” L’ unico motivo per cui faccio moda è fare a pezzi la parola ‘conformismo’.”
(Vivienne Westwood, 1941 – 2022)
Foto: Mattia Passeri, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Il blog di Silvia Ragni
Un impetuoso mood Punk travolge Pitti Uomo
Mentre i rigori invernali sono al loro culmine, con temperature gelide e fitte nebbie, il Principe Maurice si muove ancora sul caliente sfondo di Palma di Maiorca. Durante il nostro appuntamento telefonico è in pausa aperitivo mentre impazza la tre giorni di Sant Sebastià, patrono del capoluogo maiorchino. Musica, grigliate e festa grande sono i leitmotiv di questa ricorrenza: ed è proprio tra una grigliata e l’altra che Maurice, in vena di celebrazioni (anche) per una serie di progetti nuovi di zecca, ci parla delle ultime notizie che riguardano la sua travolgente vita. Sono cinque, le tappe attraverso cui si snoda la puntata odierna di “Sulle tracce del Principe Maurice”. Treviso, dove il 2020 del nostro eroe ha avuto inizio, è la prima. Segue Firenze, che lo ha applaudito in una sorprendente versione Punk. Fabriano, la celebre “Città della Carta”, accoglierà invece il Principe per un’attesissimo bis (seppure con un format differente) all’ Aera Club & Place. A Palma di Maiorca si terrà la presentazione di “Gloss’n’Glitter”, un concept sfavillante come suggerisce il nome, mentre Venezia – last but least – vedrà Maurice nelle consuete vesti di Maestro di Cerimonie oltre che di un Casanova inedito. Ma non vi “spoilero” oltre, e lascio che sia lui stesso a rivelarvi di più sugli indizi di cui sopra e a raccontarvi altro, moltissimo altro ancora.
Dopo i tuoi Auguri di Natale ai lettori di VALIUM, devo dire apprezzatissimi, ci rincontriamo agli albori di un nuovo decennio. Com’è andato il Capodanno all’ Odissea di Treviso e come hai iniziato il 2020?
L’ ho iniziato benissimo. Il mio Capodanno all’ Odissea si è snodato tra due spettacoli, uno per il dinner show e l’altro nella grande sala live, dove ho indossato un “vestitone” rosso molto scenografico. Tutto è andato più che bene. La mia collaborazione con questo bellissimo locale continua: a breve ci saranno altre serate riferite soprattutto al dinner show, un genere che negli ultimi tempi sto coltivando e implementando. Tornando al Capodanno, lo definirei bello, gioioso, giocoso…Non è stato semplice, perché la produzione era abbastanza impegnativa: con me avevo circa una ventina di artisti tra ballerini, cantanti, acrobati eccetera…Ma a me questo genere di cose piace, per cui il mio approccio con il 2020 non sarebbe potuto andar meglio! Sono davvero soddisfatto.
Alcune immagini del Capodanno all’ Odissea di Spresiano (Treviso)
Il party di BePositive, brand di sneakers innovative fondato nel 1995 da Ubaldo Malvestiti, ti ha visto protagonista a Firenze l’8 Gennaio scorso, durante la prestigiosa kermesse di Pitti Uomo. Le foto dell’evento sono una delizia per lo sguardo…Che ci racconti di quella serata e della tua performance?
E’ stato tutto estremamente divertente, a cominciare da quando sono passato in Fortezza da Basso con il mio outfit Punk e il gruppo ristretto di modelli e performer che mi accompagnavano: ci fermavano a ogni passo! E’ stata una grande soddisfazione, c’erano fotografi da tutto il mondo, ci ha immortalati persino Vogue…Insomma, siamo piaciuti! Soprattutto perché eravamo in assoluto contrasto con tutto quello che di solito vedi a Pitti Uomo: lì sono sì stravaganti, ma in versione chic. Cappellini, barba e baffo perfetti, scarpa in un certo modo, colori tenui…Poi è arrivato questo gruppo punkeggiante di rottura, il nostro, ed è stato un autentico boom. Il party di Febos/BePositive, organizzato dal patron del marchio e dell’ evento Fabrizio Ferraro, si è rilevato stratosferico. Innanzitutto si teneva nella location impressionante, pazzesca, davvero stupenda, della Cattedrale dell’Immagine di Santo Stefano al Ponte, dove attualmente si tiene la mostra multimediale su Magritte (“Inside Magritte”, ndr.). Esiste tutto un impianto di proiezioni immersive che coinvolge le pareti e l’altare, poi c’è una stanza stranissima, la Sala degli Specchi, completamente ricoperta di specchi…Lo stesso video mapping dedicato a Magritte è stato utilizzato durante la nostra esibizione. La serata è iniziata con un cocktail ed una cena a buffet animata dai BowLand (un trio musicale iraniano che si è fatto conoscere per la sua elettronica raffinatissima con accenti etnici), dopodichè la mia performance ha stravolto il mood virandolo al Punk.
Il gruppo Punk capeggiato dal Principe a Firenze
Mi sono esibito sulle note di “My way” cantata da Sid Vicious dei Sex Pistols: sullo sfondo di una scenografia video mappata, ho sfoggiato una cresta di plastica nera con delle ciocche fluo e un look – curato da Flavia Cavalcanti – ispirato al Punk, ma un Punk un po’ fashion in stile Vivienne Westwood. Il make up “à la Nina Hagen”, invece, è stato ideato da Vassy Longhi, un bravissimo truccatore che si è occupato anche delle acconciature. La festa è proseguita con il dj set di Tommy Vee, all’ insegna di una tech-house piacevolissima, mentre a fine serata (non dimentichiamo che l’8 gennaio ricorreva l’anniversario della nascita di David Bowie) ho cantato una versione punkeggiante, ma autentica, bella e soprattutto molto emozionata, di “Heroes”. Il party straripava di ospiti arrivati da tutto il mondo, soprattutto giornalisti, blogger e operatori del fashion biz. E’ stato un evento riuscitissimo perché alle feste di BePositive si può giocare, divertirsi, e questo la gente lo sa. Noia e formalità sono bandite! C’erano oltre 1000 persone, fuori la fila di chi voleva entrare (ma non poteva, perché non c’era più spazio) diventava sempre più lunga. Insomma, la mia è stata una rimpatriata a Firenze divertente e prestigiosa, perché il party di BePositive è uno dei più attesi: d’altronde, il successo di una festa dipende anche da quanto è ambita…E devo dire che non vedevo qualcosa del genere da tempo.
Il party di BePositive a Pitti Uomo: un vero boom
Cosa pensi della svolta della moda, che da un mood di puro glamour è approdata a tematiche sostenibili e prettamente sociali come l’inclusività?
Io trovo che sia giusto, perché la moda è un vettore straordinario di filosofia oltre che di stile. Non dimentichiamo che la stessa Vivienne Westwood, partita con il Punk e quindi con la trasgressione più assoluta, è diventata la pioniera di questa sensibilizzazione sui temi ambientali. La tua domanda, poi, mi riporta in mente le interviste che mi hanno fatto a Firenze l’8 Gennaio scorso. Mi chiedevano: “Come mai siete Punk? Siete cattivi?”, e io rispondevo “No. In una società che è cattiva di per sé, che è stata finora indolente nei confronti dei bisogni del pianeta, essere Punk significa – visto che siamo contrari a quel che accade attualmente – essere portatori di colore, di trasgressione nell’ immagine, ma anche di valori.” Sono felicissimo che la moda diffonda dei messaggi di aiuto al pianeta e a chi ne ha più bisogno, perché è un ambiente senza dubbio privilegiato e, soprattutto, ha un gran potere comunicativo. Il fatto che veicoli simili principi mi piace tantissimo e cavalco anch’io quest’ onda meravigliosa, affiancandomi a Vivienne che amo e che è mia amica.
La crew femminile del Principe al party di BePositive
Maurice insieme a Vivienne Westwood
Il make up artist e hairstylist Vassy Longhi e la designer/costumista Flavia Cavalcanti con il Principe in occasione dell’ evento a Pitti Uomo
Uno scatto pre-festa con il trio dei Bowland
Rimango in tema fashion perché sono molto curiosa di sapere quali sono i tuoi brand preferiti attualmente: citamene tre del presente e tre del passato, please!
Devo dirti la verità: alla fine della fiera, io vesto volentieri Zara! Però se devo essere elegante punto su Dolce & Gabbana, Valentino, mi piace molto Dior…Adoro la sua ricerca dei colori, dei tessuti. Per il classico capospalla citerei quindi Dolce & Gabbana, mentre per quanto riguarda le scelte di tendenza – ma sempre all’ insegna della raffinatezza – ti dico Christian Dior. I miei tre brand preferiti del presente sono senza dubbio Dolce & Gabbana, Vivienne Westwood e Dior, i tre del passato che adoro letteralmente sono ancora una volta Vivienne (che sempre mi è piaciuta e sempre mi piacerà) insieme a Jean-Paul Gaultier e a Thierry Mugler: ho delle giacche, dei completi stupendi con la sua griffe. Rispetto agli oufit da indossare on stage, invece, amo Issey Miyake, soprattutto la sua prima linea plissettata: crea delle geometrie stupende e occupa poco spazio nei bagagli. Miyake, come mi ha insegnato Grace Jones, è veramente l’ideale per i costumi di scena. Perchè per me la moda è anche teatro. E poi, del passato, conservo capi sartoriali di mio nonno e addirittura del mio bisnonno, avendo il loro stesso tipo di fisico. Li indosso tuttora! A proposito, sai qual è il mio sogno? Creare una linea da camera per uomo firmata Principe Maurice utilizzando tessuti veneziani tipo Fortuny e ricalcando un po’ lo stile dannunziano. Delle bellissime vestaglie, delle bellissime pantofole, però in materiali preziosi e con un design che richiama quell’ epoca. Poter ricevere come si usava un tempo, indossando vestaglie di seta, velluto, cachemire…griffate da me stesso. E’ un sogno che ho da un po’. Chissà che non riesca a realizzarlo!
Un selfie “Punk” del Principe in compagnia di Nina Aprodu al party di BePositive
Il mese di Gennaio per te è iniziato alla grande, ma sono sicura che Febbraio sarà altrettanto spettacolare. Basti pensare che l’8 prenderà il via il Carnevale di Venezia, del quale sarai ancora una volta l’icona. Quale sarà il tema di quest’anno e quali anticipazioni puoi darci, nelle tue vesti di Maestro di Cerimonie?
Il Carnevale di quest’ anno sarà dedicato al tema de “Il Gioco, l’ Amore e la Follia”. Sono tre elementi che convivono da sempre nella vita di ognuno di noi, perché l’amore è senza dubbio gioco, è anche follia…Chi non ha fatto follie per amore? Chi non sta alle regole del gioco dell’amore, per coltivare le proprie relazioni? Questo tema mi calza a pennello. Io sarò un Casanova nuovo, sempre in costume settecentesco ma al posto della parrucca indosserò…Non ve lo rivelo! Diciamo che la mia sarà un’interpretazione del personaggio del quale sono diventato l’incarnazione ufficiale – questo Casanova già trasformato in maschera della Commedia dell’Arte – in versione “contaminata”, più ricca di gioco e di follia. Posso anticiparvi poi che esiste un Carnevale, parallelo a quello popolare, che è il Carnevale Culturale. Quest’ anno mi è stato chiesto di produrre qualcosa che avesse a che fare con quel programma. Mi dedicherò a un progetto sui temi di amore e morte, “Eros & Thanatos”, però in chiave abbastanza grottesca: ci saranno anche le cosiddette “drama queen”. Sono partito citando la canzone “Morirò d’amore” di Giuni Russo in modo ironico, simpatico, pur portando esempi storici e drammatici come quelli di Didone, Cleopatra e così via. Sarà una performance sia recitata che musicale. Ad affiancarmi ci sarà il Duo Bellavista-Soglia e ci esibiremo a Palazzo Labia – una location ad hoc con il suo ciclo di affreschi su Antonio e Cleopatra – il 19 Febbraio. Il Carnevale ha un nuovo direttore artistico, Massimo Checchetto. E’ il direttore delle scenografie, oltre che regista, di alcune opere del Teatro La Fenice. Sono felicissimo della sua nomina perché Checchetto è una persona preparata, professionalmente molto avanti, è un artista ed è veneziano; abbiamo un rapporto di stima reciproca, per cui è probabile che durante il Carnevale creeremo insieme delle performance non previste: preparatevi alle sorprese!
Un souvenir del Carnevale di Venezia 2019
Appuntamenti fondamentali come il Volo dell’Angelo, Le Marie, la chiusura, il Corteo Acqueo dell’8 Febbraio, ovviamente, mi vedranno sempre coinvolto. Inoltre anche quest’ anno – e tutte le sere – mi vedrete nei panni di Maestro di Cerimonie al Gala ufficiale di Ca’ Vendramin Calergi, il Casinò di Venezia, che sarà dedicato all’ amore ed avrà “Nutri l’amore e accresci la follia” come motto. Ma c’è di più. Con l’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia (di cui sono il direttore artistico) abbiamo studiato tre eventi da inscenare in tre location pazzesche. Uno si terrà Venerdi Grasso nella preziosissima Scuola Grande San Giovanni Evangelista, ed è dedicato ai vampiri. Per me il vampiro è un amante morboso, come lo è la vamp (che deriva sempre da “vampiro”…). L’ispirazione si rifarà al romanzo e alla pellicola “Intervista con il vampiro”. Ricordi il “Teatro dei Vampiri” dove, nel film, i vampiri si fingevano attori e facevano del pubblico le loro vittime? “Il Teatro dei Vampiri” sarà una festa molto bella, poi ce ne sarà un’altra che con occhio ironico guarderà a Oriente e sarà riferita ad Aladino: sono previste danze esotiche e l’apparizione di questo affascinantissimo, meraviglioso Genio della Lampada – che non sarò io (ride, ndr.). La terza festa, invece, avrà come tema l’amore ma affrontato nell’ opera buffa e nell’ operetta. Si terrà a Palazzo Pisani Moretta, il palazzo più suggestivo del Canal Grande, in chiusura della kermesse. Ma la novità assoluta è che il Carnevale, in teoria, sarebbe dovuto cominciare il 15 Febbraio invece inizierà il 14: con un tema come quello dell’Amore, San Valentino non poteva essere di certo lasciato fuori! Includere questa data sarà molto intrigante…Per quanto mi riguarda, quella sera stessa condurrò la speciale “Valentino’s Night, amorosi balli a San Marco” in piazza San Marco, insieme a Federica Cacciola e a Tommy Vee.
Una coppia al Carnevale di Venezia
I problemi associati all’ acqua alta determineranno mutamenti nell’ accoglienza turistica, misure precauzionali particolari?
Per ciò che riguarda l’acqua alta in particolare no, perché tutto sommato è un fenomeno abbastanza comune dell’inverno veneziano. Ci saranno però degli accorgimenti relativi alla sicurezza, mirati a non intasare la piazza: probabilmente verranno installate delle telecamere che rileveranno il numero di persone presenti e quando si raggiungerà la capienza prestabilita dalle autorità, l’accesso verrà chiuso. E’ sopraggiunta l’esigenza di limitare l’affluenza, anche per ragioni di salvaguardia della città. Venezia ha una pavimentazione secolare, fragile; la grande folla potrebbe danneggiarla. C’è quindi una nuova sensibilità che richiede delle precauzioni specifiche. I limiti posti sono stati studiati per non pregiudicare l’economia cittadina e la quantità di gente che il Carnevale attira. Per i visitatori sarà come addentrarsi in un locale chiuso: quando usciranno delle persone ne entreranno altre, il flusso sarà continuo e ben coordinato. L’invito che è stato fatto a ognuno, poi, è quello di vivere il Carnevale appieno. I veneziani vengono esortati a mascherarsi, a riappropriarsi della festa, perché tutto questo si era un po’ perso con il passar del tempo.
Tornando al prossimo Febbraio, mi giunge voce che lo inaugurerai con un grande ritorno: l’1 ti accingi nuovamente ad esibirti a Fabriano, la celebre “Città della Carta”, presso l’Aera Club & Place. Che mi dici di questo appuntamento?
Sono molto contento di tornare a Fabriano, una cittadina affascinante e antica. Mi fa piacere che questo locale abbia potuto riaprire i battenti e che abbia desiderato me e la crew, che è quella del Memorabilia – anche se non potremo utilizzarne il nome per questioni legate al marchio. Però “The Heroes of Piramide”, gli eroi della Piramide, siamo noi e l’evento sarà sicuramente una bella replica di quella serata stupenda che venne fatta due anni fa. Io torno a Fabriano con grande simpatia, per divertirmi e cercare di far divertire gli appassionati con questo genere musicale, la techno, che è ormai un fenomeno di gran successo. Lo era già, ma lo è diventato ancor più dopo la chiusura del Cocoricò. C’è la volontà di non perdere quella memoria, per cui le serate dedicate agli anni ‘90 funzionano benissimo. Indubbiamente il nostro format è il più simile al Memorabilia e, sostanzialmente, quello di maggior qualità. La cosa più bella è che attira un pubblico di età svariate, ma tutti stanno bene insieme nel nome della musica e del divertimento!
Il Principe all’ Aera Club & Place nel 2018
Quali emozioni provi nel pensare di riaffrontare un pubblico che, nel Gennaio del 2018, ha letteralmente gremito il Club fabrianese?
Sono felicissimo pensando di stupire chi non mi conosce e di divertire chi mi conosce già! Io con il mio pubblico ho un rapporto straordinario, empatico: divento una sorta di amplificatore delle sue emozioni. Quello che mi interessa è essere un tutt’uno con la gente. Mi sento contento, soddisfatto, forte…Con chi assiste alle mie performance si è instaurato un feeling che non si è mai esaurito, non ho mai avuto il problema di essere fischiato o contestato. Parto con un canovaccio di quello che ho intenzione di fare, ma poi intercetto l’umore che circola in sala per improvvisare: sono al servizio del mio pubblico, e questo la gente lo percepisce. Capisce che sto dalla sua parte, che esalto ciò che desidera vivere, per cui mi ama. E’ un amore reciproco, d’altronde! Il rapporto tra me e il pubblico è magico. Gli sviluppi delle mie performance sono sempre imprevedibili, sempre improvvisati, sempre nuovi. Sfido chiunque a dire che una mia serata è stata uguale a un’altra. Faccio qualcosa di diverso ogni volta perché sono alla ricerca di quel famoso “uno, nessuno e centomila” che è nelle mie corde.
Dopo la tappa fabrianese, cosa bolle in pentola?
C’ è un nuovissimo progetto maiorchino con Francesca Faggella, una bravissima conduttrice sia radiofonica che televisiva. Ci siamo ritrovati a Maiorca e abbiamo pensato di lanciare un format che rievoca lo Studio 54, si chiama “Gloss’n’Glitter“: il 6 Febbraio verrà presentato a Palma di Maiorca con una festa riservata alla stampa, ai vip e agli operatori del settore, poi spero che girerà l’Europa e tutto il mondo. La nostra iniziativa sarà completamente dedicata alla New Disco, un genere ispirato alla musica degli anni ‘80 ma remixata in modo attualizzato sia a livello di ritmica che di sonorità. Francesca Faggella è una dj che fa New Disco da anni e ha già un programma radiofonico a tema su due radio delle Baleari. Quando ci siamo incontrati, abbiamo pensato di creare qualcosa che unisse musica e spettacolo. In “Gloss’n’Glitter” interpreterò Andy Warhol, l’anfitrione di questa festa dedicata agli anni ’80 e molto Studio 54, se vogliamo. Ci saranno 7 ballerini (tra ragazzi e ragazze) che faranno Vogueing, animazione di vario genere, ma la cosa divertente è che il progetto sarà sì destinato ai club, però vorrei che diventasse soprattutto un brunch musicale: è molto di moda e molto chic se fatto nei ristoranti giusti, nei locali giusti. Il format è abbastanza esclusivo, così come esclusivo era lo Studio 54; in seguito, diventerà un evento serale per location alternative. Sono assolutamente entusiasta di “Gloss’n’Glitter”! La presentazione si terrà in un lounge restaurant di Palma, MarChica, che abbiamo scelto come emblema dei luoghi non convenzionali in cui potrebbe svolgersi lo show. “Gloss’n’Glitter” debutterà ad Aprile e andrà in tournée nelle Baleari. Però contiamo che l’Inverno prossimo arrivi anche in Italia e se approdasse a New York, poi, sarebbe davvero il top! Specialmente se avessimo come special guest Grace Jones, che inaugurò proprio il leggendario Studio 54.
Il nuovo progetto in connubio con Francesca Faggella, “Gloss’n’Glitter”: molto Studio 54
Concludo con una domanda che sicuramente i lettori di VALIUM adoreranno: qual è l’Augurio che dedichi loro per il nuovo anno?
Il mio augurio vale per tutti gli anni ‘20 del 2000. Vorrei che quello appena iniziato fosse un decennio in cui verrà finalmente rivalutato il rapporto con la natura, soprattutto alla luce dei grandi drammi che hanno sconvolto interi continenti (vedi l’Australia). E poi auguro ai lettori che sia un momento di armonia personale, familiare, sociale…C’è molta confusione attualmente, anche a livello politico. Credo che vadano recuperati i valori base, persi nella fuffa del voler apparire e non del voler essere. Auspico quindi che il 2020 rappresenti l’inizio di un decennio pieno di consapevolezza, di impegno e di serenità con la propria coscienza. Bisogna riscoprire la coscienza, quella vera, quella che porta con sé i valori, per poter cominciare a dire “la mia coscienza è a posto perché sto facendo la cosa giusta per me, per la mia famiglia, per l’azienda per la quale lavoro, per la società e anche per il mondo in cui vivo”. Ecco, il mio augurio è proprio questo: ritrovare la consapevolezza, la coscienza e l’armonia tra il modo di pensare e il modo di essere. Prendere coscienza di chi siamo, di come siamo, di dove e come viviamo. Ritrovare la curiosità di scoprire i propri talenti, i talenti altrui, i propri sentimenti e quelli degli altri. Ed instaurare uno scambio a livello di coscienza a tutto tondo: nei valori, nei talenti, nei parametri…darsi un senso. La vita è temporanea, caduca, le mode cambiano. Quel che conta è l’essenza, l’anima. Auguro ad ognuno di riscoprirsi, di sentirsi più partecipe e più responsabile del tutto. Della propria vita e di quella di chi gli sta intorno. A tal proposito vorrei aggiungere che dall’ Odissea è partita una campagna, “Okkio alla vita”, dedicata alla guida prudente. La maggior parte degli incidenti in cui sono coinvolti i giovani è causata da un uso sconsiderato del telefonino, che distrae il guidatore. Io sono il testimonial di questa campagna che è patrocinata dalla Regione Veneto, ma sta diventando nazionale. Coscienza, dunque, anche nel guidare: perché si è responsabili della propria vita e della vita degli altri.
Qualche scatto beneaugurante tratto dal Capodanno all’ Odissea e il Principe durante un’ intervista TV
Photo Courtesy of Maurizio Agosti
Siamo a Riccione, e l’aria è frizzante come le bollicine dei calici di prosecco che, su uno dei tavolinetti “open air” del Victor Pub, aspettano di essere sorseggiati. Questo incontro con il Principe Maurice avviene in occasione di una data speciale: il 14 Luglio, anniversario della Presa della Bastiglia ma non solo. Tra poche ore, infatti, il Cocoricò festeggerà i suoi primi 30 anni con una Memorabilia spettacolare. PCP aka Marc Acardipane, Cirillo, Dj Saccoman e (naturalmente) il Principe stesso sono solo alcuni degli ospiti eccellenti di questa Reunion a cui prendono parte nomi che hanno fatto la storia della discoteca romagnola. Mentre mi accingo a intervistare Maurice, l’ euforia cresce in modo inversamente proporzionale al calar del sole. E nello scenario del tramonto su un viale Ceccarini ultrachic ha inizio la nostra conversazione.
Eravamo rimasti al Life Ball di Vienna: qual è stato il tuo ruolo nel grande evento arrivato alla sua 25ma edizione?
Già dall’ anno scorso, chiamato da Marco Maccapani che è il Direttore Artistico del Carnevale di Venezia, ero stato invitato a fare da Maestro di Cerimonie per i 439 VIP che occupavano la sala consiliare del Rathaus. Li ho accolti con un ingresso pazzesco insieme a Dionne Warvick, qualcosa veramente da sogno, ho fatto il mio show di benvenuto durante l’aperitivo e poi li ho portati al piano nobile del Municipio di Vienna per una cena di gala straordinaria. Sono piaciuto, ha funzionato, per cui quest’ anno Maccapani e Gery Keszler (il fondatore del Life Ball) mi hanno chiesto di fare sempre da Maestro di Cerimonie per il gruppo dei VIP, ma anche di aprire la sfilata degli abiti da sposa. Io ero una sorta di cardinale bizzarro che celebrava dei matrimoni molto misti…E’ stato un onore dare il via al momento “fashion”, motivo per cui ho partecipato al Life Ball la prima volta: nel 2008 infatti, quando ho iniziato, Agent Provocateur sfilava con la sua lingerie e io cantavo insieme a Nina Hagen nella band Dirty Stop Out di Joe Corré. Tra me e il Life Ball c’è ormai un legame a doppio filo. Il 25mo anniversario era una ricorrenza importante a cui ho partecipato con grande piacere e con grande successo. Sono felice, spero di poter continuare ancora a dare il mio contributo! Tutti gli artisti, a qualsiasi livello, si esibiscono gratuitamente pur di sostenere la lotta contro l’Aids. Quest’ anno invece di Dionne Warvick avevo a fianco Patti LaBelle, poi ho accolto la stupenda combriccola degli attori di Hollywood.
Il Principe al Life Ball con Rufus Wainwright
Che sensazioni, che emozioni hai provato, nelle vesti di guest star?
Questa volta, effettivamente, ero lì non solo a “lavorare”, ma ho avuto la sensazione di essere trattato come una guest star internazionale: una sorta di consacrazione in un ruolo che forse anche per carriera, per vecchiaia, mi spetta…(ride)
Al Life Ball partecipano le più sfavillanti celebrità internazionali. Puoi citarci qualche nome e raccontarci, magari, qualche aneddoto a tema VIP?
Certo! La prima volta che ho partecipato, l’incontro con Sharon Stone è stato un po’ inquietante perché stava molto sulle sue. Anche se è stata estremamente generosa nei confronti della manifestazione, è stato un peccato non riuscire a comunicare in maniera rilassata con lei…Però ho avuto modo di conoscere Linda Evangelista, per me un mito vivente: una donna di una dolcezza e di una sensibilità incredibili. L’ incontro più fulminante? Quello con Nina Hagen. Il fatto di poter cantare con lei è stato senza dubbio un bell’ imprinting! L’anno scorso Dionne Warvick si è “innamorata” di me, siamo stati a braccetto tutta la sera. Quest’anno invece ho ritrovato Rufus Wainwright – ci eravamo già conosciuti a Venezia, a un Ballo della Cavalchina…Vedete com’è piccolo il mondo? – e ho incontrato anche suo marito, che avevo conosciuto quando erano ancora solo fidanzati…Adrien Brody mi ha trovato immediatamente simpatico e ha voluto fare delle foto con me: siamo nell’ assurdo più totale, ma questa è la mia vita e mi piace proprio perché è così! Che un premio Oscar mi chieda “Posso fare una foto con te?” è troppo divertente, no?
In una foto, datata 10 anni fa, sei insieme a Nina Hagen e sfoggi un look da Casanova punk. Quando e come è iniziata la tua avventura al Life Ball?
Il look da Casanova punk era anche un po’ un omaggio a Vivienne Westwood, perché io ero lì con suo figlio. Lei negli anni ’90 aveva creato una collezione punk barocca che secondo me è stata forse la sua più bella, quella quantomeno più nelle mie corde, e io dovevo fare Casanova in ogni caso perché avevo in programma un numero di Burlesque: al Life Ball siamo in un perenne Carnevale, surreale e grottesco, dove io mi sento assolutamente normale. E Nina Hagen, che surreale e grottesca lo è da sempre, trovava la canzone giusta per accompagnare ogni frase della conversazione. “Life is a musical”, quindi…Ma io le ho detto, vedendo le sue facce bizzarre, “Life is also a cartoon!”. “La vita è un musical, ma è anche un cartone animato”: e questo mi piace molto!
Il Principe con Nina Hagen al Life Ball del 2008
Il gala viennese si è tenuto il 2 Giugno. Cosa è successo, da allora, nella vita del Principe Maurice?
Una cosa che ho fatto recentemente è stata quella di inaugurare la boutique romana di The Merchant of Venice, che nella mia ricerca del piacere dei sensi è il mio sponsor “olfattivo” perché crea profumi meravigliosi. Ma sapete con chi ho passato la serata e chi, addirittura, ha ballato sulla musica del mio emotional dj set durante il cocktail all’ Hotel di Inghilterra? Pierluigi Pizzi, il Maestro Pizzi, premio Oscar per i Costumi, al quale ho mostrato una mia foto con un suo costume creato nel ‘56 per un “Rinaldo” di Handel e ci siamo commossi tutti, perché mi ha detto “Non ho visto come ti sei mosso, ma già dall’ attitude della foto penso che tu l’abbia indossato bene.” Queste sono le soddisfazioni del Principe Maurice! Sono successe tante altre cose, ma poi si accavallano e dovrei fare ordine mentale…Per esempio sono stato invitato al concerto veneziano di Zucchero in piazza San Marco, riaperta finalmente agli eventi musicali dopo un periodo di chiusura.
Stasera si celebreranno i primi 30 anni del Cocoricò e tu, va da sè, non mancherai. Qual è il ricordo più bello che hai della Piramide e quello che vorresti invece accantonare?
Comincio con il ricordo più bello. Poco fa Marc Acardipane, che è l’ospite techno più importante della serata, mi ha detto: “La prima volta che sono venuto al Cocoricò ti ho visto in quella specie di casetta su due piani che avevi fatto costruire a lato della consolle, dove vivevi come in un Grande Fratello ante litteram. Ci abitavi dentro, e questa cosa mi ha molto impressionato.” Quella è stata l’unica volta in cui, assieme a Loris Riccardi (storico direttore artistico del Cocoricò, ndr), abbiamo ideato un tema stagionale. Ho vissuto per tutta l’estate in quella casetta con Manuela, che lì era mia moglie, poi abbiamo divorziato, poi ho avuto un’amante, poi sono rimasto incinto…Insomma, una storia come sempre assurda e grottesca! Era il 1994 o ‘95, sai che non ricordo bene? Fu un’idea geniale. E sai cosa successe a fine stagione? Demolimmo la casa – che chiamavo “la casetta di Barbie” – e demmo in pasto pezzi di piastrelle e di mobili agli avventori della serata di chiusura. C’ è qualcuno – molti, anzi! – che conserva i pezzettini di quella casa come fossero reliquie. Il ricordo più brutto? Qualche rammarico, ma niente di che. Il Cocoricò rimane sempre nel mio cuore e anche come “one man show”, su una cassetta della frutta e con una pila puntata addosso, riesco ad emozionarmi e ad emozionare.
Il Principe alla Memorabilia Reunion per i 30 anni del Cocoricò
Una domanda che forse vorrebbero farti in molti: com’è nato il dettaglio dei leggendari “occhi bianchi” del Principe Maurice?
Quando ho perso i miei genitori, a cavallo tra l’89 e il ‘90, sono andato a stare a Venezia per recuperare le mie radici nell’ acqua e ho cominciato a organizzare feste di Carnevale a palazzo. Una di queste era dedicata ai vampiri: io ero Nosferatu, quindi mi sono rasato i capelli a zero e mi sono fatto fare queste lenti bianche perché volevo avere un aspetto demoniaco, inquietante, vampiresco. Non volevo essere Dracula, era scontato! Io volevo essere Nosferatu. Per cui, lenti bianche create artigianalmente da un laboratorio di Jesolo (adesso me le realizzano a New York) e carnagione bianca, ho messo anche le protesi alle dita per allungarle! Il Principe Maurice è, in effetti, un’emanazione del “principe della notte” Nosferatu. Mi sono ispirato sia al Nosferatu del cinema muto che a quello interpretato da Klaus Kinski: il primo lo adoravo per questa capacità incredibile, nonostante i mezzi dell’epoca, di inquietare attraverso il movimento dell’ombra diverso da quello del personaggio e per la mimica esagerata, molto teatrale. Klaus Kinski in quel ruolo mi era piaciuto tantissimo. Nel sequel, “Nosferatu a Venezia”, lui era il signore dei ratti, quindi dalla stilista artista Fiorella Mancini mi sono fatto fare un vestito con tutte pantegane dipinte per poter essere anche Nosferatu a Venezia.
Cosa ti aspetti da questa serata e cosa diresti al Cocoricò, ormai trentenne, a mò di auguri?
Auguro al Cocoricò di ritrovare la sua personalità e la sua capacità di creare tendenza non soltanto a livello di costume, ma proprio a livello culturale. Il Cocoricò è stato un volano di tendenze vere, dal punto di vista del teatro ha sdoganato compagnie tipo La Fura dels Baus, La Socìetas Raffaello Sanzio, i Magazzini Criminali…Siamo stati un unicum mondiale, in questo. Io vorrei che la sua reputazione fosse non solo legata alla straordinaria programmazione di dj che c’è, ma anche e soprattutto che tornasse a rappresentare la cultura giovanile e magari che riuscisse a lasciare un segno, come è sempre stato fatto in questi trent’ anni, alle nuove generazioni. Penso al Cocoricò come a un luogo di sperimentazione, di divertimento, dove addirittura un laboratorio di giovani potrebbe creare nuove situazioni. Stasera, ad esempio, coinvolgerò Raffaello Bellavista e Michele Soglia nella mia performance: sono dei musicisti che si esibiscono in uno spettacolo musicale classico e reinterpretato con l’ausilio di pianoforte, voce baritonale e marimba in una combinazione originale e rigorosamente live…il fatto che abbiano accettato di esibirsi con me al Cocoricò mi dà la speranza che il Cocoricò possa essere ancora attrattivo per questo tipo di artisti, giovani e innovativi, e che continui ad essere quella grande scuola di vita e di cultura giovanile che è sempre stato.
Una domanda di rito: cosa bolle in pentola, riguardo ai tuoi progetti futuri?
Si stanno delineando all’orizzonte una collaborazione con dei format televisivi e anche un progetto per il cinema. Mi è stato sottoposto un soggetto cinematografico che è molto nelle mie corde: io reciterò nella parte di me stesso. Non posso rivelare più di tanto, ma il tutto sta diventando sempre più concreto. Appena saremo pronti, VALIUM lo saprà per primo! Per quanto riguarda il format TV, ti dico solo che si tratterà di una cosa un po’ buffa e anche molto autoironica…
GOODBYE COCORICO’
L’ entusiasmo delle celebrazioni, dopo la notte del 14 Luglio, è stato squarciato come un fulmine a ciel sereno: la notizia è arrivata inaspettata e ha lasciato di stucco il pubblico. Il mattino succcessivo alla Memorabilia Reunion, infatti, il Principe Maurice ha annunciato l’ addio al Cocoricò sui suoi social. Tristezza, incredulità, stupore…Un potente concentrato di emozioni è calato come un’ ombra su chi ha letto quelle parole. Ma quali sono i motivi che hanno decretato il “divorzio” tra il club più avantgarde d’ Italia e la sua icona per antonomasia? E’ il Principe Maurice stesso a spiegarceli:
“Questo grande evento del Memorabilia Reunion è stato estremamente emozionale per me in quanto, oltre a darmi la gioia di rivedere amici di vecchia data, ha determinato altresì la consapevolezza che ormai il luogo che ha dato origine al mio esperimento sul “Teatro Notturno” e fomentato il mio lavoro di ricerca su me stesso e nuove forme di ricerca espressiva, dopo il recente cambio di proprietà e senza una vera direzione artistica, ha totalmente cambiato direzione. Del “mio” Cocoricò è rimasto solo il nome e non mi basta. Elaboro il lutto e giro pagina anche perché ho trovato altrove terreni più fertili e anche un maggior rispetto per il mio progetto, sempre “in progress”, di espressione artistica “contaminata”, frutto di tanto studio, sacrificio e coraggio. Il “Teatro Notturno” è più vivo che mai, con l’acquisizione di nuovi talenti da coinvolgere e ai quali lasciare le redini quando sarà necessario. Sarò sempre grato a chi negli anni mi ha incoraggiato, accompagnato ed assistito in questo duro ma soddisfacente lavoro. Voglio in particolare citare la famiglia Palazzi, Loris Riccardi e il sempre presente Renzo Palmieri, senza i quali la Piramide non sarebbe diventata un laboratorio straordinario di avanguardia teatrale oltre che punto di riferimento, questo anche a tutt’oggi, di djs e produttori di livello internazionale.”
Sono parole che lasciano con l’ amaro in bocca, considerazioni che toccano profondamente tutti i fan di una Piramide vissuta sin “dagli albori”. Il re del Teatro Notturno dice addio alla location che l’ ha visto nascere: la malinconia prevale, una miriade di ricordi si sussegue fino a prorompere in un presente che sembra sancire la fine di un’ era. Ma in mezzo all’ incertezza e a tanti punti interrogativi, una cosa è certa: il Principe Maurice e il Teatro Notturno sono ormai immortali, e come l’ antico emblema dell’ oroboros si preparano a “cambiar pelle” per favorire la rinascita, un nuovo inizio che si riallaccia alla natura ciclica dell’ Universo. Non mi resta che concludere (per ora) con un “Lunga vita al Principe Maurice!” e un “Lunga vita al Teatro Notturno!”, prima di darvi appuntamento alla prossima puntata di questa rubrica.
Photo courtesy of Maurizio Agosti
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.