Ritratti dall’Artico

 

La maggior parte di noi li definisce “eschimesi”, ma gli indigeni che popolano le zone artiche dell’America e dell’Asia Settentrionale preferiscono essere chiamati con il nome dei gruppi etnici ai quali appartengono, Inuit e Yupik. Loro, al gelo sono abituati: le terre in cui vivono sono ghiacciate a titolo permanente. Politicamente si autogestiscono e attribuiscono un’estrema importanza all’educazione dei più piccoli. La lotta più grande che si trovano ad affrontare è quella contro i cambiamenti climatici, che hanno causato non pochi mutamenti in uno stile di vita già fortemente condizionato da un’evoluzione economica e sociale sempre più improntata sulla cultura occidentale. Vivono di caccia e pesca, gli igloo sono stati le loro dimore fino a mezzo secolo fa: in quelle cupole composte da blocchi di ghiaccio si mantenevano al caldo grazie a un tripudio di pelli di renna e a lampade al grasso di foca. L’essere in grado di adattarsi a un ambiente così ostile dal punto di vista climatico è il punto di forza sia degli Inuit che degli Yupik; entrambi i popoli hanno saputo abilmente servirsi delle risorse naturali per sopravvivere al gelo. E dal momento che le previsioni meteo imputano al Vortice Polare – un concentrato di aria glaciale derivante dalla calotta artica – le imminenti ondate di gelo, ho pensato di conoscere meglio queste due popolazioni del grande Nord. Oggi, VALIUM dedica loro una serie di ritratti fotografici che catturano volti, stili di vita e soprattutto emozioni.

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

Luna Piena della Neve: il fascino potente della Microluna in arrivo il 24 Febbraio

 

Domani, tutti con gli occhi puntati verso il cielo: è in arrivo il plenilunio più magico di Febbraio. Non si tratta, però, di una Superluna. La Luna Piena della Neve (questo il suo nome) sfoggia un fascino altrettanto potente di una luna al perigeo, ma la sua è una bellezza che va oltre le dimensioni. Alle 13.30, quando raggiungerà la fase di piena, il satellite della Terra disterà da quest’ultima 405.085 km; ciò significa che sarà prossimo all’apogeo, il punto di maggior lontananza che intercorre tra l’orbita lunare e il nostro pianeta. La Luna della Neve può essere considerata quindi una Microluna: il plenilunio apparirà minuto, pur mantenendo un’intensa luminosità. Potremo ammirarlo in tutta la sua pienezza al calar del buio, quando l’oscurità ne esalterà il fulgore. Naturalmente, sarà essenziale che il cielo sia sgombro di nuvole.

 

 

Ma da dove deriva il nome di Luna Piena della Neve? A battezzarla così fu la tribù di nativi americani dei Dakota, che si ispirarono agli scenari innevati in cui fa solitamente la sua comparsa. E’ curioso constatare che i Cherokee, il gruppo etnico più numeroso del Nord America, la denominarono invece Luna della Fame o Luna Ossuta. In Inverno, infatti, quando la neve e le temperature polari ostacolavano la caccia, patire la fame era quasi la regola. Gli antichi Celti mantennero il collegamento con il gelo stagionale dandole il nome di Luna di Ghiaccio, mentre altri popoli indigeni dell’America settentrionale l’appellarono in svariati modi: Luna dell’ Aquila, Luna dell’Orso Nero…L’orso più diffuso da quelle parti, non a caso, dà alla luce i suoi cuccioli proprio a Febbraio. I Cinesi, dal canto loro, chiamarono il plenilunio del secondo mese dell’anno Luna Piena dei Germogli, associandolo a un’idea di rinascita che anche gli Hopi attribuirono alla Microluna; per il popolo indigeno amerindo stanziato in Arizona era la Luna della Purificazione o del Rinnovamento, una definizione che probabilmente indicava l’imminente risveglio della natura.