorato da Franco Moschino, che Jeremy Scott ha rivisitato genialmente e tramutato persino in un profumo. Lo stilista, nato nel 1975 a Kansas City, era al timone creativo di Moschino dal 2013 e ha debuttato con la collezione Autunno Inverno 2014/15 del brand.

 

Un look Moschino per la Primavera Estate 2023

Le celebrities lo venerano letteralmente. Tra le sue fan più sfegatate spiccano Rita Ora, Katy Perry, Madonna, Miley Cyrus, Rihanna, Jennifer Lopez e Lana Del Rey, per fare solo qualche nome. Katy Perry, peraltro, non è passata inosservata in un surreale abito chandelier firmato Moschino al MET Gala 2019, l’edizione dedicata al camp. Oggi, Jeremy Scott dice addio al Gruppo Aeffe, la società di cui fanno parte, oltre a Moschino, marchi come Alberta Ferretti, Philosophy e Pollini, con la collezione Autunno Inverno 2023/24 che ha presentato alla Milano Fashion Week. “Sono fortunato ad aver avuto l’opportunità di lavorare con una forza creativa qual è Jeremy Scott. Voglio ringraziarlo per il suo impegno decennale nei confronti della Maison Moschino e per avere lanciato una visione distintiva e gioiosa che sarà per sempre parte della storia di Moschino“, ha dichiarato il Presidente di Aeffe Massimo Ferretti. Scott ha replicato con parole altrettanto entusiastiche: “Questi dieci anni in Moschino sono stati una fantastica celebrazione di creatività e immaginazione. Sono davvero orgoglioso del lavoro che mi lascio alle spalle. Vorrei ringraziare Massimo Ferretti per avermi concesso l’onore di guidare questa fantastica maison.  Vorrei anche ringraziare tutti i miei fans in tutto il mondo che hanno celebrato me, le mie collezioni e la mia visione. Senza di voi nulla di ciò che è stato sarebbe stato possibile.” Per Moschino si chiude, quindi, una vera e propria epopea: con Jeremy Scott, la “brand essence” di cui Franco Moschino aveva dotato il marchio è andata rafforzandosi di anno in anno. Non ci resta che attendere per saperne di più sulle intenzioni e sulle decisioni dell’iconica griffe.

 

 

Il close-up della settimana

Alessandro Michele eletto “Designer Internazionale” ai British Fashion Awards del 2015

La notizia è arrivata improvvisa, come un fulmine a ciel sereno, nella notte tra il 23 e il 24 Novembre: il sodalizio tra Gucci e Alessandro Michele si interrompe, sul rapporto che lega il designer alla Maison fiorentina cala il sipario definitivamente. I rumors si susseguivano da qualche giorno; poi, la conferma. In un lungo post su Instagram, Michele (che proprio oggi festeggia il suo 50simo compleanno) ha raccontato con parole poetiche e con grande sensibilità d’animo il suo divorzio dal marchio del gruppo Kering: “Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa. In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione. A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l’hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso.”, scrive. E conclude con un augurio rivolto alla sua “famiglia di adozione”: “Che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà.” Il post è stato subito sommerso dai commenti. Parole di stima, affetto e solidarietà nei confronti di Alessandro Michele sono arrivate dai VIP e dalla gente comune. Dal 2015, l’anno in cui il designer fu nominato direttore creativo del brand, Gucci è diventato un autentico marchio di culto e ha riscosso un boom di consensi a livello planetario. Michele ha rivoluzionato i codici dello storico marchio mantenendo ben saldo il legame con l’heritage, che ha rivisitato e inglobato nella sua visione: un’ode al gender fluid costellata di contaminazioni vintage ed esaltata dalla glorificazione in chiave eccentrica dello stile nerd. Il pubblico è rimasto conquistato da questo mix sin dalla prima sfilata. Con il passar del tempo, dire “Gucci” e dire “Alessando Michele” è diventato un tutt’uno. Lo stilista romano, diplomato all’ Accademia di Costume e Moda e approdato in Gucci nel 2002, ha saputo conferire un’impronta inconfondibile all’estetica del marchio, che vanta una brand identity potentissima e “portabandiera” del calibro di Jared Leto, i Maneskin, Harry Styles e Achille Lauro. Grazie all’ intuito di Michele,  oggi Gucci è una griffe fortemente riconoscibile, desiderata, eclettica e molto imitata, ma soprattutto dall’ iconicità senza eguali. Negli ultimi sette anni, il successo che ha ottenuto è andato di pari passo con i suoi fatturati. Di recente, tuttavia, i report finanziari hanno evidenziato un rallentamento nella crescita del marchio rispetto all’andamento generale di Kering (che comprende brand come, tra gli altri, Saint Laurent, Balenciaga e Bottega Veneta). Il 23 Novembre scorso, il gruppo capeggiato da François-Henri Pinault ha rilasciato un comunicato in cui annuncia la dipartita da Gucci di Alessandro Michele. Il Presidente e CEO di Gucci Marco Bizzarri ha commentato la notizia ricordando il suo incontro con lo stilista nel 2014: “Da allora abbiamo avuto il piacere di lavorare fianco a fianco, mentre Gucci tracciava il suo percorso di successo”, e aggiungendo che lo ringrazia “per il suo impegno ventennale in Gucci e per la sua visione, dedizione e amore incondizionato per questa Maison unica, negli anni da direttore creativo.” François-Henri Pinault, Chairman e CEO del gruppo Kering, ha definito “unica” ed “eccezionale” la collaborazione tra Gucci e Alessandro Michele. “Sono grato ad Alessandro“, afferma inoltre, “per aver portato così tanto di sè in questa avventura. La sua passione, la sua immaginazione, il suo ingegno e la sua cultura hanno messo Gucci al centro della scena, al posto che merita. Gli auguro tutto il meglio per il prossimo capitolo del suo viaggio creativo. ” Ma perchè questo divorzio? Sono stati ipotizzati motivi come le divergenze stilistiche e il rallentamento di crescita nei fatturati; quel che è certo è che è difficile, molto difficile, pensare a Gucci come a un’ entità separata da Alessandro Michele: l’identità del marchio è talmente inscindibile dall’ immaginario del designer che l’ha forgiata da rendere a dir poco arduo, quasi inconcepibile, un cambio di guardia nella direzione creativa.

 

Foto di copertina: Walterlan Papetti, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, attraverso Wikimedia Commons