Il viaggio

 

” Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. “

José Saramago, da “Viaggio in Portogallo”

Equinozio di Primavera: un’ode alla rinascita

 

” È una gioia vedere tanti rami
verdissimi nel vento e tanti fiori
prepotenti, sboccianti, è una gran gioia
perché nel sangue pure è primavera. “
(Cesare Pavese)

 

Benvenuta alla Primavera, che oggi fa il suo ingresso ufficiale. Per l’esattezza, alle 16,33. Ma perchè il 20 Marzo anzichè il 21, come si crede comunemente? In realtà, l’ Equinozio non cade sempre il 21 Marzo: tutto dipende dalla rivoluzione della Terra intorno al Sole, che compie in 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. L’ anno del calendario gregoriano, invece, conta solo 365 giorni e dunque non collima con il moto di rivoluzione terrestre. Si è cercato di colmare quel divario introducendo gli anni bisestili, ma ciò ha creato ulteriori squilibri. Di conseguenza, l’ Equinozio di Primavera non corrisponde a un giorno ben preciso ma può verificarsi in un periodo compreso tra il 19 e il 21 Marzo. Prova ne è il fatto che dal 2007 non cade più il 21 Marzo e tornerà ad “appropriarsi” della sua data classica soltanto nel 2102. Lasciamo ai posteri il piacere di constatarlo, e godiamoci intanto questa magica giornata in cui buio e luce raggiungono un equilibrio perfetto. La natura rinasce, le gemme sui rami degli alberi si sono già tramutate in fiori. Il Sole e la Luna, il maschile e il femminile, costituiscono una simmetrica armonia come il giorno e la notte. Le ore di luce aumenteranno a poco a poco, raggiungendo il loro culmine con il Solstizio d’Estate. La terra si risveglia, diventa ogni giorno più fertile; si ricopre di tappeti di fiori variopinti e di distese di verde. Gli animali selvatici escono dal letargo, le api danno il via al processo di impollinazione. Il clima, grazie al sole splendente, diventa tiepido e abbandona i rigori invernali. Ci troviamo davanti a una stagione ricca di possibillità, a una rinascita a nostra volta; la meraviglia del risveglio ci infonde una potente energia. Se l’ Inverno è intimità, meditazione, raccoglimento, la Primavera è una scoperta continua: ci invita ad aprirci al mondo e a ributtarci nella mischia. Possiede l’ entusiasmo della fanciullezza, la gioia che si associa all’ avventura e all’ esplorazione. Quando arriva, la Primavera danza. Scuote la bacchetta magica e lancia l’ incantesimo dell’ innamoramento: il batticuore, le emozioni, l’ alchimia dell’amore…fanno parte di questa portentosa ode alla vita che sboccia, a un nuovo inizio che ci coinvolge in ogni suo aspetto.  

 

Preludio di Primavera (A Cottagecore Tale)

 

” L’inverno è nella mia testa ma una eterna primavera è nel mio cuore. “
(Victor Hugo)

 

Una donna, alcune donne, immortalate durante l’affascinante transizione tra Inverno e Primavera. La location? Nel cuore della natura, che esalta con la dovuta meraviglia la metamorfosi stagionale: dal candore della neve al verde dell’erba tenera, dalle distese di ghiaccio ai colori sorprendenti dei primi fiori. Sullo sfondo, un tipico cottage inglese. E’ l’ emblema dello stile “Cottagecore” (leggi questo post per saperne di più), che fa da fil rouge all’ intero racconto. Perchè di racconto si tratta, sebbene sia un racconto per immagini: una photostory suggestiva e coinvolgente. Ammirate ogni singolo scatto, godetevela dal primo fino all’ ultimo, e sappiate che ritroverete questa formula sempre più spesso su VALIUM: rappresenta una novità, una rubrica che ho deciso di inaugurare con il nuovo anno. Un anno che conferisce alle immagini un’ importanza cruciale e che concepisce il lifestyle come un perno attorno al quale ruota la quasi totalità dei settori. Buona visione!

 

Photo credits: Svetlana, Jasmin Chew, Yaroslav Shuraev, Anastasia Shuraeva, Nida, Gary Barnes, Saliha, via Pexels

Ella de Kross via Unsplash

I Giorni della Merla

 

Oggi iniziano i “Giorni della Merla”, i più freddi dell’ anno. Fino al 31 Gennaio, secondo antiche credenze popolari, le temperature raggiungono valori sottozero. E’ il picco dell’ inverno, il trionfo del gelo prima della graduale avanzata della primavera. Svariate leggende incentrate sulla figura di una merla (leggile cliccando su questo link) hanno ispirato la denominazione del 29, 30 e 31 Gennaio, date che anticamente si ritenevano cruciali per prevedere il meteo della stagione successiva: si pensava che se i Giorni della Merla fossero stati glaciali, la primavera sarebbe stata assolata e molto tiepida, e che a Giorni della Merla baciati dal sole sarebbe seguita una primavera tardiva. In attesa di accertare la veridicità di queste tradizioni, godetevi la gallery qui sotto. Ad arricchirla sono proverbi tipici di diverse regioni italiane, per rendere ancora più suggestiva la valenza assegnata agli ultimi tre giorni di Gennaio. Buona visione e buon weekend della Merla!

 

 

“Se li gljorni de la merla voli passà, pane, pulenta, porcu e focu a volontà!” (“Se i giorni della Merla vuoi ben passare, pane, polenta, maiale e fuoco del camino a volontà”)

Proverbio marchigiano

 

 

” Quando canta il merlo, siamo fuori dall’ inverno”

Proverbio bolognese

 

 

“Canta il merlo, l’ inverno è finito, ti saluto padrone, trovo un altro tetto!”

Proverbio bergamasco

 

 

” Due soldi li ho a prestito e uno lo troverò. Se bianca sei, nera ti farà, e se nera sei, bianca diventerai. ” (in riferimento alla leggenda della merla)

Proverbio bresciano

 

 

La cocenza dell’ amore

 

” Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de’ rinnovati o comincianti amori: e anche questa è leggenda. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell’amore. E semmai l’hanno trasferita all’incandescente estate: già l’antichissimo Esiodo aveva notato che nell’agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l’uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l’amore entusiasmo, l’amore passione, l’amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all’imbecillità e oltre. “

 

Giovanni Papini, da “La spia del mondo”

 

 

 

 

 

La colazione di oggi: le ciliegie, dalla mitologia al gusto

 

In Primavera, i suoi fiori ci lasciano senza fiato: fitti e vaporosi, si addensano in nuvole candide o tinte di un rosa delicato. Il ciliegio, non a caso, è uno degli alberi più venerati, leggendari ed emblematici sin dalla notte dei tempi. Quando il fiore diventa frutto, poi, ci attrae con la sua forma sferica color rosso fuoco, con la sua consistenza polposa e con un gusto dolcissimo. Se amate le ciliegie, e adorate degustarle anche a colazione, il post che state leggendo fa al caso vostro: scopriremo quali sono i loro benefici e qual è il ruolo che rivestono in diverse tradizioni mitologiche. Esiste un proverbio che recita: “una ciliegia tira l’altra”. Non potrebbe essere più azzeccato! Questi frutti solleticano il palato in modo tale che smettere di piluccarli sembra impossibile. Oltre ad essere deliziose, le ciliegie sono altamente salutari: abbondano di nutrienti, di vitamina C (quindi rinforzano il sistema immunitario e si rivelano un toccasana per la pelle), contengono grandi quantità di potassio (svolgendo un effetto salutare per l’ apparato muscolare, il sistema nervoso e la pressione arteriosa) e un buon numero di antiossidanti (dalle potenti virtù antietà ed antinfiammatorie). Grazie all’ azione combinata degli antiossidanti e del potassio, inoltre, contribuiscono a scongiurare le patologie cardiache. Ma le proprietà delle ciliegie ci accompagnano persino nel mondo dei sogni: ottimizzando la quantità di melatonina, infatti, favoriscono un sonno regolare e rigenerante. Ah, dimenticavo…sono povere di calorie, se ne contano solo 38 ogni 100 grammi. Per cui, via libera alle scorpacciate anche in vista della prova costume!

 

 

Grazie alla sua bontà e alle sue doti, il succoso frutto del ciliegio viene utilizzato per la preparazione di innumerevoli drink e alimenti. Per fare solo alcuni esempi: lo cherry, il maraschino, lo yogurt, la marmellata, moltissimi tipi di torte (come la crostata e la golosissima “cherry pie”) e di dessert (dai cupcakes ai croissants, passando per i cheesecakes) si avvalgono delle ciliegie sia sotto forma di ingredienti che di guarnizioni. Riguardo ai miti e alle curiosità che le riguardano, potremmo dire che sono incalcolabili almeno quanto il loro impiego culinario. Il nome “ciliegia” deriva innanzitutto dal greco “kérasos”, differenziatosi successivamente nei termini “cerasa” (in italiano), “cereza” (in spagnolo), “cherry” (in inglese) e “cerise” (in francese). Per i Greci, il ciliegio era la pianta sacra di Venere ed i suoi frutti risultavano di buon auspicio per le coppie di innamorati. Anche in Sicilia si rinviene il tema della fortuna; pare che dichiararsi sotto le fronde di un ciliegio fosse altamente beneaugurante. Secondo alcune antiche leggende Sassoni, in effetti, i tronchi dei ciliegi erano abitati da creature divine dedite alla salvaguardia dei campi. Presso altri popoli, tuttavia, alla ciliegia viene associata una valenza completamente opposta: nel folklore finlandese rappresentava un frutto peccaminoso a causa della sua nuance di rosso, mentre si narra che gli inglesi considerassero foriero di mala sorte un ciliegio visto in sogno. In Oriente, al contrario, il ciliegio assume connotazioni di meraviglia e di estrema bellezza. Se in Giappone il suo fiore è diventato addirittura un emblema nazionale, omaggiato con il rito dell’ “Hanami” (rileggi qui l’articolo che VALIUM gli ha dedicato) nel periodo dello sboccio, la Cina lo equipara alla sensualità della donna ed alla sua beltà.

 

 

 

 

La Superluna rosa, visione d’incanto nel cielo di Aprile

 

La luna, in questi ultimi mesi, continua a sorprenderci con incantevoli spettacoli astronomici. Il prossimo evento che la riguarda è previsto a cavallo tra il 26 e il 27 Aprile: annotatevi subito la data, perchè coinciderà con un fenomeno cosmico senza pari. Preparatevi ad ammirare la Superluna rosa, un plenilunio che vi sembrerà enorme, luminosissimo e più che mai vicino. Alle 5.31 del 27 Aprile, infatti, la luna sarà al perigeo, ovvero nel punto di minor distanza tra la Terra e la sua orbita; da qui quel particolarissimo, affascinante effetto visivo. Non aspettatevi, però, di veder virare al rosa l’ astro d’argento: la Superluna viene definita “rosa” perchè così gli Indiani d’America chiamavano la luna piena d’ Aprile. Il colore rimanda a quello del muschio rosa, una pianta erbacea che in Primavera fiorisce dando vita a degli splendidi “tappeti” in total pink. Il suo nome botanico è Phlox Subulata e proviene dagli Stati Uniti orientali, come spiega il sito della NASA; sboccia proprio ad Aprile, con ampio anticipo su altre specie floreali. Non stupisce, quindi, che gli Indiani americani citassero la sua tonalità vivida per descrivere il plenilunio del quarto mese dell’ anno. Il termine Superluna fu invece ideato dall’ astrologo Richard Nolle nel 1979: sta ad indicare la posizione dell’ astro al perigeo, quando la prossimità alla Terra amplifica le sue dimensioni e lo rende ancora più lucente. “Prossimità” si fa per dire…Sapete quanto disteranno realmente la Luna e la Terra? Nientemeno che 357mila chilometri! Tranquilli, per ammirare questo maxi plenilunio non dovrete fare un’ alzataccia. La Superluna apparirà all’alba del 27 Aprile, ma sarà visibile fino alla mattina del 28. E se mancate all’ appuntamento, avrete altre due chance: il 26 Maggio arriverà la Superluna dei fiori e il 24 Giugno la Superluna di fragola, un motivo in più per godervi la magica notte di San Giovanni.

 

 

 

Buona Pasqua

 

” Il giorno di Pasqua, il velo tra il tempo e l’eternità si assottiglia in modo quasi impercettibile. “

(Douglas Horton)

Una gallery per celebrare la Pasqua insieme a voi: sono scatti che catturano dettagli, colori, emblemi ed atmosfere tipici dell’ iconografia del giorno della resurrezione. Le uova predominano, e non potrebbe essere altrimenti dato il loro significato simbolico (rileggi qui l’articolo che lo approfondisce); risaltano le tonalità pastello, indissolubilmente associate alla Primavera; i fiori inneggiano alla rinascita della natura e i cieli sono azzurri, tersi, come vuole la bella stagione. Poi ci sono dolci tipici, cupcakes dalle nuance pop, animali tradizionalmente legati alla Pasqua quali il pulcino, il coniglio, l’ agnello…che, fedele al mio credo animalista, spero non faccia parte del vostro menu odierno. In un tripudio idilliaco e pieno di stupore, insomma, le immagini che accompagnano questo post sono un’ autentica ode alla resurrezione interiore. Perchè nella vita si muore e si rinasce infinite volte, e persino i periodi più duri possono tramutarsi in occasioni per un nuovo inizio. Tanti Auguri di Buona Pasqua a tutti!

 

 

 

 

La colazione di oggi: l’uovo, tra benefici e simbolismi primordiali

 

A pochi giorni da Pasqua, non si può prescindere dal mangiare uova: che siano di cioccolato, bollite, convertite in glassa o presenti nell’ impasto di deliziosi dolci tipici, il loro appeal rimane invariato. Ma sapevate che proprio all’ uovo sono associati innumerevoli, e soprattutto antichissimi, significati simbolici? Da sempre emblema di rinascita, l’uovo era un auspicio di fecondità. Rappresentava la potenza generatrice ed incarnava l’ archetipo della Creazione. Non sono pochi i popoli che, molti millenni orsono, credevano che avesse dato origine all’ Universo: il motto “Omne Vivum ex Ovo” (“ogni essere vivente proviene da un uovo”) ribadisce e rinforza questa teoria. La forma dell’uovo non contiene spigoli, perciò rimandava alla perfezione; in più, il tuorlo (giallo come il sole, dunque vessillo di energia e di vigore) veniva collegato al “maschile”, mentre l’ albume (bianco come la luna e dalla consistenza che richiama il liquido amniotico) si associava al “femminile”. L’ unione tra maschile e femminile era inevitabilmente connessa al concetto di procreazione. Nacque così il mito dell’ Uovo Cosmico, generatore di vita per un gran numero di civilità remotissime. A Creta e nella Caldea, su piedistalli appositi posti nelle tombe, si usava posare uova di struzzo come augurio di rinascita. Per il Taoismo l’ uovo è a tutt’oggi il Grande Uno, l’ embrione primordiale, e un significato simile gli conferivano anche le Bahyrivha Upanisad, dei testi indiani a carattere mistico-filosofico dove veniva definito “Embrione d’Oro”. Il Buddhismo lo identifica con l’ Anno, emblema del Tempo Cosmico, mentre nella mitologia giapponese cielo e terra (Izanagi e Izanami) erano uniti in un grande uovo al cui centro risiedeva un germe che originava la vita. Risale invece all’ antica tradizione alchemica il paragone con il mito della Fenice che, ciclicamente, risorgeva dall’ uovo sorto dalle sue ceneri. Gli alchimisti vedevano nella struttura dell’ uovo una rappresentazione dei quattro elementi (terra, acqua, aria e fuoco), e proprio la schiusa di questo embrione corrispondeva alla nuova dimensione – spirituale ed iniziatica – dell’uomo.

 

 

Anche il Cristianesimo affidò all’ uovo il significato simbolico di “principio di vita”, ricollegandolo alla festività della Resurrezione. L’ uovo, di conseguenza, a Pasqua assume un ruolo centrale. Non è un caso che in alcune località italiane viga l’usanza di benedire le uova durante la messa,  prima di consumarle tutti insieme sul sagrato. Preparato in svariati modi o nella classica versione in cioccolato, l’uovo rientra tra le tradizioni più celebri della domenica di Pasqua. La consuetudine di scambiarsi e regalarsi uova ha radici molto lontane nel tempo; la ritroviamo tra i popoli della Persia, dell’ Egitto e della Grecia antica, dove venivano donate per festeggiare la rinascita primaverile. Con il Cristianesimo, la simbologia pagana che lo associava al risveglio della natura fu soppiantata e l’uovo passò ad emblematizzare la resurrezione di Cristo, la sua transizione dalla morte alla vita. Ma quali sono le  proprietà dell’ uovo dal punto di vista nutrizionale? Potremmo dire che è un alimento pressochè “completo”. Ricco di proteine e di elementi nutritivi, contiene un’ alta quantità di vitamine e minerali: alla vitamina A, E, B6, B12 e D, un toccasana per le ossa, si uniscono il ferro, il potassio, il calcio e il fosforo. Le proteine dell’ uovo immagazzinano l’ intera gamma degli amminoacidi essenziali per l’uomo; sono racchiuse nell’ albume, mentre le vitamine vengono custodite nel tuorlo. Qualunque sia l’uovo che deciderete di gustare a Pasqua, comunque, penso che sia importante tener sempre presente l’ affascinante, suggestiva storia connessa alla sua simbologia primordiale.

 

 

 

La colazione di oggi: i “panettoni” di Pasqua, una delizia di inizio Primavera

 

“La colazione di oggi” non è una rubrica salutista. Almeno, non solo. E non è neppure una rubrica che propone dritte per dimagrire. Una precisazione d’obbligo per chiarire che, in questo spazio, ci occuperemo di colazioni sane ma golose al tempo stesso. E il periodo che precede la Pasqua, senza dubbio,  ci rende il compito ancora più facile! La Primavera appena iniziata stimola la voglia di affondare i denti in un impasto soffice, zuccherato al punto giusto. Come quello di certe pizze al formaggio che sembrano piccoli panettoni. Sono dolci tipicamente pasquali venduti in panetteria e preparati anche in versione salata. La forma cilindrica, sormontata da un’ invitante glassa, li rende inconfondibili. Il loro valore aggiunto, comunque, lo scoprirete soltanto assaggiandoli: sono ricchi di uvette e di frutta candita che li dotano di incalcolabili proprietà benefiche. L’ uva sultanina (o uvetta, appunto) contiene una triade di sali minerali irrinunciabili quali il potassio, il calcio e il ferro. Il potassio regola la pressione sanguigna, tonifica i muscoli e ottimizza l’ impulso nervoso, mentre il ferro permette ai globuli rossi di trasportare ossigeno nel sangue. Il calcio, infine, è un toccasana per le ossa, i denti e le unghie. Ma i benefici dell’ uvetta non terminano qui.  L’arginina, presente in abbondanza nei suoi piccoli chicchi essiccati, svolge un’ azione protettiva nei confronti del sistema cardiocircolatorio e i fenoli, grazie alle loro proprietà antiossidanti, contrastano i radicali liberi prevenendo l’invecchiamento cellulare. Tra le virtù dell’uvetta, last but not least, ne spiccano alcune decisamente fondamentali: è energizzante, antinfiammatoria, antibatterica e favorisce la metabolizzazione dei glucidi. Tutti benefici non da poco, insomma.

 

 

Alle doti dell’ uvetta si aggiungono quelle dei canditi. Il termine “canditura” (derivante dall’ arabo “qandat”) designa una pratica di conservazione della frutta divulgata dagli islamici nel X secolo. Ricchi di vitamina A e C, i canditi abbondano anche di acqua, sali minerali (nello specifico, di potassio), fibre e antiossidanti. Il fruttosio è presente in quantità elevate, ma non intacca il livello calorico significativamente: appartenente al gruppo dei macronutrienti energetici, ha un alto potere dolcificante e dona vigore all’ organismo. Oltre a vantare numerosi benefici al loro interno, questi “panettoni” di Pasqua hanno il potere di ingolosire al solo sguardo. La glassa che li ricopre copiosamente può essere arricchita, a sua volta, di frutta candita, zuccherini e svariate decorazioni dolciarie; la forma cilindrica con parte superiore a cupola li differenzia dalla classica colomba e dal classico ciambellone. Per concludere, l’ aspetto accattivante, la ghiottezza e le proprietà salutari dei suoi ingredienti rappresentano il tris vincente del dolce più sfizioso con cui iniziare la Primavera.

 

 

Un”grazie” a Loredana de “La Casa del Pane” di Fabriano per la preziosa collaborazione.