Felice Yule

 

Fin da piccolo pensavo che la brina fosse polvere magica che il vento regalava all’inverno per renderlo più bello, dolce e meraviglioso. Quando quella polvere magica copre ogni cosa, so che la natura non lascia nulla al caso.
(Stephen Littleword)

Felice Solstizio d’Inverno, felice Yule. Chi segue VALIUM sa che mi riferisco al Solstizio prendendo in prestito il nome che aveva nell’ antica tradizione germanica e celtica dell’era pre-cristiana: un nome che – derivante dal norreno “Hjòl” (ovvero “ruota”) – indicava il punto più basso in cui, in questo periodo, si trova la Ruota dell’ Anno. Oggi, il sole raggiunge la declinazione minima nel suo apparente percorso sull’ Eclittica. Il giorno è brevissimo, la notte interminabile, ma le ore di luce torneranno ad allungarsi (seppure impercettibilmente) già da domani. L’ immenso fascino di Yule risiede nella sua valenza simbolica, nel suo incarnare il passaggio tra Autunno e Inverno, tra buio e luce. Miti, tradizioni e rituali associati a Yule risalgono a tempi remotissimi (rileggete qui il post che VALIUM ha dedicato un anno fa all’ argomento). Risaltano i temi incentrati sulla morte, sulla trasformazione, sulla rinascita, perchè il Solstizio d’ Inverno è tutto questo all’ unisono: vita nella morte, luce che si rigenera nell’ oscurità. Non è un caso che presso gli antichi Celti vigesse un rito in cui le donne, immerse nel buio più totale, attendevano che gli uomini rincasassero portando loro una candela per accendere il fuoco; subito dopo, avrebbero celebrato tutti insieme il ritorno della luce, la luminosità emanata dalle fiamme del focolare. Perchè se Yule è neve, cielo color grigio perla, aria pungente, gelo e brina,  è anche – e prima di ogni altra cosa – una promessa di luce. A corredare questo post non troverete foto, ma solo illustrazioni: per esaltare le atmosfere magiche. senza tempo e di pura meraviglia che il Solstizio d’ Inverno porta con sè.

 

 

 

 

Halloween Night

 

Il nostro viaggio verso Halloween giunge al termine. Sul bosco calerà l’ oscurità e in lontananza scorgeremo i falò celebrativi, un richiamo al Fuoco Sacro che a Samhain, l’ antico Capodanno Celtico, i Druidi spegnevano per poi riaccenderlo simboleggiando l’arrivo della stagione buia e l’ anelito del ritorno della luce, dell’ inizio di una nuova vita: un rituale emblematico del ciclo di morte e rinascita, riferito sia ai ritmi naturali che a quelli che scandiscono l’esistenza umana. Stanotte avanzeremo sotto un cielo pieno di stelle, e un turbinio di foglie morte accompagnerà ogni folata di vento. Ma l’aria sarà mite, quasi un assaggio della tradizionale Estate di San Martino. Quando le fiamme del falò danzeranno davanti ai nostri occhi, avremo tutto il tempo per meditare e per connetterci con il vero spirito di Samhain. Riallineandoci, ad esempio, con i ritmi stagionali, con la ciclicità della natura e donando un’ accezione positiva alla metà oscura dell’ anno: così come la terra in questo periodo riposa, preparandosi alla rigenerazione, possiamo prenderci una pausa per esplorare le profondità del nostro io e assecondare i suoi bisogni, le sue aspirazioni più autentiche. Samhain sancisce il tempo del rinnovamento. E’ il momento di far piazza pulita dei pensieri, delle abitudini, dei modi di vivere che ci impediscono di evolvere e rendono la nostra esistenza stagnante, priva di obiettivi. Il “buio” può rappresentare un’ occasione per meditare su tutto ciò e per persuaderci ad abbracciare il nuovo lasciandoci alle spalle il vecchio. La “notte delle streghe”, in fondo, non è poi così nera…e non solo perchè quest’anno sarà illuminata dal chiarore ipnotico della Luna Blu. Felice Halloween a tutti!

 

 

 

 

 

In viaggio verso Halloween

 

Il legame tra VALIUM e la notte, il sogno, la magia, non si spezza mai. Questo fine settimana, non a caso, sancisce l’ inizio di un percorso che culminerà con la festa di Halloween, il 31 Ottobre. Ci addentreremo in un bosco in cui aleggiano atmosfere magiche, i sentieri sono offuscati dal mistero e il chiarore della luna viene fagocitato da nuvole che vagano nel cielo nero. Passo dopo passo, però, la notte abbandona la sua cupezza. Suggestioni esoteriche ed emozioni ataviche si fondono con una potente energia cosmica, la volta celeste ci sorprende con un tripudio di vibrazioni stellari. Siamo calati in un universo onirico dove l’ aria pungente dell’ Autunno costituisce l’unico legame tangibile con il reale. La strada è lunga davanti a noi, manca più di una settimana prima di arrivare alla meta…E in attesa di scorgere le fiamme palpitanti dei falò, le luci che baluginano nelle zucche intagliate, proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta del lato più luminoso e rivelatore dell’ oscurità. Siete pronti? Io sono già sul piede di partenza.

 

 

 

Mabon, Equinozio di Autunno

 

22 Settembre, Equinozio di Autunno. La terra si prepara a un lungo periodo di letargo e il sole a lasciar spazio a molte ore di oscurità. Il tempo del raccolto si conclude con il rituale della vendemmia e della lavorazione dell’uva: la sua chiusura nelle botti, dove viene lasciata a fermentare, sembra simbolizzare il processo di introspezione che l’arrivo dell’ Autunno favorisce; una meditazione sul nostro io concomitante con la stasi della natura che si va assopendo. Questa parentesi è sancita da Mabon, festività neopagana che ricorre a metà tra i due Solstizi e identifica l’Equinozio. Quel giorno, le ore di luce e di buio si equivalgono, suddivise in perfetto equilibrio. Il ciclo della semina e della raccolta, paragonabile all’ eterno ciclo di morte e di rinascita che scandisce il ritmo dell’ esistenza umana, è giunto al suo termine. Le foglie degli alberi volteggiano verso il suolo, la terra si addormenta in attesa della prossima coltivazione, gli animali fanno provviste in previsione dei rigori invernali. L’ ultimo raccolto ci ha permesso di fare un bilancio, di verificare l’entità di quanto, tra ciò che abbiamo seminato, ha dato il suo frutto. Allo stesso modo, Mabon è il momento ideale per sondare l’anima con una rinnovata consapevolezza, di effettuare una nuova “semina” in base al nostro raccolto interiore. E se l’oscurità che avanza ci invita a guardarci dentro, il torpore della natura va di pari passo con questa pausa di riflessione. Antichi rituali prevedevano l’istituzione di banchetti ricchi di bevande e cibo per propiziarsi le divinità della terra e celebrarne i doni, con l’augurio che – dopo la pausa invernale – continuassero ad elargire i loro frutti. A proposito di frutti, quale di essi se non la zucca può rappresentare l’Autunno in modo ottimale? La ritroveremo in un ruolo chiave ad Halloween (o Samhain, nella sua denominazione originaria), il 31 Ottobre: un’altra data estremamente significativa del calendario celtico e pagano.

 

 

 

 

 

Yule, Solstizio d’ Inverno

 

Oggi, l’ Inverno fa il suo ingresso ufficiale. La notte raggiunge la sua massima durata e il giorno è un barlume fugace, pronto a svanire dopo poche ore. I fiocchi di neve, prima di imbiancare il suolo, sembrano cristallizzarsi nell’aria gelida: freddo e oscurità predominano. L’ atmosfera è impregnata di un sentore magico, il tempo si arresta come per immortalare istanti di solennità. E’ il Solstizio d’Inverno, e già da domani la luce, seppur impercettibilmente, farà poco a poco il suo grande ritorno. Non è un caso che l’ inglese “Yule” paia derivare dal norreno “Hjòl”, “ruota”, perchè con il Solstizio la ruota dell’ anno si trova nel suo punto più basso prima di ricominciare a salire. Da Hjòl potrebbero aver avuto origine il tedesco, il danese e lo svedese Jul così come l’islandese e il norvegese Jol, che stanno entrambi ad indicare sia il Solstizio d’Inverno che il Natale. I popoli germanici precristiani erano soliti associare innumerevoli leggende e simbolici rituali a questa data di transizione tra il buio e la luce. Ecco allora il Vecchio Sole che muore e il Sole Bambino che viene al mondo, il Re Agrifoglio (il re dell’ anno vecchio) che lascia il posto al Re Quercia (il re dell’ anno nuovo) ma, soprattutto, i falò: supremi emblemi di luce, inneggiavano alla rinascita del sole. Gli antichi Celti li tramutarono nel perno delle loro celebrazioni, danzando e festeggiando fino all’ alba intorno ai fuochi propiziatori. A Yule morte e rinascita sono mediate dalla trasformazione, poiche tutto ciò che perisce si trasforma per originare una nuova vita; è all’eterno ciclo della natura, infatti, che si rifanno i miti del Solstizio. E in questo primo giorno d’ Inverno, voglio augurarvi un Felice Yule con una spettacolare serie di abiti di Haute Couture: bianchi e fiabeschi come quelli di una Regina delle Nevi.

 

Ralph & Russo

Guo Pei

 

Givenchy

 

Ashi Studio

Georges Hobeika

Jean-Paul Gaultier

 

Yanina Couture

Dolce & Gabbana

 

Stephan Rolland

Elie Saab

 

Illustrazione “La Regina delle Nevi” by Elena Ringo http://www.elena-ringo.com [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)]