L’estate cala sulla Sicilia

 

” L’estate cala sulla Sicilia come un falco giallo sulla gialla distesa del feudo coperta di stoppe. La luce si moltiplica in una continua esplosione e pare riveli e apra le forme bizzarre dei monti e renda compatti e durissimi il cielo, la terra e il mare, un solo muro ininterrotto di metallo colorato. Sotto il peso infinito di quella luce gli uomini e gli animali si muovono in silenzio, attori forse di un dramma remoto, di cui non giungono alle orecchie le parole: ma i gesti stanno nell’aria luminosa come voci mutevoli e pietrificate, come tronchi di fichi d’India, fronde contorte di ulivo, rocce mostruose, nere grotte senza fondo. “

Carlo Levi, da “Le parole sono pietre” (Giulio Einaudi Editore)

 

 

La stagione più triste dell’anno

 

“È certo la primavera la stagione più triste dell’anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell’inverno e la focosa maestà dell’estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un’improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un’altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d’acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s’asciuga, tutto s’infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s’accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie.”

Giovanni Papini, da “La spia del mondo”

 

 

Le Frasi

 

” Febbraio di cristallo, tutto brilla,
volano i passeri con piume d’argento.
Celeste fisarmonica anche l’anima
oltre i monti si espande.”
(Maria Luisa Spaziani)