Benefici e rischi del bagno nel fiume

 

“Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume”, disse Eraclito, perchè sia noi che il fiume cambiamo continuamente. Panta Rei: tutto scorre e nulla è immutabile. Anche noi, oggi, ci occuperemo del fiume, ma senza implicazioni filosofiche. Va detto che il fiume, quando arriva l’estate, viene spesso considerato un’alternativa al mare. Specialmente all’inizio e alla fine della stagione calda: due periodi non feriali in cui risulta più a portata di mano delle località balneari: gli abitanti dell’entroterra lo trovano facilmente raggiungibile e amano immergersi nelle sue acque rinfrescanti ogni volta che il sole picchia forte. Ma quali benefici e controindicazioni comporta fare il bagno in un fiume? Andiamo a scoprirlo.

 

 

Cominciamo con i BENEFICI

  • Il bagno in acqua fredda, a meno di 15 gradi, è altamente benefico proprio in virtù del cambiamento che provoca nella nostra temperatura corporea. Ma va rispettata una condizione: l’immersione non dovrebbe durare più di un quarto d’ora, diversamente potrebbe nuocere all’organismo.
  • Abbiamo già approfondito i vantaggi che apportano al corpo e alla mente i cosiddetti “spazi blu”. L’acqua vanta un notevole potere rilassante, favorisce la meditazione, la concentrazione e la consapevolezza di sè. Stimola a godere del qui e ora, elimina l’ansia grazie al contatto con la natura, incentiva la padronanza del proprio corpo e del proprio respiro.
  • L’acqua fredda dei fiumi, ma anche dei laghi, svolge un’azione antinfiammatoria ed è un toccasana per la circolazione sanguigna. Le immersioni, però, dovrebbero essere regolari e – come già detto – non superare il quarto d’ora per evitare uno shock termico.
  • Il bagno in acqua fredda fa colare a picco gli ormoni dello stress e aumenta i livelli di dopamina, responsabile della sensazione di benessere, della regolazione del sonno e del controllo dell’umore.
  • Nuotando in un fiume si accelera il metabolismo e il corpo è in grado di bruciare un maggior numero di calorie. L’effetto dimagrante dell’acqua fredda, tuttavia, è ancora in fase di studio.

 

 

Ma valutiamo anche i RISCHI

  • La corrente del fiume è impetuosa: può trascinarci velocemente dove non abbiamo previsto e impedirci di raggiungere la sponda. Di conseguenza, c’è il rischio che ci trasporti via con sè e la possibilità di schiantarci contro una roccia non è così remota.
  • Il meteo nelle zone di montagna cambia molto rapidamente, accelerando la corrente dei fiumi. Nel caso il “nostro” fiume si trovi lì, bisogna fare attenzione.
  • Lungo i fiumi non sono presenti nè bagniniservizi di salvataggio, pertanto è impossibile contare sull’aiuto di qualcuno in caso di difficoltà. Prima di immergersi nelle sue acque, è tassativo informarsi se per quel fiume è stato imposto (o meno) il divieto di balneazione. In prossimità della foce del fiume, poi, bagnarsi è generalmente vietato.
  • Non è raro che il fondo di un fiume abbondi di sassi, anche taglienti, di detriti o di rocce, le stesse che magari troviamo lungo le sue sponde. Bisognerebbe conoscere un fiume a menadito per evitare spiacevoli incidenti. Soprattutto, è altamente sconsigliato tuffarsi: in primo luogo, perchè non conosciamo la reale profondità delle sue acque, secondariamente per il rischio di andare a cozzare contro ostacoli imprevisti.
  • In conclusione, per un bagno nel fiume privo di pericoli è necessario scegliere un corso d’acqua che si conosce bene, dalle acque poco profonde e limpide, in modo che le eventuali insidie nascoste nel suo fondo siano perfettamente visibili.

 

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Equinozio d’Autunno, una data all’insegna della “trasformazione”

 

Finché ci sarà l’autunno, non avrò abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo.
(Vincent van Gogh)

 

Arriva l’Equinozio d’Autunno e con esso si inaugura ufficialmente il semestre oscuro dell’anno. L’Autunno è entrato stamattina, alle 8.49. Se oggi il giorno e la notte avranno la stessa durata, da domani le ore di buio inizieranno a prevalere a poco a poco. Per la natura comincia un nuovo ciclo: il secondo raccolto si è ormai concluso, la terra si prepara ad assopirsi dopo aver raggiunto il picco della produttività. Gli uccelli migratori, di qui a breve, spiegheranno le proprie ali verso il sud del globo, mentre gli animali già si apprestano a raccogliere provviste dedicate ai mesi freddi. L’antica tradizione onorava l’Equinozio d’Autunno con la festività di Mabon, dio della caccia, della giovinezza e dei raccolti della mitologia gallese; per approfondire l’argomento vi rimando al mio articolo di benvenuto all’Autunno del 2022 (leggetelo qui). L’uva è uno dei doni che la natura ci offre, a piene mani, in questo periodo. Non è un caso che le fasi di lavorazione del vino fossero caratterizzate da una forte valenza allegorica: la vendemmia, la pigiatura, la fermentazione, la conservazione nelle botti rivestivano un significato ben preciso, secoli orsono. La fermentazione, in particolare, simbolizzava il rinnovamento spirituale che coincideva con i riti misterici e le iniziazioni; veniva quindi esaltata da una serie di rituali che esaltavano la sua suggestività, il suo ruolo chiave nel tramutare l’uva in vino. Anche l’Equinozio d’Autunno può essere considerata una ricorrenza a carattere iniziatico. “Trasformazione” è la parola cardine: si associa alla natura ciclica dell’esistenza, al ciclo stagionale che, più di ogni altro, è legato a un nuovo stadio di consapevolezza. Quando il semestre buio ha inizio e la terra si assopisce, comincia il tempo dedicato all’interiorità e alla meditazione. Il viaggio che compiamo è introspettivo, un approfondimento su noi stessi. Le nostre riflessioni si concentrano sulla trasformazione correlata alla morte e ai misteri che circondano questa metamorfosi.

 

 

Un altro fenomeno caratteristico dell’Autunno è il cosiddetto “foliage”: le foglie, prima di staccarsi dai rami degli alberi, si tingono di straordinari colori. Arancio, rosso, porpora, oro e marrone sono i più frequenti, un’autentica meraviglia per lo sguardo. Passeggiare in mezzo alla natura diventa un’occasione per ammirare le splendide cromie dei boschi. Il foliage ha origine dall’escursione termica tipicamente autunnale. Il divario tra le temperature del giorno e quelle della notte provoca un graduale mutamento nella tonalità delle foglie, ma bisogna considerare che il fogliame è ormai giunto al termine del suo ciclo vitale: la clorofilla comincia a diminuire e il verde viene a poco a poco sostituito dai pigmenti nei toni del rosso, del giallo e dell’arancio dei carotenoidi e degli antociani.

 

 

Buon Equinozio d’Autunno, dunque. Assaporate i deliziosi frutti che la natura ci offre, rappresentati con il simbolo della cornucopia (il corno dell’abbondanza in mano alla dea Fortuna) dall’ iconografia autunnale, bruciate incensi a base di mirra, salvia, pino e petali di rose e degustate vini provenienti dai migliori vigneti in attesa di stappare il vino novello. Bisogna pazientare un po’, ma quando arriverà il gran giorno sarà probabilmente il momento di festeggiare uno dei più amati appuntamenti di stagione: Samhain, altrimenti detto Halloween, che quest’anno cade di martedì e – grazie alla festività di Ognissanti – ci regalerà un bel ponte.

 

 

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Mabon, Equinozio di Autunno

 

22 Settembre, Equinozio di Autunno. La terra si prepara a un lungo periodo di letargo e il sole a lasciar spazio a molte ore di oscurità. Il tempo del raccolto si conclude con il rituale della vendemmia e della lavorazione dell’uva: la sua chiusura nelle botti, dove viene lasciata a fermentare, sembra simbolizzare il processo di introspezione che l’arrivo dell’ Autunno favorisce; una meditazione sul nostro io concomitante con la stasi della natura che si va assopendo. Questa parentesi è sancita da Mabon, festività neopagana che ricorre a metà tra i due Solstizi e identifica l’Equinozio. Quel giorno, le ore di luce e di buio si equivalgono, suddivise in perfetto equilibrio. Il ciclo della semina e della raccolta, paragonabile all’ eterno ciclo di morte e di rinascita che scandisce il ritmo dell’ esistenza umana, è giunto al suo termine. Le foglie degli alberi volteggiano verso il suolo, la terra si addormenta in attesa della prossima coltivazione, gli animali fanno provviste in previsione dei rigori invernali. L’ ultimo raccolto ci ha permesso di fare un bilancio, di verificare l’entità di quanto, tra ciò che abbiamo seminato, ha dato il suo frutto. Allo stesso modo, Mabon è il momento ideale per sondare l’anima con una rinnovata consapevolezza, di effettuare una nuova “semina” in base al nostro raccolto interiore. E se l’oscurità che avanza ci invita a guardarci dentro, il torpore della natura va di pari passo con questa pausa di riflessione. Antichi rituali prevedevano l’istituzione di banchetti ricchi di bevande e cibo per propiziarsi le divinità della terra e celebrarne i doni, con l’augurio che – dopo la pausa invernale – continuassero ad elargire i loro frutti. A proposito di frutti, quale di essi se non la zucca può rappresentare l’Autunno in modo ottimale? La ritroveremo in un ruolo chiave ad Halloween (o Samhain, nella sua denominazione originaria), il 31 Ottobre: un’altra data estremamente significativa del calendario celtico e pagano.