Le suggestioni bridal di N.21

 

Bianco e suggestioni bridal nella collezione Primavera Estate 2024 di N.21: se Maggio è il mese delle spose, questi look catturano lo spirito del giorno del sì e lo rielaborano in chiave più che mai contemporanea. Guardando agli anni ’60 inneggiano agli abitini ad A, ai paltò in stile Swingin’ London, alle ballerine a punta, alternandoli o attualizzandoli in un tripudio di trasparenze, pizzi, reggiseni e culotte a vista. I pantaloni, a vita bassa e col risvolto, rimandano agli anni ’90 e si abbinano a due bralette sovrapposte. La jumpsuit adotta una lunghezza mini e si apre su un reggipetto dal sapore rétro. L’abitino sfoggia un inserto frontale in pizzo e si declina in impalpabile chiffon: come la veletta, tempestata di ricami floreali bianchi, che fa da leitmotiv a tutti i look. Il risultato è uno stile che è un concentrato di epoche, tendenze e spunti dove il romanticismo, la femminilità e la sfrontatezza si fondono in un connubio perfetto.

 

 

Sposa d’Estate

 

Sposarsi d’Estate: un’idea vincente, un modo per sbizzarrirsi anche nella scelta delle più disparate location. Il caldo favorisce soprattutto le opzioni open-air, che siano in riva al mare o in scenari esotici mozzafiato. L’abito e gli accessori, come sempre, giocano un ruolo preponderante. Le temperature bollenti, in questo senso, si associano a un ulteriore punto di forza: quello della libertà. Sposarsi a piedi nudi, per esempio, o indossando dei sandali decisamente innovativi rispetto al classico stile bridal. Oppure esibire scolli, tessuti, ornamenti e accessori del tutto particolari, che se in Inverno risulterebbero fuori posto, in Estate descrivono un mood potentemente unconventional. La nuova photostory di VALIUM inneggia proprio a questo spirito, un nuovo modo di vivere il matrimonio: due libertà che nel giorno del sì si compenetrano, diventano complici, fanno squadra, pur senza rinunciare all’ indipendenza individuale.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Quando il ghiaccio si fa arte: l’Ice Hotel di Jukkasjärvi, nella Lapponia Svedese

 

La neve e il gelo di questi giorni ci hanno riportato a contatto con il freddo, quello vero, quello delle temperature che scendono sottozero. Ma non si può negare che anche il ghiaccio abbia il suo fascino. E per immergersi a 360 gradi nella meraviglia invernale esiste una possibilità che a prima vista potrebbe sembrare surreale: soggiornare in un ice hotel. Ne esistono molti nel mondo, ma come potrete immaginare si concentrano prevalentemente nella penisola scandinava. E sono pronti ad offrirvi un’esperienza da fiaba, permettendovi di pernottare in strutture che spaziano dagli igloo a veri e propri castelli di neve dagli interni incantati. Ma come resistere al freddo polare di questi hotel? La risposta è molto semplice: munendovi di un pigiama termico e usufruendo degli speciali sacchi a pelo riscaldati e delle pelli di renna che troverete in ogni camera. Tenete presente che gli ice hotel sono aperti solo nei mesi invernali, generalmente da Dicembre a fine Marzo. Perciò, se l’esperienza vi attira, fareste bene a prenotare il prima possibile!

 

 

Il primo hotel di ghiaccio mai costruito al mondo (e anche il più grande, dato che misura 6000 m2) si trova in Svezia, precisamente nella Lapponia Svedese. Il suo nome è Ice Hotel ed è situato a Jukkasjärvi. Dista 14 km da Kiruna (la città più settentrionale del paese) e 200 km dal Circolo Polare Artico, rispetto al quale è collocato a nord. L’ imprenditore svedese Yngve Bergqvist diede vita al progetto nel 1989: sono state utilizzate oltre 500 tonnellate di neve per la realizzazione della struttura, che viene ricostruita ogni anno e rimane aperta da Dicembre a Aprile. Entrando nel dettaglio, l’Ice Hotel è composto da neve pressata ed enormi blocchi di ghiaccio rinvenuti presso il fiume Torne. A tenere insieme pareti e colonne è lo snice, una miscela di neve e ghiaccio che plasma anche svariate parti dell’ edificio. L’Hotel viene impreziosito, inoltre, dagli oltre 200 cristalli di ghiaccio scolpiti manualmente che sfoggia l’ iconico lampadario della hall. Il risultato finale è straordinario: non è un caso che la struttura, ad ogni sua apertura, vanti più di 50.000 visitatori provenienti da tutto il mondo.

 

 

Esternamente, l’ Ice Hotel è simile a un enorme igloo. Al suo interno, però, sprigiona preziosità pura: le 12 suite che ospita esibiscono sculture glaciali realizzate da 24 artisti internazionali sotto la direzione del comasco Luca Roncoroni, architetto e direttore creativo dell’ Hotel. Tra giganteschi elefanti, pareti intagliate a mò di fiocco di neve, arabeschi, ispirazione Bauhaus e miriadi di imponenti funghi, lo splendore è assicurato. Alle suite si aggiungono 24 camere, con una capienza complessiva fino a 100 ospiti. I letti, di ghiaccio, sono ricoperti di caldissime pelli di renna e sacchi a pelo termici: la temperatura si mantiene immancabilmente entro i 3-8 gradi sottozero. I servizi igienici sono invece collocati a parte, in una struttura “tradizionale” annessa all’ Hotel che contiene anche la tipica sauna scandinava. L’Ice Hotel, sviluppato unicamente a pianoterra, include un atrio molto spazioso, una reception e l’Absolut Icebar, un magico “bar di ghiaccio” sponsorizzato dal brand svedese Absolut Vodka.

 

L’ Absolut Icebar

Ma a partire da quest’ anno c’è una grande novità: una piccola cappella, la “Sala delle Cerimonie”, con panche di ghiaccio rivestite di pelli di renna. Lì, è possibile sposarsi in una cornice insolita e altamente suggestiva. Valutate bene questa opzione, nel caso foste in cerca di una location non convenzionale per il vostro giorno del sì!

 

 

Foto, dall’ alto verso il basso

n.2: la Hall del 2007 con sculture di Jörgen Westin. Foto di Laplandish, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

n.4: l’Absolut Icebar nel 2012/13. Foto di L’Astorina, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, attraverso Wikimedia Commons

n.7: la facciata esterna dell’ Ice Hotel. Foto di Markus Bernet, CC BY-SA 2.5 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5>, attraverso Wikimedia Commons

n.8: la “Banished Dragon Suite” realizzata dagli artisti Valli Schafer & Barra Cassidy. Foto di Laplandish, CC BY-SA 3.0 <http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/>, attraverso Wikimedia Commons

n.9: la suite “Blue Marine” realizzata da Andrew Winch e William Blomstrand nel 2012. Foto di L’Astorina, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

n.10: la suite “Coming out” di Maurizio Perron nel 2008. Foto di Laplandish, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

n.11: particolare dell’ Absolut Icebar. Foto di Markus Bernet, CC BY-SA 2.5 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5>, via Wikimedia Commons

n.12: scultura “Elephant in the room” realizzata da AnnaSofia Mååg. Foto di Bene Riobó, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, attraverso Wikimedia Commons