La notte

 

“Aprimmo la finestra al cielo notturno. Gli uomini come spettri vaganti: vagavano come gli spettri: e la città (le vie le chiese le piazze) si componeva in un sogno cadenzato, come per una melodia invisibile scaturita da quel vagare. Non era dunque il mondo abitato da dolci spettri e nella notte non era il sogno ridesto nelle potenze sue tutte trionfale? Qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi gettato sull’infinito, che tutto ci appare ombra di eternità? A quale sogno levammo la nostalgia della nostra bellezza? La luna sorgeva nella sua vecchia vestaglia dietro la chiesa bizantina.”

(Dino Campana, da “Canti orfici – La notte – II – Il viaggio e il ritorno”, 1914)

 

Un nero che fa rima con mistero

Chiara Boni

Halloween in nero: la fashion parade in total black, su VALIUM, anche quest’anno non può mancare. Nero come la notte, l’ignoto, il mistero. Nero come la paura, un black out cognitivo che inibisce temporaneamente le nostre risposte razionali. Nero come il corvo, volatile associato da sempre a connotazioni macabre e infernali. Nero, infine, come i look che vi propongo, impregnati di un fascino potente e vagamente gotico.

 

Hui

Balmain

Calcaterra

Elie Saab

Junya Watanabe

Issey Miyake

Chet Lo

Del Core

Duran Lantink

Theunissen

Gauchere

Naeem Khan

Odette Alvarez

Isabel Sanchis

Yohji Yamamoto

Fely Campo

 

“La notte d’ottobre”, una poesia di Attilio Bertolucci

 

Mi ha svegliato il tuo canto solitario,
triste amica dell’ottobre, innocente civetta.
Era la notte,
brulicante di sogni come api.
Ronzavano
agitando le chiome di fuoco
e le bionde barbe,
ma i loro occhi erano rossi e tristi.
Tu cantavi, malinconica
come una prigioniera orientale
sotto il cielo azzurro…
Io ascoltavo battere il mio cuore.

(da “Fuochi in Novembre”, Alessandro Minardi Editore, 1934)

 

Flirtare attraverso il look

 

La cura del look, in vacanza, è un’attività prevalentemente serale. Ma anche il rapporto con gli abiti assume una nuova connotazione: la libertà la fa da padrone, ed è la libertà di flirtare attraverso ciò che si indossa. In estate, la stagione dell’amore, la seduzione impregna l’aria e insinua un’euforia inebriante in chiunque la respiri. Il look diventa parte integrante di questa ebbrezza collettiva, dei riti di corteggiamento che contraddistinguono i mesi più caldi dell’anno. Le mise si fanno audaci, stravaganti, sprigionano fascino in dosi massicce. Ci si veste per colpire, per catturare gli sguardi, non di certo per passare inosservati. Sedurre si tramuta in un must supremo: per dar vita al grande gioco dei flirt che animano le notti estive.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Notturno Acquatico

 

 

“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua.”
(Margaret Atwood, da “Il canto di Penelope. Il mito del ritorno di Odisseo”. Ponte alle Grazie Editore)

 

Ritratto notturno con acqua. Luci al neon, bagliori e luccichii che sfavillano nel buio. Dove ci troviamo? In un club, in un locale, su un rooftop con piscina…Le opzioni sono molteplici, il senso di mistero unico e indescrivibile. Come il glamour che sprigionano le immagini. Oggi la rubrica dedicata ai libri, “Le Perle di Valium”, si fonde con il format della photostory dando origine a un connubio intriso di incanto. Enjoy it.

 

Foto: Olya Prutskova via Pexels

 

Caronte: perchè si chiama così e chi era il terribile traghettatore degli Inferi

 

Caronte: ma chi ha dato, e perchè, questo nome all’anticiclone africano più torrido di sempre? La tradizione di affibbiare determinati nomi ai fenomeni atmosferici, in Europa, ha avuto inizio negli anni Cinquanta all’Istituto di Metereologia dell’Università di Berlino. Nel 1954 fu compilata una lista di dieci nomi di persona da assegnare ai principali eventi meteo; curiosamente, le aree di alta pressione atmosferica (associate al bel tempo) vennero denominate con nomi maschili, mentre quelle di bassa pressione (associate al cattivo tempo) con nomi femminili. Ciò provocò malcontento, in particolare tra le femministe, pochè una simile prassi fu considerata discriminatoria in base al genere. Negli anni Novanta si stabilì quindi che, annualmente, si sarebbero alternati nomi maschili e femminili in ordine alfabetico a prescindere dal fenomeno atmosferico. In conclusione, a battezzare gli eventi metereologici nel Vecchio Continente è l’Istituto berlinese da 70 anni a questa parte. Vale ora la pena di ricordare chi fosse Caronte.

 

Caronte in un’incisione di Gustave Doré, che illustrò la “Divina Commedia” (1861-1868)

Caronte è una figura che ritroviamo sia nella mitologia greca che romana: si occupava di traghettare le anime dal mondo dei vivi all’Ade, il regno dei Morti, attraverso il fiume Stige (come riporta Virgilio nell’Eneide) o Acheronte (come riporta Dante nella Divina Commedia). Caronte, però, svolgeva le proprie mansioni solo a beneficio di chi era stato seppellito con una cerimonia funebre oppure era in grado di pagargli un obolo per il viaggio. Tutti coloro che erano privi di questi requisiti venivano condannati a errare nel Limbo, un bosco spettrale ammantato di nebbia, per l’eternità. Se le anime in questione, invece, potevano permettersi di salire sull’imbarcazione di Caronte, venivano traghettate da una sponda all’altra del fiume Acheronte. Il traghettatore infernale viene descritto da Dante come un uomo spaventoso: un vecchio con barba e capelli lunghi e candidi accompagnati da occhi cerchiati di fuoco. Non a caso Caronte è il figlio di Erebo, la personificazione dell’oscurità degli Inferi, e di Notte, la personificazione della notte della Terra. L’obolo, il pedaggio da pagare per la traghettatura, è un dettaglio molto importante. Sia nell’antica Grecia che nell’antica Roma, infatti, vigeva l’usanza di seppellire i cadaveri con una moneta sotto la lingua o due monete sugli occhi: per evitare che i defunti vagassero nell’Ade come anime in pena, i loro familiari li dotavano dell’obolo da versare a Caronte. In Grecia, questa tradizione è stata abolita solo in tempi recenti. Il demoniaco traghettatore dell’Ade, tuttavia, non ha trasportato sull’altra sponda del fiume soltanto morti; tra i vivi saliti sulla sua barca figurano personaggi mitologici del calibro di Enea, Persefone, Teseo, Ercole, Orfeo, Psyche. L’elenco si allunga, in seguito, con San Paolo e Dante Alighieri.

 

Caronte in un dipinto di Joachim Patinir (1520-1524 circa) conservato nel Museo del Prado

Caronte appare in due pietre miliari della letteratura quali l’Eneide di Virgilio e la Divina Commedia di Dante Alighieri, dove entra in scena nel Canto III dell’Inferno. Anche il commediografo greco Aristofane, intorno al V secolo a.C., lo incluse nella sua pièce Le Rane, facendogli fare una breve comparsa. Se Caronte è una figura mitologica, i Caronti sono realmente esistiti.  Ma chi erano, esattamente? Nell’antica Roma, veniva chiamato Caronte colui che dava il colpo di grazia al gladiatore in fin di vita che aveva perso il combattimento. Il Caronte aveva un aspetto inquietante: celava il volto con una maschera che raffigurava il suo omonimo mitologico, e per portare a termine il suo compito si serviva di una mazza. Dopo essersi accertato che il gladiatore avesse esalato l’ultimo respiro, il Caronte caricava il suo corpo su un carro e lo trasportava nel cosiddetto “spoliarum”. In questa macabra stanza dell’anfiteatro, il gladiatore veniva spogliato  e i Caronti procedevano a impossessarsi del suo sangue. Costoro, infatti, avevano una sorta di seconda attività: vendevano il sangue dei gladiatori, reputato un potente amuleto e un antidoto a mali come l’astenia e la mancanza di virilità. Nella vita quotidiana, per rendere ancora più lugubre la loro figura, i Caronti usavano tingersi la pelle di verdognolo per rievocare la caratteristica tonalità della decomposizione cadaverica. Ma non voglio concludere questo articolo con racconti così funerei. Passiamo allora al motivo per cui l’anticiclone africano è stato battezzato con il nome del terribile nocchiero degli Inferi. La ragione è molto semplice: al Caronte sub-tropicale spetta il compito di “traghettarci” nelle infuocate estati del cambiamento climatico.

Immagini di Caronte: Public Domain via Wikimedia Commons

 

Un make up lunare

 

Il make up delle notti d’estate? Lunare, cromato, iridescente. Creato apposta per ammantarsi di riflessi che rimandano al chiarore degli astri. Che sia colorato o argenteo, è un make up che risplende nel buio e sprigiona l’incanto irresistibile delle ore tra il tramonto e l’alba.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Sciami meteorici, piogge di stelle cadenti: tutto l’incanto delle notti di Luglio

 

Preparatevi a osservare il cielo notturno, questo mese, perchè ci regalerà delle meravigliose sorprese: sto parlando degli sciami meteorici che, specialmente in estate, sono molto frequenti. Entro la fine di Luglio si verificheranno diverse piogge di stelle cadenti. La prima ha avuto inizio proprio tra ieri notte e l’alba di oggi: si è trattato dello sciame delle Pegasidi. Il loro radiante (ovvero punto di partenza) è situato nella costellazione di Pegaso, e ad averle originate è la cometa C/1979 Y1 Bradfield. Il picco delle Pegasidi si verifica approssimativamente sette giorni dopo la Luna Nuova, perciò in presenza di una luminosità lunare piuttosto ridotta. Tra il 9 e il 10 Luglio, il radiante è stato visibile dalle 23 e ha raggiunto il picco intorno alle 4 del mattino, immediatamente dopo che la Luna è tramontata.

 

 

Tra l’11 e il 12 Luglio, invece, sarà il turno delle Capricornidi: lo sciame, generalmente molto luminoso, è stato avvistato per la prima volta nel 1800. Il suo radiante (come suggerisce il nome) si trova nella costellazione del Capricorno; sarà osservabile dalle 23 in avanti, ma il picco è atteso alle 3 di notte. La pioggia delle Capricornidi includerà quasi con certezza alcuni frammenti dell’asteroide Adonis e potrà essere ammirata distintamente grazie all’assenza della Luna.

 

 

Nei giorni successivi, o sarebbe forse meglio dire nelle notti, si succederà un flusso quasi ininterrotto di stelle cadenti. Tra il 16 e il 17  Luglio arriverà lo sciame meteorico delle Aquilidi, noto agli scienziati dagli inizi del Novecento. E’ costituito da meteore non troppo brillanti, a parte qualche eccezione, il cui radiante si situa tra l’Aquila e la costellazione dello Scudo: sarà osservabile l’intera notte culminando intorno all’una. Anche nel caso delle Aquilidi, l’assenza della luna renderà più facilmente osservabile la pioggia di stelle. Le omicron Draconidi si apprestano a estasiarci con il loro sciame meteorico tra il 17 e il 18 Luglio; sono state generate con ogni probabilità dalla cometa 1919_V Mercalf. Il radiante, diffuso e discontinuo in quanto ad attività, è stato studiato dagli astronomi a partire dalla metà del 1800. Il picco si attende per le 23 del 17 Luglio e sarà visibile finchè la Luna non volgerà al tramonto.

 

 

Nella notte tra il 19 e il 20 Luglio sarà possibile ammirare le alfa Cignidi, documentate circa un secolo orsono. Sono meteore generalmente contraddistinte da una scarsa luminosità, ma qualcuna risulta molto brillante. Il radiante raggiungerà il picco verso le 2 di notte e sarà osservabile, come per quanto riguarda altri sciami, fino al tramonto della Luna. Proprio la costante presenza di quest’ultima, tuttavia, renderà difficile distinguere la pioggia di stelle: pur restando bassa all’orizzonte, ne offuscherà la visione con la sua luminosità. Lo sciame meteorico delle Beta Cassiopeidi è atteso, invece, tra il 20 e il 21 Luglio. Scoperto negli anni ’50 del Novecento, non di rado è stato confuso con le prime Perseidi. Il radiante culminerà al sorgere dell’alba e sarà visibile l’intera notte, ma la Luna, sempre bassa all’orizzonte, disturberà l’osservazione. A fine mese, lo spettacolo astronomico degli sciami meteorici continuerà a deliziarci con il suo incanto. Le gamma Draconidi sono state immortalate per la prima volta a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento; si presentano gli ultimi dieci giorni di Luglio, quest’anno tra il 27 e il 28,  ma la cometa che le ha generate rimane un mistero. Il loro radiante, situato nella costellazione del Drago, culminerà intorno alle 23 e sarà possibile osservarlo a partire dalle ore del crepuscolo serale. Bisognerà considerare, tuttavia, che la luminosità della Luna potrà offuscare la visione verso le 2 di notte. La pioggia delle Delta Acquaridi, molto attiva nel cielo meridionale, è composta da meteore poco lucenti il cui radiante si colloca nella costellazione dell’Acquario. Non è ancora noto da quale cometa siano state originate. Lo sciame arriverà nella notte tra il 27 e il 28 Luglio; sarà possibile ammirare il radiante da mezzanotte in avanti: all’alba raggiungerà la massima altezza, ma la Luna disturberà l’osservazione proprio in quegli istanti.

 

 

Le piogge di stelle saranno tutte visibili a occhio nudo, nessuna esclusa, a patto di prendere qualche accorgimento. Cercate di osservarle a dovuta distanza dagli agglomerati urbani, in aree spaziose e soprattutto lontane dall’inquinamento luminoso: le luci artificiali potrebbero impedirvi di godere appieno di questo straordinario evento astronomico.

 

“Notte d’estate”, una poesia di Antonio Machado

 

È una notte bellissima d’estate.
Nelle alte case stanno
spalancati i balconi
del vecchio borgo sulla vasta piazza.

In quell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi, acacie
disegnano in simmetria
le nere ombre sulla bianca arena.

Allo zenit, la luna, e sulla torre
col quadrante alla luce l’orologio.
In questo vecchio borgo vado a zonzo
solo, come un fantasma.

Antonio Machado, da Campos de Castilla, 1912