Yule

Amo la neve, la neve e tutte le forme di gelo radioso.
(Percy Bysshe Shelley)

 

Oggi, 21 Dicembre, diamo il benvenuto all’ Inverno. Il Solstizio si verificherà alle 16.58 in punto, esattamente 17 minuti dopo il calar del sole. Sarà la giornata più corta dell’ anno: in Italia avremo una media di 8-9 ore di luce contro le rimanenti di buio pesto. Durante il Solstizio d’Inverno la potenza dell’ armonia cosmica è nettamente percepibile, così come le vibrazioni che emana. Lo spazio e il tempo sembrano cristallizzarsi, sospendersi in attesa di una metamorfosi. L’ oscurità prende il sopravvento, occultando sotto il suo manto la luminosità solare. Una frase dello scrittore statunitense John Updike descrive questo fenomeno alla perfezione: “Le giornate sono brevi. Il sole una scintilla sospesa tra buio e buio.” Siamo a Yule: così veniva chiamato il Solstizio d’Inverno dai popoli germanici dell’ era precristiana. La magia aleggia nell’ aria, rievocando la suggestività di una ricorrenza celebratissima nelle lande del Nord Europa. Si pensa che il nome Yule derivi da un termine norreno, Hjòl, ovvero ruota, poichè il Solstizio d’Inverno coincideva con il punto più basso in cui si trovava la ruota dell’ anno prima di iniziare la sua risalita. Ma Jul è anche una radice scandinava che ha il significato di “festa, banchetto”, mentre la mitologia norrena chiama “joln” gli dei e Jolnir (il Signore degli dei) è uno dei molteplici nomi di Odino. La rilevanza di Yule risiedeva nel fatto che il Sole, quel giorno, cominciava a rinascere a poco a poco. Gli antichi popoli festeggiavano tramite rituali e tradizioni la sua rigenerazione: falò, candele e fuochi ricorrevano in riti finalizzati a incoraggiare l’ ascesa del Sole. A Yule il Vecchio Sole moriva, e dalle viscere della Madre Terra nasceva il Sole Bambino. L’ importanza conferita al concetto di “ciclicità” è palese, dato che all’ epoca vigeva un rapporto di stretta dipendenza tra l’ esistenza umana e i cicli naturali.  Morte, metamorfosi e rinascita diventavano un tutt’uno, il giorno del Solstizio. Non è un caso che la pianta simbolo di Yule fosse il vischio: il sempreverde sacro dei Druidi rimandava alla vita grazie alle sue bacche bianche, lucenti, simili allo sperma. Narrava una leggenda che fosse scaturito da un fulmine, di conseguenza veniva ricondotto al divino. Il vischio quercino possedeva una valenza emblematica ancora più potente, giacchè all’ immortalità dell’ albero secolare si coniugava l’ immediatezza, l’ “hic et nunc” della rigenerazione.

 

Ma anche l’agrifoglio ricopriva un ruolo fondamentale, rispetto ai miti di Yule. La lotta tra due poli opposti (Buio e Luce, Inverno e Estate, Vita e Morte) costituiva il perno della mitologia e delle leggende antiche. L’ agrifoglio, in questo senso, simboleggiava la parte più buia e più gelida dell’ anno, la fase calante dell’ Hjòl. All’ agrifoglio era associato il “vecchio”: il Re Agrifoglio, che lo impersonificava, veniva raffigurato come un anziano dalla barba bianca e dal sorriso perenne. Il Re Quercia, emblema della fase crescente della ruota dell’ anno, quella in cui le giornate si allungano e il Sole torna a splendere, era invece collegato al “nuovo”. Si diceva che i due Re si affrontasero in occasione dei Solstizi, e che l’ uno avesse la meglio sull’ altro a fasi alterne. Il Solstizio d’ Inverno vedeva il trionfo del Re Quercia sul Re Agrifoglio, favorendo quindi la rinascita graduale della luce; durante il Solstizio d’Estate era il Re Agrifoglio a vincere la lotta: ciò determinava la ricomparsa dell’ oscurità e l’ assopimento della Natura. E’ essenziale sottolineare come le due figure fossero strettamente interconnesse, l’ una non avrebbe mai potuto esistere senza l’altra. Le forze del Re Agrifoglio e del Re Quercia si fronteggiavano in un equilibrio perfetto, così come perfettamente armonico era il trionfo del primo sul secondo e viceversa. La lotta tra i due era fondamentale al fine di garantire la metamorfosi, la ciclicità, la trasformazione: punti cardine dei Solstizi e soprattutto di Yule, a cui si associa il fascino del progressivo risveglio.

Non mi resta che augurarvi un felice Yule. Che possiate custodire la magia dell’ Inverno dentro di voi…Nonostante l’ infinita pandemia e le nuove incombenti restrizioni.

Yule, Solstizio d’ Inverno

 

Oggi, l’ Inverno fa il suo ingresso ufficiale. La notte raggiunge la sua massima durata e il giorno è un barlume fugace, pronto a svanire dopo poche ore. I fiocchi di neve, prima di imbiancare il suolo, sembrano cristallizzarsi nell’aria gelida: freddo e oscurità predominano. L’ atmosfera è impregnata di un sentore magico, il tempo si arresta come per immortalare istanti di solennità. E’ il Solstizio d’Inverno, e già da domani la luce, seppur impercettibilmente, farà poco a poco il suo grande ritorno. Non è un caso che l’ inglese “Yule” paia derivare dal norreno “Hjòl”, “ruota”, perchè con il Solstizio la ruota dell’ anno si trova nel suo punto più basso prima di ricominciare a salire. Da Hjòl potrebbero aver avuto origine il tedesco, il danese e lo svedese Jul così come l’islandese e il norvegese Jol, che stanno entrambi ad indicare sia il Solstizio d’Inverno che il Natale. I popoli germanici precristiani erano soliti associare innumerevoli leggende e simbolici rituali a questa data di transizione tra il buio e la luce. Ecco allora il Vecchio Sole che muore e il Sole Bambino che viene al mondo, il Re Agrifoglio (il re dell’ anno vecchio) che lascia il posto al Re Quercia (il re dell’ anno nuovo) ma, soprattutto, i falò: supremi emblemi di luce, inneggiavano alla rinascita del sole. Gli antichi Celti li tramutarono nel perno delle loro celebrazioni, danzando e festeggiando fino all’ alba intorno ai fuochi propiziatori. A Yule morte e rinascita sono mediate dalla trasformazione, poiche tutto ciò che perisce si trasforma per originare una nuova vita; è all’eterno ciclo della natura, infatti, che si rifanno i miti del Solstizio. E in questo primo giorno d’ Inverno, voglio augurarvi un Felice Yule con una spettacolare serie di abiti di Haute Couture: bianchi e fiabeschi come quelli di una Regina delle Nevi.

 

Ralph & Russo

Guo Pei

 

Givenchy

 

Ashi Studio

Georges Hobeika

Jean-Paul Gaultier

 

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Dolce & Gabbana

 

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Elie Saab

 

Illustrazione “La Regina delle Nevi” by Elena Ringo http://www.elena-ringo.com [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)]