Prima neve

 

Oggi, secondo le previsioni del tempo, arriverà il freddo; ma il freddo vero. L’Italia verrà invasa da correnti artiche che provocheranno un drastico abbassamento delle temperature. L’aria gelida sarà accompagnata da piogge costanti e venti di burrasca, nevicate si preannunciano persino a quote basse. Una nuova perturbazione, proveniente dalle Alpi, sta già avanzando verso il Centro-Sud. Nonostante la bufera sia imminente, il meteo evidenzia un dettaglio che rincuora: la caduta della prima neve. Per chi lo scorso Inverno ha dovuto privarsi della magia dei paesaggi imbiancati, è una grande notizia. A poco più di un mese dal Natale, ecco che i fiocchi di neve si preparano a fare il loro trionfante ritorno. Non posso negare che il solo pensiero mi riempie di gioia; chi segue VALIUM sa che adoro le lande innevate e i paesi del Grande Nord. La prima neve porta con sè un immutato incanto. Quando i fiocchi cominciano a scendere fitti, sembra di calarsi in una fiaba. Il paesaggio, ricoperto da un manto di neve candida, si trasforma completamente. Stamattina voglio rivivere quell’incantesimo insieme a voi: benvenuti nella nuova photostory, un’ode alla prima neve e alle sue atmosfere fatate.

 

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Il fascino ombroso di Novembre

 

Se ad Ottobre predominano colori come il rosso, l’arancio, l’oro e il viola, Novembre sfoggia una palette più scarna, ma altrettanto intensa, che include il nero e tutte le gradazioni del grigio. La natura è pronta per il lungo riposo invernale, il cielo si incupisce, il buio prevale sulla luce del giorno. Eppure, questa trasformazione è impregnata di un fascino indescrivibile: basti pensare che alla fine del mese, quando i lampioni si accendono intorno alle quattro del pomeriggio, l’oscurità viene squarciata da un tripudio di luci e luminarie natalizie. Impariamo quindi a godere delle atmosfere ombrose, dei grigiori di Novembre. Sono giorni che coincidono con la fase di raccoglimento che anticipa il periodo più magico dell’anno.

 

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Foglie morte

 

E’ mite il ghirigoro
d’aria e di luce
che accompagna
al suolo
la resa delle foglie
sui viali lungo il fiume.
(Mario Luzi)

 

Le foglie morte: un tratto distintivo dell’Autunno. Hanno molteplici colori, rappresentano una meraviglia stagionale sia prima che dopo essere cadute dai rami. Prima, perchè tingono i boschi e i parchi di tonalità mozzafiato, dopo, perchè danno vita ad autentici tappeti naturali fondamentali per la fertilità del suolo e per offrire riparo alla fauna selvatica. Ma le foglie morte ci ricordano anche l’inesorabile ciclo dell’esistenza: si muore per rinascere. Ecco perchè, a pochi giorni dall’Equinozio d’Autunno, ho deciso di regalarvi una photostory che inneggia alla bellezza e al tripudio cromatico delle falling leaves.

 

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Fine estate

 

C’è una luce diversa, a fine Agosto, quando cala la sera. Il tramonto lascia subito spazio al crepuscolo e il cielo si tinge di un azzurro che vira all’indaco, dando vita ad istanti magici e sospesi. Non sono scoccate neppure le 20 quando si accendono i primi lampioni, le giornate si accorciano permettendo al buio di ricominciare ad avanzare a poco a poco. Forse, con l’afa ancora imperante, sono proprio quei lampioni accesi ad annunciare l’imminente cambio di stagione. Il buio riprende il cammino che lo porterà, progressivamente, a prevalere sulle ore di luce. E in quel crepuscolo, intenso eppure straordinariamente luminoso, risiede un fascino davvero senza pari. Buona visione della nuova photostory di VALIUM.

 

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Pieno Sole

 

Ferragosto: vacanze, relax, ma soprattutto sole, tanto sole. Il sole, non a caso, è l’emblema per eccellenza di questa festa. E i rituali pagani, anticamente, lo celebravano con grandi falò che avevano lo scopo di propiziarsi la sua luce per molto tempo ancora. Nel periodo in cui le giornate cominciano ad accorciarsi a poco a poco, onorare il Sole era un modo per esorcizzare il buio dell’inverno, la stagione in cui la natura si assopisce e cessa di elargirci i suoi frutti. I falò, inneggiando al Sole e alla sua potenza, avevano anche una funzione purificatoria e scacciavano gli spiriti maligni. In molte zone d’Italia, questa tradizione è rimasta invariata. Se ci facciamo caso, comunque, anche i fuochi d’artificio di Ferragosto rappresentano un anelito di luce: esplodono nell’oscurità e la accendono di scoppiettanti, luminose e coloratissime scintille. Ed è proprio alla luce, ma a quella del Sole splendente del 15 Agosto, che ho voluto dedicare la nuova photostory di VALIUM.

 

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Notturno Acquatico

 

 

“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua.”
(Margaret Atwood, da “Il canto di Penelope. Il mito del ritorno di Odisseo”. Ponte alle Grazie Editore)

 

Ritratto notturno con acqua. Luci al neon, bagliori e luccichii che sfavillano nel buio. Dove ci troviamo? In un club, in un locale, su un rooftop con piscina…Le opzioni sono molteplici, il senso di mistero unico e indescrivibile. Come il glamour che sprigionano le immagini. Oggi la rubrica dedicata ai libri, “Le Perle di Valium”, si fonde con il format della photostory dando origine a un connubio intriso di incanto. Enjoy it.

 

Foto: Olya Prutskova via Pexels

 

A piedi nudi

 

Poter liberare i piedi dalla costrizione delle scarpe è uno dei più grandi piaceri che offre l’estate. Dona un incredibile senso di freschezza e libertà, e con Caronte che in questi giorni ha raggiunto il suo picco è un valido antidoto contro il caldo eccessivo. Camminare a piedi nudi su una superficie naturale, inoltre, è straordinariamente salutare. Sia che si tratti di una spiaggia, di una distesa erbosa, della riva di un fiume o del mare. Il contatto dell’ intera pianta del piede con il suolo ottimizza la postura naturale del nostro corpo e ci permette di muoverci in modo ideale; anche la circolazione e la traspirazione ne risentono positivamente. Passeggiare scalzi sulla battigia, con i piedi immersi nell’acqua, riduce il gonfiore degli arti inferiori grazie al massaggio naturale della risacca. Il corpo ritrova il suo equilibrio, i muscoli si tonificano, i fastidi legati agli errori di postura scompaiono immediatamente. Ma i benefici non finiscono qui. Riscoprire il contatto dei piedi con il suolo svolge un’azione antinfiammatoria su tutto l’organismo, neutralizza i radicali liberi, regolarizza la pressione e si rivela particolarmente vantaggioso per chi è affetto da ipertensione arteriosa. L’aspetto più importante del camminare scalzi, comunque, riguarda il benessere interiore: è una sorta di riflessologia plantare “fai-da-te” ed elimina lo stress, stimolando determinati centri nervosi che amplificano la sensazione di sintonia con il creato offerta da scenari quali la spiaggia o la vegetazione rigogliosa. Risulta ottimo, dunque, per scaricare la tensione, ma va praticato con lungimiranza: scegliete superfici adatte per evitare di interrompere bruscamente quello stato di grazia.

 

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Estate al chiar di luna

 

La notte d’estate ha un sorriso leggero e si siede su un trono di zaffiro. 

(Barry Cornwall)

 

Notte d’estate, la magia. Notte d’estate, l’amore. Notte d’estate, il divertimento…e potremmo andare avanti all’infinito. Ma soprattutto, come scrive Barry Cornwall nella frase che riporto qui sopra, notte d’estate è leggerezza: la leggerezza di vivere l’attimo così come viene, cogliendo il bello e il meraviglioso dell’esistenza. Senza zavorre, senza ansie, senza rimuginazioni. C’è un’atmosfera inebriante, nella notte estiva. Tutti escono, si riversano nelle piazze e nelle strade; ci si riappropria degli spazi urbani. C’è un’aria di festa esaltata dagli eventi, i concerti e le kermesse che si susseguono a tambur battente. E poi c’è il fascino della natura, il creato sperimenta uno stato di grazia che fa da cornice a qualsiasi storia d’amore. Non potevo non dedicare una photostory all’estate al chiar di luna: godetevi gli scatti e immergetevi nell’incanto delle notti torride e pervase di stelle.

 

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Ode alla Natura e ai Quattro Elementi

 

Ristabilire un contatto con la natura, il nostro habitat primigenio. Riscoprire la sua meraviglia, la sua infinita perfezione. Ripristinare un contatto fisico con il suolo, camminando a piedi nudi: che si tratti di sabbia, terra, erba o un campo di papaveri non importa, ciò che conta è sentirsi un tutt’uno con la Madre Terra. Rimanere senza fiato davanti alla rigogliosità dei boschi, l’immensa distesa del mare, la suggestività di un lago. Estasiarsi di fronte a un’alba, un tramonto, il crepuscolo e le sue luci soffuse. Riconnettersi con la natura è riconnettersi con i quattro elementi, trait d’union per eccellenza tra il microcosmo dell’uomo e il macrocosmo naturale: in tutte le cosmogonie, il loro equilibrio garantiva la sopravvivenza umana e cosmica. Riconnettersi con la natura è avvalersi dei cinque i sensi per riallacciare un legame con il nostro pianeta e le sue bellezze. Ho voluto dedicare la nuova photostory di VALIUM proprio a questo concetto.

 

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Una ciliegia tira l’altra

 

Il piacere di mangiare ciliegie direttamente dall’albero non è universale?
(Françoise Héritier)

Un tripudio di ciliegie: rosse, dolci e succose, talmente buone da mozzare il fiato. Sono proprio le ciliegie, vivaci e briose, ad annunciare l’arrivo dell’Estate. Il fiore di ciliegio ci ha incantato con la sua meraviglia, l’abbiamo contemplato durante l’Hanami, ma il suo frutto ci conquista grazie alla delizia. E il detto “una ciliegia tira l’altra” non potrebbe essere più vero! Tant’è che la ceresia (così la chiamavano i latini) viene ampiamente utilizzata in pasticceria e per la preparazione di svariati cocktail e bevande. Ho voluto dedicare la nuova photostory di VALIUM a questo frutto goloso, dalla forma vagamente a cuore. Un frutto che, per chi non lo sapesse, vanta persino un santo protettore: è San Gerardo dei Tintori ed è il co-patrono di Monza.

 

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