Calici di Stelle, l’evento dell’estate che coniuga il vino con il mito, la cultura, la convivialità e l’astronomia

 

Ricordate Cantine Aperte, l’iniziativa organizzata annualmente dal Movimento Turismo del Vino? Su VALIUM  ne ho parlato proprio lo scorso Maggio (rileggi qui l’articolo). Bene: questa straordinaria festa dedicata al vino ritornerà a brevissimo in versione serale/notturna ed estenderà la sua durata ad un intero mese. Calici di Stelle, così si chiama la kermesse, verrà inaugurata il 27 Luglio e si concluderà il 25 Agosto, coinvolgendo le più prestigiose cantine e zone vinicole d’Italia. L’edizione 2024 è a cura del Movimento Turismo del Vino in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città del Vino e sarà incentrata su quattro temi: il primo, Mitologia“Bacco e il vino” e “Astronomia e costellazioni”, celebra il connubio tra mito e cultura e fa della stella Vindemiatrix la sua protagonista. Il nome, in latino, significa “colei che raccoglie l’uva”; inclusa nella costellazione della Vergine, Vindemiatrix è un astro misterioso che diventa invisibile una volta che l’uva è giunta a maturazione. Scienza e agricoltura, il secondo tema, approfondisce i sistemi di allevamento della vite e il processo di produzione del vino in base alle fasi lunari e agli influssi stellari: l’utilizzo di strumenti ottici quali telescopi e canocchiali rappresenterà il valore aggiunto di questo focus. Non va trascurato, inoltre, che il 19 Agosto la Superluna Blu farà la sua apparizione. Il terzo tema ha come titolo Cultura e Tradizioni; l’intento che si propone è quello di alternare gli eventi enologici a iniziative culturali come le mostre, le esibizioni live e i giochi di società adatti a grandi e piccini. Uno su tutti? La caccia al tesoro. Esperienze Sensoriali è il quarto tema ed è un autentico omaggio agli amanti non solo del vino, ma anche della natura: sono previste passeggiate in mezzo al verde, momenti dedicati allo yoga e alla meditazione all’interno dei vigneti, picnic con vini delle cantine locali e prodotti tipici della zona. L’intera edizione sarà all’insegna del legame che unisce il mito, la scienza e la cultura. A fare da sfondo, il cielo stellato e tutto il fascino che anima la notte estiva.

 

 

Con Calici di Stelle, il nuovo Consiglio d’Amministrazione del Movimento Turismo del Vino lancia la sua prima iniziativa: un’ode ai vini italiani, vere e proprie eccellenze del nostro paese, che si prefigge di divulgarne la pregiatezza presso appassionati vecchi e nuovi. Ma c’è un target ben preciso a cui, in particolare, si rivolge la manifestazione; è composto dai turisti, da chi adora la natura e gli spettacoli astronomici. Un interesse, quest’ultimo, che si è diffuso soprattutto in seguito all’apparizione dell’aurora boreale nel Bel Paese due mesi fa: da allora, la passione per il firmamento e le sue meraviglie ha coinvolto una larga fetta di popolazione, e in molti hanno richiesto di poter contemplare le stelle nei vigneti delle aziende vinicole delle nostre regioni. La suggestività dei luoghi e la scarsa presenza di inquinamento luminoso rendono le vigne gli osservatori ideali. Il Movimento Turismo del Vino non poteva che accogliere positivamente la proposta, arricchendola di eventi e appuntamenti che renderanno unica questa straordinaria kermesse: un magico iter che fonde natura, cultura, tradizione, astronomia e convivialità.

 

 

“Quest’anno abbiamo deciso di proporre un ventaglio di proposte perché i wine lover abbiano la possibilità di partecipare a più eventi trovando sempre suggestioni diverse. Questa soluzione permette alle cantine associate ad MTV di sviluppare eventi collettivi o individuali sia nei centri storici che in mezzo alle vigne e di rivolgersi a target diversi“, dichiara la neo Presidente del Movimento Turismo del Vino Violante Gardini Cinelli Colombini nel sito dell’associazione. “E’ il grande evento dell’estate, l’appuntamento clou dell’enoturismo, da Nord a Sud: i nostri comuni sono pronti ad accogliere i tanti turisti e wine lover, animando i centri storici, nel migliore dei modi, incentivando la cultura del vino di qualità, del bere consapevole e delle tante realtà enologiche che possiamo vantare in Italia.”, aggiunge Angelo Radica, Presidente di Città del Vino.

 

 

Preparatevi quindi a dedicare un mese intero alle delizie della bevanda di Bacco, immergendovi in location e attività decisamente mozzafiato: vigneti, borghi, centri storici, aree dall’incredibile rigogliosità naturale e tenute agricole  saranno gli scenari di un’ampia gamma di eventi che soddisferanno un pubblico di ogni età.

 

 

Per aggiornarvi sui programmi delle varie regioni e città, consultate periodicamente i siti del Movimento Turismo del Vino, delle associazioni regionali di MTV e di Città del Vino (cliccando sui nomi verrete reindirizzati ai rispettivi link).

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato sono la “Città Europea del Vino 2024”

 

Autunno è anche uguale a vendemmia, uva, buon vino; ne abbiamo parlato spesso qui su VALIUM, di recente. E a tutti gli amanti del vino (ma non solo), oggi annuncio una bella notizia: la “Città Europea del Vino 2024” sarà italiana, più precisamente piemontese. Il riconoscimento, istituito da RECEVIN (Rete Europea delle Città del Vino), è andato infatti a 20 città comprese tra l’ Alto Piemonte e il Gran Monferrato, ed è stato consegnato il 4 Luglio scorso ai componenti degli enti territoriali locali in una sala del Parlamento Europeo di Bruxelles. Per tutto il 2024, dunque, nelle provincie di Alessandria, Biella, Novara, VCO e Vercelli si snoderà un ricco programma di degustazioni, convegni, incontri ed eventi vari che inneggerà alla produzione vitivinicola delle colline piemontesi. Enti, atenei, consorzi, imprese e realtà commerciali saranno coinvolti in una serie di iniziative, collaborazioni (anche a livello internazionale), ricerche di mercato ed approfondimenti focalizzati specificatamente sul territorio e sulle sue risorse enologiche, ottenendo un enorme riscontro in tema di promozione turistica e di vini pregiatissimi: pensiamo solo al Ghemme, al Gattinara, al Bramaterra…e ancora al Grignolino, al Barbera, al Dolcetto. Vantano tutti origini antichissime e un sapore corposo, intenso; sono considerati le icone della cultura eno-gastronomica delle rispettive aree di provenienza.

 

 

In lizza per il riconoscimento europeo erano anche Montepulciano (Siena) e San Clemente (Rimini), ma la “squadra” dei 20 comuni piemontesi ha avuto la meglio grazie (anche) alla propria motivazione: la documentazione prodotta dal Comitato Promotore, presieduto da Mario Arosio, ha persuaso il Consiglio dell’ Associazione Nazionale Città del Vino – che si occupa della selezione delle candidature – a puntare sul Gran Monferrato e l’Alto Piemonte. I comuni che fanno parte della “cordata” sono Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco.

 

 

Ma qual è la città che detiene attualmente lo scettro di “Città Europea del Vino”? Anche in questo caso si tratta di un agglomerato di comuni: per il 2023, il network RECEVIN ha eletto il Duoro (la storica zona vinicola portoghese) “Città Europea del Vino 2023”. Ne fanno parte 19 comuni.

 

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

Quando il design incontra la creatività visionaria: a tu per tu con Valentina Guidi Ottobri

Photo by Matteo Carassale

Festa del Lavoro a parte, il 1° Maggio  coincide per lei con una data speciale: quella del suo compleanno. Classe 1988, fiorentina, Valentina Guidi Ottobri si accinge infatti a spegnere 29 candeline. Questa intervista, oltre a tracciarne un ritratto, vuol essere dunque una dedica ad un giovane e già affermatissimo talento creativo italiano:  travolgente, entusiasta, intuitiva, Valentina è da tre anni la Home buyer di Luisaviaroma, ma il suo ruolo spazia attraverso skills trasversali che mettono in gioco a 360° la sua inventiva.  Negli editoriali che concepisce per il brand, l’ interior design si interseca con la moda e con l’ arte in maniera costante, come ad instaurare un’ inedita dimensione estetica. Suggestioni, reminescenze, una miriade di spunti ispirativi affollano l’ immaginario di questa ventinovenne con un senso dello stile innato e l’ estro nel DNA: figlia di un architetto anticonformista e discendente da una famiglia di collezionisti d’arte, Valentina ha respirato creatività e amore per il bello sin dall’ infanzia. Oggi, con esperienze professionali che approdano al design dal fashion world, mette le sue doti al servizio di progetti innovativi e di un “mecenatismo” che la vede coinvolgere i new talents in iniziative e mostre delle quali è curatrice.  Il “fiuto” non le manca, e insieme all’ empatia rappresenta uno dei suoi principali atout. Non è un caso che, nonostante i traguardi raggiunti, “altezzosità” sia un vocabolo a lei sconosciuto: la fame di conoscenza, lo spirito eclettico, la continua ricerca di stimoli la tengono costantemente connessa all’ universo che la circonda. Un universo che non contempla preconcetti nè barriere di sorta. Prima di dare il via alle domande, non mi resta che concludere con un “Buon Compleanno, Valentina!”

Come è iniziata la tua avventura in LVRHome?

La mia avventura inizia quando il proprietario di Luisaviaroma, Andrea Panconesi, approva il mio progetto dedicato al mondo del design. Il reparto Home di LVR rappresenta una visione “lifestyle” che ci siamo voluti conquistare. Prima che iniziassi il mio progetto, Luisaviaroma vendeva solo moda. Dal punto di vista creativo ho dovuto inventarmi un nuovo story-telling che unisse moda e mondo arredo, fatto, per come lo intendo io, da oggetti iconici. Oggetti che, anche da soli, raccontano una storia. Ne è uscito fuori qualcosa di inconsueto e al tempo stesso molto potente.

Tra queste tre definizioni: “visionaria”, “creativa”, “innovatrice”, qual è quella che più ti si addice?

Con la mia immaginazione sono capace di creare mondi paralleli dove mi piace passeggiare per molte ore del giorno e della notte. Cerco di possedere ogni sogno per far sì che le ispirazioni mi restino stampate nella mente. Le idee sono tutto, mi inebriano con la loro magica atmosfera e mi danno l’energia necessaria per trasformarle in qualcosa di reale che abbia il loro stesso aspetto. Per rispondere alla domanda, visionaria.

Qual è il tuo approccio nei confronti dell’home design? Quali sono gli atout su cui punti e quali gli obiettivi che ti prefiggi?

I punti che caratterizzano il mio progetto sono certamente il rapporto privilegiato con i designers e gli shooting che si distinguono per la loro visione life-style tra moda e design. L’obiettivo più grande adesso sta nel conquistarci il mondo degli architetti e degli interior-designer.

Come nasce, per te, l’ispirazione?

Viviamo in un’era di contaminazioni. Arte, moda e design si contaminano a vicenda attraverso simboli ed espressioni. I miei lavori creativi riflettono la convivenza di percezioni visive derivanti da questi 3 settori. Poi ci sono i film, una delle mie più grandi passioni. I miei registi preferiti sono Woody Allen, per l’ironia con la quale dissacra ogni luogo comune, David Lynch tra  incubi sperimentali e loop ossessivi, Fellini per il suo romanticismo e Herzog con la sua poetica rarefatta.

Il tuo CV include anche un’esperienza a Mumbai, in India, nelle vesti di stylist per Marie Claire. Come hai vissuto quel periodo e cosa ti ha lasciato dentro?

Il periodo in cui vivevo a Mumbai è stato uno dei più estremi e appassionati della mia vita. Abitavo a Juhu e ogni mattina per andare in redazione prendevo un “Tuk-tuk”. Da quel piccolo mezzo così rumoroso e aperto si poteva godere di tutto quello che capitava in strada. Odori, colori, suoni, sbadigli, risate, preghiere, mercanzie, street food, è tutto molto intenso. All’inizio è uno shock vedere bambini storpi che chiedono l’elemosina, corvi che mangiano i cadaveri dei cani, le mucche, le galline, il traffico, lo sporco, la folla, il cibo cucinato per terra. Solo in seguito ti rendi conto che non c’è niente di pericoloso in quel disagio ma che la vita indiana si svolge per la strada. Solo allora inizi ad appassionarti ai dettagli che si stagliano in mezzo al caos: gli occhi neri intensi di donne bellissime , i colori sfavillanti: il verde mela, il fuchsia, il giallo, il rosso, l’arancio, e poi i canti che provengono dai templi, i fiori e i gioielli.  L’India mi ha lasciato tanto, tante emozioni e suggestioni di cui cerco di far tesoro ogni giorno.

Ritratto by Chiara Rigoni

Trend nel design e nel fashion: la “velocità” è un leitmotiv comune?

Il mondo del design è molto più lento rispetto alla moda, vive di un gusto più autentico e canoni estetici più definiti. Ci sono tanti prodotti che una volta comprati durano per sempre.

Da sempre sei impegnata nel sostegno dei talenti. In che direzione sta andando questo tuo percorso?

In Italia abbiamo tanti giovani talentuosi, a cui non viene dato lo spazio che meriterebbero. Non esistono dei veri e propri direttori creativi, come nel mondo della moda, strapagati e in grado di decidere su tutto. Nel design i creativi disegnano prodotti molto diversi tra loro seguendo gli obiettivi delle diverse aziende per cui lavorano e guadagnando, nella maggior parte dei casi, royalties bassissime. E’ da questa carenza che nasce la mia idea di progetto per LVRHome: dare modo ai designer di firmare il proprio catalogo ed uscire con il proprio nome accanto ai brand più celebri come Flos, Kartell, Fornasetti, Vitra. Queste capsule collections sono frutto molto spesso di auto -produzioni o piccole produzioni in collaborazione con vari artigiani che sono loro stessi a trovare. Online si trovano già le collezioni di:

CTRLZAK
Lanzavecchia + Wai
Marcantonio Raimondi Malerba
Matteo Cibic
Maurizio Galante
Vito Nesta
Zanellato e Bortotto

Prossimamente si aggiungeranno anche: Marco Parmeggiani, Federico Pepe, Elena SalmistraroLorenza Bozzoli. Con tutti loro ho dei buonissimi rapporti, li stimo molto e in alcuni casi sono nate delle vere e proprie amicizie. Mi faccio “paladina” dei loro interessi e nel prossimo futuro vedo progetti ancora più grandi fatti in collaborazione con Gallerie e Fondazioni legate all’arte con installazioni a giro per il mondo.

Photo by Matteo Carassale

Il connubio tra arte e design è una costante che si traduce anche nella tua attività di curatrice. Che ci racconti al riguardo?

Il lavoro come curatrice non è troppo lontano da quello che faccio come Creative Director, quando mi chiamano per realizzare una campagna pubblicitaria o per una consulenza. Costruisco un mondo e poi lo descrivo. Quello che più mi appassiona è un concetto espresso in modo totalizzante. E’ la persecuzione di un’ideale estetico e/o culturale che si manifesta con un risultato unico, coerente in ogni dettaglio. A giugno curerò una mostra sulla defezione estetica, il tradimento della forma e la rivalutazione dei contenuti. Si intitolerà DIVINA SPROPORZIONE e tratterà diversi temi: la vecchiaia, la malattia, gli Dei , la mitologia in un parallelismo tra classico e contemporaneo.

Oggi festeggi il tuo 29mo compleanno ed io, oltre a farti un mondo di auguri, ti chiedo: qual è il tuo bilancio? C’ è qualcosa che vorresti aggiungere, variare, eliminare nella tua traiettoria esistenziale (o professionale, a scelta)?

Happy b.day to me! Sono felice di quanto raccolto e imparato fino a qui. C’è ancora tanto da fare e e questa inconscia consapevolezza mi crea molto entusiasmo e voglia di mettermi alla prova.

Photo courtesy of Valentina Guidi Ottobri

Per saperne di più:

www.valentinaguidiottobri.com

www.luisaviaroma.com

“Photography: 4 ICONS” da oggi in mostra a Bologna

Rajasthan, India, 1983 © Steve McCurry

 

Chi ama la fotografia d’Arte, e sottolineo Arte con la A maiuscola, non può lasciarsi sfuggire questo appuntamento imperdibile: a Bologna, negli spazi di ONO Arte Contemporanea in via Santa Margherita 10, è fissato alle 18,30 l’ opening della mostra Photography: 4 ICONS. Steve McCurry, Christian Cravo, Gian Paolo Barbieri, Eolo Perfido.  L’ esposizione, organizzata da ONO Arte in collaborazione con Sudest57, fino al 27 Maggio 2017 metterà a confronto 4 grandi Maestri della fotografia contemporanea evidenziando le concezioni e gli stili tramite cui si approcciano all’ espressione artistica.

Italy; 2012© Steve McCurry

STEVE MCCURRY, uno dei fotografi più autorevoli al mondo, è solito utilizzare forme e cromie quasi di stampo pittorico. Le sue foto raccontano storie: i suoi celebri ritratti, con i protagonisti che puntano immancabilmente lo sguardo verso l’ obiettivo, racchiudono un vero e proprio universo di eventi e di percorsi: spetta a McCurry il compito di indagarlo a fondo. La sintesi è il denominatore comune dei suoi paesaggi e dei suoi scatti di reportage, dove “natura” e “uomo” incarnano una dicotomia costante tra “naturale” versus “artificiale”.

Jodhpur, Rajasthan, India, 2007 © Steve McCurry

 

EOLO PERFIDO è ritrattista, fotografo pubblicitario e street phographer tra i più stimati e celebri. La sua serie Clownville ha come leitmotiv la maschera. Una maschera che più che coprire rivela, convoglia in superficie il lato più oscuro ed intimo dei soggetti immortalati. Il tema, lungi dal rimanere circoscritto all’ “individuale”, diviene “universale”: in quei personaggi potremmo identificarci, la loro perturbante realtà potrebbe essere la nostra. Il realismo sprigionato dagli scatti di Perfido è indiscutibilmente potente.

  Rocker © Eolo Perfido

GIAN PAOLO BARBIERI è il top name della fotografia di moda italiana, internazionalmente celebrato da icone del calibro di Diana Vreeland, Yves Saint-Laurent e Richard Avedon. Eleganti, raffinati, i suoi scatti sono un tripudio di immaginifica e scenografica compostezza formale. Nei ritratti di Barbieri il soggetto è il protagonista assoluto di una narrazione che l’ obiettivo riassume in un incipit, lasciando intravedere uno snodo più complesso.

Rainbow © Gian Paolo Barbieri

CHRISTIAN CRAVO, classe ’74, nato da madre danese e da padre brasiliano, vanta un upbringing nel più effervescente ambiente artistico di Salvador di Bahia. In Danimarca, dai 13 anni in poi, inizia la sua liason con la fotografia e con le sue tecniche. Le immagini di Cravo traducono in un bianco e nero incisivo tutta la possente forza insita nel dato naturale. La sua è una fotografia dalle linee pure, pervasa da un formalismo che traspone la realtà in un reportage dove l’ unicità e l’ eccezionalità dei soggetti emergono  con grande vigore espressivo.

Elephant and Calf, Kenya 2011© Christian Cravo

La mostra, patrocinata dal Comune di Bologna, si compone di 25 fotografie e di una collezione di Art Box che Anders Weinar ha disegnato e personalizzato per ciascun autore: ogni Art Box include 5 stampe fine art ed è prodotta in 7 edizioni.

Per saperne di più:

www.onoarte. com

www.icons57.com

www.sudest57.com

Photo courtesy of ONO Arte Bologna

Schield presenta Memberschield

Schield, il brand di luxury jewels con base a Firenze, non finisce mai di stupirci. La grande novità del 2017 ha un nome, Memberschield, ed è associata all’ online shop che il duo creativo composto da Roberto Ferlito e Diego Diaz Marin ha appena inaugurato: oltre ad essere un club privato virtuale per i più affezionati clienti, Memberschield è un concetto, una vera e propria rivoluzione nel modo di fare e-shopping.  Chi avrà accesso al Memberschield Club, infatti, riceverà un bracciale con un codice personale che gli garantirà l’ ingresso in un’ area esclusiva dello store. In questa sezione sarà possibile acquistare dei preziosi pezzi unici, capolavori del gioiello creati dall’ estro di Roberto Ferlito. L’ iniziativa si preannuncia sorprendente e davvero ghiotta. Senza contare che tutti gli aficionados del brand potranno già ammirare, nel nuovissimo shop online, la collezione SS 2017 che Diego Diaz Marin ha immortalato in una campagna di forte impatto. Interessate? Cliccate qui: www.schield.it

Nelle foto, alcune immagini tratte dalla ad campaign Schield SS 2017 scattata da Diego Diaz Marin

Photo courtesy of Schield

 

LUISAVIAROMA: torna Firenze4Ever

Vito Nesta

Al via Firenze4Ever, l’ evento – punto di incontro tra arte, fashion, celebs e influencer organizzato a Firenze, con cadenza biennale, da LUISAVIAROMA. La 14ma edizione avrà inizio stasera, con una cena di gala e un party che vedranno la cantautrice, modella e attrice Kelly Rowlands nelle vesti di main performer. La serata verrà ravvivata da esibizioni esclusive di Tom Odell, Jasmine Thompson, Dragonette e Sebastian Ingrosso, e vanta un parterre di tutto rispetto: Petite Meller, Scott Schuman, Mia Moretti, Lindsay Lohan e l’ influencer Kenza sono solo alcuni dei prestigiosi nomi che prenderanno parte all’ opening di questo straordinario appuntamento. La cena di gala prevede inoltre una charity auction in cui opere di artisti contemporanei del calibro di – tra gli altri – Bosco Sodi, Gualtiero Vanelli, Gianfranco Manfredini, Chiharu Shiota verranno battute all’ asta da Simon De Pury. I proventi saranno interamente devoluti alla Fondazione Andrea Bocelli e destinati alla ricostruzione delle scuole haitiane distrutte dall’ uragano Matthew.

Sempre in giornata, verrà inaugurata un’ importante mostra: LUISAVIAROMA sancisce la sua sinergia con l’ arte e con il design tramite Brilliant Ceramics, un percorso espositivo curato da Valentina Guidi Ottobri ed allestito nella Terrazza progettata da Patricia Urquiola. Ben Copperwheat e EKTA tramuteranno il concept store in una tela bianca a cui contribuiranno a dar forma e colore. Fulcro della mostra è il dialogo costante tra designer ed artigiani, punto di partenza per una visione fondata sulla contemporaneità. E’ così che nasce L’albero della vita, l’ avanguardista e sgargiante opera con cui Milena Muzquiz per Lladro’  racconta gli oltre 60 anni del celebre brand di porcellane spagnolo. La mostra esporrà pezzi (rigorosamente in limited edition) di Marcantonio Raimondi Malerba for Seletti, Clare Page e Richardson per Lladro’, Milena Muzquiz per Lladro’, Paolo Polloniato per Editamateria, Coralla Maiuri, Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto, Maurizio Galante, Vito Nesta, Maison Margiela, Matteo Cibic, Jaime Hayon per Bosa, Karin Karinson per Salvatore Lanteri, Nicola Falcone, Cristina Celestino per BottegaNove.

Lladro’

La kermesse proseguirà, il 10 Gennaio, con un secondo save the date d’ eccezione: nella location della boutique di LUISAVIAROMA, Scott Schuman presenterà le sue sneaker in limited edition nate dalla collaborazione con Sutor Mantellassi. Per tutti i fan di The Sartorialist il rendez-vous è fissato alle 17.30.

Maurizio Galante

Si proseguirà poi l’ 11 Gennaio, sempre alle 17.30, con The Icon Project di Peuterey. Un evento ed un’ installazione speciali faranno da cornice al debutto di Icon, la capsule creata da Peuterey in esclusiva per LUISAVIAROMA: un parka, un bomber e un trench in nuance inedite verranno esposti in un apposito corner e saranno acquistabili sia nella boutique che nel suo shop on line.

Maison Margiela

Il 12 Gennaio sarà la volta del Fashion & Technology Summit, che al Teatro della Pergola, dalle 9.30 alle 18, riunirà relatori internazionali e brand leader nei settori del fashion e della tecnologia per una serie di dibattiti e workshop che avranno come tema i trends futuri. E’ prevista la partecipazione di Polimoda, Business of Fashion (BOF), The Huffington Post USA, AOL, Peuterey, MediaMath, Launchmetrics  e Digital4Fashion di IAB ITALIA. Il Summit, frutto di un connubio tra LUISAVIAROMA, IAB ITALIA e Netcom, è alla sua terza edizione. Gli interessati potranno consultare il sito summit.lvr.com per il programma completo.

Matteo Cibic

Da sempre attenta ai giovani talenti emergenti, LUISAVIAROMA rinsalda la collaborazione con il Salone della Moda di Berlino. “A Berlino, ho scoperto marchi tedeschi originali e di alta qualità”, ha dichiarato il CEO e fondatore del top retailer fiorentino Andrea Panconesi. Ed è lo stesso Panconesi che, durante la sua visita al Salone della Moda di Berlino, ha selezionato designer promettenti e di sicuro interesse come Antonia Goy, Michael Sontag, Odeeh, René Storck e Tim Labenda, Gabriele Frantzen e Mykita. Il 13 Gennaio, alle 11.30, la Terrazza di LUISAVIAROMA ospiterà un incontro tra i new talents e la stampa: l’ evento, realizzato in collaborazione con champagne Perrier-Jouet e Monotee, precederà il ritorno al Salone della Moda di LUISAVIAROMA, che la settimana prossima partirà di nuovo alla volta di Berlino.

Tutte le foto (courtesy of LUISAVIAROMA Press Office) raffigurano le opere in esposizione alla mostra Brilliant Ceramics.

“Doubleview” diventa internazionale

 

La sua è un’ impronta artistica inconfondibile: colori vibranti, netti, decisi, che mettono in risalto un mood irriverente e profuso di ironia. Il cielo azzurro del Mediterraneo riaffiora come un flashback, delineando il leitmotiv di scenari potentemente radicati nell’ immaginario. E poi, ancora, il rosso, il fucsia, il blu elettrico, il giallo, l’acquamarina, alternati in cromatismi vividi e di estremo impatto: spagnolo di Torre del Mar, il ventinovenne Diego Diaz Marin ha interiorizzato i panorami della sua infanzia traducendoli in assoluti input visivi. Come fashion photographer si impone in Italia, spaziando dalle advertising campaign per marchi del calibro di Roberto Cavalli, Aquazzura, Luisaviaroma, Liu Jo – solo per citarne alcuni – a shooting graffianti e sottilmente provocatori. Dal 2012 affianca il designer Roberto Ferlito nel concept di Schield, jewellery brand con base a Firenze per cui realizza campagne pubblicitarie ad alto tasso di originalità creativa. Le protagoniste sui generis fanno da fil rouge a tutta la sua fotografia: drama queen ossessionate dai sogni e da desideri di evasione, eccentriche eroine di una quotidianità che sconfina di continuo nel surrealismo onirico. Donne che sembrano appena uscite da una pellicola di Almodovar, “raccontate” da Diego nell’ incredibile contrasto tra le azioni improbabili e un’ eleganza innata. I suoi shooting sotto forma di photofilm si prestano molto, in tal senso: ogni singolo fotogramma è il tassello di una storia, parte integrante di un percorso che include un inizio e un culmine. Questo storytelling per immagini rappresenta anche il leitmotiv di Schield, progetto ad ampio spettro che cala la creazione di jewels in un effervescente mix di design, moda e fotografia rinsaldando il sodalizio creativo tra Ferlito e Diaz Marin. E’ da questa intuizione che è nato Doubleview, visual book  che si addentra nell’ universo artistico del fotografo andaluso esplorandolo nelle molteplici sfaccettature: prodotto da Finger Coast Studios, la società che il duo di Schield ha fondato a Firenze, Doubleview è un “compendium” in cui coté fashion e concettualità si intersecano con un risultato esplosivo, evidenziando il genio inventivo di Diaz Marin e degli special guest che di volta in volta appaiono nel magazine. A un esordio on line è seguita l’ edizione cartacea, appena lanciata a livello internazionale. Da ora in poi, Doubleview farà capolino nei newsstand di (quasi) tutto il mondo: dall’ America al Giappone. E’ proprio Diego Diaz Marin ad approfondire con noi questa nuova avventura.

 

Il lancio internazionale di Doubleview è appena partito. Su quali Paesi avete puntato, per il debutto?

Al momento Doubleview è appena uscito negli Stati Uniti, in Belgio, Gran Bretagna, Olanda, Francia, Spagna, Canada, Italia, Portogallo, GermaniaAustralia e Giappone.

Dove verrà distribuito esattamente?

Prevalentemente nei concept store, nelle edicole e nelle librerie specializzate.

Il visual book include contributi da parte di numerosi special guest. Cosa ci racconti, al riguardo?

Per questo primo numero abbiamo collaborato soprattutto con Schield e con Pamela Costantini, una grande amica che mi ha spinto a creare questo progetto ed è attualmente una shoe designer da Givenchy. Abbiamo realizzato un editoriale con Vivetta ed altri, diciamo così, più “indipendenti”. A cui tengo molto perché attraverso questi shooting posso esprimere la mia arte in modo “puro”, scattandoli nel mio Paese con persone che da sempre mi ispirano. Infatti, per la seconda uscita, il numero sarà scattato al 50% in Spagna. Per quanto riguarda le illustrazioni, Gianpaolo Infante ha contribuito con un editoriale ispirato alle televendite degli anni ‘80.

 

Lo spazio dedicato alla fotografia continuerà a rappresentare la quasi totalità della rivista o prevedi evoluzioni?

No, voglio che lo spazio sia totalmente visivo. Gli editoriali dei prossimi mesi racconteranno delle storie, ma solo per immagini. E’ questa la filosofia della rivista.

Come definiresti il tuo stile fotografico?

Non saprei definirlo: posso solo dirti che la fotografia è per me qualcosa di viscerale, mi esce “da dentro”. Il mio lavoro non è impostato, è intuitivo, nasce da sè. Se dovessi trovare una definizione, direi “cinematografico”. Ogni foto è come il fotogramma di un film.

 

Il fashion world ti appassiona sin da bambino. Com’ è nata questa fascinazione?

Da bambino, quando lavoravo nel campeggio dei miei genitori, vedevo la pubblicità di Roberto Cavalli e sognavo… Anni dopo, quando mi sono ritrovato a casa sua per una campagna pubblicitaria, appena ho finito mi sono messo a piangere perché avevo realizzato un sogno che mi sembrava irraggiungibile. Sono stato sempre molto attratto, come ipnotizzato dal mondo della moda. Da Cavalli, ho iniziato con la campagna accessori Psychotic love. Oggi, se devo essere sincero, dalla moda sono un po’ annoiato. Nel senso che preferisco mantenere la fotografia “pura”, infatti il secondo numero di Doubleview sarà molto più incentrato sul “concetto” e meno sulla “moda”. Ossia: la moda sarà presente perché il look delle modelle verrà accuratamente studiato, ma sarà molto più “anonima”. Perché secondo me oggi c’è tanto, troppo sfruttamento del marketing. Vorrei che la fotografia rimanesse qualcosa di più concettuale: che fosse l’ immagine ad essere protagonista, non un brand.

Photo courtesy of Diego Diaz Marin

 

 

 

Il close-up della settimana

 

Il 2015 si conferma, per Giorgio Armani, un anno speciale: nominato Special Ambassador per la Moda di Expo Milano 2015, il designer che con American Gigolò saldò indissolubilmente il connubio iconico tra “Cinema” e “Moda” festeggia i 40 anni di attività con una serie di grandi eventi e iniziative. Lo scorso 30 Aprile è stata la volta dell’ inaugurazione di Armani Silos, multispazio espositivo allestito a Milano nei locali dell’ ex deposito di cereali di una multinazionale. Da qui, il nome Silos: 4500 mq di superficie e un investimento di circa 50 milioni di euro destinati alla creazione di una sorta di esposizione permanente che ospita, in una traiettoria d’effetto, 600 abiti e 200 accessori appartenenti alle collezioni Armani incluse in un arco di tempo compreso tra il 1980 ad oggi. “Così come il cibo, anche il vestire serve per vivere”, ha commentato il designer, che ha inaugurato il Silos con un party stellare ricco di superguest hollywoodiani ed altisonanti nomi dello show-biz – dalla Sophia nazionale a Cate Blanchett, Leonardo di Caprio e Tom Cruise, solo per citarne alcuni – preceduto da una sfilata della collezione Armani Privè nella celebre location dell’ Armani Teatro. Ma per il SilosRe Giorgio ha in serbo ulteriori iniziative: le ipotesi riguardano essenzialmente mostre artistiche esterne all’ universo Armani, selezionate in base all’ affinità con il mood della Maison – “Un progetto, per essere ospitato, deve essere vicino al mio spirito”, ha tenuto a precisare il designer piacentino – anche se, per il momento, il futuro relativo alla struttura rimane tutto da decidere e da organizzare. Quel che è certo è che, d’ ora in avanti, gli avventori del Silos potranno ammirare, in un percorso distribuito su quattro livelli, una lunga serie di capi iconici come le famose giacche ed outfit che spaziano da un’ eleganza essenziale ad uno stile iperfemminile, di ispirazione Oriente passando per la colonna portante del celebrato “greige”. Uno spazio espositivo destinato a rinnovarsi parzialmente ogni sei mesi, valorizzato da locali quali una conference rooom, una caffetteria, un archivio digitale, più uno special corner dedicato agli articoli da regalo. Ed è solo l’ inizio: in un prossimo futuro è prevista infatti la ristrutturazione dei rimanenti edifici dell’ ex plesso industriale che potranno fungere da ulteriori, innovative location.  Nel frattempo, il Silos si prepara a diventare uno dei principali poli d’attrazione della Milano creativa e del “fare,” candidato a convogliare nei suoi spazi – in tempi di Expo e non – un altissimo numero di visitatori. Non si tratta, tuttavia, dell’ unico dono che Giorgio Armani ha in serbo per i suoi estimatori: risale proprio a questi giorni, infatti, l’ annuncio della pubblicazione della sua autobiografia, che vedrà la luce a Settembre in occasione delle sfilate di Milano Moda Donna. Secondo le prime anticipazioni, il libro sarà edito da Rizzoli ed una foto di Re Giorgio da bambino farà bella mostra di sè in copertina. Quale modo migliore per celebrare “i suoi primi quarant’ anni” che dare alle stampe il racconto di un’ esistenza ormai assurta a simbolo, in parti uguali, di glamour e di operosità? A chi gli chiede come mai dal Silos siano escluse le collezioni d’esordio risalenti agli anni ’70, Armani risponde: “Avevamo pochi soldi, vendevamo tutto e non pensavamo certo di arrivare fin qui.” Eppure, “fin qui” è arrivato, portato dalle “idee e da un duro lavoro, con i piedi per terra.” Ed oggi, oltre ai suoi fan a celebrarlo è il Gotha Hollywoodiano che lo vuole, lo cerca, lo adora: un meritato riconoscimento per il talento innato e per aver rivoluzionato le coordinate dello stile: “La mia moda ha cambiato un po’ lo stile di tutti”, afferma, e sembra rispecchiare la sua nota pacatezza in un’eleganza  lineare, inconfondibile, scaturita da un mix di fantasia e sobrietà. Dopotutto, non si diventa “Re Giorgio” per nulla!

 

Armani Silos, a Milano in via Bergognone 40, è aperto di martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 11 alle 20. Il giovedì e il sabato, dalle 11 alle 22

(Photo by Lorenzo Bozzi via Wikipedia.it)