Aprile e i suoi proverbi

 

Aprile è il mese in cui la natura rifiorisce. Un mese che fa da ponte tra gli acquazzoni di Marzo e la suggestività bucolica di Maggio. Meteorologicamente incostante, ma pieno di promesse, ci offre una sola certezza: la Primavera è ormai arrivata. E’ anche per questo che viene celebrato da miriadi di proverbi. La saggezza popolare lo tiene d’occhio, lo studia attentamente,  formula ipotesi; perchè è uno dei mesi che anticipa l’Estate e il periodo gioioso della trebbiatura.

 

 

Aprile, dolce dormire.

 

 

D’Aprile i fiori, a Maggio gli onori.

 

 

Aprile una goccia o un fontanile.

 

 

D’Aprile, non ti scoprire.

 

 

Marzo asciutto e Aprile bagnato, beato il villano che ha seminato.

 

 

Aprile e Maggio son la chiave di tutto l’anno.

 

 

Aprile suol essere cattivo da principio o al fine.

 

 

La vite che viene portata in Aprile, lascia svuotato ogni barile.

 

 

La prim’acqua d’Aprile vale un carro d’oro con tutto l’assile.

 

Marzo e i suoi proverbi

 

Anche Marzo ha i suoi proverbi, tanto più che è sempre stato un mese chiave: l’Inverno giunge al termine e arriva la Primavera. La natura si rigenera, iniziano le prime fioriture. Nell’orto, il terreno si prepara ad accogliere le prime semine; la zappatura, la concimazione, l’irrigazione precedono la seminagione dei fagioli, dei piselli e degli ortaggi da radice. Sono pratiche ancestrali, da sempre effettuate con il riferimento imprescindibile della luna calante e crescente. Marzo è “pazzerello” per definizione, e non dobbiamo lasciarci ingannare dai tepori primaverili: le gelate tardive sono dietro l’angolo. Non stupisce che le condizioni meteo volubili e destabilizzanti di questo mese siano il cardine dei suoi proverbi.

 

 

Marzo pazzerello guarda il sole e prendi l’ombrello

 

 

Nel Marzo, un sole e un guazzo

 

 

Marzo cambia sette cappelli al giorno

 

 

Neve marzolina dalla sera alla mattina

 

 

Gennaio ingenera, Marzo, Febbraio intenera, Marzo imboccia

 

 

Chi nel Marzo non pota la sua vigna, perde la vendemmia

 

 

Marzo molle, grano per le zolle

 

 

Marzo ventoso, frutteto maestoso

 

 

Di Marzo, chi non ha scarpe vada scalzo

 

 

Marzo, la serpe esce dal balzo

 

 

Quando Marzo marzieggia, April campeggia

 

 

Marzo tinge e Aprile dipinge

 

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Ritratti dall’Artico

 

La maggior parte di noi li definisce “eschimesi”, ma gli indigeni che popolano le zone artiche dell’America e dell’Asia Settentrionale preferiscono essere chiamati con il nome dei gruppi etnici ai quali appartengono, Inuit e Yupik. Loro, al gelo sono abituati: le terre in cui vivono sono ghiacciate a titolo permanente. Politicamente si autogestiscono e attribuiscono un’estrema importanza all’educazione dei più piccoli. La lotta più grande che si trovano ad affrontare è quella contro i cambiamenti climatici, che hanno causato non pochi mutamenti in uno stile di vita già fortemente condizionato da un’evoluzione economica e sociale sempre più improntata sulla cultura occidentale. Vivono di caccia e pesca, gli igloo sono stati le loro dimore fino a mezzo secolo fa: in quelle cupole composte da blocchi di ghiaccio si mantenevano al caldo grazie a un tripudio di pelli di renna e a lampade al grasso di foca. L’essere in grado di adattarsi a un ambiente così ostile dal punto di vista climatico è il punto di forza sia degli Inuit che degli Yupik; entrambi i popoli hanno saputo abilmente servirsi delle risorse naturali per sopravvivere al gelo. E dal momento che le previsioni meteo imputano al Vortice Polare – un concentrato di aria glaciale derivante dalla calotta artica – le imminenti ondate di gelo, ho pensato di conoscere meglio queste due popolazioni del grande Nord. Oggi, VALIUM dedica loro una serie di ritratti fotografici che catturano volti, stili di vita e soprattutto emozioni.

 

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Prima neve

 

Oggi, secondo le previsioni del tempo, arriverà il freddo; ma il freddo vero. L’Italia verrà invasa da correnti artiche che provocheranno un drastico abbassamento delle temperature. L’aria gelida sarà accompagnata da piogge costanti e venti di burrasca, nevicate si preannunciano persino a quote basse. Una nuova perturbazione, proveniente dalle Alpi, sta già avanzando verso il Centro-Sud. Nonostante la bufera sia imminente, il meteo evidenzia un dettaglio che rincuora: la caduta della prima neve. Per chi lo scorso Inverno ha dovuto privarsi della magia dei paesaggi imbiancati, è una grande notizia. A poco più di un mese dal Natale, ecco che i fiocchi di neve si preparano a fare il loro trionfante ritorno. Non posso negare che il solo pensiero mi riempie di gioia; chi segue VALIUM sa che adoro le lande innevate e i paesi del Grande Nord. La prima neve porta con sè un immutato incanto. Quando i fiocchi cominciano a scendere fitti, sembra di calarsi in una fiaba. Il paesaggio, ricoperto da un manto di neve candida, si trasforma completamente. Stamattina voglio rivivere quell’incantesimo insieme a voi: benvenuti nella nuova photostory, un’ode alla prima neve e alle sue atmosfere fatate.

 

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Benefici e rischi del bagno nel fiume

 

“Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume”, disse Eraclito, perchè sia noi che il fiume cambiamo continuamente. Panta Rei: tutto scorre e nulla è immutabile. Anche noi, oggi, ci occuperemo del fiume, ma senza implicazioni filosofiche. Va detto che il fiume, quando arriva l’estate, viene spesso considerato un’alternativa al mare. Specialmente all’inizio e alla fine della stagione calda: due periodi non feriali in cui risulta più a portata di mano delle località balneari: gli abitanti dell’entroterra lo trovano facilmente raggiungibile e amano immergersi nelle sue acque rinfrescanti ogni volta che il sole picchia forte. Ma quali benefici e controindicazioni comporta fare il bagno in un fiume? Andiamo a scoprirlo.

 

 

Cominciamo con i BENEFICI

  • Il bagno in acqua fredda, a meno di 15 gradi, è altamente benefico proprio in virtù del cambiamento che provoca nella nostra temperatura corporea. Ma va rispettata una condizione: l’immersione non dovrebbe durare più di un quarto d’ora, diversamente potrebbe nuocere all’organismo.
  • Abbiamo già approfondito i vantaggi che apportano al corpo e alla mente i cosiddetti “spazi blu”. L’acqua vanta un notevole potere rilassante, favorisce la meditazione, la concentrazione e la consapevolezza di sè. Stimola a godere del qui e ora, elimina l’ansia grazie al contatto con la natura, incentiva la padronanza del proprio corpo e del proprio respiro.
  • L’acqua fredda dei fiumi, ma anche dei laghi, svolge un’azione antinfiammatoria ed è un toccasana per la circolazione sanguigna. Le immersioni, però, dovrebbero essere regolari e – come già detto – non superare il quarto d’ora per evitare uno shock termico.
  • Il bagno in acqua fredda fa colare a picco gli ormoni dello stress e aumenta i livelli di dopamina, responsabile della sensazione di benessere, della regolazione del sonno e del controllo dell’umore.
  • Nuotando in un fiume si accelera il metabolismo e il corpo è in grado di bruciare un maggior numero di calorie. L’effetto dimagrante dell’acqua fredda, tuttavia, è ancora in fase di studio.

 

 

Ma valutiamo anche i RISCHI

  • La corrente del fiume è impetuosa: può trascinarci velocemente dove non abbiamo previsto e impedirci di raggiungere la sponda. Di conseguenza, c’è il rischio che ci trasporti via con sè e la possibilità di schiantarci contro una roccia non è così remota.
  • Il meteo nelle zone di montagna cambia molto rapidamente, accelerando la corrente dei fiumi. Nel caso il “nostro” fiume si trovi lì, bisogna fare attenzione.
  • Lungo i fiumi non sono presenti nè bagniniservizi di salvataggio, pertanto è impossibile contare sull’aiuto di qualcuno in caso di difficoltà. Prima di immergersi nelle sue acque, è tassativo informarsi se per quel fiume è stato imposto (o meno) il divieto di balneazione. In prossimità della foce del fiume, poi, bagnarsi è generalmente vietato.
  • Non è raro che il fondo di un fiume abbondi di sassi, anche taglienti, di detriti o di rocce, le stesse che magari troviamo lungo le sue sponde. Bisognerebbe conoscere un fiume a menadito per evitare spiacevoli incidenti. Soprattutto, è altamente sconsigliato tuffarsi: in primo luogo, perchè non conosciamo la reale profondità delle sue acque, secondariamente per il rischio di andare a cozzare contro ostacoli imprevisti.
  • In conclusione, per un bagno nel fiume privo di pericoli è necessario scegliere un corso d’acqua che si conosce bene, dalle acque poco profonde e limpide, in modo che le eventuali insidie nascoste nel suo fondo siano perfettamente visibili.

 

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Aprile

 

“Quando Aprile con le sue dolci piogge ha penetrato fino alla radice la siccità di Marzo, impregnando ogni vena di quell’umore che la virtù di dar ai fiori, quando anche Zeffiro col suo dolce flauto ha rianimato per ogni bosco e ogni brughiera i teneri germogli, e il nuovo sole ha percorso metà del suo cammino in Ariete, e cantando melodiosi gli uccelletti che dormono tutta la notte ad occhi aperti la gente è allora presa dal desiderio di mettersi in pellegrinaggio.”

(Geoffrey Chaucer)

 

Arriva Aprile, e l’aria si fa improvvisamente tiepida. I fiori sbocciano nei prati e sui rami, in campagna viene piantata la quasi totalità delle sementi. La sera, complice anche l’ora legale, scende sempre più tardi. Aprile, insieme a Maggio, è uno dei due mesi centrali della Primavera. Le origini del suo nome sono controverse. C’è chi afferma che derivi da “Apro”, un termine etrusco proveniente da “Afrodite”, il nome che i Greci avevano dato alla dea della bellezza e dell’amore: non a caso, il mese di Aprile le era stato dedicato. Altri, invece, fanno risalire Aprile al verbo latino “aperire”, ovvero “aprire”, un chiaro riferimento al fenomeno della fioritura che avviene proprio in questo periodo. Nell’ antica Roma, dato che l’anno iniziava a Marzo, Aprile veniva subito dopo. La Primavera esplodeva in tutto il suo fulgore, e la rinascita veniva festeggiata con rituali che inneggiavano alla fertilità e al risveglio della natura. A causa dei cambiamenti climatici, oggi, il meteo di questo mese è piuttosto imprevedibile: al freddo può alternarsi un caldo anomalo, alla pioggia il sole. Certo è che le temperature sono già salite di qualche grado; non ci resta che osservare pazientemente l’evoluzione delle condizioni atmosferiche. Parlando di ricorrenze, Aprile esordisce con la tradizione globale del “Pesce d’Aprile” e prosegue di solito con la Pasqua, che essendo una festa mobile, però, non cade sempre lo stesso giorno. Quest’anno, ad esempio, è stata celebrata il 31 Marzo. Il 25 Aprile, invece, viene festeggiata la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. I segni zodiacali del mese di Aprile sono l’ Ariete e il Toro, il suo colore è il verde (verde menta per i modaioli), la pietra a cui si associa è il diamante: candido e lucente, simbolizza la purezza ma anche la forza. Il suo nome, infatti, deriva da “adamas”, “invincibile” in greco.

 

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Afa di luglio, il canto che non varia

 

Afa di luglio. Il canto che non varia

delle cicale; il ciel tutto turchino;

intorno a me, nel gran prato supino,

due fili d’erba immobili nell’aria.

Un sopor dolce, una straordinaria

calma m’allenta i muscoli. Persino

dimentico di vivere. Mi chino

coi labbri ad una bocca immaginaria…

E sento come divenute enormi

le membra. Nel torpore che lo lega,

mi pare che il mio corpo si trasformi.

Forse in macigno. Rido. Poi mi butto

bocconi. Nell’immensa afa s’annega

con me la mia miseria, il mondo, tutto.

Camillo Sbarbaro

(dalla raccolta “Resine”, Caimo, Genova 1911)

 

Luglio è anche uguale a caldo torrido, bollore, afa. L’aria si fa densa, sembra quasi galleggiare nell’atmosfera. Niente si muove, non tira un alito di vento. Cerchiamo refrigerio senza trovarlo, neppure nella natura. Anzi: il meteo di oggi prevede 40 gradi all’ombra, provate a immaginare quali temperature avremo sotto il sole. Il caldo smisurato è sempre annientante. Non è benefico per la salute, toglie le forze, impigrisce. E soprattutto ci toglie il piacere di godere dell’aria aperta, uno dei vantaggi più osannati dell’estate. Accantonando le escursioni ad alta quota o le ore trascorse a mollo in piscina o in riva al mare, l’unica ancora di salvezza che ci rimane è ricorrere al benessere artificiale: aria condizionata più o meno a palla per mantenerci tonici, pimpanti, immuni dagli effetti deleteri dell’afa. Ci ritroviamo così a rincorrere le oasi del fresco su misura proprio nella stagione in cui la natura trionfa e la sensorialità raggiunge il suo apice…Ma non abbiamo altra scelta. L’importante è continuare ad apprezzare le meraviglie che il nostro pianeta ci regala e l’autenticità della sua bellezza. Dando il nostro contributo, naturalmente, affinchè i cambiamenti climatici non continuino ad alterare il flusso e le peculiarità delle stagioni.

 

 

Un’estate rovente

 

L’ anticiclone africano è in arrivo: tra pochi giorni le temperature raggiungeranno i picchi massimi e il caldo diventerà rovente. L’ondata di calore più potente dell’ estate si accinge a invadere l’Italia, ma non ha alcuna intenzione di abbandonarla presto. Secondo le previsioni meteo, infatti, durerà fino alla fine di questo mese. Avremo massime che oltrepasseranno i 33 gradi e un’afa costante. Da oggi, l’estate infuocata di VALIUM inizia ufficialmente: preparatevi ad affrontare la stagione più bollente dell’ anno con il mio blog insonne. Giorno dopo giorno ci addentreremo insieme in luoghi, atmosfere e argomenti sorprendenti, tutti immancabilmente sotto il segno del sole – ma anche della luna – che regnano nel cielo di Luglio e Agosto. Appuntamento a domani, dunque…e com’è ovvio stay tuned, continuate a seguirmi!

 

 

Aspettando che venga Maggio

 

“Aspettare che viene Maggio” è un detto che significa perdere tempo, attendere qualcosa a vuoto, illudersi su una situazione che probabilmente non si realizzerà mai. In questo post, invece, indica la condizione che descrive senza metafore e a prescindere dai modi di dire. Aprile non è stato un bel mese, dal punto di vista del meteo. La Primavera è rimasta in sordina mentre il freddo, la pioggia e la neve (sui monti) hanno continuato ad impazzare. Ma la voglia di rinascita non conosce cedimenti: mentre il mese volge al termine riponiamo le speranze in Maggio, da sempre un trait d’union tra la Primavera e l’Estate. La photostory che vi presento oggi evoca lo stato d’animo scaturito dall’ inizio di un nuovo ciclo naturale ed emozionale. Gli scatti esprimono tutta la gioia che si associa al mood frizzante, ai magici scenari e alle lunghe, miti giornate del mese che sta per arrivare. Interrompete il grigiore con VALIUM, e aspettate che venga Maggio godendovi la photostory che pubblico per voi.

 

 

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I Giorni della Merla

 

Oggi iniziano i “Giorni della Merla”, i più freddi dell’ anno. Fino al 31 Gennaio, secondo antiche credenze popolari, le temperature raggiungono valori sottozero. E’ il picco dell’ inverno, il trionfo del gelo prima della graduale avanzata della primavera. Svariate leggende incentrate sulla figura di una merla (leggile cliccando su questo link) hanno ispirato la denominazione del 29, 30 e 31 Gennaio, date che anticamente si ritenevano cruciali per prevedere il meteo della stagione successiva: si pensava che se i Giorni della Merla fossero stati glaciali, la primavera sarebbe stata assolata e molto tiepida, e che a Giorni della Merla baciati dal sole sarebbe seguita una primavera tardiva. In attesa di accertare la veridicità di queste tradizioni, godetevi la gallery qui sotto. Ad arricchirla sono proverbi tipici di diverse regioni italiane, per rendere ancora più suggestiva la valenza assegnata agli ultimi tre giorni di Gennaio. Buona visione e buon weekend della Merla!

 

 

“Se li gljorni de la merla voli passà, pane, pulenta, porcu e focu a volontà!” (“Se i giorni della Merla vuoi ben passare, pane, polenta, maiale e fuoco del camino a volontà”)

Proverbio marchigiano

 

 

” Quando canta il merlo, siamo fuori dall’ inverno”

Proverbio bolognese

 

 

“Canta il merlo, l’ inverno è finito, ti saluto padrone, trovo un altro tetto!”

Proverbio bergamasco

 

 

” Due soldi li ho a prestito e uno lo troverò. Se bianca sei, nera ti farà, e se nera sei, bianca diventerai. ” (in riferimento alla leggenda della merla)

Proverbio bresciano