Le acque profumate: quando aroma fa rima con freschezza

 

Sono rinfrescanti, aromatiche, energizzanti: sto parlando delle acque profumate, che in estate possono benissimo sostituire le fragranze. Disponibili esclusivamente in versione spray, si compongono di acqua distillata arricchita da oli essenziali o altre essenze. Non è raro che contengano sostanze balsamiche, lenitive o energetiche, presentandosi come un tipo di profumazione straordinariamente eclettica e ideale per le giornate più afose. Le acque profumate possono essere spruzzate su tutto il corpo, subito dopo la doccia o quando lo si desidera: mattina o sera non fa differenza, grazie al loro effluvio delicato. L’ effetto refrigerante è immediato, ci si sente subito divinamente nella propria pelle. Essendo l’acqua l’ingrediente base del prodotto, sono in grado di idratare il corpo con una semplice nebulizzazione; rinnovando questo gesto durante la giornata, si ha ogni volta la sensazione di essere appena uscite dalla doccia. Il buonumore fa la sua comparsa, il senso di benessere è alle stelle.

 

 

Le acque profumate sono il non plus ultra per i mesi caldi, dicevamo: il classico profumo, infatti, può risultare troppo intenso e avvolgente quando le temperature superano i 30 gradi. Al contrario, la leggerezza e l’impalpabilità delle acque soddisfano le esigenze olfattive del momento, sprigionando freschezza ed elargendo idratazione ad ampie dosi. La loro consistenza acquosa, il loro aroma a bassa concentrazione fa sì che non abbiano la stessa persistenza di un eau de parfum o un eau de toilette, ma ciò consente di utilizzarle più volte nell’arco della giornata. E poi sono pratiche: il formato spray facilita l’applicazione e può essere inserito tranquillamente in borsetta per essere trasportato ovunque. Il fatto che abbiano un aroma delicato, tuttavia, non rende le acque meno inebrianti.

 

 

La freschezza è il punto di forza delle acque profumate, ma è possibile adottare dei piccoli accorgimenti per intensificare la loro profumazione. Spruzzate l’acqua sul collo e sul corpo a doccia ultimata, subito dopo aver steso una crema che ne replica l’aroma: a beneficiarne saranno la scia olfattiva così come l’azione idratante.

 

Foto: Ron Lach via Pexels

 

Estate al chiar di luna

 

La notte d’estate ha un sorriso leggero e si siede su un trono di zaffiro. 

(Barry Cornwall)

 

Notte d’estate, la magia. Notte d’estate, l’amore. Notte d’estate, il divertimento…e potremmo andare avanti all’infinito. Ma soprattutto, come scrive Barry Cornwall nella frase che riporto qui sopra, notte d’estate è leggerezza: la leggerezza di vivere l’attimo così come viene, cogliendo il bello e il meraviglioso dell’esistenza. Senza zavorre, senza ansie, senza rimuginazioni. C’è un’atmosfera inebriante, nella notte estiva. Tutti escono, si riversano nelle piazze e nelle strade; ci si riappropria degli spazi urbani. C’è un’aria di festa esaltata dagli eventi, i concerti e le kermesse che si susseguono a tambur battente. E poi c’è il fascino della natura, il creato sperimenta uno stato di grazia che fa da cornice a qualsiasi storia d’amore. Non potevo non dedicare una photostory all’estate al chiar di luna: godetevi gli scatti e immergetevi nell’incanto delle notti torride e pervase di stelle.

 

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Il Focus

 

L’Estate è sempre più vicina: i look si semplificano, ci si scopre per godere dei primi tepori. C’è voglia di contatto con la natura, di lasciarsi baciare dai raggi del sole.Nei campi è un tripudio di papaveri, fiori di campo rutilanti ma dalla bellezza eterea e delicata. Il make up si ispira a quella leggerezza, pur senza replicarne i colori, e diventa meravigliosamente naturale: fondotinta impalpabili dall’effetto glow luccicano e risplendono di luce solare, i blush esaltano gli zigomi con una soave doratura.

 

 

Lipgloss illuminanti, rimpolpanti e golosi avvolgono le labbra in finish che grondano di lucentezza. Le sopracciglia rimangono folte, come natura le ha fatte. E sul viso campeggia una miriade di lentiggini che il sole accende ed intensifica…

 

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Aprile, il look del mese

 

Per rappresentare Aprile, scegliere il rosa e un tripudio di fiori non è scontato: la Primavera ispira leggerezza, si associa ai colori tenui e allo spettacolo della fioritura. Questo abito di Ermanno Scervino concentra in sè tutti gli elementi sopra citati. Ha una gonna ad anfora ma fluida, in impalpabile chiffon, che danza con i movimenti del corpo. Il corpetto, aderente, ha un accenno di scollatura a cuore ed è cosparso di applicazioni floreali che si insinuano anche tra le pieghe dello chiffon. Sotto le applique di fiori, un ricamo ne riproduce le fattezze sulla trasparenza del tessuto.

 

 

Il colore dell’abito non poteva che essere il rosa, più carico per il bustino e decisamente etereo per la gonna “danzante”. Dopotutto, è tempo di Hanami: in Giappone il rito di ammirare i ciliegi in fiore è in pieno svolgimento, e il rosa è il colore che lo contraddistingue. Rosa come i sakura del Paese del Sol Levante, dunque, rosa come la Primavera. E a completare questo look, non a caso, sono dei sandali con un tacco vertiginoso e un altissimo plateau. Il colore? Rosa, naturalmente. Per celebrare la tonalità più magica che inaugura la bella stagione.

 

 

Equinozio di Primavera

 

Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.”
(Gabriele D’Annunzio)

 

La Primavera è entrata ufficialmente alle 4.06, un’ora a metà tra notte e alba: il cielo è ancora buio, ma il silenzio viene invaso dal cinguettio degli uccellini che annunciano l’imminente nascita di un nuovo giorno. Oggi inizia la stagione del risveglio, la natura si desta dal lungo torpore invernale. I fiori sbocciano, il paesaggio si tinge un tripudio di colori. La terra inaugura il suo periodo di fertilità, l’aria si impregna di frizzante leggerezza. C’è voglia di ricominciare a vivere, di godere appieno delle giornate sempre più lunghe, di trascorrere più tempo all’aperto. La Primavera irrompe come una folata di energia, porta con sè la gioia della rinascita. Ci si riapre al mondo, ai desideri del cuore, alla magia del nuovo inizio. E i fiori diventano l’emblema di questo stato d’animo, di questa atmosfera inebriante: i loro profumi e le loro tonalità ci invitano ad addentrarci nei sentieri della bella stagione e a riscoprirla in tutta la sua meraviglia.

 

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Vino rosé: ed è subito Primavera

 

Il suo colore va dal rosa delicato al rosa carico, il suo gusto è assai versatile: accenti speziati, fruttati e floreali si alternano, dando origine a sapori che li esaltano a dovere. Per le sue caratteristiche, in effetti, il vino rosé potrebbe simboleggiare la Primavera. La tonalità che lo contraddistingue ricorda quella dei fiori di ciliegio, delle rose, delle azalee. Al palato si presenta dolce e vellutato, eterogeneo proprio come il meteo cangiante della nuova stagione. Ma come nasce questo vino così particolare?

 

 

La produzione, in sintesi, prevede tre diverse tecniche. La vinificazione può coinvolgere uve bianche e rosse simultaneamente, uve rosse a bassa pigmentazione vinificate in rosso e uve rosse vinificate in bianco. Determinanti per ottenere  la sfumatura rosata del vino sono i tempi di macerazione, poichè, durante la fermentazione, il mosto assume una colorazione più o meno intensa a seconda dei pigmenti e dei tannini che rilasciano le bucce. Del rosé esiste anche una versione frizzante, realizzata con un vino rosé di base o un mosto di uve rosse fermentato parzialmente: per donargli la sua tipica effervescenza, la fermentazione viene replicata in bottiglia.

 

 

Il vino rosé, proprio in virtù del suo eclettismo, vanta molti punti di forza. E’ leggero, ha un’acidità poco spiccata e una freschezza inebriante. Il profumo, il sapore, la tonalità inconfondibile, fanno sì che degustarlo si tramuti in una vera e propria esperienza sensoriale. Non è un caso che il rosé si abbini alla perfezione con menù a base di pesce, ma anche con i latticini, i funghi, le verdure grigliate e la carne bianca. Provatelo, anche solo per un aperitivo, con i crostacei o i frutti di mare: sarà un connubio vincente e difficile da dimenticare.

 

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Libertà

 

“Quando rientrai a Parigi nel settembre 1929 la cosa che subito m’inebriò fu la mia libertà. L’avevo sognata fin dall’infanzia, quando con mia sorella giocavo a fare “la ragazza grande”. Ho già descritto con quale passione l’avessi invocata da studentessa. E d’un tratto, ecco che la possedevo; ad ogni gesto che compivo mi meravigliavo della mia leggerezza. La mattina, appena aprivo gli occhi, mi sentivo stordita di felicità. (…) Pagavo una pigione alla nonna, e lei mi trattava con la stessa discrezione delle altre pensionanti; nessuno controllava le mie entrate e le mie uscite. Potevo rientrare all’alba o leggere a letto per tutta la notte, dormire in pieno mezzogiorno, restarmene murata per ventiquattr’ore di seguito, scendere improvvisamente in strada. Facevo colazione con un bortsch da Dominique, pranzavo alla Coupole con una tazza di cioccolata. Mi piacevano il cioccolato, il bortsch, le lunghe sieste e le notti di veglia, ma soprattutto mi piaceva vivere a mio capriccio. Non c’era quasi nulla che me lo impedisse. Constatavo con gioia che il “serio dell’esistenza” di cui gli adulti mi avevano intronato le orecchie, in realtà non era un peso troppo greve. Dare i miei esami, certo non era stato uno scherzo; avevo duramente penato, avevo avuto paura di non farcela, avevo cozzato contro ostacoli, stancandomi. Adesso non incontravo resistenze da nessuna parte, mi sentivo in vacanza, e per sempre. Qualche lezione privata, e un incarico al Liceo Victor Duruy, mi assicuravano il pane quotidiano; questi lavori non mi davano alcuna noia, poichè, eseguendoli, mi sembrava di dedicarmi a un gioco nuovo: giocavo alla persona adulta. Darmi d’attorno per trovare delle lezioni private, discutere con le direttrici e coi genitori degli allievi, combinare il mio bilancio, contrarre prestiti, rimborsarli, calcolare, tutte queste attività mi divertivano poichè le compivo per la prima volta. Ricordo l’allegria che mi diede ricevere il mio primo stipendio. Avevo l’impressione d’imbrogliare qualcuno.”

Simone De Beauvoir, da “L’età forte” (Einaudi)

 

Marzo, il look del mese

Sportmax

Marzo, voglia di leggerezza. Voglia di abbandonare maglioni, giacche, cappotti, per abbracciare tessuti impalpabili ed eterei come i fiori che, a poco a poco, si preparano ad accogliere la Primavera. Il look del mese è firmato Sportmax e “racconta” molto bene il desiderio di rinascita che si associa al cambio stagionale: la silhouette affusolata invita a riscoprire le forme del corpo, celate per mesi e mesi da volumi over; il colore ricorda l’incantevole tonalità del glicine, che fiorisce tra Marzo e Aprile. L’outfit, composto da un ensemble di blusa e gonna attillatissime, viene ammorbidito da drappeggi sui fianchi che lo dotano di una soave fluidità. Le spalle accentuate e il colletto, che riproduce quello tipico di una camicia, esaltano la linea minimal del look senza scalfirne l’allure estremamente femminile. Raffinatezza e accenti futuribili creano un connubio vincente impreziosito dalle audaci trasparenze dello chiffon tecnico.

 

 

Il periodo in cui l’Inverno è quasi alle nostre spalle ma non è ancora Primavera, propizia il sogno: suggestioni ed atmosfere oniriche associate all’idea del risveglio, di una natura che torna a vivere in un’esplosione di colori tenui, carichi di fascino, profusi di magia. Ed è proprio in questo incrocio tra passato e futuro, in questo limbo dove l’avvenire si impregna di accenti di poesia, che si colloca il look di Sportmax da me scelto per rappresentare il mese di Marzo.

 

La colazione di oggi: i pancake, le golose e salutari frittelle americane

 

Segni particolari: deliziosi e leggerissimi. Non è un caso che i pancake, un must della prima colazione negli Stati Uniti d’America, siano ormai diffusi a livello mondiale. Sono frittelle soffici simili alle crepes, ma le superano in spessore (5 mm circa). Sommamente eclettici, ricchi di carboidrati, proteine e sali minerali, i pancake rappresentano l’ideale sia per una colazione dolce che salata. Nel primo caso si farciscono con sciroppo d’acero o con miele, marmellata, crema al cioccolato, yogurt e frutta di stagione, nel secondo si consumano generalmente con le uova o con il bacon. Il “topping” è sempre molto elaborato e definisce i connotati del pancake. Al di là dell’ aspetto invitante, poi, i pancake sono altamente benefici: contengono un gran numero di nutrienti fondamentali per la nostra alimentazione.

 

 

La virtù principale della frittella americana? Fornire energia. Non stupisce che i pancake siano adorati dagli sportivi; inoltre, hanno il merito di saziare la fame senza appesantire lo stomaco, poichè sono leggeri e ricchi di proteine. Andiamo subito a scoprire tutte le loro proprietà. Gli ingredienti basilari per prepararli sono il latte e la farina d’avena; seguono lo zucchero, un uovo, l’olio di semi e il lievito per dolci. La farina d’avena, che abbonda di fibre, è un toccasana per la digestione e tiene a bada i livelli di colesterolo nel sangue grazie alla leticina. Questo tipo di farina contiene proteine in quantità, aminoacidi, importanti minerali quali il potassio, il fosforo, il ferro, il calcio, e un buon numero di vitamine (in particolare quelle del gruppo B). Il latte che i nutrizionisti consigliano di utilizzare è il latte vaccino, meglio se parzialmente scremato, ma sono perfette anche bevande vegetali come quella di cocco, soia e avena. L’olio di semi incluso nella ricetta, invece, è preferibile che sia  di mais. I pancake possono essere preparati sostituendo allo zucchero un pizzico di sale: una buona notizia per i diabetici e per chi soffre di iperglicemia.

 

 

Con le guarnizioni ci si può sbizzarrire a piacimento. Prenderò come riferimento la tipica colazione italiana, tutto fuorchè salata, per suggerirvi qualche alimento da destinare al topping: lo sciroppo d’acero (gettonatissimo in America) è un dolcificante naturale estremamente salutare. Contiene meno calorie dello zucchero e dosi massicce di ferro, calcio e vitamina B1. In più, svolge un’azione depurante ed è un ottimo tonificante per l’umore. Alternative allo sciroppo d’acero possono essere rappresentate dal miele, dalla marmellata (clicca sui link per rintracciare i rispettivi benefici), dalla crema al cioccolato fondente, un potente antiossidante e antidepressivo naturale, e dallo yogurt, meglio se bianco o greco per ottimizzare l’ apporto di calcio e proteine. Altri alimenti ricorrenti nelle farciture sono la frutta di stagione (potreste provare le fragole, new entry di Aprile), un’autentica miniera di fibre, minerali, zuccheri “buoni” e vitamine, e frutta secca come le noci, le mandorle e le nocciole, ricche di minerali e grassi insaturi, i cosiddetti “grassi buoni” (abbassano il livello di colesterolo nel sangue). Mi fermo qui. Adesso tocca a voi: non vi resta che organizzare una prima colazione a base di sani e golosissimi pancakes!

 

 

 

Danza

 

” La danza è, tra le nostre funzioni, quella che si può più logicamente qualificare come divina. La danza è come la messa di tutti i popoli primitivi e può essere un omaggio istintivo…all’ordine dell’universo. “
(Elie Faure)

La danza: il volteggio, il volo, l’armonia. La leggerezza che si coniuga con la forza, la grazia che si accompagna al sacrificio e alla disciplina. La passione, la vocazione, un sogno che si libra sulle ali della musica. La danza è “un omaggio istintivo all’ ordine dell’ universo”, dice Elie Faure. E proprio la danza, oggi, è il soggetto di un post che esalta il connubio di soavità e potenza insite nei virtuosismi sulle punte. Per inneggiare all’ anelito mistico, ai valori, agli equilibri che il mondo sembra a poco a poco aver smarrito. 

 

 

Foto: Cottonbro via Pexels