Sulle tracce del Principe Maurice – Ritorno alle origini

Il Principe in Piazza San Marco con Nefer Suvio e Daniel Didoné

 

Esattamente due anni fa, la diffusione del Coronavirus iniziava a stravolgere gli equilibri, gli stili di vita e le certezze della popolazione mondiale. Oggi, nonostante la situazione sia discretamente migliorata, il ritorno alla normalità sembra ancora lontano. Il prolungarsi della pandemia ha moltiplicato le modalità di rapportarsi all’ esistenza: tra di esse rientra, ad esempio, lo sviluppo di una nuova consapevolezza. Si riflette molto di più, si tende ad affrontare fatti ed argomenti sotto inedite prospettive. Il soggetto di “Lo sguardo su Venezia”, un documentario (diretto da Simone Marcelli, narrato da Ottavia Piccolo insieme a Carlo Montanaro e musicato da Pino Donaggio) presentato al Teatro La Fenice il 18 Gennaio scorso, è nato proprio da questo input: ripensare Venezia, ripercorrere le origini della città e il modo in cui ha forgiato la sua essenza per ripristinare lo splendore che l’ha sempre contraddistinta. Il Principe Maurice, che ha assistito alla proiezione, è rimasto estremamente colpito dalle considerazioni espresse nella pellicola. Il Grand Tour, la differenza tra “turisti” e “visitatori”, la necessità di restituire un’ anima al capoluogo del Veneto sono temi che da locali si fanno universali, stimolando riflessioni sui mutamenti indotti dall’ era pandemica. Il Principe stesso ha avvertito l’ impellenza di rigenerarsi, di tornare alle origini per riconnettersi con il proprio io più profondo. Nell’ intervista qui di seguito ci racconta i dettagli di questo suo percorso e molto altro ancora: parleremo della chiusura delle discoteche, dell’ emergenza sanitaria, di società e socialità, del musical “Casanova Opera Pop” di Red Canzian, ma soprattutto parleremo di Carnevale. Perchè il Carnevale di Venezia si avvicina a grandi passi ed è pronto a stupirci con una formula nuova di zecca. Nessuno meglio del Principe Maurice, che anche quest’ anno ricoprirà il ruolo di Maestro di Cerimonie della kermesse, potrebbe trascinarci nelle magiche atmosfere dell’ antichissima festa veneziana. Seguiamolo e lasciamoci ammaliare dal magnetismo del suo eloquio.

In occasione dei tuoi Auguri di Natale avevamo celebrato la rinascita del Cocoricò. Oggi, a un mese di distanza da quell’ intervista, siamo punto e a capo. Chiusura delle discoteche, nuove e sempre più stringenti restrizioni…Qual è il tuo punto di vista su questa situazione?

Eravamo gioiosi e euforici: era la vigilia di Natale e proprio a Natale ci sarebbe stata una data extra del Memorabilia grazie al successo ottenuto dall’ appuntamento del 7 dicembre. Il nostro entusiasmo era grande, la meraviglia anche, ma a causa della situazione Covid il Comitato Tecnico Scientifico ha deciso improvvisamente di chiudere tutto. Pensavamo che il decreto sarebbe diventato effettivo dopo Natale, invece è stato reso operativo immediatamente. Quindi il Memorabilia è saltato e le discoteche sono rimaste chiuse fino al 31 Gennaio, ma il nuovo decreto ne ha posticipato la riapertura al 12 Febbraio: un gigantesca mazzata – oltre che economica anche psicologica – sia per noi artisti che per gli operatori, gli imprenditori e ancor più per i ragazzi, che erano così entusiasti, cosi partecipi…Quando sono ritornato al Cocoricò mi sono commosso, si era instaurata un’empatia, un’energia bellissima. Poi, all’ improvviso…Tac! Mannaia…Questa decisione non si riesce a comprendere appieno, bisogna fare una profonda riflessione sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto medico-scientifico, ma anche politico, economico e sociale, perché la situazione è veramente devastante: navighiamo a vista.

 

Il Grand Tour del Principe all’ Acropoli di Atene

Nell’ epoca del Covid, tra no vax, sì vax, no green pass, pro green pass e una quotidianità completamente vincolata al certificato verde, la società si è sgretolata e suddivisa in fazioni…Tutto questo, a tuo parere, lascerà cicatrici anche quando terminerà l’emergenza sanitaria?

Assolutamente sì. Sono convinto che le cicatrici saranno profonde e forti, tant’è che io stesso ho sentito l’esigenza di sfruttare tutte le occasioni di socialità perché altrimenti sarei impazzito. Sono un animale sociale e da palcoscenico, per me sarebbe follia pura dover rinunciare di nuovo a tutto! Ho deciso di andare alla ricerca delle origini dell’umanità più bella e più profonda attraverso un viaggio in Grecia sulle orme del famoso “Grand Tour”. Durante la prestigiosa presentazione al Gran Teatro La Fenice del documentario “Lo sguardo su Venezia”, si è parlato molto del Grand Tour: era un modo per educare i giovani aristocratici ed alto borghesi alla bellezza, ai valori fondamentali di un’umanità illuminata e autentica che è quella delle origini; quindi quella dell’antica Grecia, dell’antica Roma, del Rinascimento…Io sono voluto partire dall’ antica Grecia. Perché è proprio lì, nell’ Acropoli di Atene, che si respira il bello dell’umanità. L’ usanza di incoraggiare i giovani dell’aristocrazia a fare viaggi che li preparassero ad avere una visione più ampia della società e della cultura fu sancita da Elisabetta I di Inghilterra. Da “Grand Tour” è poi derivato il termine “turismo”, che oggi ha acquisito un’accezione quasi negativa. Nel documentario si affermava che “avremmo bisogno di meno turisti e di più visitatori”, per cui io, da visitatore, sono andato alle origini di tutto ed è stato un momento bellissimo, perché mi sono rifocillato l’anima. Abbiamo bisogno di ritrovare l’umanità che c’è in noi, di non perdere la fiducia nel prossimo…Sapere che esiste la filosofia, che esiste la democrazia nella sua accezione più profonda, che esiste la bellezza (decodificata in un modo fruibile da chiunque, la famosa bellezza classica) è meraviglioso, e lo consiglio a tutti. Andiamo in cerca di quello che ci fa emozionare ancora, riportiamolo nelle nostre vite. C’è troppa ansia in giro, troppa paura, si è sviluppata troppa cattiveria. Nei momenti di difficoltà l’uomo ha spesso rivelato il suo lato peggiore.

 

Ottavia Piccolo, protagonista della narrazione di “Lo sguardo su Venezia”, insieme allo storico Carlo Montanaro, autore dei testi e narratore, a sua volta, del documentario

L’ Acropoli d’Atene by night: un’ immagine altamente suggestiva

Tu, nel frattempo, a cosa ti stai dedicando?

Sono già prontissimo per il Carnevale!  Sto cercando di capire come posso rinnovare e implementare le mie capacità espressive e artistiche, vorrei farlo ripartendo dalle origini; anche a livello musicale, per esempio, ho ripreso a studiare autori che avevo accantonato da tempo. Recentemente, una delle mie più belle uscite mondane si è svolta alla Venice Cocktail Week: un evento che ha messo i maggiori bartender del mondo in competizione tra loro per creare nuovi cocktail da presentare sul mercato. Era presente anche Roberto Pellegrini, bartender di spicco oltre che padre della campionessa Federica Pellegrini. Ci conosciamo da tantissimi anni perché è stato un maitre del Florian, del bar del Gritti, del Danieli…Durante la Venice Cocktail Week, al Caffè Florian Pellegrini ha proposto un nuovo tipo di vermut dedicato agli intrighi veneziani. Mi ha quindi invitato a presentare questo “intrigante” prodotto nelle vesti di Casanova. E’ successo venerdi’ 17 dicembre. Potrebbe sembrare una data infausta ma ti confesso che a me, di venerdì 17, sono sempre successe cose belle! Tantevvero che al Florian ero in compagnia di Nefer Suvio, la compagna di Nick Rhodes dei Duran Duran, che mi ha fatto da dama. Mi è venuta a trovare a Venezia ed è stata la mia ospite d’onore dell’evento di presentazione. Indossava un costume settecentesco semplicemente delizioso dell’Atelier Nicolao! Con noi c’era anche Daniel Didonè, il mio fido assistente, per l’occasione nel ruolo di moretto. E’ stata una serata davvero stupenda!

 

Un quartetto d’eccezione. Da sinistra a destra: Nefer Suvio, il Principe Maurice, l’ acclamato bartender Roberto Pellegrini (padre della campionessa Federica) e Daniel Didoné alla Venice Cocktail Week

Dal nostro ultimo appuntamento ad oggi, cosa è successo nella tua vita?     

Purtroppo sono risultato anch’io positivo al Covid, e proprio durante la settimana di Natale. Ero quasi asintomatico, ma ho dovuto rinunciare a diverse cose che avevo in programma: ad esempio, raggiungere la mia famiglia. Mi è dispiaciuto parecchio…Fortunatamente il 30 ero già guarito e libero dai vincoli della quarantena. Per cui a Capodanno mi sono esibito in un dinner show all’ Odissea di Treviso e devo dirti che mi sono completamente ripreso! Con me c’era Micaela Martinis, un’artista di cabaret burlesque che ha rallegrato la cena con la sua performance. Dopodiché, ho fatto questo bel viaggio in Grecia. Ma prima ancora sono andato a trovare mia sorella in Brianza e mi sono goduto il panorama meraviglioso e assolato del “ramo del lago di Como” di cui parla Manzoni ne “I Promessi Sposi”. Tornando alla Grecia, in me c’è stata un’importante presa di coscienza: ho capito che dovevo ripercorrere le origini, anche le mie, i miei ricordi, per aggrapparmi a quello che c’era prima e per cercare di rielaborarlo in futuro. Dovevo rievocare i valori che ho avuto, la bellezza che mi ha circondato…Bisogna iniziare a curare l’anima, oltre che il fisico.

 

Ricordi dal Capodanno 2021: Maurice con la Burlesque performer Micaela Martinis, in arte Lucy Ladyville, e il dinner show dell’ Odissea di Spresiano Veneto (TV)

Il 12 Febbraio avrà inizio il Carnevale di Venezia. E’ stato già deciso il tema conduttore? E soprattutto, sarà un Carnevale in presenza o via streaming come lo scorso anno?

Intanto, alleluja!, non sarà via streaming (un pochino si, però.). Quest’anno si punta a rendere le maschere protagoniste, potranno passeggiare per la città e godersi gli splendori della laguna in attesa di partecipare alle cene negli antichi palazzi, in particolare – dal 19 febbraio in poi – al gala ufficiale del Carnevale a Ca’ Vendramin Calergi (il Casinò) del quale sarò Maestro di Cerimonie. Piazza San Marco, con le sue dimensioni, avrebbe favorito la formazione di assembramenti. Invece il Carnevale dovrà svolgersi sì in presenza, ma in tutta sicurezza. Il tema conduttore non è stato ancora reso noto, verrà svelato last minute. Come direttore artistico dell’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia, assieme alla Presidente Giovanna Barbiero ho preparato un programma molto bello. Si partirà venerdì 25 con un evento straordinario a Palazzo Labia, sede della Rai Veneto; sabato 26 è previsto il Corteo delle Nazioni dedicato alle autorità e al Corpo Diplomatico presente in città: si alterneranno un corteo di gondole, un concerto e un cocktail nella cornice prestigiosa dell’Hotel Ca’ Sagredo. Per Martedì Grasso è in programma invece il gala internazionale  di chiusura a Palazzo Pisani Moretta, il più bel palazzo del Canal Grande. Penso che il Carnevale 2022 sarà ancora più bello e partecipato emozionalmente del solito. Verrà chi ama mettersi in costume, chi vuol godersi la città come se fosse un vero e proprio teatro…Venezia non sarà più “folla, disagio e strattoni”, ma si tramuterà nello splendido palcoscenico che è sempre stata. Soprattutto, la formula “palco e pubblico” caratteristica di Piazza San Marco verrà superata. Saranno tutti protagonisti! Le maschere, naturalmente, saranno molto gradite: è un’occasione per esplorare la città evitando inutili assembramenti, perché il Carnevale si concentrerà nei palazzi e nei teatri.

 

“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti”…In questo scatto brianzolo, Maurice ha immortalato il lago descritto da Manzoni ne “I Promessi Sposi”

Il lungolago di Lecco

Potresti darci qualche anticipazione sugli eventi a cui prenderai parte, o è ancora tutto top secret?

Il calendario è fitto, ma navighiamo a vista e bisogna capire giorno dopo giorno quali saranno gli sviluppi. Posso anticiparvi alcuni impegni che al momento ho preso: come già detto, sabato 19, il primo giorno di Carnevale, sarò Maestro di Cerimonie al gala ufficiale del Casinò. Ca’ Vendramin Calergi è uno dei più bei palazzi del Canal Grande, un palazzo rinascimentale prestigioso oltre che stupendo. Durante le serate “non grasse” il Casinò è a disposizione per eventi privati o aziendali, perciò ritornerò a Ca’ Vendramin Calergi da giovedì 24. Venerdì 25, al termine del gala, raggiungerò l’Associazione Internazionale del Carnevale di Venezia a Palazzo Labia, dove si terrà una festa dedicata al trionfo dei sensi che coinciderà anche con la fine delle celebrazioni per i 1600 anni di Venezia. Il tema della festa si rifà al significato storico del Carnevale: quel “panem et circensem” tipico altresì della Serenissima, quando il Carnevale durava sei mesi l’anno per fare in modo che la gente non pensasse ai problemi politici e sociali. Sabato 26 è previsto il corteo di gondole con cocktail e concerto, mentre la sera sarò di nuovo al Casinò. Nei locali, nei caffè storici, nelle lounge degli hotel, inoltre, saranno organizzati appuntamenti come la cioccolata calda da gustare in maschera con un accompagnamento musicale. Martedì Grasso ovviamente sarò al Casinò, poi darò un ultimo saluto ai soci dell’Associazione Internazionale nella meravigliosa cornice di Palazzo Pisani Moretta. L’ anticipazione più importante che posso darvi è che sarà un Carnevale vissuto nelle calli, nei campi e nei palazzi. Io stesso, durante il giorno, mi godrò in maschera la città. Il bello del Carnevale è anche poter essere anonimi, sennò che gusto c’è? L’ importante è che io non parli, altrimenti mi riconosceranno subito. Sarò silente, lo prometto!

 

Ca’ Vendramin Calergi, sede del gala ufficiale del Carnevale di Venezia

A proposito di Venezia: il 21 Gennaio, al Teatro Malibran, ha debuttato il musical “Casanova Opera Pop” di Red Canzian. Ci avevi già accennato al tuo ruolo di “consulente speciale” della produzione. Com’è andata? E come ha accolto l’opera, il pubblico veneziano? Ho letto che i biglietti sono andati sold out…

Un sold out incredibile!  Dal punto di vista musicale si evidenzia innanzitutto il talento di chi l’ha composto, ovvero Red Canzian. Ho avuto modo di ascoltare l’intera opera e di assistere alle prove costumi, che sono stati realizzati nell’ atelier di Stefano Nicolao. Le scenografie sono straordinarie, che siano “tradizionali” o riprodotte su led wall. Io penso che “Casanova Opera Pop” sia destinato a diventare un classico, bello ed importante, del musical. Il mio augurio e desiderio è che possa diventare un classico della città di Venezia, cioè che venga rappresentato in pianta stabile in città. E magari proprio al Malibran, un gioiello Art Nouveau sotto l’egida de La Fenice. C’è una tale qualità, una tale bellezza, una tale fruibilità per la facilità di linguaggio e per la vena pop raffinata, che potrebbe benissimo diventare uno spettacolo fisso.

 

Sold out totale per il musical “Casanova Opera Pop” di Red Canzian al Teatro Malibran di Venezia

E poi dà un’immagine inedita di Casanova: finalmente, il grande seduttore si innamora. La donna che ama, Francesca, è una ragazza semplice e meravigliosa. Lui, che collezionava relazioni soprattutto tra le aristocratiche, le cantanti e le grandi attrici, si innamora di una ragazza senza grilli per la testa. E’ un po’ quello di cui parlavamo prima: cercare di arrivare alle origini, all’ essenza dei valori veri, senza troppi fronzoli. Nel musical, poi, c’è una vera guerra tra Casanova e una contessa austriaca che vorrebbe utilizzarlo come spia…Ci sono personaggi cattivi come in ogni fiaba (perché di fiaba si tratta), però ci sono anche tanti personaggi gioviali, piacevoli. Il sentimento prevale su tutto, non c’è nessun momento cupo ma una vaga venatura thriller conferita dalla nobildonna e dai suoi intrighi. Per il resto, l’amore trionfa: com’è giusto che sia in un musical su Casanova e su Venezia!

 

Maurice alla prima del musical “Casanova Opera Pop”

Casanova versus Casanova: il Principe dietro alle quinte insieme a Gianmarco Schiaretti, l’attore che interpreta il grande seduttore veneziano nel musical di Canzian. Schiaretti è un cantante e attore che si è fatto notare come protagonista di prestigiosi musical internazionali

Come procede il lavoro teatrale sul rapporto tra te e il tuo fratello gemello venuto a mancare nei primi mesi di vita?

E’ sempre nel mio cuore. Si è leggermente arenato perché le ultime difficoltà mi hanno un po’ distratto, ma c’è. Ci vorrà del tempo per svilupparlo, mi rendo conto che è un progetto importante e profondo. Non ti nego che ho pensato di chiedere il supporto di uno psicologo che mi accompagnerà nel tentativo di rappresentare un fratello gemello che non sia semplicemente il doppio di me stesso, ma che sia credibile, autentico quanto me. Al momento, quindi, ho preso contatto con degli esperti di psicologia e sto scegliendo un professionista che mi aiuti ad avere una visione più accurata di questo sdoppiamento. L’aspetto intimo è quello che mi preme di più curare. La figura di mio fratello dovrebbe essere speculare ma anche originale, non vorrei cadere negli errori che la mia mente creativa potrebbe commettere inconsciamente.

 

 

Le discoteche dovrebbero ufficialmente riaprire il 12 Febbraio, anche se con la variante Omicron i cambiamenti sono all’ordine del giorno. Finirà mai questo incubo? Come potrebbe riuscire a salvarsi un settore così fortemente penalizzato dalla sciagura pandemica?

Tutte le volte che avevamo fatto delle supposizioni, sono state purtroppo demolite dalla realtà dei fatti. Più che altro, dall’ atteggiamento del Comitato Tecnico Scientifico e del Ministro alla Salute nei confronti del nostro settore. Si è sempre trascurato l’aspetto socioculturale delle discoteche e dei locali di intrattenimento per considerare solo argomenti come gli assembramenti, le regole, questo e quell’ altro. Ma sono sotto gli occhi di tutti i modi che oggi hanno i giovani per aggregarsi: alle megarisse, sempre più frequenti, si sono aggiunti incontri con le armi in mano. Perciò, finchè il Governo non si renderà conto di quanto il settore dell’intrattenimento possa essere di aiuto per la prevenzione e per la regolarizzazione della società…Io spero che cominci a vedere in noi degli alleati che lo aiuta a “gestire” le nuove generazioni. Noi saremo sempre gli ultimi degli ultimi a riaprire, a questo punto non mi resta che citare “Gli ultimi saranno i primi” del Vangelo secondo Matteo! Mi auguro che venga presto sigillata la parola “fine” sulla pericolosità di questo virus. Non riesco a prevedere una data ben precisa, ma spero che con l’inizio della nuova stagione qualcosa migliori. Adesso, l’importante è che i contagi e le morie vadano scemando.

 

Maurice al Teatro La Fenice di Venezia in occasione della presentazione del documentario “Lo sguardo su Venezia”

L’ invito all’ evento del Teatro La Fenice

Hai qualche ulteriore, succosa anteprima di cui ci vorresti parlare?

Per il momento siamo a posto: il Carnevale è il progetto più imminente. Se poi dovesse riaprire il Cocoricò, ci sarà un Memorabilia a marzo. Stavolta non puoi perdertelo!

 

Pino Donaggio, che ha firmato la colonna sonora di “Lo sguardo su Venezia”…

…e I Solisti Veneti, che all’ evento di presentazione del documentario hanno eseguito brani originali del suo commento musicale e svariati classici del loro repertorio vivaldiano

Vorrei concludere in modo non convenzionale: scegli una parola che sintetizzi come ti accingi a vivere questo nuovo anno. E speriamo che il 2022 segni la definitiva estinzione dell’insidioso, nefasto Covid 19!

Direi “ricreare”. Nel senso di rigenerare e di inventare qualcosa di nuovo su quel che sono riuscito a rigenerare ritornando alle origini…Ricreare ripassando quello che mi era sfuggito con il tempo sui valori fondamentali, sulle cose più belle. Sto rileggendo i classici della letteratura, riguardando tanti film, sto facendo viaggi che mi riportano ai primordi: l’Acropoli di Atene, Roma…Gli spunti per creare, ma anche per ricrearci e ricreare, non ci mancano. La mia parola del 2022 è “ricreare” in tutte le sue declinazioni. Ricreare anche nel senso di rinnovare, ma è un verbo che si presta a tantissimi significati. Ad esempio, ricreare nell’ accezione di donare un momento di ricreazione al prossimo. Prendersi i propri tempi per recuperare proprio a livello culturale, spirituale, i valori fondamentali senza i quali nulla si può fare, perché sono le basi della nostra esistenza. “Ricreare”… anche perché hanno distrutto tanto!

Per aggiornamenti sul programma del Carnevale di Venezia cliccate qui: www.carnevale.venezia.it

 

“Ricreare”…altre immagini del Grand Tour in Grecia di Maurice

Foto di Ca’ Vendramin Calergi di Dennis Jarvis from Halifax, Canada, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons

Speciale “Sulle tracce del Principe Maurice”: gli Auguri di Buon Natale del Principe

Il Natale del Principe nel prestigioso e antico Ca’ Sagredo Hotel di Venezia

 

Puntuali come ogni Natale, su VALIUM, arrivano gli Auguri del Principe Maurice. Quelli di quest’ anno sono auguri speciali. I club hanno riaperto dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia, e soprattutto ha riaperto il Cocoricò: il tempio della techno, seconda casa del Principe, è ritornato attivo il 27 Novembre con un’ inaugurazione in grande stile. Inutile dire che Maurice sia alle stelle, anche se in occasione della nostra conversazione telefonica si trova “in tutt’ altre faccende affacendato” e in una location per lui assai inconsueta (se volete saperne di più, non perdetevi la prossima puntata di “Sulle tracce del Principe Maurice”). Comprensibilmente, è euforico. Una breve chiacchierata sul Cocoricò e sul suo nuovo corso mi sembrava d’obbligo: precederà quindi il messaggio di Auguri che il Principe rivolge, in esclusiva, a tutti i lettori di VALIUM.

Cominciamo subito con la news più eclatante del 2021: il tuo ritorno al Cocoricò. Quali emozioni hai provato, la sera dell’inaugurazione?

Mi sono commosso fino alle lacrime. Lacrime di gioia, naturalmente! Il locale è stupendo, non è stato affatto snaturato. E’ stato pulito, sistemato, restaurato, rafforzato…entrarci è emozionante. Lo hanno implementato sia dal punto di vista degli effetti di luce che tecnologici: così com’è mi piace tantissimo. Da parte della nuova gestione c’è stata una cura nel ristrutturare il club che neppure io stesso, se fosse stato mio, avrei saputo fare qualcosa di meglio. Quando mi sono esibito ho provato delle emozioni travolgenti! Ho preso parte a tre appuntamenti importanti: la serata di preapertura, con DJ Ralf e l’Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro (un meraviglioso crossover tra tecnologia e musica classica), una seconda serata in cui ho stupito il pubblico sfoggiando un look “da Riccione” – ovvero da grande riccio – mentre sopra la mia testa passava la scritta “Mi difendo come posso” (una metafora di quello che sta succedendo oggi), e il primo Memorabilia, a cui ne seguirà un secondo a Natale. Mi sono sentito vivo, degno di esser vivo, e ho trasmesso questa vitalità con ogni parola e ogni gesto. E’ stata un’ autentica iniezione di speranza, positività e divertimento. Il pubblico piangeva di gioia, aleggiava un’ energia pazzesca…Ho ricevuto tanto di quell’ amore da compensare pienamente qualsiasi carenza patita nei mesi bui del lockdown.

Che look hai scelto per celebrare la rinascita della Piramide?

Ho scelto di annullarmi con una tuta nera che copriva anche il mio volto, ma di indossare un simulacro di quest’ ultimo forgiato in oro. Mi sono ispirato alle creazioni di Schiaparelli, che adoro letteralmente. Sul palco ho intonato le note di “Hallo Spaceboy” di David Bowie, un omaggio a tutti i ragazzi che sono rimasti intrappolati per mesi e mesi in una bolla d’incertezza  (durante la serata di preapertura avevo invece cantato “Heroes”). Quando mi sono tolto la maschera e il pubblico ha capito che ero proprio io, non il mio simulacro, c’è stato un urlo di gioia: un vero e proprio giubilo! Ho voluto osare un look fashion e Flavia ha creato per me un costume molto semplice, quasi metafisico. Quella mise, oltre ad aver riscosso un grande successo, mi ha dato la possibilità di introdurre magnificamente la scena di metamorfosi mimata dal personale di animazione, che ha impersonato una crisalide in attesa di diventare farfalla….Io ero inguainato in questa tuta nera e avevo il volto celato dalla maschera d’oro. Il pubblico mi ha riconosciuto, ma si chiedeva se fossi veramente io. Ho deciso di giocare sull’ effetto sorpresa!

Il Principe nel look ispirato a Schiaparelli, con tanto di maschera/simulacro in oro e robe manteau vintage griffato Balenciaga

Anni ’90 versus 2021: descrivici in tre aggettivi ciascuno il tempio techno dell’epoca d’oro e l’attuale Repubblica Discocratica Cocoricò.

Iconico, metamorfico, cosmico. Non c’è passato, non c’è presente, non c’è futuro: il Cocoricò va oltre tutto questo. E’ diventato un simbolo dei valori che ho sempre propugnato, la libertà, la dignità e l’ amore. Sono valori atemporali. I tre aggettivi che ho scelto fanno parte del DNA della Piramide a prescindere dal tempo. Basti pensare a quanto sia pura e antica la sua forma geometrica stessa. Aver puntato su questa soluzione architettonica è stato geniale, perché è scientificamente provato che le piramidi attirano un’ energia potentissima.

Natale al Cocoricò: il prossimo Memorabilia si terrà proprio il 25 Dicembre

Cosa è cambiato in te, da allora, e cosa invece è rimasto?

Non sono cambiato molto. Durante il lockdown ho avuto modo di riflettere parecchio su me stesso, questo sì, ma dal punto di vista dell’ espressione artistica la mia formula è rimasta invariata: il desiderio di intrigare, di stupire il pubblico trasmettendogli energia positiva e i miei valori. Che sono sempre gli stessi, libertà, dignità e amore. I valori non possono cambiare, per me quelli sono e quelli rimangono. Rispetto all’ interpretazione sono forse diventato un po’ più “minimal”, simbolico, ma non credo di essere migliorato nè peggiorato. Il percorso interiore che ho compiuto nei mesi di clausura è stato abbastanza importante, quindi affronterò presto a teatro il tema del rapporto con il mio fratello gemello che è venuto a mancare. Sono determinato a portare avanti il progetto perché ho ricevuto dei feedback molto interessanti.

Maurice nei panni del…”riccione” (il look è di Flavia Cavalcanti Costumes)

Come vedi il futuro di questo nuovo ciclo del club?

Il Cocoricò è una piramide, non una sfera di cristallo…Il futuro non posso prevederlo! (ride, ndr.) Però senza dubbio c’è molta professionalità, la volontà di fare del proprio meglio. Il nuovo direttore musicale, Alex Franconeri, è qualificatissimo. Elliott James Shaw si occupa dell’ immagine e la nostra collaborazione va a gonfie vele…L’ obiettivo è creare qualcosa di diverso che sia in sintonia con l’ originalità del Cocoricò. Vogliamo guardare al futuro consolidando i valori che hanno reso il Cocoricò unico al mondo. Valori sia del suono che dell’ immagine, perchè stavolta c’è l’ intento di curarla. Il Memorabilia è senz’altro un buon punto di riferimento, ma vorremmo anche rinnovarci. Guardo con ottimismo al futuro di questo ciclo: è stato impostato in modo serio, scrupoloso, e penso che andrà tutto molto bene. Musicalmente si punta su nuove proposte, nuovi talenti, su un sound di qualità…Devo dire che sono fiducioso, assai soddisfatto. La gestione attuale è coraggiosa, ha basi solide, ma speriamo che si possa andare avanti….che la terrificante situazione legata alla pandemia possa risolversi presto.

Uno scatto della Riccione natalizia

Hai ragione, tant’è che si preannuncia un Natale particolare. I club hanno riaperto, il green pass ha alimentato rivolte ma perlomeno ha scongiurato le chiusure. Rispetto all’ anno scorso è un buon traguardo, sebbene il ripristino della normalità rimanga un’incognita vincolata a innumerevoli variabili. O sarebbe meglio dire “varianti”…  Quale messaggio rivolgi ai tuoi fan in occasione degli Auguri di Natale?

Esatto, è un Natale un po’ strano e inquietante, soprattutto alla luce di questo rigurgito di pandemia con varianti bizzarre di cui non si capisce l’entità. E poi vaccinati sì, vaccinati no, tamponati sempre…Il ritorno alla normalità e ancora lontano, decisamente. Ma una cosa importante che ho imparato in questo periodo è quella di godere l’attimo il più possibile, quindi cercare di star bene con le persone quando le circostanze me lo permettono. E quest’ anno abbiamo l’ opportunità di passare il Natale con le persone che amiamo….Dobbiamo divertirci finchè possiamo, perché ne abbiamo bisogno e perchè ci fa bene. Con tutte le cautele del caso, però facciamolo: non dobbiamo rinunciare a vivere. “Io non posso rinunciare a vivere per non morire”, non è una frase mia ma la cito volentieri. Ci siamo stancati tutti di questa situazione; del resto il virus c’è ed è ancora lì, inquietante e pericoloso. Ciononostante, vi invito a rasserenarvi almeno durante le feste e a sperare, ad aspettare, che la pandemia si dilegui definitivamente. Anche se secondo me ci vorrà parecchio tempo. Sarà necessario imparare a convivere con questo virus odioso che sembra molto più intelligente dei nostri scienziati. Due cose devono rimanere certe, nella confusione generale: il punto di riferimento che rappresentano gli affetti cari e la voglia di vivere, di non vegetare. Stiamo tutti cercando di sopravvivere, ma bisognerebbe riflettere sul concetto di “vita”. Che è un bene prezioso e bello, però non è eterno. Può abbandonarci da un momento all’ altro per le cause più disparate: un incidente stradale, una patologia fulminante, qualcuno che ci investe mentre camminiamo per strada…Il virus c’è, va tenuto sotto controllo e vanno usate delle precauzioni, ma dovremmo essere più fatalisti. Il “carpe diem”, oggi, è fondamentale: bisogna vivere intensamente ogni momento e i momenti di gioia, di festa, di rinascita, di intimità familiare, vanno assaporati appieno. Con la massima attenzione, certo, perché la vita è un dono meraviglioso, però anche con la consapevolezza di essere vivi e non dei sopravvissuti. A me la luce del Natale quest’ anno porterà la consolazione che se non altro possiamo uscire, stare con la famiglia…Vi ricordate il Natale del 2020? E’ stato molto peggio. Io voglio continuare ad essere positivo; a immaginare luce, non tenebre. E invito anche voi a farlo!

Il presepe del Ca’ Sagredo Hotel di Venezia

Un’ altra immagine veneziana: qui Maurice è al Palazzetto Pisani, Boutique Resort affacciato sul Canal Grande, insieme ad alcune amiche

Dalla extravaganza della Piramide al lusso a 5 stelle del Ca’ Sagredo Hotel il passo è breve, per il Principe

 

Photos courtesy of Maurizio Agosti

Sulle tracce del Principe Maurice – Un Autunno di rinascita

 

 

L’ Autunno del Principe Maurice ha avuto inizio nella magica atmosfera del circo. Dal 23 al 27 Settembre, infatti, Maurizio Agosti Montenaro Durazzo (il suo nome all’ anagrafe) ha funto da Gran Cerimoniere di un evento unico nel suo genere, l’ International Salieri Circus Award: coniugando arte circense e musica classica, la prima edizione di questo festival ha addentrato il pubblico in un mondo incantato, onirico, grondante di fascino. Un mondo, al di là del puro intrattenimento a cui mira, permeato di vera e propria arte; di talento e sacrificio. Non è un caso che al Teatro Salieri di Legnago, in provincia di Verona, sia stato celebrato con un contest a cui hanno partecipato i più geniali artisti circensi. A proposito di circo, sapevate che anche Maurice è un professionista del settore? Nei panni del Clown Bianco da lui stesso ideato, “Il Principe”, ha preso parte a spettacoli allestiti sotto tendoni autorevoli quali quello del Circus Roncalli. E non stupisce, perchè come ben sapete l’ ironia è insita nel suo DNA! Lo ha dimostrato anche in TV, di recente, quando su Canale 5 è apparso tra i “diabolici” protagonisti di una burla ai danni di Antonio Zequila nel programma “Scherzi a Parte” (se ve lo siete perso, guardatelo a questo link). Ebbene sì, il nostro eroe sta cominciando a muovere i primi passi nell’ universo televisivo: un traguardo meritatissimo, per la leggendaria icona del Teatro Notturno. La nuova stagione, insomma, ha portato innumerevoli novità nella vita professionale del Principe. Ce le racconterà in questa intervista, alternando l’ entusiasmo per il ritorno a una quasi-normalità dopo l’ incubo Covid al disappunto per le riaperture contingentate dei club.

Ci ritroviamo dopo un’ Estate per te particolarmente rovente. Intanto è già arrivato l’ Autunno e l’Equinozio, il 22 Settembre scorso, ha sancito il suo ingresso. Per molti è un periodo di svolta, di nuovi progetti…un giro di boa. Che rappresenta, per te, questa stagione?   

L’ Autunno, innanzitutto, mi piace molto: è sontuoso – penso ai suoi colori – e anche misterioso per quello che porta con sé, Halloween in particolare…Tra l’altro, per me è stato foriero di cose meravigliose che mi sono accadute e che mi stanno accadendo. Dò il benvenuto a questo Autunno che spero sia di rinascita, anche se normalmente viene visto come un periodo che conduce al freddo e alla “morte” dell’Inverno. Per me, invece, è una sorta di Primavera dell’anima! Inoltre compio gli anni in novembre… E poi bisogna dire che l’Autunno, per il mondo dello spettacolo, corrisponde al preludio della stagione più importante: quella invernale. Evidentemente non è un caso che io lo adori.

 

Il Principe nelle vesti del suo Clown Bianco “Il Principe” a Vienna, con il Circus Roncalli

 

Su VALIUM, le tue ultime news risalgono alla serata degli Amen Spiritual Awards tenutasi alla Terrazza Biennale del Lido di Venezia. Cosa ci racconti dell’evento “I say a little prayer…for me”, che hai dedicato alle donne vittime di sofferenza fisica e morale? Pensi che possa diventare un appuntamento a cadenza fissa?     

Non solo diventerà un appuntamento a cadenza fissa, ma con il patron di Amen, Giovanni Licastro, abbiamo pensato di dedicare una docufiction, un film o una serie a queste storie. Vorremmo dar voce alle donne che normalmente pregano da sole e in silenzio, vorremmo che riuscissero a raccontarsi e a trovare sostegno nel loro sfogo, che al tempo stesso è anche una denuncia. Bisogna che le donne imparino a riportare le violenze subite, a proteggersi e ad affiancarsi a persone che le stimano – quindi le aiutano e le rispettano – come noi. Nell’ aria non c’è solo l’intenzione di ripetere gli Amen Spiritual Awards: il nostro gruppo si renderà promotore di un’iniziativa mainstream che darà risalto in tutto e per tutto a queste problematiche. Come ti accennavo, le storie che raccoglieremo verranno riprodotte in una sorta di fiction che le drammatizzerà e “illustrerà” i racconti delle donne. Starà a loro decidere se rimanere anonime o meno. Alcune situazioni sono molto pericolose, per cui suppongo che dovranno scegliere l’anonimato. Mentre casi come quello di Micol Rossi, che lotta con coraggio contro il morbo di Crohn, vanno sicuramente considerati esemplari e quindi divulgati senza vincoli di sorta: ha appena fondato con persone che vivono il suo stesso problema (non solo donne) un movimento che si chiama “Guerrieri Invisibili”, che si può contattare e coadiuvare sui social.

 

Alcuni scatti tratti dal Red Carpet e dal Gala dell’ evento “I say a little prayer…for me – Amen Spiritual Awards”. Nella foto qui sopra, da sinistra: Giovanni Licastro, Matilde Brandi, Micol Rossi e Christophe Mourey insieme al Principe

Come ci avevi preannunciato qualche mese fa, hai rivestito il ruolo di Gran Cerimoniere del prestigioso International Salieri Circus Award di Legnago: un festival (alla sua prima edizione) che celebra le arti circensi nella città natia di Antonio Salieri. Come hai vissuto quella straordinaria esperienza?

E’ stato pazzesco! E’ stato bellissimo innanzitutto perché la casa di produzione di questo evento, la ProEventi, è super efficiente e ha rappresentato una garanzia dal punto di vista organizzativo. Il festival è stato un esperimento nuovissimo: c’era una giuria prestigiosa, gli artisti erano pazzeschi, ma soprattutto c’erano dei giovani davvero entusiasti, che avevano voglia di mettersi alla prova e magari eseguivano per la prima volta le loro performance con composizioni classiche in sottofondo…L’ esperimento è riuscito in pieno. Abbiamo potuto conoscere meglio il personaggio di Antonio Salieri, che era stato, come dire?,  un po’ “travisato” dal film su Mozart, e da questa esperienza scaturirà senz’altro una voglia di recupero della cultura classica legata a Salieri, un grande del suo tempo. Era molto più conosciuto e di successo di Mozart, poi però è stato dimenticato: la sua era essenzialmente una musica di corte che rimaneva a corte. Ma quando le corti si sono estinte, l’interesse attorno a lui si è spento. Ora merita di essere rivalutato. In questa prima edizione del festival, per problemi di sicurezza associati al Covid, ci siamo dovuti privare di un’orchestra dal vivo. Dalla prossima edizione, tuttavia, potremo avvalerci della presenza di una nota orchestra; al momento non posso anticiparvi più di tanto. Secondo Antonio Giarola, lo stratosferico Direttore Artistico del festival e uno dei massimi esperti mondiali di Arte Circense, il fatto che la musica verrà eseguita dal vivo sarà molto importante. L’intento è proprio di elevare il circo a un’Arte vera e propria accompagnata dalla Musica d’Arte, facendo sì che entrambe si valorizzino reciprocamente e che si crei una commistione nell’ interpretazione davvero sentita, autentica. Della giuria facevano parte personaggi autorevoli: il Direttore di Palcoscenico del Moulin Rouge Thierry Outrilla, il Direttore del Casting del Cirque du Soleil Pavel Kotov, il Ministro della Cultura Ungherese Péter Fekete, che è anche il direttore e fondatore del Circo Stabile di Budapest, e poi Joseph Bouglione, Direttore del Cirque d’Hiver di Parigi…per farvi solo qualche nome. Il “parterre de roi” della nostra giuria, quindi, ha conferito subito grande importanza e dignità al festival. Anche gli artisti coinvolti erano di fama internazionale: 31 in tutto provenienti da 13 paesi, persino d’oltreoceano. E’ stata un’esperienza incredibile, non ultimo, per il loro slancio nell’ affrontarla! In apertura e in chiusura, il mio intervento artistico era affiancato da una performance del Piccolo Circo dei Sogni di Paride Orfei e Sneja Nedeva. Ha sede a Milano e oltre ad essere un’Accademia che divulga l’arte circense propone anche corsi di danza e di recitazione.

 

Maurice insieme a Arturo Brachetti, Presidente della Giuria dell’ International Salieri Circus Award

Act circensi all’ evento del Teatro Salieri di Legnago

Che rapporto hai con il mondo del circo? Immagino che tu sia molto attratto dalla sua magia e dalle atmosfere felliniane che lo permeano…

Ci hai proprio azzeccato! (ride, ndr.). Ho sempre subito la magia del circo e, se devo essere sincero, anche del fatto di poter vedere da vicino molti animali esotici (oggi una sensibilità diversa ci porta ad accantonare la visione negativa di un animale che si esibisce). Però devo dire che la sfida che gli artisti circensi lanciano ai loro corpi, quando con il sorriso sulle labbra eseguono evoluzioni che richiedono un sacrificio abnorme, mi affascina immensamente. La figura che io ho interpretato più volte, anche per circhi prestigiosi come il Roncalli o il Togni, è quella del Clown Bianco. Ti dò una notizia esclusiva che è conosciuta solo negli ambienti del circo: sono un clown ufficialmente, ho creato un nuovo clown che si distingue da qualsiasi altro pagliaccio non solo per il costume ma anche per il trucco. L’ho battezzato “Il Principe”. (ride, ndr) E’ un personaggio a sé stante nel mondo del circo, formalmente riconosciuto. Sono anche un po’ circense, come vedete! Una volta ho avuto l’occasione di intervistare Moira Orfei e lei mi raccontò degli aneddoti, delle cose talmente meravigliose sul circo da farmelo apparire ancora più affascinante…E’ un universo straordinario fatto di gente straordinaria. E poi ho conosciuto tanti altri personaggi, tra i quali il fondatore del Cirque du Soleil Guy Lalibertè che ha rivoluzionato il circo rendendolo più teatrale. Adoro anche il circo equestre, lo trovo molto elegante: i cavalli sono animali abituati a stare con l’uomo, la loro presenza è più compatibile con gli spettacoli circensi rispetto a quella delle bestie feroci.

 

Un’ altra immagine del clown “Il Principe” a Vienna

Con Elena Grossule, regista dell’ International Salieri Circus Award

Dalla provincia di Verona passiamo a Londra, dove a Settembre sei volato per raggiungere uno dei più grandi amori della tua vita: Grace Jones. Di questa eccezionale trasferta devi raccontarci proprio tutto…

Avevo tanta voglia di rivedere Grace, che dalla Giamaica si è trasferita temporaneamente a Londra. Era lì per ultimare un nuovo disco ma anche per stare vicino al fratello Chris, che aveva dei problemi di salute molto gravi. Siamo andati a trovarlo negli ultimi giorni della sua vita e questo fatto, seppur tristissimo, mi ha rincuorato perché sono riuscito a rivederlo e a stare al suo fianco. Chris Jones è mancato proprio in quei giorni, mentre eravamo a Londra. Per Grace era una sorta di fratello gemello, era molto attaccata a lui…Ma nella capitale inglese era volata anche per partecipare a una serata di gala destinata alla raccolta fondi per bambini bisognosi voluta da una Fondazione Reale, che ha organizzato uno spettacolo durante la London Fashion Week. Alla serata hanno preso parte molti stilisti, tra cui Philip Treacy; è stato un bellissimo evento. Chris era una persona carissima, dolcissima, che è stata di grande aiuto per Grace perché pur essendo anche lui un artista, in realtà ha dedicato la sua vita ad assistere la sorella. Lo porterò sempre nel cuore. L’ultima immagine che ho di lui risale a quando gli ho fatto visita prima che se ne andasse. Sono riuscito ad abbracciarlo, e lui ha poggiato la testa sulla mia spalla facendomi capire che era pronto… La prima volta che sono andato a trovarlo in ospedale, invece, non appena mi ha visto ha aperto le braccia e in italiano mi ha detto “Mauri, anche tu qui? Grazie, grazie!” Il fatto di avergli regalato un sorriso nella situazione in cui si trovava mi dà conforto.

 

Foto di gruppo a Londra. Al centro, tra il Principe e Grace Jones, c’è Paulo, il figlio che la diva ha avuto da Jean-Paul Goude

Una bella immagine di Chris Jones in Giamaica, prima che un male incurabile lo aggredisse

Toglimi una curiosità: com’è la “vera” Grace Jones? Al pubblico si mostra aggressiva, grintosa, seduttiva, fiera…una vera pantera, insomma. Ma a riflettori spenti è realmente così?

Grace Jones è una persona oltre ad essere un’artista, e ha tutte le sfumature emotive di una donna estremamente sensibile. L’ho vista così materna, così dolce nei confronti del fratello, e la ricordo molto affettuosa anche nei miei confronti. Certo, è una pantera: bisogna sapere come accarezzarle il pelo, perché se sbagli verso può darsi che ti tagli a fette con gli artigli! (ride, ndr.) E’ passionale, ma anche portatrice di un’umanità straordinaria e di una sensibilità incredibile…perché è una persona speciale. Quando stavamo insieme, spesso congedavamo il personale di servizio; lei cucinava per me e io lavavo i piatti. (ride, ndr.) I piatti li ha lavati molto raramente, Grace, però cucina benissimo: soprattutto le pietanze giamaicane! A Londra le ho procurato un piccolo barbecue, perché ogni tanto facevamo il barbecue in terrazza come una vecchia coppietta. E’ bello vivere questi Vip anche in una dimensione così pulita, semplice e serena. Penso di aver regalato a Grace tanta tranquillità, perché sono una persona pacifica e lei si lasciava piacevolmente contagiare dalla mia serenità. Poterle essere di conforto anche nel triste momento della scomparsa di Chris, per me è stato molto importante. Il nostro rapporto è di grande vicinanza: siamo rimasti i migliori amici l’uno dell’altra.

 

Grace Jones con il modista Philip Treacy, autore del copricapo che ha sfoggiato all’ evento “This is Icon” inserito nella London Fashion Week

Altri scatti dal charity show londinese “This is Icon”

Passo ora a una domanda clou. La sera del 4 Ottobre ti abbiamo visto in TV, precisamente su “Scherzi a parte”, dove eri impegnato nell’ investitura a conte di Antonio Zequila. E ti “dilettavi” sadicamente nel bacchettarlo, peraltro, mentre gli insegnavi il galateo della tavola! Potresti raccontarci qualche aneddoto, qualche dettaglio intrigante sul backstage dello scherzo?

(ride, ndr.) Voi avete visto solo un brevissimo estratto di quello che è successo con Zequila, perché noi con lui siamo stati in ballo dal primo pomeriggio fino a tarda notte. “Scherzi a parte” aveva bisogno di un personaggio come me: dovete sapere che, quando vengono fatti gli scherzi, tutti i protagonisti vanno a cercare su Google con chi hanno a che fare. Quindi, quando sono stato presentato c’è stata immediatamente una ricerca…Io sono un uomo di spettacolo, ma sono anche Principe, per cui mi hanno presentato col mio nome. L’ intera situazione era grottesca! Non so come si possa cadere in un tranello del genere, perché tutto era estremamente surreale. Faccio i complimenti a me stesso perché sono stato bravissimo, e me lo dico da solo! Ma anche tutti gli altri attori, soprattutto l’attrice che ha interagito con Zequila “in notturna”…Devo dirvi che su “Scherzi a parte” è tutto improvvisato (a parte il soggetto, molto particolareggiato), perciò non avevamo un “copione”. Certo, a volte gli autori ci davano ulteriori input da dietro le quinte con gli auricolari, soprattutto per rendere più credibile la vicenda. Per me è stata veramente una bella prova dal punto di vista professionale, mentre dal punto di vista umano…A Zequila è dispiaciuto moltissimo non essere diventato conte: non tanto per la ricchezza, quanto per il titolo. Perché lui ci credeva! A un certo punto ha chiamato al telefono sua madre, Ivana Trump, Barbara D’Urso e chi più ne ha più ne metta per dare la notizia: era davvero convinto di essere entrato a far parte dell’ aristocrazia. Poi, quando ha scoperto che era tutto uno scherzo, è rimasto delusissimo. Ed è dispiaciuto tanto anche a me, non sapevo come confortarlo…mi è venuto il magone. Zequila aveva proprio la velleità di diventare nobile. Ma che risate, quando lo redarguivo! Io la bacchettavo davvero, tant’è che mi diceva che gli stavo facendo male! Quello scherzo è stato troppo divertente…

Sul piccolo schermo ti vediamo sempre più di frequente. Diventare un volto fisso della TV ti piacerebbe?

Mi piacerebbe avere un salotto nel quale poter ospitare i miei amici artisti e raccontare un po’ di storie, oltre a organizzare il format incentrato sulle donne in difficoltà. Diciamo di sì! E’ arrivato anche per me il momento di cominciare a fare televisione, sempre che trovi uno spazio dove io abbia la possibilità di gestire me stesso. Dovrei avere il controllo della redazione, altrimenti non so se mi troverei davvero a mio agio. Oppure, potrei intervenire come opinionista nei settori di mia competenza. Sì, lavorare in TV mi piacerebbe molto! Adorerei condurre un talk show dove farei intervenire sia personaggi famosi che tutti coloro che hanno qualcosa da raccontare, perché secondo me abbiamo bisogno di ascoltarci, scambiare opinioni, dialogare…

 

Il Principe sul Red Carpet di “I say a little prayer…for me” con Alberto Barbera, direttore della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Matilde Brandi, Emma Mach e Flavia Cavalcanti al Gala degli Amen Spiritual Awards

Cambiando argomento ed affrontandone uno molto attuale: cosa pensi della riapertura delle discoteche con capienze contingentate?

Sono felice che finalmente il Governo si sia degnato di prendere in considerazione il nostro settore. Del resto, ormai, si ballava ovunque tranne che nei luoghi deputati. Lo scorso weekend è stato il primo di “semilibertà” al ballo. Il contingentamento è assurdamente prudente e denota la confusione scientifica, e anche politica, che ancora domina la scena. Speriamo che l’effettivo miglioramento riguardo contagi e ricoveri dia adito ad uniformare le capienze con gli altri luoghi cosiddetti di assembramento. Giovedì 21 Ottobre faremo un punto della situazione con il Presidente del Silb Maurizio Pasca, esponenti politici ed esperti del settore. Penso che comunque sarà una gran bella festa soprattutto per i giovani, che meritano di divertirsi in luoghi adatti e belli con la musica che a loro più piace e di essere coccolati all’ infinito dopo tutto il sacrificio e il delirio degli ultimi tempi. Viva la musica, che è vita!

 

Maurice bacia Micol Rossi, una delle donne premiate con l’Amen Spiritual Award

Concludo questa serie di domande con il consueto focus sui tuoi progetti e su tutti quegli impegni che, essendo incalcolabili, ho tralasciato involontariamente (mea culpa!) nelle domande…A te la parola!

La mia più grande soddisfazione è che il 23 Ottobre sarò impegnato nei panni di Casanova a Monte Carlo. In collaborazione con Delia Grace Noble, all’ Hotel de Paris, sotto il patrocinio dell’Ambasciata Italiana nel Principato di Monaco e del Principe Alberto II, con le finalità di sempre, allestiremo il mio primo ballo in maschera: un’anticipazione del Carnevale di Venezia che speriamo di riuscire a fare in presenza l’anno prossimo e a cui si sta già lavorando con la partecipazione di VELA, la società partecipata che si occupa di tutti i grandi eventi veneziani. Anche il direttore di Rai Veneto, Giovanni de Luca, si è detto entusiasta di mettere a disposizione lo splendido Palazzo Labia per poter proporre una programmazione di classe, ma divertente, in vista del Carnevale. E dato che rientreremo ancora nelle celebrazioni del 1600simo di Venezia, verrà omaggiata anche la storia del Carnevale. Oltre a questo ho in previsione innumerevoli altri impegni, ma ve ne parlerò più avanti! Sostanzialmente percepisco una gran voglia, un gran fermento…Il desiderio di ricominciare a vivere e a godere dell’arte dell’intrattenimento e della bellezza in generale. 

 

Un annuncio da fare col megafono: sabato 23 Ottobre, a Monte Carlo, il Principe Maurice sarà il Maestro di Cerimonia del Gran Masked Ball!

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Il Principe e la Luna

 

 

In questa intervista, si parlerà moltissimo della Luna. La Luna in quanto astro, protagonista dei molteplici eventi cosmici che dall’ inizio dell’ anno ci fanno tenere lo sguardo incollato al cielo, e la Luna evocata, come quella che dà il nome alla pittoresca Terrazza Blue Moon del Lido di Venezia. Ma anche la Luna che regna, regina assoluta, sul cielo della notte, e fa da sfondo alla nightlife già brulicante della stagione estiva. E poi la Luna onirica delle atmosfere interiori, il cui bagliore rischiara, etereo, gli angoli più reconditi dell’ anima. Naturalmente, oltre a quello dell’ astro d’ argento, affronteremo molti altri argomenti ancora. Ma se considerate che il Principe Maurice è una creatura notturna, e che da sempre ama definirsi “lunare”, il fil rouge di questa puntata della rubrica costantemente sulle sue tracce è assai pregnante. Basti pensare che, stasera, il Principe lunare dedicherà alla Luna di Fragola l’ inaugurazione della Terrazza Blue Moon al Lido di Venezia. Vi sembra un gioco di parole? Non lo è: tornato nella location che l’ ha visto mattatore assoluto per tutta l’ estate 2020, Maurice ha in programma una “soirée” intrisa di magia. Gli sbalorditivi ospiti e la consueta atmosfera surreale esalteranno al massimo il suo “One Man Cabaret Lunaire”, la Luna di Fragola farà il resto. Sono sicura che l’ ultima superluna dell’ anno, primo plenilunio estivo al tempo stesso, impregnerà l’ evento dei suoi positivi influssi. L’ estate del Principe non potrebbe iniziare in modo migliore…

 

 

Raccontaci qualcosa della tua rutilante apparizione fatta il 1 Maggio in occasione dell’evento “Il suono del silenzio”, allestito dal team Metempsicosi al Teatro delle Rocce di Gavorrano: un live streaming davvero magico…  

L’evento al Teatro delle Rocce a Gavorrano ha ribadito che realtà come quella della Metempsicosi, storica agenzia toscana riferita al mondo della notte, sono ancora vive e che sono più che pronte a ricominciare alla grande. Con il SILB, inoltre, il 31 Maggio ho avuto il compito di aprire un dibattito a Milano, alla presenza del consigliere comunale Filippo Barberis in rappresentanza del Sindaco Sala, che riguardava i giovani dell’associazione COGEU e il codice etico da essi promulgato. Milano è un centro importante in quanto è sempre stata la città della ripartenza, della rinascita – sia economica e culturale – per l’Italia tutta nei momenti difficili. Ma devo dire che anche Venezia è molto attiva, e vorrei organizzare un evento un po’ più spettacolare incentrato sulla funzione di attrazione turistica che esercitano i locali da ballo nelle zone costiere: la Riviera Romagnola, Veneta, Toscana, per non parlare di aree ancora più quotate tipo il Salento o la Sardegna. Puntiamo a catalizzare l’attenzione sul nostro settore perché non abbiamo ancora spiragli concreti per ricominciare ad operare: una situazione assurda e scandalosa. La cronaca recente evidenzia un disagio generazionale che sta sfociando in violenza perché lasciato a se stesso. Il mio obiettivo è operare a sostegno delle esigenze dei giovani soprattutto ora, in vista dell’estate.

 

Il Principe in un look rutilante durante la sua performance all’ evento “Il suono del silenzio” con il team Metempsicosi

Quell’ evento si è svolto sulla scia del magnetico influsso della Superluna rosa, ma il 26 Maggio scorso siamo rimasti senza fiato davanti ad un altro spettacolare show cosmico: la Superluna di Sangue. Hai avuto modo di ammirarla? La luna piena, al perigeo, è stata definita la più grande di tutto il 2021…     

Sì, ho avuto modo di ammirarla: nella camera dell’Hotel che mi ospitava, ho aperto la finestra e ho lasciato che venisse a trovarmi nel mio letto. Ho passato una notte insonne facendo l’amore con la luna piena, meravigliosa, che avevo proprio di fronte. La luna è la mia amante vera, mi accompagna sempre…Così come influisce sulle maree, anch’io la percepisco nel mio animo. Mi fa ribollire, mi fa sognare!

A proposito di Luna, vorrei porti una domanda leggermente impregnata di magia. Tu credi nei suoi poteri, nell’ influenza delle fasi lunari sulla natura e sugli esseri umani? Che rapporto hai con l’“astro d’argento”?

Assolutamente sì. Ci credo tantissimo sin da piccolo: quando finivano le scuole, i miei non mi obbligavano ad andare a letto presto. Ho avuto la fortuna di vivere in case con dei bei giardini, dove di notte, d’estate, vagavano le lucciole…e la luna era già a quei tempi una mia compagna fedele. Ringrazierò sempre i miei genitori per avermi lasciato libero di vivere le mie fantasie, le mie illusioni, che poi sono diventate certezze! Sono convinto al 100 per cento che gli astri ci influenzino tantissimo: se condizionano persino le maree, immagina la potenza e l’energia che riescono a sprigionare! Credo abbastanza anche nell’ astrologia. Per quanto riguarda la luna, su di me ha un potere diretto e potentissimo. E poi, è amica e complice del nostro divertimento, del nostro essere deliziosamente trasgressivi (sempre nei limiti del rispetto di sé e degli altri)…Subisco moltissimo il suo influsso dal punto di vista dell’umore, delle energie, anche a livello, direi, quasi estetico. Io quando la luna è piena, oppure ha un colore, un alone particolare, mi incanto a guardarla. Ecco perché la notte in cui splendeva la Superluna di Sangue, dopo essermi sdraiato a letto, ho lasciato che la sua luce surreale, magica, suggestiva, entrasse dalla finestra aperta e ho fatto l’amore con lei tutta la notte.

 

Maurice durante una performance sulla Terrazza Blue Moon nell’estate 2020. Sullo sfondo, il magico tramonto del Lido di Venezia

L’Estate si avvicina a grandi passi. E qui riappare di nuovo la Luna, perché ho intenzione di chiederti se tornerai a regnare sulla Terrazza Blue Moon: una delle location più suggestive del Lido di Venezia.

Effettivamente si, tornerò alla Terrazza proprio il 25 Giugno inaugurandola con un suggestivo evento dedicato alla Luna piena di San Giovanni in collaborazione con la società Vela, il Comune di Venezia e la gestione del Bistrot del Mar di Fabiano Ruffini. Avremo ospiti a sorpresa a dir poco meravigliosi, sarà la serata che coinciderà con l’apertura stagionale della Terrazza. La Performing Artist Veronica Mariani si esibirà in evoluzioni di danza acrobatica e lo storico dj Otto Casagrande, alla consolle, supporterà il mio “One Man Cabaret Lunaire”. Dopo quello di Giugno sono in programma due eventi ad Agosto e stiamo studiando qualcosa di speciale per Settembre in occasione della Mostra del Cinema. Non si tratterà di feste a tema, la visione d’insieme sarà più eterogenea, ma di sicuro dedicherò una serata a Gabriele D’Annunzio: per celebrare i 1600 anni di Venezia ho scelto il Vate in quanto, agli inizi del ‘900, ribattezzò il Lido “l’Isola d’Oro” contribuendo a decretarlo meta di un turismo internazionale tra i più prestigiosi al mondo. Del Lido sono innamoratissimo, così come di Venezia. E sono molto dannunziano, come ben sapete. Dannunziano fuori e pirandelliano (uno, nessuno, centomila) dentro!

 

Ancora due belle immagini dell’ estate “in Terrazza” del 2020

So che per la stagione calda hai in programma (e in parte hai già realizzato) un’autentica miriade di progetti. Giochiamo al “botta e risposta”? Io ti cito la location e tu ci racconti l’evento corrispondente. Parto subito con Riccione.

A livello di discoteche, la riapertura non è ancora chiara e precisa al 100%. Molti locali hanno deciso di rimandarla a dopo l’estate, in previsione di una risoluzione definitiva del problema Covid. Nella mia estate, sicuramente, Riccione ci sarà: dopo il corto di Numero00 a cui ho preso parte e la mia esibizione al Primadonna Lounge Restaurant, la “perla verde dell’ Adriatico” è tornata ad intrigarmi e ho riattivato i canali giusti per fare una rentrée in grande stile. Anche se il Cocoricò ha stabilito di riaprire non prima del prossimo autunno. Riguardo i miei programmi, dato che la pandemia ci ha abituato ad attendere le varie conferme fino all’ ultimo minuto, non vi dò anticipazioni…Però a Riccione, con cadenza mensile, potete star certi che ci sarò! Un solo indizio: mi troverete sulla spiaggia. (ride, ndr) Vi assicuro, comunque, che sarete i primi a sapere dove con esattezza!

 

Uno scatto riccionese. A fare da sfondo, stavolta, è il celebratissimo mare della “Perla Verde dell’ Adriatico”

Riccione ha una gran voglia di rinascere, si sta reinventando in tanti modi. L’ iniziativa di Valerio Farina (fondatore del fashion brand Numero00), che ha ambientato proprio lì il suo corto presentato a Milano Moda Uomo, significa che c’è un grande desiderio di tornare ad esprimere la creatività, di ricominciare alla grande puntando sulla qualità. La moda, a Riccione, è evoluta in uno street style raffinato, elegante: un mix di tagli informali e tessuti pregiati che ha intrigato persino il sottoscritto, grande amante ultimamente dello stile classico. Questo nuovo street style riccionese lo trovo molto in linea con la filosofia del divertimento, in particolare romagnolo, basata su un connubio di sciccheria e tendenza. C’è sempre, a livello empatico, un rapporto tra la vita notturna e ciò che si indossa anche di giorno. E’ straordinaria questa armonia che continua ad esserci e a rinnovarsi, Riccione è proprio il top! La cosa spettacolare degli abiti di Numero00, poi, è che sono musicali! Nel senso che su alcune parti dei capi sono stati stampati dei QR Code che, se vengono inquadrati da un cellulare, consentono di scaricare una favolosa playlist di musica house rinnovata ogni mese. E’ veramente fantastico come il brand di Valerio Farina sia riuscito a rendere vivi e musicali anche gli abiti, che grazie ai QR Code diventano delle playlist ambulanti! “Listen to your wardrobe”! Nel corto di presentazione della collezione, a cui ho preso parte insieme a Maurizio Monti, Giuseppe Moratti e Miller Sgargi, l’ideatore e dj di Villarzilla (il privè della Villa delle Rose), noi quattro segnaliamo ai modelli che sugli abiti c’è il QR Code da inquadrare con lo smartphone. E lo facciamo tramite dei manifesti, dei flyers e delle locandine come si trattasse di dover partecipare ad un disco party…Il fatto di poter scaricare della buona musica, selezionata dai più importanti dj per Numero00, è un’opportunità eccezionale. Mi ha fatto molto piacere condividere le riprese del corto con Monti, Moratti e Miller, tre autentiche icone del mondo della notte: la nostra reunion accentua ulteriormente il fascino di un video rappresentativo di tante tendenze della Riviera. La sera precedente alle riprese, invece, invitato da Mauro Bianchi, ho fatto un dj set in un elegantissimo lounge restaurant inaugurato negli spazi dell’ex Green Bar di viale Ceccarini, il Primadonna. E’ un locale straordinario, c’è una fusion di altissima qualità. “Primadonna”, peraltro, è anche il nome di un noto brand di calzature che ha una boutique proprio lì accanto. Ho colto l’occasione e dopo tanti anni mi sono comprato un paio di scarpe con tacco che ho indossato anche nel video! E’ stato davvero fantastico, emozionante e molto divertente cimentarmi nel ruolo di dj in un locale di viale Ceccarini: un meraviglioso flashback.

 

Lo straordinario corto della collezione PE 2022 di Numero00, ambientato a Riccione. Il Principe appare nel video come guest star insieme a Maurizio Monti, Giuseppe Moratti e Miller Sgargi

 

Il nostro eroe al Primadonna di viale Ceccarini e…

….mentre ci presenta i sandali gioiello che si è appena comprato nella boutique omonima del nuovo locale. Li indossa, peraltro, anche nel corto di Numero00

Monte Carlo.

In questo periodo, Monte Carlo è stato il regalo più bello che abbia ricevuto. Mi riferisco a un evento prestigiosissimo che si è tenuto all’ Hotel de Paris, Le Grand Bal des Princes et des Princesses: c’era molta aristocrazia europea, soprattutto residente nel Principato di Monaco, c’era…non potrei dire se c’era o se non c’era, perché hanno voluto che questa cosa rimanesse segreta… “Monseigneur”, ovvero S.A.S. Alberto II. Il fatto che fosse presente la Banda dei Carabinieri di Monaco però è indicativo, perché significa che la rappresentanza ufficiale dei Principi era lì. Il ballo è stato veramente da sogno, 150 super Ospiti. Gli allestimenti erano incredibili, l’organizzatrice Delia Grace Noble (cantante lirica e ambasciatrice Unicef) ha pianificato in modo impeccabile questo primo evento mondano mondiale in presenza…Non si è ballato, si è trattato di una Cena di Gala – rigorosamente rispettosa delle norme anticovid – impreziosita dalle esibizioni di alcuni artisti, cantanti lirici, danzatori classici, musicisti di fama e provenienza internazionale. L’ evento di beneficenza, organizzato a favore della Fondazione intitolata alla Principessa Grace, è stato ricco di bellissimi interventi.

 

Momenti da sogno al Grand Bal des Princes et des Princesses di Monte Carlo

Il Principe “on stage”

Il protocollo principesco, sapete, è estremamente particolare: lo spettacolo non si svolge mai durante la cena, bensì prima e dopo. Mentre si cena non vola una mosca, il protocollo prevede che i commensali possano conversare tra loro. Le bevande vengono tutte servite, non ci sono bottiglie in tavola, perché c’è un controllo rigoroso del tasso alcolico e quando la cena è terminata non si può più bere alcol. Naturalmente, essendo presenti altezze reali e addirittura imperiali, bisogna assolutamente evitare il rischio che qualcuno possa alterarsi in loro presenza! Quando poi tutta la corte monegasca se ne è andata, io ho dedicato a Delia Grace Noble e a George Axente, il Direttore Artistico, nonché agli artisti, una canzone solo per loro. Partecipare al Gran Ballo sia nelle vesti di performer che di Maestro delle Cerimonie per me è stata una grande soddisfazione, ha risollevato tantissimo il mio stato d’animo. Ma vi racconto anche altro: così come a Monte Carlo mi sono esibito nel mio primo evento privato al chiuso in presenza, al Salone Nautico di Venezia si è svolto il mio primo evento pubblico all’ aperto. Alla festa di chiusura del Salone, che si è tenuta all’ Arsenale, ero con la dj Gloria Fregonese. Ho partecipato nel ruolo di dj, cantante e vocalist davanti a un pubblico che includeva il Sindaco Luigi Brugnaro, molto soddisfatto della riuscita di questa iniziativa che ha voluto fortemente.

 

Delia Grace Noble (a sinistra), soprano, ambasciatrice Unicef oltre che organizzatrice di Le Gran Bal des Princes et des Princesses, insieme alla giovanissima (16 anni) e virtuosa pianista Stella Almondo, che si è esibita nel corso dell’ evento

La canzone che il Principe ha dedicato a Delia Grace Noble, al direttore artistico George Axente e a tutti gli artisti presenti al Grand Bal: un’ autentica perla

Il Lido di Venezia.

Come ti dicevo, il mio legame col Lido è consolidato. Punto sull’evento dedicato a D’ Annunzio che ho in programma per i 1600 anni di Venezia e che sarà collegato alla performance in Terrazza del prossimo Agosto. Spero di riuscire a organizzare anche qualcosa in giro per il Lido, che parta cioè nei dintorni della Terrazza e poi si concluda lì, ma bisognerà decidere in base a eventuali restrizioni perché si potrebbero creare assembramenti…Molto probabilmente, l’evento si concentrerà tutto sulla Terrazza Blue Moon.

 

Un’ immagine molto lunare della Terrazza Blue Moon

Treviso e dintorni.

Così come esiste la Serenissima Signora dei Mari, esiste anche la Venezia di terra. Lo splendore di Venezia si è esteso ai luoghi sottoposti al dominio della Serenissima. Tra questi, la marca trevigiana è senza dubbio è uno dei più importanti e interessanti. Qui, oltre a contare su un rapporto ormai consolidato con la famiglia Venerandi (titolare dell’Odissea Fun City), ho instaurato un bellissimo gemellaggio con il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto dove recentemente mi sono esibito in una rievocazione storica nei panni del Doge Pasqual Cicogna, il costruttore del Ponte di Rialto. Fu lui a nominare il primo Podestà veneziano su terraferma, il nobile Giorgio Semitecolo, che fu accettato con grandi onori e grande entusiasmo. Il Teatro Accademico è un unicum mondiale perché ha due grandi finestre che consentono di utilizzarlo anche di giorno. Quindi di giorno ospitava simposi, studi e seminari, mentre di sera (sto parlando del ‘700) era uno spazio adibito all’ intrattenimento musicale con ballo. Ribadisco quello che vi ho già detto in svariate occasioni: il Teatro di Castelfranco Veneto è l’esempio mirabile di ciò che dovrebbero diventare le discoteche, sfruttabili di giorno come centri di cultura giovanile e di sera come luoghi votati al ballo e al divertimento. A Spresiano di Treviso, invece, inaugurerò una versione estiva del dinner show. Piace e lo portiamo avanti! La location sarà l’Odissea Fun City, dove mi esibirò in una cena spettacolo “leggera e simpatica” in previsione di una futura variante più sontuosa, unica nel territorio, un po’ in stile Lido di Parigi. L’Odissea è diventata la mia seconda casa madre. Lì mi trovo benissimo, si è instaurato un tale rapporto di fiducia e di empatia con il titolare, Giannino Venerandi, per cui riesco a esprimermi al meglio. La famiglia Venerandi per me rappresenta il lato virtuoso della notte, un mondo che continua ad essere sacrificato e vituperato. E’ importante che si sappia che il settore del clubbing è fatto anche di grande professionalità, di imprenditori che danno lavoro a migliaia di persone che hanno famiglia. Questo aspetto positivo e pregevole andrebbe enfatizzato, presentato all’ opinione pubblica, che considera il mondo della notte solo fatto di cose brutte.

 

Il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto e alcuni suoi scorci. Qui, Maurice recentemente si è esibito in una rievocazione storica nei panni del Doge Pasqual Cicogna

Che tipo di augurio hai fatto a te stesso, in occasione del Solstizio d’Estate?

Il Solstizio d’Estate è stato per me una grande fonte di ispirazione. Tutti gli eventi associati alla natura, all’ universo, al movimento degli astri e ai pleniluni, che si sono verificati di recente, mi suggestionano tantissimo. Mi sono convinto a confrontarmi definitivamente con la figura di mio fratello gemello, Massimo, morto ad appena 11 mesi. Il fatto che sia venuto a mancare così presto lo ha tramutato in una figura particolarissima: ho dovuto immaginarlo completamente, ma lo “sento”, percepisco la sua presenza continua. Di Massimo non ho ricordi fisici o materiali, bensì direi quasi genetici, esoterici. Sto creando un lavoro teatrale incentrato su di lui per chiudere il cerchio con il mio rapporto “controverso” nei suoi confronti, per raccontarvi di me e di un’entità che siamo io e mio fratello al tempo stesso. Il Principe Maurice è proprio il prodotto di questo sdoppiamento. Non posso dare troppe anticipazioni sul mio progetto, chiarirò tutto quando lo spettacolo andrà in scena: per saperne di più, dovrete venirmi a vedere! (ride, ndr)  L’augurio che ho fatto a me stesso, quindi, è quello di riuscire a raggruppare tutti gli elementi necessari per realizzare un sogno nel cassetto che voglio assolutamente concretizzare! A tutti i miei colleghi, agli operatori del settore, ai titolari dei teatri e delle discoteche, ai direttori dei festival e così via, auguro invece di ricominciare, perché ne abbiamo un bisogno ormai impellente. Non possiamo proprio aspettare oltre, è fondamentale: vogliamo lavorare ed esprimerci. Per gli artisti o per chi si occupa del nostro settore non lavorare è terrificante, significa spegnersi! Comunque devo dire che qui nel Veneto ma anche in Romagna vedo molta voglia e molta capacità di riorganizzarsi. Che siano d’esempio ed incoraggiamento per tutti.

 

Un Principe in versione esoterica in una foto scattata sulla Terrazza del Lido nel 2020

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

 

 

 

Speciale “Sulle Tracce del Principe Maurice”- Un 1 Maggio sotto l’ incantesimo della Superluna rosa

 

La Superluna rosa, nascosta dalle nuvole in un’ Italia perlopiù flagellata dal maltempo, a Venezia è stata visibile eccome: all’alba del 27 Aprile, sembrava galleggiare in un cielo intriso di foschia. Il Principe Maurice, innamorato della luna da sempre, si è soffermato ad ammirarla e ne è rimasto ammaliato. In una delle due immagini che ha messo a disposizione di VALIUM, scattate da Marco Contessa, i primi bagliori del giorno accendono di onirici riflessi la laguna veneziana. L’ atmosfera è sospesa, impalpabile. La Superluna si staglia tra i chiaroscuri dell’ aurora irradiando un alone luminoso: non stupisce che da questa magica visione siano scaturiti degli incantesimi che riguardano da vicino la vita del Principe. E non solo la sua, come vedremo più avanti…

 

 

Gli influssi benefici emanati dall’ astro, tinto di rosa a titolo puramente emblematico, hanno avvolto l’ intera Venezia nel loro abbraccio. Ecco allora che oggi, 1 Maggio, la Festa del Lavoro si è tramutata in festa della ripartenza: un esempio su tutti? In Piazza San Marco, i caffè – compreso lo storico Caffè Florian (il più antico d’Italia) – riaprono i loro “salotti all’ aperto”.

 

 

E’ davvero significativo che in questa data si celebrino, al tempo stesso, il lavoro e la ripresa delle attività. La vita finalmente ricomincia, con tutte le precauzioni del caso. La Piazza tornerà ad animarsi e caffè ed aperitivi (rigorosamente in “modalità non assembrata”) torneranno a scandire le diverse fasi della nostra giornata. Il Principe ha approfittato dell’ occasione per girare due brevi video-interviste: una con Claudio Vernier, Presidente dell’ Associazione Piazza San Marco, e l’ altra con lo staff del Caffè Florian, il suo locale preferito. Non sorprende, d’altronde, che il leggendario caffè, frequentato un tempo da nomi del calibro di Casanova, Carlo Goldoni, Lord Byron, Charles Dickens, Goethe, Hemingway e Gabriele D’Annunzio (per menzionarne solo alcuni), annoveri tra i suoi habituée anche il Principe Maurizio Agosti Montenaro di Serracapriola Durazzo dei Sangro di Sanseveraro! Pubblico per tutti voi, qui di seguito, i video a cui accennavo:

Dialogo sulle riaperture tra il Principe e il Presidente dell’ APSM Claudio Vernier

Il Principe incontra lo staff del Caffè Florian, pronto a riprendere il suo posto d’onore in Piazza San Marco

 

Ma l’ incantesimo della Superluna rosa ha influito sulla vita del nostro eroe anche sotto forma di progetti. Uno di questi lo vede impegnato nientemeno che in Toscana, dove prenderà parte ad un appuntamento d’eccezione: “Il suono del silenzio” insieme al team Metempsicosi. Nel giorno della Festa dei Lavoratori, infatti, i professionisti del mondo della notte faranno sentire la loro voce attraverso un messaggio forte e chiaro. In collaborazione con il SILB (Sindacato Italiano Locali da Ballo), gli artisti Metempsicosi hanno ideato un evento – rigorosamente senza pubblico – di una suggestività incredibile. “Il suono del silenzio”, questo il suo titolo, andrà in scena stasera, dalle ore 19 alle 21, nel Teatro delle Rocce di Gavorrano, un’ area adibita a concerti, convegni e spettacoli ricavata da una millennaria cava di calcare. Il teatro, la cui struttura ricorda quella di un teatro della Grecia antica, è situato all’ interno del Parco Minerario Naturalistico di Gavorrano (un borgo a trenta chilometri da Grosseto) ed è completamente immerso nella natura: un dettaglio che, già da solo, basterebbe ad evocare la meraviglia della location. Qui, il team di musica elettronica MetempsicosiMario Più, Ricky Le Roy, 00Zicky, Franchino, Joy Kitikonti – e il Principe Maurice daranno vita ad una sbalorditiva performance visualizzabile in live streaming sulla pagina FB @metempsicosiofficialfanpage (questo il link del live: https://fb.me/e/120iDL7Jc). Ma perchè “Il suono del silenzio”? E’ presto detto. Il titolo si riallaccia ad un concetto ben preciso, il silenzio della musica in questi mesi di chiusura forzata di tutte le attività artistiche e dei club. In un caso del genere, il silenzio può diventare talmente assordante da avvolgerci nel suo eco. L’ evento nasce quindi come antidoto ad una situazione che inizia ad assumere connotati inquietanti. Il team Metempsicosi, in connubio con il Principe, è pronto a ridar vita alla musica  ed alle tante voci che compongono il mondo del clubbing. Chiunque voglia unirsi o partecipare, virtualmente, all’ iniziativa, può farlo utilizzando l’hashtag #ilsuonodelsilenzio. Per quanto riguarda il Principe Maurice, posso anticiparvi che interpreterà in modo del tutto speciale la leggendaria “The sound of silence” di Simon & Garfunkel nella versione rivisitata dai Disturbed: non mancate, anche perchè potrete assistere a performance straordinarie sull’ altrettanto straordinario sfondo di un magico tramonto maremmano.

 

 

Sempre il 1 Maggio Maurice sarà coinvolto, successivamente, in una diretta con Radio WoW. Dalle 22 fino a mezzanotte, il programma #tothepeople di questa nuova emittente radiofonica si collegherà con l’ Anima Club di Treviso, dove, durante un’ immaginaria serata in discoteca, verrà intavolata una conversazione sul mondo della notte  e sul suo attuale stand by. Alla discussione prenderanno parte il Principe ed altri protagonisti dell’ universo del clubbing. Per partecipare al dibattito potrete intervenire telefonicamente oppure via chat, in questo caso mettendovi in contatto con Radio WoW sui social.

 

 

Buon 1 Maggio a tutti, dunque. E che sia la data in cui riprenderemo il volo…Insieme al Principe Maurice, naturalmente!

 

 

 

Le foto della Superluna sono di Marco Contessa. Tutte le rimanenti immagini, courtesy of Maurizio Agosti

 

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Gli auguri “dogali” del Principe per i 1600 anni di Venezia e novità che spaziano dalle arti circensi a un Casanova pop

 

La nuova puntata di “Sulle tracce del Principe Maurice” non poteva che aprirsi con questo meraviglioso video. Venezia compie 1600 anni e, la notte del 25 Marzo (data della sua fondazione), il Principe va a farle gli auguri. Eccovi qualche cenno sulla trama. Manca poco a mezzanotte, la Serenissima è deserta. In pieno coprifuoco, calli, piazzette e canali sono immersi in un silenzio irreale. Un enigmatico personaggio si aggira tra quei luoghi, che la quiete ammanta di incanto: sfoggia i sontuosi abiti di un Doge e sembra uscito dall’ epoca della gloriosa Repubblica di Venezia. Avanza lungo le calli, oltrepassa il Ponte di Rialto, approda in Piazza San Marco. Qui si fa il segno della croce e, inginocchiato davanti alla Basilica, allarga le braccia in un gesto solenne. Quando si rialza, le campane prorompono in un tripudio di rintocchi; è come se il loro suono celebrasse l’ armonia perfetta  instauratasi tra l’ uomo misterioso e la location. Il Doge, allora, comincia a spogliarsi a poco a poco rimanendo nella tuta nera che gli inguaina persino il volto. Ma non appena lo svela…sorpresa! Scopriamo che è il Principe Maurice a celarsi dietro quel notabile d’altri tempi. Inebriato dalla magnificenza della sua Venezia, Maurice le soffia un bacio, mostra al mondo con orgoglio la bellezza di San Marco…L’ amore e la venerazione di cui è intriso il video (diretto da Andrea Rizzo) sono palpabili. Perchè, pur essendo nato e cresciuto in Lombardia, l’ icona del Teatro Notturno ha stretto un legame indissolubile con la Serenissima. La perla lagunare lo ha accolto come un autentico Doge, consolandolo nei momenti più bui e regalandogli splendore, magia, atmosfere oniriche in abbondanza. Il Principe l’ ha ringraziata impersonando il leggendario avventuriero veneziano del ‘700, Casanova, al quale si ispira un progetto – altisonante a dir poco – che presto lo coinvolgerà in un ruolo inedito. Di questo, e di molto altro ancora, parleremo nell’ intervista che state per leggere. E’ una conversazione che tocca svariati temi. Godetevela tutta perchè, dulcis in fundo…si conclude con un emozionante messaggio che Maurice rivolge ai fan, i suoi e di VALIUM: il blog che lo ospita felicemente da ben tre anni.

L’ ultima puntata di “Sulle tracce del Principe Maurice” risale al Carnevale di Venezia digitale. Da allora, si è fatto un passo avanti nella gestione della pandemia: le regioni sono rimaste a colori, ma la fase della vaccinazione sta avanzando più o meno velocemente. La luce in fondo al tunnel, secondo te, è vicina?

La mia sensazione è che il vaccino, effettivamente, stia dando speranza alle persone. Io sono sempre stato abbastanza contrario, però mi rendo conto che in una situazione del genere poter avere almeno una “sicurezza” sia molto importante. Questa ondata è stata terrificante, molto virulenta. Ha colpito anche i più giovani e abbiamo capito che il fenomeno stava diventando decisamente preoccupante. Il fatto che la campagna vaccinale sia iniziata è senza dubbio consolatorio e crea un atteggiamento anche a livello politico, sociale e di conseguenza economico, più costruttivo. Personalmente, devo dire che ho fatto il vaccino Pfizer e non mi ha dato effetti collaterali. Mi sento più sicuro nei confronti di una situazione familiare delicata dal punto di vista della salute, ma anche nei confronti di uno strumento necessario come il Passaporto Sanitario: mi sono portato avanti perché ho tantissimi progetti all’ estero e per me viaggiare sarà tassativo. Nulla dà la certezza di nulla, però il vaccino indubbiamente mette al riparo dalle forme più gravi di Covid. Insomma, mi sono convinto a farlo!

 

Il Principe nei panni del Dottore della Peste durante il Carnevale di Venezia 2021

Come hai trascorso questo ultimo lockdown?

Diciamo che non l’ho vissuto in maniera così claustrale come il primo. In realtà, potendomi muovere per lavoro e avendo svariati progetti in ballo, per me è stato un periodo abbastanza normale. Però dal punto di vista psicologico mi sono reso conto che continua ad essere pesante… Questo lockdown non l’ho trovato troppo duro per quanto riguarda le chiusure e le limitazioni, sono anche riuscito a fare delle cose interessanti, ma un pochino più frustrante, più inquietante. Siamo tutti allo stremo, siamo stanchi… La preoccupazione principale è quella che il nostro ambiente, l’ambiente dell’intrattenimento, è ancora in alto mare. Nonostante la bellissima campagna di rinnovamento d’immagine del SILB veniamo considerati, purtroppo, un ambiente marginale.

 

L’ accattivante grafica del Creative Lab del SILB, la sezione interattiva che si occupa dei progetti dedicati soprattutto ai più giovani

Nel frattempo, ti sei concentrato su due progetti altamente speciali. Uno riguarda il mondo del circo, evocativo per l’elemento onirico e quasi “felliniano”, l’altro il tuo adorato Casanova rivisitato in una chiave inedita di cui sarai tu a parlarci…

Il progetto circense è straordinario. Un regista tra i più significativi della mia carriera, Antonio Giarola (cineasta circense e teatrale acclamatissimo a livello mondiale oltre che scrittore, poeta e pittore), mi ha coinvolto in un’ iniziativa che prende spunto dal Salieri Opera Festival. Antonio Salieri, il famoso compositore che fu antagonista di Mozart alla corte asburgica, nacque a Legnago, in provincia di Verona, e proprio a Legnago c’è un teatro – a lui dedicato – nel quale si svolge ormai da anni quel prestigioso Festival. Per la prossima edizione si è voluto dare spazio ad un progetto nuovissimo: nobilitare l’arte circense riferita alle abilità umane. Acrobati, giocolieri, equilibristi e così via dovranno esibirsi sulle note di brani di musica classica, esaltando i virtuosismi del corpo e la poesia della plasticità. L’ “International Salieri Circus Award”, patrocinato dall’ Associazione Nazionale Sviluppo Arti Circensi,  è il primo festival – concorso internazionale che coniuga il circo con la grande musica classica. Io sarò il conduttore e mi esibirò in alcune performance teatrali negli intermezzi.

 

Il Principe Maurice nella locandina dell’ “International Salieri Circus Award”

Amo molto il circo…Ho interpretato spesso il clown bianco bowiano così come un Casanova circense, dove le acrobazie erotiche diventavano acrobazie tout court. Ho avuto la fortuna di lavorare con Livio Togni e di avere insegnanti straordinari quali, appunto, Antonio Giarola, il padrino di questo favoloso e raffinato  show. Per quanto riguarda la figura di Casanova, invece, mi coinvolgerà su vari fronti: al momento posso dirvi che prenderò parte ad un progetto meraviglioso nelle vesti di assistente alla produzione, consulente e amico a fianco di Red Canzian (ex Pooh), che ha scritto un’opera ispirata a Casanova dal titolo “Casanova Opera Pop”. Ma sarà un Casanova romantico, inedito. Il Casanova immaginato da Matteo Strukul nel suo romanzo, dove l’avventuriero finalmente si innamora e vuole accompagnarsi alla sua Francesca. Si tratta di una produzione originale, ambientata a Venezia, che vanta ben 35 brani inediti (naturalmente, composti da Red Canzian) per due ore di spettacolo e la partecipazione di 25 performer tra cantanti-attori e ballerini-acrobati. La regia porta la firma di Emanuele Gamba. Aggiungo che, siccome questo evento vuol essere autenticamente veneziano anche a livello di artigianalità, i costumi saranno del mio grande amico Stefano Nicolao, già coinvolto in importanti produzioni cinematografiche e teatrali. Vi informo subito sulle date degli show sopraccitati: dal 23 al 27 Settembre per l’ “International Salieri Circus Award” al Teatro Salieri di Legnago, il prossimo novembre per “Casanova Opera Pop” di Red Canzian, che debutterà a Venezia nel delizioso Teatro Malibran prima di andare in tour in svariati teatri d’ Italia e mondiali. Il mio più grande desiderio sarebbe che venisse replicato al Malibran come spettacolo “residente” come è avvenuto per il “Fantasma dell’Opera” nel West End di Londra, perché è la più bella opera pop dedicata al caro Giacomo che io abbia mai sentito. Cambiando completamente argomento, il 9 aprile è uscito un remix a cura di Dj MAXWELL in collaborazione con DINO BROWN e VISEmc di “Techno Harmony”, il brano che avevo inciso negli anni ‘90 con Mario Più. Lo potete trovare su tutte le piattaforme in un’edizione inedita, parzialmente rappata molto intrigante. (qui sotto trovate il promo, ndr)

 

 

Il 2021 è l’anno in cui Venezia festeggia il suo 1600simo compleanno. E tu le hai fatto degli auguri davvero molto, molto speciali…

Il mio contributo ai 1600 anni della Serenissima è un video girato in notturna nella città deserta… Mi emoziono ancora, pensando a quello che ho fatto e a come l’ho fatto! Innanzitutto devo ringraziare Andrea Rizzo, un video maker talentuosissimo che abbiamo qui a Venezia. Con lui collaboro da sempre, non abbiamo neanche bisogno di parlare per capirci. Vi racconto la storia di questo video. Con Andrea, in maniera del tutto improvvisa e clandestina, abbiamo deciso di fare una sorta di flash mob. Sono andato da Stefano Nicolao per procurarmi un costume da Doge e, nottetempo, ci siamo aggirati per la città deserta a fare le riprese. Ti giuro, abbiamo fatto tutto in tre quarti d’ora! Non tanto perché volevo sfuggire ai controlli delle autorità (in fondo stavamo lavorando), ma soprattutto perché volevo pubblicare il video sui social a mezzanotte in punto! Ogni scena era un “buona la prima”. Mentre camminavamo dicevo ad Andrea quello che avrei fatto, dove sarei andato, quali sarebbero stati i miei gesti…Credo che neanche se uno provasse per un mese riuscirebbe a fare delle riprese così perfette! C’era talmente tanto amore, talmente tanta adrenalina, talmente tanta emozione nel girare, che abbiamo finito in un lampo! Siamo partiti da San Giacometto, la chiesa dove si dice che la città sia stata fondata, poi percorrendo il Ponte di Rialto e calli e ponti vari siamo arrivati a San Marco. In piazza, davanti alla basilica, mi sono inginocchiato, ho allargato le braccia, sono passato accanto alle colonne e finalmente si è scoperto che questo misterioso Doge non era altri che il Principe Maurice che, emozionatissimo, rendeva omaggio alla sua Venezia per i suoi 1600 anni di vita. Ho pubblicato il video a mezzanotte ed è diventato virale in tutta Europa nel giro di poche ore! Quella notte, ti giuro, si è compiuta una magia indimenticabile! Per me Venezia è una grande madre, mi ha consolato di grandi dolori, mi ha curato l’anima…Quando ho avuto dei dispiaceri mi sono sempre rifugiato qui. La città mi ha ricambiato con dei momenti languidissimi ma anche di grande gloria, di grande soddisfazione, di grande euforia, per cui non potevo non farle degli auguri speciali per questo anniversario. Venezia, per me, è un po’ come una donna che amo. E Flavia non può essere gelosa, perché competere con un’ “entità” di 1600 anni è fuori discussione…Ubi maior! (ride, ndr)

 

Un Doge contemporaneo e decisamente pieno di sorprese: Maurice immortalato con l’ abito di Stefano Nicolao che indossa nel video dove fa gli Auguri a Venezia

A livello di vita privata, invece, ti suddividi tra Venezia e Milano. Come riuscite a “giostrare”, tu e Flavia, la vostra relazione in gran parte a distanza?

Quando siamo distanti ci facciamo delle lunghe videochiamate, gli aggiornamenti sono quotidiani! Diciamo che funziona, almeno ci si vede e si parla. E’ qualcosa della tecnologia che amo molto: la videochiamata è il futuro che immaginavo, la utilizzo spessissimo in famiglia e anche con Grace Jones, che ora vive in Giamaica. Per me il lavoro e gli stimoli più importanti sono a Venezia, a Milano ci vado per stare con Flavia e per rilassarmi. Quando sono là, se lei sta lavorando le dò una mano. Mi occupo anche di mansioni casalinghe! Chiacchieriamo, lavoriamo, passiamo il tempo, così mi sento utile. C’è molta complicità anche nel lavoro, tra noi.

 

L’ex Pooh Red Canzian insieme al Principe e al costumista Stefano Nicolao: i tre daranno vita, ognuno nel suo rispettivo ruolo, a “Casanova Opera Pop”, un progetto ideato da Canzian

Il logo della produzione

Sulla riapertura delle discoteche è ancora buio pressoché totale. Avete in vista qualche iniziativa a loro favore, con il SILB-Fipe?

Recentemente, abbiamo organizzato uno streaming di sei ore al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto. Ma abbiamo in mente di farne prestissimo un altro: si stanno risvegliando varie entità ed associazioni non solo riferite ai gestori, ma anche ai dj, alle agenzie musicali eccetera. Cominciamo ad essere tutti molto stanchi di questa chiusura a oltranza. Quindi, sia riguardo ai locali che all’ ambiente dell’intrattenimento in generale, sono in vista alcune manifestazioni. Anche perché si avvicina la bella stagione e i locali, nei centri turistici, costituiscono delle attrazioni. Il Cocoricò a Riccione, piuttosto che il Muretto a Jesolo, sono poli che attirano persone che di giorno e di sera prima del club vanno a mangiare, a dormire, in stabilimenti balneari, a  fare shopping, a bere, al cinema… Per rilanciare una nazione e il suo turismo non si può prescindere dal settore dell’intrattenimento, di cui fa parte a pieno titolo. L’ intrattenimento ha una funzione culturale, sociale (che io ho sempre ribadito), ma anche turistica ed economica. Tra le manifestazioni che abbiamo previsto, alcune saranno prettamente artistiche: mi ha appena chiamato Leonardo Brogi del team Metempsicosi, che desidera organizzare performance in un teatro ricavato da una cava di marmo. Vogliamo far capire che non ci manca la creatività, non ci mancano le capacità, non ci manca la serietà per fare cose belle. Che la smettano di vedere i locali come luoghi marci dove la gente marcia va a marcire! Siamo pieni di inventiva, di professionalità, e il nostro scopo è dimostrarlo. Uccidere il nostro ambiente significa uccidere qualcosa di significativo per tutti, non solo per i giovani.

 

Il Principe Maurice, portavoce del SILB, durante il convegno in live streaming al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto

Un flyer che evidenzia la preziosità della location del simposio

Vorrei chiederti notizie del corto “Vuoto di scena”, che anche i lettori di VALIUM attendono con molto interesse. Ci sono novità al riguardo?

“Vuoto di scena” è nel mio cuore e pronto per prendere vita. Penso che possa essere una delle iniziative a ridosso delle aperture. Speriamo, perché non se ne può più!  Sicuramente anche “Vuoto di scena” diventerà un grido di allarme, di sofferenza e soprattutto di voglia di ricominciare. Vogliamo ricominciare, siamo stufi! Abbiamo bisogno di essere sostenuti, perché il nostro settore non ha ricevuto alcun tipo di ristoro se non aiuti miserrimi con cui non si riesce neppure a pagare le bollette. E’ vergognoso! All’ estero hanno fatto dei bellissimi esperimenti: in Olanda, in Spagna…Bisogna proseguire su quella strada, provare a capire come si può fare per ricominciare a vivere. Ma iniziando subito! Le ferite della pandemia sono difficili da cancellare a livello psicologico, economico…E ci vorranno anni per cancellarle davvero. Se continuiamo così, ci devasteranno!

 

Il Principe: “Casanova sì, ma non oltre i 73 anni!”…A quell’ età, infatti, l’ affascinante Giacomo morì e Maurice ha deciso che smetterà di interpretarlo dopo il suo 73simo compleanno

Nei periodi di lockdown, se ci fai caso, si nota che sono proprio i luoghi della socialità e dell’aggregazione, come i bar, i pub, i ristoranti, le discoteche, i locali in generale, ad animare le città. Di conseguenza, a mio parere, se ora sono i più penalizzati, possiamo star certi che – supportati da adeguati ristori – sopravviveranno a qualsiasi tipo di catastrofe. Cosa pensi di questa mia teoria?

Sono pienamente d’accordo! La gente avrà voglia di ricominciare a incontrarsi, a vedersi. Ma bisogna erogare immediatamente dei ristori adeguati, altrimenti molti locali non riapriranno. Una buona parte non avrà più modo di restare aperta, altri falliranno. Pagare i fornitori, le tasse, gli affitti, le bollette, sono incombenze che determineranno la loro sparizione. Quelli che riusciranno a rimanere in piedi sicuramente si riprenderanno, ci sarà una bellissima rinascita, però li devono mettere in condizione di risorgere…Vanno supportati! Anche perché, come dici tu, questi luoghi di socialità saranno molto ambiti e saranno necessarissimi per far ritornare le persone ad una sorta di normalità mentale e comportamentale.

 

La locandina del convegno on line #musicafutura, organizzato dal SILB

Oggi, dire “mondo della notte” equivale a dire “coprifuoco”. Secondo te, quel mondo potrà tornare presto a scintillare?          

Parlando di locali notturni, discoteche e sale da ballo bisognerà capire come reinventarsi, come riproporsi. Perché mentre andare al bar o al ristorante è qualcosa di più comune, andare a divertirsi in un locale sarà sicuramente un bel passo da fare: la gente si sta disabituando a certi ritmi. Tutto questo ci offrirà una grande chance per reinventarci, persino dal punto di vista della sostenibilità. Vorremmo utilizzare gli spazi delle discoteche anche in diurna, ce ne sarà bisogno per far ritrovare i giovani tra loro a parlarsi e a ricrearsi…E’ una bella sfida! Il passaggio dal coprifuoco alla riapertura non sarà facile. Sarà una sfida, ripeto, ma siamo pronti ad affrontarla.

Dal punto di vista interiore, pensi che il dramma della pandemia ti abbia cambiato? Quanto ti ha toccato nel profondo?

La mia fortuna è stata quella di aver trovato in Flavia una compagna che mi ha sostenuto, perché io detesto la solitudine. Se avessi dovuto passare il lockdown da solo sarei impazzito: sono un animale sociale, un animale da palcoscenico…E senza quella che è la mia essenza, la mia vocazione, non avrei retto. Per cui, certo, la pandemia mi ha segnato e mi ha toccato, però mi ha anche fatto riflettere su delle cose molto belle che avevo dentro. Mi ha fatto prendere decisioni importanti, come quella di sposarmi con la persona giusta: una scelta che magari, in altre circostanze, avrei fatto con più calma…Sotto certi aspetti, quindi, il periodo del lockdown per me è stato positivo. Sotto altri, inquietante e lo è tuttora. Tutto dipende dalle persone con cui puoi condividere i momenti difficili. E se non posso condividerli con tutte le persone meravigliose che continuano a seguirmi anche attraverso i social, voglio interagire con una persona sola, ma che sia speciale come lo è Flavia. Per me la chiave dell’esistenza è la condivisione. Se non avessi potuto condividere questo brutto periodo con nessuno sarei morto interiormente. Ma anche se Flavia, che è creativa e stimolante, è riuscita a farmi superare il dramma del lockdown, sono rimasto comunque molto segnato. La cosa più avvilente è che, dal punto di vista politico e sociale, il mondo della notte viene considerato qualcosa di superfluo o da buttare. Dietro di noi ci sono storie, famiglie da mantenere, passioni, investimenti, possibilità…Come si può pensare che se una discoteca chiude non sia qualcosa di importante? Ultimamente ho avuto una soddisfazione dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che in una riflessione televisiva a “Quarta Repubblica” ha parlato anche delle discoteche. L’ho ringraziato e gli ho detto che era stato il primo ad aver pensato a noi. Per l’opinione pubblica i locali notturni sono troppo spesso associati alla droga, all’alcol, al vizio… Eppure il fatturato, la quantità di persone che ci lavorano, la qualità, sono sotto gli occhi di tutti. Cancellare un comparto del genere vuol dire fare un grosso danno economico, oltre che culturale e sociale. Perchè i giovani, abbandonati a loro stessi, quale modo trovano per sfogarsi? La violenza, le risse, i suicidi. Noi li sappiamo gestire, è il nostro lavoro! Li facciamo star bene…Buttati là così si perdono…Speriamo di riuscire a recuperare presto la nostra funzione che è anche la nostra passione.

 

Ca’ Pier, il “buen retiro” veneziano del Principe: qui Maurice si ritempra e si rigenera

In un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo, si spera ancora per poco, vorrei concludere con il tuo consueto (ma mai scontato) messaggio ai fan. Cosa dici ai tanti giovani che in te hanno sempre visto un’icona, un punto di riferimento?

Dico che in me troveranno sempre un punto di riferimento, perché li stimo, sono il futuro. Sono molto attento alle loro esigenze, voglio ascoltarli il più possibile. Con una faccia tosta incredibile, quando incontro dei giovani per strada mi ritrovo a fermarli (con la mascherina e a dovuta distanza) e a chiedere “Scusate: come state vivendo questo momento, cosa vorreste?”. Sto cercando di fare una sorta di indagine demoscopica per rimanere vicino a loro. Li esorto ad avere pazienza e desidero che sappiano che sono sempre nel mio cuore, nel cuore di noi tutti che abbiamo fatto dell’industria del divertimento una missione. Che presto cercheremo di farli star bene e di fargli dimenticare queste brutture. Gli chiedo di mantenere i loro valori di base e gli dico che continuiamo ad amarli, anzi, che li amiamo ancora di più. Capiamo i loro disagi e vogliamo al più presto consolarli, ridandogli quella gioia di vivere che meritano di recuperare. Alleluja! (ride, ndr) La forza d’ animo non ci manca: così come mi sono inventato il flash mob per fare gli auguri a Venezia, va a finire che ci inventeremo gli speakeasy come ai tempi del proibizionismo se non ci danno il via ufficiale!!! A parte gli scherzi,  noi del mondo della notte vogliamo metterci a disposizione della società, della politica e, non ultimo, persino della sanità. Lo sai che tante discoteche hanno offerto i loro spazi per poter effettuare la vaccinazione? E’ un’iniziativa partita proprio dal SILB. Sono locali ampi, situati in posizioni strategiche e si sono messi a disposizione delle Asl come luoghi di vaccinazione. Noi siamo qui, al servizio della comunità, per far divertire i giovani, per farli riflettere e per farli star bene. Vogliamo riappropriarci del nostro ruolo!

 

La magnolia secolare che il Principe ha immortalato durante un soggiorno presso alcuni amici: un inno alla vita, al ciclo di eterna rinascita della natura. La nostra conversazione si conclude così, con questa immagine. Augurandoci che sia di buon auspicio…

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Dialoghi tra passato, presente e futuro al Carnevale (digitale) di Venezia

Uno scatto di backstage con la co-conduttrice  della diretta streaming nonchè Maria dell’ Anno 2019 Linda Pani

Il Carnevale di Venezia non si ferma: come VALIUM aveva accennato pochi giorni fa (rileggi qui l’articolo), questa edizione è approdata sul web per perpetuare la tradizione in tutta sicurezza. Il Principe Maurice, naturalmente, non poteva mancare. Riveste il consueto ruolo di Gran Cerimoniere del Carnevale, ma tanti altri ancora, ed è intenzionato a stupirci con un travestimento emblematico e molto, molto attuale (che scoprirete leggendo la nostra conversazione). Quando lo incontro, l’ euforia per i progetti che sta portando avanti prevale sui ricordi di un Carnevale maestoso e partecipatissimo,  quando piazza San Marco era il cuore pulsante della festa. A fare da main location, stavolta, sarà Ca’ Vendramin Calergi, una “scatola magica” (così la definisce il Principe), ovvero il Casinò di Venezia. Dopo lo scoppiettante inizio di sabato e domenica scorsi, la kermesse riprenderà a svolgersi dall’ 11 al 16 febbraio. Deve fare a meno del pubblico in presenza, certo, ma ne acquisterà altrettanto -e forse persino di più – grazie a tutti coloro che prenderanno parte virtualmente ai festeggiamenti: un punto di vista connesso con la propositività, la voglia di fare e l’ottimismo fondamentali in un’occasione del genere. Bando alla nostalgia, dunque. E’ Carnevale? Che Carnevale sia! A proposito di nostalgia, noterete che è un tema ricorrente in questa intervista. Il Principe Maurice ne riconosce la funzione confortante, ma al tempo stesso programma il futuro con entusiasmo e determinazione; i suoi impegni in qualità di portavoce del Silb (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo) lo vedono alle prese con uno studio sistematico sulla rinascita dei club e con progetti importanti come il corto “Vuotodiscena”. Tra i media che ospitano Maurice in tempi di pandemia, spicca la web TV: “The Flat”, la trasmissione che conduce in tandem con Antonio Velasquez sul canale Twitch di Smash TV, mette in luce la sua vena ironica come mai prima d’ora. Se il Carnevale di Venezia non si ferma, insomma, il Principe tantomeno. Anzi, è più pronto che mai a scrivere un nuovo capitolo del mondo della notte, dell’arte, dello spettacolo in generale. Perchè il futuro possa uguagliare, e superare addirittura, la magia di un passato che senza dubbio ha fatto storia.

“Anno nuovo, vita nuova”, dice il proverbio. Quali buoni propositi hai formulato per il 2021?

Diciamo che, compatibilmente con lo sviluppo delle restrizioni riguardanti la pandemia, sono proiettato verso qualcosa di costruttivo. I progetti a medio e a lungo termine sono stati procrastinati per poter essere realizzati al meglio, però nell’ immediato mi accingo a fare delle cose che non avrei mai immaginato di fare nella mia vita. E devo dire che mi diverto! Sto parlando di social, di web TV e così via. Ho elaborato una nuova interpretazione di me stesso che è molto simpatica, molto televisiva: potrebbe effettivamente sfociare in ruoli di conduzione televisiva che mi intrigherebbero assai. E’ tutta gavetta per me, è tutto nuovo…Dalla mia parte ho l’esperienza e la sfacciataggine! Il mondo dello spettacolo deve assolutamente riprendersi, è importantissimo. Ho ascoltato una frase alla radio, poco fa, che ho subito adattato a me: “Io non mi diverto per vivere, ma mi diverto per sentirmi vivo.” Il lavoro dev’ essere qualcosa che mi fa sentire vivo, sempre attivo…Quella frase mi ha colpito molto! Io abbraccio la stessa filosofia. Pur avendo dovuto variare la formula delle mie esibizioni, ora faccio qualcosa che mi piace e che mi ha ridato linfa. Sono più che soddisfatto.

 

Maurice sullo sfondo di una piazza San Marco pressochè deserta…

…e insieme a Claudio Vernier, Presidente dell’ Associazione di Piazza San Marco, con cui ha parlato “del momento drammatico e della chiusura – anche per Carnevale – di tutti i caffè storici”

Capodanno in zona rossa, crisi di governo, proroga dello stato di emergenza…il nuovo anno non è iniziato sotto i migliori auspici. Noto che tra la gente si sta diffondendo il rimpianto di un passato idilliaco, quasi che il presente e il futuro non esistessero. Come fare per intravedere una luce oltre il buio, per guardare nuovamente all’ avvenire?

Sono d’accordo con te e sto cercando di fare il possibile perché questo non diventi una rinuncia: rifugiarsi nei ricordi del passato senza riuscire a immaginare di poter fare qualcosa non dico di simile…Perché nulla potrà essere più come prima, questa esperienza è troppo forte e sconvolgente e dal punto di vista sociale, e dal punto di vista economico, e dal punto di vista culturale. Ma credo che proprio culturalmente ci sarà una rivoluzione enorme. A me il fatto che molti si attacchino quasi morbosamente al passato, ai ricordi, gratifica. Mi è capitato di incontrare persone di tutte le età che quando mi vedono si illuminano, mi dicono “Quanti ricordi! Che bello, grazie per tutto quello che hai fatto per noi!”. Però vorrei anche riuscire a fare qualcosa di nuovo, di diverso. Proiettare cioè nel futuro questa mia esperienza, la saggezza che credo di aver accumulato negli anni: ho scoperto in me una vena comica e ironica superiore persino a quella che avevo già! Penso che sia legittimo ricordare il passato con struggimento, ma bisogna guardare anche avanti con la speranza di fare cose altrettanto intriganti. La nostalgia è sempre emozionante, soprattutto per chi, come me, ha contribuito a creare questi ricordi. Non vorrei, però, che ci ripiegassimo sul rimpianto. Dovremmo pensare all’ avvenire con la voglia di fare, di vedere, di ascoltare qualcosa di nuovo. L’ ironia è un potente antidoto per esorcizzare la paura, l’angoscia, il torpore che ci stanno iniettando come un veleno terrificante. Se ci ridiamo sopra, perlomeno potremo arrangiarci finchè non riprenderemo a far festa…assembrandoci! Io voglio ricominciare ad assembrarmi con altre persone! (ride, ndr.)

 

Un leggendario scatto del Principe

In qualità di portavoce del Silb, potresti darci qualche anticipazione su come intendete procedere per uscire dall’ impasse in cui versa il mondo della notte?

Assolutamente sì. Con la Commissione Comunicazione ed Eventi abbiamo elaborato una strategia veramente interessante e d’ impatto. Prima di tutto, per svecchiare questa istituzione che esiste da 60 anni…Anche se il nostro motto è “Siamo in ballo da 100 anni”, perché i primi locali con sala da ballo, gli antenati delle discoteche, sono nati circa 100 anni orsono. Senza dubbio guardiamo alla tradizione e all’istituzionalità, però dobbiamo rinnovarci. A questo scopo toccheremo vari punti, tra cui il discorso ecologico. Ci proponiamo di rendere ecologico anche il divertimento, ad esempio attraverso il non utilizzo di plastica monouso e l’utilizzo di energie alternative…Esistono pavimenti da discoteca che creano energia elettrica tramite il ballo. Ballando, cioè, si produce l’energia necessaria per avere luci, suoni e quant’ altro: pensa che cosa simpatica! I cardini del Silb sono l’istituzionalità, la tradizione, la sostenibilità, la comunicazione. Ci prefiggiamo di tenere sempre aggiornati tutti, non solo i locali associati ma anche gli utenti, soprattutto i giovani, attraverso una sezione che si chiama Creative Lab e punta molto sui social, sull’ interazione…Vogliamo capire cosa sognano i ragazzi ed elaborare un prodotto di divertimento adatto alle esigenze attuali. Tenendo conto, naturalmente, di tutte le precauzioni necessarie. Dobbiamo creare un prodotto stimolante, innovativo, che lanci nuove tendenze ma al tempo stesso prenda in considerazione lo stato d’ animo di coloro che fruiscono dei locali da ballo e da intrattenimento. Il nostro settore ha un indotto pazzesco…In più, in seguito a varie ricerche, abbiamo scoperto che la terza domanda che si pone chi va in vacanza dopo “Dove andiamo a dormire?” e “Dove andiamo a mangiare?” è “Dove andiamo a divertirci?”. Prima ancora di chiedersi cosa visitare in un certo luogo! Il divertimento, quindi, è al terzo posto nei fattori che determinano la scelta di una località di villeggiatura: siamo importanti! Il motto del nostro Presidente Maurizio Pasca è diventato, non a caso, “La discoteca è una cosa seria”. La discoteca è una cosa seria quando si identifica con un’imprenditorialità ad alto livello come quella dei locali nostri affiliati. Per entrare a far parte del Silb devi avere requisiti ben precisi. Insomma, siamo una cosa seria ma vi vogliamo far divertire! Persino durante i viaggi di lavoro, dopo le riunioni e gli aggiornamenti ci si vuol svagare. E’ un diritto, quasi un dovere.

 

“Together is Better”, il motto della sezione Creative Lab del Silb

A che punto sei con la realizzazione di “Vuotodiscena”, il corto che progettavi di girare negli straordinari spazi del Teatro Accademico di Treviso insieme alla troupe degli “Artisti Interrotti”?

“Vuotodiscena” sta diventando sempre più importante, perciò le riprese sono state procrastinate fino a quando non si raggiungerà l’obiettivo finale. Il tema è rimasto lo stesso, la location anche, però siccome ha catturato l’interesse di personaggi molto rappresentativi del mondo dello spettacolo (che vorrebbero partecipare come testimonial), diciamo che sveleremo il progetto nella sua completezza. Presenteremo il work in progress, quindi, non appena saremo pronti per partire: alla scadenza dell’anno di clausura che ci è stato imposto, ovvero il 23 febbraio. Il 2 febbraio, Giornata Mondiale della Vita, abbiamo invece presentato il nostro programma di rilancio. Perché nei locali noi celebriamo la vita, per cui ci sentiamo molto coinvolti da questa ricorrenza. In sintesi, il progetto “Vuotodiscena” verrà presentato ufficialmente il 23 febbraio. Non si tratta di un videoclip, è un cortometraggio dall’alto spessore artistico. Lo faremo circolare, infatti, anche nei circuiti dei Festival Cinematografici che hanno una sezione sul corto.

Il 3 Febbraio hai iniziato una nuova avventura su Twitch insieme a Antonio Velasquez, il leggendario “patron” dell’Insomnia Discoacropoli d’Italia, e con la partecipazione di svariati special guest: dobbiamo intenderla come una conversione al virtuale?

No, non potrò mai convertirmi al 100% alla rete, però approfitto di questa possibilità per esserci anche virtualmente. Antonio Velasquez mi ha offerto un ruolo in questa web TV che si chiama Smash e fa parte del circuito di Twitch: io, figurati, non sapevo cosa fosse Twitch e men che meno Smash TV! Poi ho scoperto che Twitch è una piattaforma di grande successo dedicata soprattutto ai giocatori on line e che è stata scelta addirittura dai Ferragnez, che hanno lì un loro spazio. E’ un social simile a Instagram, ma con lunghi contenuti video dove si può andare a ruota libera. Il nostro programma, “The Flat”, è un salotto bizzarro ambientato nell’appartamento di Antonio. Io, invece, sono sempre in giro: mi collego da un hotel, da un palazzo, da un ponte…ovunque mi trovi in quel momento. Abbiamo due ore a disposizione, dalle 18 alle 20. Siamo partiti il 3 febbraio e ogni settimana avremo un ospite diverso; posso anticiparti che il 10 febbraio lo special guest sarà Andy dei Bluvertigo, che tra l’altro ha una casa-atelier bellissima e coloratissima! E’ molto divertente entrare nelle case dei nostri ospiti, perchè si collegano da casa loro. Il tutto, in totale libertà: facciamo delle interviste inconsuete, con domande provocatorie, divertenti e un po’ trasgressive…Vogliamo arrivare a scoprire l’anima di tutti coloro che ospitiamo e a scoprire la nostra come non abbiamo mai fatto prima, perché questo strumento ce lo permette. Il progetto di Smash Alternative Television, “The Flat” con Antonio Velasquez, mi intriga tantissimo. Tra l’altro proviene per metà dall’ esperienza Insomnia e per l’altra metà dall’ esperienza Cocoricò: aleggia un retrogusto clubbing, ma ad intrigare non è solo quello. Seguiteci il mercoledì su Smash TV dalle 18 alle 20! Cercheremo sempre di stupirvi in maniera ironica e simpatica: abbiamo bisogno di tornare a sorridere!

 

Il nostro eroe tra passato, presente e futuro: qui, con le memorabili lenti bianche per presentare “The Flat”, il suo nuovo programma su Smash TV

Tra mutazioni del virus e ritardi dei vaccini sembra che la fine del tunnel del Covid, purtroppo, sia ancora lontana. Pensi che ci rassegneremo a trasferire l’ arte sul web? Quali vantaggi potrebbe apportare un momentaneo “trasloco” virtuale delle espressioni artistiche più conciliabili con esso?

L’unico vantaggio che noto è che sicuramente può stimolare nuove forme di creatività: moderne, che fanno riferimento alla tecnologia, e questo ci sta. Ma il virtuale non potrà mai sostituire l’emozione di visitare una mostra dal vivo, di vedere uno spettacolo dal vivo, di ballare dal vivo e non a casa propria. Mi sono piaciute molto le esibizioni di David Guetta al Louvre e di Papa Dj alla Cattedrale di Santa Sofia di Kiev, tutte organizzate a fini di beneficenza. Però noi vogliamo ballare sotto i nostri dj, vogliamo assembrarci! Speriamo che il vaccino anti Covid sia efficace, che ci faccia sentire tutti più tranquilli. Per quanto mi riguarda, non cambieranno mai la mia abitudine di godere “live” dell’arte in tutte le sue forme. Il virtuale è un mezzo per tener vivo l’interesse, per intrigare: se oscuri tutto è la morte totale. Senza dubbio è un buon supporto, ma è auspicabile che al più presto si possa riaprire i teatri, i musei e quant’altro. Dobbiamo riconoscere che la tecnologia ci ha offerto una bella chance, se la pandemia fosse esplosa 50 anni fa non sarebbe stato possibile continuare a fruire dell’arte. Così come è successo quando mi esibivo nel mio Teatro Notturno e stimolavo indirettamente i giovani ad andare a teatro, il web potrebbe attrarli verso la cultura, se viene presentata in modo appetibile. Perché per intrigare i giovani bisogna trovare un linguaggio adeguato. Io ho in programma un evento tradizionale che verrà per la prima volta, e spero anche l’ultima, realizzato virtualmente: spero di riuscire a trovare il linguaggio giusto! Diciamo che è un po’ una sfida…Il web ha i suoi vantaggi, ma non voglio che sostituisca la realtà.

 

Antonio Velasquez

A proposito di virtualità, quest’ anno anche il Carnevale di Venezia è digitale…Con tanto di streaming e virtual room. Che ci racconti al riguardo?

Anche questa è una grande sfida. Sono molto felice che abbiano pensato a me come testimonial della storia e dell’attualità del Carnevale, che mi abbiano voluto nelle vesti di traghettatore per questa edizione sostanzialmente in stand by. Sono una sorta di conduttore/protagonista delle dirette in streaming, sicuramente non è facile. Il Carnevale digitale ha già ricevuto tantissime critiche dai tradizionalisti: “Ma che tristezza, che miseria!”, dicevano. Io, invece, dico che è una chance.  Intanto, il Carnevale non può essere rimandato perché è una ricorrenza così come il Natale, Capodanno, Pasqua: o si fa o non si fa. Non farlo sarebbe stato penalizzante, perché avremmo dovuto aspettare l’anno prossimo e avremmo perso, quindi, questa magia di immagini. E’ bello provare a rievocarla con un racconto dal vivo che risulta più intimo, forse anche più misterioso e divertente, più intrigante. Io ci credo molto. Abbiamo cominciato il 6 e il 7 febbraio mostrando immagini di repertorio dei momenti più prestigiosi e particolari della kermesse, poi dall’ 11 al 16 febbraio ci saranno la presentazione delle Marie dell’anno scorso, l’elezione della Maria che l’anno prossimo volerà dal Campanile di San Marco e la premiazione virtuale della “Maschera più Bella”. Di carne al fuoco, insomma, ne abbiamo! Durante le dirette verranno inserite “pillole” ad hoc in cui dei narratori (me compreso) gireranno la città raccontando aneddoti su determinati luoghi di Venezia. Lo scopo di questa edizione digitale è tener viva l’attenzione; non si tratta del Carnevale vero e proprio, però vogliamo mantenere il fil rouge. Non farlo sarebbe stato peggio! Quindi, facciamolo: come si può, con le dovute precauzioni, ma facciamolo! La “scatola magica” del Carnevale è il Palazzo del Casinò. Si svolge tutto a Ca’ Vendramin Calergi: ci sono stanze virtuali dedicate ai bambini, ai giovani e agli adulti, il pubblico può partecipare virtualmente a questa storica edizione. Spero che sia un unicum, e penso che sia un’esperienza che valga la pena di vivere. Sia semplicemente osservandola che interagendo con noi, perché è possibile. Basta seguire le istruzioni nel sito ufficiale del Carnevale: collegatevi dall’ 11 al 16 febbraio alle 17, fino alle 18.30! Certo, non è appagante come esserci di persona, però ci divertiamo ugualmente. L’ unico evento in presenza che credo riusciremo a effettuare è la regata di chiusura, perché sulle imbarcazioni si riesce a mantenere la distanza. Fare un corteo di barche con i vogatori in maschera potrebbe essere un bel momento conclusivo: l’acqua ci consentirebbe di navigare non solo nella rete, ma sulle acque della laguna!

 

L’ artwork del Carnevale di Venezia 2021

In quali ruoli ti cimenti, in questa edizione?

Indubbiamente sarò un Casanova, potrò dare delle lezioni di seduzione. Però sarò anche un Doge, un Folle, e con il mio primo travestimento ricomincerò proprio laddove era finito il Carnevale 2020. Ricordi? L’anno scorso ho interpretato, alla mia maniera, il Covid che uccide il Carnevale. Ecco, stavolta il Carnevale smaschererà il Covid attraverso la tecnologia, che in tutta sicurezza ci consente di rappresentarlo comunque. Per me sarà una sorta di vendetta! Non possiamo vederci de visu? Allora mi vedrete in streaming, alla faccia del Covid! Mi presenterò travestito da “Coronavirus”, ma appena arriverò prevedo di spogliarmi (non del tutto!) e di dire: “Abbiamo smascherato il Covid, adesso sappiamo cos’è. Cerchiamo di prevenirlo, di curarlo, così potremo gradualmente ricominciare a vivere.”  E’ un bel messaggio di speranza…La naturale continuazione di tutto quello che l’anno scorso, a Venezia, è stato fatto in presenza. Come la Regata Storica, effettuata in tutta sicurezza, il Redentore, che è stato realizzato riprendendo l’antica tradizione religiosa del pellegrinaggio, e non da ultimo la Mostra del Cinema, che si è svolta con le precauzioni del caso ed ha funzionato. La Biennale, tra l’altro, in questa edizione del Carnevale è presente nella stanza dei bambini: da alcuni anni collabora con noi attraverso una didattica giocosa e gioiosa.

 

Un travestimento clou: Maurice interpreta il Covid, che “uccise” il Carnevale 2020. Foto di Attilio Bruni

Lo splendido Palazzo Ca’ Vendramin Calergi, main location del Carnevale 2021, avvolto nella magia notturna

Tra pochi giorni sarà San Valentino. Come trascorrerai la tua prima festa degli Innamorati nelle vesti di “marito”? Ti chiedo anche: quanto conta, l’amore, in un’epoca drammatica come quella che stiamo vivendo?

La mia esperienza da “marito innamorato”, a San Valentino, sarà a distanza: mi troverò al Carnevale di Venezia e il 14 Febbraio sarà la giornata più impegnativa. Anche se è una festa un po’ commerciale, San Valentino è un bel momento celebrativo della cosa più bella che esista, il rapporto tra due persone che si amano. Di qualsiasi sesso esse siano. Quindi, va festeggiato! Riguardo all’ amore, ho notato che ultimamente le percentuali delle separazioni sono altissime: l’esperienza del Covid è una grande prova. I problemi economici, per esempio, hanno sempre intaccato anche i rapporti di coppia perché costituiscono una grave preoccupazione esistenziale. Però io spero che, con tutte queste difficoltà, gli amori veri non solo siano sopravvissuti, ma si siano fortificati! Secondo me, al di là di San Valentino, il concetto di amore è fondamentale: può essere quello tra due partner, ma anche tra amici, parenti e così via. L’amore è fortificante, determinante, motivante. Tante persone resistono al dramma del virus perché si dicono “Siamo insieme. Insieme ce la facciamo, insieme ricostruiremo”. E’ molto meglio insieme che da soli.

 

Maurice insieme alla moglie Flavia Cavalcanti, a Andy dei Bluvertigo e alla sua compagna Lilya

Vorrei concludere con il tuo consueto messaggio ai tantissimi giovani che ti seguono, ma anche ai tuoi fan più irriducibili: quelli che ricordano a tutt’oggi i grandi templi della notte, i loro protagonisti, la loro musica, con nostalgia crescente…Qual è il tuo consiglio, per aiutarli a superare un periodo che sembra ormai pura fantascienza? Nessuno meglio di te potrebbe parlare direttamente al loro cuore.

Il mio consiglio è di riascoltare comunque quella musica, di riguardare i video, le foto dell’epoca, di rivivere quelle emozioni. Ma anche di pensare al presente. Ultimamente, io e tanti miei colleghi siamo on line in una forma molto salottiera, discorsiva, dove parliamo con gioia delle esperienze passate ed elaboriamo, al contempo, strategie future affinché i templi della notte possano riaprire: sicuramente in un modo diverso, ma consono alla nascita di storie importanti come è avvenuto anni orsono. Per esempio, io sono iscritto a una community che si chiama Clubbing e farò parte di una sorta di Academy improntata da Alessandro Imarisio, più noto con il nome di Ale Big Mama. Avevo già tenuto una lectio magistralis un po’ generica per gli utenti di Clubbing, parlando di tutto ciò che a mio avviso occorre per essere protagonisti nel mondo della notte e dell’entertainment. I ricordi sono preziosi, teniamoceli stretti perché fanno parte del nostro bagaglio, ma al tempo stesso sfruttiamo la tecnologia: interagiamo on line con gli operatori, Silb in testa e singoli come me, Franchino, i vari dj coinvolti, per ripensare il loisir del futuro. Il dj Mauro Ferrucci mi ha mandato il video di un’intervista che mi aveva fatto nel ’93 o ’94 e che neppure ricordavo. E’ stato bellissimo rivedermi in quel modo, così giovane…Quindi, cerchiamo sì quel materiale perché contiene delle testimonianze uniche, ma partecipiamo anche alle discussioni finalizzate a rilanciare in modo adeguato il nostro ambiente. E’ più che necessario!  Voglio concludere con la frase con cui ho iniziato la tua intervista: “Non mi diverto per vivere, ma mi diverto per sentirmi vivo”. Abbiamo tutti bisogno di sentirci vivi! Noi vecchie volpi ci mettiamo a disposizione con la nostra esperienza, ma siamo molto interessati a ricevere input e suggerimenti da parte di tutti, soprattutto dei giovani. Tra l’altro, uno dei must della ripartenza sarà quello di trasformare gli spazi notturni dei club anche in spazi diurni dedicati proprio ai giovani. Non solo relativamente alla formazione professionale, bensì dal punto di vista dell’incontrarsi, del discutere insieme di tanti argomenti. Come in un’agorà: un luogo adibito all’ elaborazione di nuovi pensieri e di un nuovo tipo di socialità. Che va recuperata…Non credo sarà facile, ormai comunichiamo perlopiù in modo virtuale. Dovremmo rieducare a una visione positiva delle relazioni. A ritrovarci guardandoci negli occhi, parlando faccia a faccia e non davanti allo schermo di un telefono o di un PC. D’altronde, è proprio questo uno dei compiti sociali del nostro ambiente.

 

“Non sventoleremo mai bandiera bianca se non per ottenere un effetto scenografico!”, scherza Maurice mostrandomi la foto qui sopra. In questa immagine e nelle due successive, alcune tra le più iconiche performance del Principe. Vedi alla voce “nostalgia”…

A Venezia con Tommy Vee e la sua Bouledogue Pandora. Vee prenderà parte al Carnevale con un dj set in streaming da Ca’ Vendramin Calergi

Andy dei Bluvertigo, che sarà ospite di “The Flat” mercoledì 10 Febbraio

Il Principe “accerchiato” nel backstage del Carnevale

Sascha Sgualdini, storico assistente di Maurice: è tornato apposta da Palma di Maiorca per sostenerlo in questo periodo di lavoro frenetico

 

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

Foto di Ca’ Vendramin Calergi di Dennis Jarvis from Halifax, Canada, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, attraverso Wikimedia Commons

 

Sulle tracce del Principe Maurice: un Natale sobrio, ma più sfavillante che mai

Un look in red molto natalizio, bombetta e farfallino: il Principe Maurice nel videoclip di  “I think we’d have a good time” di Lorenzo Bosio feat. UNITED ARTISTS

Sarà un Natale particolare, il Natale 2020. Un Natale condizionato dalle regole della “zona gialla” in cui confluiranno le varie “zone rosse” ed “arancioni”, un Natale di restrizioni e limitazioni negli spostamenti. Un Natale senza mercatini, senza party, senza eventi nè veglioni.  Le feste di fine anno, a causa del Covid, si preannunciano sobrie, all’ insegna del binomio “mascherina e distanziamento”. Una domanda sorge spontanea: riuscirà a sopravvivere, l’atmosfera natalizia, a tanti vincoli? La gioia del ritrovarsi, il calore familiare, il gusto di festeggiare torneranno puntuali (seppure in versione “emergenza sanitaria”) o verranno intaccati dalle molteplici proibizioni? Basti pensare che, per evitare assembramenti, persino i classici Happy Hour degli auguri e le cene al ristorante saranno off-limits. Quando incontro il Principe Maurice non posso fare a meno di pensare che le imminenti festività ci priveranno, giocoforza, anche delle sue sfavillanti esibizioni. Ma il Principe è tutt’altro che afflitto: combattivo come sempre, ancora più effervescente del solito, si sta buttando a capofitto in una miriade di nuovi progetti. Tra cui risaltano, in linea con il periodo, gli impegni a tutela dell’arte e degli artisti. Di recente, Maurice è stato infatti nominato Portavoce dei valori culturali e sociali del Silb-Fipe, l’ Associazione Nazionale che riunisce le imprese dell’ intrattenimento serale e notturno, ed è fortemente intenzionato a tenere alta la bandiera dei lavoratori dello spettacolo in questi mesi di incertezze e di profonda crisi. La nostra conversazione, di conseguenza, ha spaziato ad ampio spettro sul tema “Covid”, ma non solo: come ben sapete, il Principe è pieno di sorprese e mi ha raccontato molto altro ancora. Imperdibili, poi, sono i tradizionali (ma non convenzionali) auguri che dedica ai lettori di VALIUM ogni anno in occasione del Natale. Non vi resta che mettervi comodi e leggere con calma questa intervista, magari sorseggiando una squisita cioccolata calda o degustando qualche dolce tipicamente natalizio: per inneggiare a un’atmosfera che con il Principe Maurice, potete starne certi, non va mai perduta!

Eravamo rimasti ai racconti della tua sfolgorante estate e tre mesi dopo ci ritroviamo di nuovo in lockdown o quasi. Come stai vivendo questo “tira e molla” di aperture e di chiusure?

È una situazione frustrante e dannosa sia economicamente che psicologicamente. Il nostro settore è vittima di una vessazione ingiustificabile e inaccettabile. Certo è, l’ho visto con i miei occhi, che alcune gestioni un po’ leggere o impreparate non hanno magari fatto rispettare tutti i protocolli anticovid, ma sono stati episodi sporadici per colpa dei quali si è penalizzato tutto un settore importante dal punto di vista culturale, sociale ed economico per se stesso e per la filiera variegata che ingenera.

 

Il Principe circondato da una fiabesca atmosfera natalizia

So che ti sei impegnato molto, recentemente, per la tutela dei lavoratori dello spettacolo. La diffusione della pandemia, in effetti, li ha penalizzati in modo particolare…

Si, ne ho sentito la necessità e la responsabilità. La mia presenza in discoteca è più sporadica, ma conosco molto bene questo ambiente che è stato il palcoscenico privilegiato del mio Teatro Notturno. Ho sempre voluto conoscere e scambiare esperienze con tutti gli operatori del settore, dai colleghi performer e vocalist ai dj di ogni genere e provenienza, dagli addetti alla sicurezza ai tecnici audio e luci, dai bartender ai camerieri, dai manutentori ai parcheggiatori e agli addetti alle pulizie. Tutti siamo ingranaggi dello stesso meccanismo, se manca solo una rotella non può funzionare al massimo della sua potenzialità e prima o poi si rompe. Il mio concetto di dignità riguarda tutte le categorie, ovviamente anche e sopratutto quelle dei proprietari e gestori virtuosi senza il cui coraggio ed intuito imprenditoriale, filtrato da una direzione artistica confacente, i club italiani non sarebbero stati così di livello. Per via di questo mio ormai trentennale impegno e filosofia il Presidente del Silb-Fipe (l’Associazione che riunisce e tutela la gran parte dei locali nazionali e fa parte di un circuito europeo), Maurizio Pasca con il Direttivo Nazionale hanno deciso di nominarmi “portavoce e testimone dei valori culturali e sociali del nostro ambito nonché membro della Commissione Comunicazione e Organizzazione Eventi della nostra Associazione”, presieduta dalla straordinaria Barbara Zagami. Per me è un grande onore ed onere, in questo delicato momento. Il mio compito consiste nel rilasciare interviste e nel realizzare opere audiovisive per rilanciare il nostro ruolo. Ho già in fieri un cortometraggio molto bello ed importante nato una sera a cena nella mia Ca’ Pier a Venezia dalla comunione di idee con il mio collaboratore di fiducia Simone Fucci, performer col nome Simon the Prince, e l’amico e fotografo Attilio Bruni, un genio incontenibile. Si intitolerà #VUOTODISCENA e sarà interpretato da coloro che ho denominato gli Artisti Interrotti, rappresentanti, appunto, di tutte le categorie che contribuiscono a creare un evento in discoteca; tra questi ci sono protagonisti del mondo della notte e della comunicazione che possiamo considerare veri VIP (per ora top secret). La location prestigiosa e straordinaria in cui verranno girate le scene è il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, un vero gioiello della seconda metà del ‘700. Vi domanderete: ma cosa c’entra un teatro antico con l’ambiente della notte? Come sempre a me piace partire dalle origini per spiegare il presente e inventare il futuro. Cito, per essere preciso, dal sito del Comune di Castelfranco Veneto: progettato nel 1746 dall’architetto Francesco Maria Preti di Castelfranco Veneto (1701-1774), su commissione della Società degli Accademici e, in particolare, da Jacopo e Giordano Riccati, fu costruito, secondo il progetto pretiano, tra il 1754 e il 1780, ad eccezione della facciata e dell’atrio, aggiunti tra il 1853 e il 1858 su disegni dell’ingegnere Antonio Barea di Castelfranco, autore, nello stesso periodo, anche della ristrutturazione interna, funzionale alla messa di scena di spettacoli operistici. Ceduto dalla Società del Teatro al Comune di Castelfranco Veneto nel 1970 per la simbolica somma di 101.000 lire, fu restaurato dallo stesso Comune tra il 1973 e il 1977 e destinato a sede di eventi culturali (concerti, spettacoli teatrali, convegni, mostre). L’originalità architettonica del Teatro consiste nella sua duplice funzione di sala teatrale per spettacoli e rappresentazioni musicali notturne e di aula per le riunioni diurne degli Accademici.

 

Il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto

Entreremo nei dettagli del corto appena possibile in conferenza stampa (alla quale VALIUM sarà invitato), ma sta di fatto che devo assolutamente ringraziare per l’immediata disponibilità l’Amministrazione Comunale di questa bellissima cittadina, circondata da possenti mura medievali, esempio della generosa inventiva della “provincia” che è immenso patrimonio della nostra nazione, in particolare l’Assessore Gianfranco Giovine e il Direttore del Teatro Carlo Simioni (vedi video qui di seguito). Posso comunque dare l’indicazione che la metafora del Teatro della Vita si ritrova in un Teatro di Tradizione che rappresenta sul palcoscenico il Teatro Notturno. Per me sarà un momento magico in cui, finalmente, la mia intuizione di portare il teatro in discoteca chiuderà il cerchio portando il mondo della notte (nella mia visione di qualità) in teatro. L’intento non è quello di protestare ma quello di far capire il valore del nostro operato, frutto di talento, sacrificio, studio, fatica vera,  e il desiderio di riempire di nuovo quel #VUOTODISCENA che si è creato dal 23 febbraio scorso.

 

Al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto con l’ Assessore Gianfranco Giovine e il Direttore del Teatro Carlo Simioni

Un ritratto fotografico di Maurice, emblematico del concetto di “Artisti Interrotti”  e del #VUOTODISCENA che dà il titolo al corto

Quando ci libereremo dall’ incubo Covid, a tuo parere? Serve un antidoto scientifico o un diverso modo di convivere con il virus?

Domanda difficilissima alla luce delle informazioni sia scientifiche che politiche assolutamente contraddittorie e confuse… Si dice e si spera che per la prossima primavera ricominceremo a vedere la luce in fondo al tunnel dello sconforto. La risposta al secondo quesito penso stia in una commistione tra le due riflessioni: avere una buona cura e un vaccino, ma al tempo stesso accettare la “presenza” di questo nuovo virus nella nostra vita sarà importante per ricominciare a vivere con meno ansia e poter sperare in un futuro costruttivo. Nel frattempo, la resilienza e la sopravvivenza vera e propria devono essere le nostre ancore di salvezza anche psicologica.

 

Il Principe insieme al fotografo Attilio Bruni durante un sopralluogo al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto

Veniamo ora alla tua principesca vita. Dove ti trovi attualmente e quali impegni stai portando avanti?

La mia vita è indubbiamente privilegiata per certi versi, ma anche tribolata come per tutti… Sono in una fase di transizione logistica e mentale piuttosto complicata ed impegnativa. Per spiegare meglio voglio fare una citazione: “Il vocabolo crisi indica oggi il momento in cui medici, politici, banchieri e tecnici sociali di vario genere prendono il sopravvento e vengono sospese libertà. Come i malati, i paesi diventano casi critici. Crisi, la parola greca che in tutte le lingue moderne ha voluto dire “scelta” o “punto di svolta”, sta ora a significare “Guidatore, dacci dentro!”… ma “crisi” non ha necessariamente questo significato. non comporta necessariamente una corsa precipitosa verso l’escalation del controllo. Può invece indicare l’attimo della scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente all’improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si è rinchiusa e della possibilità di vivere in maniera diversa”. (Ivan Illich) . Ecco, sto “asciugando” il mio status per raggiungere un ulteriore livello di essenza, impegnandomi ad amare e proteggere. Tutti i miei progetti sono votati a questa necessità che non è nuova per me, ma è diventata più intensa. Anche dal punto di vista artistico i temi primari saranno questi: AMORE e PROTEZIONE.

 

Ancora uno scatto del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto. Da sinistra a destra: il regista del corto Miki Shipperman, il Principe e il Direttore di Produzione della Zoom Production Riccardo Boscato.

In questo periodo l’arte – un potente elemento rigenerante e consolatorio, poiché nutre la nostra anima – è pressochè KO o vive in una dimensione virtuale che poco si confà alla sua natura. Cosa pensi dell’utilizzo del web in questo senso, può davvero costituire un surrogato efficace?

NO! decisamente NO! La dimensione “virtuale” nelle espressioni artistiche non è “virtuosa”. Non c’è paragone tra l’ energia empatica anche solo di vedere un quadro dal vivo e quella di studiarlo al computer. La tecnologia non potrà MAI sostituirsi al valore della personalità e genialità vissuta de visu, e l’unica funzione che posso accettare è che si metta al servizio di una nuova elaborazione scenografica e musicale di spettacoli dal vivo.

Conoscendoti, secondo me neppure durante lo stand by attuale sei rimasto con le mani in mano…Immagino che, oltre al corto, bollano in pentola ulteriori progetti e ghiotte novità. Sarebbe possibile avere qualche anteprima o preferisci rimandare?

Per il momento, data la situazione, non posso anticipare con certezza nessun progetto futuro… State sicuri che molte iniziative “bomba” sono pronte ad esplodere appena possibile e lo saprete per primi… Nel frattempo sono usciti dei videoclip simpatici di auguri fatti in collaborazione con amici e colleghi di cui vi mando i link… “I think we’d have a good time” con United Artists organizzato da Lorenzo Bosio e “Happy day” con lo staff Odissea di Treviso.

 

Il videoclip di “We’d have a good time” di Lorenzo Bosio feat. UNITED ARTISTS

 

Qualche scatto dal backstage del video “We’d have a good time”

Ho notato che quasi tutti, chi più chi meno, tendono a evocare episodi particolarmente felici del passato per alleviare la drammaticità di questi mesi. C’è nostalgia di un tempo in cui eravamo “liberi” e non ci rendevamo conto del reale valore della nostra condizione…Qual è l’episodio che ricordi con maggior gioia, in tal senso?

Non uno in particolare, ma mi manca la frequenza di viaggi che mi facevano definire a ragione “jet-setter”.

Oltre alle ricadute economiche, il Covid rischia di fomentare la depressione e il malessere psichico. Cosa si può fare, a tuo parere, per scongiurare una conseguenza simile?

Non posso prendermi la responsabilità di indicare una soluzione generica… Ognuno vive a modo suo questo dramma esistenziale e deve trovare in sé la forza di reagire. Posso solo consigliare di prendere tutte le precauzioni possibili per scongiurare il contagio, e se arrivasse nonostante tutto pensare che ce la si farà e RESISTERE PER AMORE di se stessi e di chi ci contraccambia. La vera e unica cura di ogni male è l’Amore e anche l’accettazione reattiva (sembra un controsenso, ma pensateci bene…) di quello che  ci succede. A proposito di malessere ti dirò, inoltre, che gli episodi dilaganti di risse improvvise e immotivate tra giovani in tutta Italia mi preoccupano e rattristano molto…Sono sempre stato vicino spiritualmente e mentalmente ai ragazzi e non posso accodarmi al mero biasimo accusatorio a cui sono genericamente sottoposti da una società, in questo caso, molto colpevole. Partendo dalla famiglia, i giovani sono stati trascurati dai genitori e imbottiti di tecnologia (fin da piccoli!) per la mancanza di tempo da dedicare alla loro educazione. Padri e madri “impegnati” e “stanchi” hanno preferito demandare al vuoto cosmico della rete – pericolosissima, perché manipolata dai poteri commerciali – invece di dare affetto, attenzione e disciplina a figli sempre più sensibili ed esigenti. Abbandonarli a se stessi li ha trasformati in branchi annoiati e incontrollati che trovano nella violenza, e non nello scambio solidale, l’unico sfogo alla loro voglia di contatto. Non sono tutti così, ovviamente, ma molti, troppi ormai sono alla deriva. Aver chiuso ogni luogo in cui avrebbero potuto ritrovarsi in allegria, all’ insegna del controllo sanitario e in sintonia con i loro gusti ha dato il colpo di grazia. Parlo dei club, dei bar, dei circoli dell’intrattenimento, ma anche dei laboratori di arti varie e mestieri, fondamento di ogni società civile. Rivendico e urlo a tutti, in particolare ai politici, il nostro ruolo culturale e sociale! Credo fermamente che il nostro ambiente possa essere luogo di divertimento, senz’altro, ma anche e sopratutto di trasmissione di informazioni sulla prevenzione e di fruizione del tempo libero in maniera ludica, creativa e costruttiva. Voglio dire, attraverso VALIUM, che io in primis e tutti gli operatori del nostro settore non vediamo l’ora di accogliere, stimolare e “coccolare” i giovani come meritano perché sono la nostra risorsa, il nostro futuro, la nostra speranza. Molti di loro hanno talento e sono frustrati perchè sono impossibilitati a coltivarlo e ad esprimerlo…I nostri luoghi, quando si riaprirà, saranno aperti anche di giorno affinchè possano prepararsi ad emergere e ad essere se stessi, con le loro aspettative e la loro genialità. Forza ragazzi, non lasciatevi travolgere da “mode” assurde e dalla disperazione violenta, che se esploderà non farà altro che male a tutti! Siate fieri della vostra bellezza e purezza, non fatevi sporcare dalla confusione e dalla falsità della rete (che pure può offrire grandi vantaggi, se usata con testa e realismo). Resistiamo tutti insieme e prepariamoci ad un grande Rinascimento di cui sarete i protagonisti assoluti, con noi al vostro fianco per offrirvi la nostra esperienza e l’ascolto che vi si deve.

 

Un recente ritratto fotografico di Maurice realizzato da Attilio Bruni

Siamo vicini alle vacanze natalizie. Quest’ anno le vivremo in modo diverso dal solito: le disposizioni del Governo inneggiano alla sobrietà. Cosa ti aspetti da questo Natale 2020?

Intimità, calore, condivisione, speranza… nonostante tutto.

L’albero di Natale di Venezia sta facendo molto parlare di sé. “Natale Digitale”, l’opera ideata dall’artista Fabrizio Plessi, vanta 9 metri e mezzo di altezza ed è composto da 80 moduli rettangolari di led wall luminosi: l’intento è quello di instaurare un legame simbolico tra acqua, terra e cielo, emblemi della Serenissima per eccellenza. Tuttavia, pare che a molti veneziani l’albero non piaccia. A loro dire, risulta totalmente inadeguato sia nei confronti di Venezia che del Natale. Qual è il tuo pensiero al riguardo?

A me quell’ opera piace tantissimo. Trovo invece che sia perfettamente in tema con una città che guarda al suo straordinario passato per potersi proiettare nel futuro, ed è un completamento dell’ opera installata (e la cui esposizione è già stata prorogata) sulle finestre del Museo Correr che si chiama Pax Tibi: i moduli riproducono lo stesso scorrere dell’ oro. C’è quindi un po’ tutto il simbolismo di un’era dell’ oro che speriamo possa ritornare. Molti hanno detto che l’ albero  sarebbe stato più adatto come installazione della Biennale. Fabrizio Plessi abita alla Giudecca, ha compiuto 80 anni da poco ed è un artista di fama mondiale; la sua opera è raffinatissima, molto bella, elegante, sobria…Io proprio non capisco perché alcuni veneziani (non tutti) debbano per forza riferirsi alla loro città come a un qualcosa di antico, di filologico, di passato. Come si può competere con la meraviglia dell’ architettura lagunare riproducendo una qualsiasi altra installazione luminosa o albero che dir si voglia? L’ anno scorso era stato allestito un albero conico con delle luci, un pochino più tradizionale: non è piaciuto. Questo, non piace. Da parte dei veneziani c’è la tendenza, ormai pluriennale, a lamentarsi un po’ di tutto. Io sono un fan di Fabrizio Plessi e forse sarò di parte, ma devo dire che a me il suo albero piace tantissimo. Mi piace il suo simbolismo, la sua modernità, la sua concettualità…Penso che sia l’ opera migliore che si potesse installare per fare dei sobri e simbolici auguri in un Natale depauperato da tutta la sua umanità. Quindi si incastra benissimo nel contesto attuale. Prosegue il flusso di Pax Tibi, apre e chiude la piazza con la stessa immagine, bellissima e simbolica. Secondo me è un coronamento artistico ideale riferito al Natale nella forma dell’ albero, ma che poteva avere qualsiasi altra forma.

 

Il controverso albero di Natale di Venezia, “Natale Digitale”: un’ opera dell’ artista Fabrizio Plessi

Come trascorrerai il tuo primo Natale da neo-sposo?

La settimana prossima conto di tornare a Milano e di passare il Natale con mia moglie Flavia Cavalcanti. Se toglieranno il divieto di spostarsi da Comune a Comune andrò volentieri anche a trovare mia sorella, che vive in Brianza. Questo Natale lo voglio trascorrere all’ insegna dell’ intimità familiare. Spero che il veto venga abolito, perchè sarei molto felice di rivedere  mia sorella Lorella,  mio cognato, i miei nipoti e pronipoti. Soprattutto i pronipoti, perché il Natale dei bambini è quello più candido, più dolce e più consolatorio! Noi adulti in questo momento stiamo avendo troppe preoccupazioni, e  poter giocare con i bambini è uno svago meraviglioso. Naturalmente, prendendo tutte le dovute precauzioni!

 

La presentazione di #VUOTODISCENA by #artistiinterrotti, un’ elegante veste grafica per un corto che cattura sia visivamente che nei contenuti

Simone Fucci alias Simon The Prince, collaboratore di fiducia del Principe

Per concludere in bellezza la nostra conversazione, mi piacerebbe che mandassi il consueto – oltre che attesissimo –  messaggio di Auguri di Buon Natale a tutti i lettori di VALIUM e ai tuoi fan più irriducibili. Lascio a te la parola!

Natale è una ricorrenza dolcissima perché pone l’accento sulla NASCITA, che al di là della fede è una magia “divina”. Ecco, pensiamo che purtroppo si muore (il mio pensiero va a chi sta vivendo dolorosamente un lutto), ma anche che si nasce e si guarisce! Non perdiamo mai la speranza. Che il nostro Natale sia semplice, intimo, il più possibile sereno e all’insegna della SOLIDARIETÀ. Cerchiamo vicino a noi chi ha bisogno e aiutiamolo come se fosse un familiare che magari non possiamo raggiungere per regole stupide e assurde che non ce la faccio ad accettare. Ecco, consoliamoci con il fatto che i nostri vicini possono diventare nostro fratello, padre, madre, figlio, e che facendo del bene, regalando loro anche solo un augurio ed un sorriso avremo in cambio tante piccole felicità che, sommate, ci illumineranno come la cometa nella notte troppo buia del periodo che ci troviamo a vivere. Buon Natale di Luce (interiore)!

 

Un Maurice versione “Christmas Time” in compagnia della giovane cantante Emma Mach nello studio di registrazione dell’ Odissea di Spresiano (TV) per la realizzazione degli auguri  musicali dal titolo “Happy Day”

Auguri di Buon Natale e Buone Feste dal Principe Maurice a tutti i lettori di VALIUM!

 

Photos and videos courtesy of Maurizio Agosti

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Un’estate da red carpet e gli indizi di un autunno eclettico

Il Principe Maurice, con tanto di Flassy Mask, sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia

Nonostante la pandemia dilagante, l’ estate del Principe Maurice è trascorsa in un susseguirsi di progetti, sorprese ed eclatanti novità. Potremmo definirla un’ “estate da red carpet”, e non solo metaforicamente: le sue apparizioni sul tappeto rosso della 77ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia sono state salutate da un autentico tripudio di applausi e scatti. Merito, forse, anche di una stagione che lo ha decretato “Principe del Lido” a tutti gli effetti, supremo testimonial di un’isola che ha contribuito a riportare agli antichi fasti. “Il Lido veniva chiamata “l’Isola d’Oro”, racconta, “un secolo orsono era una delle mete turistiche più esclusive del mondo. Non è un caso che vanti tuttora un’ eccellente offerta ricettiva. Parliamo di strutture del calibro dell’ Hotel Des Bains, che Thomas Mann inserì in “La morte a Venezia”, dell’ Hotel Excelsior, prima sede della Mostra del Cinema, dell’ Hotel Ausonia Hungaria, che con la sua facciata di maiolica in stile Liberty è uno dei più splendidi edifici Art Nouveau che io abbia mai visto. La spiaggia dell’ isola, Bandiera Blu, è lunga dodici chilometri, il mare è trasparente, e poi c’è la Terrazza del Blue Moon che è il fiore all’ occhiello del litorale. Gestirla artisticamente mi ha permesso di scoprire il Lido a 360 gradi: ci sono due stupende riserve naturali del WWF, l’Oasi Dune degli Alberoni e quella di San Nicolò , chi ama lo sport può sbizzarrirsi tra impianti di tiro a segno, maneggi, campi da tennis e da golf…Sulla pista del piccolo aereoporto turistico, pensate, atterrò nientemeno che D’Annunzio con il velivolo tramite cui raggiunse Fiume. ” L’attenzione del Principe si focalizza anche sugli eventi che hanno reso celebre  l’Isola d’Oro: “La Biennale Cinema ovviamente è il top, ma in generale la location si presta a feste che definirei “alla Grande Gatsby“. Ho in mente di creare un Carnevale d’Estate che – Covid permettendo – verrà inaugurato l’ anno prossimo!” Oltre al resoconto dei mesi estivi del nostro eroe, in questa intervista troverete delle ghiotte anticipazioni relative ai suoi progetti autunnali. Ve li sintetizzo con un sibillino “Ciak, si gira!” che potrete approfondire qui di seguito…

Dopo un’estate per te sfavillante, eccoci arrivati all’ autunno: una stagione che spesso coincide con nuovi progetti, in cui si formulano i veri buoni propositi. Quali sono i tuoi? Mi riferisco sia ai progetti che ai propositi.

I progetti sono importanti, in vista, ma non sono ancora delineati. Una delle conseguenze dell’emergenza Covid è questa sorta di last minute su tutto. Un mio proposito è quello di   dedicarmi nuovamente al teatro: sto iniziando a scrivere un monologo dove, grazie alla tecnologia, riuscirei a interagire con un me stesso virtuale, olografico. Un altro progetto importante riguarda un’ulteriore evoluzione del format “dinner show”, non solo riferito alle atmosfere degli anni ‘20 e ‘30 del 2.0 ma che va oltre, si proietta in una modalità totalmente innovativa. Dobbiamo puntare sulle cene perché, purtroppo, la situazione dei locali è ancora penalizzata e non si sa per quanto tempo lo sarà. La collaborazione con Flavia sarà strettissima dal punto di vista dei costumi, perché conosce bene le mie esigenze. Con lei sono al sicuro! Il nostro rapporto ha un senso persino a questo livello. Oltre che su Flavia, poi, posso contare su dei collaboratori eccellenti: cito ad esempio Simone Fucci, alias Simon The Prince. Questo ragazzo straordinario che fa l’attore e il performer, ma in realtà è anche un ottimo regista, assistente regista e assistente di produzione, è diventato il mio braccio destro. L’ho portato con me sul red carpet della Mostra del Cinema! Dal momento che diffonde un messaggio importante sulla libertà di genere e sul rispetto delle identità sessuali, ho pensato di donargli questa magnifica vetrina. Ha avuto un successo notevole anche perché si muove sempre con molta naturalezza, con una grande eleganza.

 

Con Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema…

…e insieme all’ attore, regista e performer Simon The Prince

La tua estate al Lido, con tanto di red carpet alla 77ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, rimarrà negli annali. Quali fotogrammi porti impressi nella mente, di quella fantastica stagione?

Cominciamo proprio dalla Mostra del Cinema, dove sono stato invitato sia all’ apertura che in chiusura. Ho potuto piluccare qualche film, sebbene fossi molto impegnato. Devo dire che la mia amicizia con il direttore Alberto Barbera è diventata ancora più forte: lo ammiro tantissimo per il coraggio che ha avuto organizzando questo Festival in tempi di Covid. E’ stato qualcosa di esemplare non solo per l’ambiente del cinema, della cultura, ma in generale. Da Venezia è partito un messaggio rivolto al mondo intero: bisogna – in sicurezza – osare, fare, continuare a vivere. Io, come sai, ho portato avanti il mio progetto della Terrazza del Blue Moon al Lido; un progetto un po’ condizionato dalle regole anticovid,  ma anche sostenuto dall’ entusiasmo di chi ha collaborato con me e soprattutto delle strutture che mi hanno ospitato, perché la  bellissima Terrazza appartiene a Venezia Spiagge SpaVela Spa e la municipalità di Venezia  hanno mirato a valorizzare il restauro di quest’opera architettonica veramente straordinaria progettata dall’ archistar Giancarlo de Carlo a fine anni ’90. Il suo restauro è stato presentato l’anno scorso, ma la riapertura al pubblico quest’anno. Io sono stato il testimonial di questa sua nuova attività e la cosa mi ha gratificato e onorato. Lì ho vissuto dei momenti davvero magici, romantici e quasi esoterici, in comunione con la Luna. Siccome sono notoriamente “lunare” mi sono trovato perfettamente a mio agio, e ho potuto  dar  vita ad eventi speciali dedicati in particolare alla Luna piena. Devo dire che la visuale sul mare che si gode dalla Terrazza, in realtà, era lo spettacolo più bello!

 

Una spettacolare performance del Principe sulla Terrazza del Blue Moon

La Burlesque performer Giuditta Sin mentre si esibisce durante l’ evento “Blue Full Moon” del 3 Settembre scorso

Una suggestiva foto scattata la stessa sera dello show “Blue Full Moon”

Poco prima di approdare al Lido, però, hai vissuto un’esperienza – o sarebbe meglio dire una “High Experience” – in netto contrasto con il glamour della Mostra del Cinema, ma decisamente spettacolare a livello di emozioni e di contatto con la natura…Potresti parlarcene?

L’esperienza che ho vissuto è stata davvero agli antipodi della mondanità della Mostra, ma non meno entusiasmante. In Luglio ho trascorso una settimana a Livigno insieme a tutto lo staff di Metempsicosi. Sono tornato a collaborare con i miei vecchi amici dell’Insomnia, tra cui dj/producers quali  Joy Kiticonti, Ricky LeRoy, Mario Più, 00Zicky, tutti nomi che nel mondo della notte sono celeberrimi, per un esperimento nuovo chiamato “High Experience”: musica elettronica sperimentale fatta in alta quota per poche persone privilegiate e motivate. Mi sono abbandonato ad improvvisazioni vocali ed ho interpretato in libertà canzoni del mio repertorio. È stato stupendo! Lì, a più di 2000 metri di altitudine,  la scenografia è divina nel vero senso della parola; quella corona di montagne lascia senza fiato! Non si trattava solo di un esperimento artistico, bensì di un’esperienza totale dedicata ai sensi: degustazioni, passeggiate, fruizione della natura con i suoi profumi, scalate, attività anche avventurose…Mi sono cimentato in arrampicate bizzarre che non avrei mai immaginato, fuori esercizio come sono, di riuscire a fare! E’ stata una parentesi straordinaria in compagnia di amici carissimi con i quali ho condiviso momenti davvero unici. Voglio ringraziare gli organizzatori di questa incredibile avventura, in particolare Leonardo Brogi che è il manager della Metempsicosi e che, insieme ad alcuni sponsor locali, ha avuto l’idea di coinvolgerci in una full immersion da sogno. Hanno anche organizzato dei convegni: c’è stato un momento in cui ho dovuto raccontarmi ai presenti con la mia musica e sintetizzare il motivo per cui ero arrivato fin lì. E’ stata una sfida molto bella, sia dal punto di vista artistico che umano. Livigno è deliziosa! Tra l’altro, nel raggiungerla insieme a un caro amico, ho vissuto un’esperienza inaspettata. A Merano l’auto si è guastata! Abbiamo dovuto passare una notte in loco ed ho scoperto una città pazzesca, una parte di Italia – il Sud Tirolo – che mi ha incantato.  Al ritorno, mentre ero diretto a Milano, ho fatto tappa a Sankt Moritz e, ironia della sorte, mi sono ritrovato all’ Hotel Des Bains sapendo che dopo due giorni sarei arrivato all’ Hotel Des Bains del Lido di Venezia! Non c’è che dire, la mia estate è stata bellissima e speciale!

 

 

La High Experience di Livigno: sound elettronico ed esperienze multisensoriali ad alta quota

Il Covid, purtroppo, è ancora una realtà e le discoteche (almeno per il momento) rimangono chiuse. Ma un’icona come il Principe Maurice, con il suo talento, le sue competenze e la sua poliedricità, non è associabile esclusivamente al mondo della notte. In quali direzioni ti stai diversificando, oltre che nel dinner show?

Io nasco con il mondo della notte. Tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90 sono riuscito a creare qualcosa di alternativo e da lì è partito il progetto del Teatro Notturno. Questo progetto, però, si può portare ovunque e non solo nelle discoteche. Perché è un teatro che ha le sue atmosfere, a volte anche un po’ oscure, dark, ma con quell’ autoironia e quel senso del grottesco che lo rendono fruibile da tutti gli animi. Da qualche tempo a questa parte si è affacciata l’opportunità di una nuova carriera, sia cinematografica che nella fiction. Sono in cantiere parecchi progetti interrotti giocoforza a causa del lockdown. Per una miniserie a cui mi sto accingendo a prender parte c’è la concreta possibilità di essere programmati su piattaforme televisive importanti ed internazionali: si tratta di una serie criminale, d’azione, dove due bande di motociclisti si fronteggiano. E’ molto bello il messaggio che viene dato: le due gang fanno parte della malavita veneta, ma sono contrarie alla droga. Questo trasmette positività ai giovani e mi piace molto. Il titolo della serie è “Rockers”. Io interpreto un insospettabile notabile trevigiano che vive in una villa antica, ma ha una doppia personalità e traffica in armi e in diamanti. Sono molto cattivo! E’ qualcosa di bizzarro, perché non ho mai recitato in questo tipo di ruoli…sarà una bella prova d’attore! Ho sempre bisogno di stimoli e di provocazioni. Il fatto che il mondo della notte sia in crisi è per me un dispiacere, ma al tempo stesso uno stimolo per tentare nuove strade. E devo dire che sono abbastanza fortunato: la mia fama di performer spontaneo, abituato a improvvisare ma con una solida preparazione alle spalle, mi ha aperto strade che non avrei mai immaginato! Al mondo della notte devo tutto, anche la capacità di poter cambiare e di tornare, quando sarà il momento, sempre molto volentieri. Soprattutto per tutelare i diritti di chi in quel mondo lavora, diritti ancora adesso calpestati. Tornando a “Rockers”, la serie è stata presentata durante la Mostra del Cinema di Venezia nello spazio della Regione Veneto, in quanto è sotto il patrocinio della Film Commission regionale, della Film Commission Treviso e dell’associazione Ville Venete & Castelli perché gireremo soprattutto in quelle località. Non posso dire più di tanto se non che le riprese dovrebbero partire entro fine anno con tutte le precauzioni anticovid del caso. Non è facile, però credo che sia cosa buona e giusta iniziare. Bisogna reagire. Il messaggio della Mostra del Cinema è stato forte e chiaro: ricominciamo altrimenti ci perdiamo, ci abbandoniamo a un’inerzia che non ci appartiene. Soprattutto a noi italiani!

 

Una chicca in anteprima per voi: il trailer della serie “Rockers”!

 

La presentazione alla Mostra del Cinema di “Rockers”, serie destinata alle piattaforme TV  che vede Maurice tra i protagonisti

Uno scatto del party dedicato alla serie

Il Principe insieme all’ attore romano Mirko Frezza, protagonista principale di “Rockers”

Ti vedremo anche in TV: una splendida anticipazione, per tutti i lettori di VALIUM! La notizia è ancora top secret o può essere rivelata almeno in parte?

Si tratta di una trasmissione che è una sorta di candid camera, e visto che non hanno ancora girato tutte le puntate non può essere svelata. Per me è stata un’esperienza piuttosto forte, perché a un certo punto, all’ insaputa della vittima (non posso dire troppo, però cerco di spiegarvi), sono subentrati dei fattori umani e ho dovuto far forza su me stesso per calarmi nel ruolo del cinico che interpreto…Però ci sono riuscito! Mi sono detto: “Beh, ma allora posso fare anche il cattivo!”. E’ tutto collegato nella mia vita, c’è un legame un po’ per tutto…Mi arrivano degli indizi che poi si sviluppano, una serie di coincidenze sempre molto fortuite in cui mi trovo ad affrontare nuove sfide e soprattutto nuovi stimoli, che – specialmente in questo periodo – sono fondamentali.

Non molli mai, neppure la pandemia è riuscita a scoraggiarti…sei da ammirare! Sapevi che l’elemento alchemico collegato all’ autunno è il ferro? Il ferro come determinazione, forza di volontà, autocoscienza ed energia interiore. Quanto ti riconosci in queste caratteristiche?

Posso dirti che sono abituato a battere il ferro finchè è caldo! (ride, ndr) Non è che io sia privo di sconforti, però ritengo che la vita mi abbia temprato abbastanza, pur senza togliermi la sensibilità che in me proviene anche dall’ estro artistico. Mi riconosco parecchio nell’ elemento del ferro, anche se il mio vero elemento è l’acqua. Se reagisco, se mi rialzo ogni volta è perché ho avuto dei grandi esempi in questo senso: li ho seguiti e li porto avanti con quel coraggio che mi ha dato l’esperienza. Perché mi riconosco nell’ acqua? Il fuoco forgia il ferro, ma è l’acqua che lo tempra. La cosa più importante, nella metafora del ferro, è che non va fatto arrugginire! (ride, ndr) Il ferro puoi forgiarlo come vuoi, ma una volta che l’hai temprato rimane solido ed eterno soltanto se non lo fai arrugginire.

 

Un’ immagine “cosmica” e un po’ esoterica del Principe Maurice sulla Terrazza del Blue Moon

Quanto ha influito l’amore sul tuo rinnovato dinamismo?

Io vivo d’amore. Sono sempre vissuto d’amore, per cui dal momento in cui lo incontro sulla mia strada e lo riesco a conclamare mi sento più forte. E’ l’amore che mi fortifica. Ho la necessità di condividere, e la cosa bella riguardo alla mia unione con Flavia è che noi condividiamo anche le nostre passioni e le fomentiamo a vicenda, perché lavoriamo nello stesso ambiente. Nel vortice dell’estate scorsa, per fortuna, sono riuscito a ritagliarmi del tempo con lei, che è venuta a trovarmi in due occasioni, una delle quali è coincisa con un importante appuntamento veneziano: la Regata Storica. Siamo stati invitati dal Sindaco nella “machina”, la struttura istituzionale sul Canal Grande dove le autorità e i vip possono assistere comodamente a quello che è uno degli eventi più antichi, tradizionali e prestigiosi della Serenissima. Poi, per la prima volta nella mia vita, sono riuscito finalmente ad andare a vedere e a sentire l’opera che amo di più in assoluto, “Didone ed Enea” di Henry Purcell, in programma al Teatro La Fenice. Dato che a causa del Covid hanno dovuto eliminare molti posti a sedere, il direttore della scenografia Massimo Checchetto (che è anche il direttore artistico del Carnevale di Venezia) ha fatto trasferire tutte le poltrone dal parterre al palcoscenico, quindi si assisteva allo spettacolo sia dai palchi che dalle poltronissime genialmente sistemate lì dove normalmente si svolge lo spettacolo. Flavia ed io eravamo proprio “on stage” e guardando il parterre e ci sentivamo parte della scenografia dell’opera. Dietro di noi c’era la prua di una nave in costruzione: un elemento simbolico che trasmetteva un messaggio ben preciso. Era come dire “Stiamo costruendo questa nave e dobbiamo navigare insieme verso nuovi traguardi dello spettacolo.”, una metafora davvero bellissima.

 

La Regata Storica di Venezia: un evento che il Principe ha vissuto insieme a Flavia Cavalcanti, la sua “dolce metà”

Maurice e Flavia nel giorno della Regata

La coppia al Teatro La Fenice in occasione della messa in scena dell’ opera “Didone ed Enea” di Henry Purcell

Dopo anni di underground, ti stai affermando nel mondo dello spettacolo mainstream. Che sensazioni provi?

Diciamo che il mio personaggio inizia ad essere riconosciuto e guardato da media importanti perché sta uscendo un po’ di più allo scoperto nel mainstream. In fondo, anche la diatriba che qualcuno ha fomentato sul fatto che Achille Lauro mi imiti, che porti avanti il discorso del trasformismo, della fantasia, del riferimento storico, della trasgressione, tutti valori che ho fatto miei negli anni ‘90 con il Cocoricò, ha contribuito ad innalzare la fonte (ossia me stesso) oltre il livello dell’underground…Sabato 3 Ottobre, su RAI 2, “Tg2 weekend” ha proposto un servizio speciale dedicato al sottoscritto a cura della giornalista Carola Carulli. Era al Lido per la Mostra del Cinema e non le è sfuggito quello che stavo combinando sulla Terrazza del Blue Moon: è venuta a trovarmi insieme alla troupe, si sono entusiasmati e hanno voluto farmi questo omaggio. A proposito di Mostra del Cinema, le mascherine Flassy che ho sfoggiato all’ inaugurazione e in chiusura della kermesse hanno divertito anche il direttore Barbera, che si è complimentato tantissimo per il fatto di veder trasformato un “must have” sanitario in un feticcio fashion. Grazie all’ inventiva di Flavia e Vassy Longhi ho avuto l’onore di essere stato pubblicato come top mask assieme a Tilda Swinton! Ma la cosa bella delle mascherine, declinate anche in versione eccentrica come le mie, è che hanno salvato la Mostra del Cinema: è filato tutto liscio, senza contagi. Il messaggio era senza dubbio giocoso, fashion, glamour, ma salutare. Alla Mostra sono stato abbastanza iconizzato…Il cinema è una mia grande passione e non hai idea di quanto sia bello, per me, cominciare a viverlo da dentro. Sono molto emozionato e motivato! Sfilare sul red carpet è sicuramente un riconoscimento, qualcosa di prestigioso, piacevole, simpatico e, nel mio caso, anche ironico. Ho sempre indossato qualcosa che facesse sorridere, che si distaccasse un po’ da quei paludamenti che si vedono in giro. Ha funzionato e funziona ancora: il mio look è piaciuto ai fotografi e di conseguenza ai giornali. Il red carpet è stata una bella vetrina, l’ennesimo passo verso il mainsteram. Ringrazio la Biennale, ringrazio il direttore Barbera che mi invita sempre con grande piacere – un piacere reciproco, devo dire!

 

Ancora uno scatto del Principe alla Biennale Cinema 2020

Una curiosità a bruciapelo: qual è, a tuo parere, la differenza tra “successo” e “fama”?

Il successo lo hai quando realizzi i tuoi sogni, è più “personale”. La fama è il riconoscimento generale e possibilmente duraturo del tuo successo. L’una è l’auspicabile compendio dell’altro, un coronamento. Preferisco l’idea di successo a quella di fama. Certo che il fatto di essere riconosciuto, amato ed ammirato da tante persone diverse per età e condizione sociale, mi fa un piacere enorme. Innanzitutto perché ho notato che sono stati premiati, oltre al mio lavoro, la mia umanità e il mio rispetto per ogni tipo di impiego: per me siamo tutti importanti, quando lavoravo al Cocoricò anche la signora che puliva i bagni era una protagonista. Aver riscontrato il grande affetto nei miei confronti nel prestigioso contesto della Mostra del Cinema è stato molto gratificante e mi ha anche incoraggiato a portare avanti l’attività della Terrazza, qualcosa di non facile in tempi di Covid: sarebbe bastato un contagio per mandare all’ aria tutto.

 

Prima della rappresentazione di “Didone ed Enea” al Teatro La Fenice

Flavia tra le “poltronissime” sistemate on stage

Dove potremo rivederti, a brevissimo?

Ho appena ricominciato con i dinner show all’ Odissea di Treviso, ma ci saranno sviluppi anche in altre città.  In questo momento mi trovo a Milano e il fatto di essere con Flavia, che ha molte relazioni lavorando ad un ottimo livello nel suo settore, fa sì che stiano nascendo dei progetti in loco. Mi riferisco sempre a spettacoli che, purtroppo, non danno adito alle danze, visto che è a tutt’oggi proibito ballare. Vorrei esibirmi in svariate parti d’Italia. Come ti accennavo, il Covid ci ha abituati a confrontarci spesso con situazioni last minute, ma non è detto che dal last minute scaturiscano delle brutte cose. Anzi: c’è l’entusiasmo del dover far tutto subito, delle idee da sviluppare nell’ immediato… Ci sono già grandi progetti, variegati e ancora rigorosamente top secret che – nel caso andassero in porto – vi comunicherò nella prossima puntata di questa rubrica!

 

Maurice “in Terrazza” con il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

All’ evento mondano “No Paparazzi” della Mostra del Cinema insieme all’ artista internazionale Florence Aseult e ad alcune amiche

Biennale Cinema in versione glamour: cocktail party vip all’ esclusiva Terrazza Campari

Il Principe con Fabio Testi…

…con Ottavia Piccolo…

…e con Floriano Cattai, alias Lyzard, autore della serie “Rockers” oltre che raffinato sound designer e produttore di musica elettronica

La High Experience: l’elettronica tiene alto il suo vessillo anche sulle Alpi. Nelle foto qui di seguito, alcune immagini di Livigno e di Maurice insieme ai dj Joy Kiticonti e Mario Più

 

 

 

 

 

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

 

 

Incontro con Flavia Cavalcanti, costumista dall’ estro travolgente e neo sposa del Principe Maurice

Maurice e Flavia in uno scatto che esalta la loro sintonia

Belén Rodrìguez, Anna Tatangelo, Malika Ayane, Martina Colombari, Paola Barale (in ordine sparso)…Sono solo alcune delle celebs che ha vestito Flavia Cavalcanti. Un ottimo biglietto da visita, non trovate? La neo sposa del Principe Maurice, d’altronde, non poteva che essere una persona speciale! Oggi, ho l’onore di presentarvela e di raccontarvi tutto di lei. Partiamo innanzitutto dalla personalità: questa biondissima costumista brasiliana è un vortice di esuberanza, vive a 100 all’ ora e ti travolge con la sua passionalità straripante, con il suo modo di calarsi appieno nelle emozioni. Nata a Recife, frizzante metropoli nel nord-est del Brasile, Flavia vive in Italia dal 1992. Dopo un esordio come hairstylist e ballerina nei club della notte si è dedicata al costume design, ovvero al design dei costumi di scena. La parola chiave della sua cifra stilistica è “contaminazione” (un termine che, en passant, fa da leitmotiv anche all’ universo del Principe), punto di partenza e di arrivo di una ricerca incentrata sulla sperimentazione, sul non convenzionale e sul connubio tra i tessuti e i più disparati materiali. Flavia è interessata ad esplorare nuove forme,  nuovi volumi. I suoi abiti sono inconfondibili: sofisticatamente flamboyant, seduttivi (il bustier è un pezzo forte della Cavalcanti couture), eccentrici, non passano di certo inosservati. L’ ispirazione che attinge alla nightlife ed alla sua magia è evidente, ma anche l’arte, lo street style e le suggestioni della music scene fanno parte dell’ immaginario della designer. Talentuosa e traboccante di estro, Flavia ha diramato la sua carriera in molteplici direzioni: teatro, eventi, videoclip, spot TV, fashion magazine, celebrities, club, sfilate, collaborazioni con brand prestigiosi – qualche nome? Philipp Plein, Calzedonia, Alfa Romeo, Ferrero, Vodafone, Wind e molti altri ancora. Ma a questo sfolgorante percorso professionale si è aggiunto un importante traguardo nella vita privata. Il 17 Giugno scorso, infatti, dopo un’ amicizia quasi trentennale, Flavia è andata in sposa al Principe Maurice. Il loro matrimonio ha fatto seguito ad una quarantena vissuta insieme dall’ inizio alla fine, ma (seppure  non ufficialmente) aleggiava nell’ aria già da tempo. A rivelarci tutto sarà la dolce metà del Principe in persona, che ho avuto il piacere di conoscere e di intervistare: la nostra è stata una lunga, bellissima chiacchierata ravvivata dalle domande “speculari” sulla love story della coppia (rileggi qui l’ intervista con il Principe Maurice). Signore e signori…ecco a voi Flavia Cavalcanti!

Sei nata a Recife, in Brasile. Cosa ti porti dentro della tua terra?

La positività. Anche se vivo in Italia da quasi 29 anni, la solarità, l’allegria, il fatto di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno – un atteggiamento molto brasiliano – sono caratteristiche ancora molto radicate in me.

Quando e perché hai deciso di trasferirti in Europa, più precisamente in Italia?           

Era il 1992. Mentre in Brasile mi stavo creando una carriera come truccatrice e parrucchiera, è arrivata una mia amica dall’ Italia che mi ha offerto l’opportunità di venire a lavorare a Riccione, sempre come parrucchiera, e di condividere la sua casa con lei. Tutto questo mi ha incuriosita, perché l’Italia era nel mio cuore sin da quando sono nata: le mie origini sono sia italiane che portoghesi. E’ andata così. Ho ricevuto una proposta e sono partita, volevo assolutamente conoscere l’Italia. Poi me ne sono innamorata e sono rimasta.

 

Un bel ritratto fotografico di Flavia

Con l’Italia è stato un colpo di fulmine o hai avuto bisogno di tempo, per ambientarti?           

Un colpo di fulmine! (ride, ndr.) L’Italia mi è piaciuta da subito. Ovviamente non è che sia andato tutto liscio, ma ho superato ogni tipo di disagio. Mi interessava imparare la lingua, conoscere le città più importanti…Anche se all’inizio è stato molto difficile, mi hanno conquistato la storia che si respira in ogni angolo e tutto quello che comporta il vivere qui: il cibo, l’arte…Sono tantissimi gli aspetti che rendono l’Italia unica, bellissima, un paese da vivere.

Attraverso quale iter sei approdata al design dei costumi di scena?

Sono arrivata qui per fare la parrucchiera, ma nell’ arco di sette-otto mesi ho stretto delle amicizie che mi hanno permesso di lavorare anche come ballerina nelle discoteche. Vivevo a Riccione e lavoravo sia a Riccione che in tutta Italia: ogni weekend andavo in tour nei club, mentre durante la settimana ero in salone o acconciavo le mie clienti a domicilio. Questo mi ha fatto pensare che dovevo sfoggiare dei look sempre nuovi, di conseguenza il mio fidanzato dell’epoca mi ha regalato una macchina da cucire. Ho cominciato a scucire gli abiti, a studiare come erano fatti e a tagliarli nella stessa maniera, ma con una mia impronta inconfondibile. Così ho iniziato a creare personalmente i vestiti che indossavo. Piacevano a tutti! In molti hanno cominciato a chiedermi se potevo realizzarli anche per loro, così mi sono buttata nel settore della moda.

 

Anna Tatangelo sfoggia degli sfavillanti look by Flavia Cavalcanti nel video di “Inafferrabile”

Cosa ami di più del tuo lavoro? E qual è la creazione griffata Flavia Cavalcanti a cui sei più affezionata?

Non potrei dirti a quale creazione sono maggiormente affezionata, ormai non si contano più! Parlerei piuttosto delle aziende che ti scelgono per realizzare dei progetti insieme e ti lasciano libera di creare. Potrei citarti una carrellata di lavori meravigliosi, ovviamente assegnati da un capo stylist che cura l’immagine di una data azienda, di un programma televisivo, di un videoclip, e così via…Non mi focalizzerei su una singola creazione ma sul progetto più bello, che può includere decine di creazioni o magari una sola. Il progetto ha più importanza della creazione stessa, perché ti fa esplorare dei temi (o un tema unico) attraverso un processo creativo individuale o collettivo. Si raggiunge il top soprattutto quando si è in gruppo, quando c’è una sinergia, quando ci si confronta: insieme si dà il meglio. Io non sto mai ferma, sono in continua evoluzione. Collaboro con diversi stylist, diverse TV, diverse realtà, così rimango sempre sul pezzo. Se dovessi menzionarti qualche mio lavoro ti parlerei dello spettacolo che ho creato per l’inizio della sfilata di Philippe Plein, o dello spot per i 30 anni di Calzedonia…Oppure, ancora, dello spot di Mon Chéri, dove appare il mio celebre abito di carta. All’ epoca di abiti di carta non se ne vedevano, quella pubblicità è fantastica: tantevvero che, seppur risalga al 2012, la ripropongono ogni Natale!

 

30mo compleanno di “Striscia la notizia”: Flavia ha ideato l’ outfit di Michelle Hunziker

Collabori spesso con le celebrities. Ne esiste una che, tra loro, ti ha colpito in modo particolare? E per quale motivo?

Un altro aspetto del mio lavoro consiste nel creare l’immagine di tanti personaggi dello show business. Però, in questi casi, con qualcuno di loro ti rapporti di più e con qualcun altro meno. Una persona che mi è rimasta particolarmente impressa è Malika Ayane: una grandissima artista, una grandissima donna, con un cuore e una testa meravigliosi. Di lei mi sono innamorata letteralmente! La adoro, spero che potremo collaborare molte altre volte ancora.

 

Costumi by Flavia Cavalcanti per IT Magazine (foto di Edlan Man)

Al momento di ideare i costumi, di solito, hai carta bianca o lavori in base agli input forniti dalle produzioni?

Vanno analizzati vari fattori, perché ci sono delle differenze a seconda dei casi. La maggior parte delle volte un direttore artistico o un’azienda ti danno l’input, poi sta a te trovare delle soluzioni. Si fa un po’ di ricerca e si passa ai bozzetti. Si arriva, quindi, alla presentazione di una o più proposte. Io non sono una sarta, sono una creativa. Di conseguenza, i lavori che mi assegnano lasciano molto spazio all’ inventiva: perché se si tratta solo di elaborare un disegnino fatto da altri o la foto dell’abito di un famoso stilista ti dico “Ma anche no!”. Io voglio creare, non voglio copiare…Non sono mai stata una che scimmiotta le creazioni altrui. Sviluppare idee proprie è molto importante!

A quali progetti stai lavorando, attualmente? Potresti anticiparci qualcosa?  

Il Covid, purtroppo, ha messo in stand by molti progetti importanti, ma credo che siano tutti rimandati ai mesi prossimi. In questo momento sto curando l’immagine degli spettacoli del Villa delle Rose di Riccione: mi occupo del look della vocalist Tanja Monies e delle ballerine per quanto riguarda gli eventi del venerdì, del sabato e del mercoledì. Dal 22 Luglio, infatti, ogni mercoledì sale in consolle Sven Vath, un dj quotatissimo, uno dei “paparini” della musica techno! E’ la serata Cocoon di Ibiza, che a causa del lockdown sull’ “Isla Blanca” si è trasferita al Villa delle Rose. Il look che ho scelto per gli artisti si ispira a una tendenza che adoro, quella di matrice spaziale. Ma ho un’altra bellissima novità da raccontarti: a Settembre, due numeri della rivista Donna Moderna usciranno con delle mie creazioni in copertina. Le indosseranno nientemeno che Federica Pellegrini – una donna meravigliosa, un orgoglio nazionale – e Elodie, talentuosa e bellissima. Per me sarà un onore vestirle! Non posso anticiparvi nulla dei loro look, però vi dico che sfoggeranno abiti davvero stratosferici…

 

Uno degli iconici bustier creati da Flavia Cavalcanti (in questo caso, per una sfilata di Aldo Coppola)

Martina Colombari in un fasciante abito in pizzo griffato Cavalcanti

Passiamo ora alla tua vita sentimentale. Come, dove e quando vi siete conosciuti tu e Maurice?

Sono arrivata in Italia nel ‘92, di mercoledì, e il sabato successivo ero già al Cocoricò. A un certo punto, dalla Piramide è calata una gabbia dove Maurice era rinchiuso insieme ad altri performer. Sono rimasta senza fiato! In Brasile avevo già lavorato in discoteca, nel mondo dello spettacolo, ma da Maurice mi sono sentita subito attratta perché proponeva qualcosa di speciale, di mai visto prima…e sempre con un messaggio da divulgare. Ho detto a me stessa: prima o poi conoscerò questo gruppo e ci lavorerò insieme. Sono passati alcuni mesi e Alessandro Filippi, un amico comune, un giorno mi ha presentato Maurice. Da lì è partita la nostra lunghissima amicizia, che dura da ben 28 anni. Ecco, è nato tutto così. Ma l’amore è venuto dopo.

 

Flavia e Maurice: che coppia!

La vostra amicizia è durata quasi trent’anni. Hai sempre saputo che “sotto sotto” c’era di più?

Noi viviamo un amore un po’ diverso dai soliti: il matrimonio tra me e Maurice non è uno di quei matrimoni con una data di scadenza. Il nostro progetto di vita insieme è molto più profondo. Non siamo gelosi l’uno dell’altra, non siamo competitivi, siamo affiatati. Vogliamo invecchiare insieme. Lui si prende cura di me e io mi prendo cura di lui, quando cado lui mi sostiene e quando lui cadrà io sarò lì a sostenerlo. Il legame che c’è tra noi è qualcosa che va oltre, direi che è anche un’ amicizia specialissima…Siamo due persone di spessore che si completano a vicenda.

Qual è stato il preciso istante in cui ti sei resa conto di amarlo?

Tre anni fa. In quel periodo Maurice mi frequentava un po’ di più, perché per molto tempo non siamo stati assidui nel vederci. Poi, quattro o cinque anni fa, lui si è trasferito qui a Milano e ci siamo ritrovati. Così una notte, mentre chiacchieravamo con un calice di vino in mano, è partita la domanda: “Tu come vedi il tuo futuro?”, mi ha chiesto. Io ho risposto che le mie storie importanti le avevo avute, ma da 15 anni non conoscevo più nessuno che mi soddisfacesse intellettualmente e non solo. Non vedevo amore all’orizzonte, solo storielle che non portavano a niente. “Sinceramente”, ho detto a Maurice, “di regalare il mio tempo e il mio cuore a persone che non lo meritano non se ne parla. Per cui, piuttosto, morirò da sola o, se proprio dovessi avere una relazione, vorrei averla con una persona come te.” Le sue esperienze erano state pressochè le stesse, e alla fine c’è stata la proposta. “E se ci sposassimo?”, mi ha detto all’ improvviso (ride, ndr.). Ho pianto per l’emozione, l’ho abbracciato e gli ho risposto “Perché no? Sposiamoci!”. Nei tre anni successivi, la nostra relazione ha acquistato sempre più spessore. La proposta di Maurice non ha potuto concretizzarsi sino ad oggi perché io avevo dei problemi con i documenti: non arrivavano, ritornavano in Brasile…Dovevamo sposarci il 26 marzo, però è arrivato il lockdown ed è saltato tutto. Per cui abbiamo “detto sì” soltanto un paio di mesi fa. Ma va bene ugualmente. Prima o dopo, l’importante è vivere questa bella storia!

 

I neo-sposi in total black: un po’ dark, un po’ decadenti, ma giocosi sempre e comunque

Perché un matrimonio a sorpresa, quasi “in incognito”?

Volevamo che fosse una cosa nostra e non pubblica. Il matrimonio che sognavo era riunire una ventina di amici e partire per una spiaggia deserta dove io e Maurice, scalzi e vestiti con abiti di lino molto leggeri, ci saremmo sposati. In mezzo alla natura, con le persone che sono davvero care a entrambi. Senza caos, senza selfie, senza tutto quello che va a prostituire un sentimento. Secondo me non serve quel contorno, è solo esibizionismo… Qualcosa che non ha niente a che fare con l’amore e con le cose sincere, oneste, belle.

Cos’hai pensato subito dopo aver detto “Sì”?

Non me ne sono resa conto subito. Ma una settimana dopo, camminando per strada, ho sfiorato inavvertitamente la mia fede nuziale e ho avvertito una profonda sensazione di sicurezza. Io non mi sono mai sentita sola. Non soffro di solitudine, al contrario di Maurice. Quel gesto, però, mi ha fatto provare una miriade di emozioni: mi sono sentita protetta, più completa, non so come spiegarti… In realtà ero completa anche da sola, ma Maurice, così speciale e unico, ha dato una marcia in più alla mia vita!

 

Un brindisi all’ amore…e all’ amicizia!

Parlaci di tre qualità che adori di lui…

Soltanto tre? Innanzitutto la sua cultura straordinaria, con tanto di dettagli e date. E’ incredibile, ha una memoria pazzesca! Un’altra qualità di Maurice che amo è l’ironia, insieme ci facciamo delle risate incredibili!, e per finire il suo gran cuore. Naturalmente adoro anche il suo essere artista, che è qualcosa che ingloba sia la sua grande cultura che la sua ironia. Questa dote è coinvolgente, appagante, lo rende unico…Non trovi uomini come lui in giro!

 

Luminosi e radiosi anche (com’è ovvio!) in versione “nightlife”

E i suoi tre difetti che invece detesti?

Non esistono difetti che davvero detesto di Maurice, perché i suoi, in fondo, sono difetti di poco conto. Uno è quello, ad esempio, di dare valore a chi secondo me non ne ha. Non so perché lo fa, forse è qualcosa che rimanda alla sua paura della solitudine. O forse è un mortificarsi perché si è sempre sentito inconsciamente in colpa per essere sopravvissuto al suo fratello gemello, morto quand’era bambino. Ne discutiamo spesso. Un altro difetto del mio Principe è la pigrizia: dovrebbe andare a correre, allenarsi. Io non mangio carne da molti anni, vado in bicicletta, faccio delle lunghe camminate…Il mio corpo è sodo e tonico. A Maurice piace molto mangiare, ma quando gli dico di fare ginnastica mi risponde che lo deciderà lui, con i suoi tempi. Lo guardo e resto zitta: non voglio litigare. Questa pigrizia mi lascia senza parole, perché anche solo per indossare certi costumi di scena devi avere un fisico asciutto e vigoroso. Eppoi tenersi in forma è importantissimo, se hai un corpo sano hai più energia!

Tu sei il sole, Maurice la luna. Raccontaci un aneddoto che dichiara al mondo la vostra complementarietà.   

La cultura che ha Maurice non è la mia. Io ho vissuto per 21 anni in Brasile e la mia formazione proviene da lì. Poi sono arrivata in Italia e mi sono formata anche in questo paese, perché comunque si vive e si impara giorno dopo giorno. Però il mio background è completamente diverso dal suo, quindi ci completiamo a vicenda: quello che ho io non ha lui e quello che ha lui non ho io. Quando facciamo le nostre lunghe chiacchierate a volte finisco le frasi io, a volte le finisce lui…Laddove non arrivo io è lui che mi completa e viceversa. E’ qui che si rivela la nostra intesa. Che è un’intesa molto intellettuale: siamo in sintonia, ad esempio, per quanto riguarda il gusto estetico, l’amore per l’arte. La nostra complementarietà però emerge soprattutto nelle conversazioni che facciamo a tu per tu, attraverso il confronto e lo scambio di idee.

 

Flavia Cavalcanti: una “woman in red” a Milano

Una domanda tra il serio e il faceto. Hai giurato di rimanere con lui “finchè morte non vi separi”. Ma quale azione, abitudine o comportamento non potresti mai perdonargli?

Non ci sono ostacoli così gravi da poter farmi dire “Mò basta”! (ride, ndr.) Perché i difetti di Maurice, comunque sia, sono risolvibilissimi. Innanzitutto non è un traditore, e non ti sto parlando di tradimento fisico: per me non è mai stato un problema. Io vado oltre, mi inoltro nell’ anima…E’ il tradimento mentale che detesto, ma so che Maurice non mi tradirà mai in quel senso. Ormai lo conosco bene. Non siamo una coppietta di innamorati diciottenni, non siamo neanche due trentenni che stanno provando a creare qualcosa insieme. Siamo due cinquantenni: consapevoli, onesti, lavoratori, buoni, altruisti, generosi. Maurice non mi deluderà, e le cose che di lui mi danno fastidio non saranno mai talmente preoccupanti da farmi decidere da chiudere la nostra storia!

 

Minidress sexy-spaziale per un editoriale fashion

L’ abito – con tanto di bustino signature – che Flavia ha pensato per Astou Seck, cantante e modella africana

I costumi di “TAKA”, cortometraggio presentato al Fashion Film Festival di Chicago, portano la firma di Flavia Cavalcanti

Anche Tezenis, marchio trendy del Gruppo Calzedonia, si è avvalso dello straordinario estro di Flavia per le sue sfilate

Grace Jones con una delle avveniristiche “mask” by Flavia Cavalcanti

Flavia all’ opera

 

Scatti tratti da alcuni editoriali

 

 

Un altro fil rouge delle creazioni di Flavia: le piume coloratissime, eteree ma abbondanti e di forte impatto

 

 

Photo courtesy of Flavia Cavalcanti