Arriva Marzo, e il bosco si risveglia a poco a poco. Il verde ricomincia ad essere il colore predominante, spuntano i primi fiori. Ma anche gli animali abbandonano il loro lungo torpore: i rigori invernali sono ormai alle spalle e molte specie escono dal letargo per tornare a godere del tepore del sole. Attraverso il letargo, infatti, sono riusciti a superare i mesi freddi “disattivando” temporaneamente alcune funzioni vitali. Durante quel periodo la temperatura del corpo si è abbassata notevolmente, la frequenza respiratoria è diminuita così come la frequenza cardiaca. Nella propria tana, che sia scavata nel suolo o un luogo al riparo dalle intemperie, gli animali si addormentano per evitare di disperdere energia e calore. Quando l’Inverno giunge al termine, inizia il loro risveglio: a fungere da “suoneria” è una sorta di orologio biologico interno che decreta la fine del letargo tramite il rilascio di determinati ormoni. A questo ritmo ciclico innato si aggiungono la luce delle giornate sempre più lunghe, il calore dei primi raggi di sole, il profumo dei fiori che iniziano a sbocciare…Gli animali percepiscono a livello fisiologico l’arrivo della Primavera e cominciano a ripopolare i boschi per nutrirsi e per riprendere le loro attività. Ma quali sono, esattamente, le specie che in questo periodo si stanno svegliando? Ve ne presento 5+1. Ad esse si aggiungono animali come il ghiro, il pipistrello, i serpenti e le tartarughe, creature a sangue freddo per le quali affrontare il clima gelido dell’ Inverno è particolarmente rischioso.
L’orso bruno
L’orso bruno va in letargo a Novembre e si risveglia a Marzo, ma più che di letargo si tratta di “ibernazione”: la sua temperatura corporea si abbassa solo di pochi gradi, generalmente dai 37 ai 31, per permettergli di risvegliarsi all’istante in caso di necessità. Le sue funzioni fisiologiche non subiscono drastiche alterazioni, prova ne è il fatto che le orse, durante l’ibernazione, riescono addirittura a partorire e ad allattare i propri piccoli.
La marmotta
Essendo un animale d’alta quota, la marmotta va in letargo in una tana nel sottosuolo: è solita scavarla a una profondità di pressappoco tre metri per ripararsi adeguatamente dal gelo. Nel suo rifugio si addormenta come un sasso e condivide l’esperienza con diversi esemplari (fino a 15) della sua specie; pare che, molti secoli orsono, gli uomini approfittassero del sonno profondo delle marmotte per catturarle indisturbati e includerle nei loro pasti. Il periodo di letargo di questo animale è piuttosto lungo, va dalla fine di Settembre ad Aprile.
Il tasso
Il tasso, che ama vivere in gruppo in un sistema di tane talmente articolato da sembrare un labirinto, non cade in un autentico letargo: trascorre i mesi freddi nella sua tana-rifugio e si limita ad essere meno attivo. I numerosi tunnel che scava nel terreno hanno un ordine ben preciso e vengono accuratamente scelti dall’animale, che ama coricarsi su un “letto” soffice di foglie e muschio. Il grasso abbondante che accumula durante l’Estate e l’Autunno permette al tasso di rintanarsi nella sua tana da Novembre ad Aprile; ciò è molto utile agli esemplari delle aree più gelide, che vanno invece in letargo barricando ogni apertura verso l’esterno.
Lo scoiattolo
Delle tre tipologie in cui viene suddivisa la specie degli scoiattoli, ovvero scoiattoli arbicoli, volanti e di terra, vanno in letargo solo gli scoiattoli di terra. Il periodo solitamente è compreso tra i tre e i sette mesi. Così come il tasso, anche lo scoiattolo si nutre in abbondanza per aumentare le sue riserve di grasso corporeo quando è ancora in attività; va in letargo in tane sotterranee scavate ai piedi degli alberi per ripararsi al meglio dal maltempo invernale, e affronta in gruppo i mesi di torpore che utilizza anche per riprodursi.
Il riccio
Il riccio va in letargo da Novembre a Marzo e si nutre delle copiose scorte di cibo che ha accumulato durante il periodo in cui è attivo. Tuttavia, in Estate può arrivare a dormire fino a 12 ore al giorno; il resto del tempo, soprattutto nei primi mesi di risveglio, lo dedica alla riproduzione: in questo senso può essere considerato un animale promiscuo. Durante il letargo cade in un sonno profondo e la sua temperatura corporea subisce un notevole calo, passando dai 37 gradi abituali ai 5.
La rana
Gli anfibi, così come i rettili, utilizzano il calore del sole a mò di vera e propria linfa. Motivo per cui, durante l’Inverno, sono obbligati ad andare in letargo perchè il gelo, combinato con la bassissima temperatura corporea che li contraddistingue, metterebbe a rischio la loro sopravvivenza. La rana, dunque, scava la propria tana nella melma che giace sul fondo dello stagno o dei laghetti e riemerge da lì soltanto in Primavera. Questa è una caratteristica, però, delle rane acquatiche, ovvero le tipiche rane verdi che abitano gli specchi d’acqua. Il loro non è un sonno profondo: di tanto in tanto ritornano in superficie per fare scorta di ossigeno. Le rane rosse, invece, vanno in letargo in buchi che scavano nel sottosuolo, mentre le raganelle, incapaci di scavare tane sotterrranee a causa delle loro zampe, in Inverno si riparano tra le foglie appassite. Purtroppo, non si rivela la soluzione ideale per il loro sangue freddo e molte non sopravvivono ai mesi più gelidi dell’anno. Una curiosità: diverse specie di rane approfittano del letargo per riprodursi e la femmina, quando esce dalla tana, è in grado di deporre all’incirca 4000 uova.
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