” L’aria non profumava di cioccolato, ma il cioccolato era nell’aria. Nessuno sentiva il bisogno di dare un nome alla fabbrica che sorgeva nel cuore del villaggio. Tutti la chiamavano semplicemente lo “Stabilimento”. E dentro quella fabbrica si produceva il cioccolato. Lo si produceva da più di sessant’anni. Da quando John Cadbury aveva aperto il suo primo negozio nel centro di Birmingham,nel 1824, vendendo semi di cacao macinati per la cioccolata calda. Quacchero devoto, come i suoi fratelli, considerava la bevanda non solo come una componente nutrizionale della prima colazione, ma anche come un sostituto sano dell’alcol nelle ore più tarde della giornata. L’attività era cresciuta costantemente, la forza lavoro si era ampliata, erano stati acquistati locali più grandi finchè, nel 1879, i figli avevano deciso di spostare la produzione fuori Birmingham. All’epoca l’area prescelta consisteva essenzialmente di grandi prati digradanti. La loro idea era quella di una coesistenza armonica tra industria e natura, legate da un rapporto quasi simbiotico di reciproca dipendenza. (…) Al centro erano situati i giardini pubblici e vicino c’era la scuola media con la torre dell’orologio che ospitava il famoso carillon. Attorno alla scuola c’erano Woodbrooke Road, Thorn Road e Linden Road, strade che anche in seguito, nonostante il traffico, mantennero sempre un senso di calma, un ricordo pastorale di ombra e di fronde, incorporato nei loro stessi nomi. Come chiamare questo luogo speciale? (…) Il piccolo corso d’acqua che serpeggiava fin nel suo centro si chiamava Bourn e molti si aspettavano che Bournbrook sarebbe stato il nome prescelto. Ma il villaggio era fondato su un’impresa, e l’impresa era quella di vendere cioccolato, e persino nel cuore dei Cadbury, pionieri della produzione britannica di questo alimento, si annidava ancora la sensazione che il loro prodotto fosse inferiore ai suoi rivali continentali. Perché, inutile negarlo, il miglior cioccolato aveva in sé qualcosa di intrinsecamente europeo. I chicchi erano sempre arrivati dagli angoli più remoti dell’Impero – non c’era nulla di non britannico in questo – , ma i procedimenti per trasformarli in cioccolato commestibile erano stati inventati da un olandese ed era una verità universalmente riconosciuta, anche se non sempre apertamente dichiarata, che erano stati i francesi, i belgi e gli svizzeri a portare la produzione del cioccolato a un livello vicino alla perfezione. Se il cioccolato Cadbury avesse mai dovuto competere con loro, avrebbe dovuto essere etichettato in modo da incarnare almeno una una sfumatura di raffinatezza europea, di sofisticazione continentale. Decisero quindi che Bournbrook non avrebbe funzionato e, come variante, scelsero Bournville. Il nome di un villaggio non solo fondato sul cioccolato e a esso dedicato, ma l’espressione di un sogno che il cioccolato aveva reso possibile. “
Jonathan Coe, da “Bournville”
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