Le Frasi

 

“Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d’estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.”
(Giovanni Papini)

 

 

La stagione più triste dell’anno

 

“È certo la primavera la stagione più triste dell’anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell’inverno e la focosa maestà dell’estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un’improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un’altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d’acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s’asciuga, tutto s’infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s’accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie.”

Giovanni Papini, da “La spia del mondo”

 

 

La cocenza dell’ amore

 

” Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de’ rinnovati o comincianti amori: e anche questa è leggenda. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell’amore. E semmai l’hanno trasferita all’incandescente estate: già l’antichissimo Esiodo aveva notato che nell’agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l’uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l’amore entusiasmo, l’amore passione, l’amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all’imbecillità e oltre. “

 

Giovanni Papini, da “La spia del mondo”