Betelgeuse, il tributo di In Astra alla luminosissima “supergigante rossa” della costellazione di Orione

 

Betelgeuse: un nome che vi ricorda qualcosa? Esatto, è proprio lei…una delle stelle più splendenti della volta celeste, precisamente la decima. La brillantezza della cosiddetta “supergigante rossa” è tale da farla scorgere persino a occhio nudo. Anche perchè appartiene alla costellazione di Orione, famosissima, che per gli antichi era in grado di replicare la luminosità del giorno. E all’interno della nebulosa di Orione, così chiamata poichè rappresentava l’ascesa al cielo dell’omonimo gigante cacciatore della mitologia greca, Betelgeuse si piazza al secondo posto in un’ipotetica classifica del fulgore. La sua luce color rosso vivo appare a Oriente proprio in questo periodo dell’anno, tra Novembre e Dicembre, per poi regnare sulle notti di Gennaio e Febbraio. Betelgeuse è una stella invernale, maestosa e inconfondibile. Risplende di una tonalità vibrante, incastonandosi come un rubino nel firmamento impreziosito da bagliori siderali di diamante. In Astra, la Maison di profumeria artistica fondata dalle sorelle Sofia e Fabiola Bardelli (rileggi qui l’articolo in cui VALIUM parla del brand), non poteva che dedicarle un tributo: il marchio made in Italy, ispirato dall’eterna meraviglia delle stelle, in onore di Betelgeuse ha creato una fragranza che porta lo stesso nome.

 

 

Ogni dettaglio del jus rievoca lo splendore infuocato dell’astro nel gelido cielo d’Inverno. Betelgeuse esordisce con note speziate di coriandolo esaltate da un cuore di iris e osmanto. Il fondo, composto da accordi di muschio di quercia e caffè, avvolge la fragranza in un alone ipnotico. La scia floreale inebria l’olfatto rievocando un tripudio di accenti cipriati: il risultato è una Eau de Parfum seducente, magnetica. Un’ode alla stella che avvampa nell’Universo e lo pervade di tutta la sua magia.

 

 

Betelgeuse è disponibile in versione Eau de Parfum nell’unico formato da 50 ml.

 

 

Photo courtesy of In Astra

 

Il nero, il lato oscuro di Halloween

Lanvin

Un nero intenso, sinistro, che non lascia scampo: è l’altro colore del doppio volto di Halloween, il lato oscuro e più spettrale della festa. Si ispira al tema orrorifico evoluto dal culto dei defunti di Samhain, la notte in cui cadeva ogni barriera tra il mondo dei morti e quello dei vivi. Halloween ha enfatizzato questo aspetto al punto tale da tramutarlo in un’ ode al macabro, la cui iconografia conosciamo bene. Teschi, scheletri, vampiri, mostri, pipistrelli e tutto ciò che è spaventoso, o rimanda all’ oltretomba, sono proliferati fino a diventare degli emblemi del 31 Ottobre al pari della zucca. Dopo l’arancio, dunque, tocca al nero: ecco a voi una serie di look intrisi di suggestioni gotiche e di oscura meraviglia.

 

Yohji Yamamoto

Shiatzy Chen

Chen Peng

Ann Demeulemeester

Moschino

Avellano

Valentim Quaresma

Enaut

Louise Lyngh Bjerregaard

Dawei

Annakiki

Anteprima

Carlos Gil

Luis Carvalho

Marco Rambaldi

Onitsuka Tiger

Off-White

Budapest Select

Del Core

Foto di ispirazione Halloween via Pexels e Unsplash

 

Ode al bosco e ai suoi animali

 

“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.”

(Henry David Thoreau)

 

Il bosco, in Autunno, è un’autentica meraviglia. Dello spettacolo del foliage abbiamo già parlato molte volte, è straordinario di per sé. Gli animali costituiscono un’altra magica attrazione della foresta: nel suo fitto vivono scoiattoli, cervi, daini, cerbiatti, cinghiali, porcospini, volpi, lupi, lepri, orsi…e l’ elenco è ancora lungo. Molti di essi si preparano per il letargo, chi parziale, chi totale, ma intanto animano il bosco con la loro presenza. Non ricordo più chi disse che gli animali mantengono intatta la purezza e l’innocenza (che alcuni siano dei predatori non c’entra, fa parte delle caratteristiche intrinseche della loro specie), perchè non sono stati cacciati dal Paradiso terrestre. E’ una frase che fa pensare, che si creda in Dio o meno. Perchè la natura, e quindi il bosco con i suoi alberi, i suoi ruscelli, i suoi stagni, i suoi sterpi, e non ultimo i suoi animali, è capace di stupirci e di emozionarci ogni volta, di farci apprendere immancabilmente qualcosa sulla sua perfezione. La nuova photostory di VALIUM è dedicata alla fauna del bosco immortalata nel periodo più incantevole dell’anno.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

L’eclissi solare anulare del 14 Ottobre: un evento imperdibile (anche on line)

 

Tutto esiste grazie a questo paio di camminatori:
il sole e il tempo.
(Raul Aceves)

 

In Italia non sarà visibile direttamente, ma potrete ammirarla grazie al sito della NASA che ha organizzato una live: sto parlando dell’eclissi anulare di sole prevista per oggi, il 14 Ottobre. L’eclissi potrà essere osservata negli Stati Uniti, in Centro America, in Colombia e in Brasile, utilizzando tassativamente delle precauzioni per non incorrere in lesioni irreversibili agli occhi. Ma che cos’è, precisamente, un’eclissi solare anulare? Questo fenomeno si verifica ogni volta che la Luna, nel punto più distante della sua orbita intorno alla Terra, si interpone tra il Sole e il nostro pianeta. La sua posizione fa sì che sembri più minuta rispetto al Sole, perciò non riesce ad oscurarlo completamente. La parte dell’astro solare rimasta visibile ci apparirà simile a un gigantesco anello infuocato, una visione di pura meraviglia. Le eclissi, infatti, sono determinate dall’ allineamento (parziale o totale) tra Sole, Luna e Terra. Prendendo come riferimento l’orario italiano, la Luna comincerà ad oscurare il Sole alle 17.03; l’eclissi evolverà in un’ eclissi anulare alle 18.10 e raggiungerà l’apice alle 19.59: in questo momento sarà possibile ammirare l’anello di fuoco in tutto il suo splendore. Poi, a poco a poco, il Sole ricomincerà ad essere visibile nella sua interezza (almeno in America, perchè a quell’ora in Italia il cielo sarà già buio).

 

 

Erano ben due anni che un’eclissi solare anulare non si verificava: l’ultima ha fatto la sua comparsa il 10 Giugno del 2021. Anche in quel caso, tuttavia, in Italia non abbiamo potuto osservarla; a godersi lo straordinario spettacolo cosmico sono stati i canadesi del Nord, i russi e i groenlandesi. Il fenomeno si ripresenterà tra un anno esatto, il 2 Ottobre 2024, ma sarà visibile soltanto nell’area più a Sud dell’ America meridionale e nel Pacifico. Nel Nord America, inoltre, un’eclissi solare totale potrà essere ammirata l’8 Aprile 2024. Nonostante ciò, ripeto, la tecnologia è in grado di fornirci un aiuto prezioso. Oggi pomeriggio, se vorrete rimanere estasiati davanti all’ anello di fuoco del Sole, non dovete far altro che collegarvi al sito della NASA o a siti come The Virtual Telescope Project per godervi l’eclissi solare anulare on line.

 

 

 

Autunno Inverno 2023/24: Accessori Grand Parade

EENK

Gran parata di una serie di accessori tra i più sfiziosi, più cool, più originali ed eccentrici dell’ Autunno Inverno 2023/24. Denominatore comune? L’estro. Non un unica tendenza, bensì fantasia pura profusa a piene mani tra borse, calzature, guanti, copricapi, cinture e gioielli. L’ispirazione si coniuga con la creatività e l’inventiva azzerando il proverbiale grigiore della stagione fredda: è la dimostrazione di come la moda, suscitando stupore e meraviglia, sia tutto fuorchè una celebrazione dell’effimero e riesca perfettamente ad incidere sulla percezione del reale.

 

BUZINA

HABEY CLUB

LOLA CASADEMUNT

LARUICCI

Y/PROJECT

SHIATZY CHEN

ZIMMERMANN

ROKH

DUNDAS

OFF-WHITE

LANVIN

SHUTING QIU

PHILIPP PLEIN

ANNAKIKI

JIL SANDER

VIVETTA

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI

ANDREADAMO

BLUMARINE

TOD’S

EMPORIO ARMANI

MARCO RAMBALDI

PRADA

MAX MARA

MOSCHINO

ETRO

ICEBERG

ROBERTO CAVALLI

FENDI

VIVIENNE TAM

DEL CORE

DSQUARED2

SIMKHAI

BIBHU MOHAPATRA

AWAKE MODE

COMME DES GARCONS

NATHALIE CHANDLER

 

Summer Sunset

 

“Il tramonto che scherma, rivela – intensificando ciò che vediamo. Con minacce d’ametista e fossati di mistero.”
(Emily Dickinson)

E’ il momento più bello delle giornate d’estate: il tramonto, complice la vita all’aria aperta e gli scenari mozzafiato che fanno da sfondo alle vacanze, rappresenta sempre una parentesi ad alto tasso di incanto. Il cielo si tinge di colori intensi, che il mare riflette e rende cangianti. Le onde rallentano il loro moto fino a farlo diventare quasi impercettibile. E’ come se il creato stesso, di fronte a tanta meraviglia, trattenesse il respiro. La natura si arresta in contemplazione di un fenomeno che mantiene intatto il suo fascino sin dagli albori della creazione. Non è un caso che VALIUM dedichi proprio al tramonto la photostory che conclude l’estate metereologica. “Summer Sunset”, tramonto d’estate: pura bellezza immortalata da una serie di scatti ma anche velata allegoria di un’estate ormai giunta al tramonto.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

10 Agosto, notte di San Lorenzo: la magia delle stelle cadenti tra astronomia e leggenda

 

A volte, di notte, dormivo con gli occhi aperti sotto un cielo gocciolante di stelle. Vivevo, allora.
(Albert Camus)

 

Avete già pensato ai desideri da esprimere stasera? Il grande momento è arrivato. 10 Agosto, notte di San Lorenzo: la notte delle stelle cadenti, uno degli appuntamenti più magici dell’estate. Quest’ anno potremo ammirare lo sciame delle meteore Perseidi tra il 10 e il 14 Agosto, anche se si prevede un picco tra il 12 e il 13 dalle ore 22 in poi. Pare che quella notte pioveranno dal cielo oltre 50 Perseidi l’ora! Conviene pensare immediatamente a una location per osservarle al meglio, e per calarsi appieno nella meraviglia di uno spettacolo cosmico che si rinnova di anno in anno. L’orario segnalato dagli esperti va dalle 22 alle 4 del mattino: in quel lasso di tempo, le stelle cadenti raggiungeranno l’apice della visibilità. L’evento si preannuncia persino più straordinario del solito. La pioggia di Perseidi incrocierà infatti lo sciame di altre meteore, le Delta Acquaridi, che vagano nel cielo già dal 12 Luglio. Ci aspettano, insomma, notti sfavillanti di stelle cadenti, un’autentica gioia per gli occhi e per lo spirito. Ma cosa sono le Perseidi, dette appunto “stelle cadenti” o anche “lacrime di San Lorenzo” in virtù di un’antica leggenda?  Lo scopriremo subito.

 

 

Bisogna innanzitutto partire dal fenomeno delle comete, corpi celesti composti di ghiaccio, polvere e gas che orbitano intorno al Sole seguendo interminabili percorsi. La cometa Swift-Tuttle è una di queste: nel tragitto che compie ogni 133 anni intorno al Sole, arriva a raggiungere la minima distanza (detta Perielio) dall’ astro infuocato. Ciò fa sì che il calore riversato dal Sole sulla sua superficie provochi il disgelo del ghiaccio di cui la cometa è composta. I detriti originati dallo scioglimento, di conseguenza, vanno ad allinearsi sulla sua orbita formando un’infinita scia. Quando il nostro pianeta la attraversa (un evento annuale che si verifica dal 17 Luglio al 24 Agosto), l’impatto dei detriti con l’atmosfera terrestre dà vita a uno spettacolo mozzafiato: i detriti, che viaggiano alla velocità lampo di 200.000 km/h, si frantumano in scie infuocate risplendenti nella notte. Queste meteore, le Perseidi, sfrecciano nel cielo l’una dopo l’altra, e si infittiscono in modo direttamente proporzionale al numero dei detriti con cui la Terra viene a contatto. Se i detriti sono abbondanti, si avrà una vera e propria pioggia di meteore. Ma attenzione: esiste anche la possibilità di osservare la discesa dei bolidi, lunghe scie incandescenti che solcano il cielo con suggestiva lentezza.

 

 

E’ davvero meraviglioso che il cosmo continui a offrirci dei simili spettacoli: in un mondo sempre più avaro di bellezza, la natura rimane l’unica vera dispensatrice di tale dono. Dove ammirare, quindi, la magia delle stelle cadenti? In primis, è essenziale individuare un’ampia “porzione” di cielo buio e non invaso da alcun tipo di luce artificiale. No ai lampioni, all’illuminazione metropolitana, alle insegne al neon. L’ideale sarebbe spostarsi in aperta campagna, in montagna, davanti al mare, oppure – dovendo rimanere in città – in un grande parco. Dopo aver individuato la location, bisogna attendere una ventina di minuti affinchè gli occhi si abituino all’oscurità; in questo modo, le stelle cadenti saranno perfettamente visibili. E’ essenziale, poi, munirsi di pazienza e abbandonarsi a un completo relax: potrebbe passare un buon lasso di tempo tra la discesa di un gruppo di meteore e quello successivo. Per individuare l’esatto punto da cui “piovono” le Perseidi, basta volgere lo sguardo a Nord-Est. Tale punto (detto Radiante) è identificabile nella Costellazione di Perseo, ben nitida nel cielo a partire da mezzanotte. La si può rintracciare proprio sotto la Costellazione di Cassiopea, contraddistinta dalla forma di una “W”.

 

 

Al di là dell’ aspetto scientifico, il fascino delle stelle cadenti è sempre stato alimentato da una nota leggenda: il fatto che appaiano il 10 Agosto, data del martirio di San Lorenzo, non è casuale. Nel 258, l’imperatore Valeriano emanò un editto che decretava la condanna a morte di tutti i vescovi, i diaconi e i presbiteri. San Lorenzo, allora Arcidiacono della Chiesa di Roma, subì uno dei supplizi più terribili: quello dei carboni ardenti. Alcune testimonianze dell’ epoca riportano che fu martirizzato su una graticola, uno strumento messo successivamente in dubbio ma rimasto, a tutt’oggi, a simboleggiare il Santo. La leggenda vuole che le Perseidi, con il loro sciame infuocato, rappresentino l’ emblema dei carboni ardenti o le lacrime versate dal cielo per il martirio di San Lorenzo: Giovanni Pascoli avvalorò questa tesi nei versi di una sua celebre poesia, “X Agosto”, che pubblicò nel 1896.

(Immagini via Pixabay )

 

Nient’altro che l’estate

 

” Nella stanchezza mi riusciva facile non pensare alla notte, ai disordini, ai singhiozzi di Rosalba, e sprofondavo in quel cielo che avevo sognato nel dormiveglia sotto la luce fresca, indugiavo nelle viuzze del paese, guardavo all’insú. Li conoscevo questi borghi ammucchiati nelle campagne. Conoscevo l’orto estivo della casa dei vecchi dove i miei mi mandavano a far campagna da ragazzo, un paese in pianura, tra rogge e siepi d’alberi, dai vicoli coi portici bassi e le fette di cielo altissime. Della mia infanzia non mi restava altro che l’estate. Le vie strette che sbucavano nei campi da ogni parte, di giorno e di sera, erano i cancelli della vita e del mondo. Gran meraviglia se un’automobile strombettante, giunta da chi sa dove, traversasse il paese sulla strada maestra e dileguasse chi sa dove verso nuove città, verso il mare, sconvolgendo ragazzi e polvere. Mi tornò in mente nel buio quel progetto di traversare le colline, sacco in spalla, con Pieretto. Non invidiavo le automobili. Sapevo che in automobile si traversa, non si conosce una terra. «A piedi, — avrei detto a Pieretto, — vai veramente, in campagna, prendi i sentieri, costeggi le vigne, vedi tutto. C’è la stessa differenza che guardare un’acqua o saltarci dentro. Meglio essere pezzente, vagabondo». Pieretto rideva nel buio e mi diceva che dappertutto nel mondo è benzina. “

Cesare Pavese, da “Il diavolo sulle colline”

 

 

L’ Hanami, tradizione e filosofia di vita

 

” Ciliegi in fiore sul far della sera
anche quest’oggi
è diventato ieri.

(Kobayashi Issa)

 

Secondo le previsioni, in Giappone le fioriture dei ciliegi sono già iniziate. A dare il via al fenomeno sarebbe stata la città di Fukuoka, nell’ isola di Kyushu (la data fissata dai bollettini è il 17 Marzo), seguita da Tokyo (il 20 Marzo) e da Hiroshima (il 21 Marzo). Oggi dovrebbe essere la volta di Nagoya, domani di Osaka. Naturalmente, si tratta di approssimazioni: nessuno può prevedere con certezza matematica quando un ciliegio è in procinto di fiorire; l’ influenza delle condizioni meteo è decisiva. Ma i giapponesi, di anni in anno, attendono con ansia questi annunci. La Primavera per loro è tempo di Hanami, il rituale più suggestivo del paese del Sol Levante: sono disposti a raggiungere mete incredibilmente distanti e a organizzare interminabili picnic pur di ammirare le fioriture. Sotto le nuvole rosa dei Sakura – così si chiamano i fiori dei ciliegi nipponici – si chiacchiera, si beve, si pasteggia (preferibilmente con alimenti e bevande al gusto di Sakura), ma soprattutto si contempla la bellezza degli alberi in fiore. E’ uno spettacolo che dura all’ incirca due settimane, e viene vissuto ogni volta con rinnovato stupore. L’Hanami (“guardare i fiori”), una tradizione che ebbe inizio nel 700 d.C., riveste un profondo significato simbolico. Quando sboccia, il Sakura è pura meraviglia. Il suo splendore, però, ha breve durata: magnifico quanto delicato, il fiore appassisce dopo pochi giorni. Questa caratteristica lo ha reso l’emblema della caducità della vita e, secondo un concetto che ricorre nel Buddismo Zen, della natura effimera delle cose (persino di quelle durevoli in apparenza). Al tempo stesso, tuttavia, il Sakura simboleggia la rinascita e la maestosità dell’esistenza. Ogni anno continua a fiorire, ad elargire la sua magnificenza; non si cura di essere spazzato via dal vento in una manciata di giorni: una filosofia che nel corso dei secoli ha ispirato le gesta dei Samurai e dei Kamikaze della Seconda Guerra Mondiale. La dedizione profusa nella lotta, cioè, dev’essere totale e mai intaccata dalla paura della morte. Come recita un antico detto del Bushido, l’antico codice dei Samurai, “Tra i fiori, il ciliegio. Tra gli uomini, il guerriero.” E’ un motto troppo toccante per lasciarmi indifferente: non è un caso che io abbia voluto dedicare proprio all’Hanami la nuova photostory di VALIUM.

 

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

Aurora Borealis

 

“E nella notte giovinetto insonne
vidi la luce postuma, lo spettro
dell’alba: tremole colonne
d’opale, ondanti archi d’elettro.”

(Giovanni Pascoli, da “L’ Aurora Boreale”)

 

E’ meraviglia, stupore, magia pura: colori che danzano e si intrecciano nel cielo notturno, bagliori variopinti che prendono vita dove il suolo, le case e le foreste sono perennemente ricoperti di neve. L’aurora boreale non è che un fenomeno ottico, eppure affascina e ispira l’ uomo sin da tempi remotissimi. Il cielo buio che all’ improvviso si addensa di multiformi scie viola, rosse, gialle e rosa è uno spettacolo straordinario e incomparabile. A prevalere, comunque, sono le tonalità del verde e dell’azzurro: si librano splendenti nell’ oscurità e la squarciano con le loro cromie mozzafiato. Se visitate il Grande Nord, l’aurora boreale è un evento da non perdere per niente al mondo. Gli antichi popoli la consideravano un fenomeno magico, originato dagli spiriti, e su di essa hanno imbastito innumerevoli leggende. Oggi, sappiamo che i cosiddetti “archi aurorali” (le scie fosforescenti che invadono la notte) vengono generati dall’ incontro tra i protoni e gli elettroni del vento solare con la ionosfera terrestre. Quando cessa la stimolazione a cui sono sottoposti, gli atomi atmosferici sprigionano fasci di luce che coinvolgono svariate lunghezze d’onda. Si definisce aurora boreale il fenomeno che si verifica nell’ emisfero Nord, per quanto riguarda quello Sud si parla di aurora astrale.

 

 

Ma dove è visibile l’aurora boreale, esattamente? Senza dubbio in Scandinavia, in particolare nella Lapponia svedese, norvegese e finlandese. Ma anche in Canada, Groenlandia, Islanda, Alaska, negli arcipelagi scozzesi delle Shetland e delle Orcadi, nella Russia del nord. Questa specifica area del mondo, non a caso, è stata ribattezzata “ovale aurorale”. Tra la fine di Febbraio e l’inizio di Marzo, le “northern lights” (come le chiamano gli anglosassoni) sono numerosissime. Il periodo migliore per ammirarle è proprio adesso, anche perchè le interminabili notti polari permettono alle luci e ai colori di rifulgere più intensamente. Gli orari preferibili per restare estasiati davanti a questo spettacolo vanno dalle 18 all’ 1. Nell’arco dell’ anno, il fenomeno in genere è visibile da Settembre a fine Marzo.

 

 

Fa eccezione l’Islanda, dove l’aurora boreale appare 12 mesi su 12. In Estate, tuttavia, è scarsamente visibile a causa del chiarore del cielo. Se volete ammirarla è più facile che possiate farlo da Settembre a circa metà Aprile: le luci risplendono in modo tale da renderla distinguibile anche a Reykjavik, la capitale del paese. A pochi chilometri da lì, in mezzo alla natura incontaminata, sorge un osservatorio d’eccezione, l’ Aurora Basecamp. Al suo interno è possibile godere di una visuale del fenomeno in tutto comfort, in un ambiente riscaldato e sorseggiando una cioccolata calda. L’alternativa all’ Aurora Lounge (questo il nome dello spazio) è rappresentata dal Dark Park, una cupola avveniristica collocata all’esterno dove viene simulato, tramite uno sbalorditivo gioco di luci e di effetti speciali, lo spettacolo dell’aurora boreale.

 

 

Per prevedere quando si verificherà il fenomeno reale, invece, basta affidarsi alle notti limpide (quando le luci sono maggiormente visibili) o a siti come il finlandese Auroras Now. C’è un altro aspetto che accresce l’enorme fascino dell’aurora boreale, ovvero le leggende che nei secoli sono sorte attorno ad essa. Non riuscendo a spiegarsi  il perchè di questo evento, gli antichi popoli nordici l’hanno associato di volta in volta a miti, rituali e avvenimenti misteriosi. Secondo una leggenda finlandese, ad esempio, l’aurora boreale fu originata da una volpe: non è un caso che nella terra dei Finni sia chiamata “revontulet”, cioè “fuochi della volpe”. La leggenda racconta che una volpe fatata, dirigendosi al festival d’inverno come ogni anno, si accorse di essere incredibilmente in ritardo. Allungò il passo e prese a correre, ma non riuscì più a mantenere la coda alzata. La coda cominciò così a cozzare sulla neve che ammantava il tragitto. Da ogni urto scaturivano scintille che, raggiungendo la volta celeste, esplodevano in un’aurora boreale.

 

 

Sempre in Finlandia, mentre le luci boreali volteggiavano nel cielo erano severamente proibiti gli applausi o qualsiasi altra manifestazione di giubilo: in caso contrario, gli spiriti sarebbero calati sulla terra per rapire i violatori della norma. A proposito di spiriti, in moltissime tribù eschimesi si credeva che durante l’aurora boreale giocassero a calcio nel firmamento utilizzando un teschio di tricheco. Non di rado, inoltre, le “northern lights” venivano identificate con dei presagi di buona o di cattiva sorte:  si pensava che concepire un bambino nel corso del fenomeno gli avrebbe portato fortuna per tutta la vita. Alle aurore nei toni del rosso, invece, si associavano premonizioni decisamente inquietanti. Nel ‘700, in Scozia e in Inghilterra il fenomeno si presentò tramite luci rosso fuoco; qualche settimana dopo, a Parigi scoppiò la Rivoluzione Francese. Le aurore fiammeggianti divennero quindi un presagio di guerra e di sangue, terrificando il popolo pur essendo eventi molto rari.