Sulle Tracce del Principe Maurice – Momenti memorabili di un inizio estate color oro

 

“In estate, di notte, i rumori sono in festa”, scrisse Edgar Allan Poe. Ci saremmo aspettati una frase più dark dal capostipite della letteratura dell’orrore, ma è un’affermazione ineccepibile: ne sa qualcosa il Principe Maurice, che torna ad allietarci con una nuova puntata “sulle sue tracce”. Di cose da raccontarci, naturalmente, ne ha moltissime. A partire dalla performance che lo vedrà protagonista stasera, al Cocoricò di Riccione: un Memorabilia, estivo e spettacolare, che si propone di reimmergerci nei fasti, nelle musiche e nelle atmosfere della leggendaria Piramide anni ’90 insieme a tutte le sue star. E poi l’appuntamento fisso a Le Vele di Alassio, storico club della riviera ligure, dove il Principe si esibisce ogni mese in grande stile nel format StylHertz. Com’è ovvio, non finisce qui. Sapete già che le avventure di Maurice sono ambientate negli scenari più disparati: in questa puntata ci accompagnerà da Palma di Maiorca a Cannes, da Venezia a Atene, da Riccione alla Sicilia, pronto a farci rivivere la magia di eventi unici e straordinari. Impossibile anticiparveli tutti; preferisco che il nostro eroe ve li racconti in prima persona, con la verve e il fascino che da sempre lo contraddistinguono. Non parleremo, però, solo di eventi. Nell’ intervista sono anche presenti un ricordo di Franchino, scomparso il 19 Maggio scorso, e alcune riflessioni sui giovani del 2024 corredate da un messaggio che l’icona del Teatro Notturno rivolge alla Generation Y

 

Il Principe al prestigioso Hotel Carlton di Cannes: leggete l’intervista per saperne di più!

E’ iniziata l’estate, la stagione della massima rigogliosità della natura. Una rigogliosità che riguarda anche la tua vita attuale?

Si, senz’altro, e sono molto contento di questo. È un momento felice, creativo, pieno di belle energie e sinergie nuove, ricco di presenze importanti come alcune che, ad esempio, appartengono alla storia della musica, perché la musica è alla base di tutta la mia vita. E poi, c’è stato il colpo di fulmine con i membri del Maria Callas Estate, che sono i titolari di tutti i diritti della “divina”: poterli incontrare a un gala de La Fenice è stato straordinario e mi ha spinto ad accettare la proposta di un progetto che mi sta molto a cuore. A proposito di progetti, in previsione c’è anche quello, molto importante, del Carnevale di Venezia 2025. Sarà dedicato a Casanova, e dato che sono il Casanova ufficiale della kermesse vestirò i suoi panni come Maestro di Cerimonie. Sto pensando a uno spettacolo nuovo, innovativo e divertente, che non si focalizzi solo sul Casanova libertino ma sul Casanova in quanto personaggio eccezionale del suo tempo. Mi sto impegnando, inoltre, a portare la cultura in luoghi alternativi tipo i centri commerciali: negli Stati Uniti si fa già da decenni, ma in Italia è un format completamente nuovo. Questo tipo di spettacolo mi sta dando molta soddisfazione, a Torino mi sono già esibito in un evento dedicato a Tim Burton organizzato in collaborazione con il Museo del Cinema…Ho tanti stimoli, tanti nuovi impegni. Per me è una sorta di rinascita che non prescinde dai miei valori di qualità artistica e di innovazione: solo conoscendo la tradizione si può innovare. Sono felice, sto vivendo un periodo splendidamente creativo e di fermento notevole.

In che cosa ti sei impegnato, ultimamente?

Ho preso parte a serate bellissime, molto prestigiose, in collaborazione con Delia Grace Noble. Mi sono esibito anche all’estero, come già sapete: per esempio a Dubai. Le mie performance in discoteca, a parte i Memorabilia del Cocoricò, si sono diradate a favore degli eventi privati. Ho anche scritto e studiato tantissimo, perché i miei progetti futuri richiedono una preparazione adeguata. Oltre a tutto questo vado in giro, viaggio, cerco di ritagliarmi dei momenti di svago, perché lo stress è sempre in agguato. Essendo in una fase di fermento creativo, poi, scrivo e compongo; ho ripreso a studiare il pianoforte in modo “serio”, perché negli ultimi anni l’ho un po’ trascurato.

 

Plenilunio ad Alassio, sulla riviera ligure

Mi è giunta voce che hai trascorso qualche giorno in Grecia, di recente…Si è trattato per caso di un viaggio che ha qualcosa a che vedere con la tua adorata Maria Callas?

Sì, si è trattato soprattutto di quello, anche se per me dire Grecia significa ritrovare amici vecchi e nuovi e godere della meraviglia di Atene, una città che è la vera culla della civiltà. Ho avuto più di un incontro con i membri del Maria Callas Estate, e grazie a loro ho partecipato a un meraviglioso concerto-rivelazione: Andrej Gavrilov, un famosissimo pianista russo, lo ha tenuto in un auditorium. Avrebbe potuto riempire il Teatro dell’Opera ma ha voluto esibirsi solo per pochi, per chi lo avrebbe potuto capire. Perché per un musicista come lui, avvezzo a interpretare composizioni di Maestri del calibro di Ciaikovskij, Liszt e Beethoven, dare un concerto sul primo libro de “Il clavicembalo ben temperato” di Bach poteva sembrare un po’ strano. Invece è stato rivelatorio, un vero e proprio concerto-lezione. Il Maestro ha spiegato che Bach, in realtà, aveva scritto “Il clavicembalo ben temperato” per se stesso. Il soggetto è prettamente tecnico, la matematica della musica attraverso la quale Bach voleva comunicare con Dio o l’essere supremo. Alla base c’è la teoria secondo cui l’universo è fatto di fisica e matematica. E Andrej Gavrilov, dal primo all’ultimo brano (un’invenzione a cinque voci che è quasi sovrumano eseguire), ha spiegato che l’opera si incentra su un dialogo tra il grande musicista e l’essere supremo. È stato davvero pazzesco, ho avuto la pelle d’oca dall’inizio alla fine del concerto! Avrei voluto abbracciare il pianista per ringraziarlo delle straordinarie emozioni che mi ha donato. Poi, quando mi ha ricevuto insieme ai membri del Maria Callas Estate, sono riuscito a dirgli che ero rimasto estasiato dalle sue parole, e che anch’io, in passato, ho suonato alcuni brani de “Il clavicembalo ben temperato” al Cocoricò, proponendo a una platea di giovani la purezza che lega matematica e musica: un connubio senza il quale non esisterebbe neppure la techno. Perché è stato proprio Bach a matematizzare la musica, creando il presente e il futuro delle composizioni. A quel punto, è stato LUI che ha voluto abbracciarmi! Mi sono sentito emozionato, molto gratificato. Ho vissuto un momento di grande unione energetica e mentale che conservo tra i ricordi più belli del mio viaggio ad Atene. Lì, tra l’altro, ho avuto l’opportunità di incontrare il direttore artistico e coreografo di fama internazionale Nikos Lagousakos, che dopo aver girato il mondo è tornato in Grecia e ha aperto uno studio di eventi legato alla creazione di contributi tecnologici video musicali; con Lagousakos sto intrecciando una bella collaborazione. La Grecia è speciale, ho avuto anche la fortuna di assistere al famoso passaggio della sabbia del Sahara! Ho trascorso un momento d’oro nel verso senso della parola: ero sul terrazzo dell’hotel dove alloggiavo, affacciato sul Partenone, e la sabbia trasportata dal vento, all’improvviso, ha indorato il cielo. E’ stata una visione quasi soprannaturale, ma quando la doratura si è concentrata sull’Acropoli mi sono sentito addirittura benedetto dagli dei! Sono rimasto molto colpito dalla valenza simbolica di quello splendore. La Grecia ha svelato al mondo la democrazia, la filosofia, la bellezza, la medicina…è un emblema della civiltà; tutta l’energia scaturita da quei luoghi è ancora lì, ed io la percepisco ed assaporo immensamente.

 

Momento d’oro ad Atene

La magia della capitale della Grecia

Il concerto di Andrej Gavrilov sta per iniziare…un evento che il Principe Maurice definisce “speciale e illuminante”

Altri scatti “ellenici”: Maurice insieme a Angelika Papagiannopoulou (foto in alto a sinistra) e Dimitra Papagiannopoulou (foto in alto a destra) del Maria Callas Estate. In basso a destra, la Biblioteca Parnassus: qui si è svolto il concerto del Maestro Gavrilov

La scorsa stagione, purtroppo, è saltata la tua performance al Bohemia di Fabriano. Cosa vuoi dire ai tuoi fan locali per aggiornarli sull’evento?

La data primaverile è saltata per svariati motivi tecnico-burocratici, però posso confermare che tornerò a Fabriano in autunno con molto piacere.

Avendo approcciato l’argomento nightlife, trovo doveroso omaggiare Franchino: la sua morte ha addolorato il popolo della notte di ogni età, che adorava le sue fiabe tra musica e magia. Qual è il ricordo più bello che hai di lui?

Abbiamo condiviso molte serate…tutte belle in verità, a partire dagli esordi all’Insomnia fino al format “coast to coast”. Le sue fiabe e la sua voce ipnotica resteranno per sempre nella memoria e nell’immaginario di chi lo ha incontrato. Era una persona dalla dolcezza infinita, aveva il potere di incitare e rasserenare al tempo stesso. Davvero un unicum nel panorama della notte. Gli ho voluto bene.

E’ esplosa l’estate e immagino che avrai una marea di progetti in vista…

Sì, ma ho cercato di diversificare al massimo le mie attività, un po’ per curiosità e un po’ perché mi piace mettermi alla prova. Perciò non è che abbia chissà quali progetti in ballo, tranne una collaborazione con un locale storico che si è rinnovato in maniera straordinaria: Le Vele Alassio sulla riviera ligure. Mi esibisco lì una volta al mese per tutta l’estate, e l’idea mi piace molto perché la location è davvero incantevole. Poi sarò impegnato con alcune tappe del Memorabilia del Cocoricò, forse ne organizzeremo una anche in esterna come l’anno scorso, tipo Festival. Infine ho in previsione alcune serate con l’Insomnia. Il “coast to coast” rimane il mio imprinting riguardo alla techno e lo voglio coltivare, veder crescere… Last but not least,  ho preso parte a un grande evento durante il Festival di Cannes: si è tenuto all’ Hotel Carlton con il patrocinio del Principato di Monaco ed è stato uno splendido omaggio alla Principessa Grace. Sono state riproposte scene tratte da “Caccia al ladro”, il film grazie al quale è arrivata in Costa Azzurra e ha incontrato il Principe Ranieri…L’evento, voluto da Delia Grace Noble, è stato dedicato alla Fondazione Princesse Grace che si impegna a sostenere i bambini bisognosi. Il Gran Ballo dei Principi e delle Principesse si è trasferito a Cannes per annunciare i festeggiamenti del 70esimo anniversario del film che ha portato l’attrice in Costa Azzurra dove, come in una fiaba, grazie all’incontro e all’innamoramento con S.A.S. Ranieri di Monaco diventò  Principessa. Le scene di “Caccia al ladro”, un inno all’eleganza e allo straordinario glamour di Grace Kelly, sono state proiettate nel salone delle feste del prestigioso Hotel Carlton, dove il gran gala includeva una cena, un ballo e una sfilata sul red carpet del Festival di Cannes. Ho curiosato un po’ alla kermesse cinematografica, che quest’anno mi ha visto protagonista nel ruolo di Maestro di Cerimonie; un giorno, però, spero di tornarci nelle vesti di attore. Ho questo desiderio da tempo, nell’aria c’è già qualcosa ma non posso parlarne. Mi piacerebbe cimentarmi nella recitazione: prima di morire voglio affrontare tutte le sfide possibili e immaginabili!

 

A Cannes per il Grand Ball Des Princes et Des Princesses: l’evento è coinciso con il 77esimo festival del cinema e Maurice ha avuto l’occasione di incontrare vari VIP. Lo vediamo, tra l’altro, con Matt Dillon (seconda foto dall’alto a sinistra)

Il 19 Maggio scorso al Cocoricò è stato inaugurato il MUDI, il primo Museo Discocratico d’Italia. Che ci racconti di questo spazio artistico collocato all’interno del club più leggendario della nostra penisola?

Finalmente c’è stato l’evento di inaugurazione: una giornata intera di performing arts, installazioni, musica sperimentale… Il museo sarà più che altro digitale, ma ero curiosissimo e non vedevo l’ora di poterlo ammirare. Diciamo che mi è piaciuto ispirare il progetto, però ne sono un testimone più che un testimonial. In tali vesti, quindi, ho avuto l’onore di commentare il docufilm “Cocoricò Tapes”, che sta ottenendo un grande successo anche sulle piattaforme internazionali. Sono felicissimo del gradimento che ha riscosso quest’opera molto spontanea, molto cruda ma molto vera. Potete vederla nel sito MYmovies.it

Il Museo Discocratico (MUDI) del Cocoricò di Riccione

Potresti anticiparci qualcosa riguardo alle tue vacanze?

Sono stato in vacanza di recente, perché poi non riuscirò più ad andarci! Mi sono ritagliato una decina di giorni a Palma di Maiorca e ho preso anche troppo sole…La bella stagione mi ha visto e mi vedrà coinvolto in due matrimoni in cui ricopro il ruolo di Maestro di Cerimonie; potrei considerarli quasi delle vacanze, delle occasioni per festeggiare ma anche per impegnarmi nella loro riuscita. Il primo è stato il matrimonio di Guenda Goria e Mirko Gancitano, che io e Flavia conosciamo molto bene: siamo stati a Mazara del Vallo, dove alle nozze è seguita una grande festa a cui ha partecipato tutta la città. E’ stato bellissimo! Il secondo sarà il matrimonio del mio migliore amico, Sasha, che si sposerà il 17 Agosto. Io gli farò da testimone e sarò anche l’organizzatore dell’evento. Sono proprio felice, è un ragazzo in gambissima! La mia estate, in realtà, si preannuncia piena di lavoro e di preparazione al lavoro. La vacanza me la sono regalata a Palma, ma non è detto che non riesca a dedicarmi qualche giorno di relax su un’isola del Peloponneso come l’anno scorso.

 

Esplorando Maiorca fin nelle sue viscere…

Scene da un matrimonio: le nozze tra Guenda Goria e Mirko Gancitano a Mazara del Vallo

Veniamo adesso ai giovani, nei confronti dei quali la tua vicinanza è una costante. Qual è la tua opinione sulla Generation Y? A dispetto di chi li descriveva come eterni adolescenti, stanno cominciando a mostrare i denti e a dimostrarsi molto impegnati politicamente…

Noi eravamo la generazione X, quella della techno: abbiamo espresso libertà e creatività. La generazione Y ha trovato una propria identità, anche politica, perchè non si può non averla. Non è possibile prescindere dalla responsabilità dei giovani, che rappresentano il nostro futuro, nei confronti dei problemi sociali. Spero che questa generazione realizzi l’importanza di questa consapevolezza. La società si è molto disumanizzata con l’abuso dei social, di Internet. Adesso c’è anche l’intelligenza artificiale, che sarà utile ma è molto inquietante…Per cui mi auguro che la generazione Y riesca a riumanizzarsi nel senso più vero, bello e profondo del termine, perché io vedo nei giovani tanto bisogno di amore, affetto, idee e valori. Hanno bisogno di valori veri, le fondamenta di qualsiasi società. La libertà, la dignità e l’amore sono virtù essenziali, e noto che a questo riguardo c’è molta sensibilità: quando io incito i giovani a urlare per ribadire l’importanza di quei tre concetti, provo sempre un forte brivido e una grandissima emozione nel sentirli rispondere tanto entusiasticamente alla mia proposta.

C’è qualcosa che vorresti dir loro, hai un messaggio da trasmettergli?

Siate coraggiosi, non abbiate paura. Siate istintivi, ma riflettete sui vostri metodi di comunicazione. Fate in modo di essere sempre dalla parte del bene e di comportarvi in maniera da non dar adito a reazioni, però siate determinati nelle vostre rivendicazioni. Siate voi stessi, siate quello che è la gioventù: la cosa più bella che esista! Sappiate che avete in mano il vostro futuro e il futuro del pianeta, quindi riprendetevelo senza farvi condizionare. L’intelligenza artificiale può essere utile in tanti modi, ma si rifà a degli archivi e non ha il potere della creatività che avete voi: potrà riprodurre in mille modi e con mille sfumature cose che sono state già fatte dagli uomini, quindi siete ancora più importanti, perché potete creare e ricreare. E poi riproducetevi, perché se nel mondo siamo in troppi non tutti siamo “giusti”: che i “giusti” si riproducano, dunque, e diano vita a generazioni “giuste” come loro!

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

Virginia Frances Sterrett: il talento di un’illustratrice da mille e una notte

Da “Arabian Nights” (1928)

Non conoscevo ancora la sua arte, ma proprio ieri, mentre cercavo un’immagine da abbinare all’estratto da “Le Mille e una Notte”, mi sono imbattuta in una delle sue illustrazioni: è stato amore a prima vista. Virginia Frances Sterrett, nata a Chicago nel 1900, si è imposta come una delle più grandi illustratrici del suo tempo. Eppure ha avuto una vita breve, è morta a soli 31 anni a causa della tubercolosi, e il destino l’ha messa alla prova duramente sin dall’infanzia. Dopo aver perso il padre, si trasferì in Missouri insieme alla famiglia. Ma non si trattò di un trasferimento di lunga durata: nel 1915 era di nuovo a Chicago, dove frequentò il liceo e potè iscriversi subito dopo alla School of the Art Institute grazie a una borsa di studio. Frequentava la Scuola da circa un anno quando sua madre si ammalò gravemente e fu costretta ad abbandonare gli studi. Cercò lavoro per sostentare la famiglia e lo trovò in un’agenzia pubblicitaria, ma ottenne anche un importante incarico: la Penn Publishing Company le commissionò una serie di illustrazioni per il volume “Old French Fairy Tales”, la raccolta di fiabe della Contessa di Ségur. Era il 1920, e Virginia Frances Sterrett si affermò immediatamente come uno dei talenti più abbaglianti dell’arte dell’illustrazione. La tubercolosi, all’epoca, le era stata già diagnosticata. L’anno successivo, la stessa casa editrice le chiese di illustrare “Tanglewood Tales”, un libro in cui l’autore statunitense Nathaniel Hawthorne rielaborava noti miti greci ad uso e consumo dei bambini. Nel 1923 fu la volta di “Arabian Nights” (“Le Mille e una Notte”), l’affascinante antologia di racconti risalenti all’età dell’oro islamica: questo lavoro, che Virginia realizzò mentre la tisi le stava minando la salute completamente, la rese celebre. Le illustrazioni che creò per il volume stupirono il pubblico e gli addetti ai lavori con il loro immenso fascino. I paesaggi, i luoghi e i personaggi sono impregnati di magia, di uno straordinario esotismo. Virginia Frances Sterrett non aveva mai avuto l’opportunità di visitare quelle terre lontane; paesi quali l’ Egitto, la Mesopotamia, la Persia, l’India, la Cina, rivivono nella sua fantasia come evocati da un sogno. “Arabian Nights” fu pubblicato nel 1928 e le tavole a colori dell’ illustratrice di Chicago vennero giudicate un vero e proprio cavolavoro. Tra il 1929 e il 1930, approfittando di un lieve miglioramento delle sue condizioni di salute, Virginia Frances Sterrett si trasferì in California, dove partecipò a svariati concorsi artistici e iniziò ad illustrare la raccolta “Myths and Legends”, un libro che non vide mai la luce: l’8 Giugno del 1931 Virginia morì, stroncata dalla tubercolosi.

 

Illustrazioni tratte da “Old French Fairy Tales” (1920)

 

Illustrazioni tratte da “Tanglewood Tales” (1921)

 

Illustrazioni tratte da “Arabian Nights” (1928)

 

Tutte le immagini by Virginia Frances Sterrett, Public Domain, via Wikimedia Commons

 

La colazione di oggi: la feta, il formaggio epico che compare nell’Odissea di Omero

 

La feta, un tradizionale formaggio greco dalla tipica forma a blocchi rettangolari, è ormai diffusissima anche in tutti i supermercati e i negozi italiani. La sua pasta è morbida ma non troppo, compatta, la crosta è completamente assente. Sulla superficie, il formaggio è costellato di piccoli fori. Generalmente, dato che la feta viene fatta maturare in salamoia, il suo sapore risulta parecchio salato; tuttavia, si presenta più o meno piccante a seconda che venga suddivisa nella varietà “soft” o “firm”. La variante soft, dal gusto delicato, è talmente morbida da poter essere spalmata come una crema: non è un caso che si utilizzi anche per la preparazione dei dolci. La variante firm vanta invece un aroma salato e vagamente acido (ma non privo di un tocco di dolcezza) che viene descritto come un incrocio tra il burro, lo yogurt e il latte di pecora – anche se, in realtà, la feta contiene latte di capra che può raggiungere una percentuale del 30%. Ad intensificare il suo sapore sono accenti speziati simili al pepe e allo zenzero. Il nome “feta”, che affonda le radici nel XVII secolo, in greco significa “fetta”; ciò potrebbe riferirsi alla rottura della cagliata una volta che il latte si è coagulato oppure alla forma del formaggio. Una curiosità: la feta era già presente ai tempi di Omero e viene inclusa persino nell’Odissea, il leggendario poema epico che il poeta greco scrisse tra l’VIII e il VI secolo a.C.

 

 

Nella Grecia antica, i formaggi erano un cardine della gastronomia. La feta veniva prodotta soprattutto a Creta e in Tessaglia; verso la fine del 1400 l’italiano Pietro Casola rimase talmente colpito da questo saporito formaggio da descriverne dettagliatamente la lavorazione e il “riposo” in salamoia per almeno 65 giorni. E’ molto importante dire che, dal 2022, la feta ha ricevuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP): ciò significa che l’utilizzo del suo nome spetta solo alla Grecia e al di fuori di questo paese è proibito assegnarlo a prodotti che presentino caratteristiche simili.

 

 

La feta è un formaggio piuttosto denso di lipidi; contiene anche proteine in quantità e una buona dose di carboidrati.  Abbonda di acqua mentre è poco ricca di lattosio, una bella notizia per gli intolleranti. Chi è affetto da ipercolesterolemia, invece, dovrebbe consumarla con cautela: la feta si ricava dal latte intero e presenta una notevole concentrazione di colesterolo. Le vitamine maggiormente incluse in questo formaggio greco sono la vitamina A e la vitamina B, mentre tra i sali minerali prevalgono il calcio, il sodio e il fosforo.

 

 

Tipicamente inclusa tra gli stuzzichini dell’aperitivo, la feta viene utilizzata come ingrediente base dell’insalata greca e nelle ricette dei dolci. Con la feta, inoltre, i greci farciscono i panini, insaporiscono le frittate e preparano gustosi antipasti. Ma questo formaggio può essere consumato anche durante la prima colazione: ad esempio abbinandolo alle fragole, uno dei più golosi frutti di stagione. Oppure, rendendolo il must di un pasto nutriente ed altamente proteico. Potete accompagnare la feta con il pane ai cereali, con l’avocado, con delle fette o dei cubetti di pomodoro. Il connubio con la frutta, tuttavia, risulta sempre vincente: insieme all’arancia tagliata a fette la feta è una vera e propria delizia, così come con i cubetti di anguria. Esistono mille modi, insomma, di gustare la feta…e vi consiglio vivamente di provarli tutti.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Sogni che diventano realtà

 

Cosa ci fa, in questa foto, il Principe Maurice vestito da Doge? Non era il sommo interprete di Casanova, il leggendario seduttore veneziano? In realtà, la sua metamorfosi ha un senso. Anzi, più di uno: come vedremo, la figura del Doge ricorrerà spesso nella conversazione che riporto qui di seguito. Lungi da me lo spoilerare, lascio a voi la scoperta dell’arcano. Intanto, posso anticiparvi che il Principe ha trascorso una favolosa estate, piena di progetti e a dir poco magica. In questa puntata di “Sulle tracce del Principe Maurice” ci parla di vacanze, eventi mozzafiato a cui ha preso e prenderà parte, prestigiosi riconoscimenti, rivelazioni di stampo esoterico…Una serie di argomenti che ruota attorno ad un unico perno: il coraggio di credere nei propri sogni. Perchè se ci si crede davvero, se per essi si combatte, i sogni poi diventano realtà. E  Maurice ne è l’esempio vivente. A tal proposito, vuole lasciare un messaggio a tutti voi. Quale? Lo scoprirete più avanti, leggendo questa intervista che parla di propositività, amore per la vita e meraviglia…

 

La presentazione di “Cocoricò Tapes” al Pesaro Film Festival

Come definiresti la tua estate?

La definirei stupenda, emozionante. Al di là del disagio climatico, per me è stata veramente un’estate come non mai sia dal punto di vista professionale che delle vacanze che sono riuscito a fare tra un impegno e l’altro! Un’estate da ricordare: mi ha regalato moltissime emozioni ed esperienze bellissime.

Hai partecipato a un’iniziativa straordinaria inclusa nel programma del Pesaro Film Festival: la proiezione di “Cocoricò Tapes” di Francesco Tavella, un documentario dedicato al Cocoricò anni ’90 ed ai suoi protagonisti. Raccontaci tutto, please…vorremmo saperne di più!

La presentazione, un’anteprima mondiale, è stata magnifica. Eravamo nella piazza principale di Pesaro e forse neppure la direzione del Festival si era resa conto di cosa avrebbe comportato la proiezione di questo film: la piazza era stracolma, e di gente che non aveva mai avuto a che fare con il Cocoricò, e di gente che invece aveva vissuto quegli anni in prima persona, perché Pesaro per la Piramide è sempre stato un bacino d’utenza importante. Nell’aria c’era un’energia incredibile. Il documentario è composto al 90 % di materiale storico: vecchie cassette, vecchie interviste digitalizzate ad hoc che costituiscono un memorabilia vero, visivo e importantissimo. Un materiale del quale nemmeno io ero a conoscenza, perché non sapevo che qualcun altro – Renzo Palmieri in primis, direttore generale del Cocoricò durante gli anni d’oro – lo aveva raccolto. Alle interviste storiche sul locale se ne alternano altre, realizzate appositamente per il documentario, a Renzo Palmieri, Giuseppe Moratti e soprattutto a Loris Riccardi, geniale direttore artistico della Piramide negli anni ‘90. La più emozionante è senza dubbio quella di Loris Riccardi, perché la sua avventura con il club è stata (purtroppo) interrotta da una brutta malattia e nessun altro se non lui avrebbe potuto portare avanti il progetto che aveva intrapreso. E’ stato commovente sapere che Riccardi era a Pesaro in occasione della proiezione di “Cocoricò Tapes”, anche se in modo misterioso e clandestino. L’ho ritrovato forse perché anche lui ha voluto farsi ritrovare…Non l’avevo più visto da quando ha avuto quei problemi di salute. Il film, straordinario, è piaciuto molto anche alla critica e adesso  è approdato due giorni fa a Venezia in occasione del terzo anniversario di Rete Cinema In Laguna. Ovviamente ero presente alla proiezione!

 

Con il regista Francesco Tavella

La piazza di Pesaro stracolma in occasione della proiezione di “Cocoricò Tapes”

“Cocoricò Tapes” verrà distribuito nelle sale cinematografiche?

Penso di sì, ma non lo so con certezza perché sono aspetti che riguardano di più la produzione. Quel che è certo è ci sono svariate piattaforme interessate al film. “Cocoricò Tapes” rievoca in modo significativo la storia e il valore del Cocoricò negli anni ‘90, abbinando il lato documentaristico alla cronaca: tutto andava di pari passo, noi eravamo un amplificatore subliminale di quello che succedeva nel mondo.

La locandina del docufilm

A proposito di Cocoricò, è in programma qualche Memorabilia o evento speciale che prevede la tua collaborazione?

Il 9 settembre lascerò per la prima volta nella mia vita la Biennale del Cinema prima della chiusura e della premiazione finale per un Memorabilia che sarà l’apoteosi di tutti i Memorabilia: verrà allestito sul palco speciale del Moto Grand Prix di Misano Adriatico. Sarà un evento molto importante e mi mette anche un po’ d’ansia, perché il palcoscenico è mondiale (come il Gran Premio) e quindi lo spettacolo che abbiamo in mente sia io che Flavia, che preparerà dei costumi ad hoc, si preannuncia maestoso a dir poco. Il fatto che il Memorabilia sia associato alla corsa delle moto è metaforico della nostra corsa alla tensione, al divertimento, al vivere intensamente quel luogo, perciò la location è perfettamente a tema. E’ una metafora meravigliosa, e non dimentichiamo che Valentino Rossi è un fan sfegatato del Cocoricò e dei suoi protagonisti. Questo progetto rientra tra i più importanti della mia fine estate. Per me sarà un grande onore, una grande gioia poter partecipare. Ho il supporto ideale da parte di Flavia per quanto riguarda i costumi e ho convocato i miei artisti migliori. Farò arrivare degli effetti speciali dall’ estero, ma non voglio spoilerare…Posso solo dirvi che la mia performance avrà un imprinting onirico.

Intanto, passando dalla costa romagnola a quella toscana, so che ti sei esibito più volte, anche on the beach, ai grandi eventi dell’ Insomnia Discoacropoli d’Italia…

Sia in collaborazione con Antonio Velasquez dell’Insomnia che con il gruppo della Metempsicosi, sul fronte toscano ho realizzato svariati eventi. Le location erano ambienti pubblici: piazze, borghi toscani di una bellezza incredibile che non conoscevo ancora…E’ stato una sorta di Grand Tour! All’ ultimo degli eventi targato Insomnia, organizzato tra Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta al prestigioso Beach Club Versilia, nonostante la data un po’ “difficile” (lunedì 21 agosto) è accorso in massa uno zoccolo duro di fan di quell’eccezionale fenomeno che è stato l’Insomnia, e per me è stato  emozionante potermi esibire. La Toscana è stata molto presente nella mia estate, devo dire che quest’ anno è un po’ successo quello che succedeva nei mitici anni ‘90: mi sono suddiviso tra la riviera del Tirreno e quella romagnola con grande entusiasmo.

 

Insieme a Antonio Velasquez, ideatore e direttore artistico dell’Insomnia Discoacropoli. Nelle foto sopra, alcuni scatti della tournée in Toscana che il Principe ha effettuato con Insomnia e Metempsicosi

Adesso darò una notizia bomba ai nostri lettori. Mi è giunta voce che stai per ricevere un prestigioso premio, il Premio Internazionale AEREC per le Arti e la Cultura. Si tratta di un riconoscimento ai tuoi meriti professionali: superfluo dire che sia guadagnatissimo. Quali emozioni provi e a quando è fissata la data dell’evento?

E’ previsto per fine anno. E’ stato un fulmine a ciel sereno, non me l’aspettavo! L’ Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali presenta il suo programma annuale al Parlamento, è una delle Accademie più prestigiose d’Europa. Tutto ciò è molto in sintonia con il mio progetto di scambio delle culture di vari paesi, soprattutto per quanto riguarda la club culture e il teatro notturno. Naturalmente, ha giocato un ruolo importante anche il fatto che io sia ambasciatore del Carnevale e delle eccellenze veneziane nel mondo. La premiazione, probabilmente, coinciderà con la chiusura annuale dei lavori dell’Accademia. Verrà organizzato un grande gala a Roma, ma sono in attesa di maggiori dettagli. Questo riconoscimento mi ha commosso…Innanzitutto, ritengo che sia stato recepito il mio messaggio. Perché è a questo che servono i premi: più che il prestigio, servono a dare all’artista la sensazione che ha fatto qualcosa che è stato capito e che rimarrà nel tempo. Per me è una soddisfazione enorme. Io non so cosa merito, so solo che tutto ciò che ho fatto l’ho fatto sempre col cuore e per trasmettere benessere, riflessioni, valori…Questo lo so con certezza e credo pienamente in quello che ho fatto.

 

Con Leonardo, patron di Metempsicosi

Rimaniamo – ma ancora per poco – nell’ ambito professionale. All’ Odissea Fun City di Spresiano stai portando avanti, ogni fine settimana, un Variété d’ Eté insieme a Simon the Prince, al secolo Simone Fucci. Il varietà (a modo tuo, naturalmente) è una delle colonne portanti della tua carriera performativa. Cosa senti di avere più nelle tue corde, di quel genere?

Senz’altro la conduzione un po’ cabarettistica. Io mi rifaccio molto al varietà tra le due guerre, quello post-bellico di Nino Taranto, Totò, Macario…Questi personaggi, raffinati ma comici, presentando numeri di varietà in realtà facevano cabaret. Quindi amo la parte improvvisata di empatia col pubblico quasi completamente improvvisata, e poi cantare. Al varietà posso cantare e lo faccio molto di più di quanto non lo faccia in discoteca. Durante lo spettacolo sono supportato da Simon che a volte si esibisce, è un trasformista straordinario…E’ molto bello, qualcosa che è entrato a far parte del mio curriculum ma scorre anche nelle mie vene. Il dinner show dell’Odissea, con la sua continuità, ci dà la possibilità di attirare un pubblico affezionato di tutte le età. E poi, il supporto tecnico offerto dal titolare (Giannino Venerandi) è totale.

 

La locandina di “Variété d’Eté”

Canzone e cabaret: per il Principe, le carte vincenti del varietà

Simon The Prince

Parlaci delle tue vacanze, in fondo l’estate è anche questo. Hai concretizzato il tuo proposito di effettuare un tour delle isole del Mediterraneo? Quali spiagge hai avuto l’occasione di esplorare, per ritrovare il contatto con la natura che da sempre ricerchi?

Intanto mi sono ritagliato dei momenti per godermi le spiagge dei luoghi in cui mi trovavo, a partire dalla Romagna dove ho riscontrato un forte spirito di rinascita dopo l’alluvione, la consueta qualità dei servizi, un’accoglienza turistica di prim’ordine. La Toscana poi è meravigliosa, e il Salento – che pure conoscevo, ma non frequentavo da un po’ di tempo – lo è altrettanto. Però la vacanza che, a sorpresa, mi ha fatto scoprire qualcosa di fondamentale sulla mia vita è stata il viaggio che ho fatto in Grecia. Per raggiungere Porto Heli, il luogo dove ho trascorso le vacanze, bisogna attraversare tutto il Peloponneso in macchina, passando da Corinto ma soprattutto da Epidauro. A Epidauro si trova il teatro più grande e meglio conservato dell’antica Grecia. Ha posti a sedere per ben 14.000 spettatori. Al centro dell’orchestra c’è una pietra di circa un metro di diametro dove il più flebile respiro emesso dall’oratore veniva udito persino dalle ultime gradinate. Calcola che 14.000 spettatori potevano ascoltare assolutamente tutto senza il supporto di alcuna tecnologia. Già questo, di per sè, è strabiliante! Ma visitando il sito archeologico (Patrimonio dell’Umanità Unesco), mi sono reso conto che il teatro di Epidauro è una parte del santuario di Esculapio. Esculapio è il dio greco della medicina, e il suo santuario comprende vari templi; il teatro veniva utilizzato per la “terapia di gruppo”, uno scambio energetico finalizzato a guarire l’anima e di conseguenza anche il corpo. Così mi sono reso conto di essere una sorta di terapeuta anche di me stesso, nel lavoro che faccio…perciò, grazie al cielo, la mia salute è ottima nonostante la vita a volte stressante che conduco! E proprio lì, nel teatro di Epidauro, ne ho capito il motivo: io sono uno strumento che dà energia e riceve energia dagli altri. E’ una cosa stupenda! Quando ho fatto la prova voce sulla pietra al centro dell’orchestra, l’ho sentita vibrare sotto i miei piedi…Ho provato un senso di benessere straordinario. Questa è stata l’esperienza più importante che abbia mai fatto, sia dal punto di vista culturale che del Grand Tour! Scendendo verso la costa ho poi raggiunto Porto Heli dove ho avuto modo di visitare e vivere l’unicità di uno dei resort più belli del mondo appartenente alla catena Aman (la stessa dell’Aman Venice): il suo nome è Amanzoe. “Zoe” in greco vuol dire vita, quindi “la vita dell’Aman”. Accolto dal general manager Christos Triantafyllopoulos, una persona preparatissima e squisita, ho goduto della magia di questa struttura situata su una collina che domina il mare. Il beach club si raggiunge percorrendo una stradina tra gli ulivi. Che dire? Hanno ricreato l’Olimpo degli dei! E’ semplicemente pazzesca la bellezza di quel luogo, la serenità che ti infonde, la capacità che ha di estraniarti da tutto il bailamme che c’è in giro. Lì puoi ristorare l’anima e il corpo al 100 %! E non ti importa nulla di quello che succede altrove, sei coccolato in qualsiasi modo…Ma soprattutto ti godi una struttura completamente creata con materiali naturali: marmo, pietra, legno…

 

L’antico teatro di Epidauro

La “magica” pietra al centro dell’ orchestra del teatro

L’hotel, un 7 stelle progettato 10 anni fa dall’ architetto Ed Tuttle, è super esclusivo. Può accogliere parecchie persone ma le incontri a malapena, da quanto è ampio. Ci sono giochi d’acqua, oliveti, una natura rigogliosissima…Ogni suite ha la sua piscina privata e il suo giardino! Ti ripeto, l’Amanzoe è l’Olimpo degli dei! Un hotel di lusso, certo, ma non un lusso ostentato: un lusso vero, profondo. Il lusso di non avere lo stress del tempo, un’oasi unica al mondo. Vorrei concludere la mia estate tornandoci per qualche giorno e visitando  la splendida isola di Spetses proprio di fronte a Porto Heli…La Grecia del Peloponneso è stupefacente. Devo dire che il Grand Tour ha effetti molto benefici su di me. Consiglio a tutti di fare viaggi di questo tipo, dei viaggi di scoperta. Ne vale davvero la pena!

 

L’Hotel Amanzoe di Porto Heli, in Grecia: per il Principe, l'”Olimpo degli dei”. La struttura vanta persino un anfiteatro dove vengono organizzati spettacoli in greco antico

Un paio di settimane fa ai avuto la splendida opportunità di esibirti al Panorama Festival, la kermesse salentina dedicata ai più noti dj internazionali…Com’è andata?

Per la prima volta nella mia vita, perché di solito sono io a ricevere le offerte, ho dato la mia disponibilità a partecipare a questo festival, pazzesco, di caratura internazionale, che tra il 12 e il 16 agosto ha totalizzato ben 100.000 presenze. E’ organizzato da Vincent DiFrancesco, il patron del Guendalina Club di Santa Cesarea Terme. Al Festival approdano i migliori dj di tutto il mondo: i più bravi emergenti, i nomi storici che continuano a fare storia… Al Panorama ho intercettato un’energia incredibile, ho incontrato dj che non conoscevo ancora di persona. Amo moltissimo Peggy Gou, tra gli ospiti speciali del Festival… la trovo meravigliosa sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista della cura del look…Combina il fashion con la musica, la musica con la teatralità, perché la consolle è un palcoscenico e ormai l’hanno capito tutti i dj. Tantevvero che mentre si esibiscono si lasciano coinvolgere anche fisicamente, ballano insieme al pubblico che hanno di fronte. Per cui devo dire grazie a Vincent, che ha accettato la mia proposta approdare  al Panorama Festival come virtuale “maestro di cerimonie” della serata finale del 16 agosto:  l’ho introdotta e poi ho lasciato spazio a tutte le star internazionali. ho ricevuto l’entusiastica accoglienza di quell’immenso pubblico, che mi considerava un po’ la ciliegina sulla torta. La torta, deliziosa, l’aveva gustata fino a quel momento e adesso aveva anche la ciliegina! In questi festival non è prevista la figura del vocalist o del maestro di cerimonie, però Vincent mi conosceva e si è detto felice e onorato di avermi lì. Quando seguo il mio istinto sbaglio raramente!

 

Il Principe al Panorama Festival, nel Salento

Hai qualcos’altro da aggiungere al racconto della tua magica estate?

Certo! Ho vissuto due momenti epici in Liguria, il primo nello storico locale Le Vele Alassio. Mi sono esibito insieme a Roberto Molinaro, un dj che non frequentavo da tempo ma con cui ho instaurato una grande sintonia, e al rampante dj Cassimm. Sostanzialmente si è trattato di un one man show perché le dimensioni del club, per renderlo ancora più esclusivo, sono a misura d’uomo, ma ho potuto esprimermi benissimo soprattutto grazie al senso di vicinanza che mi ispirava quello spazio. Poi il titolo del format, ideato dal proprietario e gestore del locale, il dinamico Niccolò Fiori, era “StylHertz”: l’ho trovato fantastico, perché abbina techno e stile in linea con quello che è sempre stato il mio input. Non ho mai voluto coinvolgermi in eventi che non avessero un tocco di stile, di classe, che non facessero riferimento a quel grande teatro che è la moda stessa. Per cui questo nuovo format lo abbiamo inaugurato con un successo strepitoso. Alassio è molto vicino a San Bartolomeo al Mare, la località di villeggiatura della mia infanzia, e ad appena un chilometro di distanza si trova il borgo di Cervo, dove da 60 anni si tiene un Festival Internazionale di Musica da Camera. Lì mi esibii per la prima e ultima volta in quanto concertista in fieri…prima che la vita mi portasse altrove. Quando sono arrivato a Cervo mi sono commosso. Il Festival di Musica da Camera si svolge sul sagrato della chiesa barocca e in altre suggestive location di questo borgo medievale. A Cervo si può circolare soltanto a piedi, si arriva alle mura del castello e poi c’è un saliscendi di caruggi liguri. Ti racconto un aneddoto: appena ho oltrepassato l’arco del paese, ho visto un cartello con su scritto “Memorabilia”!  Era il titolo della mostra dei momenti clou del Festival…Un’ altra curiosa coincidenza è che nel 2023 ricorre il 60simo della manifestazione e io compio esattamente 60 anni! Devo dire che questa estate ho pianto molto, ma di gioia! Ringrazio il cielo per non aver mai perso la mia emotività, e quando mi emoziono non mi vergogno di versare qualche lacrima. Guai a perdere la capacità di emozionarsi, soprattutto per un artista.

 

Nel backstage della performance StylHertz a Le Vele Alassio e a Cervo, l’incantevole borgo ligure dove si tiene un noto Festival di Musica da Camera

Quali sono gli appuntamenti che ti vedranno protagonista in questa fine estate?

Innanzitutto devo annunciarvi una news eccezionale! Ho ricevuto la nomina a rappresentare il Doge nel corteo di imbarcazioni antiche che apre sontuosamente la Regata Storica di Venezia (3 settembre sul Canal Grande in diretta su Rai2 dalle ore 16.00) Questa particolare investitura è arrivata da Ca’ Farsetti nella persona del Consigliere Delegato alla Tutela delle Tradizioni, Giovanni Giusto. Si tratta per me di un sogno che si realizza, perché fin da ragazzino subivo il fascino di quella sontuosa rievocazione dell’arrivo a Venezia della Regina di Cipro Caterina Cornaro (che sarà al mio fianco interpretata dalla Maria del Carnevale 2023). Davvero emozionante… non ho parole per ringraziare di questo onore la mia amata Venezia. Voglio lanciare un messaggio ai lettori di VALIUM: se credete fermamente nei vostri sogni, diventeranno realtà. A me stanno succedendo delle cose che ho sempre sognato. Vorrei che tutti conservassero dei sogni nel cassetto e facessero il possibile per realizzarli! Oltre alla nomina veneziana, ho altre due notizie. La prima è che riuscirò a dare alle stampe il libro sui 50 anni di attività del patriarca della famiglia Venerandi, Renzo, grande imprenditore del mondo delle discoteche. L’uscita di questo volume è per me fonte di grande soddisfazione. L’ho scritto a quattro mani insieme a Luca Colferai, letterato ed editore veneziano. La seconda notizia riguarda la celebrazione dei 30 anni di vita dell’Odissea Fun City, un locale storico, mastodontico, la “città del divertimento”, che è sopravvissuto grazie alla tenacia, al sacrificio e alla genialità di Giannino Venerandi, il figlio di Renzo. I festeggiamenti si svolgeranno in 3 giorni, il 14, 15 e 16 di Settembre. Ci stiamo preparando, perché la discoteca si chiama Odissea e siccome io la Grecia me la porterò nel cuore per sempre, ci riferiremo al poema omerico. L’ antichissimo e meraviglioso viaggio di Ulisse sarà la mia ispirazione. Ogni giornata, poi, verrà dedicata a un decennio diverso – sia musicale che di atmosfere – di questo locale che è uno degli ultimi grandi “contenitori” rimasti e si sta preparando a un’innovazione tecnologica che lo renderà 3.0!

 

In questi scatti Maurice è a Malamocco, sede della costumeria filologica del Comune di Venezia: qui ha dato una sbirciatina all’ Atelier e alle imbarcazioni. Nell’ultima foto, il Principe con il responsabile della costumeria Fabio Barbierato.

Una domanda che conclude l’intervista…”con il botto”! L’80sima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia verrà inaugurata nientemeno che dal Grand Bal de Monte Carlo, dove sarai protagonista sotto la direzione artistica di Delia Grace Noble. Un appuntamento decisamente esclusivo, una sorta di consacrazione della tua figura all’ interno del più importante evento internazionale (oltre al Carnevale) della città di Venezia. Che puoi dirci al riguardo?

Voglio ringraziare Delia per l’affetto, la stima e la fiducia incondizionata che mi dimostra, credo di essermele anche meritate nel corso degli anni. Stavolta l’ispirazione è stata Grace Kelly, poi diventata Grace Grimaldi. E in previsione del 60simo da che Grace Kelly diventò Principessa di Monaco (che ricorre nel 2026) cominceremo sin d’ora le celebrazioni. L’evento sarà patrocinato da Alberto II, con la partecipazione della diplomazia internazionale (tutti i paesi legati in qualche modo al Principato di Monaco saranno presenti con delegazioni, ambasciatori ecc.) e delle personalità del mondo del cinema. Il nostro, però, non è un evento ufficiale della Biennale Cinema 2023, bensì l’evento più esclusivo con cui la Città di Venezia inaugurerà l’80sima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Questo ballo ha lo scopo di implementare l’aspetto mondano della Mostra del Cinema, che era stato un po’ trascurato ma ultimamente sta riprendendo quota, anche perché gli sponsor hanno voglia di visibilità. Il Grand Ball si terrà nel sontuoso salone Marco Polo dell’Hotel Luna Baglioni, dietro Piazza San Marco. Non escludo il flash mob di un gran valzer silenzioso con tutti gli ospiti che si dirigeranno nell’unica piazza di Venezia…Tra l’altro, il 31 splenderà nel cielo la luna blu: si preannuncia un evento da sogno che la Superluna renderà ancora più magico. La magia, d’altronde, è nelle corde degli eventi che organizza Delia Grace Noble, cantante lirica di fama internazionale e ambasciatrice Unicef; il pazzesco parterre di artisti di cui si avvale è il suo valore aggiunto. Giocando in casa, io farò del tutto per dare un tocco speciale al mio ruolo. Probabilmente, anziché i consueti panni di Casanova, vestirò i panni del Doge. Mi sembra giusto che sia il Doge, l’autorità suprema di Venezia, a dare il benvenuto ai Principi e alle Principesse, e che togliendosi il manto e il corno ducale si metta a ballare con i suoi ospiti (come in effetti succedeva in passato). All’evento parteciperanno Vip del mondo del cinema, della politica, della cultura…Posso solo anticiparvi che ci sarà la crème de la crème!

 

Con Delia Grace Noble, direttore artistico del “Grand Bal des Princes et des Princesses”

La locandina del prestigioso evento veneziano che si terrà al Baglioni Hotel Luna

(Photo courtesy of Maurizio Agosti)

 

La colazione di oggi: il pistacchio, dalla Persia alle terre di Bronte

 

D’estate, lo assaporiamo principalmente sotto forma di gelato. Il suo inconfondibile colore è il verde, il gusto che lo caratterizza si abbina ottimamente sia con il dolce che con il salato. Non è un caso che il pistacchio sia il frutto più gettonato tra quelli appartenenti alla categoria della frutta secca. Oltretutto, è ricco di proprietà salutari: i benefici che apporta all’organismo sono innumerevoli, li approfondiremo più avanti. Intanto, scopriamo qualcosa in più sulla Pistacia Vera (questo il suo nome botanico), una pianta della famiglia delle Anacardiaceae che sin dalla Preistoria veniva coltivata in Persia. Oggi è ampiamente diffusa in tutto il Medio Oriente, negli Stati Uniti, in Cina, Afghanistan, Pakistan, India e in paesi mediterranei come l’Italia e la Grecia. Nel Bel Paese, la coltivazione del pistacchio si concentra soprattutto in Sicilia.

 

 

L’ albero del pistacchio misura, generalmente, dai 5 agli 11 metri; è un arbusto caducifoglie dalla fitta chioma. Il frutto, una “drupa”, sfoggia una forma ovale. Il guscio duro ospita un seme oleoso, di colore verde e avvolto in una buccia viola. I pistacchi possono essere gustati in innumerevoli modi: crudi, tostati, salati…si adoperano come condimento o come ingredienti-base per preparare torte, gelati e svariati dolci, ma anche salse, torroni, salumi e via dicendo. Questi semi oleosi sono particolarmente ricchi di calorie (560 per 100 g di prodotto) e di lipidi, ma tutto ciò (se li si consuma con moderazione) non intacca le loro proprietà salutari. I grassi che contengono (circa il 45% per ogni seme) sono  grassi “buoni”monoinsaturi (come l’acido oleico, un Omega-9 contenuto anche nell’ olio d’oliva) e polinsaturi essenziali (come l’acido linoleico, appartenente al gruppo degli Omega-6.) Li affiancano un buon numero di proteine (il 20% di ogni singolo seme), carboidrati (il 27%) e fibre, di cui abbondano. Il lattosio e il glutine sono del tutto assenti, rendendo il frutto l’ideale anche per i soggetti allergici. Il pistacchio è privo di colesterolo, un altro suo punto di forza, mentre contiene molteplici vitamine idrosolubili (B6, B1 e B3) e liposolubili (A, E e K, dalla spiccata funzione antiemorragica). Sono presenti anche svariati minerali, nello specifico il calcio, il magnesio, il ferro, il potassio, il rame, lo zinco, il selenio e il manganese.

 

 

L’acido oleico e linoleico sono efficacissimi per contrastare l’ipercolesterolemia; in connubio con le fibre, gli antiossidanti e determinati minerali, inoltre, svolgono un’azione benefica nei confronti della trigliceridemia, normalizzano i valori della pressione arteriosa e tengono sotto controllo il diabete mellito di tipo 2. Il magnesio è un minerale fondamentale per il metabolismo e scongiura le patologie cardiovascolari. La vitamina E, un potente antiossidante, combatte i dannosi effetti dei radicali liberi; associata ai caroteni e agli antiossidanti polifenoici, è un toccasana per la pelle e la mucosa. Le fibre, presenti nei pistacchi in grande quantità, abbassano la glicemia e riducono i livelli di trigliceridi nel sangue, ma non solo: favoriscono la sensazione di sazietà, eliminano le tossine dal lume intestinale, prevengono la stipsi, incrementano la flora batterica dell’ intestino. Le vitamine del gruppo B sono folati fondamentali per la formazione del sangue e la sintesi di DNA, riducono la stanchezza e sono particolarmente utili alle donne in gravidanza. Passando ai minerali, il fosforo incrementa la salute ormonale e il ferro è un componente chiave dell’ emoglobina. I fitosteroli, molto abbondanti nella frutta secca, contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo “cattivo”.

 

 

Sintetizzando le virtù dei pistacchi, vanno evidenziate: le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie associate alla vitamina E e ai carotenoidi, l’azione protettiva per la vista svolta da carotenoidi quali la luteina e la zeaxantina, l’effetto saziante che compensa l’ abbondanza di calorie e contribuisce a mantenere sotto controllo il peso, la diminuizione dei livelli di colesterolo e della pressione sanguigna, i benefici per l’apparato cardiovascolare, la riduzione della glicemia. E poi, ancora, la regolarizzazione dell’ intestino e il suo benessere, garantiti dalle fibre, il buon funzionamento dei vasi sanguigni grazie alla presenza dell’ aminoacido L-arginina. I pistacchi, insomma, sono un’autentica miniera di salute.

 

 

Come gustare i pistacchi a colazione? Il gelato al pistacchio, lo ribadisco, in estate è una delizia, ma questo frutto può essere assaporato in molteplici modi. Ad esempio, inserendolo nella macedonia. Oppure aggiungendolo allo yogurt, utilizzandolo per guarnire la crostata o il semifreddo. Con la farina di pistacchio è possibile preparare torte e biscotti, la sua granella rende superlativo il tiramisù. In Sicilia, dove la produzione di pistacchi rappresenta una punta di diamante dell’economia locale (la varietà di Bronte ha addirittura ottenuto il marchio Dop, Denominazione di Origine Protetta), troverete il frutto verde ovunque: gelati, granite, cannoli…persino la tradizionale “brioche col tuppo” viene realizzata con glassa e granella di pistacchio. Altre idee? Assaggiate la delizia della crema, del plumcake, dei bignè al pistacchio. E per uscire dai confini italiani, provate il Kadayif: è un dolce turco ricoperto di golosissimi pistacchi tritati. Trovate la ricetta qui.

 

 

 

Le discrepanze del tempo

 

Rimasi a lungo davanti all’Ottica e Orologi di Österberg: su un letto di argentei fili natalizi e neve sintetica, tra piccoli babbonatale che mi pareva di riconoscere dalla mia infanzia, era adagiata una quantità di orologi: sveglie, orologi da polso, graziose pendole, un orologio della nonna, all’antica, cipolloni da tasca e orologini da signora, su cui era impossibile leggere le ore. Contai ventisette diversi misuratori del tempo, e tutti erano in funzione. E nessuno segnava la stessa ora. Uno le due e un quarto, un altro le quattro e venti, un terzo era quasi sulla mezzanotte, o mezzogiorno. Instancabilmente continuavano a ticchettare, ognuno seguendo il proprio tempo, incuranti gli uni degli altri. Nessuno era sbagliato, nessuno era giusto, non c’era né un prima né un dopo. Tutti erano rivolti a se stessi, al proprio meccanismo. Fuori dalla vetrina era lo stesso. Nella neve che cadeva fitta, gli uomini s’incrociavano, scivolavano l’uno verso l’altro senza nessuna vera contemporaneità. Quando uno si risvegliava dai suoi incubi, un altro s’immobilizzava nel ricordo di un giorno d’estate. La neve mi costringeva a socchiudere gli occhi e mi serrai più stretto il collo del cappotto, mi feci un’insenatura di calma all’interno della stoffa e mi ritrovai nel confuso labirinto del mio proprio tempo, mentre procedevo per quella via in cui, una volta, avevo dato il nome a tante cose. Camminavo con il mio passo da adulto e contemporaneamente, con un’altra parte di me, avevo tre anni. La mano che stringeva la borsa teneva al tempo stesso la mano di mia madre, indicava un cono gelato, si liberava da una mischia in Grecia, seguiva le meraviglie di una partitura. Ogni azione del passato generava mille altre possibilità, scorreva a rivoli verso suoi propri futuri. Ed essi proseguono, sempre più numerosi, nelle terre vergini della coscienza, ombre che t’inseguono e vengono inseguite. Non c’è mai requie. “

Göran Tunström, da “L’oratorio di Natale”

 

 

La colazione di oggi: lo yogurt greco, un alto potere evocativo e nutrizionale

 

E’ gustoso, cremoso, fresco…e soprattutto salutare. Dello yogurt greco si fa un gran parlare, ultimamente. A colazione, in estate, è un alimento ideale. Scopriamo subito il perchè. Il suo sapore, la sua pastosità, sono del tutto diversi da quelli del classico yogurt. Rispetto alla produzione di quest’ultimo, infatti, si avvale di un terzo processo di filtrazione: nel liquido eliminato sono presenti grandi quantità di sodio e di lattosio non fermentati dai batteri, per cui la parte solida rimane particolarmente ricca di proteine. Lo yogurt greco, di conseguenza, viene considerato l’ optimum per gli intolleranti al lattosio e per chi necessita di diete iposodiche. L’ alta quantità di proteine lo rende nutriente, grasso e molto denso, mentre il basso contenuto di zuccheri gli dona il tipico sapore leggermente aspro. Un ulteriore metodo di raffinazione, tuttavia, riduce i grassi dello yogurt al 3%: in questo caso, si parla di yogurt greco “light”. Prenderò in esame la versione light poichè risulta meno calorica. I suoi punti di forza sono rappresentati dalle eccellenti proprietà nutrizionali. Gli amminoacidi essenziali, che contiene in abbondanza, hanno un elevato valore biologico. La notevole concentrazione di un minerale quale il calcio apporta benefici alle ossa, ai denti e muscolari, combinandosi con le virtù del fosforo, dello zinco, del potassio e del magnesio. Lo yogurt greco, inoltre, è ricco di vitamine idrosolubili del gruppo B (prevalgono la vitamina B2 e B 12) e liposolubili del gruppo A come il retinolo. Nonostante la sua cremosità, possiede una quantità d’ acqua considerevole grazie ai nutrienti idrosolubili che vengono assorbiti dalle caseine e dal siero durante la terza filtrazione.

 

 

Lo yogurt greco è un alimento assai saziante, ma si adatta perfettamente a quasi tutti i regimi dietetici. L’ esigua presenza di calorie e di grassi, unita alle massicce dosi di proteine, amminoacidi essenziali e a un cospicuo numero di carboidrati, lo rendono uno spuntino must dopo l’ esercizio fisico: tenetene conto se dedicate la mattina al running, al jogging o a qualsiasi altro allenamento. Fare colazione con questo particolare tipo di yogurt, in più, fornisce tutta l’ energia necessaria per affrontare la giornata. E’ possibile abbinarlo a della frutta fresca, ai cereali, al miele, a svariati sciroppi (qualche esempio? Di amarene, d’acero, d’agave…) per arricchirlo di dolcezza. Durante la stagione calda, lo yogurt greco spopola: degustato con le fragole o con i frutti di bosco è davvero il top, ma lo troviamo anche sotto forma di frozen, gusto di gelato, mousse, guarnizione per dessert quali le torte, i tronchetti e i plumcake.

 

 

Piace perchè oltre che risultare delizioso, è un autentico toccasana per l’ organismo. Andrebbe consumato con moderazione solo da chi è affetto da ipercolesterolemia o da obesità. Riguardo alle “curiosità”, invece, ve ne svelo una che vale per mille: lo yogurt greco, in realtà, è uno yogurt tradizionale bulgaro. E viene prodotto negli Stati Uniti in grandi quantità. Ma allora perchè questo nome? E’ presto detto. Si deve alla magia del marketing, che ribattezzando il prodotto “yogurt greco” mirava a potenziarne il fascino evocativo. Associandolo all’ azzurrità e all’ appeal turistico di un paese che ognuno di noi ha già scoperto o si accinge a scoprire…

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Un’estate senza confini

Il Principe on stage con Grace Jones al Meltdown Festival

 

Sono trascorsi mesi dal mio ultimo incontro con il Principe Maurice. Il Carnevale di Venezia è ormai un ricordo (anche se in questa intervista lo rievocheremo), l’inverno si è dileguato così come la primavera. L’estate è arrivata ufficialmente due giorni fa, salutata da un Solstizio bollente in quanto a temperature. E il mood che aleggia sul nostro nuovo appuntamento è senza dubbio spensierato, “estivo” appunto; con la conclusione delle restrizioni anti-Covid, il Principe ha ripreso a viaggiare: si suddivide tra Venezia, Milano, Maiorca e Roma, dove persegue progetti legati al ripristino della bellezza urbana. Il lavoro non gli manca, ma per la stagione calda ha un programma basilare: immergersi nella natura, tornare a godere del sole, del mare, approfondire – in linea con gli intenti del Grand Tour iniziato qualche tempo fa – culture e luoghi associati agli albori delle civiltà classiche. L’ isola di Maiorca rappresenterà la base, il quartier generale dei mesi estivi di Maurice. Nel suo “buen retiro” coniugherà vacanze e iniziative artistiche finalizzate a riaccendere la nightlife, la voglia di vivere e di divertirsi dopo un biennio di obbligato stand by. Il desiderio di giocosità si manifesta anche in un quiz che a voi dedichiamo, lettori e fan di VALIUM. Osservate attentamente la foto qui sotto: immortala una location misteriosa ed esoterica. Qualcuno sa dirci cosa rappresenta e dove si trova il posto in questione? Il primo che indovinerà verrà premiato con un invito a uno show del Principe Maurice da definire in base ai luoghi e ai tempi più convenienti per il vincitore. Un’ occasione da non perdere, che dite? Attivatevi subito e scrivete la vostra risposta nello spazio commenti di questo post.

 

La location misteriosa del gioco a premi di questa puntata: cos’è e dove si trova? Scrivetecelo nei commenti!

Ci ritroviamo dopo qualche mese, ma sembrano passati anni: al dramma Covid, oggi attenuato dalla fine delle restrizioni, si è aggiunto il conflitto tra Russia e Ucraina. Ci stiamo avviando verso un’estinzione di massa?

E’ inquietante come neanche di fronte a una tragedia planetaria come quella del Covid l’uomo non abbia imparato a godere in pace dei momenti di salute e di ritorno alla normalità. E’ molto doloroso, molto avvilente. La verità chissà dove sta, perché c’è una controversia enorme riguardo a questo conflitto. A tal proposito io non mi schiero, non mi espongo, posso solo dire che l’umanità è allo sbando sotto tutti i punti di vista. Non ho paura della guerra perché sono fatalista, cerco di vivere ogni istante al meglio e al massimo, però mi spiace per le giovani generazioni…La situazione è davvero allarmante. Al tempo stesso, però, cosa ci possiamo fare? Per questo mi dico: andiamo avanti, cerchiamo di fare del nostro meglio a livello personale e sociale. Non so dove andremo a finire. E’ tutto molto triste, ma al tempo stesso noto che la società è ormai propensa ad accogliere anche i momenti di distrazione. Abbiamo bisogno di un po’ di respiro, dopo aver penato tanto a causa delle restrizioni!

La tua generazione, così come la mia, non ha mai conosciuto la guerra da vicino. Cosa pensi dello spirito bellico atavicamente insito nell’ uomo?

“Historia Magistra vitae”, ci dice Cicerone citato da Papi e Re. La storia dovrebbe essere una maestra di vita, ma credo che siamo degli allievi poco attenti. Avere uno spirito bellico è insito nella natura dell’uomo, ogni tanto lo notiamo anche nella quotidianità, però è frustrante e inquietante al tempo stesso che pare essere sempre la negatività ad avere il sopravvento sulla positività. Ringrazio il Cielo di avere un’indole benevola, cerco di fare del bene e di accoglierlo quando arriva. Il male già lo subiamo a causa del destino, della sorte, non capisco perché dobbiamo andare a provocarlo! Spero che questo conflitto non diventi mondiale e ancor più devastante come si teme. Sono abbastanza scioccato, infatti ascolto raramente il notiziario: mi rifugio sempre più spesso nel mio mondo speciale fatto di creatività, fantasia, estetica…Cerco di non avvilirmi coltivando il bello che ancora mi circonda. Anche il mio lavoro, se vuoi, è un rifugio. La realtà è quella che è e fa paura, ma va anche affrontata, elaborata.

 

Maurice nei panni di…un Principe alla Expo di Dubai

Ti definisci un pacifista?

Assolutamente sì! A livello personale non sono mai arrivato a prender parte ad una rissa, sono riuscito a discutere con persone con cui sembrava impossibile poter interagire. La calma è la virtù dei forti e ho fatto un gran lavoro su me stesso per averla, e anche la pazienza. Durante le giornate “no” magari un po’ ne perdo, mica sono perfetto, e a volte rispondo male…però mi pento immediatamente e cerco di essere coerente con quello che è il mio vero spirito. Io cerco di risolvere ogni situazione con il dialogo.

Nell’ ultima puntata di questa rubrica ci hai anticipato temi ed eventi del Carnevale di Venezia, tornato in presenza dopo una parentesi virtuale. Com’è andata l’edizione 2022 dell’attesissima kermesse lagunare?

Considerando che si è svolto nel periodo in cui la maggior parte delle restrizioni era in vigore, devo dire che è andata molto bene. E’ stato un Carnevale soddisfacente che ha fatto riaffiorare lo spirito originario della kermesse, quello del teatro di strada: in passato il Carnevale cominciava con un decreto del Doge che permetteva di far spettacolo ovunque, anche al di fuori dei teatri. Il teatro di strada, intitolato “Wonder Time”, quest’ anno è stato protagonista con oltre 100 performance e 1100 repliche su tutto il territorio lagunare e di terraferma. In piazza San Marco, invece, c’era un’installazione molto interessante dove i costumi più belli venivano immortalati e postati sul web in tempo reale. C’è da dire che il corteo acqueo d’apertura sul Canal Grande, “Lux Futura”, ha tolto il fiato anche a me che sono piuttosto “sgamato”! Un altro evento che sarebbe bello poter replicare al di fuori del Carnevale per l’incredibile impatto artistico e scenografico è stato “Nebula Solaris”, programmato e andato subito sold out all’Arsenale tra giochi d’acqua, luci e fuoco. Massimo Checchetto, il Direttore Artistico anche di questa edizione, mi ha voluto nel mio ruolo di Maestro di Cerimonie per il Gala ufficiale al Casinò , che si è avvalso delle scenografie e dei meravigliosi costumi di un’eccellenza veneziana come Antonia Sautter. Ritrovarci è stato magico, soprattutto perché il tema del Carnevale (“Remember the Future”) era nelle mie e nelle sue corde. Lo scenario era surreale, immaginifico, con uno sfondo alla Dalì…Io, infatti, interpretavo Salvador Dalì: avrebbe potuto aver organizzato lui quel Gala. Mi sono divertito enormemente! Non è stato semplice dopo tanto tempo di stand by, ma l’esperienza si è rivelata talmente elettrizzante che solo dopo ho avvertito la fatica. Inoltre, dagli studi di Televenezia , io e Linda Pani (protagonista del Volo dell’Angelo 2020) ci siamo esibiti ogni giorno in diretta per un’ora e mezza: ci collegavamo con i ragazzi dell’Università Ca’ Foscari, che avevamo sguinzagliato per la città allo scopo di ammirare le performance live degli artisti di strada. Sono stati loro la vera anima della festa di quest’ anno! E’ stato un bene riproporre il collegamento worldwide, perché ci guardavano dal mondo intero: dagli Stati Uniti al Canada, dall’ Asia all’ Australia, tutti hanno potuto godersi il Carnevale di Venezia.

 

Alcune immagini da “Remember the Future”, il Carnevale di Venezia 2022. Nella foto qui sopra il Principe è con Linda Pani, nel primo scatto impersona Salvador Dalì

A quali progetti ti sei dedicato, dal Carnevale in poi?

Innanzitutto alla riapertura dei locali: finalmente abbiamo potuto riaprire il Cocoricò. Poi, sto andando avanti instancabilmente con il lavoro teatrale incentrato su me stesso e il mio doppio. Sono sicuro che prima di “tirare le cuoia” sarà un progetto che realizzerò! Dopo essermi avvalso dell’aiuto di uno psicanalista, ho scoperto la chiave del rapporto che mi legava al mio fratello gemello e adesso faccio da me. Anche perché è meno inquietante di quello che sembrava a prima vista; riesco ad affrontare l’argomento in maniera serena, giocosa (sebbene abbia dei risvolti dolorosi). Sarà molto interessante da fruire, a livello teatrale. L’ aspetto tecnologico della pièce sta evolvendo a vista d’occhio: il mio “interlocutore” potrebbe sembrare addirittura in carne ed ossa o quantomeno tridimensionale, non così etereo e fantasmatico come prevedevo. Sarà qualcosa di emozionante sia per me che per il pubblico. Tornando alla tua domanda, mi è capitato spesso di essere coinvolto in spettacoli in cui era richiesta la mia presenza come special guest e di lavorare a contatto con vere e proprie eccellenze artistiche. Mi hanno chiamato per una serie di eventi belli, importanti, con un parterre di partecipanti che mi ha onorato. Un esempio? Durante una serata organizzata dalla Fondazione e dall’ Accademia Giacomo Casanova in occasione del compleanno del celebre seduttore, ho incontrato delle persone meravigliose: i responsabili per il Veneto di Retake, un’associazione che sguinzaglia volontari a ripulire luoghi, sistemare aiuole, rimuovere scritte dai muri imbrattati. Mi hanno chiesto di entrare a far parte del comitato nazionale, così sono andato a Roma e ho partecipato alla loro manifestazione per la Giornata Mondiale della Terra. Speriamo di poter aprire presto una sezione veneziana, per ora il fulcro regionale è Padova. Chi visiterà Venezia e vorrà dedicare un giorno della sua vacanza alla pulizia della spiaggia o dei monumenti, con noi potrà farlo. Sarebbe una fantastica iniziativa finalizzata al ripristino della bellezza. Il 30 marzo scorso, invece, sono stato a Dubai per rappresentare il Principato di Monaco alla chiusura dell’Expo. Avevamo il patrocinio di S.A.S. Alberto di Monaco, e in una location pazzesca abbiamo portato le atmosfere dell’Hotel de Paris e del valzer dei Principi e delle Principesse curato da Delia Grace Noble. Anche se l’attenzione era concentrata sulla Fondazione che il Principe Alberto ha istituito per la salvaguardia del Mediterraneo e degli oceani, Monte Carlo viene immancabilmente associato alla sua attività mondana. Io impersonavo un principe d’altri tempi e con lo stesso costume, a Venezia, mi sono presentato al compleanno di Casanova che ho incoronato Principe delle Donne!

 

Alla Expo di Dubai per rappresentare il Principato di Monaco

Il 3 Maggio scorso sarebbe stato il compleanno di Lindsay Kemp. Mi è giunta voce che sei stato coinvolto in un prestigioso evento associato al tuo mentore…

Andy Fumagalli, voce e polistrumentista dei Bluvertigo, mi ha chiesto di partecipare alla presentazione di un libro fotografico patrocinato dalla città di Monza e realizzato da una fotografa molto attiva nel sociale, un libro incentrato sulla lotta alla violenza contro le donne. Il volume è stato svelato al pubblico durante un evento che abbiamo intitolato “Il mal dei fiori”: il mal dei fiori simboleggia la condizione dei fiori ogniqualvolta vengono trascurati, bistrattati, strappati, impedendo che sboccino e che sprigionino la loro bellezza. Dedicando questo incontro ai fiori ci è subito venuto in mente di contattare Daniela Maccari, l’erede della Lindsay Kemp Company, affinchè potesse mettere in scena la famosa coreografia “Flower”. Un fiore che germoglia e poi fiorisce è un tema che trasuda magia, una metafora dell’argomento trattato nella presentazione. Se le donne sono fiori, dobbiamo curarci di loro come fiori vivi perchè possano sbocciare, però dobbiamo accudirle, non “strapparle”. Io ho condotto l’evento e cantato due canzoni, durante una delle quali ho avuto al mio fianco proprio Daniela  e una straordinaria violinista: H.E.R., un’artista transessuale incredibilmente poliedrica. Quindi avevo accanto i miei due mondi: H.E.R., che si esibisce con il violino elettronico, e Daniela che è teatro puro, un alter ego di Lindsay, in un’ emozionante improvvisazione sulle note di “Libertango” – per cui era come se ci fosse anche Grace Jones! In quel momento ho sperimentato un’estasi totale…Sarò sempre grato a Andy e alla sua compagna Lilya, che hanno prodotto questo evento tenutosi il 21 Aprile nel Salone delle Feste della Villa Reale di Monza. La compagnia di Lindsay Kemp si è poi esibita nella coreografia che Lindsay creò per David Bowie, “Starman”: è stato magnifico, un momento molto intenso e di altissimo spessore culturale.

 

Con Andy Fumagalli all’ evento “Il Mal dei Fiori” tenutosi presso la Villa Reale di Monza

Un bellissimo scatto della Villa Reale by night

L’ esibizione di H.E.R.

Insieme a Flavia Cavalcanti, con cui ha appena festeggiato il secondo anno di matrimonio

Con Daniela Maccari, prima ballerina e coreografa della Lindsay Kemp Company, e la violinista H.E.R. (a destra nella foto)

A proposito di Grace Jones: il 10 giugno l’hai raggiunta a Londra in occasione del Meltdown Festival,  di cui per questa attesa edizione è stata Direttore Artistico. L’ evento era inserito nel programma del Giubileo di Platino della Regina Elisabetta? Raccontaci tutto…

Sono i momenti magici che Grace mi consente di condividere con lei e che ribadiscono l’eternità del nostro amore, della nostra stima reciproca. Un evento meraviglioso dove non solo si è presentata in splendida forma, ma accompagnata da un coro e da un ensemble di violini degni di un’orchestra sinfonica. Oltre ad aver proposto un estratto del repertorio che l’ha resa iconica, ha interpretato in anteprima assoluta due brani della sua ultima produzione “afro tecnologica” in uscita il prossimo autunno. Dietro le quinte c’era molta emozione: per Grace era la prima esibizione senza l’assistenza del fratello Chris, una presenza imprescindibile che la seguiva dagli esordi… È stata grande anche nel superare questa perdita e nel mettere tutta l’ anima nella sua performance, da grandissima artista qual’è. Riguardo il Giubileo, in realtà ti devo dire che il Meltdown Festival esiste dal ’93 ed ha una sua storia prestigiosissima. Pensa che prima di Grace è stato diretto, tra gli altri, da David Bowie e dai Massive Attack, che nel 2008 la invitarono  come ospite d’onore preparando il terreno alla sua direzione di quest’anno. Ciò non toglie che in forma privata un omaggio a Sua Maestà Britannica l’abbiamo fatto, con il cuore che batteva forte per la straordinarietà di questa Sovrana quasi sovrumana, ormai…

 

A Londra, davanti al manifesto del Meltdown Festival

Grace Jones sul palco del Festival

Sul versante Cocoricò, invece, cosa puoi dirci e che notizie puoi darci?

Il Cocoricò sta andando alla grande con una programmazione musicale originale e molto diversa da quella a cui ci ha abituati, ma sempre di altissima qualità. Per esempio il 30 Aprile ha ospitato Peggy Gou, una dj che propone una tech house di una raffinatezza incredibile. Io la adoro…Il 9 luglio, invece, ci sarà un nuovo Memorabilia. Avevamo in programma un Memorabilia extra lo scorso Natale (le prenotazioni sono talmente tante che spesso dobbiamo organizzare degli extra date), ma non è stato possibile farlo. Quindi andrà in scena a Luglio e forse ne proporremo uno anche ad Agosto. La mia partecipazione al Cocoricò è legata soprattutto a questo format, che sento molto nelle mie corde. Finalmente, poi, si ricomincia a parlare del museo della discoteca, un tema intrigante nel quale vorrei coinvolgermi in quanto memoria storica della Piramide. E’ un argomento che la proprietà vuole riconsiderare, perché ne vale la pena. Potrei mettere a disposizione del materiale in mio possesso, immortalato di frequente nelle foto d’epoca. Sarà un museo davvero interessante! Invece il 14 Maggio, a Genova, c’è stata una bella serata organizzata da Antonio Velasquez in onore della sua Insomnia ed io ero tra gli ospiti d’onore. Sono un po’ un testimone di quello che fu, anche se recentemente, con Mauro Picotto (uno dei dj e produttori italiani del genere techno più famosi al mondo), ho preso parte a un magnifico evento che non aveva nulla a che fare con la memoria. Si teneva ad Alba, così ho potuto scoprire tutto il Monferrato che ho trovato di una bellezza indicibile! Mi sto nutrendo di bellezza e anche di simpatia, persino da parte di giovani che non mi hanno mai sentito nominare: è una sfida che mi intriga tantissimo e mi sta dando tantissime soddisfazioni. Il mio habitat è ancora quello notturno, anche se desidererei fare più teatro e cimentarmi in espressioni inerenti ad altri aspetti culturali.

 

Il Principe al Cocoricò in una delle sue mise notturne

Altri scatti della leggendaria Grace Jones al Meltdown Festival di Londra

Come procedono i tuoi viaggi sulle orme del “Grand Tour”?    

Durante la mia trasferta ho voluto guardare Roma con occhi diversi, e ho capito che a fare da trait d’union tra la classicità greca e l’imperium romano è stato soprattutto l’Imperatore Adriano. Ho approfondito la sua figura e ho realizzato che è tutto collegato, tutto molto bello, però l’ambizione romana ha un po’ distorto la purezza delle origini! Quindi il mio Grand Tour, dopo aver toccato Atene, è proseguito a Roma. Adesso vorrei visitare Napoli, ci andrò senz’altro questa estate. E non è detto che non faccia anche un giro sulle coste della Dalmazia e dell’Albania. Sapevi che una parte dell’Albania veniva chiamata l’Albania veneziana? Alcuni prodi della laguna, tra cui dei miei antenati, conquistarono una zona costiera, Durazzo, e vorrei capire che impronte ha lasciato Venezia sia in quei posti che in isole come Creta, Cipro, ZanteFoscolo, infatti, era veneziano ed è nato a Zante. A Roma ho guardato ogni angolo della città con l’occhio del Grand Tour, con emozione, come se lo vedessi per la prima volta. E’ stata proprio una questione di vibrazioni. Il vero Grand Tour non era soltanto un rispolverare la storia, bensì sentire le vibrazioni di chi quella storia l’ha fatta. Ho sviluppato un approccio emozionale alla storia e alla cultura che me le fa godere il doppio! E’ l’unico regalo che mi ha fatto la clausura da Covid: pensare, riflettere…poter tornare a muoversi e a incontrare la gente, adesso, vale molto di più.

 

Zante, l’isola greca che VALIUM ha ampiamente descritto nella rubrica “Il luogo”

Con quali eventi ci delizierai questa estate?

Ci saranno serate qua e là, non c’è una stagione ben definita per tanti motivi. Innanzitutto non ci sono certezze assolute, quindi ho ripreso i rapporti con le realtà baleariche e maiorchine: il “Gloss ‘n’ Glitter” di Francesca Faggella, ad esempio, con la quale voglio implementare la proposta di questa new disco che mi piace tantissimo…Di base, però, vorrei sentirmi abbastanza libero. Se dovesse arrivare la proposta della Terrazza Blue Moon al Lido mi piacerebbe esibirmi in eventi specifici, anziché prendere un impegno continuativo. Sono stato presente al Salone Nautico di Venezia, dove ho curato un evento privato prestigioso. La festa più bella a cui ho partecipato anche artisticamente, però, è stata quella del compleanno “congiunto” di Marco Balich, il produttore degli eventi mondiali più grandiosi, e dei suoi quattro meravigliosi figli la cui somma ha dato il titolo “BALICH 134”. Si è svolto all’Isola della Certosa e se ne parlerà….

 

Maurice alla festa di compleanno del produttore Marco Balich

Cosa hai augurato a te stesso il giorno del Solstizio d’Estate?

Voglio immergermi nella bellezza della natura, dalle Alpi alle Piramidi e dal Manzanarre al Reno! L’ estate è il momento in cui si ha la possibilità di godere di luoghi di vacanza più o meno affollati. Vorrei senz’altro trascorrerla partecipando a serate da organizzare o in cui esibirmi, ma anche e soprattutto prendendo il sole, nuotando, ammirando albe e tramonti…Il Grand Tour, oltre a darci l’occasione di esplorare città e culture, dovrebbe focalizzarsi sulle più profonde sensazioni di armonia con questo mondo, che è meraviglioso sempre e comunque. Poi vorrei diventare un attivista di Retake, un movimento apolitico pieno di iniziative: riprendiamoci la responsabilità e la capacità di mantenere la bellezza, di goderla, per poterla tramandare il più intonsa possibile alle generazioni che verranno dopo di noi. Questo impegno è una novità; mi hanno sollecitato i miei nuovi amici e sono davvero convinto che nella vita incontriamo le persone giuste al momento giusto per le cose giuste!

 

Photo courtesty of Maurice Agosti

Il luogo: Zante, viaggio nell’ isola che diede i natali a Foscolo

 

” Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso…”

(Ugo Foscolo, da “A Zacinto”)

 

Il suo nome è Zante, ma anche Zacinto, o meglio Zakynthos come la chiamano gli autoctoni. Appartiene all’ arcipelago greco delle Isole Ionie (che include anche Corfù, Cefalonia, Itaca, Leucade, Cerigo, Passo) ed ha una superficie di 405 km 2 su cui sono distribuiti 40.000 abitanti. Se amate la natura selvaggia ma non disdegnate la nightlife e il divertimento, Zante fa al caso vostro: è un’ isola singolarissima, ricca di sfaccettature. Secondo la mitologia greca, a Zante nacque Venere; non soprende, dunque, che sia una sorta di paradiso terrestre lambito dal mare più azzurro che ci sia. Leggende a parte, Zakynthos diede i natali al poeta Ugo Foscolo. Non va dimenticato, infatti, che per ben sei secoli – a partire dal 1194 e fino al 1797 – l’isola fu soggetta al dominio della Repubblica di Venezia. Ma quali sono le origini di Zante e perchè le venne attribuito quel nome? Omero fu il primo a citarla in un testo, lo fece sia nell’ Iliade che nell’ Odissea. Si narra che, in tempi antichissimi, la Dea della Caccia Artemide vagasse di continuo nei rigogliosi boschi di Zante, e che suo fratello Apollo solesse decantare la bellezza di quei luoghi accompagnandosi con la lira. In onore dei due Dei venivano organizzati eventi, gare e svariati spettacoli, finchè, tra il 1500 e il 1600 a.C., sull’ isola approdò Zakynthos (il figlio di Dardano, Re di Troia) e la colonizzò. Zakynthos era partito dalla città di Psofida, in Arcadia; a Zante fondò un’ acropoli a cui diede lo stesso nome. Considerato colui che scoprì e popolò l’isola, Zakynthos divenne la sua icona. Appariva sulle monete e si tramutò in una sorta di emblema: era raffigurato mentre reggeva tra le mani un serpente, perchè – come asserivano le leggende – al suo arrivo fece piazza pulita dei serpenti che si addensavano nel territorio. A tutt’ oggi, Zakyhthos (in italiano Zacinto) viene considerato l’ eroe supremo dell’ isola che nel 2011 prese il nome di Zante.

 

 

Omero la ribattezzò “Fiore di Levante”, Foscolo le dedicò un sonetto, “A Zacinto”: le meraviglie naturali di Zante sono state celebrate sin dalla notte dei tempi. Il verde pervade l’ intera isola, le spiagge sono molteplici e collocate in spettacolari insenature, le pareti rocciose cadono a strapiombo sul mare. Il paesaggio è straordinario, caratteristico. Abbondano gli ulivi, i vigneti, le piantagioni di cedri, che fanno dell’ agricoltura una delle ricchezze principali dell’ isola. Tipico di Zante è il corinzio nero senza semi, detto ribes: la coltivazione di questa varietà d’ uva risale a epoche antichissime; secoli orsono, il ribes veniva esportato nel Mediterraneo attraverso il porto di Corinto. Altre risorse sono rappresentate dall’ allevamento degli ovini, da due giacimenti minerari situati a ovest dell’ isola, dall’ artigianato e, naturalmente, dal turismo. Anche perchè Zante è una meta per tutti i gusti. Chi ama il relax e i panorami incontaminati la adorerà, chi è in cerca di mondanità potrà trovare “movida” in abbondanza lungo la costa meridionale. A ovest si concentrano scogliere altissime, nelle zone interne sono presenti luoghi in cui la civiltà sembra non essere ancora arrivata: vecchie mulattiere attraversano un territorio straripante di piante selvatiche e costellato da mulini d’ altri tempi. Il clima, senza dubbio, favorisce questo tipo di paesaggio; a Zante le primavere sono piovose e le estati caldissime, ma secche. E se le temperature raggiungono normalmente i 40-45 gradi, risultano sopportabili grazie all’ assenza dell’ afa.

 

 

Se dovessimo scegliere uno scorcio specifico per identificare l’ isola, punteremmo di sicuro sulla spiaggia del Relitto o del Navagio (in italiano, naufragio). Si trova sulla costa nord-occidentale ed è collocata tra due promontori rocciosi: appare come un’ insenatura di spiaggia bianchissima dove dal 1980 giace il relitto della motonave Panagiotis, che quell’ anno naufragò dopo essere rimasta incagliata in una secca. La vecchia nave arrugginita risalta sul candore della cala, che alterna sabbia e ciottoli: non è un caso che questa location sia una delle più fotografate di Zante. Per ammirarla dall’ alto, e godere al tempo stesso del blu intenso del mar Ionio, basta percorrere un sentiero panoramico laterale alla spiaggia. Navagio Beach, da notare, è raggiungibile soltanto via mare.

 

 

Dato che parliamo di spiagge, eccone qualcun’ altra da non lasciarsi sfuggire. Se amate praticare lo snorkeling, puntate su Makris Gialos: è una spiaggia composta di sabbia e ciottoli situata nei paraggi di stupefacenti grotte subacquee. A pochi passi dal villaggio di Alykes troverete invece la spiaggia di Xigia: su questa cala incassata tra due scogliere rocciose vi sentirete in un vero e proprio angolo di Eden. Il fondo è sabbioso (l’ optimum per chi detesta camminare sui ciottoli), e nelle immediate vicinanze si apre una grotta dove scorre una sorgente naturale di acqua sulfurea. Grazie all’alta concentrazione di zolfo, il mare su cui si affaccia la spiaggia sfoggia una nuance di turchese mozzafiato. Il fondale sabbioso – ricoperto però da numerosi ciottoli –  contraddistingue anche la spiaggia di Limni Keri, un paesino posizionato di fronte all’ isola di Marathonissi. Circondata da un gran numero di pini marittimi e di taverne, questa piccola baia, al tramonto, è impregnata di un’ atmosfera incredibilmente suggestiva. La collocazione alle pendici di Capo Marathia, un maestoso promontorio, fa sì che la spiaggia sia un perfetto punto di partenza per le escursioni nel Parco Marino Nazionale, nell’ isola di Marathonissi e nelle grotte e calette di Capo Marathia. Kaminia Beach si trova nel cuore del golfo delle Tartarughe: il suo fondo di sassi candidi è raggiungibile solo tramite una scaletta assai ripida. Non è il massimo della comodità, ma se adorate le spiagge nascoste vale la pena di farci un salto! Porto Roxa, completamente attorniata dalle rocce, abbina il relax al divertimento sfrenato. Le taverne abbondano e il calar del sole è tutto da ammirare. Non è raro, inoltre, ottenere ombrelloni e sdraio gratuiti in cambio di una consumazione nei suoi brulicanti locali.

 

 

Una visita al Parco Nazionale Marino è imprescindibile. E’ sorto nel 1999 a tutela delle tartarughe acquatiche Caretta caretta, una specie tipica del mar Mediterraneo che è solita nidificare sulla costa sud-occidentale di Zante (si contano circa 1300 nidi l’anno). L’ area del Parco include quattro isolotti situati a sud dell’ isola: Marathonissi, Pelouso e le due isole Strofadi. Le tartarughe, ad alto rischio di estinzione, raggiungono le spiagge ogni mese di Giugno per sotterrare le loro uova nella sabbia. Dopo circa 55 giorni queste si schiudono e i cuccioli si dirigono autonomamente verso il mare.

 

 

Le Grotte di Keri rappresentano un’ ennesima meraviglia locale. Sono posizionate a sud-ovest di Zante, nei pressi del promontorio di Capo Marathia, e si raggiungono solamente via mare tramite barche private o turistiche. Queste grotte si sviluppano lungo la costa a strapiombo, che favorisce una notevole profondità dei fondali: le imbarcazioni, in genere, possono accedervi senza problemi. Nelle grotte con un ingresso molto stretto si può invece entrare a nuoto. In questa zona è consigliabile soffermarsi ad ammirare i Mizitres, due faraglioni uniti da una sottilissima lingua di sabbia alle pareti rocciose del litorale. La spaccatura che squarcia un faraglione rende possibile esplorare quest’area a nuoto osservando le innumerevoli stelle marine che la popolano. Anche sulla costa nord-occidentale dell’ isola è presente una serie di grotte incantevoli. Si tratta delle celebri Grotte Blu, formazioni geologiche che partono da Agios Nikolaos ed arrivano fino a Capo Skinari: una zona ideale per praticare lo snorkeling. Il nome delle grotte si ispira ai particolarissimi riflessi azzurri che l’acqua marina proietta al loro interno. Come avviene per le Grotte di Keri, alcune Grotte Blu sono visitabili con una piccola imbarcazione oppure a nuoto (un metodo riservato ai più esperti).

 

 

Un tour ideale dell’ isola di Zante comprende i luoghi, i paesaggi e gli edifici più disparati: antichi mulini, strade panoramiche, monasteri secolari come, ad esempio, San Giorgio delle Rocce, situato nel paese di Anafonitria. Il complesso architettonico si staglia su un promontorio e vanta una magnifica vista mare. Consta di una torre a base circolare, una serie di alloggi e una chiesetta che i pirati distrussero nel 1553. Successivamente, venne ricostruita in tipico stile veneziano. Un altro monastero molto caratteristico è quello di Eleftherotria, il monastero della Madonna Liberatrice. Si trova nei pressi di Macherado e somiglia ad un castello ricco di torri, archi e merlature. Il tour prosegue a Zante, capoluogo dell’ isola e suo porto principale. Un terribile terremoto rase al suolo la città nel 1953, annientando ogni traccia dell’ antico dominio veneziano. I portici, i palazzi e i luoghi di culto che si rifacevano strutturalmente alla Serenissima vennero riedificati in stile moderno. Le uniche testimonianze risalenti ai tempi che furono sono rappresentate dalla chiesa di San Dioniso (dove vengono conservate le reliquie del santo), la chiesa di San Nicola del Molo, l’ edificio della Banca Nazionale e la piazza di San Marco, un nome scelto non a caso. Imperdibile una passeggiata nei tortuosi vicoli, costeggiati da case con cortili adornati di fiori, e il panorama che abbraccia la baia di Zante. Proprio dietro la città, nel punto più alto della collina Strani, spicca poi un delizioso borgo che circonda i resti di un castello veneziano: merita di essere visitato senza esitazione. E la vita notturna, le discoteche, i pub? Oltre che a Zante, si concentrano a Argassi e Laganas. Quest’ ultima località, situata nel sud dell’ isola, viene soprannominata “la piccola Las Vegas” ed è tutto dire. Nightclub, negozi, hotel e ristoranti si susseguono in un’ esplosione di insegne al neon che accendono la notte di mille colori. I supermercati, i locali e gli esercizi commerciali rimangono aperti pressochè h24 e anche la spiaggia, che si snoda per chilometri e chilometri, è frequentatissima a ogni ora del giorno e, ça va sans dire…della notte! Zante, insomma, è l’isola perfetta per qualsiasi esigenza e qualsiasi stile di vita. E voi, quale aspetto di Zakynthos preferite?