Buon Equinozio d’Autunno

 

C’è un’armonia in autunno, e una luce nel suo cielo, che durante l’estate non si sente né si vede, come se non potesse esistere, come se non ci fosse mai stata.
(Percy Bysshe Shelley)

 

Oggi, esattamente alle 14.42, cade l’Equinozio di Autunno. Si volta pagina, entra ufficialmente una nuova stagione. Il termine Equinozio, dal latino aequa nox ovvero “notte uguale”, indica che le ore di notte e quelle del giorno si equivalgono, hanno la stessa durata: avremo 12 ore di buio e 12 ore di luce; ciò avviene quando il Sole si posiziona allo zenit dell’equatore celeste. Con l’Equinozio di Autunno, anticamente, prendeva il via il cosiddetto “semestre oscuro”. La fine dei principali lavori agricoli coincide con la conclusione del ciclo produttivo e riproduttivo. Si effettua il secondo raccolto, mentre le chiome degli alberi cominciano a tingersi di straordinari colori. Nel bosco, gli animali danno il via a una frenetica ricerca di cibo per preparare le provviste per l’Inverno. Intanto, gli uccelli migratori si accingono a compiere il loro lungo volo in direzione Sud. L’Equinozio è simbolo di equilibrio: non è un caso che cada esattamente a metà tra il Solstizio d’Estate e il Solstizio d’Inverno. Ma è anche il momento dei bilanci, di constatare qual è il nostro metaforico raccolto. I rituali che in passato accompagnavano l’aratura esprimevano gratitudine per i doni ricevuti dalla Terra e, al tempo stesso, fungevano da richiesta al divino affinchè l’Inverno non fosse troppo aspro. In Autunno la natura comincia ad assopirsi, inaugurando una fase dell’anno che favorisce la meditazione e i viaggi nell’ interiorità. Questo periodo di riflessione coincide con un lavoro costante su noi stessi, dove al resoconto dei risultati ottenuti fino a quel momento vanno ad aggiungersi una nuova consapevolezza e un’esplorazione introspettiva a tutto campo. Diversi elementi simbolici contraddistinguono l’Equinozio d’Autunno. Tra le erbe troviamo la foglia della vite, quella della quercia, l’erba di grano, i cardi, i petali di rosa essiccati. A base di petali di rosa, così come di ibisco, pino, mirra e salvia sono anche gli incensi che andrebbero bruciati in questo giorno. E poi c’è il simbolo supremo, la cornucopia (rileggi qui l’articolo che VALIUM le ha dedicato), un’ode all’abbondanza dei frutti che la natura ci ha donato.

 

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1 Settembre

 

Ecco arrivati i giorni di settembre. Con dell’estate il meglio del tempo, e dell’autunno il meglio della vivacità.
(Helen Hunt Jackson)

 

L’arrivo di Settembre coincide con un importante giro di boa: l’Estate volge al termine, le vacanze si apprestano ad entrare nel cassetto dei ricordi, le giornate tornano ad essere scandite dagli orari lavorativi. Ma non è tempo di tristezza, anzi. Il 23 di questo mese inizierà l’Autunno, una stagione di bilanci e riflessioni. La natura esuberante dell’ Estate ci ha donato i suoi frutti, adesso è il momento di immagazzinare il raccolto. E di dedicarsi alla vendemmia, raccogliendo l’uva che finirà sulle nostre tavole e quella destinata alla vinificazione. La delizia dei suoi grappoli è incomparabile così come le sue proprietà, ed è in buona compagnia: tra la frutta di Settembre rientrano i mirtilli, i lamponi, le susine, le mele, le pere e le arance. Il clima è mite, l’aria è frizzante. Gli animali cominciano a far provviste per l’Inverno, gli uccelli migratori si accingono a librarsi in volo verso mete lontanissime. Il rituale dell’approvvigionamento dei viveri appartiene anche all’ uomo, che in previsione dell’ arrivo del freddo si dedica alla preparazione di conserve e marmellate. Settembre è il mese dei buoni propositi, dei nuovi progetti: la transizione tra l’ Estate e l’Autunno rappresenta il periodo in cui si prende maggiormente coscienza della ciclicità della vita, del cambiamento intrinseco alla sua continuità. Ringraziamo Madre Terra per il raccolto di cui ci ha fatto dono e prepariamoci ad affrontare una stagione che, a differenza dell’ Estate briosa ed estroversa, valorizza l’ interiorità e l’introspezione. Il nome “Settembre” deriva da “September” e da “Septem”, “sette” in latino: per il calendario romano era il settimo mese dell’ anno. September su sostituito con “Germanico” per ben due volte. La prima, nel 37, fu Caligola a farlo variare in onore del padre che portava quel nome. La seconda, nell’ 89, il mutamento imposto da Domiziano intendeva celebrare la sua vittoria sui Catti (una popolazione germanica), ma quando l’imperatore venne assassinato il mese riprese il nome originario. Anche Commodo, che regnò dal 180 al 192, operò una variazione. La riforma del calendario da lui attuata prevedeva che September diventasse “Amazonius”, ma il cambiamento ebbe breve durata. E’ interessante sapere che Settembre, nel calendario rivoluzionario francese, era il mese che concludeva l’anno. “Fruttidoro” terminava tra il 16 e il 17, e il 22 Settembre, dopo una pausa di cinque giorni battezzati “Sanculottidi”, iniziava “Vendemmiaio”: per i rivoluzionari, il mese che coincideva con l’inizio dell’ anno. Le ricorrenze più importanti di Settembre sono l’Equinozio d’Autunno (in cui il giorno e la notte, dalla durata identica, simbolizzano l’armonia perfetta tra maschile e femminile) e la festa di San Michele, il 29 Settembre, di fatto una solennità dedicata agli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. I segni zodiacali del mese sono la Vergine e la Bilancia, il colore è l’ametista, la pietra lo zaffiro in tutto il suo splendore.

 

 

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Mabon, Equinozio di Autunno

 

22 Settembre, Equinozio di Autunno. La terra si prepara a un lungo periodo di letargo e il sole a lasciar spazio a molte ore di oscurità. Il tempo del raccolto si conclude con il rituale della vendemmia e della lavorazione dell’uva: la sua chiusura nelle botti, dove viene lasciata a fermentare, sembra simbolizzare il processo di introspezione che l’arrivo dell’ Autunno favorisce; una meditazione sul nostro io concomitante con la stasi della natura che si va assopendo. Questa parentesi è sancita da Mabon, festività neopagana che ricorre a metà tra i due Solstizi e identifica l’Equinozio. Quel giorno, le ore di luce e di buio si equivalgono, suddivise in perfetto equilibrio. Il ciclo della semina e della raccolta, paragonabile all’ eterno ciclo di morte e di rinascita che scandisce il ritmo dell’ esistenza umana, è giunto al suo termine. Le foglie degli alberi volteggiano verso il suolo, la terra si addormenta in attesa della prossima coltivazione, gli animali fanno provviste in previsione dei rigori invernali. L’ ultimo raccolto ci ha permesso di fare un bilancio, di verificare l’entità di quanto, tra ciò che abbiamo seminato, ha dato il suo frutto. Allo stesso modo, Mabon è il momento ideale per sondare l’anima con una rinnovata consapevolezza, di effettuare una nuova “semina” in base al nostro raccolto interiore. E se l’oscurità che avanza ci invita a guardarci dentro, il torpore della natura va di pari passo con questa pausa di riflessione. Antichi rituali prevedevano l’istituzione di banchetti ricchi di bevande e cibo per propiziarsi le divinità della terra e celebrarne i doni, con l’augurio che – dopo la pausa invernale – continuassero ad elargire i loro frutti. A proposito di frutti, quale di essi se non la zucca può rappresentare l’Autunno in modo ottimale? La ritroveremo in un ruolo chiave ad Halloween (o Samhain, nella sua denominazione originaria), il 31 Ottobre: un’altra data estremamente significativa del calendario celtico e pagano.