Il luogo: Venezia, un Carnevale tra passato e futuro

 

Dress code: in maschera. Dove? A Venezia. Quando? Tutti i giorni fino al 1 Marzo, giorno in cui Martedì Grasso sancirà la conclusione di un Carnevale ritornato in presenza e impregnato di un nuovo fascino. Come ci ha anticipato il Principe Maurice nella sua ultima intervista (rileggila qui), questa edizione è declinata in una formula completamente inedita: eventi a rischio assembramenti come la Festa Veneziana di Cannaregio, gli show in Piazza San Marco e Piazza Ferretto, il corteo delle Marie e del Toro, i voli dell’ Angelo, dell’ Aquila e lo svolo del Leon, le sfilate di carri allegorici del Lido e di varie località della laguna sono stati eliminati, privilegiando l’ arte di strada e le feste negli antichi Palazzi. Venezia si svela attraverso i percorsi pedestri nelle calli e nei campielli, dove palesa la sua essenza più autentica; tutti i giorni, dalle 11 alle 19, l’ iniziativa Venezia Wonder Time! prevede spettacoli di circo-teatro, clownerie, teatro dei burattini, esibizioni acrobatiche e piccoli concerti diffusi nei Wonder Points, gli angoli più suggestivi della città. Vale a dire che a Campo Santa Margherita, Campo San Giacomo, Esedra-Castello, Campo Geremia, Campo San Cassiano, Campo dei Gesuiti, Campo Santa Maria Formosa e Campo Sant’Elena potrete imbattervi in street show che sprigionano pura magia. Chi invece preferisce assaporare la sontuosità dei party, questo weekend può contare su un appuntamento speciale: il Dinner Show del Carnevale a Ca’ Vendramin Calergi – prezioso Palazzo cinquecentesco affacciato sul Canal Grande – verrà arricchito da Venezia Imaginarium, tre ore di spettacolo che omaggiano la Serenissima tramite performance, sonorità, abiti, danze e allegorie da sogno. In attesa della XXIX edizione del Ballo del Doge, che si terrà il 26 Febbraio a Palazzo Pisani Moretta e avrà per titolo “Time for a New Renaissance”, Antonia Sautter (rileggi qui la sua intervista con VALIUM) ne anticipa il proverbiale splendore. Di Venezia Imaginarium è il Direttore Artistico e non c’è bisogno di dire che le scenografie, gli artisti e le esibizioni  saranno all’ insegna dell’ incanto onirico, della meraviglia nella sua quintessenza. Il Dinner Show si avvale di un Maestro di Cerimonie acclamatissimo, un’icona del Carnevale veneziano: il Principe Maurice. La cena di gala e Venezia Imaginarium sono in programma per il 19 e il 20 Febbraio alle ore 21, ma verranno riproposti anche dal 24 Febbraio al 1 Marzo. Last but not least, sapete qual è il tema del Carnevale di Venezia 2022? “Remember the Future”, un titolo ispirato alla celebre frase “E più di tutto mi ricordo il futuro” pronunciata da Salvador Dalì. Surrealismo, gioco, sovvertimento dei ruoli, esplorazione di nuovi scenari urbani ed interiori, maschere che regalano la libertà dell’ anonimato, sorprese e scoperte inaspettate si fondono in un mix immaginifico che connette passato e futuro. Il concetto viene mirabilmente spiegato dal Direttore Artistico Massimo Checchetto nel sito web del Carnevale: “Camminando per Venezia, sebbene con una meta precisa, si è costretti a continui cambi di direzione, le calli terminano in una svolta; dietro ad una svolta una sorpresa, spesso una meraviglia, quasi sempre un futuro. Per il tema del Carnevale di Venezia di quest’anno ho pensato proprio al nostro futuro, quel futuro che questa Città piena di passato scatena in chi la vive. Proprio un luogo in perenne contraddizione, dove si fondono sogno e realtà”.

 

Le Frasi

 

” Il giorno è abbagliato; la notte è dei sogni e solo i crepuscoli sono chiaroveggenti per gli uomini. L’alba, per l’avvenire; il tramonto, per il passato. “

(Luigi Pirandello)

 

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Dialoghi tra passato, presente e futuro al Carnevale (digitale) di Venezia

Uno scatto di backstage con la co-conduttrice  della diretta streaming nonchè Maria dell’ Anno 2019 Linda Pani

Il Carnevale di Venezia non si ferma: come VALIUM aveva accennato pochi giorni fa (rileggi qui l’articolo), questa edizione è approdata sul web per perpetuare la tradizione in tutta sicurezza. Il Principe Maurice, naturalmente, non poteva mancare. Riveste il consueto ruolo di Gran Cerimoniere del Carnevale, ma tanti altri ancora, ed è intenzionato a stupirci con un travestimento emblematico e molto, molto attuale (che scoprirete leggendo la nostra conversazione). Quando lo incontro, l’ euforia per i progetti che sta portando avanti prevale sui ricordi di un Carnevale maestoso e partecipatissimo,  quando piazza San Marco era il cuore pulsante della festa. A fare da main location, stavolta, sarà Ca’ Vendramin Calergi, una “scatola magica” (così la definisce il Principe), ovvero il Casinò di Venezia. Dopo lo scoppiettante inizio di sabato e domenica scorsi, la kermesse riprenderà a svolgersi dall’ 11 al 16 febbraio. Deve fare a meno del pubblico in presenza, certo, ma ne acquisterà altrettanto -e forse persino di più – grazie a tutti coloro che prenderanno parte virtualmente ai festeggiamenti: un punto di vista connesso con la propositività, la voglia di fare e l’ottimismo fondamentali in un’occasione del genere. Bando alla nostalgia, dunque. E’ Carnevale? Che Carnevale sia! A proposito di nostalgia, noterete che è un tema ricorrente in questa intervista. Il Principe Maurice ne riconosce la funzione confortante, ma al tempo stesso programma il futuro con entusiasmo e determinazione; i suoi impegni in qualità di portavoce del Silb (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo) lo vedono alle prese con uno studio sistematico sulla rinascita dei club e con progetti importanti come il corto “Vuotodiscena”. Tra i media che ospitano Maurice in tempi di pandemia, spicca la web TV: “The Flat”, la trasmissione che conduce in tandem con Antonio Velasquez sul canale Twitch di Smash TV, mette in luce la sua vena ironica come mai prima d’ora. Se il Carnevale di Venezia non si ferma, insomma, il Principe tantomeno. Anzi, è più pronto che mai a scrivere un nuovo capitolo del mondo della notte, dell’arte, dello spettacolo in generale. Perchè il futuro possa uguagliare, e superare addirittura, la magia di un passato che senza dubbio ha fatto storia.

“Anno nuovo, vita nuova”, dice il proverbio. Quali buoni propositi hai formulato per il 2021?

Diciamo che, compatibilmente con lo sviluppo delle restrizioni riguardanti la pandemia, sono proiettato verso qualcosa di costruttivo. I progetti a medio e a lungo termine sono stati procrastinati per poter essere realizzati al meglio, però nell’ immediato mi accingo a fare delle cose che non avrei mai immaginato di fare nella mia vita. E devo dire che mi diverto! Sto parlando di social, di web TV e così via. Ho elaborato una nuova interpretazione di me stesso che è molto simpatica, molto televisiva: potrebbe effettivamente sfociare in ruoli di conduzione televisiva che mi intrigherebbero assai. E’ tutta gavetta per me, è tutto nuovo…Dalla mia parte ho l’esperienza e la sfacciataggine! Il mondo dello spettacolo deve assolutamente riprendersi, è importantissimo. Ho ascoltato una frase alla radio, poco fa, che ho subito adattato a me: “Io non mi diverto per vivere, ma mi diverto per sentirmi vivo.” Il lavoro dev’ essere qualcosa che mi fa sentire vivo, sempre attivo…Quella frase mi ha colpito molto! Io abbraccio la stessa filosofia. Pur avendo dovuto variare la formula delle mie esibizioni, ora faccio qualcosa che mi piace e che mi ha ridato linfa. Sono più che soddisfatto.

 

Maurice sullo sfondo di una piazza San Marco pressochè deserta…

…e insieme a Claudio Vernier, Presidente dell’ Associazione di Piazza San Marco, con cui ha parlato “del momento drammatico e della chiusura – anche per Carnevale – di tutti i caffè storici”

Capodanno in zona rossa, crisi di governo, proroga dello stato di emergenza…il nuovo anno non è iniziato sotto i migliori auspici. Noto che tra la gente si sta diffondendo il rimpianto di un passato idilliaco, quasi che il presente e il futuro non esistessero. Come fare per intravedere una luce oltre il buio, per guardare nuovamente all’ avvenire?

Sono d’accordo con te e sto cercando di fare il possibile perché questo non diventi una rinuncia: rifugiarsi nei ricordi del passato senza riuscire a immaginare di poter fare qualcosa non dico di simile…Perché nulla potrà essere più come prima, questa esperienza è troppo forte e sconvolgente e dal punto di vista sociale, e dal punto di vista economico, e dal punto di vista culturale. Ma credo che proprio culturalmente ci sarà una rivoluzione enorme. A me il fatto che molti si attacchino quasi morbosamente al passato, ai ricordi, gratifica. Mi è capitato di incontrare persone di tutte le età che quando mi vedono si illuminano, mi dicono “Quanti ricordi! Che bello, grazie per tutto quello che hai fatto per noi!”. Però vorrei anche riuscire a fare qualcosa di nuovo, di diverso. Proiettare cioè nel futuro questa mia esperienza, la saggezza che credo di aver accumulato negli anni: ho scoperto in me una vena comica e ironica superiore persino a quella che avevo già! Penso che sia legittimo ricordare il passato con struggimento, ma bisogna guardare anche avanti con la speranza di fare cose altrettanto intriganti. La nostalgia è sempre emozionante, soprattutto per chi, come me, ha contribuito a creare questi ricordi. Non vorrei, però, che ci ripiegassimo sul rimpianto. Dovremmo pensare all’ avvenire con la voglia di fare, di vedere, di ascoltare qualcosa di nuovo. L’ ironia è un potente antidoto per esorcizzare la paura, l’angoscia, il torpore che ci stanno iniettando come un veleno terrificante. Se ci ridiamo sopra, perlomeno potremo arrangiarci finchè non riprenderemo a far festa…assembrandoci! Io voglio ricominciare ad assembrarmi con altre persone! (ride, ndr.)

 

Un leggendario scatto del Principe

In qualità di portavoce del Silb, potresti darci qualche anticipazione su come intendete procedere per uscire dall’ impasse in cui versa il mondo della notte?

Assolutamente sì. Con la Commissione Comunicazione ed Eventi abbiamo elaborato una strategia veramente interessante e d’ impatto. Prima di tutto, per svecchiare questa istituzione che esiste da 60 anni…Anche se il nostro motto è “Siamo in ballo da 100 anni”, perché i primi locali con sala da ballo, gli antenati delle discoteche, sono nati circa 100 anni orsono. Senza dubbio guardiamo alla tradizione e all’istituzionalità, però dobbiamo rinnovarci. A questo scopo toccheremo vari punti, tra cui il discorso ecologico. Ci proponiamo di rendere ecologico anche il divertimento, ad esempio attraverso il non utilizzo di plastica monouso e l’utilizzo di energie alternative…Esistono pavimenti da discoteca che creano energia elettrica tramite il ballo. Ballando, cioè, si produce l’energia necessaria per avere luci, suoni e quant’ altro: pensa che cosa simpatica! I cardini del Silb sono l’istituzionalità, la tradizione, la sostenibilità, la comunicazione. Ci prefiggiamo di tenere sempre aggiornati tutti, non solo i locali associati ma anche gli utenti, soprattutto i giovani, attraverso una sezione che si chiama Creative Lab e punta molto sui social, sull’ interazione…Vogliamo capire cosa sognano i ragazzi ed elaborare un prodotto di divertimento adatto alle esigenze attuali. Tenendo conto, naturalmente, di tutte le precauzioni necessarie. Dobbiamo creare un prodotto stimolante, innovativo, che lanci nuove tendenze ma al tempo stesso prenda in considerazione lo stato d’ animo di coloro che fruiscono dei locali da ballo e da intrattenimento. Il nostro settore ha un indotto pazzesco…In più, in seguito a varie ricerche, abbiamo scoperto che la terza domanda che si pone chi va in vacanza dopo “Dove andiamo a dormire?” e “Dove andiamo a mangiare?” è “Dove andiamo a divertirci?”. Prima ancora di chiedersi cosa visitare in un certo luogo! Il divertimento, quindi, è al terzo posto nei fattori che determinano la scelta di una località di villeggiatura: siamo importanti! Il motto del nostro Presidente Maurizio Pasca è diventato, non a caso, “La discoteca è una cosa seria”. La discoteca è una cosa seria quando si identifica con un’imprenditorialità ad alto livello come quella dei locali nostri affiliati. Per entrare a far parte del Silb devi avere requisiti ben precisi. Insomma, siamo una cosa seria ma vi vogliamo far divertire! Persino durante i viaggi di lavoro, dopo le riunioni e gli aggiornamenti ci si vuol svagare. E’ un diritto, quasi un dovere.

 

“Together is Better”, il motto della sezione Creative Lab del Silb

A che punto sei con la realizzazione di “Vuotodiscena”, il corto che progettavi di girare negli straordinari spazi del Teatro Accademico di Treviso insieme alla troupe degli “Artisti Interrotti”?

“Vuotodiscena” sta diventando sempre più importante, perciò le riprese sono state procrastinate fino a quando non si raggiungerà l’obiettivo finale. Il tema è rimasto lo stesso, la location anche, però siccome ha catturato l’interesse di personaggi molto rappresentativi del mondo dello spettacolo (che vorrebbero partecipare come testimonial), diciamo che sveleremo il progetto nella sua completezza. Presenteremo il work in progress, quindi, non appena saremo pronti per partire: alla scadenza dell’anno di clausura che ci è stato imposto, ovvero il 23 febbraio. Il 2 febbraio, Giornata Mondiale della Vita, abbiamo invece presentato il nostro programma di rilancio. Perché nei locali noi celebriamo la vita, per cui ci sentiamo molto coinvolti da questa ricorrenza. In sintesi, il progetto “Vuotodiscena” verrà presentato ufficialmente il 23 febbraio. Non si tratta di un videoclip, è un cortometraggio dall’alto spessore artistico. Lo faremo circolare, infatti, anche nei circuiti dei Festival Cinematografici che hanno una sezione sul corto.

Il 3 Febbraio hai iniziato una nuova avventura su Twitch insieme a Antonio Velasquez, il leggendario “patron” dell’Insomnia Discoacropoli d’Italia, e con la partecipazione di svariati special guest: dobbiamo intenderla come una conversione al virtuale?

No, non potrò mai convertirmi al 100% alla rete, però approfitto di questa possibilità per esserci anche virtualmente. Antonio Velasquez mi ha offerto un ruolo in questa web TV che si chiama Smash e fa parte del circuito di Twitch: io, figurati, non sapevo cosa fosse Twitch e men che meno Smash TV! Poi ho scoperto che Twitch è una piattaforma di grande successo dedicata soprattutto ai giocatori on line e che è stata scelta addirittura dai Ferragnez, che hanno lì un loro spazio. E’ un social simile a Instagram, ma con lunghi contenuti video dove si può andare a ruota libera. Il nostro programma, “The Flat”, è un salotto bizzarro ambientato nell’appartamento di Antonio. Io, invece, sono sempre in giro: mi collego da un hotel, da un palazzo, da un ponte…ovunque mi trovi in quel momento. Abbiamo due ore a disposizione, dalle 18 alle 20. Siamo partiti il 3 febbraio e ogni settimana avremo un ospite diverso; posso anticiparti che il 10 febbraio lo special guest sarà Andy dei Bluvertigo, che tra l’altro ha una casa-atelier bellissima e coloratissima! E’ molto divertente entrare nelle case dei nostri ospiti, perchè si collegano da casa loro. Il tutto, in totale libertà: facciamo delle interviste inconsuete, con domande provocatorie, divertenti e un po’ trasgressive…Vogliamo arrivare a scoprire l’anima di tutti coloro che ospitiamo e a scoprire la nostra come non abbiamo mai fatto prima, perché questo strumento ce lo permette. Il progetto di Smash Alternative Television, “The Flat” con Antonio Velasquez, mi intriga tantissimo. Tra l’altro proviene per metà dall’ esperienza Insomnia e per l’altra metà dall’ esperienza Cocoricò: aleggia un retrogusto clubbing, ma ad intrigare non è solo quello. Seguiteci il mercoledì su Smash TV dalle 18 alle 20! Cercheremo sempre di stupirvi in maniera ironica e simpatica: abbiamo bisogno di tornare a sorridere!

 

Il nostro eroe tra passato, presente e futuro: qui, con le memorabili lenti bianche per presentare “The Flat”, il suo nuovo programma su Smash TV

Tra mutazioni del virus e ritardi dei vaccini sembra che la fine del tunnel del Covid, purtroppo, sia ancora lontana. Pensi che ci rassegneremo a trasferire l’ arte sul web? Quali vantaggi potrebbe apportare un momentaneo “trasloco” virtuale delle espressioni artistiche più conciliabili con esso?

L’unico vantaggio che noto è che sicuramente può stimolare nuove forme di creatività: moderne, che fanno riferimento alla tecnologia, e questo ci sta. Ma il virtuale non potrà mai sostituire l’emozione di visitare una mostra dal vivo, di vedere uno spettacolo dal vivo, di ballare dal vivo e non a casa propria. Mi sono piaciute molto le esibizioni di David Guetta al Louvre e di Papa Dj alla Cattedrale di Santa Sofia di Kiev, tutte organizzate a fini di beneficenza. Però noi vogliamo ballare sotto i nostri dj, vogliamo assembrarci! Speriamo che il vaccino anti Covid sia efficace, che ci faccia sentire tutti più tranquilli. Per quanto mi riguarda, non cambieranno mai la mia abitudine di godere “live” dell’arte in tutte le sue forme. Il virtuale è un mezzo per tener vivo l’interesse, per intrigare: se oscuri tutto è la morte totale. Senza dubbio è un buon supporto, ma è auspicabile che al più presto si possa riaprire i teatri, i musei e quant’altro. Dobbiamo riconoscere che la tecnologia ci ha offerto una bella chance, se la pandemia fosse esplosa 50 anni fa non sarebbe stato possibile continuare a fruire dell’arte. Così come è successo quando mi esibivo nel mio Teatro Notturno e stimolavo indirettamente i giovani ad andare a teatro, il web potrebbe attrarli verso la cultura, se viene presentata in modo appetibile. Perché per intrigare i giovani bisogna trovare un linguaggio adeguato. Io ho in programma un evento tradizionale che verrà per la prima volta, e spero anche l’ultima, realizzato virtualmente: spero di riuscire a trovare il linguaggio giusto! Diciamo che è un po’ una sfida…Il web ha i suoi vantaggi, ma non voglio che sostituisca la realtà.

 

Antonio Velasquez

A proposito di virtualità, quest’ anno anche il Carnevale di Venezia è digitale…Con tanto di streaming e virtual room. Che ci racconti al riguardo?

Anche questa è una grande sfida. Sono molto felice che abbiano pensato a me come testimonial della storia e dell’attualità del Carnevale, che mi abbiano voluto nelle vesti di traghettatore per questa edizione sostanzialmente in stand by. Sono una sorta di conduttore/protagonista delle dirette in streaming, sicuramente non è facile. Il Carnevale digitale ha già ricevuto tantissime critiche dai tradizionalisti: “Ma che tristezza, che miseria!”, dicevano. Io, invece, dico che è una chance.  Intanto, il Carnevale non può essere rimandato perché è una ricorrenza così come il Natale, Capodanno, Pasqua: o si fa o non si fa. Non farlo sarebbe stato penalizzante, perché avremmo dovuto aspettare l’anno prossimo e avremmo perso, quindi, questa magia di immagini. E’ bello provare a rievocarla con un racconto dal vivo che risulta più intimo, forse anche più misterioso e divertente, più intrigante. Io ci credo molto. Abbiamo cominciato il 6 e il 7 febbraio mostrando immagini di repertorio dei momenti più prestigiosi e particolari della kermesse, poi dall’ 11 al 16 febbraio ci saranno la presentazione delle Marie dell’anno scorso, l’elezione della Maria che l’anno prossimo volerà dal Campanile di San Marco e la premiazione virtuale della “Maschera più Bella”. Di carne al fuoco, insomma, ne abbiamo! Durante le dirette verranno inserite “pillole” ad hoc in cui dei narratori (me compreso) gireranno la città raccontando aneddoti su determinati luoghi di Venezia. Lo scopo di questa edizione digitale è tener viva l’attenzione; non si tratta del Carnevale vero e proprio, però vogliamo mantenere il fil rouge. Non farlo sarebbe stato peggio! Quindi, facciamolo: come si può, con le dovute precauzioni, ma facciamolo! La “scatola magica” del Carnevale è il Palazzo del Casinò. Si svolge tutto a Ca’ Vendramin Calergi: ci sono stanze virtuali dedicate ai bambini, ai giovani e agli adulti, il pubblico può partecipare virtualmente a questa storica edizione. Spero che sia un unicum, e penso che sia un’esperienza che valga la pena di vivere. Sia semplicemente osservandola che interagendo con noi, perché è possibile. Basta seguire le istruzioni nel sito ufficiale del Carnevale: collegatevi dall’ 11 al 16 febbraio alle 17, fino alle 18.30! Certo, non è appagante come esserci di persona, però ci divertiamo ugualmente. L’ unico evento in presenza che credo riusciremo a effettuare è la regata di chiusura, perché sulle imbarcazioni si riesce a mantenere la distanza. Fare un corteo di barche con i vogatori in maschera potrebbe essere un bel momento conclusivo: l’acqua ci consentirebbe di navigare non solo nella rete, ma sulle acque della laguna!

 

L’ artwork del Carnevale di Venezia 2021

In quali ruoli ti cimenti, in questa edizione?

Indubbiamente sarò un Casanova, potrò dare delle lezioni di seduzione. Però sarò anche un Doge, un Folle, e con il mio primo travestimento ricomincerò proprio laddove era finito il Carnevale 2020. Ricordi? L’anno scorso ho interpretato, alla mia maniera, il Covid che uccide il Carnevale. Ecco, stavolta il Carnevale smaschererà il Covid attraverso la tecnologia, che in tutta sicurezza ci consente di rappresentarlo comunque. Per me sarà una sorta di vendetta! Non possiamo vederci de visu? Allora mi vedrete in streaming, alla faccia del Covid! Mi presenterò travestito da “Coronavirus”, ma appena arriverò prevedo di spogliarmi (non del tutto!) e di dire: “Abbiamo smascherato il Covid, adesso sappiamo cos’è. Cerchiamo di prevenirlo, di curarlo, così potremo gradualmente ricominciare a vivere.”  E’ un bel messaggio di speranza…La naturale continuazione di tutto quello che l’anno scorso, a Venezia, è stato fatto in presenza. Come la Regata Storica, effettuata in tutta sicurezza, il Redentore, che è stato realizzato riprendendo l’antica tradizione religiosa del pellegrinaggio, e non da ultimo la Mostra del Cinema, che si è svolta con le precauzioni del caso ed ha funzionato. La Biennale, tra l’altro, in questa edizione del Carnevale è presente nella stanza dei bambini: da alcuni anni collabora con noi attraverso una didattica giocosa e gioiosa.

 

Un travestimento clou: Maurice interpreta il Covid, che “uccise” il Carnevale 2020. Foto di Attilio Bruni

Lo splendido Palazzo Ca’ Vendramin Calergi, main location del Carnevale 2021, avvolto nella magia notturna

Tra pochi giorni sarà San Valentino. Come trascorrerai la tua prima festa degli Innamorati nelle vesti di “marito”? Ti chiedo anche: quanto conta, l’amore, in un’epoca drammatica come quella che stiamo vivendo?

La mia esperienza da “marito innamorato”, a San Valentino, sarà a distanza: mi troverò al Carnevale di Venezia e il 14 Febbraio sarà la giornata più impegnativa. Anche se è una festa un po’ commerciale, San Valentino è un bel momento celebrativo della cosa più bella che esista, il rapporto tra due persone che si amano. Di qualsiasi sesso esse siano. Quindi, va festeggiato! Riguardo all’ amore, ho notato che ultimamente le percentuali delle separazioni sono altissime: l’esperienza del Covid è una grande prova. I problemi economici, per esempio, hanno sempre intaccato anche i rapporti di coppia perché costituiscono una grave preoccupazione esistenziale. Però io spero che, con tutte queste difficoltà, gli amori veri non solo siano sopravvissuti, ma si siano fortificati! Secondo me, al di là di San Valentino, il concetto di amore è fondamentale: può essere quello tra due partner, ma anche tra amici, parenti e così via. L’amore è fortificante, determinante, motivante. Tante persone resistono al dramma del virus perché si dicono “Siamo insieme. Insieme ce la facciamo, insieme ricostruiremo”. E’ molto meglio insieme che da soli.

 

Maurice insieme alla moglie Flavia Cavalcanti, a Andy dei Bluvertigo e alla sua compagna Lilya

Vorrei concludere con il tuo consueto messaggio ai tantissimi giovani che ti seguono, ma anche ai tuoi fan più irriducibili: quelli che ricordano a tutt’oggi i grandi templi della notte, i loro protagonisti, la loro musica, con nostalgia crescente…Qual è il tuo consiglio, per aiutarli a superare un periodo che sembra ormai pura fantascienza? Nessuno meglio di te potrebbe parlare direttamente al loro cuore.

Il mio consiglio è di riascoltare comunque quella musica, di riguardare i video, le foto dell’epoca, di rivivere quelle emozioni. Ma anche di pensare al presente. Ultimamente, io e tanti miei colleghi siamo on line in una forma molto salottiera, discorsiva, dove parliamo con gioia delle esperienze passate ed elaboriamo, al contempo, strategie future affinché i templi della notte possano riaprire: sicuramente in un modo diverso, ma consono alla nascita di storie importanti come è avvenuto anni orsono. Per esempio, io sono iscritto a una community che si chiama Clubbing e farò parte di una sorta di Academy improntata da Alessandro Imarisio, più noto con il nome di Ale Big Mama. Avevo già tenuto una lectio magistralis un po’ generica per gli utenti di Clubbing, parlando di tutto ciò che a mio avviso occorre per essere protagonisti nel mondo della notte e dell’entertainment. I ricordi sono preziosi, teniamoceli stretti perché fanno parte del nostro bagaglio, ma al tempo stesso sfruttiamo la tecnologia: interagiamo on line con gli operatori, Silb in testa e singoli come me, Franchino, i vari dj coinvolti, per ripensare il loisir del futuro. Il dj Mauro Ferrucci mi ha mandato il video di un’intervista che mi aveva fatto nel ’93 o ’94 e che neppure ricordavo. E’ stato bellissimo rivedermi in quel modo, così giovane…Quindi, cerchiamo sì quel materiale perché contiene delle testimonianze uniche, ma partecipiamo anche alle discussioni finalizzate a rilanciare in modo adeguato il nostro ambiente. E’ più che necessario!  Voglio concludere con la frase con cui ho iniziato la tua intervista: “Non mi diverto per vivere, ma mi diverto per sentirmi vivo”. Abbiamo tutti bisogno di sentirci vivi! Noi vecchie volpi ci mettiamo a disposizione con la nostra esperienza, ma siamo molto interessati a ricevere input e suggerimenti da parte di tutti, soprattutto dei giovani. Tra l’altro, uno dei must della ripartenza sarà quello di trasformare gli spazi notturni dei club anche in spazi diurni dedicati proprio ai giovani. Non solo relativamente alla formazione professionale, bensì dal punto di vista dell’incontrarsi, del discutere insieme di tanti argomenti. Come in un’agorà: un luogo adibito all’ elaborazione di nuovi pensieri e di un nuovo tipo di socialità. Che va recuperata…Non credo sarà facile, ormai comunichiamo perlopiù in modo virtuale. Dovremmo rieducare a una visione positiva delle relazioni. A ritrovarci guardandoci negli occhi, parlando faccia a faccia e non davanti allo schermo di un telefono o di un PC. D’altronde, è proprio questo uno dei compiti sociali del nostro ambiente.

 

“Non sventoleremo mai bandiera bianca se non per ottenere un effetto scenografico!”, scherza Maurice mostrandomi la foto qui sopra. In questa immagine e nelle due successive, alcune tra le più iconiche performance del Principe. Vedi alla voce “nostalgia”…

A Venezia con Tommy Vee e la sua Bouledogue Pandora. Vee prenderà parte al Carnevale con un dj set in streaming da Ca’ Vendramin Calergi

Andy dei Bluvertigo, che sarà ospite di “The Flat” mercoledì 10 Febbraio

Il Principe “accerchiato” nel backstage del Carnevale

Sascha Sgualdini, storico assistente di Maurice: è tornato apposta da Palma di Maiorca per sostenerlo in questo periodo di lavoro frenetico

 

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

Foto di Ca’ Vendramin Calergi di Dennis Jarvis from Halifax, Canada, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, attraverso Wikimedia Commons

 

Coup de Théatre: suggestioni rétro a Roma

Sara Vaccari e Mariaelena Masetti Zannini (Photo by Mia Murgese Mastroianni)

“Coup de Théatre”: in italiano, “colpo di scena”. Non poteva esistere nome più appropriato per una boutique che è come un antro magico nel cuore di Roma, uno scrigno che si rivela ai vostri occhi inaspettato. Al civico 17 di via del Pellegrino,  una viuzza a pochi passi da Campo de’ FioriCoup de Théatre colpisce immediatamente per il suo potente appeal d’antan: varcate la soglia e la suggestività dell’ atmosfera, la preziosità degli abiti, il fascino rétro dei decori vi immergono in una dimensione d’incanto, onirica e surreale. Questa perla del vintage è ormai un must della città eterna, frequentatissimo dallo star-system e da una miriade di appassionati. Anche perchè Coup de Théatre, lungi dall’ essere una mera boutique, può essere considerata una fucina di eventi vera e propria:   party caleidoscopici, magiche performance, un appuntamento fisso come il Cabaret Domestique (ispirato alle “periodiche” dell’ era del cafè chantant),  mostre e set fotografici allestiti nei suoi spazi la rendono un meeting point speciale. A dar vita a questa travolgente avventura sono due giovani donne, Mariaelena Masetti Zannini e Sara Vaccari – fondatrici di Coup de Théatre con il fotografo Matteo Armellin – e la Burlesque performer Giuditta Sin, musa per eccellenza della boutique. Insieme hanno ideato un “format” che al vintage DOC degli abiti affianca un mondo che attinge in toto alle suggestioni rétro: le ho incontrate per saperne di più.

Sara Vaccari, Mariaelena Masetti Zannini e…Coup de Théatre

Le fascinose anfitrione Mariaelena Masetti Zannini e Sara Vaccari hanno in comune uno sfrenato amore per il passato: un passato evocato dagli antichi palazzi nobiliari, dagli archivi delle sartorie teatrali, dai guardaroba di ammalianti dive d’antan. Sono i luoghi in cui effettuano la loro ricerca, ma anche i sommi emblemi di una bellezza che si identifica con la preziosità.

Sara Vaccari ha lavorato come buyer per tantissimi anni, girando il mondo e collaborando con diverse realta’ del circuito romano ed estero.

Mariaelena Masetti Zannini, nobildonna e artista di teatro, alla sua attivita’ nello show business ha affiancato esperienze come merchindiser per una stilista americana e nel mondo del vintage.

Come ti presenteresti ai lettori di VALIUM?

Mariaelena: Come un’esteta stanca di pensare solo a se stessa. in fondo nell’arte,cosi’ come nell’imprenditoria,la magia – o se lo si vuol chiamare “il successo”- si puo’ scatenare  solo attraverso  la contaminazione. Si lavora per se stessi ma soprattutto per gli altri e necessariamente con gli altri. Senza Sara sarei una mela mangiata e nemmeno troppo matura.

 

Come nasce Coup de Théatre?

Sara: Nasce da un desiderio oserei dire primordiale di donare agli altri il frutto di esperienze e studi importanti nel mondo della moda e dello spettacolo e da una passione smodata, ovviamente, per tutto cio’ che rimanda ad epoche antiche e da vite mai vissute. Poi esistono i segni, certi segni che ti fanno capire come v’è tanto esoterismo in noi e che certe voci vanno ascoltate e che forse abbiamo fatto bene a seguire certi richiami. Il nostro negozio ha una storia particolare, la’ dentro vivono molte persone che hanno voluto far sentire la loro presenza.Noi ci conviviamo e  con loro, a volte, ci divertiamo pure. Porte che si chiudono a chiave da sole e tante sorprese…In regalo ci hanno fatto trovare ad esempio strani amuleti, da uno scorpione dentro una teca a un meraviglioso pipistrello imbalsamato.

Dove e come effettuate la ricerca degli abiti?

Sara: Non potremmo vivere senza la ricerca continua e quotidiana di pezzi unici nascosti da dentro palazzi nobili in decadenza, archivi storici teatrali e d’alta moda, aste online oltreoceano, armadi di muse e artiste famose proprio come Giuditta Sin fino ai viaggi mirati all’estero, in Oriente e nelle grandi capitali europee.

Dall’editoriale ‘Persinette’ per Paperonfire: abiti Coup de Théatre (photo by Daria Paladino)

Esiste un outfit a cui siete legate particolarmente, e perché?

Mariaelena: Da sempre tentiamo di allontanarci da un attaccamento esasperato dalla materia e dall’immagine fine se stessa.Per questo abbiamo aperto questo spazio,amiamo la bellezza ma desideriamo andare anche oltre. Non puo’ esistere per noi un outfit perfetto o preferito. Amiamo il cambiamento,perchè viviamo perennemente in un fluire eracliteo dove tutto scorre insieme ai nostri sentimenti e ai nostri umori. Per noi la vita è un vero coup de theatre e ci deve sorprendere. Cosi’ noi ci divertiamo ogni giorno a cambiare maschera.

Con Coup de Théatre siete anche stylist, curando i look di svariati servizi fotografici e del Cabaret Domestique, il vostro ‘save the date’ speciale. Che mi raccontate al riguardo?

Sara: Lo styling altro non è che un evoluzione naturale per chi, come noi, immagina quadri, sovrappone immagini e fa scelte che partono direttamente  dal cuore.In progetti come il Cabaret Domestique poi, nato da una totale affinita’ con gli artisti fondatori Giuditta Sin,la nostra musa per eccellenza, e il meraviglioso performer Gonzalo de la Verga,stiamo sfiorando l’equilibrio perfetto. E’ stupendo vestirli ed è ancor piu’ bello creare insieme alla loro arte.Il 6 Luglio, insieme, daremo vita ad una grande festa ispirata al mondo zingaro e all’eccesso che partira’ dalla boutique e seguirà in uno degli angoli piu’ romantici di Roma, l’Arco degli Acetari, proprio l’affaccio del nostro spazio. Si chiamera’ “Romanish Cabaret”, sara’ un evento davvero straordinario, folle e controtendenza,sara’ esattamente nel gusto e nello spirito di chi ci ama.

Il Cabaret Domestique (photo by Mattia Bologna)

Giuditta Sin, incarnato candido e capelli color rame, sembra uscita da un quadro preraffaellita. Al ruolo di musa e di Burlesque performer alterna quello di docente nei “Laboratori di Femminilità” che tiene all’ interno di Coup de Théatre, ma non disdegna il cinema: ha debuttato come attrice nel film “Tommaso”,  l’ opera seconda di Kim Rossi Stuart. E’ l’ideatrice del Cabaret Domestique.

Come sei entrata a far parte del mondo di ‘Coup de Théatre’?

Ho sentito parlare di quello che sarebbe diventato Coup de Théatre quando era ancora un’idea .

In qualità di musa, cosa ti avvicina maggiormente allo spirito della boutique?

Conosco e collaboro con Mariaelena Masetti Zannini già da diversi anni e dunque ho avuto la fortuna di vedere il sogno di Mariaelena e Sara realizzarsi giorno dopo giorno.Lo spirito della boutique è molto vicino al mio modo di percepire ed intendere il bello.I capi che si possono scovare da Coup de Théatre sono pezzi unici, mai banali, e trovo che ciò sia molto vicino all’idea che ho della donna e della femminilità . Sono onorata di poter essere loro musa.

Giuditta Sin  (photo by Mario Caponi)

Il tuo è uno stile rétro prezioso. A quale epoca ti ispiri e perché?

L’epoca di cui amo maggiormente lo stile è  quella dell’Art Nouveau degli inizi del ‘900. Quella ricercatezza dei tessuti e delle decorazioni e quello stile così femminile si adattano perfettamente al mio modo di essere .

(Photo by Mattia Bologna)

Ti definisci ‘tableau vivant’, e le foto del Cabaret Domestique mi fanno proprio pensare a un evento a metà tra il “tableau vivant” e un raffinato, giocoso “baccanale”. Com’è sorta questa idea?

Il Cabaret Domestique nasce da un’idea mia e di Gonzalo Mirabella (boylesque performer). Volevamo ricreare quello che agli inizi del secolo scorso venivano definite “periodiche”, ossia dei veri e propri varietà all’interno di abitazioni private. Fin da subito è nata la collaborazione con Coup de Théatre che ha curato costumi e styling insieme a me per tutto ciò che concerne la parte estetica di questo progetto.  Volevamo  ricreare quelle atmosfere, ma con uno sguardo al presente. Da qui l’idea di Cabaret Domestique, un nuovo modo di concepire l’arte, intrattenere, una vera e propria esplorazione sensuale e sensoriale.Un viaggio onirico fatto di installazioni , visual art,  musica , poesia , quadri viventi e danza .

Quali saranno i vostri prossimi appuntamenti?

Siamo appena stati presenti con il nostro Cabaret Domestique per il Torture Garden Italy 2017, un grande evento che si tiene a Roma una volta all’anno e celebra la cultura  fetish in ogni sua sfumatura.Il prossimo appuntamento ci vedrà impegnati insieme a Coup de Théatre il prossimo 6 luglio .

 

(Photo by Mattia Bologna)

 

“Persinette” Credits:

A tale for Paperonfire

Styled by Sara Schiavo

Photo Daria Paladino

Abiti vintage Coup de Théâtre

Model Serena Ihnatiuc

Styling assistant Noemi Clarizio

Make up Micaela Baruffa

Hair Salvino Palmieri

Photo retouching Laura Gianetti

Special thanks to Goldfeverhair and Olga Teksheva

 

Photo courtesy of Mariaelena Masetti Zannini e Giuditta Sin